La primavera araba è “positiva” dice Benedetto in volo verso Beirut e aggiunge che ogni fondamentalismo è “falsificazione”: i viaggi aiutano i Papi a incrociare la storia e a calare – imprevedutamente – la loro parola nel fuoco dell’attualità. Sono almeno quattro le affermazioni fatte ieri in aereo da Benedetto che acquistano forza dal riverbero delle bandiere americane bruciate in questi giorni in varie capitali arabe e dal rimando, a specchio, alle invettive che altri fanatici hanno rivolto con un film alla figura del “Profeta Maometto” […]. Il mito greco attribuiva a Dedalo l’arte di muovere le statue e Socrate lo cita, nel dialogo con Eutifrone, per lodare invece l’arte di “tenere fermi i discorsi” perché riescano utili: ecco, nessuno come i Papi conosce quest’arte, che per lo più rende inattuale la loro parola ma che all’occasione – come è capitato ieri – può farla straordinariamente attuale. – In queste righe propongo la testa e la coda di un mio articolo ad effetto pubblicato oggi dal Corsera alle pagine 1 e 58 con il titolo Quel no del Papa al fondamentalismo.
I papi e l’arte di tenere fermi i discorsi
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Benedetto: questa regione nei dolori di un parto senza fine
«Assieme a Lei, signor presidente, ho appena piantato un cedro del Libano, simbolo del vostro bel Paese» Vedendo questo alberello e le cure di cui avrá bisogno per fortificarsi fino a stendere i suoi rami maestosi, ho pensato al vostro Paese e al suo destino, ai Libanesi e alle loro speranze, a tutte le persone di questa regione del mondo che sembra conoscere i dolori di un parto senza fine. Allora ho domandato a Dio di benedirvi, di benedire il Libano e di benedire tutti gli abitanti di questa Regione che ha visto nascere grandi religioni e nobili culture. Perchè Dio ha scelto questa Regione? Perchè essa vive nella tormenta? Dio l’ha scelta, mi sembra, affinché sia esemplare, affinchè testimoni di fronte al mondo la possibilitá che l’uomo ha di vivere concretamente il suo desiderio di pace e di riconciliazione!»: così ha parlato stamane Benedetto a Beirut nel Palazzo presidenziale di Baadba alla presenza del presidente del Libano Gen Michel Sleiman.
Certo che Joseph Ratzinger – Benedetto XVI non è un personaggio facile, come del resto non lo era neanche Socrate. Quando era professore universitario, Ratzinger è stato a volte violentemente contestato dagli studenti, ed ora è spesso contestato da un sacco di gente. Anche Socrate lo fu, tanto è vero che lo hanno condannato a morte, perché voleva “tenere fermi i discorsi” (noi diremmo che non gli piaceva che venissero “rivoltate le frittate”).
Mufti ringrazia Benedetto per la condanna del film su Maometto
Il papa ha avuto stamane a Beirut nel palazzo presidenziale un incontro con alcuni leader delle comunità musulmane: sunniti, sciiti, drusi e alauiti. Il mufti sunnita Mohammad Rachid Kabbani ha consegnato al Papa un messaggio di cinque pagine. “Ogni attacco ad ogni cristiano e’ un attacco all’islam”, si legge nel testo, riportato dalla stampa libanese. “Cristiani e musulmani di una nazione hanno stessi diritti e doveri”. Il portavoce vaticano, Federico Lombardi, ha espresso apprezzamento per le parole pronunciate dallo sceicco nel corso del colloquio col Papa, sottolineando, in particolare, tre punti toccati dall’esponente musulmano: l’importanza che i cristiani restino in Medio Oriente; la necessita’ di passare dalla convivialita’ alla comunione tra fedi (concetto quest’ultimo espresso da Benedetto XVI e fatto proprio da Kabbani); e – in riferimento al film statunitense che sbeffeggia il profeta Maometto che ha innescato proteste nel mondo musulmano – un “ringraziamento” per la condanna che il Vaticano ha fatto alcuni giorni fa per le iniziative che offendono i simboli religiosi. (TMNews)
Il Papa ha espresso molti concetti belli e condivisibili in pieno.
Peccato che tanti fedeli e suoi estimatori non riusciranno ad apprenderli fino in fondo data l’impostazione della loro religiosità.
Per questo le sue parole sono destinate a restare “inattuali”.
