Il cardinale Müller firma un’introduzione a un libro di Rocco Buttiglione, “Risposte amichevoli ai critici di Amoris laetitia? (Ares, pp. 208), che sarà in libreria il 10 novembre. Nel volume Buttiglione risponde alle critiche rivolte a Papa Francesco, ai “dubia” e alla “correctio filialis”. Il cardinale condivide nella sostanza il suo lavoro ma propone una lettura più restrittiva delle novità dell’AL, che difende e critica. Nei commenti riporto tre brani dell’introduzione pubblicata in parte oggi da Vatican Insider: uno a difesa dell’AL, un altro di adesione a Buttiglione, un terzo di critica al documento del Papa.
Il cardinale Müller con Buttiglione su “Amoris laetitia”
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Il documento va diffuso. Müller 1: Con la esortazione apostolica “Amoris Laetitia” Papa Francesco, appoggiandosi ai due Sinodi dei vescovi sulla famiglia del 2014 e 2015, ha tentato di dare una risposta sia teologica che pastorale della Chiesa alle sfide del nostro tempo. In tal modo ha voluto offrire il suo sostegno materno per superare alla luce del Vangelo di Cristo la crisi del matrimonio e della famiglia. È da desiderare che molti sposi e tutte le giovani coppie, che si preparano a questo santo sacramento del matrimonio, si lascino introdurre nello spirito ampio di questo documento, nelle sue profonde considerazioni dottrinali e nei suoi riferimenti spirituali […]. Tanto più lamentevole è la aspra controversia che si è sviluppata sul capitolo 8 […]. La questione se i «divorziati risposati civilmente» possano avere accesso alla comunione, benché permanga in essere un matrimonio sacramentale valido, in alcuni casi particolarmente connotati o anche in generale, è stata falsamente elevata al rango di questione decisiva del cattolicesimo ed a pietra di paragone ideologica per decidere se uno sia conservatore o liberale, favorevole o avverso al Papa. Il Papa invece ritiene che gli sforzi pastorali per consolidare il matrimonio siano ancora più importanti della pastorale dei matrimoni che sono falliti. (AL 307). Dal punto di vista della nuova evangelizzazione, poi, sembra che lo sforzo per fare in modo che tutti i battezzati partecipino, nelle domeniche e nelle feste di precetto, alla celebrazione dell’eucarestia sia ancora di molto più importante che non il problema della possibilità di ricevere la comunione in modo legittimo e valido da parte di un gruppo limitato di cattolici con una situazione matrimoniale incerta.
Buttiglione autentico cattolico. Müller 2: In mezzo a queste tentazioni scismatiche e a questa confusione dogmatica […], Rocco Buttiglione, da autentico cattolico di provata competenza nel campo della teologia morale, offre, con gli articoli e i saggi raccolti in questo volume, una risposta chiara e convincente. Non si tratta qui della complessiva ricezione di “Amoris Laetitia” ma solo della interpretazione di alcuni passaggi controversi nel capitolo 8. Sulla base dei criteri classici della teologia cattolica egli offre una risposta argomentata e non polemica ai cinque dubia dei cardinali […]. Egli mostra che il pesante rimprovero al Papa di Josef Seifert, che dice che il Papa non presenta in modo corretto le tesi della giusta dottrina o anche le passa sotto silenzio, non corrisponde alla realtà dei fatti. La tesi di Seifert è simile al testo di 62 personaggi cattolici “correctio filialis” […]. In questa difficile situazione della Chiesa io ho accolto volentieri l’invito del prof. Buttiglione a scrivere una introduzione a questo libro. Spero di dare così un contributo per ristabilire la pace nella Chiesa […]. La sua tesi si compone di due affermazioni fondamentali, a cui io consento con piena convinzione: 1. Le dottrine dogmatiche e le esortazioni pastorali dell’8° capitolo di Amoris laetitia possono e devono essere intese in senso ortodosso. 2. Amoris laetitia non implica nessuna svolta magisteriale verso un’etica della situazione e quindi nessuna contraddizione con l’enciclica Veritatis splendordel Papa san Giovanni Paolo II.
Mancanza di chiarezza. Müller 3: Una analisi accurata mostra che il Papa in “Amoris laetitia” non ha proposto nessuna dottrina da credere in modo vincolante che stia in contraddizione aperta o implicita alla chiara dottrina della Sacra Scrittura e ai dogmi definiti dalla Chiesa sui sacramenti del matrimonio, della penitenza e della eucarestia.Viene confermata, al contrario, la dottrina della fede sulla indissolubilità interna ed esterna del matrimonio sacramentale rispetto a tutte le altre forme che lo «contraddicono radicalmente» (AL 292) e tale dottrina viene messa a fondamento delle questioni che riguardano l’atteggiamento pastorale da tenere con persone in relazioni simili a quella matrimoniale […]. Nel paragrafo 305 e in particolare nella nota 351 che è oggetto di una appassionata discussione la argomentazione teologica soffre di una certa mancanza di chiarezza che avrebbe potuto e dovuto essere evitata con un riferimento alle definizioni dogmatiche del Concilio di Trento e del Vaticano II sulla giustificazione, sul sacramento della penitenza e sul modo appropriato di ricevere l’eucarestia. Ciò che è in questione è una situazione oggettiva di peccato che, a causa di circostanze attenuanti, soggettivamente non viene imputata. Questo suona in modo simile al principio protestante del simul justus et peccator ma certamente non è inteso in quel senso.
A me pare che se in qualche forma le affermazioni fondamentali condivise dal card Muller fossero fatte proprie ufficialmente dalla Chiesa ( ad esempio smentendo affermazioni in senso opposto che si sentono qua e la ) e se si chiarissero gli aspetti poco chiari della nota 351 se ne trarrebbe un gran vantaggio per “ristabilire quella pace nella Chiesa ” che oggi non c’è come testimoniano le accese discussioni in atto anche in questo blog
Non credo beppe: alcuni dei soliti siti pro cardinali dei dubia hanno già stroncato le affermazioni di Muller.
Cristina vicquery
Dunque, secondo lei, non c’è speranza che torni la pace nella Chiesa?
