I preti pedofili e lo stupore del papa

Quando leggo le storie delle vittime di questi abusi mi è difficile comprendere come sia possibile che dei preti abbiano tradito in questo modo la loro missione“: così ha parlato Benedetto ai giornalisti ieri in aereo, mentre volava verso Washington. Ha detto altre parole importanti – “grande sofferenza”, “profonda vergogna” – ma scelgo di fermarmi a queste che mi raggiungono di più perchè in esse trovo un uomo che come me, mia moglie e i miei figli si stupisce di quello che apprende – fa forza a se stesso nella triste necessità di informarsi – e dice: “Ma si può?”

72 Comments

  1. Francesco73

    “grande sofferenza” e “profonda vergogna”, sono le giuste parole, che ricollegano il sentimento dell’uomo alla responsabilità del pastore universale e alla necessità di mondare il sistema, che ha consentito coperture e sottovalutazioni

    non c’è niente da fare, i Papi sono efficaci soprattutto quando parlano a braccio

    16 Aprile, 2008 - 8:44
  2. Scusate, ma devo dire che questo stupore un po’ mi irrita, questo soprendersi, questo candore, se da una parte è bello dall’altro mi ferisce per una sua certa ingenuità, un po’ infantile e un po’…clericale (scusate l’aggettivo, ma non ne trovo di migliori). Ci sento dietro una visione “angelicata” del sacerdozio, dell’essere prete, che è proprio secondo me “uno” dei problemi, forse delle cause (soprattutto nella formazione dei seminaristi, nella retorica della sublimazione invece della maturazione…) di questo enorme scandalo, di cui giustamente – e questo è la parte che sento più congrua – ci si vergogna profondamente. Ecco, secondo me non è più il tempo dello stupore, è tempo di fare uno sforzo in più (più coraggio, più umiltà, più libertà) per capire da parte della nostra Chiesa (cioè noi tutti) e dei nostri Pastori cosa sia capitato o stia capitando.

    16 Aprile, 2008 - 9:45
  3. Innanzitutto benarrivato in America, Luigi. Certo non riesco a immaginare il clima a bordo del 777 papale, ci farai un post? Te lo dico provocatoriamente: a diecimila metri di quota, Dio è più vicino? Perché per me che sto a terra e quando volo ho paura di cadere, “più vicino a Te, mio Dio”, è un desiderio che viene dal cuore.

    Detto questo, sulla pedofilia dobbiamo prendere atto che questo Papa ha le idee molto chiare e non ne vuole più sentire parlare. Ben venga la linea dura, la condanna e il riconoscimento degli errori. Ora serve un giro di vite tremendo, perché la Chiesa americana e quella mondiale in generale DEVE essere una casa sicura per tutti. Soprattutto per i bambini: meglio buoni preti che tanti preti. Grazie, Santità.

    16 Aprile, 2008 - 12:30
  4. marta paola

    L’ho vista Luigi, durante il servizio del TG 1 delle 13.30 sull’aereo in piedi vicino al finestrino, felice di sapervi ben arrivati!
    Quando studiavo per diventare educatrice d’infanzia mi ricordo che il professore di psicologia ci disse un giorno che tutte le attività in cui erano coinvolti i bambini potevano essere a rischio pedofilia. Cerco di spiegarmi meglio ehm… Quasi sempre chi sceglie di lavorare con i bambini è attratto inconsciamente da queste personcine ma le persone sane ed equilibrate non rischieranno mai di degenerare sublimando questa attrazione o razionalizzandola, trasformandola in dedizione e sincero amore.
    Saluti a tutti

    16 Aprile, 2008 - 14:01
  5. Luigi Accattoli

    E brava Marta Paola, dunque avete la prova testimoniale che sull’aereo c’ero davvero! Alessandro Iapino, a vederlo lì papa Benedetto, a pochi metri, cortese e inerme, davanti alle telecamere e ai taccuini, che ci diceva che provava vergogna e faceva difficoltà a comprendere – ecco quella difficoltà era come evidente, palpabile. Dietro quelle parole ho immaginato il cardinale Ratzinger – massimo responsabile a livello curiale delle procedure contro i preti pedofili – costretto a leggere dissier su dossier, che chiude gli incartamenti be va alla finestra a prendere fiato e sospira.

    16 Aprile, 2008 - 14:15
  6. Luigi Accattoli

    Ecco la traduzione dall’inglese delle parole dette dal papa in aereo sui preti pedofili, durante la conversazione con i giornalisti – traduzione fornita dalla Sala Stampa vaticana: È una grande sofferenza per la Chiesa negli Stati Uniti e per la Chiesa in generale, e per me personalmente, il fatto che tutto ciò sia potuto accadere. Se leggo i resoconti di questi avvenimenti, mi riesce difficile comprendere come sia stato possibile che alcuni sacerdoti abbiano potuto fallire in questo modo nella missione di portare sollievo, di portare l’amore di Dio a questi bambini. Sono mortificato e faremo tutto il possibile per assicurare che questo non si ripeta in futuro. Credo che dovremo agire su tre piani: il primo è il piano della giustizia e il piano politico. Non voglio in questo momento parlare dell’omosessualità: questo è un altro discorso. Escluderemo rigorosamente i pedofili dal sacro ministero: è assolutamente incompatibile e chi è veramente colpevole di essere pedofilo non può essere sacerdote. Ecco, a questo primo livello possiamo fare giustizia ed aiutare le vittime, che sono profondamente provate. Questi sono i due aspetti della giustizia: uno è che i pedofili non possono essere sacerdoti e l’altro è aiutare in ogni modo possibile le vittime. Poi, c’è il piano pastorale. Le vittime avranno bisogno di guarire e di aiuto e di assistenza e di riconciliazione. Questo è un grande impegno pastorale e io so che i Vescovi ed i sacerdoti e tutti i cattolici negli Stati Uniti faranno il possibile per aiutare, assistere, guarire. Abbiamo fatto delle ispezioni nei seminari e faremo quanto è possibile perché i seminaristi ricevano una profonda formazione spirituale, umana ed intellettuale. Solo persone sane potranno essere ammesse al sacerdozio e solo persone con una profonda vita personale in Cristo e che abbiano anche una profonda vita sacramentale. Io so che i Vescovi ed i rettori dei seminari faranno il possibile per esercitare un discernimento molto, molto severo, perché è più importante avere buoni sacerdoti che averne molti. Questo è il nostro terzo punto, e speriamo di potere fare e di avere fatto e di fare in futuro ogni cosa sia in nostro potere per guarire queste ferite.

    16 Aprile, 2008 - 17:32
  7. Sumpontcura

    Signore Dio, grazie di averci dato un pastore come papa Benedetto, in grado di comporre in armonia la fede, la carità, la ragione e il buon senso. Ma tremo all’idea dello scempio che di queste parole faranno i buoni laicisti di tutto il mondo.

