Ho rivisto in questi giorni i dibattiti che abbiamo avuto in passato qui nel blog sulla pena di morte – tantissimi – e in particolare i due che trattavano di come la pena di morte era inquadrata nel paragrafo 2267 del Catechismo che ora è stato riscritto: uno del novembre 2007 [il blog è oggi dodicenne] e un altro dell’ottobre 2011. Nei commenti metto i link a quei dibattiti, segnalo i due visitatori che più esplicitamente chiedevano la modifica ora attuata da Francesco e dico che negli anni il nostro dibattito è stato buono.
Dai vecchi dibattiti del blog su pena di morte e catechismo
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Nessuno tocchi Caino e Abele è un mio post del 28 novembre 2007 che parte da una discussione che avemmo in casa mia a partire dal motto “Nessuno tocchi Abele” allora proposto dai sostenitori della pena di morte:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/nessuno-tocchi-caino-e-abele/
Pena di morte pussa via è un altro post del 10 ottobre 2011 che diceva la mia partecipazione alla Giornata mondiale per l’abolizione della pena di morte:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/pena-di-morte-pussa-via/#comments
La modifica del paragrafo del catechismo sulla pena di morte era chiesta con forza da due visitatori che non commentano più da qualche anno: Francesco73 e Ubi humilitas. Qui riporto alcune parole del primo e al commento seguente altre del secondo.
Francesco73 scrive, 29 novembre 2007 @ 11:15 · Quanto al paragrafo 2267 del catechismo, spero di non incorrere nella scomunica se dico che non mi piace e che lo trovo debole. Mentre rispetto all’insegnamento tradizionale della Chiesa, affermo che sono proprio felice che gli uomini imparino a comprendere il Vangelo sempre meglio. E che quindi il modo in cui comprendiamo la nostra fede cambia con la nostra stessa crescita ed evoluzione. Da questo punto di vista, spero che presto tale paragrafo sia riscritto in senso totalmente negazionista.
Qualche ora dopo, quello stesso giorno, Francesco 73 specifica: Appunto, Luca, concordo con te, [quel paragrafo] è debole proprio per la mancanza di coraggio nel dire che quell’insegnamento è del tutto superato.
Il giorno dopo: Ciò detto, però, io mi auguro che la Chiesa incrementi la sua riflessione sulla pena capitale, e si impegni di più, con voce più alta, con più iniziativa e maggiore convinzione, nella lotta contro le esecuzioni. Sarebbe una bellissima testimonianza profetica, in un tempo in cui se ne sente tanto bisogno. Il cristianesimo, infatti, deve preoccuparsi più della profezia che della giustizia umana.
Ubi humilitas, ibi sapientia. scrive, 11 ottobre 2011 @ 15:23 · Penso già sappiate come la penso. Lo ripeto. No alla pena di morte. E’ un principio cristiano. L’ “occhio per occhio e dente per dente” è stato abolito da Nostro Signore Gesù Cristo. “Spunto cattolico” nel suo commento ha già ben chiarito ciò che riguarda il CCC. Certo però che pur capendo e prestando “un religioso ossequio dell’intelletto e della volontà”, auspico (e credo che ciò avverrà…) che nella prossima riscrittura del CCC venga corretto in modo che appaia lampante ciò che oggi alcuni male interpretano o che mal si può interpretare. Cordiali saluti a tutti.
Lo stesso giorno in altro commento Ubi aggiunge: La pena di morte appartiene ai popoli “barbari”. Sono barbari anche gli ipertecnologici States. Attila col telefonino e l’uomo sulla luna, e nulla più
Padre Federico Lombardi – Un terzo visitatore che ora non commenta più [Syriacus scrive, 2 ottobre 2010 @ 11:03] in altra occasione postava questo editoriale del padre Lombardi per Octava dies, il settimanale del Centro Televisivo Vaticano:
Sono contrario al ricorso alla pena di morte.
Non la voglio né in Cina, né in Iran, né negli Stati Uniti, né in India, né in Indonesia, né in Arabia Saudita, né in nessuna parte del mondo.
Non la voglio per lapidazione, né per fucilazione, né per decapitazione, né per impiccagione, né per scossa elettrica, né per iniezione letale. Non la voglio dolorosa, né indolore. Non la voglio in pubblico, né in segreto.