No
beh…una seguace ( maria Guarini) del card. dei dubia e proponente e firmataria della correzione filiali scrive:
“Così il cardinale Müller appoggia le riflessioni di Buttiglione contenute nel libro “Risposte amichevoli ai critici di Amoris laetitia? (Edizioni Ares, in libreria dal 10 novembre) e risponde di fatto ai dubia prendendo anche le distanze dalla “correctio filialis”
Che Müller non fosse un campione di ortodossia c’era noto. E su AL (e non solo) sono in troppi ad allinearsi…”
quindi non ci conterei troppo…ma a questo punto non direi che sia il papa ad essere divisivo, o Muller, o Kasper….
cristina Vicquery
Ode alla Nota 351 della Gioia dell’Amore al modo di Metastasio
Se cerca, se dice
La Nota com’ e’
La Nota non chiara
Rispondi riusci’
E solo tacendo
E i Padri leggendo
Potrai
E pensare che Müller – non campione di ortodossia – era ed è uomo di Ratzinger.
E solo tacendo
E i Padri leggendo
Potrai rimanere
Cristiano fedel
Se poi hai dei dubia
Palesali a Schonborn
Che quello di certo
Ti cambia il pensier
Se poi non contento
Innalzi un lamento
Se cerchi se dici
La Nota cos’e’?
Allora ti fida
Del pio Buttiglione
Che in quattro e quattr’otto
Ti spiega il mister.
( per coro e tenore solista con accompagnento di TROMBONI TEDESCHI)
🙂 🙂
Poesia autentica del Metastasio
Se cerca se dice
L’amico dov’e’
L’amico infelice
Rispondi mori.
Ah no si gran duolo
Non darle per me
Rispondima solo
Piangendo parti.
Messi male
Io la vedo cosi, se non stiamo piu’ parlando di mettere in dubbio l’indissolubilita’ del Matrimonio o del peccato Adulterio ma di Matrimonio nullo, allora si entra nel tema della Coscienza.
Leggendo altri siti, si riportano alcune parti importanti al riguardo di
Giovanni Paolo II nella Veritatis Splendor al n° 32 dice:
“ In alcune correnti del pensiero moderno si è giunti adesaltare la libertà al punto da farne un assoluto, che sarebbe la sorgente dei valori. In questa direzione si muovono le dottrine che perdono il senso della trascendenza o quelle che sono esplicitamente atee. Si sono attribuite alla coscienza individuale le prerogative di un’istanza suprema del giudizio morale, che decide categoricamente e infallibilmente del bene e del male. All’affermazione del dovere di seguire la propria coscienza si è indebitamente aggiunta l’affermazione che il giudizio morale è vero per il fatto stesso che proviene dalla coscienza. Ma, in tal modo, l’imprescindibile esigenza di verità è scomparsa, in favore di un criterio di sincerità, di autenticità, di «accordo con se stessi», tanto che si è giunti ad una concezione radicalmente soggettivista del giudizio morale”.
E ancora al n° 34: “Alcune tendenze della teologia morale odierna, sotto l’influsso delle correnti soggettiviste ed individualiste ora ricordate, interpretano in modo nuovo il rapporto della libertà con la legge morale, con la natura umana e con la coscienza, e propongono criteri innovativi di valutazione morale degli atti: sono tendenze che, pur nella loro varietà, si ritrovano nel fatto di indebolire o addirittura di negare la dipendenza della libertà dalla verità”.
Interessante anche il passaggio di Giovanni Paolo II al n° 63: “Il male commesso a causa di una ignoranza invincibile, o di un errore di giudizio non colpevole, può non essere imputabile alla persona che lo compie; ma anche in tal caso esso non cessa di essere un male, un disordine in relazione alla verità sul bene. Inoltre, il bene non riconosciuto non contribuisce alla crescita morale della persona che lo compie: esso non la perfeziona e non giova a disporla al bene supremo. Così, prima di sentirci facilmente giustificati in nome della nostra coscienza, dovremmo meditare sulla parola del Salmo: «Le inavvertenze chi le discerne? Assolvimi dalle colpe che non vedo» (Sal 181,13). Ci sono colpe che non riusciamo a vedere e che nondimeno rimangono colpe, perché ci siamo rifiutati di andare verso la luce (cf Gv 9,39-41)” (http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_06081993_veritatis-splendor.html ).
Io penso che se il problema e’ appunto di Coscienza e come spiega S.Giovanni Paolo II, bisogna tenere presente la Coscienza Superiore, bisogna affidarsi di “piu” alla Sacra Rota.
Faccio l’esempio di un possibile caso che puo essere frequente; un uomo ateo giunge al matrimonio con una donna credente e per farle piacere accetta di sposarsi in Chiesa. Anni dopo divorzia, ma poi “folgorato sulla via di Damasco” si converte e conosce un’altra donna con la quale convive.
Quest’uomo chiede di poter fare la Comunione perche’ in coscienza sua non si sente “sposato”; E’ giusto che si rivolga alla Sacra Rota e che la Sacra Rota sia caricatevole e abbia il compito di capire se effettivamente la situazione e’ quella che ho descritto e faccia quello che si chiede ora ad un prete sul percorso di discernimento unito ad un cammino penitenziale.
Per cui se si accerta che l’uomo era nel sincero, non solo potra’ fare la Comunione ma anche sposarsi “veramente”.
Perche’ mettere in dubbio un sacramento come il Matrimonio, “censurare” il peccato di Adulterio se il problema e’ se il Matrimonio e nullo o no?
Che sia “potenziata” la Sacra Rota….
L’altra strada a me sembra una scorciatoia per bannare l’indissolubilita’ del Matrimonio.
Io continuo a pensare che il Magistero non può prescindere, oltre che dalla conversione dei singoli, da tutto quanto la fede e la morale ha condiviso e perpetuato nella Traditio, pertanto qualsiasi documento del Magistero dipende dalla Traditio e si inserisce nella Traditio perpetuandone la vita nella coscienza dei cristiani.
Detto ciò, non riesco a capire l’inversione di marcia dell’ Onorevole Buttiglione, fautore accanito della famiglia e dell’indissolubilità del matrimonio fino a qualche anno fa ed ora… mi chiedo cosa sia intervenuto perché, da sostenitore e difensore -oltre che del sacro vincolo e dell’etica cristiana che è anche normativa- dei figli dei separati sui quali si espresse duramente tanto che la sua riprovazione investi anche la Rai,accusata di promuovere fiction con l’intento di presentare un’ideale di famiglia allargata e promiscua fatta di amori clandestini, di figli generati da rapporti adulterini, di legami omosessuali atti a fuorviare la gioventù.
