Il Centrafrica ovvero Bergoglio nella bocca del leone

La Francia sconsiglia al Papa di andare nella Repubblica Centroafricana, dove vuole essere il 29 e 30 di questo mese e dove vorrebbe aprire la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia. Stamane il portavoce Lombardi ha esposto ai giornalisti il programma della visita ai tre paesi africani (Kenya e Uganda e poi Centrafrica, dal 25 al 30 novembre) e ha confermato anche la tappa più difficile per la quale il segretario di Stato Parolin aveva detto tre giorni addietro: “Per la Repubblica Cetroafricana si vedrà in base alla situazione sul terreno”. Nei commenti le parole di Lombardi e altri ragguagli.

49 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Papa desidera. Lombardi: “Non è cambiato niente, rispetto a quello che abbiamo detto 50 volte, per cui io lo ripeto la 51esima: il Papa desidera andare in Centrafrica, il programma continua a essere di andare in Centrafrica, noi ci orientiamo tutti in questo senso. Come ogni persona saggia monitoriamo la situazione e si vede quello che succede, ma allo stato attuale noi continuiamo a prevedere di andare in Centrafrica”.

    19 Novembre, 2015 - 22:55
  2. Luigi Accattoli

    Prima i poveri. Alle 16.30 del 29 novembre, prima domenica di Avvento, il Papa aprirà la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia nella Cattedrale di Bangui. Confesserà cinque giovani e benedirà sul sagrato le centinaia di ragazzi e ragazze che trascorreranno in veglia la notte fuori dalla basilica. Il Centrafrica è uno dei paesi più poveri e tribolati [fame, malattie, scontri armati, caos politico con rinvio delle elezioni presidenziali] e Francesco vuole dare un segno di precedenza giubilare ai poveri.

    19 Novembre, 2015 - 22:56
  3. Luigi Accattoli

    In moschea. Il lunedì 30 Francesco visiterà la moschea centrale di Koudoukou, da cui i musulmani radicali hanno cacciato l’imam a causa del suo forte impegno nel dialogo di pacificazione del paese insieme all’arcivescovo Dieudonné Nzapalainga e al presidente dell’Alleanza di Chiese centroafricane protestanti.

    19 Novembre, 2015 - 22:56
  4. Luigi Accattoli

    Che dirà ai musulmani. Secondo Lombardi i fatti di Parigi “non cambiano il messaggio del Papa, che è sempre quello del dialogo, dell’impegno comune per la pace, del costruire ponti, del rispetto per le persone e per le credenze degli altri, della convinzione che è bestemmia utilizzare il nome di Dio per giustificare la violenza”.

    19 Novembre, 2015 - 22:56
  5. Luigi Accattoli

    Papamobile aperta. Lombardi ha smentito la notizia di una richiesta vaticana di giubbotti anti-proiettili per il Papa, il quale, nelle tre tappe, è previsto che viaggi «in papamobile aperta» per avere un contatto diretto con i fedeli.

    19 Novembre, 2015 - 22:57
  6. Luigi Accattoli

    Nunzio in Centrafrica Franco Coppola, intervistato da inBlu Radio: “Se la situazione in Centrafrica resta com’è adesso la visita sarà confermata. Vediamo ogni giorno miglioramenti dell’ambiente. La gente comincia a credere nella visita del Papa ed è disturbata dalle voci sui pericoli. La gente è convinta che qualcuno stia cercando di rubarle la visita del Papa. Abbiamo preso contatti con tutte le comunità e tutti vedono nella visita del Papa un’opportunità per il Paese. Vedono il Papa come un uomo di Dio, di pace, aperto e sensibile alla condizione delle persone più svantaggiate”.

    19 Novembre, 2015 - 22:57
  7. Luigi Accattoli

    Esclusione sociale dei musulmani. Ancora il nunzio Coppola: “Qui il conflitto non ha una natura religiosa, non esiste assolutamente l’animosità nei confronti della fede dell’altro. Qui c’è un problema di esclusione sociale che lamenta la parte musulmana. I musulmani si sentono esclusi dai benefici della società e quindi desiderano una maggiore giustizia sociale. Non vogliono assolutamente convertire i cristiani e non li disprezzano. Qui esiste una piattaforma religiosa formata dai tre leader religiosi: l’arcivescovo, l’imam e il pastore protestante. Non c’è un problema religioso ma sociale”.