Non la voglio per le donne, né per gli uomini; non per gli handicappati, né per i sani.
Non la voglio per i civili, né per i militari; non la voglio né in pace, né in guerra.
Non la voglio per chi può essere innocente, ma non la voglio neppure per i rei confessi.
Non la voglio per gli omosessuali. Non la voglio per le adultere. Non la voglio per nessuno.
Non la voglio neppure per gli assassini, per i mafiosi, per i traditori e per i tiranni.
Non la voglio per vendetta, non per liberarci di prigionieri scomodi o costosi, e neppure per presunta misericordia.
Perché cerco una giustizia più grande. Ed è bene camminare per questa strada per affermare sempre di più, a vantaggio di tutti, la dignità della persona e della vita umana, di cui non siamo noi a disporre. Come dice il Catechismo della Chiesa cattolica citando Giovanni Paolo II, oggi per gli Stati, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo per renderlo inoffensivo “sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti” (n.2267). Rendiamoli inesistenti. E’ meglio.
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Saluto Francesco 73, Ubi humilitas, Syriacus e tutti i visitatori che continuano a leggere senza commentare. Grazie a loro e grazie a chi commenta oggi. Sono contento di come vanno le cose in questa aiuola.
Bene! Il blog è diventato una aiuola!
«L’aiuola che ci fa tanto feroci»
In risposta alla citazione e al saluto che gli ho dedicato qua sopra, Ubi humilitas ha mandato questo messaggio, che pubblico facendo eccezione alla regola della firma: garantisco io sulla sua identità e realtà essendo stato con lui a messa e a tavola e avendolo abbracciato almeno due volte.
Cordiali saluti a tutti. La prima cosa che volevo dirvi è che il non intervenire più nel blog ha tanto giovato alla mia vita spirituale: mi ero fatto prendere troppo la mano scadendo più che spesso.
Sul tema che trattiamo, la modifica del Catechismo da parte di Papa Francesco, quello che penso si esprime brevemente: è stata resa giustizia alla Verità (detto ancora più chiaro: a Colui che è Via Verità e Vita).
Visto che ci sono, “na’ bottarella” – se Luigi consente – non me (ve) la faccio mancare: biasimo a destra e a manca per certi concetti espressi.
Una “botta” buona invece al Signor Calò – che magari sarà stato all’epoca uno dei miei più acerrimi nemici – che merita davvero per i suoi commenti. Quello del 5 agosto 2018 @ 13:39 [vedilo sotto il post del 2 agosto] è da scolpire nel marmo (e lo ritengo da applicare a destra e manca). Il Signor Calò merita il mio plauso per la brevità dei suoi commenti e per essere rimasto sempre in tema.
Porgo a tutti cordiali saluti augurandovi una proficua vita spirituale: ottimi combattimenti spirituali e ancor migliore “ascesi”.
Per par condicio, se Francesco 73 e Syriacus volessero rispondere al mio saluto avranno anche loro – per una volta: semel – la possibilità di parlare in maschera.
https://www.firstthings.com/web-exclusives/2018/08/pope-francis-and-capital-punishment
https://www.sabinopaciolla.com/card-avery-dulles-s-j-la-pena-di-morte-non-e-di-per-se-una-violazione-del-diritto-alla-vita/
Se l’argomento non lo rendesse impossibile, vedere con quanta lena Venturi si spende per la pena di morte farebbe persino tenerezza.
Relax yourself : Bergoglio resta papa, anche questo treno è andato.
Ubi humilitas, mi ricordo che spesso non eravamo d’accordo: nemici è una parola grossa. Del resto, non so loro ma io non mi considero nemico neppure della Venturi, né di Clodine né di Lugaresi, per quanto a volte mi faccia prendere dalla foga e possa dare l’impressione di alterarmi. Per il resto, si va e si viene (la Victoria Boe è da un po’ che non la vedo). Di tempo ne è passato da quando il buon Gioab imperversava nel blog; quasi quasi un po’ mi manca, e io sono invecchiato.
La pena di morte! Orrore! Vero,dovrebbe scomparire dalla faccia della terra.