Cioè, voglio dire: questa difesa ad oltranza dell’A.L mi sconcerta quasi. Eppoi come si può sostenere che un divorziato risposato non ha piena avvertenza. Tanto più se sta facendo discernimento, c’è una contraddizione in termini. Eppoi la Veritatis Splendor è chiarissima, non è possibile equivocarla a meno che non ci si applichi in malafede.
Quando si legge che vi sono «oggetti dell’atto umano che si configurano come “non-ordinabili” a Dio, per la tradizione morale addirittura “intrinsece malum” sempre e indipendentemente dalle ulteriori intenzioni di chi agisce e dalle circostanze, lo afferma, punto Quando l’Enciclica rimanda al Catechismo della Chiesa Cattolica (il quale contiene un’esposizione completa e sistematica della dottrina Morale) relativamente a tutte le questioni morali particolari, presenti come problemi nei vari ambiti dell’esistenza. E’ un’affermazione che non può essere equivocata. Non comprendo le motivazioni recondite di Buttiglione, questa presa di posizione in polemica con i cardinali dei dubia e i cattolici della “correctio filialis che sconfessano i principi per i quali ha lottato fino ad oggi..
Cara Claudia, non sono d’accordo sul fatto che Buttiglione abbia cambiato idea, le sue premesse filosofiche e teologiche sono sempre le stesse, ha semplicemente accettato il “discernimento” proposto dal papa come un approccio pastorale valido.
Ma perché tanti continuano a pensare che discernere alcuni casi particolari (che molto probabilmente sono matrimoni nulli, anche se non si rivolgono alla Sacra Rota: conosco diverse persone che non intendono dichiarare nulla la loro unione precedente per ragioni profonde e rispettabilissime) sia andare contro l’indissolubilità? Essa è anche dono, è il frutto di un matrimonio sacramentale… attenti a considerarla scontata o semplice esito dell’impegno e della buona volontà degli sposi.. proprio perché essa indica la presenza di Dio nel matrimonio tra uomo e donna va valorizzata ma non idolatrata e considerata fine a se stessa…
Müller ha mostrato chiaramente che si può non essere d’accordo con il modo usato dal papa per esprimere novità pastorali (concordo sulla mancanza di chiarezza: io per esempio avrei apprezzato un percorso penitenziale strutturato) ma non si può dire che il papa è eretico o sostiene tesi ambigue che portano all’eresia…. è un atteggiamento poco umile e molto scorretto…
vorrei prendere a modello lo stile di Müller: rigoroso nei modi, ma cristiananamente aperto alla buona fede dei suoi interlocutori e dei penitenti che a lui e agli altri pastori si rivolgono in cerca di chiarificaficazioni: siamo tutti chiesa in cammino. Anche nel nostro piccolo, anche in questo blog: le nostre idee possiamo sostenerle con educazione e correttezza, magari provando a pensare che gli altri parlino perché mossi da una sincera ricerca della verità!
Il cardinale Muller è certamente più competente di ne ( e credo di tutti noi che interveniamo su questo blog ) e afferma:
1. Le dottrine dogmatiche e le esortazioni pastorali dell’8° capitolo di Amoris laetitia possono e devono essere intese in senso ortodosso. 2. Amoris laetitia non implica nessuna svolta magisteriale verso un’etica della situazione e quindi nessuna contraddizione con l’enciclica Veritatis splendordel Papa san Giovanni Paolo II.
Ora il problema è che alcuni ( o molti) stirano di qui e di là l’esortazione AL. alcuni dicono che la AL non può essere intesa in senso ortodosso perché non lo è, altri dicono che deve essere intesa in senso non ortodosso perché modifica il senso ortodosso.
Discorso analogo per la accettazione della “etica della situazione”.
Muller nega che la AL abbia proposizione “eretiche” ma non dice che non circolano delle interpretazioni eretiche , anzi implicitamente lo ammette (devono essere intese).
Resto della mia opinione che per avere una pacificazione ci vorrebbe qualche intervento autorevole (più autorevole della prefazione di un libro scritta da un cardinale rimosso dal suo ruolo) che confermasse questa posizione.
Quello che mi rattrista è che il p Amigoni neghi anche la possibilità di una ‘paciricazione’
Rattrista anche me….
Non ci sarà pace perché ai vertici non interessa una pacificazione della comunità cattolica. Si andrà avanti a oltranza, senza badare a morti e feriti, finché, a Dio piacendo, non cambieranno i vertici…
Personalmente dubito che i responsabili di queste divisioni, in questo pontificato, vogliano farsi carico di questo grave problema: spero in Pio XIII.
Si’ adesso decidi tu anche il nome e il programma del futuro papa!
Lavoriamo per l’unità adesso, ora, come ci insegna il Cardinale Muller.
The young pope?peccato che di Jude Law c’è n’ solo uno…
Magari anche Voiello segretario di Stato?
Cristina vicquery
Elsa sono d’accordo sul tuo commento delle 21..
Cristina Vicquery
Non vorrei deludervi ma la stragrande maggioranza dei cattolici ignora le vostre accese dispute. Nella Chiesa non c’è nessuna guerra, non stavolta.
La pacificazione non è legata a una noticina.
E poi. Ai tempi del concilio c’era pacificazione? Giustamente alcuni ricordano che stiamo pagando sempre la non accettazione del concilio da parte di un esteso lefevrismo (maiuscolo e minuscolo). E c’era pacificazione ai tempi di Pio XII, con la condanna della nuova teologia? E, a inizio secolo XX, con la repressione del modernismo? E, per stare in Italia, al tempo dell’interventismo nella prima guerra e poi del fascismo ? E prima, quando hanno duellato per decenni intransigentismo e cattolicesimo-liberale?
E’ difficile una pacificazione vera oggi tra chi nella propria vita cristiana dipende anzitutto da “profezie e visioni e castighi e minacce” e sogna e augura inferno a chiunque e chi anzitutto si sforza umilmente di aderire alle esigenze e alle promesse buone del Vangelo.
C’è una divisione lacerante, ma c’è anche la fiducia che nella presenza e dell’opera dello Spirito Santo.
È un momento di prova.
Si vede che molti non conoscono la storia della Chiesa. Se la conoscessero, saprebbero che nella Chiesa c’è sempre stata divisione, quando più quando meno. Fin dagli inizi.