    19 Novembre, 2015 - 22:58
  8. discepolo

    Allora se il problema e‘ sociale e non religioso papa Francesco sara‘come un pesce nell‘acqua!E‘il suo campo il suo cavallo di battaglia!

    20 Novembre, 2015 - 8:36
  9. discepolo

    Gli africani interessati anche al problema “religioso“quelli che non si accontenrano delle “piattaforme“ma hanno sete di Verita‘ possono far riferimento al card. Sarah!

    20 Novembre, 2015 - 8:40
  10. Fides

    Io non credo che esistano nella storia conflitti esclusivamente di natura religiosa. C’entra quasi sempre l’interesse e il potere di cui la religione è comunque un componente.

    20 Novembre, 2015 - 9:24
  11. Sara1

    Anche Bergoglio dovrebbe essere un po’ più moderato di questi tempi, se usa la papamobile blindata succede un finimondo?

    Non per lui ma per il messaggio che lancia, già è pieno di martiri che sprezzano la vita dall’altra parte.

    Speriamo non succeda niente.

    20 Novembre, 2015 - 9:35
  12. Fides

    non riesco neanche ad immaginare le conseguenze che avrebbe un attentato al papa, nella chiesa e nella società civile…

    20 Novembre, 2015 - 10:01
  13. Sara1

    Bho, sarebbe una mossa suicida praticamente, un modo per coalizzare tutti, però questi mi sembrano veramente pazzi, tenuto conto che anche in questo momento c’è un attacco in Mali, spero che la Santa Sede sia il più prudente possibile. (visto che il Papa non è prudente affatto e lo sappiamo)

    p.s. i miei genitori mi sa che si stanno preoccupando mi hanno chiamato 4 o 5 volte in questi ultimi giorni solo per chiedermi cosa ne penso.

    🙁

    20 Novembre, 2015 - 10:46
  14. Luigi Accattoli

    Cardinale Parolin. Il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin con un’intervista al Centro Televisivo Vaticano così segnala i temi che saranno al centro della visita del Papa ai tre paesi africani: In Kenia “rinnoverà l’appello a non usare il nome di Dio per giustificare la violenza, e a fare delle religioni quello che le religioni sono e devono essere, cioè operatrici di bene, fattori di riconciliazione, di pace, di fraternità nel mondo d’oggi”. A Nairobi, visitando la sede delle Nazioni Unite, chiederà “di lottare contro la povertà, contro l’esclusione. Di assicurare ad ognuno dei suoi componenti una vita degna, una vita che rispetti la dignità di esseri umani e di figli di Dio delle popolazioni dell’Africa”. Nella Repubblica Centrafricana, infine, l’apertura della porta santa della cattedrale di Bangui sarà “un incoraggiamento a curare le ferite, un incoraggiamento a superare le divisioni in nome del rispetto e dell’accettazione reciproca, in maniera tale che i gruppi che ora si fronteggiano possano trovare le ragioni per lavorare insieme a beneficio del paese e del bene comune del paese”.

    L’intervista sarà pubblicata questo pomeriggio sul sito Internet del Ctv, http://www.ctv.va.

    20 Novembre, 2015 - 11:00
  15. picchio

    Speriamo non succeda nulla,dovrebbe usare la papamobile blindata.
    Mia sorella lunedì va a Bruxelles per un corso di aggiornamento.

    20 Novembre, 2015 - 13:19
  16. Il Papa secondo me deve pensare ai fedeli che rischiano di essere colpiti. Non.tutti possono indossare il giubbotto anti proiettile. Il viaggio a mio parere deve essere annullato.

    20 Novembre, 2015 - 14:09
  17. sz

    gentile Accattoli
    i visitatori del suo blog sono sempre generosi nei consigli di prudenza, ma io preferisco coloro che li rifiutano a coloro che li danno. ‘Non abbiamo accettato alcun consiglio di prudenza mentre abbiamo accettato qualsiasi consiglio di chiarezza’ – ecco io preferisco queste parole.
    Quanto ai suoi visitatori mi colpisce sempre l’alto tasso di rancore – più o meno camuffato – verso questo Papa: mi colpisce anche e soprattutto perché proviene da cristiani, e persino da cattolici, quantomeno sedicenti. Non dovrei stupirmene, anche Lui ebbe i più grossi guai proprio con le persone religiose del suo tempo.
    Quanto al rischio che il Papa possa essere ucciso, ovviamente (si fa per dire, giusto per non far vedere che un sacco di gente non si dispiacerebbe poi così tanto) speriamo di no. Ma se anche – sciaguratamente – fosse, sapremo andare avanti con le nostre gambe: come facevamo prima che questo Papa arrivasse dalla fine del mondo, faremo anche dopo di lui; anche perché così tante e belle cose ci ha insegnato in questo breve tempo che avremo da pensare e meditare per decenni. Tanto il suo successore prima o poi arriverà e di certo non sarà per nulla come lui, di Papi così la Chiesa se ne permette uno ogni cent’anni.
    Grazie e saluti
    stefano