Ma, se penso socraticamente, che dire, tutti moriremo prima o poi, anzi, la morte è considerata il minore dei mali; per San Paolo, poi, la morte è già nel mondo, se siamo nel peccato siamo vivi solo all’apparenza e siccome, non mi sembra di sbagliare se dico che il peccato regna sovrano,se non ci decidiamo a passare sotto il buon governo di Nostro Signore siamo già tutti dei morituri senza speranza con il fiato della morte che soffia sul collo dell’intera umanità.
Dunque, ci preoccupiamo se uno stato per proteggere l’incolumità dei cittadini decide per la soppressione? Guardando alla luna e non al dito penso che la Chiesa la quale, diciamocelo, non è proprio quella mammoletta in soave odore e di crimini antichi e nuovi anche recenti, che si tiene ben nascosti sotto tonnellate di polvere, ne ha commessi e ancora ne commette tanti. Penso anche che Papa Francesco , il quale in fondo in fondo da buon gesuita conosce perfettamente il potere enorme della sua congregazione nel bene come nel male, soprattutto nel male, e sapendo che la Chiesa in fondo non è che una minoranza nella maggioranza del mondo debba premurarsi di altro: della missione, ad esempio,che non consiste nell’occuparsi di ogni specie di cose strane che non la riguardano, ma di “altre” cose di fondamentale importanza; nel predicare Cristo, nell’essere suo testimone, proclamare il Vangelo, la buona novella: quella della vocazione dell’umanità peccatrice, annunciare il messaggio della VITA secondo lo Spirito. Questa è la missione affidata alla Chiesa e al Papa, l’unica che meriti di essere fatta con le finestre aperte sulle strade del mondo. Tutto il resto è crusca che il vento si porta.
Un breve affondo: se per voi, mettere una macina al collo e far sprofondare chi compie il male, chi scandalizza uno di questi piccoli -e di fronte al male puro, all’uomo dall’indole satanica, siamo tutti bambini indifesi- e scaraventarlo giù, negli abissi del mare, non semplicemente nel mare, ma addirittura negli abissi in modo tale che scompaia definitivamente dalla faccia della terra non è una condanna a morte totale in questa vita e nell’altra? A me sembra proprio di si. Parole di Gesù, non di Clodine , né della Venturi, ma di Gesù stesso. Provate a mettere una macina al collo ad un uomo vivo e darlo in pasto agli squali non è lo stesso che farlo sedere sulla sedia elettrica?
Il domenicano L. Bender, e chiudo commento, all’inizio degli anni ‘60, scriveva: “La dottrina tradizionale della Chiesa è che la pena di morte non è contraria alla legge divina, ma neanche è richiesta come necessaria da questa legge: la sua necessità dipende dalle circostanze. Un buon cattolico può sostenere in base a diverse circostanze e valutazioni delle medesime la pena di morte o la sua abolizione, ma non può arrivare a dire che l’infliggere questa pena sia una violazione del diritto naturale”
(Dizionario di Teologia morale, ed. Studium, voce “pena di morte”).
Bella cornice agostana, del tutto inutile , per sparacchiare un po di fango a capocchia su gesuiti e Chiesa.
Bergoglio casualmente sta nel mezzo, toh guarda, per caso si riceve la palata in faccia.
Che noia,che barba.
Ciascuno pensasse alle “missioni sua” sai quanto fiato risparmiato.
http://www.repubblica.it/online/mondo/barnabei3/amato/amato.html
Un bel articolo di Giuliano Amato, datato ma sempre attuale. Scritto in occasione della condanna a morte negli USA dell’italoamericano Rocco Barnabei dimostra come la coscienza laica pervenga facilmente all’illiceita’ della pena di morte. Figuriamoci come la deve considerare quella illuminata dal Vangelo. È anche un testo ben scritto che presento ancora ai miei allievi come esempio di testo argomentativo.
Alberto Farina
Qualcosa mi dice che anche la tortura rientra nelle opzioni compatibili con la vostra Buona Novella, anzi Ottima.
Anche il rogo agli eretici di oggi sarebbe per alcuni secondo logica compatibile con il Vangelo. Questi alcuni naturalmente ne sarebbero le principali vittime.