Parlare di pacificazione è utopistico, dunque. Del resto, andando al Vangelo, si vede che con parole sconcertanti, taglienti, Gesù disse di essere venuto a portare divisione perfino in una stessa famiglia. E se si guarda alla grande famiglia cristiana, la divisione c’è stata, eccome, e ha portato alle tre confessioni cristiane, ognuna delle quali rivendica per sé la verità.
Come interpretare queste divisioni?
La Chiesa è un’ Istituzione affidata agli uomini. Quando mai gli uomini sono stati in perfetto accordo fra di loro? Mai e poi mai. Non lo erano neppure i discepoli di Gesù.
Il fatto è che per arrivare alla verità, il più delle volte, anzi quasi sempre, bisogna passare attraverso molteplici tentativi di confronto, di dialogo, senza arroccamenti presuntuosi su pretese certezze di verità, che finiscono per mostrare un deplorevole aspetto ideologico piuttosto che quello della realtà oggettiva, che non può– non deve!–essere trascurata o guardata col filtro dell’idealismo che rimanda alla città dell’Utopia.
Questa sulla Terra non esiste, e chi vorrebbe che esistesse, è avulso dalla realtà di questo nostro mondo. Chi invece va discernendo la realtà e vuole tenere conto dei molteplici aspetti di essa, viene considerato eretico e non giustificabile. Allora, ogni confronto appare inutile, e la pacificazione resta un miraggio.
Nelle parole di Müller è da vedersi certamente un avvicinamento alle parole del Papa dell’ “Amoris laetitia”; un passo indietro, cioè, rispetto ad altre sue proposizioni sulla pastoralità del Papa. Ma quando poi dice che “l’ argomentazione teologica soffre di una certa mancanza di chiarezza che avrebbe potuto e dovuto essere evitata con un riferimento alle definizioni dogmatiche del Concilio di Trento e del Vaticano II “, ecco che, di nuovo, si distanzia dal pontefice.
Parole buone per essere prese in un senso e nel senso opposto.
E la pacificazione resta là da venire, come dicevo.
La domanda è : ma è sicuro che l’aspetto ideologico sia da una parte sola?
Cosa aignifica “discernimento della realtà “? Realtà di come va il mondo? .
Secondo le parole di p.Amigoni quello che sta accadendo adesso è solo che stanno prevalendo quelli che prima erano perdenti….fino al prossimo rovesciamento di fronte.
C’è una parola di S.Paolo : almeno cercate di non sbranarvi a vicenda.
Appunto.
“Cosa aignifica “discernimento della realtà “? Realtà di come va il mondo? .”
Significa semplicemente che la realtà ha molte sfaccettature, non un solo aspetto vero e uguale per tutti.
L’unico criterio di giudizio è l’Amore. A questo si deve guardare, e a niente altro.
Per come la vedo io Elisa, che ringrazio,non mi trovo perfettamente d’accordo con te (ti do del tu) anche se molti punti li condivido.
Intanto, già di per sé, parlare di “discernimento della realtà” quando si ha a che fare con la trascendenza, visto che si parla di Verità eterne e di salvezza eterna , realtà toste che oltrepassano la “contingenza”, si entra in un ginepraio del diavolo, che il primo divisore appunto dal quale è dipeso e dipende, fin dal tempo dell’Eden, ogni fallimento sul piano dell’unità che la Chiesa registra , come diceva P.Amigoni, fin dal suo esordio ad oggi
Che significa,poi,”discernimento della realtà”. Vi state rendendo conto della falsità che già di per sé contiene questo assioma ?!
Vogliamo dare o NON vogliamo dare un nome alle cose, perché Dio lo ha dato un nome alle cose.Ha dato un nome a tutte le cose,tutte le indicazioni possibili e immaginabili. Ma noi,continuiamo a farne carta straccia.
Proviamo a fare un parallelismo e di trovarci dinnanzi ad una realtà dal nome “albero”. Possiamo di quell’albero fare l’uso che desideriamo in base alla contingenza: ombra in caso di sole, fuoco in caso di gelo. Rispetto alla realtà “albero” siamo arbitri . Idem circa qualsiasi difficoltà ci si pari dinnanzi al quale daremo un valore funzionale rispetto all’utilità personale.
Ma di fronte a realtà “sacramentali” non si può applicare lo stesso criterio. Lo capite o non lo capite che non siamo noi, Chiesa in cammino, i creatori di quelle realtà? Parimenti non lo siamo dei valori trasmessi dalla Legge eterna e non possiamo farci “arbitri” come faremmo con un albero?…
Il matrimonio stabilisce un patto tra due persone e queste con Dio, l’altissimo, il creatore di quella realtà trascendente. Lo capite che dinnanzi a cose più alte ci si deve fermare perché entriamo nell’ambito cogente, specifico della moralità che non può essere ignorato perché vorrebbe dire ignorare l ‘adesione a Dio al Nuovo Testamento e alle indicazioni di Cristo il fondatore, il capo al quale ci si deve prostrare perché è unica VERITA’, VIA , VITA?…
Se ci rifacciamo al caso degli idolotiti di 1 Corinzi ritroviamo le stesse argomentazioni, è una questione di fedeltà alla Parola di Dio della quale, per quanto mi riguarda, è sopra e oltre ogni umana parola fosse anche quella di un Papa, mi dispiace. Ma io sono convinta che la trasgressione ad un solo comandamento si trascina dietro come un domino tutti i tasselli della teologia morale, sacramentale, ed ecclesiale mettendo a rischi l’unità. Tant’è…
Eppoi che vuol dire “Amore”. Come ci si può appellarsi ad un generico “amore” per suffragare i propri personali interessi. Un siffatto “amore” ,che divarica dalla parola “conversione” fino a conformarsi a Lui , non ha alcun senso è inconsistente, fatuo, fallimentare. Non si può costruire un rapporto con Gesù Cristo sulla falsità.
Io, veramente, provo sincero orrore . Ma quando vi confrontate con certi argomenti, non vi assale mai il desiderio di sentire -come Giovanni sul cuore di Gesù- se il Vangelo ha qualcosa da dirci.
A me dice tanto quel “vieni e seguimi” di Mc 10,17-22; Mt 19,16-22;
Lc18,18-30, applicato alla nostra miserabile condizione.
“Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse “va’, una sola cosa ti manca”…
Sarei una beota dalla fede miserevole perché credo che molte sono le cose che oggi,al credente di oggi immiserito nell’anima , mancano!?