    16 Aprile, 2008 - 18:23
  8. Sumpontcura

    Qualche riflessione in margine.
    E’ così spaventosamente semplicistico tentare di inserire anche i fatti più scandalosi e orribili (come gli episodi di pedofilia dei preti) nel quadro della lotta fra bene e male, come uno dei più insidiosi e nauseanti assalti del demonio contro la Chiesa di Cristo?
    Ad ogni episodio di cosiddetta pedofilia (in realtà: violenza sessuale e scandalo nei confronti di un essere inerme che si è fiduciosamente affidato al suo aguzzino!), Satana brinda:
    – per le sofferenze della vittima, che ne rimane, spesso, marchiata nell’anima per tutta la vita;
    – per l’orrido peccato commesso dall’aguzzino (meglio, dice Gesù, una macina al collo e un viaggetto al fiume più vicino);
    – per il fango gettato addosso alla Chiesa nel suo insieme, la cui attività di apostolato è resa inattendibile e vana, con la complicità di compiaciutissimi nemici di Dio e ingenui credenti autofustigatori in buona fede;
    – per l’orgia contro la verità, orchestrata da false vittime in cerca di quattrini facili, avvocati compiacenti che ingrassano in una miniera d’oro fondata sul ricatto, giornalisti che in questa melma maleodorante intingono la penna, riempiono bicchieri e li offrono a un pubblico a sua volta vittima, che beve, schiocca la lingua e poi si finge scandalizzato.

    Ma forse c’è di peggio. (Al post seguente.)

    16 Aprile, 2008 - 18:24
  9. Sumpontcura

    (Seguito e fine.)

    La Chiesa gerarchica, i successori di Pietro e degli Apostoli, sono schiacciati in una condizione in cui è impossibile non solo vincere ma anche pareggiare:
    – se provano a nascondere i fatti, nel tentativo di troncare lo scandalo, sono (giustamente) accusati di complicità;
    – se ammettono i fatti ma li attribuiscono ai preti peccatori, insistendo sull’estraneità della Chiesa nel suo insieme, sono accusati di atteggiamento ipocrita e pilatesco;
    – se predicano la tolleranza zero e isolano senza pietà i responsabili, sono accusati di scarsa carità cristiana nei confronti di orribili peccatori, sì, ma in definitiva esseri umani anche loro;
    – se prima di prendere decisioni su ogni singolo episodio vogliono vederci chiaro, sono accusati di non avere la giusta pietà per le vittime (anche presunte);
    – se condannano gli episodi ma li considerano, appunto, episodi, sono accusati di criminale ipocrisia e superficialità;
    – se individuano nella formazione dei preti la causa remota di certi comportamenti, e insistono sulla severa e inflessibile repressione di atteggiamenti ambigui dei seminaristi, sono accusati di inaccettabile omofobia, violenta e innaturale repressione degli istinti, ecc. ecc.

    Dove voglio andare a parare? Non voglio andare a parare. Ma non potrebbe, un credente, provare a considerare vittima la Chiesa, aggredita e violentata, e a difenderla dai suoi nemici: interni, esterni e preternaturali?

    16 Aprile, 2008 - 18:25
  10. Clodine

    Caro Dott Luigi. Ho cercato tantissimo tra la gente, ma non sono riuscita a intravederla, però sapevo che era li e pensavo:” Ma guarda che onore: tra quella gente vicino al pontefice c’è il nostro “amministratore” il nostro “padron”. Sbirciavo nel tentativo di riconoscerla tra la folla dei presenti ma, niente da fare! Il pensiero comunque era da lei..

    Condivido in pieno con Marta Paola e con il mio amico Iapino. Effettivamente tutto questo stupore, questo “sgranare gli occhi” su una realtà così diffusa nell’ambiente, non dico che irrita perché è motivo di vergogna e sofferenza, però fa riflettere. Perché i provvedimenti solo dopo, quando sappiamo che c’è sempre stata la parte malata, la non essenza, il buco nero nella chiesa?Non è mai stato fatto nulla arginare il fenomeno, nulla per falcidiare alle radici quanto si macchiavano di questi delitti, nulla perché le prove di quanti hanno avuto il coraggio di denunciare trovassero giustizia. E questo grida vendetta al costetto di Dio. Fare pulizia ed ” esercitare un discernimento molto, molto severo, perché è più importante avere buoni sacerdoti che averne molti” era un processo che andava fatto molto molto prima. Gli scandali nella chiesa, si sa, sono da sempre!

    Sto facendo una ricerca nell’ambito della pittura e storia dell’arte nel medioevo e la mia attenzione si è focalizzata sui clerici vagantes i quali privi del senno ne combinavano di cotte e di crude, compresi stupri ed ogni genere di violenza. Erano ribelli nei confronti delle imposizioni della Chiesa e inclini quindi al vizio e alla goliardia più sfrenata. Siccome la natura dell’uomo è quella che è siamo spiriti incarnati, aftti di anima e corpo. Sicché scindere le due dimensioni npn si può senza generare i mostri! Purtroppo.

    Ritengo sia impossibile pretendere una “coporeità angelicata”, non è credibile e provoca queste storture e aberrazioni. c’è troppa sessuofobia tra i seminaristi e questa nuoce alla formazione umana e cristiana dei preti la maggior parte dei quali è di una immaturità affettiva allucinante!

    16 Aprile, 2008 - 18:49
  11. targum55

    Se la Chiesa è vittima, i cristiani sono vittime e si difendono con la logica illogica del discorso della montagna (o della pianura).

    16 Aprile, 2008 - 18:53
  12. Sono fermamente convinto che il Maligno operi, quindi non prendo affatto sottogamba le parole di Sumpontcura.
    Ma temo che Clodine centri il problema. Roma raccomanda da sempre una profonda maturità affettiva dei seminaristi, ma 1) gli aspiranti preti sono talmente pochi che in qualche seminario non si va per il sottile e 2) temo il mix tra secolarizzazione e ascetismo che si può creare da qualche parte; probabilmente noi italiani siamo tutto sommato più robusti, in America dev’esser successo di peggio.

    16 Aprile, 2008 - 18:56
  13. FABRICIANUS

    Condivido le parole del Santo Padre….Hanno il merito della chiarezza e della fermezza su un tema molto duro.
    E’ vero, spesso ci sono state delle complicità e coperture….Ciò reca molta sofferenza…..Ma ancora una volta il Papa non “nasconde la testa sotto la sabbia”
    e affronta con decisione il problema. Grazie Benedetto.

    Un caro saluto a tutti, a Luigi negli USA e a tutti voi.
    BUONANOTTE,
    F.

    16 Aprile, 2008 - 21:59
  14. felixcivitas

    Anche a me ha colpito molto il carattere puntuale e “programmatico” di questo discorso: laddove qualsiasi “accento” (come ha scritto Sumponctura) sarebbe stato fonte di nuova accuse e polemiche, questo Papa ha saputo rispondere conciliando fermezza e senso della misura.
    Subito dopo la sua elezione si era sentito dire che, in quanto personaggio più “intellettuale” (e quindi in qualche modo più “freddo” o più “dogmatico”), non sarebbe mai stato all’altezza del suo predecessore.
    Magari non avrà la stessa presenza scenica (che peraltro non è d’obbligo), ma non mi sembra meno determinato, meno umanamente partecipe, meno moderno di Wojtyla e inoltre – ripeto, è un’impressione – sa infondere in chi ascolta tranquillità e sicurezza (e queste sì che sono doti da “pastore”).
    Se la forza di questo Papa ancora non era evidente ai più, forse questa occasione più di ogni altra prima d’ora la sta mettendo in luce.