“La primavera araba è una cosa positiva”.
Lo ha detto tardi, ma meglio tardi che mai.
Il fondamentalismo.
Quanti cristiani lo sono? Quanti di essi vi si avvicinano molto? Troppi ancora.
Quanti accettano che “compito della Chiesa e delle religioni è purificarsi”?
Caro Luigi, mi sembra impossibile che alcuni frequentatori del blog, cristiani cattolici devotissimi al Papa, riescano a capire che “Ci sono patologie della religione che sono assai pericolose e che rendono necessario considerare la luce divina della ragione come un organo di controllo, dal quale la religione deve costantemente lasciarsi purificare e regolamentare».
La luce divina della ragione? Ma quando mai? La ragione sarebbe una scintilla della grandezza di Dio? Da non credersi.
Le avessi dette io queste parole, sarei stata assalita e giudicata presuntuosa, come altre volte è successo.
“L’Europa deve difendere la razionalità e su questo punto anche noi credenti dobbiamo essere grati al contributo dei laici, dell’illuminismo, che deve rimanere una spina nella nostra carne.”
Difendere la razionalità? Ma questa è una bestemmia.
“Grati al contributo dei laici e dell’illuminismo?” Ma scherziamo?
“Rendere visibile nel mondo il rispetto delle religioni?”
Di tutte le religioni? Mai, perché il cristianesimo è la religione vera. Dio salva solo i cristiani.
Grazie, Luigi, per avere postato le parole del Papa che ho evidenziato.
Temo però che non faranno breccia nel cuore di tanti cristiani, che seguono solo, di quanto dice il Papa,solo quel che a loro conviene per contestare altri cristiani che essi vedono come spine nel fianco o addirittura come “neopagani”.
E il peggio è che ne sono convinti.
Patologia religiosa, appunto.
Di Benedetto mi piace il fatto che abbia portato una benedizione. Marilisa, te la predi con i cattolici che sono “devotissimi al Papa”. Magari tutti lo fossero e in tutti i momenti, come questo. Comunque il tema è troppo importante e delicato per poterne parlare diffusamente nel pianerottolo.
Dedicato a papa Benedetto.
http://www.youtube.com/watch?v=X0sh0K121h8
Benedetto per uno sguardo nuovo e più libero
Uno sguardo nuovo e più libero – ha detto stamane il papa nel discorso alle autorità libanesi – renderà capaci di analizzare e di mettere in discussione sistemi umani che conducono a vicoli ciechi, per andare avanti tenendo conto del passato, per non ripeterlo più con i suoi effetti devastanti. Questa conversione richiesta è esaltante perché apre delle possibilità facendo appello alle innumerevoli risorse che abitano il cuore di tanti uomini e donne desiderosi di vivere in pace e pronti ad impegnarsi per la pace. Ora essa è particolarmente esigente: si tratta di dire no alla vendetta, di riconoscere i propri torti, di accettare le scuse senza cercarle, e infine di perdonare. Perché solo il perdono dato e ricevuto pone le fondamenta durevoli della riconciliazione e della pace per tutti (cfr Rm 12,16b.18). Solo allora può crescere la buona intesa tra le culture e le religioni, la stima delle une per le altre senza sensi di superiorità e nel rispetto dei diritti di ciascuna.
Benedetto: “Ahimè quanto ci siamo combattuti”
In Libano – ha detto ancora il papa stamane nel discorso alle autorità – la Cristianità e l’Islam abitano lo stesso spazio da secoli. Non è raro vedere nella stessa famiglia entrambe le religioni. Se in una stessa famiglia questo è possibile, perché non dovrebbe esserlo a livello dell’intera società? La specificità del Medio Oriente consiste nella mescolanza secolare di componenti diverse. Certo, ahimè, esse si sono anche combattute! Una società plurale esiste soltanto per effetto del rispetto reciproco, del desiderio di conoscere l’altro e del dialogo continuo. Questo dialogo tra gli uomini è possibile solamente nella consapevolezza che esistono valori comuni a tutte le grandi culture, perché sono radicate nella natura della persona umana. Questi valori, che sono come un substrato, esprimono i tratti autentici e caratteristici dell’umanità. Essi appartengono ai diritti di ogni essere umano. Nell’affermazione della loro esistenza, le diverse religioni recano un contributo decisivo.
No, Antonella, per favore non far finta di non capire anche tu.