E ricordiamoci che se dichiariamo la liceità della pena di morte dichiariamo la liceita’ della condanna a morte in buona fede per blasfemia dei cristiani in alcuni paesi islamici.
Follia pura.
Dicasi m-i-o-p-i-a , quel difetto della vista in cui non tutto appare sfogato, ma solo ciò che si distanzia un tantino dall’essere appiccicato al proprio naso.
Qui nessuno è favorevole alla pena di morte, neppure i papi precedenti lo furono questo per inciso . Se mi attengo agli ultimi, che sono anche Santi , secondo la legge divina e la ragione naturale essi escludono qualsiasi diritto di uccidere direttamente un uomo innocente. Tuttavia, operando un distinguo fra il diritto alla vita dell’uomo “innocente” e il diritto alla vita di quello “colpevole” reo di reiterati crimini ,disciplinano giuridicamente una “norma morale” (compresa quella religiosa che assieme a quella sociale è ascritta nell’ambito delle norme morali) dalla “norma legale” o giuridica (comprendente la costituzione, le leggi, i decreti). Se usassimo lo stesso sistema con il crimine della pedofilia i predi pedofili continuerebbero a commettere i loro crimini felicemente coperti.Non comprendo donde questo impeachment, tale da disturbare il catechismo della Chiesa Cattolica . Non comprendo perché si debbano deplorare costoro, che sono stati Papi e Santi, e mettere sull’altare quest’altro che Santo non è ancora, forse non lo sarà mai o forse si non lo so.
Vorrei rammentare, se ce ne fosse bisogno, che la condanna a morte per blasfemia ai danni dei cristiani nei paesi islamici è opera dell’Isis, che è una organizzazione ideologica di matrice Troskysta, islamista la cui nascita è stata favorita dalla Nato e dagli USA per destabilizzare il Medio Oriente e soffocare i governi arabi nazionalisti moderati. Perché nell’Iran di Saddam -ba’thista- i cristiani avevano libertà nel professare la loro fede? Lo stesso primo ministro Tariq Aziz era cristiano e si vede che fine ha fatto.
Lo stesso dicasi della Siria di Assad, ma anche nei secoli precedenti ad Assad ,sempre la Siria è stata crocevia in dialogo con gli stati europei. Ora si focalizza l’attenzione su pena di morte si, pena di morte no, a fronte di un imminente scontro di civiltà causato dall’invasione programmata arabo-africana del suolo europeo, ben orchestra “da chi di dovere” , che trovo priva di senso, inutile, tanti e tali sono i problemi che assillano l’Europa e il mondo. Veramente,inutile.
Se uno scomoda i papi del passato, veda di farlo con retta coscienza e in toto.
La bufala galattica dello scontro di civiltà imminente ,per giunta concimata da quell altra balla della invasione programmata arabo africana del suolo europeo, con l aggravante della orchestrazione da parte di chissà chi, non varrebbe la pena di essere nemmeno citata se non fosse che i papi precedenti si sono spesi senza risparmio contro di esse.
Prima di gettare semi di odio a casaccio,sarebbe bene rifletterci e lasciar parlare loro, invece di cercare di vanificare il loro insegnamento.
Pensi a scomodare il suo cervelletto.
Far dire al Vangelo ciò che non vuole dire secondo me è un peccato molto grave.
Anche la soppressione degli embrioni, anche gli aborti , e stiamo parlando di 7 milioni e seicento mila bambini uccisi nella sola gran Bretagna negli ultimi decenni. Non è anche quella la condanna a morte un soggetto che non ha alcun potere di difesa? Curioso: la spesa per interrompere la gravidanza nessuno la vuole toccare come mai? Si taglia su tutto, ma la spesa sull’aborto il cui costo è attorno ai 1500 euro è erogata gratuitamente. Tagli sulla ricerca, sulle famiglie, sui disabili, tranne sulla pratica abortiva.
Eppure lo stesso San Paolo nella lista di peccati che escludono dal regno dei cieli cita la Pharmakeia, che riguarda gli intrugli, le preparazioni galeniche o droghe o rimedi abortivi adottati già all’epoca.