    20 Novembre, 2015 - 14:52
  18. picchio

    Come sempre gli estremi si toccano. Quelli per cui tutto è cambiato con Bergoglio appartengono alle due opposte tifoserie: da una parte i bergogliani convinti dall’altra i ratzingeriani convinti. Solo sull’esistenza delle catene c’è un po’ di differenza 🙂

    20 Novembre, 2015 - 20:23
  19. Anch’io non resisto e quindi dico: bisogna consacrare il mondo alla Madonna, la donna più potente, secondo National Geographic. E poi anche i mussulmani la venerano.

    20 Novembre, 2015 - 20:41
  20. picchio

    Grazie Antonella

    20 Novembre, 2015 - 22:18
  21. picchio

    In Mali hanno liberato gli ostaggi, tra loro, facente parte dell’equipaggio della turkish Airlines un parente di un amico di mio marito. Il mondo è proprio piccolo..
    Mi spiace per i morti.

    20 Novembre, 2015 - 22:27
  22. Sara1

    Oltre che a decriptrare l’interpretazione fanatica della fede che viene utilizzata alla stregua di un’ideologia in questi gruppi, credo che per capire le dinamiche seguite da chi vi si avvicina ci si debba volgere al funzionamento delle sette. Parallelamente al processo di progressiva secolarizzazione delle nostre società, penso perlomeno all’altimo mezzo secolo, abbiamo visto emergere il fenomeno delle sette e delle figure che sentono il bisogno di seguire quello che considerano come un percorso di «purificazione», in nome del quale arrivano molto presto ad una radicalizzazione delle proprie idee come del proprio stile di vita. Persone simili le troviamo anche presso le frange integraliste di tutti i gruppi religiosi, basti pensare ai tradizionalisti cattolici, ma, ripeto, il percorso seguito dagli apprendisti jihadisti si avvicina soprattutto a quello degli appartenenti al mondo delle sette: pensano che possono purificarsi o avvicinarsi a Dio allontanandosi dal resto della società e isolandosi anche rispetto ai loro affetti e alle loro famiglie. Per taluni, tutto ciò assume la forma di un rigetto della società materialistica in cui vivono, a cui oppongono un mondo segnato dal sacrificio e dal fanatismo, fino all’estremo di preferire la morte alla vita.

    In questi anni lei ha analizzato a più riprese il rapporto tra psicologia e religione. A quali bisogni interiori ritiene risponda questo tipo di percorso?

    In passato ho studiato a lungo le traiettorie seguite dagli adepti di alcune sette radicali e mi sono reso conto che l’elemento comune a tutti costoro era rappresentato dal fatto di soffrire di vere e proprie ossessioni, di essere molto inquieti e angosciati quanto alla percezione di sé. Queste persone sentivano fortemente il bisogno di una sorta di «sovrastruttura» che contribuisse a definirne l’orizzonte esistenziale, avevano bisogno che gli si dicese che appartenevano ai «buoni», ai «sani» e che era il resto mondo ad essere nell’errore. Mi sembra che il profilo di molti giovani jihadisti ci dica qualcosa di simile, nel senso che si tratta di persone che hanno avuto spesso percorsi familiari o educativi difficili e che vivono una condizione di emarginazione. A costoro, i gruppi fondamentalisti spiegano che in realtà sono invece proprio loro «i migliori», «i prescelti», quelli che sono stati selezionati per una missione fondamentale per le sorti della fede. E questo tocca il narcisismo di taluni individui, fortifica il loro ego, sembra indicargli che così possono dare finalmente un senso alle loro vite, dopo anni in cui si sono percepiti come dei paria che vivevano ai margini della società o negli ambienti criminali. Dei giovani senza storia finiscono così per sentirsi proiettati nel ruolo di eroi della fede. Questa dimensione psicologica è determinante nella campagna di reclutamento dei terroristi.

    http://materialismostorico.blogspot.it/2015/11/crisi-di-identita-e-scontro-di-civilta.html

    20 Novembre, 2015 - 22:33
  23. picchio

    molto interessante Sara, grazie

    20 Novembre, 2015 - 22:37
  24. Sara1

    C’è un vecchio e famoso studio ceh affrontava questo argomento. (non l’ho mai letto ma lo conosco)

    http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaC/COHN_%20MILLENARISMO%20ANTICO%20E%20TOTA.htm

    Anche da padre De Lubac riguardo a Gioachino da Fiore.