    16 Aprile, 2008 - 22:52
  15. ignigo74

    Io credo che se gli aspiranti preti invece che vivere separati dal mondo nei seminari venissero suddivisi in gruppetti nelle parrocchie della diocesi e affidati a preti svegli, certe problematiche emergerebbero subito come anche certi carismi. Il modo migliore per vedere se uno ha problemi psicologici è metterlo tra i bambini, le donne gli uomini ovvero nel mondo senza costruirgli il rifugio (seminario vuol dire proprio questo, “rifugio”…) tutto questo va fatto ovviamente prima dell’ordinazione: non basta il sabato pomeriggio in parrocchia per recuperare il contatto con la realtà! Se c’è qualche problema in un candidato, collocato in una comunità non filtrata come quella parrocchiale, il problema verrà fuori subito: è il seminario che favorisce il nascondimento di queste gravi patologie, amplificate dalla nostra cultura e certamente anche dal Nemico. I preti veri sono innanzitutto uomini veri, questo è il punto! Basta con i preti femminielli che non sanno cambiare la ruota di una macchina! Basta con i preti egotici che non sanno come vive la gente nel mondo reale! Clodine dice cose vere, verissime, che sottoscrivo.

    17 Aprile, 2008 - 7:27
  16. Salve a tutti, mi inserisco dopo mesi di interessata lettura del blog di Accattoli, che finora ho preferito leggere “su carta” sia sul Corriere che sul Regno.Condivido l’apprezzamento sullo stile di Benedetto XV e credo che sul tema dei preti pedofili la linea papale sia quella giusta.
    Condivido il dolore anzitutto per le piccole vittime, ma anche per la Chiesa che viene colpita dallo scandalo (pensate alle comunità dei preti coinvolti!).
    Qualche anno fa un mio confratello lasciò il ministero e fuggì con una donna adulta e consenziente. Il suo povero successore impiegò tre anni per riuscire ad avere di nuovo ascolto e credibilità!
    Affidiamoci alla grazia, ma anche alle scienze umane nella formazione dei seminaristi. I futuri preti sono giovani figli del proprio tempo, come i loro coetanei li vedo molto fragili e anche un po’ “analfatebeti” dal punto di vista affettivo.

    17 Aprile, 2008 - 7:35
  17. marta paola

    …..Sto facendo una ricerca nell’ambito della pittura e storia dell’arte nel medioevo e la mia attenzione si è focalizzata sui clerici vagantes…

    Affascinante Clodine, veramente affascinante!
    Buon giorno a tutti, sogni d’oro al dottore Acccattoli!!

    17 Aprile, 2008 - 8:00
  18. Leggo con grande interesse gli interventi di tutti. Mi porto a casa come una “notizia” questa frase del Papa: “è più importante avere buoni sacerdoti che averne molti”.

    Spero che si cominci ad ascoltare questo Papa sopratutto nel Seminario romano (che negli ultimi 35 anni ha cacciato per inefficienza almeno un paio di direttori in linea con questa idea del Papa).

    Mi sento assai vicino alle osservazioni di ignigo, Aggiungo che ho visto e conosciuto negli anni (ho ancora negli occhi, p.e., l’immagine di una messa subito dopo la morte di don Andrea Santoro) eserciti di ragazzini azzimati, vestiti da Dolce&Gabbana, curatissimi nel look (notai varie sopracciglie rifatte, unghie limate e affini)… una traduzione alla Maria De Filippi della dignità e della pulizia del sacerdote, dell’uomo. Sembrava una comitiva di scout debosciati (mi si consenta), che cianciavano sottovoce durante la messa come oche comari…

    Qua e là, in un mare di perfettissimi (e già santi!) omini in collare, qualche volto aperto e solare… grazie a Dio… Uno di questi, sopresa, di un amico che non vedevo da anni… l’avevo lasciato in ricerca e pronto ad un pellegrinaggio a Compostela con il suo padre spirituale (poi, per i casi della vita, mio parroco per 2 anni all’Esquilino)… Lo ritrovai seminarista. Sereno, composto, bello, se posso dirlo: “Sono ancora in ricerca. Ma mi sa che ho trovato la strada che il Signore mi indicava. Prega per me” mi disse.

    17 Aprile, 2008 - 8:52
  19. porca miseria: 23 righe!!!

    17 Aprile, 2008 - 8:53
  20. don78

    ops! Non ho mai forato… nè quindi mai cambiato la ruota della macchina… onestamente non so come me la caverei… comincio ad avvertire una certa crisi d’identità…

    17 Aprile, 2008 - 9:36
  21. Mi aggiungo con discrezione al gruppo degli amici di Luigi, dopo anni di frequentazione dei suoi articoli e scritti, soprattutto sul Corriere e sul Regno.
    Da prete di periferia, che non ha tempo di andarsene in giro tutto “stirato” ho notato anch’io nelle ultime generazioni di preti una crescente tendenza a presentarsi ben “incasellati” nella divisa e in fondo nello stereotipo un po’ oleografico e preconciliare. I nostri seminari devono riuscire a sfornare dei preti che siano uomini a tutto tondo, che non si nascondono né dietro la veste né dietro uno schema predefinito. Siccome nessuno è esente da peccato, ogni tanto vado a rileggermi questa preghiera di Madeleine Delbrel, sperando di assomigliare almeno un pochettino a questo suol bel ritratto di prete:
    UN VERO PRETE
    di
    Madeleine Delbrêl (da Essor au déclin du clergé français, 1950)
    L’assenza di un vero prete è, in una vita,
    una miseria senza nome.
    Il più gran regalo che si possa fare,
    la più grande carità che si possa arrecare
    è un prete che sia un vero prete.
    Egli è l’approsimazione più grande
    che si possa attuare quaggiù
    della presenza visibile del Cristo.
    Nel Cristo c’è una vita umana e una vita divina.
    Anche nel prete vogliamo ritrovare
    una vita veramente umana
    e una vita veramente divina.
    La disgrazia è questa:
    molti preti sembrano come amputati
    sia dell’una che dell’altra.

    1. UN PRETE UOMO
    Ci sono dei preti
    che sembra non abbiano mai avuto una vita d’uomo.
    Non sanno pesare le difficoltà di un laico
    di un padre o di una madre di famiglia
    con il loro vero peso umano.
    Non percepiscono
    veramente , realmente , dolorosamente
    che cosa sia una vita di uomo o di donna.
    Quando dei laici cristiani
    incontrano finalmente un prete che li capisce,
    che entra con il suo cuore d’uomo nella loro vita,
    nelle loro difficoltà,
    non perdono più il ricordo.
    A una condizione:
    che se egli immerge la sua vita nella nostra
    lo faccia senza vivere in tutto e per tutto come noi.
    I preti hanno per molto tempo
    trattato i laici da minorenni;
    oggi, alcuni preti, passando all’estremo opposto
    divengono dei compagni.
    Vorremmo invece che restassero padri.
    Quando un padre di famiglia ha visto crescere suo figlio
    non lo tratta più come un bambino
    ma ormai come uomo
    pur considerandolo sempre come suo figlio:
    un figlio, uomo!