L’ Organizzazione mondiale della sanità per la diffusione e la campagna della contraccezione e dell’aborto sembra abbia scelto alcuni punti di un progetto di pianificazione familiare ideato da Frederick Jaffe già nel 1969. Una sorta di memorandum il quale fornisce alcune proposte per ridurre la fertilità umana mediante i seguenti strumenti: «ristrutturare la famiglia, posticipando o evitando il matrimonio; alterare l’immagine della famiglia ideale; educare obbligatoriamente i bambini all’idea del gender; incrementare percentualmente l’omosessualità; educare a limitare la famiglia; controllare la fornitura di acqua potabile;incoraggiare la donna a lavorare» mi sembra che gli ingredienti a livello mondiale ci siano tutti…
La battaglia del terzo millennio, diceva GPII ,si concentrerà attorno all’uomo perché il maligno che non può colpire Dio direttamente colpirà l’uomo. Questo è il drammi vero sul quale la Chiesa ha il dovere di porre una particolare attenzione, perché dietro un linguaggio apparentemente neutro si cela la promozione di misure disumane. Altro che pena di morte si, pena di morte no. La cultura di genere,o identità di genere, altro tassello alla distruzione dell’uomo, come disse BXVI , è una delle più grosse sfide che la Chiesa ha davanti perché vi è un attacco diretto al piano creativo di Dio e si vuol far passare il messaggio che ci troviamo di fronte a delle invenzioni culturali e che tutto il resto (omosessualità identità di genere) è “natura” che si affianca ad altre possibili,per cui ciascuno può scegliere il sesso che desidera pur mantenendo i propri attributi.
Sovvertire il piano creativo è la distruzione totale dell’uomo, prospettiva che travalica il problema della pena capitale, già di sé orribile. Come salvare l’uomo in questo tempo di negazione della civiltà cristiana, questa è la vera domanda cui urge dare risposte…
2258 del CCC « La vita umana è sacra perché, fin dal suo inizio, comporta l’azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente ».
2268 Il quinto comandamento proibisce come gravemente peccaminoso l’omicidio diretto e volontario. L’omicida e coloro che volontariamente cooperano all’uccisione commettono un peccato che grida vendetta al cielo.
Vedete che il Catechismo della Chiesa Cattolica è perfetto dall’inizio alla fine e in ogni sua parte..
Direi che gli ultimi tre post sono quanto meno fuori tema.
Andrea Salvi
Ma se abbandoniamo la saggezza del catechismo di Giovanni Paolo II , che decretava la pena di morte “non necessaria”perche’ormai ci sono altri metodi per proteggere gli innocenti dai criminali, e come ha fatto papa Francesco la si dice “inammissibile”in tutti i casi, inammissibile per principio perche’ attenta alla dignita’umana, allora si dovrebbe consannare anche la leggittima difesa.
Si dovrebbe quindi dichiarare la inammissibilita’ p e r un cristiano di uccidere per es. un terrorista che non possa essere fermato in altro modo e lasciarlo agire amche se questo comportala morte di innocenti.
Il problema e’che un conto e’dire che la pena di morte non e’piu’necessaria tranne in casi estremi , come diceva il catechismo di GPII , un altro e’dichiararla “inammissibile.”in tutti i casi.
La dignita’umana poiponon non e’solo evocabile per la pena di morte ma anche per l’ergastolo e persino per il semplice carcere detentivo. Ci sara’sempre chi vorra’svuotare le carceri perche'”disumane”.
Cosi’in nome del’umanita’e della dignita’umana avremo un mondo in cui la dignita’e i diritti dei criminali sono super-assicurati, molto meno quelli delle vittime.
Nessuno tocchi Caino, quanto ad Abele so’ cavoli suoi.
Un mondo senza pena di morte,ma con aborto ed eutanasia. Il Paradiso in terra dei Radicali e di Pannella, di cui ormai la Chiesa cattolica ha assorbito lo “spirito”, come si augurava Mons.Paglia.
Rif 19:57
Sicuramente lo sono per chi ragione a compartimenti stagni.