Bene, mi tengo la mia miserevole fede . Le chiacchiere stanno a zero e tali restano. Non ho altro da aggiungere.
Una domanda a padre Amigoni se vorra’gentilmente rispondere:ha citato la “repressione del modernismo”dell’inizio secolo XX. Lei crede caro padre Amigoni che il modernismo sia stato un’eresia e che fecero bene due papi PioX e Pio XI a reprimerlaa, o invece non crede che fosse un’ eresia e pensa che fecero male a reprimerla? E lei come sacerdote ha fatto il.giuranento anti-modernista richiesto?
Altra domanda secondaria:con le eresie, cioe’ le distorsioni contro la verita’e la diffusione di men zogne, secondo lei cosa deve fare la Chiesa :tollerarle, ignoratle, far finta di nullA, o c ombatterle? San Paolo era piuttosto chiaro:Chiunque vi insegni un Vangelo diverso da quello che vi insegnamo.noi sia anatema!Se la retta dottrina tramandata dagli apostoli e’arrovata gino ai mostri giorni e’anche perche’nei primi secoli del cristianesimo furono combattute tutte le eresie, lo gnosticismo, il montanismo, l,.srianedimo, il pelagianesimo ecc. Ecc. Se la Chiesa di allora non le avesse combattutr come avrebbe potuto l’originaria dittrina degli apostoki arrivare fino a noi?
Oggi vescovi e preti cattolici festeggiano ed onorano l’eresia luterana. anche quella di Luteto mon fu un’eresia secondo lei?
Scusate gli errori di scrittura ma sto scrivendo col cellulare.
A Victoria Boe
Come sia l’Amore vero c’è stato rivelato ed è espresso da 1 Cor 13 : tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. Quando un matrimonio si fonda su questo è “indissolubile”.
– A me per diventare prete e per continuare (indegnamente) ad esserlo, non è mai stato chiesto nessun giuramento antimodernista, nemmeno quando c’era Ratzinger “alla fede”.
– Il modernismo (coinvolto solo San Pio X; il suo successore pensava piuttosto all’enormità della guerra) è una eresia solo per lei o per chi la pensa e la pensava come lei. Era invece solo un modo serio e intellettualmente onesto di affrontare la Scrittura (senza far credere che la dannazione e la sofferenza immane del genere umano sia in una mela, ecc.), la storia della Chiesa e l’evoluzione del dogma. Ratzinger su questi temi è molto più spregiudicato di quanto possa esserlo io (leggere per esempio Spe salvi tutta, specie 41-48). Ecco dove stanno le divisioni – irrisolvibili – nella Chiesa, che, come ha scritto Calò ieri sera, interessano molto poco il grosso della gente di Chiesa e di fuori Chiesa.
– Per Lutero e lo “scisma luterano”: si dia tempo fino al 31 ottobre, quando, in libera uscita q, lei potrà banalizzare la storia e la ragione.
ultima riga:…..uscita quel giorno.
Ma “scopro” che il 31 ottobre è oggi. Enormi scuse.
Se posso, un ultimo uovo mi sfuggì dalla covata:
Intanto grazie Venturi , stesse domande le porge la sottoscritta a P.Amigoni.
E a Beppe dico che è talmente vero ciò che ha detto che, siccome sono qui avendo davanti un testo di Ratzinger scritto con la collaborazione di Auer dal titolo ” La Chiesa Universale sacramento di salvezza” (piccola dogmatica cattolica) alla pag.479 a proposito di realtà eterne, sacramenti, dottrina, unità e magistero non solo affonda tali realtà sulla 1 ai corinzi 13.4-8 citata da Beppe Zezza. Ma, alla pag seguente (480) aggiunge testuali : ” Quando si tratta di verità rivelate, soprannaturali, donate da Dio e che l’uomo non può trovare da se stesso. In quanto donate e rivelate per Grazia, la chiesa altro non deve, né può fare, che accogliere la lieta notizia e vivere di essa. A questo punto è chiara l’importanza della Dottrina e del Magistero Immutabile per la Sua stessa unità”.
E come dice il detto, “Tutti i nodi vengono al pettine”, anche se era stato sufficiente il primo nodo per capire, con l’ultima
risposta di p.Amigoni la nebbia di è diradata.
Mi stavo chiedendo come mai è un prete cattolico…..
Grazie Maria Cristina per la tua intelligenza.
“Per colui che ha fede, non servono spiegazioni. Per colui che non ha fede, nessuna spiegazione è possibile”
S.Tommaso D’Aquino.
Dunque padre Amigoni lei non si offende se la chiamo prete “modernista” visto che per lei il modernismo non è un’ eresia ma un modo serio ed onesto di affrontare la Scrittura.
Dunque la condanna UFFICIALe del modernismo da parte del pontefice Pio X è da lei considerata carta straccia? L’Enciclica Pascendi Dominis che condanna il modernismo secondo lei non è un documento ufficile della Cghiesa cattolica ??
Non riesco a capire: si bollano come ribelli e disobbedienti chi non è d’accordo con la Nota 351 dell’AL, portando ad argomento che il Magistero del papa è infallibile , ma si ritiene invece che un papa del passato , Pio X, scomunicando con una Enciclica i modernisti non fosse infallibile nel suo munus docendi??
Ma allora non era infallibile neanche il Concilio di Trento che scomunicò Lutero?
mi faccia capire padre Amigoni: da dove dovremmo credere che cominci l’infallibilità del magistero dei papi e la validità delle loro Encicliche , da Giovanni XIII in su? Tutte le Encicliche precedenti le buttiano al macero?
E da dove comincia l’infallibilità e l’insindacabilità di ciò che decretano i Concili ecumenici, dal Concilio Vaticano II?
Sa , non faccio domande retoriche, ma siccome ormai ne conosco tanti di preti come lei, per cui sembra che la Chiesa cattolica “vera” sia nata negli anni ’60 del XX secolo, mentre tutto quello che c’era prima era sbagliato, mi chiedo se togliere il giuramento antimodernista come fece Paolo VI ( fino a lui era obbligatorio) sia stata una buona idea.
Adesso ci ritroviamo un clero che non ha neppure più rispetto per i pronunciamenti ufficiali e le Encicliche dei papi pre-concilari.