    2. IL SEGNO DI UN’ALTRA PRESENZA
    Abbiamo ugualmente bisogno
    che il prete viva di una vita divina.
    Il prete, pur vivendo in mezzo a noi,
    deve rimanere al di fuori.
    I segni che attendiarno di questa presenza divina?
    LA PREGHIERA
    Ci sono dei preti che non si vedono mai pregare
    (quello che si chiama pregare!)
    La gioia:
    quanti preti affacendati, angosciati!
    La forza:
    il prete deve essere colui che tiene.
    Sensibile, vibrante, mai però demolito.
    La libertà:
    vogliamo il prete libero da ogni formula,
    liberato da ogni pregiudizio.
    Il disinteresse:
    Ta.lvolta ci sentiamo utilizzati da lui;
    egli dovrebbe al contrario, aiutarci
    a portare a compimento la nostra missione.
    La discrezione
    dev’essere colui che tace
    (si perde la fiducia in chi ci fa troppe confidenze)
    La verità:
    sia colui che dice la verità.
    La povertà:
    é essenziale. Qualcuno che é libero di fronte al denaro
    colui che é soggetto come a “una legge di gravità”
    che lo trascina istintivamente verso i più piccoli
    verso i più poveri.
    il senso della Chiesa, infine.
    Non parli mai con leggerezza della Chiesa,
    come se fosse uno di fuori.
    Un figlio é subito giudicato
    se si permette di giudicare sua madre.

    3. LA MASCHERA E IL VOLTO
    Ma spesso un terza vita
    invade le prime due e la sommerge.
    Il prete diventa l’uomo della “vita ecclesiastica”
    dell’ “ambiente clericale”:
    il suo vocabolario
    il suo modo di vivere,
    la sua maniera di chiamare le cose
    il suo gusto dei piccoli interessi
    e delle piccole contese di influenza
    Tutto questo gli mette una maschera
    che ci nasconde dolorosamente il prete
    questo prete
    che senza dubbio rimane
    dietro di essa.
    L’assenza di un vero prete è, in una vita,
    una miseria senza nome,
    la sola miseria.

    17 Aprile, 2008 - 10:54
  22. Un uomo che è uomo, digiamolo, deve saper cambiare una ruota. Sennò don 78, che fa? Gli dice: “Non habemus, desolatus”, come Vittorio Gassmann ai preti ne Il Sorpasso?

    17 Aprile, 2008 - 11:22
  23. sono un po’ scarso anche io… comunque… in tema di gomme 😀

    17 Aprile, 2008 - 11:22
  24. A proposito di auto: suor Pascalina, “la Papessa”, un bel giorno fu pizzicata per eccesso di velocità a Roma. Tornata in Vaticano lo disse a Pio XII. Papa Pacelli, serio serio, le iniziò a dire: “Figliola, correre in auto è peccato…”, e lei pronta: “Ma Santità, stavo recapitando il suo discorso alla Lateranense!”. Pacelli sorrise e continuò: “… è peccato anche se si sta facendo per un nobile motivo…”

    17 Aprile, 2008 - 11:24
  25. “Mi si consenta”? Ah, lo spirito dei tempi! 😀

    17 Aprile, 2008 - 11:27
  26. ignigo74

    don78: VERGOGNA!

    17 Aprile, 2008 - 11:32
  27. Clodine

    Cari moralista Ignigo Marta paola e tutti noi che stiamo commentando su questo post, mi sembra che condividiamo lo stesso pensiero: c’è troppa presunzione di sacralità in questo sacramento dell’ordine, che bisogna sfatare ragazzi miei!
    Una presunzione che non è di partenza, ma aquisiscono, questi giovani, man mano che vengono inquadrati, indottrinati, in una sorta di lavaggio del cervello. Questo funzione per una 10 decina d’anni (su per giù) fintanto che c’è l’entusiasmo dopo di che vengono fuori le crisi inevitabili. Quando si rendono conto della loro fragilità, dei loro bisogni- puntualmente messi da parte- arriva la crisi. La presunzione consiste appunto nel non riconoscere la loro umanità, quasi il sigillo sacramentale fosse una sorta di macumba che li rende immuni dal mondo, perché questo gli è stato detto :” siate nel mondo Ma Guai ad essere del mondo”: voi siete perfetti, santi e immacolati, messi da a parte e incontaminati, guai a voi se… Ma, mi sbaglio o è “la carne e lo spirito che esultano nel Dio vivente”!!?? E per Paolo non è forse “il profumo della carità il sacrificio gradito e che piace a Dio?”4-18 .
    Ammantare di troppa sacralità la figura del prete non fa che ricoprirla di pesi che NON possono sopportare senza implodere!

    La descrizione che fa moralista – e Ignigo- calza alla perfezione : è veramente così. E se lo dico è perché ho avuto modo di vivere dal di dentro questa realtà dei chierici seminaristi, la loro vita negli studentati. Questi giovani vivono la loro vocazione in un clima di totale scissione tra il “fuori”e il “dentro”, un dualismo che non viene riconosciuto al momento neppure da loro stessi ma emerge con il tempo fino a sfociare talvolta in forme di depressione e frustrazione, talatra in stupida superficialità con sfumature di superiorità narcisista. Alcuni – e sono molti- sviluppanoquella forma mentis per cui tutto gli è dovuto in virtù del loro essere sacerdoti, e nulla danno in cambio con la scusa che “sono di tutti” e di nessuno. Un tale pensiero non è una facciata una scamotage per giustificare il famoso “cuore indiviso” che giustifica una forma talvolte larvata – ma non troppo- di cuori, invece, profondamente anaffettivi.

    17 Aprile, 2008 - 12:05
  28. per Luca: sono un moralista per tutte le stagioni… sto adeguando il frasario di repertorio ;D

    da Clodine energe un possibile titolo per affrontare il tema in discussione: Più “servi inutili”, meno Don Macumba

    17 Aprile, 2008 - 12:25
  29. Clodine

    meno..molto meno Don Macumba e più, molto più “servi inutili”…

    Forse don 78 non saprà cambiare una ruota ma..provate voi a bruciare l’incenso nel turribolo?! Dai..sfido chiunque ad effettuare questa operazione senza fare la fine di gattoSilvestro!