Il catechismo della Chiesa cattolica alla parte terza, sezione seconda,corrispondente al quinto comandamento, evidentemente non è dello stesso parere. A quel comandamento – “non uccidere”- corrispondono alcune voci tra le quali l’articolo in questione: il 2267 sulla Pena di Morte
Ciascuna di queste voci dalla prima all’ultima tratta quel “non uccidere” secondo il principio dei vasi comunicanti. Il tema, aperto al dibattito a 360 gradi non esclude ne ritiene nessuna di queste voci in “fuori tema”. Né una può annullare le altre. Tutte rimandano allo stesso principio morale secondo il quale ogni essere umano ha il diritto alla vita su temi quali: pena di morte, guerra,pace, aborto, eutanasia, il rispetto dell’anima, lo scandalo, l’omicidio per legittima difesa,l’omicidio volontario,la sanità pubblica ecc.
Non credo che i tre post gentilmente approvati da Luigi Accattoli siano fuori tema.
Nella sua instascabile attività di caccia balle, Venturi ne macina un paio fresche di giornata.
La cosa non stupisce: solo; di passaggio, va segnalata.
NON c è scritto da nessuna parte nel CCC, “un mondo senza pena di morte ma con aborto e eutanasia”.
NON c è scritto da nessuna parte nel CCC di un paradiso in terra, men che meno il Paradiso dei Radicali e di Pannella. Questa, ultima, non è solo una balla, ma e’ una fissazione personale della Venturi , come quella di ficcanasare dentro le mutande della gente.
Balla a tre piani ( e fissazione doppia su Paglia con cui la scrivente ha un evidente problema personale) il fatto che la Chiesa Cattolica abbia ormai assorbito lo spirito dei suddetti Pannella e partIto radicale.
Il fatto che Venturi ci riprovi ogni volta a farle maldestramente passare per dati di fatto non toglie che balle colossali ( e dette in malafede) restino.
” Vedete che il catechismo della Chiesa Cattolica è perfetto in ogni sua parte,dalla inizio alla fine”
Ottimo.
E poiché il Catechismo è tutt’altro che immodificabile , anzi che viene costantemente modificato, ci si attenga a questo principio aureo, senza bisogno che qualche spapessa in sottoveste e ciabatte si permetta di dire QUALE catechismo sia perfetto e quale noi, naturalmente in base al dolere dei suoi calli spirituali….
Mi permetto anche di segnalare che quello che viene oggi celebrato – e giustamente!!!- come saggio e come santo, Giovanni Paolo II, dalle stesse devote tastiere è stato tacciato senza problema di odor di eresia evidente per ” lo spirito di Assisi” per le richieste giubilari di perdono, per le aperture agli ebrei e ai musulmani.
Infortuni del seguire i propri calli, anziche’ la Chiesa.
Infortuni che incorre la Chiesa quando anziché seguire Cristo segue i suoi, di calli. Ciascuno consapevolmente si domandi se la Chiesa sta camminando nella strada giusta. Ogni cristiano che sia veramente cattolico ha il dovere di farsela questa domanda.
Forse non sempre è chiaro chi siamo veramente noi, che formiamo questa Chiesa: un popolo che andrà sempre a tentoni, privo di luce, cieco, se anziché percorrere la strada battuta da Colui che è la Via la Verità la Vita con la lampada ben accesa segue ogni inveterata verità umana. Chi vuole essere pusillanime in un tempo minaccioso come questo che esige non una minore, ma una maggiore responsabilità, non un minore ma un maggiore impegno ebbene lo sia, ne rispondera’ a tempo debito. Io scelgo di non esserlo proprio perché Credo nella Chiesa e mai , mai pusillanime né nella fede né nelle azioni. Mai!
Purtroppo, cara Maria Cristina, si verificherà lo scenario che hai tracciato che va oltre la cosa in sé, per quanto all’apparenza potrà sembra giusta: un conflitto tra norma e norma, tra valore e valori moralmente rilevanti, e il piano è già inclinato al punto da creare l’inevitabile slittamento.
