“Credo che possiamo ritenere, con sicura e tranquilla coscienza, che la dottrina, nel caso, è rispettata”: è l’affermazione centrale di un libretto del cardinale Coccopalmerio che traccia un’interpretazione giuridica e teologica delle circostanze indicate da “Amoris laetitia” per l’ammissione ai sacramenti delle persone che vivono in situazioni matrimoniali irregolari. Nei commenti rimandi e dettagli a illustrazione del volumetto presentato stamane alla Radio Vaticana dal teologo Maurizio Gronchi.
Il cardinale Coccopalmerio difende “Amoris laetitia”
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54 pagine. Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi, ha pubblicato presso la Libreria Editrice Vaticana un volumetto di 54 pagine intitolato Il Capitolo ottavo della esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia (euro 8.00). Un testo analogo, più breve, era già rintracciabile nella Rete:
http://www.eancheilpaparema.it/2016/07/il-cap-viii-di-amoris-laetitia-per-una-lettura-guidata-card-coccopalmerio/
La presentazione di Maurizio Gronchi [professore di cristologia alla Pontificia Università Urbaniana, consultore della Congregazione per la dottrina della fede e della Segreteria del Sinodo] è stata pubblicata oggi dall’Osservatore Romano:
http://ilsismografo.blogspot.it/2017/02/vaticano-un-commento-del-cardinale.html
La parola al cardinale. Coccopalmerio ha così riassunto lo spirito della sua “lettura guidata” del documento papale in un’intervista a TV2000: “Le diverse interpretazioni dell’Amoris laetitia dipendono dalle sensibilità e dalle sottolineature. Se si sottolinea maggiormente la dottrina si è portati a dire: ‘Non puoi accedere ai sacramenti’. E questo è giustissimo. Però se si guardano negli occhi le persone e si considera la loro situazione concreta si arriva a dire: ‘Questa persona capisce di essere in una posizione irregolare, desidera cambiare, ma non lo può fare’. Certamente dove c’è la possibilità di cambiare c’è il dovere di cambiare. Il caso deve essere ben preciso: la persona vive in questa situazione non legittima, si rende conto di questo, vorrebbe cambiare ma non può. E il motivo dell’impossibilità è proprio di non andare contro o ledere persone innocenti, soprattutto se si tratta di bambini. In questo caso la Chiesa può dire: ‘Aiutiamo queste persone, con il sacramento della penitenza e dell’eucarestia, a progredire verso una maturità e pienezza di attuazione del proposito’. Deve essere ben chiaro che chi si trova in tali condizioni non può ‘auctoritate sua’ dire ‘accedo alla penitenza e all’eucarestia’. Deve comunque consultare l’autorità competente come il proprio parroco che potrà o dovrà consultarsi con un suo superiore che è l’ordinario diocesano”.
Donna convivente. Per segnalare con chiarezza la situazione di chi “desidera cambiare”, avvertendo la propria situazione irregolare, ma non può “attuare il desiderio di cambiare”, il cardinale nel libretto svolge a pagina 21 questo efficace racconto:
Al fine di meglio illustrare il testo appena citato, ricorriamo a un caso concreto, cioè al caso di una donna che è andata a convivere con un uomo sposato canonicamente e abbandonato dalla moglie con tre bambini ancora piccoli. Precisiamo che questa donna ha salvato l’uomo da uno stato di profonda prostrazione, probabilmente dalla tentazione di suicidio; ha allevato i tre bambini non senza notevoli sacrifici; è nato un nuovo figlio; la loro unione dura ormai da dieci anni. Questa donna sa di essere in una situazione irregolare. Vorrebbe sinceramente cambiare vita. Ma, evidentemente, non lo può. Se, infatti, lasciasse la unione, l’uomo tornerebbe nella condizione di prima, i figli resterebbero senza mamma. Lasciare l’unione significherebbe, dunque, non adempiere gravi doveri verso persone di per sé innocenti. È perciò evidente che non potrebbe avvenire “senza una nuova colpa”.