    17 Aprile, 2008 - 13:00
  30. don78

    Innanzitutto vorrei dire che, prima di tutti sti sproloqui sul don Macumba contemporaneo, a parlare di scendere dal piedistallo e de-sacralizzare, de-angelicare la figura del prete è stato il sottoscritto un paio di post fa. Prendendomi anche le critiche (previste e scontate) di voler protestanzizzare la figura del prete: prima confutazione del fatto che tutti i preti escono tutti intruppati e indottrinati.
    Ma veramente credete che ci dicono “voi siete perfetti, santi e immacolati, messi da a parte e incontaminati, guai a voi se…”?? Non so dove è stata seminarista Clodine, ma io non ho questo tipo di esperienze… Se a voi vi dessero dell’indottrinato o del lavato di cervello, come reagireste?
    Poi una semplice nota sul fatto che tutti vogliono il prete a loro immagine e somiglianza: il prete deve essere profumato (se no non mi confesso), il prete non si deve profumare (se no è omosessuale) e vi risparmio la lista che già potete immaginare; tutti a guardare come si veste, come porta la barba, il cellulare, quanto sta con le donne, con gli uomini, con i bambini e con gli anziani…
    Ma scusate … ma ci avete mai pensato che il prete è una persona con le sue caratteristiche .. con la sua individualità.. con i suoi gusti.. e che avrà anche il diritto di decidere il colore delle sue scarpe? o no?
    Io non nego che ci siano dei problemi nella formazione e tra il clero, li vedo anch’io, eccome se li vedo!!! Ma queste generalizzazioni… veramente scadono nel gossip da pianerottolo… ma quello della portinaia.
    E poi… onestamente… molti di questi critici del don Macumba… appena questo don sale qualche livello della gerarchia .. sono tutti pronti al bacio del sacro anello… e della pantofola. Quindi si decidano!
    PS: la mia macchina, ora che ci penso, non ha neanche la ruota di scorta, adesso mettono dei kit facili da usare per riparare la ruota alla meno peggio e portarla dal gommista… che vergogna!!!! c’è un femminiellamento universale!

    17 Aprile, 2008 - 13:11
  31. Non so…
    Ma tutta questa voglia di cambiare le ruote…
    Non mi sono mai sentito inferiore a un meccanico, né faccio sentire un meccanico inferiore per le mi conoscenze teologiche.
    Se capiterà di rimanere in panne cercherò di fare il possibile, tutto qui.
    Son d’accordo con Ignigo: sarebbe meglio utilizzare un altro tipo di formazione diversa dai seminari.
    Ma oggi TUTTI i vescovi, e la Santa Sede in testa, ritengono ancora questo metodo il migliore.
    Dunque: Roma locuta, causa finita.
    Io eleverei anche l’età di ordinazione: la società è cambiata e un 25enne di oggi non è lo stesso di un 25enne del 1800 (ça va sans dire): lo dico io ch son stato ordinato a 25 anni!
    Ma i vescovi hanno la fregola alle mani… e Amen

    17 Aprile, 2008 - 13:15
  32. don78, ti capisco ma mi sei suscettibile 🙂

    Per quanto mi concerne (rispetto al tuo commento), è proprio l’omologazione che ho notato a Roma. Tutto all’opposto della sacrosanta e benedetta cura dell’individualità di ciascuno (ergo, anche della sua specialissima vocazione).

    Sono stato riportato in parrocchia da un prete perennemente con gli occhiali da sole, la barba lunga e il tau appeso fuori da una camicia sempre un po’ impataccata … le mie nozze sono state benedette da un prete che credo di non aver mai visto senza un clergyman scuro inappuntabile… sono amico di un parroco, già prete operaio e missionario, che non ho mai visto col colletto o quasi e devo molto anche ad un prete neocatecumenale, rigorosamente in “black divisa”… neocatecumenale.
    Tutti preti felici, amanti della Chiesa e liberamente obbedienti.

    Altrove ho notato una certa adorazione della “divisa” del prete, sin dal seminario (anche se so che in merito alcuni direttori sono molto severi sull’uso del colletto fuori dal Seminario). E altre cose che ho già scritto.

    17 Aprile, 2008 - 14:12
  33. … ovviamente l’adorazione è tale anche perchè tanti di noi laici la “adorano” (la divisa) e la “idealizzano” eccessivamente… ma questo ce lo siamo già detti.

    17 Aprile, 2008 - 14:20
  34. Clodine

    don 78 dai, ma certo che non siete tutti uguali. nella mia vita ho conosciuto -non senso biblico, ci mancherebbe- veramente tanti sacerdoti e chierici perché sono cresciuta nell’ambiente e li ho avuti come compagni d’università (unica laica tra i chierici) e certi sono veramente ossessionati all’idea di farsi vedere dal superiore parlare con una donna, sedersi vicino a me sui quei banchi era…terrificante per loro, sembravo un’appestate:” scusate se esisto” dicevo tutte volte ad alta voce. Poi ci sono anche quelli che, come te e maioba, non hanno di questi problemi e la vivono con più serenità, forse per una maggiore capacità d’empatia, equilibrio psico-affettivo, un certo sapersi mettere dietro le spalle tanta parte di ipocrisia che sovente ammanta l’ambiente di quella polverina urticante!

    Ti dico solo (senza fare riferimenti espliciti) che certi chierici di mia conoscenza (fino allo scorso annoliberi di fare apostolato nelle parrocchie) da quando è cambiato il direttore spirituale sono letteralmente segregati in casa, il tempo di arrivare con i furgoncini all’università e ritirarsi. Tanto che la porta dello studentato è stata sostituita con una saracinesca, quelle dei negozi per intenderci…quei ragazzi..dileguossi…non si sono più visti, neppure a Pasqua per dare una mano nella cappella pubblica, figurati -che prima del cambio della guardia garantivano- Ti prego don 78, non generalizziamo: questo si è il caso di dirlo!

    17 Aprile, 2008 - 14:22
  35. Clodine

    Don 78 e maioba, dovete essere sinceri [dai , a noi puoi dircelo…digiamocelo..(come direbbe il buon La Russa) aumm aumm..sotto anonimato] non potete negare il lavaggio del cervello, e certa coercizione nei confronti dell’ obbedienza al superiore talvolta veramenta servile. In genere i superiori sono saggi, ma la regola conferma anche la presenza di superiori infami e carogne per certi aspetti. Siete esseri umani no! E allora..ci sta che qualche superiore usi la sua autorità anche ingiustamente o no?!

    17 Aprile, 2008 - 14:38
  36. don78

    Clodine, tu sei sempre molto sensibile e gentile e mi riesce difficile essere incavolato con te. Cmq temevo proprio che mi dicessi: “tu (voi) sei (siete) l’eccezione”, onestamente non volevo questo; o come tu e il moralista avete detto: “ne conosco tanti bravi, ma ce ne sono altri….”
    Io vorrei solo che non si sparasse nel mucchio, tutto qua.
    Su tante altre cose sono d’accordo: il modello “seminario” ormai non adeguato, un certo culto della divisa in grande spolvero (di pari passo con il gusto per l’antico)… ma poi capita che se li conosci, dietro il colletto romano o sotto il maglione giallo, tanti sono bravi preti.
    Tanti non lo sono! Ma dedurlo da D&G o dalle ruote di scorta…. mah!

