Dal primo luglio – come sapete – ho preso un mezzo congedo dal blog. Ma ogni tanto leggo i commenti dei visitatori e questo calo d’attenzione mi aiuta a ragionare. Ho dunque deciso che esporrò ogni tanto – numerandole – alcune ideuzze sul blog e sui visitatori dei blog. Parto dalle polemiche che sono il pane dei bloggers. Poi tratterò della teologia, che abbonda sulla bocca di chi poco ne intende e dilaga nei blog. Infine dirò della politica. Il mondo è pieno di pensamenti siffatti: che balordi quelli di destra, che bastardi quelli di sinistra. La maggior parte dei visitatori dei blog la politica l’intendono così. Nei commenti svolgo la prima delle ventilate ideuzze: quella delle gran polemiche. Un altro giorno dirò delle disfide tra i visitatori.
Ideuzze sul blog 1. Le gran polemiche
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Sono al mondo taluni che hanno bisogno della polemica come dell’aria. Ovvero: più del pane. Sicuri di sé, sprezzatori dell’umanità. Né s’adattano a sprezzarla in silenzio. Avvertono il bisogno impellente di farglielo sapere. I blog li aiutano a ciò. Senza muoversi da casa, digitando, costoro ogni giorno mettono in riga il mondo. Tirano fuori un argomento che nessuno ha ancora evocato e già l’indirizzano contro una buona parte del genere umano: guai a voi, non vi vergognate, in che mondo vivete. E’ la polemica preventiva. E guai a replicare. Ogni contrasto moltiplica la furia del polemista nato. Lungo la vita, ma di più negli undici anni del blog, ho maturato l’idea che la polemica per certuni è un forte bisogno. Ho già detto e ripeto: non mi dispiace che vi siano persone che polemizzano a prescindere sul mio blog. Penso di dargli aiuto favorendo il loro sfogo.
Alcuni arrivano a polemizzare con me scrivendomi più volte in privato. Anche questi li ho cari. Tento a volte qualche risposta omeopatica ma vedendo che non funziona lasciò che la furia infuri. Mi bastano tre messaggi per capire che il tipo vuole l’ultima parola: e io gliela lascio. Così nel blog come nello scambio privato. Ma non replicando – obietta taluno – si induce in errore sia il polemizzante, sia chi osserva lo svolgersi della polemica. Magari il polemizzante penserà d’avermi ridotto al silenzio e che non ho più argomenti. Non mi preoccuperei di questa sua debolezza: se l’aiuta nella digestione, o a prendere sonno, sia la benvenuta.
Ma il visitatore terzo – insiste l’obiettante – che mai penserà se tu, moderatore del blog, non replichi al polemista? Se si tratta di un polemista nato, nessuno sarà tratto in inganno: lo si riconosce a tre miglia. E tutti immediatamente sanno che pensarne. Per esempio chi viene qui a sostenere che il Papa è un cialtrone eretico, tu immagini che verrà creduto dal visitatore di passaggio, se io non replico laboriosamente? Io ritengo che basterà da sola la prosa del polemista a dire al visitatore chi sia il cialtrone, senza ch’io mi affanni.
Se posso permettermi, Luigi, dovresti perfino scrivere un libro su questi argomenti. Sarebbe educativo in tutti i sensi.
È solo una mia idea, forse un po’ balzana ma con qualche credibilità.
Si rinnovano i “Caratteri” di Teofrasto.
Non ti affanna’ Luigi, pensa alla salute!
abbiamo capito l’antifona e togliamo il disturbo.
Ave Luigi,polemisti te salutant!
Fin quando ogni pazzo potrà permettersi di intendere e di applicare la parola di Dio secondo come gli garba al momento, qualsiasi discussione, su questioni religiose, e non solo, rimarrà sterile. Ho sempre pensato a ciascun essere umano come al seme di una pianta, che dice chi siamo, in essenza e questa intuizione, almeno me, non ha mai tradito.