    Nel cristianesimo sono millenarismi escatologici proiettati al futuro nell’islam invece sono più ancorati al sogno di ripristinare un passato idealizzato però mi sembra che il meccanismo sia simile.

    20 Novembre, 2015 - 22:39
  25. Marilisa

    Ci sono alcuni–sempre gli stessi– che , appena possono, tirano in ballo la contrapposizione fra i ratzingeriani e i bergogliani. Sarebbe ora di farla finita con questa musica stonata.
    Basta, per favore!

    20 Novembre, 2015 - 23:44
  26. Sara1

    L’articolo sui sedicenti ratzingeriani che non avevano capito la deus Caritas est l’ha scritto lui.
    Èd essendo un ex ratzingeriano da come martella oggi sull’antilegalismo mi vien da pensare che non l’aveva capita nemmeno lui.

    Notte.

    21 Novembre, 2015 - 0:43
  27. picchio

    tornielli prima di essere ex ratzingeriano è stato ex wojtyliano, sarà ex bergogliano. E’ il tipo di vaticanista filo governativo che parla sempre bene di tutti i papi e di quelli che conosce personalmente benissimo.
    Sta diventando molto polemico con alcuni settori di conservatori probabilmente come reazione, voltagabbana e traditore sono i termini più gentili con cui parlano di lui e il parametro con cui decidono chi non è voltagabbana e traditore è il confronto con un altro noto vaticanista spesso linkato qui.

    21 Novembre, 2015 - 8:51
  28. Sara1

    Da Vespa ho visto spesso il presidente dell’Ucoii Izzedine Elzir, mi è sempre sembrato un tipo tranquillo e dialogante, oggi sono in piazza a Roma se non ho capito male, speriamo non succeda niente.

    21 Novembre, 2015 - 12:38
  29. Sara1

    Deve essere molto difficile essere musulmano in questi giorni, sono sotto processo in tutte le reti.

    21 Novembre, 2015 - 12:42
  30. Marilisa

    In questi giorni tutti parlano dei fatti terroristici mettendo in campo il proprio punto di vista sulle motivazioni che spingono quegli uomini-animali ad uccidere tante persone inermi.
    Ognuno parla sfoderando le proprie convinzioni e dicendo quel che si dovrebbe fare per annientarli. E in tutta questa confusione di pareri a me è chiara una cosa: si brancola nel buio e nessuno sa veramente quale strada percorrere.
    Un fatto è certo, almeno per me: identificare l’ Islam con l’ Isis è un errore madornale.
    Quel che fanno questi terroristi fanatici nuoce gravemente agli islamici moderati, che sono in grande maggioranza, e per i quali la loro religione è diventata un capestro micidiale.
    Il fondamentalismo religioso–di qualunque religione si parli– è la negazione assoluta di quel Dio in nome del quale si agisce. È in realtà un mettersi al servizio del Nemico di Dio.
    È la cecità di uomini oscurantisti e ignoranti al massimo grado.
    Ieri qualcuno in TV asseriva che i terroristi, per lo più mercenari

    21 Novembre, 2015 - 13:01
  31. Marilisa

    indottrinati, non hanno paura di morire, mentre noi occidentali quella paura l’ abbiamo da sempre.
    Io credo invece che la morte sia spettrale per tutti perché è, ovviamente, la negazione della vita che ha in sé stessa una forza che le impone di andare avanti il più possibile e di sfuggire ad ogni ostacolo che voglia interromperla.
    Solo i disperati vogliono morire, che siano occidentali o orientali.
    Ma anche i plagiati si adattano di buon grado alla morte. E questi terroristi sono, in effetti, plagiati da chi gli inculca nella testa che è bello morire per Allah.
    La mente umana è capace di una pazzia cieca e senza limiti. Di questa dobbiamo avere paura.

