Il certosino non ha il nome sulla tomba

“Facendosi monaco lei ha deciso di non avere figli e scegliendo tra tutti gli ordini monastici quello dei Certosini lei ha messo nel conto di non avere neanche il nome sulla tomba. Queste scelte l’aiutano a guardare al futuro? Pensa che l’aiuteranno un giorno ad affrontare la morte?” E’ una delle domande che ho posto al priore della Certosa di Serra San Bruno [vedi post di ieri] dopo aver visitato il cimitero che è nel Chiostro Grande, con 33 croci di legno sui tumoli erbosi che coprono i monaci avvolti nel saio e posti a diretto contatto con terra. “Non mi tocca la prospettiva di non avere il nome sulla tomba. Ho già cambiato il nome entrando nella Certosa e ho poi cambiato paese e lingua, cercando sempre di intendere come un dono ognuno di questi cambiamenti. Mi vado preparando a cambiare patria ancora una volta e ad accogliere i doni più grandi che mi attendo dal ‘passaggio’ che è la morte”. Al centro delle 33 croci c’è un roseto che tutte le guarda.

17 Comments

  1. nico

    Mi colpisce questa cosa, per un vissuto personale lontano nel tempo
    ma vivo nella memoria:
    persi un fratellino e la mamma, che non ce la faceva ad andare al cimitero, ci mandava me a cambiare i fiori (avevo sette anni) perchè mi diceva “sennò la gente pensa che non ci importi”.
    Vanità che aggiungeva dolore al dolore?
    Può un cimitero assomigliare ad una fiera delle vanità?

    Quello dei certosini no, di sicuro.
    Grazie Luigi

    31 Marzo, 2011 - 7:07
  2. Marilisa

    Chi si fa monaco-è banale dirlo-lascia già,per certi versi,questo mondo.Cambia nome,si rinchiude in un monastero dove si respira pace e spiritualità che non fanno parte del nostro mondo,sta a contatto col silenzio di Dio,con la preghiera assidua fa della sua vita un colloquio continuo con Dio,si prepara gradualmente al momento del “passaggio”cioè dell’incontro diretto col Padre.Molti di noi,comuni mortali,non li invidiamo perché li vediamo staccati dal nostro mondo che,anche tra affanni e accidenti varî,amiamo.I monaci,pur soffrendo dei nostri stessi malanni fisici,vedono tutto con occhi diversi ed hanno una serenità a noi sconosciuta,rivelata dal loro sguardo.Per loro non ha importanza ciò che a noi appare importante.
    Dio li ha chiamati in modo speciale,e noi non saremo mai in grado di capirlo.Ma sono dei privilegiati.

    31 Marzo, 2011 - 9:11
  3. tonizzo

    Mi sembra un po’ stereotipata l’idea che il monaco lasci il mondo seppellendosi dentro un monaestero. Non credo che il monaco sia fuori dal mondo. Anzi: proprio perché sperimenta l’amore di Dio in maniera più vicina, senza il rumore di fondo delle idiozie che ogni giorno ci seppelliscono, riesce a guardare al mondo con occhi diversi e nuovi.

    Forse i seppelliti veri siamo noi. E forse siamo noi i veri anonimi, non le umili croci delle Serre. Perché la società del successo ha detto che se ci sei conti, ti ricordano; se non ci sei… beh sei solo un povero sfigato. E poi qualche soggetto va su Yahoo Answers e pone questa domanda: una che si fa suora di clausura è psicologicamente normale? Leggere per credere!

    http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20100408133103AAGg3IY

    Non dimenticherò mai la scoperta (o riscoperta, fate voi), una notte di oltre 10 anni fa, della potenza dell’amore di Dio. Ricordo la pagina pari del nostro libro dei Salmi, scritto da un frate, padre Paolino Beltrame Quattrocchi. Avevo nemmeno 20 anni ed era la preghiera di Compieta che facevamo in collegio, dove studiavo. Bene, poco prima della compieta, leggendo l’introduzione al libro dei Salmi, ho potuto leggere questa frase, che suona più o meno così: caro fratello, io non ti conosco, ma Dio ti conosce! E ogni notte prego anche per te. Non dimenticherò mai il senso di accoramento, di pace, di commozione che mi prese leggendo questo e ancora oggi mi commuove.

    Ecco, io non vi conosco. Però so che siamo famosi per Dio. E non c’è bisogno di andare su nessuna isola per esserlo. Siamo famosi per Dio. Forse i monaci lo hanno capito e sono più famosi di noi davanti agli occhi di Dio. Un abbraccio a tutti.

    31 Marzo, 2011 - 9:46
  4. Una bella fortuna incontrare e conoscere il grande studioso Dupont, ho potuto apprezzare la bellezza dei suoi studi biblici ricchi di spiritualità e fede. I monaci hanno una modalità molto bella e particolare per stare con Dio e parlarne agli uomini, ma pienamente dentro la storia e la vita di ciascuno di noi. Buon lavoro! Attendiamo il frutto del suo lavoro su questo monaco e la vita dei certosini

    31 Marzo, 2011 - 10:30
  5. Luigi,
    le tue parole, nella loro essenzialità,
    comunicano la forza dell’esperienza.

    e io non ho parole.