Questo giochino non mi piace neanche un po’ e non ti fa onore.
Parliamoci chiaro: Io non me la prendo affatto con i cattolici devotissimi al Papa; me la prendo con quelli che, pur essendo tanto devoti al Papa, si discostano di molto dai concetti da lui lodevolmente espressi oggi ed ieri e pure l’altro ieri.
Ovvero, sono estremamante incoerenti. E qui nel blog ce ne sono parecchi.
Potresti negarlo forse?
C’è dunque una bella differenza fra quello che io ho voluto dire e quello che tu hai inteso. Niente fraintendimenti, per piacere.
Inoltre, Antonella, tu dici: ” Di Benedetto mi piace il fatto che abbia portato una benedizione.”
E che cos’altro avrebbe dovuto portare, scusa?
Se le benedizioni non le portano i Papi, chi altri?
A me è piaciuto tanto anche il piccolo cedro del Libano che ha piantato nel giardino del Palazzo Presidenziale. E che crescerà, altissimo.
“Quasi cedrus…”, dice la Sapienza.
“ogni fondamentalismo è “falsificazione …il fondamentalismo è sempre una falsificazione della religione””
A questo punto come farà ad andare d’accordo coni seguaci di maometto ? voleva mica dire che sono falsi ?
Bene, ora abbiamo la conferma, parola di papa, che tutto ciò che è stato chiamato “successione di pietro o successione apostolica ” sin dall’inizio è una “falsificazione” basata sul fondamentalismo. A cominciare da quelli che sin dall’inizio hanno iniziato squartando Ipazia, passando per tutti i convertiti al cattolicesimo da Carlo Magno, per finire con gli ustascia e il vescovo Stepinach. Tutti una falsificazione della religone.
Che cambiamento …..!
Allora ha ragione Deschner – “Ogni qualvolta sento i cristiani parlare di morale, mi sento quasi rivoltare lo stomaco” (Karl-Heinz Deschner)
Link
Anche qui
“Ci sono patologie della religione che sono assai pericolose e che rendono necessario considerare la luce divina della ragione come un organo di controllo, dal quale la religione deve costantemente lasciarsi purificare e regolamentare». (Benedetto XVI)
Speriamo che i ferventi cattolici se lo ricordino ! “compito della Chiesa e delle religioni è purificarsi”.
Ma… allora non è meglio avere la Ragione per Religione ?
“Quasi cedrus exaltata sum in Libano”.
Fa pensare, quella piantina di cedro, al versetto del Siracide (24:13) inciso nel Santuario di Nostra Signora di Harissa, e alla speranza che da lì si sprigiona, e che lì già si respira:
http://www.terrasanctablog.org/2012/08/20/nostra-signora-del-libano-il-santuario-che-unisce-cristiani-e-musulmani/
Come sono stati scelti bene, i giorni per questo viaggio! Ieri, giorno della Croce. Oggi, giorno di Maria Addolorata…
L’articolo di Luigi l’ho letto molto volentieri. Come tutti i suoi articoli (“d’ordinanza” o “ad effetto”), del resto.
Chi l’avrebbe mai detto, considerando che in genere i giornalisti io non li leggo proprio! E invece…Sarà che qui si ha a che fare con un giornalista strano, cioè con qualcuno che, travestito da giornalista, parla sì delle cose del giorno ma non con il discorso del giorno, alla moda del giorno: qualcuno che viene dipanando, invece, un dire senza tempo, carico di passato e, proprio per questo, ogni volta “straordinariamente attuale”.
@ Marilisa
“Io non me la prendo affatto con i cattolici devotissimi al Papa; me la prendo con quelli che, pur essendo tanto devoti al Papa, si discostano di molto dai concetti da lui lodevolmente espressi oggi ed ieri e pure l’altro ieri.”
Forza distinta Marilisa, ci siamo quasi.
“La luce divina della ragione? Ma quando mai? La ragione sarebbe una scintilla della grandezza di Dio? Da non credersi.
Proprio da non credersi….. però….“Di tutte le religioni? Mai, perché il cristianesimo è la religione vera. Dio salva solo i cristiani.”
Però, Abraamo non era cristiano, neanche Isacco e nemmeno Giacobbe !
“ Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio di maggior valore di quello di Caino,[…] Per fede Enoc fu trasferito in modo da non vedere la morte, […] Per fede Noè, dopo aver ricevuto divino avvertimento di cose non ancora viste, mostrò santo timore e costruì un’arca […] Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì […] Per fede anche Sara stessa ricevette il potere di concepire un seme, quando aveva già passato il limite d’età […] Nella fede morirono tutti questi […] Per fede Mosè, Per fede Raab […] E che dirò ancora? Poiché mi mancherà il tempo se proseguo narrando di Gedeone, Barac, Sansone, Iefte, Davide, come pure di Samuele e degli [altri] profeti, […] “ ( Ebrei 11.4-39)
Nessuno di questi era cristiano ….. quindi ?
Forse avevano la Religione della Ragione o la Ragione per Religione.
Affacciandomi qui, via via capisco sempre meglio perché una volta, due o tre anni fa, Luigi, dell’ Eutifrone dicesti: “è il mio preferito tra i Dialoghi di Platone”.
Mi interessava a tal punto capire perché, che, vedi, ancora me lo ricordo.
Una cosa che mi ha colpito profondamente, in questo viaggi del Papa: l’immagine di lui al suo arrivo mentre, compostamente esitante, scende la scaletta dell’aereo. Così piccolo, così minuto, così fragile. Così è la forza più grande che ci sia nel mondo.
@ antonella lignani
“te la predi con i cattolici che sono “devotissimi al Papa”. Magari tutti lo fossero e in tutti …“
Distinta antonella, ma non dovrebbero essere devoti a Dio ?
Immagini, perfino un angelo non accettò la devozione da un uomo:
“Allora caddi davanti ai suoi piedi per adorarlo. Ma egli mi dice: “Sta attento! Non farlo! Io sono solo un compagno di schiavitù tuo e dei tuoi fratelli che hanno il compito di rendere testimonianza a Gesù. Adora Dio; poiché il rendere testimonianza a Gesù è ciò che ispira la profezia”. ( Riv 19.10)
“Come Pietro entrò, Cornelio gli andò incontro, cadde ai suoi piedi e gli rese omaggio. Ma Pietro lo fece levare, dicendo: “Alzati; anch’io sono un uomo”.” ( Atti 10.25)
Chiarisce ?
“Eutifrone -leggo nel commento a una della versioni dei Dialoghi- è fratello di Ippia nella sicurezza piena del suo giudizio, fratello di altri interlocutori…” Via, penso che ne rileggerò un pezzettino, prima di preparare la cena.
Ottima scelta, Fiorenza.
Antonella, lascia perdere, ti prego, quello là: non merita il tuo tempo.
Venendo a noi, complimenti, innanzitutto, a Luigi per il bell’articolo: mi pare, poi, che sia uno dei discorsi più “forti”, ed anche coraggiosi, del nostro Papa; si parte da un giudizio, tutto politico, positivo sul fenomeno della “primavera araba”, per andare alla condanna, senza “se” e senza “ma”, di ogni fondamentalismo, e, quindi, riprendere quel complesso rapporto tra Fede e ragione la cui analisi è una costante degli interventi di questo Pontificato; insomma, amici, mi sembra che il Santo Padre, in questo delicato frangente del suo viaggio libanese, se la stia cavando davvero benissimo.
Buona serata.
Roberto 55
“Ci sono patologie della religione che sono assai pericolose e che rendono necessario considerare la luce divina della ragione come un organo di controllo, dal quale la religione deve costantemente lasciarsi purificare e regolamentare».
Ed è vero, chi conosce la storia e gli eventi che videro la Chiesa contesa tra fede e ragione sa che vi è uno spartiacque, un qualcosa di diverso dall’illuminamento inteso come “ragionamento”, ed è la saggezza. La saggezza non è identificabile con la scienza, ma è un’elevazione dell’anima…essa, la saggezza, ragiona poco, non parte da metodi pragmatici, da concetti, per giungere a ciò che ritiene la Verità, men che meno da una serie di sillogismi. Ma parla alla pienezza del cuore. Chi conosce la storia sa quanto l’illuminismo abbia distorto l’idea di Dio, la comprensione di Dio tanto che -essendo questa ideologia potenzialmente “autoritaria”- gli influssi funesti dei vari Montesquieu o di coloro che volevano una religione fondata sulla “ragione universale”, fini con l’esaltare l’intelletto a deprimento del cuore. La ragione può rendere avveduti, scaltri, ma non migliori. La purificazione invece, quella cui fa riferimento il Santo Padre, non parte da un concetto illuminista ovvero deista men che meno si riferisce al suo opposto: un livellamento globale spiritualista panteista alla maniera del “volemose bene” o “tutti insieme appassionatamente”, ciascuno deve rispettare la propria identità. Ma questo non può sopprimere l’esigenza, in questo nostro tempo così violento, di purificare il cuore, riconoscere i diritti di ciascuno in un processo pedagogico ( “nel senso di crescita”) inteso a sviluppare l’altruismo naturale che è la compassione,l’ amicizia, amore, in nome di quel Dio comune, con la ferma volontà di rinnovare la società in tutto: dall’arte alla politica…al concetto stesso di religiosità.