Le persone si sentono, si annusano, il loro odore penetra l’etere, il virtuale, vi è un nucleo originario che, ci da il polso, ci dice con chi abbiamo a che fare. Io lo percepisco. Lo diceva anche Marco Aurelio che la persona autentica non si copre con l’odore degli altri.Mentre gli ipocriti nasconde senza tregua loro stessi cercando di apparire quello che non sono.
Luigi. Anch’io ho ricevuto, e ricevo, messaggi di amici che intervenivano su questo blog quando una volta si discuteva, domandandosi, meravigliati, come sia possibile che io sia ancora qui.
Rispondo che è vero, che ” ci vuole un fisico bestiale” !
Penso avessero ragione a meravigliarsene. Io stessa mi meraviglio di come sia stato possibile cadere tanto in basso.
E comunque, mi associo alla mia gemella Kesler (cosi’ siamo state ribattezzate e non me ne dispiaccio neppure un po’) con un distinto, per quanto rispettoso: Ave Luigi, polemisti te salutant !
Ciao, Clodine. Tu sai che ho manifestato sempre rispetto nei tuoi riguardi, qualsiasi cosa tu scrivessi. Però leggere che dai del “pazzo” a chi, secondo te, interpreta e mette in pratica la parola di Dio in un modo che tu giudichi dettato da un “gradimento” soggettivo, sinceramente non mi piace. Tu non pensi che il pensiero e l’azione di una persona possano essere il risultato di una ricerca sincera del divino? Eppure i primi a riconoscere e adorare il Cristo appena nato furono dei pagani, i cosiddetti Re Magi. Il primo che Gesù portò in Paradiso fu un ladrone. Meno male che c’è Cristo!… 🙂
Vale bellatrix! 🙂 🙂 🙂
Senza polemica un blog è finito. Senza passione, senza pepe ci sono solo chiacchiere noiose che non interessano e non servono a nessuno. Non mi sembra patologico.
Ho partecipato a questo blog, su invito di lycopodium, perché trovavo stimolante il confronto tra voci diverse. Non è facile fare parte di un coro polifonico, armonizzazione sensibilità e vissuti diversi, valorizzando le differenze e il contributo di ciascuno, ma è quello che può arricchire. Se si azzerano le polemiche, resta un pensiero unico che non condivido e che non mi arricchisce. Francamente non mi interessa.
Non mi riferivo a te Giuseppina
Non mi riferivo a te Giuseppe
Dai tempi del liceo ricordo che il dialogo è la dinamica che dall’incontro/scontro tra tesi e antitesi porta ad una sintesi.
Non mi spaventa la lite, purché rispetti i limiti della buona educazione, mi spaventa di più il pensiero unico enunciato dal primo che interviene e sostenuto da una claque che non aggiunge niente e che si accontenta di sentire confermate le proprie idee. Frenati o bloccati alcuni maleducati o aggressivi , la polemica è salutare. Spero di essermi espresso chiaramente.
Clodine, grazie per “Giuseppina”… :-)))
A Federico
Federico, hai ragione, il dialogo e la polemica educata sono essenziali per lo sviluppo delle idee e del pensiero. Però bisogna dire che anche i duellanti, quelli veri, rispettano delle regole. Ti sei espresso chiaramente, grazie.
Una cara buonanotte.
Chiedo scusa per il correttore che entrato in automatico ….mi ha combinato un guaio su Giuseppe…
Ahiahiahi. ..Giuseppe. ..
–)))))
Clodine, l’ho voluta buttare sulla scherzo per non fare il polemista, e ne avrei avuto motivo, perché sicuramente non sono “Giuseppina”… Mi hai capito, vero?… Mi sa che è il tuo correttore un attaccabrighe?… 🙂
Stammi bene…
In realtà, il polemista nato non penserebbe mai che qualcuno, quando parla dei polemisti, possa avercela con lui.
Io constato come la grandissima parte delle polemiche sia del tutto “sterile” (senza frutto) per problemi di “comunicazione” legati al diverso significato che si attribuisce ai termini che si impiegano.
Per questo, a mio parere, perché una discussione sia proficua è necessario approfondire il “linguaggio” per potere trovare una terminologia comune.