Suggerimenti ai vescovi. Alle pagine 27 e 28 Coccopalmerio segnala l’opportunità della costituzione presso le curie diocesane di un “servizio” per offrire “un’apposita consulenza o anche una specifica autorizzazione a questi casi di ammissione ai sacramenti”; nonché l’utilità che le conferenze episcopali emanino “con sollecitudine alcune linee guida per istruire fedeli e pastori in questa delicata materia”. E’ la prima volta che un esponente della Curia Romana avanza queste proposte e c’è da credere che con esse Coccopalmerio interpreti l’intenzione del Papa.
L’esempio riportato dal Cardinale si presta ad essere contestato. Nessuno infatti chiede alla donna di abbandonare quell’uomo e i figli, però potrebbe iniziare a vivere con lui come una sorella.
A me viene in mente altro pensando ad esempio ai Paesi del Sudamerica: se il marito se ne va (lasciando dei figli) e la moglie capisce che il matrimonio non è mai stato valido (perché il marito magari fin dall’inizio non intendeva essere fedele), però non sa dove l’uomo sia finito e quindi non riuscirà ad ottenere l’annullamento, cosa fare? In quel caso il sacerdote non potrebbe permetterle l’accesso ai sacramenti alla donna anche se si accompagna ad un uomo che non ne vuole sapere di vivere come fratello e sorella?
Vedi “Avvenire” di oggi:
http://ilsismografo.blogspot.it/2017/02/vaticano-eucaristia-e-risposati-la.html
Enrico Usvelli hai ragione ma il cardinale non termina la sua argomentazione con l’esposizione del caso, quella è solo il punto di partenza: subito dopo discute la questione del fratello e sorella:
http://www.eancheilpaparema.it/2016/07/il-cap-viii-di-amoris-laetitia-per-una-lettura-guidata-card-coccopalmerio/
Grazie Luigi,
ovviamente non avevo ancora letto quanto scritto dal cardinale (mi ero fatto spaventare dal numero di pagine). Il testo che hai linkato si legge alla svelta ed è chiaro anche per uno come me che è digiuno di teologia.
Il punto su cui probabilmente continueranno ad esserci discussioni è quello in cui il cardinale afferma che le parole tratte dal CVII, che si riferiscono a due persone unite in regolare matrimonio, possono adattarsi anche ai casi in questione di coppie irregolari.
A naso direi che Coccopalmerio esprime in maniera chiara il reale pensiero di Francesco e mi viene il dubbio che, non ritenendo opportuno rispondere personalmente ai dubia (per la modalità di presentazione e lo scopo), il Papa abbia ‘mandato avanti’ il cardinale per fare chiarezza tra i fedeli. Ma … e il card. Muller e la sua congregazione? Avranno visionato il libretto prima della sua uscita? Se infatti la Congregazione per la Dottrina della Fede dovesse intervenire con una stroncatura del libretto potrebbero esserci conseguenze molto gravi.
Vabbè, vedo ora che la mia ipotesi sui dubia e su Coccopalmerio mandato avanti è scartata da Avvenire, ma certo non avrebbero potuto confermarla anche se fosse vera.
Sono andato su wiki ed ho scoperto che il card. Coccopalmerio, oltre che Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, è anche membro della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Insomma non siamo di fronte all’interpretazione di un pincopallino qualunque.
Enrico possiamo stare sicuri che Coccopalmerio non abbia fatto “visionare” il libretto alla Congregazione per la Dottrina prima della sua pubblicazione. Ma “il Cocco” – come lo chiamano familiarmente a Milano – è membro della Congregazione per la dottrina della fede e il suo libretto, che abbozza un’interpretazione di contenimento e non di ampliamento delle indicazioni dell’Amoris laetitia, di sicuro non sarà stroncato dai colleghi che siedono in quel consesso tra i quali è stato inserito da Papa Benedetto prima che ne divenisse prefetto il cardinale Müller. Tra i membri della Congregazione vi sono i cardinale Kasper e Schönborn che sostengono una lettura meno contenuta dell’Amoris laetitia e che non sono stati affatto censurati. Cane non morde cane e questo vale anche per i “Domini canes”, che sarebbero i cani del Signore.
Scusa Enrico, avevo scritto prima di leggere il tuo ultimo commento… ma poi era suonato il telefono… e quando ho pubblicato tu eri già arrivato… buon sabato e buona domenica…