Questo indeva dire il papa.
«Ci sono patologie della religione che sono assai pericolose e che rendono necessario considerare la luce divina della ragione come un organo di controllo, dal quale la religione deve costantemente lasciarsi purificare e regolamentare»
Non me ne voglia Clodine, ma come l’ha detto il Papa è assai più semplice.
Cosi semplice e chiaro che “lo tiene fermo” anche tempo dopo come ci riferisce Luigi:
«L’Europa deve difendere la razionalità e su questo punto anche noi credenti dobbiamo essere grati al contributo dei laici, dell’illuminismo, che deve rimanere una spina nella nostra carne. Ma anche i laici devono accettare la spina nella loro carne, cioè la forza fondante della religione cristiana per l’Europa»
Cordiali saluti a tutti.
Completo il pensiero…
Senza la “spina nella carne” della ragione cadiamo nel “fideismo”; fideismo, quello si, che odora di protestantesimo e calvinismo…
Ahi aggiunto un notevole contributo Ubi, soprattutto hai ricordato “la spina nel fianco”, che il cristianesimo, e non solo, è sostretto a portare. Ma voglio aggiungere un’altra cosuccia che non è di poco conto: la storia della Chiesa è una storia trascendente e al contempo incarnata ed è sempre stata influenzata -diciamo alla sua periferia- anche dallo sviluppo delle civiltà, la maggior parte delle quali ha viste sfilare… il cristianesimo “raccorda”le diverse anime delle civiltà palestinesi, bizantine, medioevali, barocche, romantiche, contemporane eppure… non è identificabile con nessuna di esse nonostante agisca a sua volta sulle diverse civiltà. Il Cristianesimo,dunque, rientra nella storia generale di molti popoli, e, capite, questo aspetto rappresenta un fattore eminente!
“Dio ha permesso che le nazioni seguissero le loro vie ma non le ha lasciate senza testimoni di sé, facendo loro il dono della pioggia e delle stagioni feconde, riempiendo il loro cuore di nutrimento e di gioia » questa pagina degli Atti degli Apostoli cap 16 contiene una grande verità nel senso che quanto dice si manifesta ovunque, senza eccezione, ma alla luce della storia le nazioni si sono manifestate quali realtà corrotte, pervertite è vero: non v’è religione nel mondo senza elementi di verità e al contempo profondi errori …e questo per via di religiosità false, idolatre…
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Il cristianesimo in senso lato, ma è soprattutto al cattolicesimo che è stata conficcata non una, ma innumerevoli “spine nella carne”….caro Ubi…bene dicesti!
http://rorate-caeli.blogspot.com/2012/09/the-pope-in-lebanon-secret-of-true.html
(“Thank you Holy Father!”)
http://magisterobenedettoxvi.blogspot.it/2012/09/il-papa-ai-giovani-libanesi-voi-avete.html
Sì, l’Eutifrone di Platone è molto bello. Diversi anni fa partecipai ad un gruppo di lavoro di insegnanti che ha ellaborato vari libri, da “Dialoga con Socrate sulla base dell’Eutifrane di Platone” e “Socrate al computer”. Si trattava di elaborare un percorso didattico su un dialogo il cui tema è la santità, e “il santo” (nel senso di ciò che è santo”). Non poco direi.
A Marilisa dico che il mio intento non era quello di fare giochini, ma, se mai, di smorzare le polemiche.
Ciao Clodine.
A proposito di tenere fermi i discorsi…… e di ragionevolezza.Il papa sa benissimo che se di questi tempi invocasse una crociata non troverebbe neanche uno scudiero morto di fame e senza lavoro pronto ad imbarcarsi in un impresa che non gli gioverebbe se non una promessa irrealizzabile.