    31 Marzo, 2011 - 10:56
  6. lycopodium

    Bello il post e grande il Tonizzo.

    31 Marzo, 2011 - 17:47
  7. Marilisa

    Certo che il monaco non si “seppellisce”dentro il monastero e non sta fuori del mondo.Sarebbe anormale.Ma egli guarda ciò che avviene con occhi diversi,con spirito diverso,con un distacco che a noi non è possibile.Neanche noi siamo seppelliti,ma siamo presi dal vortice di una vita dove il bene e il male si intrecciano e il più delle volte non siamo in grado di distinguerli.La serenità dei monaci invece fa capire che essi sono molto più di noi vicini al bene,nel senso che della vita cercano il senso positivo anche là dove noi,individui comuni,spesso scontenti,vediamo solo il negativo.
    Le suore di clausura,che secondo l’opinione comune sono delle poverette,forse non del tutto normali mentalmente,se hanno scelto la loro strada per intima convinzione,sono meritevoli del fatto che pregano molto,al posto nostro, per lodare Dio e ringraziarlo della vita che ci ha donato e per la salvezza del mondo.Accomunano noi,che ne siamo inconsapevoli,alla loro gioia e al loro Amore per Dio,supplicandolo di perdonare i nostri peccati.Ed è un dono grande per noi.

    31 Marzo, 2011 - 18:06
  8. FABRICIANUS

    Un mio amico, il quale ha il cugino che risiede nell’altra Certosa attiva in Italia, ovvero quella di Farneta (Lucca), un giorno mi disse:

    le vere persone libere sono i monaci della Certosa, non noi.

    E’ una frase che mi rimase impressa.

    Ciao a tutti.

    31 Marzo, 2011 - 18:17
  9. discepolo

    Eugenio Montale da Casa sul mare (Ossi di seppia)

    Tu chiedi se così tutto vanisce
    in questa poca nebbia di memorie
    se nell’ora che torpe o nel sospiro
    del frangente si compie ogni destino.
    Vorrei dirti che no, che ti s’appressa
    l’ora che passerai di là dal tempo;
    forse solo chi vuole, s’infinita,
    e questo tu potrai , chissà, non io.
    Penso che per i più non sia salvezza,
    ma taluno sovverta ogni disegno,
    passi il varco, qual volle si ritrovi.”

    FORSE SOLO CHI VUOLE S’INFINITA…i monaci certosini sono fra questi.
    MC

    31 Marzo, 2011 - 18:22
  10. discepolo

    chi non vorrebbe essere monaco certosino di questi tempi? io certo sì!!!! Con slancio!!!
    oh, che liberazione, che felicità, che pace !!!!non aver più a che fare cogli infiniti affanni quotidiani di una grande metropoli!!! Il silenzio , il grande silenzio…, non più le le voci continue stridule che ti attanagliano la vita, il rumore continuo , il continuo affannarsi e dannarsi la vita per.. il NULLA!
    ah il silenzio, la pace , non più i postulanti, i richiedenti, i malati, i pazienti,non più l’effimera polvere del tempo, ma la nitida, severa, magnifica esperienza dell’ETERNITA? Oh chi non la vorrebbe???’ chi non scambierebbe la propria vita, confusa, drammatica, complicata, torbida,contradditoria, a volte stupida, con quella sublime , SUBLIME , e insieme semplice e limpida di un monaco certosino?
    ma noi , purtroppo, siamo della razza “di chi rimane a terra”
    siamo della razza dei dannati alla vita confusa, idiota, senza sublimità. ma insieme forse in un certo senso eroica, e anche stimabile ( in un certo senso) di chi lotta ogni giorno col fango.. di chi non vive nel grande silenzio ma nella grande confusione .. di chi non ha consolazione .. di chi barcolla, ubriaco di stanchezza e di disgusto nrlla grande metropoli.. sperando che qualcuno, più saggio e fortunato, un monaco certosino, preghi anche per me…
    MC

    31 Marzo, 2011 - 20:04
  11. Gioab

    Non per voler fare sempre una critica, ma solo per rimanere sul piano di ciò che “La Parola” insegna. Poi ognuno è libero di accettarLa o rifiutarla.

    Assodato che la Parola dice: ” Chi si isola cercherà [la sua propria] brama egoistica; irromperà contro ogni saggezza.” ( Proverbi 18.1) – “ Nessuno di noi vive infatti solo per se stesso, e nessuno muore solo per se stesso” ( Romani 14.7) E’ chiaro che il monachesimo è contrario alla Parola ! e non ha nessuna utilità per l’assemblea del Signore stare rinchiusi in un convento, se non quello di essere utili solo a se stessi e al proprio egoismo. E’ proprio come dice la Scrittura irrompono contro ogni saggezza.