Assai spesso un certo termine ha un significato “inequivoco” finché si rimane nella cerchia delle persone che hanno più o meno la stessa formazione intellettuale ma quando si “dialoga” con persone che hanno seguito altri percorsi culturali la inequivocità viene subito meno.
Lo ho constatato nel dibattito che sto facendo con Victoria Boe. Dopo un po’ ho scoperto che, più o meno, quello che io chiamo “peccato” lei lo chiama “colpa” e quello che io chiamo “colpa” lei lo chiama “peccato”. Chiaramente con queste differenze nel significato attribuito ai termini ogni confronto (razionale) di idee diventa impossibile. Forse bisognerebbe individuare i concetti e ricorrere a ciascuno di essi dei simboli matematici.
per ciascuno di essi a dei simboli matematici . Correzione
Grazie delle tue riflessioni, Luigi.
Ho lavorato per anni come «moderatore professionista», se così si può dire, per grandi community online: da quelle sportive (con punte di 200 messaggi al minuto durante le partite di Champions) e quelle più generaliste e il principio base è sempre quello: «Don’t feed the troll». Qui non parliamo di troll (cioè di provocatori) ma di raffinati polemisti, ma, a mio vedere, il principio è sempre valido: ottima cosa la discussione, sacrosanto diritto il polemizzare, ma poi online ognuno rimane sulle proprie posizioni e, a mio modo di vedere, un passo indietro è sempre la soluzione migliore.
Quando poi si mettono i puntini sulle «i», il panorama non cambia: c’è chi minaccia di andarsene, chi apprezza, chi storce il naso perché ritiene che si stia censurando la libertà di parola e chi invece torna a commentare. È la vita dei blog.
Facci un esempio numerico, Beppe. Grazie e buona serata a te e a tutti…
Per giuseppe di melchiorre
Mio concetto di peccato equivalente al concetto di colpa di Victoria = 2
Mio concetto di colpa equivalente al concetto di peccato di Victoria = 3
Si deve giudicare 2 ma non si può giudicare 3
Ah, Beppe. Ma io ho pensato a delle formule matematiche. E io in matematica non sono stato brillante alle scuole superiori… 🙂
Saluti.
Naturalmente il mio è uno scherzo!
Roberto Russo,
‘Qui non parliamo di troll’
A volte a me vengono dei dubbi.
Penso che per questo tipo di testo si potrebbero citare anche Les Caractères di La Bruyère.
Cara Antonella, l’intuizione del seme è un’anticipazione esplorata già da Aristotele e strettamente legata ai “Caratteri “di Teofrasto ai quali, però , ne vorrei aggiungere un altro, coniato attorno agli anni 70 : il mobber. Ecco, il “mobber” che comprende e ingloba: la villania,la millanteria, la maldicenza, l’inopportunità,la scurrilità, la sgradevolezza, il ciarlare, la zotichezza.
Ecco, il mobber è quell’individuo, caro Dott.Roberto Russo che saluto complimentandomi del suo sito, che supera e trascende di gran lunga il “troll”, termine già di per sé inquietante.
Su questo blog, che frequento da anni all’interno del quale , devo dire, mi sono sempre espressa con grande libertà e semplicità suffragata dalla convinzione che noi siamo ciò che siamo, non ciò diciamo di essere, e neppure ciò che diciamo di sapere o presumiamo sapere ma , “siamo ciò che sappiamo”, nel bene come nel male, nel poco e nell’assai.
Ora, dicevo, su questo blog si è preso ad esercitare del ” mobbing”.
Mobbing messo in atto deliberatamente da uno, generalmente, o più gregari i quali in modo più o meno consapevole, sia con il silenzio, sia con lo spalleggiare il mobber , soprattutto fanno specie quelli che, ex blogger , di tanto in tanto fan capolino, riemergono dalle nebbie divertiti o scandalizzati se il mobbato osa difendersi magari con una liberatoria parolaccia, a rincarar la dose…
Ora, questo “andamento lento” , questa “onda montante” , favorisce, da parte del mobber che si sente spalleggiato, l’insorgenza di violenza verbale, psicologica che si concretizza con espressioni aggressive, vessatorie, intimidatorie, esercitate in maniera sistematica e ripetitiva nei confronti della persona resa oggetto, a prescindere cosa dica o scriva.