Modificare anche un solo articolo del Catechismo è un’operazione talmente gravida di conseguenze, è una tale cogente responsabilità che Giovanni Paolo II nella “Veritatis Splendor” non osò, e per le questioni morali particolari, presenti come problemi nei vari ambiti dell’esistenza, rimandò esplicitamente al Catechismo della Chiesa Cattolica né osò aggiungere né omettere una sola virgola poiché , disse il CCC “contiene un’esposizione completa e sistematica della morale cristiana”. Sapeva bene il rischio che si corre attribuendo uguale valore di verità alle diverse opinioni quasi per il solo fatto che vengono affermate. Non solo il rischio di relativizzare, ma di legittimare in maniera non corretta ogni possibile soggettiva interpretazione e perciò richiamava alla prudenza circa il pericolo di fraintendimenti ed equivoci. Nè mancava di rammentare l’importanza che riveste per la vita morale dei fedeli la Rivelazione e la Tradizione della Chiesa.
Io credo che le verità di fede tipo la verginità della Madonna, la resurrezione, l’assunzione, eccetera, se si accompagnano ad una visione utilitaristica, umana del Vangelo, socratica per dirla con Clodine, non sono altro che raccontini buoni per fare addormentare i bambini. E’ l’energia che scaturisce dal significato di tali accadimenti, in primis la forza incommensurabile della resurrezione, che rende la fede ciò che è. Il “minchia, e se vado a picco?” (scuserete l’eccessivo realismo) di Pietro sulle acque del lago fu molto socratico, legato alle esigenze pratiche della sopravvivenza: la Vita, quella è un’altra cosa, senza tanti calcoli, pesi e misure.
Caro Luigi, mi pare che sul piano teorico si sia detto ormai tutto quello che c’era da dire. La chiesa era contraria alla pena di morte anche prima di Francesco, ma non si spingeva ad affermarne l’inammissibilità in senso assoluto. Francesco sembra che l’abbia fatto, anche se non è chiaro sulla base di quale criterio e con quali conseguenze sul principio della legittima difesa. Bene, ora però mi piacerebbe scendere alla pratica.
In pratica, la pena di morte è un problema innanzitutto e soprattutto della Cina. Ma della Cina hanno tutti paura e anche Amnesty International da un po’ di anni si astiene prudentemente dal pronunciarsi su ciò che le autorità cinesi considerano un segreto di stato! Nel rapporto sulla pena di morte del 2017 (riferito all’anno precedente), la benemerita associazione si limita pudicamente ad avvertire i lettori che i «dati non includono le migliaia di sentenze capitali che si ritiene siano eseguite in Cina». Quindi pubblica un rapporto sulla pena di morte nel mondo senza dire nulla sul paese in cui si esegue la grande maggioranza delle condanne capitali!
Poiché però nel Catechismo il papa ha fatto scrivere che la chiesa «si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo», non abbiamo dubbi che il tema sarà sollevato “con determinazione” dal Vaticano nelle sue trattative con il governo cinese e che non si arriverà a nessun accordo senza un cambiamento della politica del Celeste Impero in materia.
A parte la Cina, le poco più di mille esecuzioni capitali del 2016 sono avvenute per quasi il 90 % in Iran, Arabia Saudita, Iraq e Pakistan. Si direbbe quindi che – dopo che un problema cinese – la pena di morte sia un problema musulmano. Anche qui siamo in fiduciosa attesa di iniziative vaticane per la sua abolizione in questi paesi. (En passant ricordiamo che in uno di questi paesi è sospesa ad una condanna a morte la vita di Asia Bibi, colpevole solo di essere cristiana …)
Gli unici due paesi “noncinesi e nonmusulmani” in cui sono state eseguite sentenze capitali nel 2016 sono la Bielorussa (4) e gli Stati Uniti (20). Però, siamo onesti, chi di noi, seguendo tutto il dibattito di questi giorni, non ha pensato immediatamente agli Stati Uniti? E chi di noi non ha, istintivamente, collocato lì le presumibili future espressioni del “determinato impegno” ecclesiastico a lottare per l’abolizione della pena di morte? Chi non si è immaginato preti e suore con i cartelli davanti ai penitenziari, “forti” dichiarazioni dei vescovi, da noi vibranti editoriali di Avvenire e Famiglia Cristiana, “scomuniche” a Trump e via discorrendo?