Le principali tesi dei modernisti condannate da Pio X nell’enciclica Pascendi Dominici gregis erano
la Rivelazione non è davvero parola di Dio e neppure di Gesù Cristo, ma un prodotto naturale della nostra sub-coscienza;
la Fede non è un fatto oggettivo ma dipende dal sentimento di ciascuno;
i Dogmi sono simboli dell’esperienza interiore di ciascuno; la loro formulazione è frutto di uno sviluppo storico;
i Sacramenti derivano dal bisogno del cuore umano di dare una forma sensibile alla propria esperienza religiosa, non furono istituiti da Gesù Cristo e servono soltanto a tener vivo negli uomini il pensiero della presenza del Creatore;
il Magistero della Chiesa non ci comunica affatto la verità proveniente da Dio;
la Bibbia è una raccolta di episodi mitici e/o simbolici, e comunque non si tratta di un libro divinamente ispirato;
gli interventi di Dio nella storia (quali miracoli e profezie) non sono altro che racconti trasfigurati di esperienze interiori personali;
il Cristo della Fede è diverso dal Gesù della storia; la divinità di Cristo non si ricava dai Vangeli canonici;
il valore espiatorio e redentivo della morte di Cristo è frutto della teologia della croce elaborata dall’apostolo Paolo;
Volevo dire da Giovanni XXIII in su …
http://www.unavox.it/Documenti/Doc0965_Giuramento_Antimodernista.html
Il giuramento fu abolito dopo la chiusura del Concilio Vaticano II, in quanto il Concilio non se ne occupò, da papa Paolo VI nel 1966.
Da allora è iniziata la Chiesa Cattolica 2.0
Lei mi può chiamare come meglio le aggrada. Del resto mi sono spesso presentato io, su questo blog, come “eretico” (al seguito del papa).
a) Sono prete da qualche anno dopo il 1966. Dunque non ho giurato sulla “Pascendi dominici gregis”. Mi è bastato e mi basta – per grazia immeritata – il Simbolo niceno-costantinopolitano. Però conosco le parole esatte di inizio della “Pascendi”.
E pensi che nell’indice del Catechismo Chiesa Cattolica (ediz. 1992 e 1999) – sicuramente manipolato dai preveggenti sicari di Bergoglio – tra i papi, da Pio IX a Giovanni Paolo II, di cui sono riportati documenti, Pio X non è nemmeno citato (e purtroppo nemmeno Benedetto XV, della “inutile strage”).
b) In Wikipedia credo abbia letto che il giuramento, del 1910, fu abolito per alunni e docenti (sembra, dal contesto: della Università Cattolica) da Pio XI e rimesso da Pio XII.
Più tardi, immagino già negli anni di preparazione del Concilio, il giuramento andò in naftalina per tutti, e Paolo VI ne prese atto.
La divisione c’era anche ai tempi di papa Benedetto XVI.
Ovviamente fa più male quando si è tra coloro che si sentono feriti ed emarginati. Se ne ricordino tutti, quelli che lo erano, quelli che lo sono, quelli – tutti – che potrebbero esserlo.
Che bello, leggendovi, mi son risuonate le parole tanto rivelatrici di Gesu’:
“Grazie Padre che ai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli”. mai parole piu approrpiate.
Se qualcuno si chiede chi sono i “piccoli”, Madre Teresa di Calcutta, S.Padre Pio, Suor lucia di Fatima…..chi ha orecchie intenda.
Di fronte al fuoco di fila di vari commenti all’insegna di una Chiesa retrodatata–commenti che poco hanno a che vedere con il tema postato da Luigi–io mi permetto di replicare alle due signore e ad un tal V. Salcone, che inusitatamente ringrazia una di quelle per un’ “intelligenza” che solo lui vede, che è del tutto inutile fare prediche pseudoteologiche e centrate sul “modernismo” imputato come colpa a chi legge i segni dei tempi sempre ignorati dai retrodatati, anche se fu Gesù stesso ad indicare la necessità di saperli leggere i benedetti “segni dei tempi”.
A parte il fatto che di “modernità” caso mai si deve parlare e non di modernismo. Spero sia chiaro almeno questo concetto.
Ma, ciò detto, voglio far presente che il Magistero cui molti si appellano come alla massima autorità da seguire, non è solo quello dei tempi passati riproposto come un mantra dagli antimodernisti che poi sono tout court lefebvriani.
Seguendo il corso dei tempi, il Magistero si aggiorna come è giusto che sia. Per cui anche le parole e le encicliche di un Papa come quello attuale entra di diritto a far parte del Magistero.
Piaccia o non piaccia ai detrattori, è così.
Quel che papa Francesco dice è Magistero, cari signori, ed entrerà a buon diritto nella storia della Chiesa.
Se questo Papa parla in continuazione dell’Amore di Dio, ovvero della misericordia divina, significa che lo Spirito Santo lo illumina in tal senso. Allora, vano appare ogni sforzo per cancellare la parola “Amore” dal vocabolario del Magistero attuale.
L’Amore scandaloso di Dio non piace ai lefebvriani, li scandalizza appunto, ma esiste e finalmente è stato messo in piena luce oggi seppure già ne avevano parlato alcuni predecessori di questo Papa. Segno che lo Spirito divino agisce misteriosamente nonostante i (colpevoli) oppositori.
Si tratta di vederlo in ogni situazione della vita sempre in continuo processo verso il compimento del Regno. Per chi ci crede.
Chi ha occhiali da miope li cambi in modo da riuscire a vedere più in là, oltre le proprie rigide chiusure inconcludenti.
Non metto in dubbio che lo Spirito divino agisce misteriosamente, il punto e’ il mistero; la Sporia della Chiesa e’ piena di antipapi, indicati poi antipapi proprio dalla Chiesa stessa. Anche in quei casi lo Spirito divino ha agito misteriosamente……chissa’, per punire la Chiesa.
Come Claudia ha scritto intelligentemente, e’ la parola Traditio la discriminante….la Luce.
Io mi fido dei Martiri, dei Santi ossia dei “piccoli”.
“Mi stavo chiedendo come mai è un prete cattolico…..”
Lei si fidi di chi vuole.
E comunque, i preti cattolici non sono ottusi, caro signore, o almeno non dovrebbero esserlo. Quelli più intelligenti, ovvero quelli che comprendono le cose, hanno mente aperta e non restano fissi su vecchie e sorpassate e non più ammissibili verità di fede che lo Spirito ha mostrato non essere verità manco per niente.