    Alcuni per giustificare il monachesimo fanno riferimento alle parole di Gesù, (Matteo 19.10-12) -“Ma egli rispose loro: «Non tutti sono capaci di mettere in pratica questa parola, ma soltanto quelli ai quali è dato. Poiché vi sono degli eunuchi che sono tali dalla nascita; vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti tali dagli uomini, e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi da sé a motivo del regno dei cieli. Chi può capire, capisca».”. Ed equivocano completamente il senso di queste parole che in modo particolare concludono con un “Chi può capire capisca”
    Per intendere che non sarebbe stato facile capire e infatti non hanno capito perchè non potevano. Perché il vero significato si sarebbe potuto capire solo nel “tempo della fine” (Daniele 12.4; 12.9) così hanno deviato. Spiego come:

    Per gli eunuchi dalla nascita non si può dire nulla, tali restano. per quelli fatti dagli uomini è la stessa cosa. Non c’è chirurgia che tenga. Non rimangono che quelli che si fanno eunuchi a motivo del Regno dei Cieli. Significava che si dovevano evirare essendo l’eunuco un evirato ? No, perchè la legge lo proibiva e per colui che era eunuco (evirato) era proibito l’ingresso nell’assemblea del Signore. ( Deuteronomio 23.1) Se ne deduce che la parola eunuco, non fa riferimento solo a colui che è evirato ma ha anche il significato di “funzionario di corte” come quello di (Atti 8.26-40) che essendo andato ad adorare a Gerusalemme era senza dubbio parte dell’assemblea del Signore quindi non evirato, ma funzionario della regina Candace.

    Se quindi si applica alla parola eunuco questo suo secondo significato, il versetto diventa : ” vi sono dei funzionari di corte i quali si sono nominati funzionari di corte a motivo del regno dei cieli.” perchè vanno in giro come rappresentanti di quel Regno a somiglianza di Paolo e di Filippo e degli altri discepoli come si legge in (Atti 8.26) ad insegnare le Verità di quel Regno. Questo “insegnare” ha un migliore senso pratico ed è più utile di quanti si rinchiudono per farsi il vino buono e il miele super.

    p>Come si potrebbe osservare il comando “siate fecondi e moltiplicatevi” (Genesi 1.28) rinchiudendosi in monastero per fare gli eunuchi utili solo a se stessi quando sia Dio, ha la sua sposa ( La Gerusalemme di sopra) che Gesù, ( La nuova Gerusalemme) hanno la propria sposa ? proprio per dare l’esempio ? e si sono prodigati per fare in modo che la loro famiglia crescesse ! Come fanno quelli rinchiusi in convento a prodigarsi per far crescere la famiglia di Dio se stanno rinchiusi ? Anche se Febricianus sostiene che sono liberi, confermo, sono liberi di equivocare il senso delle scritture, sono liberi di fare proprio il contrario di quanto le Scritture hanno suggerito.

    Così non essendo stati in grado di essere dei predicatori di verità sono diventati dei frustrati anche pedofili che invece di servire Lui si sono serviti di Lui. Per questo fu detto: ” quante volte ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali! Ma voi non avete voluto.  Ecco, la vostra casa vi è abbandonata. ” ( Matteo 23.37) –

    31 Marzo, 2011 - 20:12
  12. Ogni vita è un crogiolo.
    L’importante è che, alla fine, bruciate le scorie, resti solo l’oro…

    (Detto altrimenti, ciò che conta è la meta, non il mezzo con cui la si raggiunge…)

    31 Marzo, 2011 - 21:07
  13. Leopoldo

    Io penso che sia sbagliato pensare che la clausura sia segno di anormalità, e comunque, secondo me, la normalità non è un valore in sé. Penso anche che sia ugualmente sbagliato considerare la via della clausura come privilegiata rispetto a quella di chi non la sceglie. Se credessi che la vita degli uomini deve realizzare il progetto pensato da un dio, da Dio, non me la sentirei di considerare un percorso come migliore in senso assoluto: che ne so, meglio prete che laico, o meglio monaco di clausura che padre di famiglia. Ognuno ha la sua strada da percorrere.

    1 Aprile, 2011 - 7:53
  14. Gioab

    Leopoldo : ” Ognuno ha la sua strada da percorrere.” – Ognuno sceglie la strada da percorrere !

    1 Aprile, 2011 - 8:14
  15. nico

    @leopoldo e ubi
    Io ho capito qual era la mia strada solo dopo averne percorso un bel pezzo…
    credo che sia un’illusione pensare che siamo sempre pienamente consapevoli di ciò che scegliamo, a volte è la vita che ti conduce.

    Ciò che rende il percorso straordinario, e fa gridare di giubilo, è il momento nel quale ti volgi indietro e ti accorgi che tutti i fili apparentemente aggrovigliati della tua vita si sono disposti in ordine e tu finalmente ne puoi capire il senso, vedi il disegno e ti accorgi che
    “il Signore, tuo Dio, ti ha portato, come un uomo porta il proprio figlio, per tutto il cammino che hai fatto” (Dt 1,31)

    Vivere, allora, è ringraziare…

    1 Aprile, 2011 - 8:36
  16. nico

    E’ proprio vero che oriente e occidente sono i due polmoni con cui respira l’unica chiesa di Cristo!
    Grazie Ubi

    1 Aprile, 2011 - 11:04

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