    17 Aprile, 2008 - 14:38
  37. Luigi Accattoli

    Il mio benvenuto nel blog a don Fabrug che ha dovuto attendere gran tempo prima che i due suoi commenti di saluto venissero letti da me, che intanto dormivo la mia notte che viene sei ore dopo la vostra. Don Ruggero avrà pensato che sbagliava qualcosa nella procedura, me ne scuso e l’informo che d’ora in poi i commenti che lascerà entreranno in automatico. Un abbraccio a chi era già mio lettore su carta e grazie per il contributo che viene a dare alla nostra conversazione.

    17 Aprile, 2008 - 14:43
  38. don78

    ARIDAJE Clodine! Dai su! Sta storia del lavaggio del cervello… ma che è? la Torre di Guardia? Ma ci fai veramente così sprovveduti? Elevare a regola generale l’incontro tra superiore autoritario e seminarista fragile mi sembra veramente spropositato. Digiamogelo.

    17 Aprile, 2008 - 14:53
  39. grazie a don Ruggero e al bellissimo testo della Delbrel.

    … e hai ragione don78: è antipatico sparare nel mucchio, e la faccio finita. Peraltro, volendo, ho un’ottima mira…

    17 Aprile, 2008 - 14:54
  40. Cara Clodine.
    Il mio rettore (a proposito: Moralista: si dice “rettore”, non direttore: faccio il prete che corregge, ma tant’è! 🙂 ) passava per essere un despota.
    Io non mi sono mai negato la sodisfazione di dire a lui e in pubblico ciò che non mi andava, anche facendo scatenare le su ire.
    Ma siccome da uomo spirituale qual è, è anche capace di ritornare sui suoi passi, ha sempre apprezzato le mie uscite, anche quando – diciamo – erano un po’ troppo esuberanti…
    Non dico di essere er mejo, ma tanti miei compagni lo ritenevano un despota, ma non facevano il passo successivo di andare a parlarci e di considerarlo un padre e non un funzionario.
    Io sarà che non ho paura nemmeno del demonio, ma non ho mai obbedito servilmente, nè son stato un baciapile. Ho obbedito non capendo tutto di ciò che mi veniva chiesto, ma non servilmente: questa è un’altra cosa. Se avessi solo per un momento percepito di essere usato come un servo, col carattere che ho avrei mandato af…arsi benedire tutti……
    Il problema sono anche i superiori, ma non solo.
    Ci son persone che entrano in seminario con un’idea di prete e ne escono preti con quella stessa idea che avevano prima, come se il seminario fosse stato per loro solo un disdicevole (e lungo per giunta!) incidente.
    Dunque il problema sono anche i vescovi che ordinano quello e quell’altro senza averli avuti un giorno a contatto in episcopio… Martini ai tempi d’oro faceva fare ai diaconi una convivenza con lui di una settimana mi pare (Ignigo, confermi?). Non è che sia tanto, però…
    i problemi son tanti.
    Personalmente sono nato in una famiglia modesta e non amo i parvenu, dunque non ho mai amato neppure le marche…
    Se una cosa è bella e funzionale e se posso la compro. Punto.
    Insisto che bisognerebbe alzare l’età di ordinazione… Ma vallo a far capire ai vescovi!

    17 Aprile, 2008 - 15:00
  41. cacchio… che figuraccia… certo “Rettore”… per un moralista è una vera umiliazione essere corretti!

    17 Aprile, 2008 - 15:12
  42. Clodine

    Ti prego don78 non essere incavolato con me, ti prego, ma lo sai poi che saresti il primo prete ad esserlo. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con voi,tant’è che -come mi sembra di avere già accennato- mi prendo cura di alcuna sacerdoti molto anziani, anzi uno è pure morto e mi ha fatto strano vedere tanta gente alle esequie, tutti a tesserne le lodi, encomi a non finire e poi: dileguossi ! Al cimitero per la tumulazione c’eravamo io e il cane Argo! Questa la dice lunga sulla vita dei preti anziani, e a cosa vanno incontro -quando il “godi fanciullo mio stato soave stagion lieta è codesta, altro dirti non ho , ma la tua festa che anco tardi a venir non ti sia grave” -quelli giovani, pieni di energia, non avete idea dell’abisso di solitudine in cui versano quando la caducità e fragilità della vecchiaia li mette fuori uso! Per questo provo per i sacerdoti una grande stima,rispetto, e affetto sincero. .

    17 Aprile, 2008 - 16:21
  43. don78

    Don’t worry Clodine. Non sono incavolato 🙂
    Grazie anche a nome di quel prete che hai accompagnato fino al cimitero (seriamente),
    Grazie anche a nome di tanti preti giovani per l’iniezione di ottimismo
    (scherzosamente) 😉

    17 Aprile, 2008 - 17:00
  44. ignigo74

    don78, confermo.
    Hai letto il mio post un pò sopra sui seminari in parrocchia alla card. Lustiger?

    17 Aprile, 2008 - 18:22
  45. Clodine

    Eh vabbè dai, è normale che sia così. Certo, ti si stringe il cuore vedere sacerdoti che facevano faville in gioventù, straordinari trascinatori di giovani, quercie eterne,rimpiccioliti e rannicchiati sotto il peso degli anni.
    Però una cosa ti devo dire: ” quando sono lucidi -cosa non de tutto scontata- ti trovi di fronte a dei veri giganti dal punto di vista spirituale, sono di una ricchezza e profondità abissale! Traggo molta forza interiore da loro. Uno in particolare è un asceta, un’aquila, ha uno sguardo limpido, profondo. Parla poco, però ti guarda e scava l’anima. E’ sapiente, umile, gentile. Talvolta, specie quando gli sfilo il golfino per lavarglielo, mi accorgo che arrossisce quasi umiliato di questa operazione che in qualche modo lo mortifica – in fondo in fondo e il corpo che invecchia ma il cuore o i sentimenti- Devo dire che è lui ad aiutare me; sono io che prendo da lui, avidamente quasi che il tempo potesse sfuggirmi di mano e all’improvviso possa trovarmi priva di questa persona meravigliosa che amo. E il tempo per lui si accorcia , 97 anni sono tanti e temo…temo che una mattina..

    Perciò vedi? Dovete essere ottimisti, il mio don di 97 anni ha sempre accanto una giovane cooperatrice, ao..e te’ pare niente!! ?

    ti abbraccio

    17 Aprile, 2008 - 18:37
  46. don78

    E cosa confermi ignigo? che è una vergogna per un prete non saper cambiare na ruota? contento tu..

    L’idea del “seminario” in parrocchia mi ha sempre visto favorevole, c’è qualche risvolto negativo e difficoltà organizzativa ma, a mio parere, i benefici sarebbero di gran lunga superiori. Detto questo, io sono per riforme sulla formazione (e l’identità) del prete ancora più radicali… ma come si diceva… i vescovi da questo orecchio non ci vogliono sentire… si preferisce percorrere le vie già note… purtroppo.

    17 Aprile, 2008 - 18:50
  47. don78

    Clodine,
    dai una carezza al prete 97enne da parte mia.
    Un abbraccio a te

    17 Aprile, 2008 - 18:52
  48. ignigo74

    don78… confermo – come mi hai chiesto – la prassi martiniana di conoscere i diaconi.