E meno male che è così. E meno male che i preti intelligenti sono tantissimi così come quelli ottusi sono pochi.
Vuol dire che c’è stata quella crescita nella maturità di fede che invece non c’è stata in altri ecclesiastici e in molti laici dalla mente angusta.
Come qui nel blog è dimostrato ampiamente, purtroppo.
Grazie della spiegazione di Intelligenza,
anche se il dizionario dice:”intelligènza (ant. intelligènzia) s. f. [dal lat. intelligentia, der. di intellig?re «intendere»]. – 1. a. Complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono all’uomo di pensare, comprendere o spiegare i fatti o le azioni, elaborare modelli astratti della realtà……..;” ossia
e’ una parola “oggettiva”, con lei si, come direbbero i modernsti, si “rivela” in:
intelligente: ” Complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono all’uomo di sinistra o modernista di pensare……” 🙂
dicevo: si traforma anzi come direbbero i modernisti si “rivela”
A last question and I shut up myselth. I wonder: quando lei e Lorenzo Cuffini fate, come dicono anche a Roma credo, “pappa e ciccia”, non mi sono mai permesso di fare “apprezzamenti”, come mai lei invece interviene con sarcasmo e spesso con acredine quando noi ci scambiamo un apprezzamento?
Se non ricordo male p. Arrigoni parlava di provocatori e provocati……
Lei è andato fuori tema SCORRETTAMENTE.
1°) Perché chiama in causa Lorenzo Cuffini che non l’ha cercata?
2°)Perché lei che non sta a Londra manco per niente, fa “papa e ciccia” con quelle due signore? Crede forse di essere furbo e intelligente?
Non lo è per niente, invece.
Cresca, signor X; anche lei è un immaturo intellettualmente e religiosamente.
“Pappa”, non papa, naturalmente.
A proposito di quanto dichiarato ufficialmente pochi giorni fa in merito all’ “ARTE DELL’INSULTO”, adesso Luigi Accattoli avrà occasione di “rimandare in faccia al mittente, avendo cura di colpirlo nella croce dell’occhi” le parole appena scritte da colei che si firma Victoria Boe (alias Marilisa):
“SCORRETTO … cresca, signor X; anche lei è un immaturo intellettualmente e religiosamente”.
…
Mi metto comodo comodo e aspetto con ansia il primo dei provvedimenti del nuovo regime del pianerottolo.
Tutti i santi sono “piccoli” secondo il Vangelo. Anche san Tommaso d’Aquino, che – pare – era molto grasso, era un piccolo e un “non intelligente” per il vangelo, anche se ha scritto tomi e tomi.
Un profondo teologo come papa Ratzinger, a volte molto difficile da capire, è un piccolo e semplice secondo il Vangelo. Anche con una “opera omnia” sterminata.
E vogliamo sorvolare su “laici dalla mente angusta”, scritto appena prima e non certo con l’intento di non offendere i frequentatori abituali di questo blog (e per il solo fatto di non uniformarsi alle idee della tollerante autrice)?
Mi raccomando: la croce degli occhi!
Che il “giuramento anti-modernista” richiesto ai sacerdoti – messo e tolto con alterne vicende – sia poi stato abrogato definitivamente da Paolo Vi mi sembra cosa più che giusta. In effetti era proprio una anomalia il richiedere ai sacerdoti una dichiarazione “supplementare” di fedeltà alla dottrina del Magistero , implicita nella ordinazione.
La richiesta di questo “supplemento” è tuttavia un indice di quanto grave sia stato il pericolo del “modernismo” per la Chiesa Cattolica.
Mi sorprende che si faccia una graduatoria nella validità del Magistero dei papi: quello di Papa x è pienamente attendibile, quello di papa y assai meno ecc e che dire del fatto che a sostegno di questa tesi si porti che l’insegnamento di un papa è riportato in prefazione del Catechismo e quello di un altro no.
Suscita tenerezza la affermazione che Victoria Boe fa “Quel che papa Francesco dice è Magistero, cari signori, ed entrerà a buon diritto nella storia della Chiesa” . In verità non si comprende bene questa affermazione : a me risulta che tutto quello che i Papi dicono ex cathedra entra a far parte del Magistero e che invece nulla di quello che i Papi dicono “a titolo personale” o nella predicazione ordinaria debba essere considerato Magistero.
Ho più volte osservato come Victoria Boe sia seguace di una “Nuova” Religione Cattolica . Ce ne dà oggi una ulteriore testimonianza: secondo questa “nuova” religione cattolica esistono “vecchie e sorpassate e non più ammissibili verità di fede che lo Spirito ha mostrato non essere verità manco per niente” .
La possibilità di una “verità non vera” è una novità assoluta!
A me sembra che queste parole di Muller, prese sempre dalla introduzione al libro di Buttiglione siano una fotografia abbastanza fedele.
Senza scomodare i teologi basta guardarci tra di noi..
” I teologi che si vantano di essere liberal-progressisti, che precedentemente, per esempio in occasione della enciclica Humanae Vitae, hanno messo in questione radicalmente il Magistero del Papa, adesso elevano qualunque sua frase, che sia di loro gusto, quasi al rango di un dogma. Altri teologi, che si sentono in dovere di aderire rigorosamente al Magistero, adesso fanno l’esame ad un documento del Magistero secondo le regole del metodo accademico, come se fosse la tesi di un loro studente.”…
Cerchiobottismo? Potrebbe sembrare ma purtroppo ho l’impressione che sia molto vicino alla realtà
Mi scuso, dovendo infrangere la promessa di tacere , ma c.v.d. , ossia come volevasi dimostrare, lei e’ in malafade.
1) io non sono affatto scorretto, non ho nominato il nome del Signor Cuffini per offenderlo, ma solo per dimostrare, potrei nominare chiunque altra persona che la pensi come lei e con la quale ci sono stati come dire “amorosi sensi”, solo per paragonare il suo comportanto al suo; le basta andare a rileggersi i miei commenti, Verba volant, scripta manent, e vedra’ con non mai fatto nessuna affermazione su quello che lei legge o con chi ha la stessa affinita’ con le sue opinioni. Mentre lei, sin dal primo giorno che mi sono iscritto al blog e ho espresso le mie opinioni, in malafede mi ha accusato nemmeno tanto velatamente di conoscermi con Claudia o altri, o qualcun altro mi ha apotrofato con “ci mancava un seguace di Socci”.