E’ la patologica situazione di soggetti profondamente infelici, disturbati, arrabbiati con il mondo e con la vita, i quali, per compensare il loro vuoto si atteggiano a grand’uomini, a intellettuali, intervengono nei blog -blog in cui tutti si sentono direttori della nazionale, disquisiscono con il linguaggio di chi ha la puzza sotto il naso- s’iscrivono a questo o quel social per sollecitare il plauso e così alzare la temperatura della loro autostima che invero è appiattita a livello infimo. Vuoti tromboni, o delinquenti, mascalzoni, socialmente pericolosi?
Il confine è breve, quasi impercettibile.
Ritengo respondabile la collettività quando, non solo accetta, ma favorisce lo “stupro” il quale, sia che avvenga a livello virtuale o reale, non ne modifica di molto l’indegnità e la gravità .
“Vuoti tromboni, o delinquenti, mascalzoni, socialmente pericolosi?”
Certe parole si commentano da sole.
Nel frattempo rifletto sulla prima puntata della analisi del nostro padrone di casa
Ti senti chiamato in causa Salvi?
Rifletti, rifletti sulla prima puntata è resta in attesa della seconda.
Scrive Luigi Accattoli il 17 Luglio 2017 alle 17:56
” Per esempio chi viene qui a sostenere che il Papa è un cialtrone eretico, tu immagini che verrà creduto dal visitatore di passaggio, se io non replico laboriosamente? Io ritengo che basterà da sola la prosa del polemista a dire al visitatore chi sia il cialtrone, senza ch’io mi affanni.”
Come volevasi dimostrare.
Toh! Chi si vede?
Come volevasi dimostrare.
Escono come lumache, si sentono tutti chiamati in causa. E dire che non ho fatto nomi.
Clodine, lascia perdere. Non la smetteranno finché non rimarrà solo la loro voce. Contenti loro
Non c’e’ bisogno di nomi cara Claudia.
Ci sarebbe bisogno di un minimo di coerenza.
Se uno dice “polemisti te salutant’ poi dovrebbe anche agire in conseguenza.
Ma capisco anche che un’artista ( come le Kessler) non sa resistere al fascino del palcoscenico e non e’ capace di dare seguito pratico alle intenzioni.
Va bene lo stesso, il mondo e’ bello perche’ e’ avariato, diceva Toto’.
Luigi e Leopoldo Calo’ ci hanno preso in pieno.
Un abbraccio
Ma cara Cinzia Cripe, come disse quel tale: “le lodi mi rendono umile, ma quando m’insultano, sento di aver toccato il cielo”.
Si, decisamente: tra i tanti epiteti che mi sono stati affibiati credo che l’ esser cialtrona sia il più friccicarello. Adoro esser cialtrona. L’istrionismo del cialtrone m’intriga, mi affascina. Tanto, che mi sono iscritta ad un corso di burlesque (molto meglio che giocare a mosca cieca non trovi?) così, giusto pev vendeve un tantino effevvescente questa vita, che scovveva così piatta tva casa , chiesa, e il blog di Luigi Accattoli…pev l’amov del cielo.
Oh come mi sono divevtita, o come mi sono divevtita, da movive dal videve da movive!
Vivambio l’abbvaccio cava!
Cara Cinzia Cripe, vedi, per i cialtroni, la coerenza ,non è che un banal pensiero. E’ il bello della cialtronaggine poter rimangiare le proprie parole senza fare indigestione. Ma tu, che cialtrona non sei, dovresti sapere che le sole persone perfettamente coerenti sono i morti !
“Siamo ciò che sappiamo”: come ragliava l’asino.
Difatti, se opposti alla Chiesa, noi “non sappiamo” niente.
Dunque: non siamo niente.
Fine del discorso.