Non può che incamminarsi per una strada diversa. Quella della convenienza. Come è sempre stato del resto.
“ Il toro conosce bene il suo compratore, e l’asino la mangiatoia del suo proprietario” ( Isa 1.3)
@ roberto55
“mi sembra che il Santo Padre, in questo delicato frangente del suo viaggio libanese, se la stia cavando davvero benissimo.”
Si direi anch’io, specialmente dopo quella storiella dei “molti” che non sono “tutti.” Sembra che anche i mussulmani siano inclusi in quei molti……! Anche se non piace a Marilisa.
Tanto per riprendere quel rapporto tra fede e ragione….
“ Uccideteli ovunque li incontriate” (sura 2,191)
“ Combatteteli finché non vi sia più discordia civile e il culto sia [reso solo] ad Allah” (sura 2,193)
“ La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l’ignominia che li toccherà in questa vita; nell’altra vita avranno castigo immenso (sura 5,33)
“Combatteteli finché non ci sia più politeismo e la religione sia tutta per Allah” (sura 8,39).
“Quando incontrerete quelli che non credono, uccideteli, finché non ne abbiate fatto strage “ ( sura 47, 4) –
e via salmodiando…
Sì, Gioab, lo sappiamo, ma forse proprio per questo è opportuno incoraggiare quelli che oggigiorno la pensano diversamente. In fondo ci sono stati grandissimi filosofi fioriti all’obra della moschea di Cordoba, a dimostrazione che anche i mussulmani non rinnegano la ragione. Papa Benedetto sta cogliendo questo lato positivo.
@ antonella lignani
in tema di incoraggiaraggiameto…. allora abbatteranno la basilica di s. petronio a Bologna. Quale gesto di buona volontà.
Forse non tutta la basilica, spero, ma solo un certo affresco …
Ho visto la partenza di Benedetto XVI dal Librano. Mi sembrava stanco, e in difficoltà con i gradini (come lo capisco, pur avendo tanti meno anni di lui). Ma è sempre inappuntabile.
Sono belli i tuoi interventi, amica Antonella, e, per quel che vale il mio sentimento, li seguo con interesse e simpatia, perchè, davvero, denotano, ai miei occhi, preparazione culturale, intelligenza, sensibilità ed un approccio alla fede cristiana in cui mi riconosco molto.
Proprio per questo, mi chiedo, e mi permetto di chiederti – se vuoi, mi rispondi: diversamente, puoi anche farne a meno, oppure direttamente mandarmi a quel paese – perchè tenti il dialogo con quello là: è evidente che non lo merita; è solo un provocatore, pagato come tale.
Io credo vada lasciato perdere.
Ciao.
Roberto 55
P.s.: d’accordo, Antonella, su Papa Benedetto XVI, che mai come in questo momento abbisogna delle nostre preghiere (e sono certo che ne converrai).
Caro Roberto 55, logico che lo lascio perdere quando va lasciato perdere. Quando invece dice qualcosa alla quale posso dare una risposta, non c’è ragione per non darla.
Non ce l’abbia con me Sal /Gioab. Venerdì sera tornavo stanca a casa, e due uomini piuttosto giovani mi hanno fermato per parlare. Temevo fossero truffatori; mi sono poi rincuorata quando mi hanno detto di essere TdG. Dialogando con loro, ho avuto modo di citare la sua presenza nel blog e di dire che conosco la vostra traduzione della Bibbia attraverso i suoi interventi. Su Dio e su Gesù ci trovavamo d’accordo, un po’ meno sul resto. Li ho lasciati con un augurio di pace.
Sono pienamente d’accordo con quanto scritto da Luigi. E dagli altri amici del blog.
Una sola aggiunta: appena atterrato all’aeroporto di Beirut, Benedetto XVI ha invocato per i cittadini del Libano la saggezza di re Salomone. Perché sappiano conservare quel decisivo “equilibrio” tra i cristiani e “i loro fratelli di altre religioni” che può far da “modello per gli abitanti di tutta la regione, e per il mondo intero”.
In un paese che porta i segni di una guerra civile ed è stato più volte invaso da truppe straniere, la scommessa era audace. Ma su di essa papa Ratzinger ha puntato senza esitazione, nei giorni della sua visita.