    21 Novembre, 2015 - 13:02
  32. picchio

    Si sara infatti è molto difficile, come è difficile in questo momento l’essere sposata con un mussulmano. Per certi versi è anche assurdo : mio marito, come sua madre, i suoi familiari ( e come tutti noi ) pensano che potrebbero essere vittime di qualche attentato terrorista mentre gli altri pensano che loro siano dei terroristi 🙁
    In più sta cercando lavoro e questo, unito alla crisi economica, non aiuta certo.

    21 Novembre, 2015 - 14:05
  33. picchio

    Grazie antonella 🙂
    buon fine settimana

    21 Novembre, 2015 - 15:08
  34. Fabrizio Scarpino

    Un abbraccio a Picchio

    21 Novembre, 2015 - 15:45
  35. Sara1

    Un bacio anche da parte mia Picchio.

    21 Novembre, 2015 - 16:41
  36. picchio

    Grazie a tutti e due e buona serata a entrambi. Comunque eravamo già temprati, in fondo non è stato mai facile. Quando 25 anni fa termino ‘ il master biennale post laurea in business Administration a Torino ( la scuola dove spararono le brigate rosse gambizzando un direttore ) lui fu l’unico a non trovare nessun lavoro, dovette accontentarsi di un lavoro che poco c’entrava con i suoi studi e sottopagato. Poi pian pianino si è fatto strada.
    E in questi anni tante volte abbiamo incontrato persone che dopo averci frequentato in modo occasionale per mesi sono cascati dalle nuvole quando hanno saputo che era turco. “Pensavamo fossi italiano” ci dicevano, sorpresi perché non aveva i baffoni, la scimitarra, il tappeto sotto il braccio , e il narghilè che gli spunta da sotto il cappotto.
    Ma come canta la Piaf , Je ne regrette rien e sia ora sia guardando indietro possa dirmi felice, pur tra le difficoltà .

    21 Novembre, 2015 - 17:34
  37. Marilisa

    Bella testimonianza, picchio.
    Buon proseguimento nella felicità, pur tra le difficoltà da cui nessuno può dirsi esente.
    È la vita…

    21 Novembre, 2015 - 18:36
  38. roberto 55

    Dopo i meritati baci ed abbracci di giusta solidarietà che l’amica Picchio ha ricevuto, io non posso che “limitarmi” a rivolgerle un “bellapplauso” (come diceva Aldo Biscardi ……..) per la citazione della più bella (almeno per me) canzone dell'”usignolo di Parigi”.
    Circa il prossimo viaggio di Papa Francesco in Africa, beh !, che dire ? Siamo tutti, ovviamente, preoccupati, ma se il nostro Pontefice ritiene di poter portare la sua parola di pace e di misericordia a quelle travagliate regioni del mondo in accettabili condizioni di sicurezza a noi – credo – altro non resta che accompagnarne il viaggio con le nostre preghiere.

    Buon sabato al “pianerottolo” !

    Roberto 55

    21 Novembre, 2015 - 18:39
  39. Sempre equilibrato, Roberto, seguirò il tuo consiglio.

    21 Novembre, 2015 - 20:03
  40. Sara1

    Nei siti conservatori molti accusano i moderati di non essere veri islamici. Essendo vicini ai lefebvriani forse proiettano la loro visione integralista a tutto l’islam, insomma come loro sposano una visione estremamente rigida della loro religione sembrano riconoscere come musulmano autentico solo quello integralista.
    Mi sembra un po’ un gioco di specchi a volte, che complichi le cose.

    22 Novembre, 2015 - 12:26
  41. picchio

    Si anchei io ho notato questo fatto , sara, proiettano la loro visione integralista sugli altri, per cui per loro ad esempio sono i terroristi che danno l’interpretazione corretta della famosa sura 59 mentre più di un miliardo di mussulmani che non si sogna di andare ad uccidere nessuno è composto da mussulmani non veri mussulmani.

    22 Novembre, 2015 - 12:58
  42. Fabrizio Scarpino

    Sottoscrivo l’intervento dell’amico Roberto55 delle 18.39 del 21nov.

    Buona Domenica a tutti.

    22 Novembre, 2015 - 15:42
  43. Sara1

    L’altro premiato è un gesuita: Mario de França Miranda.

    “Entrambi provengono da “terre e luoghi dove si sperimenta, a volte anche nel dramma di cui tutti noi facciamo esperienza in questi giorni, che ‘una cultura inedita palpita e si progetta nella città’ ” ha detto monsignor Giuseppe Scotti presidente della Fondazione.”

    22 Novembre, 2015 - 20:01

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