Faccia come la rugiada che ricopre il manto erboso al sorgere del sole, Cuffini Lorenzo: evapori.
🙂
Ah, io sono già bello evaporato.
Ma il tuo ( nostro) essere NIENTE rispetto alla Chiesa, resta.
Sorry.
Un’altra categoria: i motteggiatori.
Geniale Antonella, è vero, dimenticavo il motteggiatore, dicasi anche derisore,beffeggiatore,dileggiatore,zimbellatore, dei Retori e dei saggi. Mai parco nella sua incontinente rusticità, “appellano le cose manifestamente buone con nomi ingiuriosi” e -per dirla in modo cialtronamente socratico- nulla può contro il saggio.
” Il saggio non opina, di nulla si pente, in nulla sbaglia, mai cambia avviso”.
Cicerone ‘Pro Murena’ § 61
Esatto.
Dunque, figurarsi cosa “puo'” Claudia Floris Leo CONTRO la Chiesa Cattolica, i suoi pastori e il suo papa: nulla, essendo NIENTE ( come tutti ) rispetto ad essa.
Quando andiamo proclamando ai quattro venti il nostro ” sapere”, la nostra “formazione”, la nostra ” conoscenza”, il nostro ” studio” in materia di fede…converrebbe che ci ricordassimo di questo:
«Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, perciò il vostro peccato rimane».
La citazione copiaincollata stavolta da Cicerone , cattolicamente parlando, ha una definizione ben precisa: impenitenza del falso maestro.
Penso che sarò annoverata nella categoria “testardi”.
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/speranza-e-macchine
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/la-sorte-di-charlie-gard-una-disputa-diplomatica-fra-regno-unito-e-usa_3085135-201702a.shtml
Vi riporto non un opinione mia ( ho rinunciato definitivamente ad esporre le mie opinioni su questo blog per rispetto di Luigi Accattoli, il padrone di casa, che evidentemente non le gradiva) ma quella di un antico frequentatore, Leonardo :
https://leonardolugaresi.wordpress.com/author/leonardolugaresi/
“Nelle discussioni sulla presente situazione della chiesa sento spesso avanzare, da parte di “buoni cattolici”, questo argomento, variamente formulato: il papa è il papa e non si può criticare, chi lo fa rompe l’unità della chiesa è non è un buon cattolico; essere cattolici significa seguire comunque il papa; il papa è il papa e può fare quello che vuole …
Sono vere queste affermazioni? Come sempre, la risposta giusta è: dipende. Dipende da come sono intese. Io non sono un teologo e non ho alcuna autorità, però so leggere e il Catechismo della Chiesa Cattolica lo consulto spesso. Vediamo dunque che cosa dice.
Il punto 882 afferma, citando in gran parte la Lumen gentium: «Il Papa, vescovo di Roma e successore di san Pietro, è “il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli”. “Infatti il romano Pontefice, in virtù del suo ufficio di vicario di Cristo e di pastore di tutta la Chiesa, ha sulla Chiesa la potestà piena, suprema e universale, che può sempre esercitare liberamente”». Quindi sì, in questo senso il papa è un monarca, in quanto è dotato di una «potestà piena, suprema e universale, che può sempre esercitare liberamente». Però si notino due cose:
a) ciò che definisce il papa non è questo, ma quel che viene prima: «perpetuo e visibile principio dell’unità etc.». Cioè: non è un individuo, un soggetto individuale in mezzo a tanti altri soggetti individuali portatori ciascuno di un suo proprio interesse o punto di vista particolare. Detto più spicciativamente: non è un io, ma un noi. (Nota a margine: suprema saggezza comunicativa della chiesa di un tempo, che faceva parlare i papi -fino a Paolo VI, se non vado errato – con il noi. Plurale maiestatis dicevano gli sciocchi, provandone fastidio, quando invece era un plurale communionis, o plurale unitatis).
b) La «potestà piena, suprema e universale che può sempre esercitare liberamente», il papa ce l’ha «in virtù del suo ufficio di vicario di Cristo e di pastore di tutta la Chiesa». Non ce l’ha da sé, non per sé, non per una parte della chiesa (neppure per la parte migliore, o quella che egli ritenga migliore), ma per «tutta la Chiesa». Non per altro.