Nel discorso che sabato, ha rivolto ai rappresentanti della repubblica libanese, ai membri del governo, ai capi religiosi e agli uomini della cultura, ha chiesto a tutti di ritrovarsi uniti su quei “valori comuni a tutte le grandi culture, perché radicati nella natura della persona umana”.
Tra questi valori ha messo in primo piano la libertà religiosa.
Con un inatteso richiamo a Costantino che nel 313 dopo Cristo concesse la libertà ai cristiani nell’impero, Benedetto XVI ha chiesto che non solo in Libano – unico paese della regione in cui la conversione dall’islam al cristianesimo è socialmente tollerata – ma in tutto il Medio Oriente sia data libertà piena alla pratica pubblica di ogni fede religiosa, “senza mettere in pericolo la propria vita”.
Oltre a questo, tra i “fondamenti” di quella “grammatica che è la legge naturale inscritta nel cuore umano”, il papa ha particolarmente esaltato “il carattere sacro della vita donata dal Creatore”.
La difesa della vita, ha detto, è la via alla vera pace:
“Oggi, le differenze culturali, sociali, religiose, devono approdare a vivere un nuovo tipo di fraternità, dove appunto ciò che unisce è il senso comune della grandezza di ogni persona, e il dono che essa è per se stessa, per gli altri e per l’umanità. Qui si trova la via della pace. Qui è l’impegno che ci è richiesto. […]”.
Detto questo a tutti i cittadini del Libano senza distinzione, Benedetto XVI si è però rivolto anche direttamente ai cristiani.
A loro ha chiesto semplicemente di “porsi alla sequela di Gesù”. E così ha spiegato, nell’omelia della messa di domenica:
“Porsi alla sequela di Gesù significa prendere la propria croce per accompagnarlo nel suo cammino, un cammino scomodo che non è quello del potere o della gloria terrena, ma quello che conduce necessariamente a rinunciare a se stessi, a perdere la propria vita per Cristo e il Vangelo, al fine di salvarla. Poiché siamo certi che questa via conduce alla risurrezione, alla vita vera e definitiva con Dio. Decidere di accompagnare Gesù Cristo che si è fatto il servo di tutti esige un’intimità sempre più grande con lui, ponendosi all’ascolto attento della sua parola per attingervi l’ispirazione del nostro agire. […]”.
Due giorni prima, la sera di venerdi, Benedetto XVI aveva messo al centro la croce di Gesù anche nel promulgare l’esortazione apostolica a coronamento del sinodo per il Medio Oriente:
“È provvidenziale che questo atto abbia luogo proprio nel giorno della festa dell’Esaltazione della Santa Croce, la cui celebrazione è nata in Oriente nel 335, all’indomani della dedicazione della Basilica della Resurrezione costruita sul Golgota e sul sepolcro di Nostro Signore dall’imperatore Costantino il Grande, che voi venerate come santo. Fra un mese si celebrerà il 1700.mo anniversario dell’apparizione che gli fece vedere, nella notte simbolica della sua incredulità, il monogramma di Cristo sfavillante, mentre una voce gli diceva: “In questo segno, tu vincerai!’. […]
“L’esortazione apostolica ‘Ecclesia in Medio Oriente’ vuole tracciare una via per ritrovare l’essenziale: la ‘sequela Christi’, in un contesto difficile e talvolta doloroso, un contesto che potrebbe far nascere la tentazione di ignorare o dimenticare la croce gloriosa. È proprio adesso che bisogna celebrare la vittoria dell’amore sull’odio, del perdono sulla vendetta, del servizio sul dominio, dell’umiltà sull’orgoglio, dell’unità sulla divisione. […] Questo è il linguaggio della croce gloriosa! Questa è la follia della croce: quella di saper convertire le nostre sofferenze in grido d’amore verso Dio e di misericordia verso il prossimo; quella di saper anche trasformare degli esseri attaccati e feriti nella loro fede e nella loro identità, in vasi d’argilla pronti ad essere colmati dall’abbondanza dei doni divini più preziosi dell’oro (2 Cor 4, 7-18). Non si tratta di un linguaggio puramente allegorico, ma di un appello pressante a porre degli atti concreti che configurano sempre più a Cristo, atti che aiutano le diverse Chiese a riflettere la bellezza della prima comunità dei credenti (At 2, 41-47); atti simili a quelli dell’imperatore Costantino che ha saputo testimoniare e far uscire i cristiani dalla discriminazione per permettere loro di vivere apertamente e liberamente la loro fede nel Cristo crocifisso, morto e risorto per la salvezza di tutti”.