Se vuole ,mia dia la sua e-mail e le mando tutte le foto che vuole con anche il Certificato di residenza a Londra, oppure puo’ andare sulla pagina del mio profilo Facebook, o mi dia un qualsiasi numero dove vederci su Whasapp, le mostro Londra in diretta, molto bella in questo periodo.
Da non credere, mi hanno scambiato per il signor X……infiltrato agente 00/7,
Toto’ 🙂 .
p.s.: Scusi la schiezzetta p.Amigoni, ma lei piu’ che un Pastore di anime, come lo definisce San Gregorio Magno, “IL PASTORE D’ANIME DEV’ESSERE DISCRETO NEL TACERE, UTILE NEL PARLARE”, non e’ utile nel parlare e non e’ discreto nel tacere.
il suo comportamento al mio
“ma lei piu’ che un Pastore di anime, come lo definisce San Gregorio Magno, “IL PASTORE D’ANIME DEV’ESSERE DISCRETO NEL TACERE, UTILE NEL PARLARE”, non e’ utile nel parlare e non e’ discreto nel tacere.”
Parlo per me, non per il p.Amigoni che non ha bisogno di difese e che sicurissimamente è utilissimo nel parlare. Almeno per me e per tanti altri come me.
Mi chiedo perché mai si debba essere “discreti nel tacere” per essere dei buoni cristiano-cattolici. I quali hanno il DOVERE di professare la verità e di esserne testimoni parlandone e non tacendo.
Mi chiedo ancora perché mai certi cattolici bigotti abbiano la pretesa, per un malinteso ossequio ad una malintesa umiltà, di mettere a tacere quelli che mettono in difficoltà i suddetti cattolici bigotti e lefebvriani, che non hanno argomentazioni nelle loro frecce spuntatissime.
Ed ancora mi chiedo perché le lingue velenose di certi cattolici bigotti nonché ignoranti non riescano a vedere il veleno e la bile che impastano la loro bocca nel momento in cui fanno certe asserzioni su coloro che essi avversano come fossero dei diavoli; e magari, nel frattempo, si mettono comodi comodi per vedere stupidamente e infantilmente lanci di uova sulla croce degli occhi dei loro avversari.
A che pro tutto questo?
Chiedo a Luigi Accattoli di spiegarmi se le seguenti parole sono da considerarsi offensive e come intende procedere nel senso di “rimandare in faccia al mittente, avendo cura di colpirlo nella croce dell’occhi”, come da lui stesso graziosamente illustrato in questo blog il 28/10/17 ore 10.47:
“cattolici bigotti e lefebvriani, che non hanno argomentazioni nelle loro frecce spuntatissime”
“le lingue velenose di certi cattolici bigotti nonché ignoranti”
“il veleno e la bile che impastano la loro bocca”
Queste espressioni sarebbero già di per se’ offensive (e anche molto!), ma chi le ha scritte ha voluto chiarire bene a chi fossero rivolte specificando: “si mettono comodi comodi per vedere stupidamente e infantilmente lanci di uova sulla croce degli occhi dei loro avversari”.
Essendo io quindi il principale oggetto di tale espressione dell’ “arte dell’insulto” (e non volendo replicare a tono, come pure meriterebbe l’autrice) non aggiungo altro.
Riterrei tuttavia necessario che Luigi intervenisse come stabilito, e prima che la poco cortese signora aggiunga qualche altro “carico” dei suoi, a meno che, naturalmente, quelle famose parole del 28/10/17 fossero tutte uno scherzo e allora però il “carico” lo metterò volentieri io…
Una enciclica non è un dogma
Credo che “il punto” di Müller, richiamato sapientemente da Salvi ieri pomeriggio, possa segnare un momento di riflessione utile ad accusati ed accusatori.
a) Nessun documento papale (enciclica o esortazione o altro) è un dogma se tale non viene dichiarato . Non lo è questa esortazione, non lo era la “Familiaris consortio”, non lo erano la “Pascendi” né la “Pacem in terris”.
b) Ogni testo ufficiale del magistero papale va letto per quel che dice e per come lo dice, per le preoccupazioni che lo muovono e le prospettive positive che apre.
c) Ogni testo va letto, capito, accolto, approfondito, obbedito per quel che comanda espressamente, interpretato, cioè collocato in una storia di dottrina e di vita ecclesiale (traditio) e che va a formare e continuare.
d) La “Familiaris consortio” (1981) segnava un punto importate di svolta. Il cristiano divorziato/risp. non è condannato a priori alla dannazione, non è separato dalla Chiesa, può vivere una vita di fede e di carità (n. 84). Non erano una cosa da poco queste affermazioni; e nella valutazione delle singole situazioni il Papa invitava (finalmente) a distinguere – se non piace discernere – tra coniugi abbandonati e coniugi abbandonanti.
e) La AL fa dei passi, rispetto a prima, in questo specifico ambito. E, banalmente, non obbliga (e assolutamente non invita) nessun cristiano divorziato risposato a mettersi sulla via del fare – a prescindere – la comunione. E non obbliga né invita nessun prete a mettere una tale persona sulla strada coatta della rottura del “secondo matrimonio” e della conseguente confessione-comunione.
Mi permetto poi una digressione.
La “Pascendi” di Pio X, nel 1910, amplifica timori e angosce per posizioni, studi e orientamenti di un movimento ampio e inclusivo, detto modernismo; ma le proposizioni, nella ruvidità e nella semplificazione che compaiono nella enciclica, non si ritrovano, né in blocco, né forse come affermazioni isolate, in nessun autore. E’ esistito un movimento di intellettuali, all’interno della Chiesa, nelle cui posizioni e idee si sono volute, con forzatura anche eccessive, intravedere inaccettabili stravolgimenti. Avere bollato tutte queste “idee moderne” di fatto non anticristiane come “sintesi di tutte le eresie”, prima in un decreto del Sant’Ufficio e poi in una enciclica pesante, seguita da un obbligo di formale giuramento, è parso allora necessario. Oggi si valuta l’insieme di quelle posizioni e di quei provvedimenti con occhio diverso.
A questo punto è chiaro che le parole di Luigi fossero uno scherzo. Per questa volta passi, ma la prossima volta che sarò offeso da qualche persona sgradevole e arrogante mi sentirò AUTORIZZATO a rispondere a tono (anzi, ad aumentare il carico delle ostilità).