    17 Aprile, 2008 - 19:18
  49. don78

    ignigo… confermo che te l’avevo chiesto maioba. Cmq grazie lo stesso 🙂

    17 Aprile, 2008 - 19:23
  50. don78

    pardon: “te l’avevA chiesto…”

    17 Aprile, 2008 - 19:24
  51. Clodine

    Posso dire la mia sul seminario in parrocchia e ad eventuali altre riforme che dovrebbero essere sempre attuate.
    Se non sbaglio, la chiesa non dovrebbe essere quella struttra “semper reformanda e reformata”? In fondo a cosa ci esorta la lettera ai romani:” riformatevi con un rinnovamento del giudizio, affinché possiate discernere qual’è la volontà di Dio, ciò che è bene, gradito e perfetto” (rom 12,2; Ef4,20-24;col.3,10.

    Da questo appare chiara la necessità costante di adeguarsi allo spirito dei tempi, che non è opportunismo o una forma di asservimento al mondo. Ma è l’esigenza del Signore stesso espressa nel Vangelo, il quale chiama la chiesa alla conversione, alla fede nuova, a una nuova giustizia, santità e libertà ..a una vita nuova, e si..è proprio così!! E’ il Signore stesso che dona questa possibilità alla Chiesa , non è prerogativa in base al beneplacito dei vescovi che la dirigono i quali altro non devo fare se non il compimento della volontà di Dio al seguito di Cristo. E la volontà di Cristo in attesa della Sua venuta. Certo, gli ostacoli non mancano: pigro tradizionalismo, giudizio illusorio sulla situazione della chiesa, attitudine apologetica, ecclesiologia superficiale angusta e secolarizzata e quant’altro. Ma è palpabile l’esigenza del rinnovamento, che non è restaurazione ma Ri-Formare, dare un’altra forma, trasformare in qualche cosa che si era deformato per ridargli l’assetto autentico. Ecco amici cari, io credo che dobbiamo pregare senza posa lo Spirito Santo affinché aiuti chi può farlo a lanciare una critica costruttiva impegnata dettata dallo zelo per il Signore a da carità attiva..per ridare forma all’essenza che si è perduta. E questi eventi tragici , questi scandali sono l’esempio..Una riforma autentica non significa rivoluzione ma trovare soluzioni nuove, coraggiose, adatte al nostro tempo .

    Dirò al mio don97che don78 l’abbraccia!

    17 Aprile, 2008 - 19:26
  52. FABRICIANUS

    Quando avevo 15 anni, avevo una sorta di venerazione per il Sacerdote, lo consideravo come immune da tante problematiche che viveva l'”uomo comune”….
    Oggi che ho 29 anni, mi sono reso conto che anche il Sacerdote è uomo in tutto e per tutto, con le stesse emozioni di tutti, con i difetti che può avere ognuno di noi. Ma ciò, se da un lato, a volte mi porta allo “scontro” con lui, dall’altro me lo rende ancora più amico, e insieme si può pregare l’uno per l’altro. IL laico per il Prete e viceversa….Ringrazio il Signore di avere Sacerdoti amici.

    Ciao a tutti! Ciao a Clodine, ciao ai Sacerdoti presenti su questo pianerottolo.

    Ciao al nostro amministratore Luigi, al seguito del nostro Pontefice che oggi, da Washington ci richiama tutti alla coerenza Evangelica. Faccio mio questo richiamo del Santo Padre, e chiedo perdono per tutte quelle volte in cui non ho seguito l’insegnamento del Vangelo.

    17 Aprile, 2008 - 20:08
  53. Clodine

    ciao Fabricianus, caro dolcissimo, sei troppo dolce! Dio benedica la tua bontà. Anche io saluto tutti i sacerdoti del pianerottolo che stimo e grazie al loro servizio possiamo accedere all’Eucaristia: che grande dono! Ho un ottimo rapporto con i sacerdoti.

    E voglio salutare il dott. Luigi da lungi:” Dott. LUIGI MI SENTEEE…??? ( che scema, mi sente si!) BUON LAVORO, DIO LA BENEDICA, SI RICORDI DI NOI. INTANTO QUI LE DISCUSSIONI PROCEDONO. IL PENSIERO DI SAPERLA DALL’ALTRA PARTE DEL MONDO MI FA APPARIRE QUESTO STRUMENTO CHE E’ IL COMPUTER UN VERO MIRACOLO”

    un BACIO..A PRESTO!

    17 Aprile, 2008 - 20:27
  54. Luigi Accattoli

    Cara Clodine aggiorno il blog tra una consegna di valigie e una conferenza stampa, o tra la scrittura del pezzo e la cena. Ho appena messo un nuovo post sulla nuova croce astile del papa. Buon domani, che da voi arriva sei ore prima che da me!

    17 Aprile, 2008 - 23:52
  55. Luigi ha ragione sulle mie difficoltà di capire come funziuonava il collegamento.
    Scusate il pasticcio, in genere non sono prolisso.

    18 Aprile, 2008 - 7:05
  56. Clodine

    Bellissime Fabrug, non le avevo lette tutte per intero, se l’ho fatto è grazie a questa tua annotazione. In questo caso l’essere stati prolissi è servito per l’edificazione di molti. Grazie per la tua presenza davvero bella in questo blog

    18 Aprile, 2008 - 7:36
  57. raffaele.savigni

    Racconto un’esperienza bolognese (Alessandro avrà capito di chi parlo). Un ricercatore universitario celibe, ora sessantenne, era da sempre alla ricerca della propria vocazione, dopo il fallimento di un’esperienza affettiva che lo aveva segnato, ed era attratto dal sacerdozio ma anche dalla vita monastica: aveva anche seguito da uditore i corsi di una scuola diocesana di teologia “per laici”. Rimasto da molti anni solo con la mamma anziana, non si era mai deciso, anche per non ferire la sensibilità della madre, la quale, molto possessiva, non vedeva di buon occhio le frequentazioni ecclesiastiche del figlio (diceva “Mio figlio l’hanno rovinato i preti”). Circa tre anni fa, la morte della mamma ha ridato vigore alla sua ricerca vocazionale: col consenso del rettore del Seminario, ha iniziato a seguire i corsi di teologia, preparandosi a sostenere i relativi esami. Ma il vicario generale (e vescovo ausiliare) della diocesi, in periodo di sedevacanza, si è lamentato di non essere stato preventivamente interpellato; e, in un colloquio con l’aspirante sacerdote, gli ha detto testualmente: “Che ce ne facciamo di un prete di sessant’anni?”. Il suddetto ricercatore ha quindi desistito ed è rimasto molto amareggiato dalla vicenda. Gli potevano chiedere di pensarci bene, di guardare bene dentro a se stesso, non “stopparlo” in questo modo; e comunque sarebbe stato opportuno aspettare l’arrivo del nuovo arcivescovo. Mi chiedo: i nostri vescovi si lamentano continuamente dicendo che mancano i preti; poi, di fronte a una richiesta “anomala”, ripropongono (almeno in questo caso) vecchi schemi, secondo i quali il prete deve essere “plasmato” a tempo debito in Seminario. Ma possiamo permetterci di sprecare i talenti e di non ascoltare lo Spirito che soffia in modi per noi strani?

