La comunicazione digitale che tutto collega potrebbe domani mitigare la segregazione del mondo carcerario, almeno per gli aspetti più iniqui e meno necessari. Ho percepito qualcosa di questa possibilità nel mio lavoro di giurato del Premio Castelli, un premio «letterario» per detenuti che ha dietro la Società di San Vincenzo de’ Paoli. Provo a raccontare quella percezione. – E’ l’attacco incoraggiante di un mio articolo quasi esperienziale appena pubblicato dalla rivista “Il Regno” con il titolo “Il digitale in carcere può ridurre l’isolamento dei prigionieri“.