Quindi no, se per monarca si intende un autocrate il papa non lo è affatto. Se si vuole dire che è un sovrano nel senso del rex superiorem in regno suo non recognoscens della dottrina giuridica, si sbaglia gravemente, perché è vero che il papa è, rispetto all’ordinamento canonico, la fonte del diritto, ma lo è solo in quanto a sua volta superiorem recognoscit e come! La frase sopra citata: “il papa è il papa e può fare quello che vuole” è dunque solo superficialmente verosimile, perché a guardare meglio si vede che non vi è persona al mondo più lontana del papa dal poter “fare quello che vuole”. Il papa è colui che meno di tutti “può fare di testa sua”. Del resto, c’è una parola di Gesù molto chiara in proposito: «In verità, in verità ti dico: “quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”» [Gv 21, 18-19].
Maria Cristina,
‘ho rinunciato definitivamente ad esporre le mie opinioni su questo blog per rispetto di Luigi Accattoli, il padrone di casa, che evidentemente non le gradiva’
perché fai della polemica inutile contro Luigi? E’ il padrone di casa, se non ti voleva ti bannava. Non ti ha bannato nemmeno quando più volte non hai risposto alle sue domande, come fai a dire che le tue opinioni non sono gradite?
Antonella,
molto bello l’articolo di Avvenire. Melazzini è un grande.
Quanto al passaporto di Charlie, pare che abbia avuto una green card, ossia il permesso di entrare negli Stati Uniti per curarsi. Non so se si possa definire passaporto. Un passaporto vero e proprio nessuno glielo darà perché rappresenterebbe un atto di aperta ostilità verso la GB.
La storia di Charlie è sempre più complicata e, secondo me, non presagisce nulla di buono.
Che spettacolo questo cerbero a tre teste chiamato “corte” di Giustizia Europea,Corte dei Diritti dell’Uomo, Corte Costituzionale dello Stato membro. Tre teste su di un unico corpo giurisdizionale, tre vertici, tre sistemi giuridici indipendenti, un nome ” Corte Europea per i Diritti UMANI”, con sede a Strasburgo. Un cerbero che emette sentenze inoppugnabili, con sua lista di doveri e di diritti tra i quali massimamente quello alla vita.
La contraddizione in termini rispetto al caso di questa creatura,Charly, è palese, ma, cosa ci si poteva aspettare da un siffatto mostro che filtra il moscerino e ingoia il cammello, che soppianta i diritti dell’uomo soppiantando quelli di Dio. Che se la prende con un crocifisso e asserisce di difendere il diritto sacrosanto alla vita includendo, poi, l’aborto fra i «servizi economici» da dare egualmeliberamente dalla maggior parte dei paesi ,stati , membri.
Povera Europa, in mano ai demòni. Se la sentenza su Charly è stata emessa, dubito che se ne potrà uscire in qualche modo.
chiedo scusa ma, il cell ha omesso parte del discorso:
@ se la prende con un crocifisso e asserisce di difendere il diritto sacrosanto alla vita includendo, poi, l’aborto fra i «servizi economici» da dare egualmente a tutte le povere donne. Per non parlare dell ‘eutanasia, collaudata da tempo e liberamente praticata alla maggior parte dei paesi ,stati , membri”
Sono d’accordo con Antonella…anche secondo bene, la cosa non lascia presagire nulla di buono.
Sono una blogger e collaboro anche con un gruppo editoriale. Per esperienza posso dire che un commento negativo ne porta inevitabilmente con sé molti altri, quasi un desiderio di polemica che non si riesce a placare. Poi si risponde a tutti con cortesia, accettando le critiche, spesso taglienti e a volte esagerate.
Benvenuta Gabriella Pravato: questo è il tuo nome e cognome, interpreto bene? Qui è regola firmarsi per esteso. Mi pare che il tuo commento converga con quello che io vengo sostenendo e praticando. Continua a commentare.