Ora, è vero che nel mondo dei principi la quantità non conta: l’ingiustizia di un solo atto ingiusto è ingiusta quanto quella di mille, e quindi anche una sola condanna a morte è inammissibile (se lo è per principio). Ma nel mondo dei fatti, invece, la quantità conta eccome. E nel mondo dei fatti, non è possibile vedere nella pena di morte come un’emergenza umanitaria di primo piano (se non in Cina e nell’Islam, come si è visto). I ventiquattro condannati a morte, presumibilmente colpevoli di gravi delitti, che nel 2016 sono stati uccisi legalmente nel mondo “cristiano” (uso impropriamente questo termine, ma spero si capisca che cosa intendo) possono sì essere un problema, ma incomparabilmente inferiore, anzi sideralmente lontano dal problema costituito dalle centinaia di migliaia, se non dai milioni di esseri umani, sicuramente innocenti, legalmente uccisi con l’aborto.
Se si è avvertita l’urgenza di cambiare l’art. 2267, dal punto di vista di un’attenzione morale seria alla realtà dei fatti sarebbe perciò ancor più opportuno un altro intervento del papa per inserire nel Catechismo, ai numeri che trattano dell’aborto (2270-2275), l’affermazione che «la chiesa si impegna con determinazione per l’abolizione delle leggi che autorizzano l’aborto». Non ti pare?
Rif 23.22
Il catechismo può cambiare? Si, vero. Lo ha fatto tante volte nel corso dei sjecoli, precisando maggiormente alcuni argomenti. Ma altro è “cambiare” nel senso di “precisare”, “affinare” e altro è ” ribaltare ” cioè passare da “ammissibile con riserva” ad “inammissibile”.
Siamo ormai, ahimè, abituati ad ascoltare affermazioni del tipo “la dottrina non cambia” , ma qUeste affermazionisono come quelle dei cortigiani che magnificano il vestito del re ( mentre un bambino, ingenuo, afferma : ma il re è nudo!)
Solita fuffa,Zezza, solita aria fritta.
Chi è che stabilisce cosa è “argomentare” affinare” e cosa “ribaltare”?
Zezza.
Dunque,il re è veramentè stranudo, il che non è un bel vedere.
Passiamo a qualcosa di più serio e andiamo oltre.
Sempre per restare nel mondo dei fatti, mi piacerebbe sapere che ne pensi, caro Luigi, della presentazione dell’attuale momento del papato di Francesco fatta in questo articolo: https://www.catholicnewsagency.com/news/can-pope-francis-council-of-cardinals-still-deliver-on-reform-86511#.W2sP-xjE0QU.twitter.
Non conosco l’autore, ma mi pare equanime, informato e capace di sintetizzare bene il suo pensiero, ad esempio quando scrive: «The result of the peculiar Parolin-Marx dynamic is that, under Francis, the Church has inched toward a federalized approach to teaching and discipline, even as administrative power in the Curia becomes more centralized».
Nel frattempo, Tosatti osserva che il papa non fa più “concistori segreti”, cioè riunioni plenarie in cui tutti i cardinali possono prendere la parola, e si chiede quale sia il motivo di questa “strana” opzione in stridente contrasto con l’asserità volontà di ascolto e collegialità.
Rif 22.47
Ribaltare è passare da “si”a “no” o viceversa.
Basta una conoscenza dell’italiano da quinta elementare per comprenderlo.
Ma dice il proverbio : non c’è maggior tonto di chi non vuol capire.
Concordo perfettamente
Mentre ci sei , vedi, nella tua monochiesuzza personale in cui ti fai giudice e signore della verità, di sostituire il catechismo con l Abecedario.
Più fruttuoso.
Riferimento ore 12.14 del 9 agosto.
Il catechismo della Chiesa Cattolica e’ rivolto ai cattolici
L’eco sui non cattolici non è il suo primo scopo, perché evidentemente questi ultimi non si sentono vincolati da una autorità che non riconoscono.
Sono i cattolici, di ogni nazionalita’, americani compresi i primi destinatari. E si sa che negli USA, anche tra certi cattolici, sopravive una mentalità favorevole alla pena di morte. Su Trump la Chiesa Cattolica non ha nessuna autorita’, perché non è cattolico.
Comunquesto se questo “messaggio” potesse superare i confini della Chiesa Cattolica mi augurerei che i primi a poterne beneficiare fossero i perseguitati per motivi religiosi e anche politici.