    18 Aprile, 2008 - 7:46
  58. prof. Savigni… la storia che racconta mi rattrista… per compensare mi viene in mente di aver conosciuto una persona (tra l’altro candidata al Comune di Roma), che è stata sposata… dal papà! Il padre era rimasto vedovo piuttosto giovane… ha approfondito una vecchia vocazione missionaria ed è diventato religioso e opi prete (e missionario in Africa)…

    ps. torno sui miei cavalli di battaglia… ma non pensate che anche gli sposi avrebbero bisogno di una cura vocazionale significativa? Non dico un seminario – sarebbe illogico – ma una cura vocazionale simile, sì…

    18 Aprile, 2008 - 8:19
  59. Leonardo

    Vicenda del p.Marcial Maciel, da poco defunto, fondatore dei Legionari di Cristo. Accusato di crimini sessuali gravissimi, non processato canonicamente per la tarda età e le condizioni di salute, ma fatto oggetto, da parte del papa, di provvedimenti restrittivi che, pur non potendo essere considerati tecnicamente una pena (non essendoci stato giudizio), non possono non far pensare che le accuse siano state considerate almeno non sicuramente inattendibili.

    La sua opera è grande e, a quanto pare, buona. I frutti sono copiosi.

    Ecco qualcosa di ancor più sconcertante – se le due premesse sono vere (sottolineo se): dunque un carisma ecclesiale viene donato a un uomo attraversato da contraddizioni così grandi? Può succedere che uno la notte faccia certe cose con dei giovani affidati alle sue cure (e poi li assolva sacramentalmente dal peccato che lui stesso li ha indotti a commettere!) e poi di giorno predichi, confessi, celebri messa, guidi, assista, governi … testimoni una fede che è di aiuto agli altri, anzi sia per tanti altri un dono prezioso, un carisma appunto, per essere di Cristo?

    E magari questo sarà successo, su scala minore, per tanti di quegli orribili preti pedofili contro cui tutti si scagliano. Fare atti innominabili con bambini, e poi confessare, fare la messa, il catechismo, aiutare tante persone in difficoltà … insomma essere dei buoni preti. …. È tutto molto misterioso.

    18 Aprile, 2008 - 9:28
  60. Leonardo… purtroppo mi risulta non ci sia niente di misterioso.

    E poi, come è noto, non è la “copia” dei frutti a testimoniarne la bontà e l’integrità… regola agricola!

    18 Aprile, 2008 - 9:50
  61. Leonardo

    No, temo che tu non abbia capito. Dovrei spiegarmi meglio, ma adesso non ho tempo.

    18 Aprile, 2008 - 9:56
  62. Che ce ne facciamo di un prete di sessant’anni?”.
    =================================
    Ho potuto assistere al Seminario Romano Maggiore all’ordinazione sacerdotale di un ex impiegato del comune, in pensione, che aveva superato ormai i 60anni. Era estremamente motivato, e mi e ancora oggi è estremamente attivo come sacerdote diocesano.
    Dunque,
    ci sono alcuni c he rifiutano i doni del Signore,
    e che poi non si lamentassero,
    se non sanno vedere
    quanto il Signore manda.
    Ci vuole pochissimo tempo per realizzare tutto il bene di cui
    gli uomini sentono il bisogno e per evangelizzare.
    Non è l’età l’ostacolo,
    ma se la vocazione non è sincera……
    ciao a tutti

    18 Aprile, 2008 - 10:00
  63. ignigo74 scrive,
    17 Aprile 2008 @ 7:27

    Io credo che se gli aspiranti preti invece che vivere separati dal mondo nei seminari venissero suddivisi in gruppetti nelle parrocchie della diocesi e affidati a preti svegli, certe problematiche emergerebbero subito come anche certi carismi. Il modo migliore per vedere se uno ha problemi psicologici è metterlo tra i bambini, le donne gli uomini ovvero nel mondo senza costruirgli il rifugio (seminario vuol dire proprio questo, “rifugio”…)
    ====================================
    accidenti come ti do ragione,
    ma non ci sara’ nulla da fare,
    i seminaristi in formazione verso il sacerdozio
    devono avere un “rifugio” nel seminario
    lontano dalla realtà quotidiana,
    poi, una volta alla settimana c’è l’impegno nelle parrocchie o nelle scuole……….
    ma non se ne uscirà,
    e non illudiamoci,
    in Italia non stiamo meglio che negli USA,
    si fa semplicemente in modo che determinate situazioni non escano verso la pubblica informazione, e si fa in modo di convincere l’eventuale vittima………….
    e sta funzionando,
    tranne qualche caso
    tipo “don Cantini”.

    18 Aprile, 2008 - 10:08
  64. ignigo74

    Anche nella mia parrocchia c’era la moglie di un presbitero, sì!
    E dovete sapere che queste “eccezioni” le concesse in modo abbastanza copioso proprio colui che viene descritto come terribile simbolo di conservatorismo: Pio XII. Nel caso in questione un padre di famiglia con tre figlie e due figli già grandi ha chiesto e ottenuto con il consenso della moglie di diventare presbitero: fu proprio Pio XII a dire sì. Un vescovo che risponde così – che ce ne facciamo di un prete di sessant’anni – se è vero che ha risposto così, bisogna sentire tutte le campane mica una sola, se ha risposto così non avrebbe accettato nemmeno Ambrogio, Agostino… battezzati a 35 anni…

    18 Aprile, 2008 - 10:19
  65. Leonardo, credo di aver intuito, che il “mistero” cui alludi è davvero Mistero, per te e per noi… io in effetti mi riferivo solo ai dati.

    18 Aprile, 2008 - 11:25
  66. marta paola

    Non ci crederete ma due giovani operai rumeni (ormai del quartiere, da anni ristrutturano gli alberghetti delmio quartiere) mi hanno cambiato la ruota posteriore sinistra forata da giorni ;))))

    18 Aprile, 2008 - 13:02
  67. Hai detto loro che hanno la vocazione a divntare preti? 🙂

    18 Aprile, 2008 - 15:37
  68. io conosco un ottimo prete romeno (viceprarroco a Roma)… ma non so se sa cambiare le gomme 😀

    21 Aprile, 2008 - 8:10
  69. Clodine

    Ma certo che è un ottimo prete, sono sicura che sa cambiare pure le gomme. Da quelle parti è dura la vita, mica come noi che, se pur tra mille difficoltà riusciamo a barcamenarci e ad andare avanti. La Romania è povera, l’arte dell’arraggiarsi e la povertà lasciano due possibilità: o ti salva o ti ammazza. Difficilmente c’è una via di mezzo!

    ciao Moralista.

    Come stanno Miriam, Teresa, e Pietro?? E Luisa ? E Tu?

    21 Aprile, 2008 - 17:21
  70. stiamo bene, dai… (se vuoi altri aggiornamenti, ho appena postato da me)

    22 Aprile, 2008 - 10:57

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