Con questo, ancora una volta Benedetto XVI ha deluso chi vorrebbe da lui dei gesti politici eclatanti o delle soluzioni di strategia internazionale.
Ma proprio agendo così, è andato all’essenziale di ciò che la sua missione richiede.
A tutti, ha ricordato la grammatica dei diritti naturali. Ai cristiani, il segno della croce.
Insomma, il Medio Oriente – che in questi giorni è ancora e sempre alla ribalta della cronaca per violenze, guerre, soprusi, persecuzioni – ha bisogno sicuramente anche dell’unità e della testimonianza dei cristiani. È questa la proposta semplice, diretta, essenziale che Benedetto XVI fa alle Chiese della regione e al mondo intero.
Quindi, nella Esortazione apostolica “Ecclesia in Medio Oriente”, egli non chiede ai cristiani particolari impegni politici, partigiani, ideologici: chiede loro semplicemente di essere cristiani, con una identità salda, fondata sulla fede in Gesù Cristo e sulla tradizione della Chiesa.
I fedeli devono impegnarsi perché le loro società siano libere da laicismo e fondamentalismo, e perché sia garantita piena libertà religiosa a tutti.
In questo modo, il Medio oriente – adesso sinonimo di violenza e distruzione – può divenire un laboratorio della convivenza: “Il mondo intero fissa l’attenzione sul Medio Oriente che ricerca la propria strada. Possa questa regione mostrare che vivere insieme non è un’utopia e che la diffidenza e il pregiudizio non sono una fatalità. Le religioni possono mettersi insieme per servire il bene comune e contribuire allo sviluppo di ogni persona e alla edificazione della società” (n. 28 di Ecclesia in Medio Oriente).
@ antonella lignani
“Su Dio e su Gesù ci trovavamo d’accordo, un po’ meno sul resto. Li ho lasciati con un augurio di pace.”
E quale sarebbe il resto ? Non pare che Gesù abbia predicato il resto.
Avrà letto, immagino ! “Quando il papa falsifica la storia”
“Ci si chiede dunque, ancora una volta, quale sia l’impegno per la pace di testi sacri quali la Bibbia o il Corano, sicuramente assai aperti al trascendente, ma anche pieni zeppi di inviti all’impegno dei credenti in una direzione opposta a quella della pace. Ci si chiede quanto abbiano agito secondo giustizia credenti come san Bernardo di Chiaravalle, secondo il quale uccidere un infedele è un “malicidio”, non un “omicidio”, perché in tal modo si estirpa il male. O come san Tommaso, secondo cui era lecito “giustiziare” il non cattolico.”
“Ci si chiede dunque, ancora una volta, quale sia l’impegno per la pace di testi sacri quali la Bibbia o il Corano, sicuramente assai aperti al trascendente, ma anche pieni zeppi di inviti all’impegno dei credenti in una direzione opposta a quella della pace. Ci si chiede quanto abbiano agito secondo giustizia credenti come san Bernardo di Chiaravalle, secondo il quale uccidere un infedele è un “malicidio”, non un “omicidio”, perché in tal modo si estirpa il male. O come san Tommaso, secondo cui era lecito “giustiziare” il non cattolico….Non si può falsificare impunemente la storia. Tommaso è ancora oggi il dottore della Chiesa più citato dal Catechismo cattolico: se Benedetto XVI crede veramente che “la fede autentica non può condurre alla morte”, spieghi perché il magistero ecclesiastico ha come pilastro un credente dalla fede falsa, vissuta in modo da condurlo ad autentico odio verso chi non la pensava come lui.”
Link Qui
Non deve dimenticare che Gesù disse : “Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettere pace, ma spada.” ( Mt. 10.34)
E non si dove dimenticare che essere “testimoni di pace” è diverso da “trestimoni di Gesù” o “testimoni della verità” ma quando la convenienza politica spinge in altra direzione…… Tra un po’ sarete fratelli dei mussulmani….dimentichi che “non c’è salvezza in nessun altro, poiché non c’è sotto il cielo nessun altro nome dato fra gli uomini mediante cui dobbiamo essere salvati”. ( Atti 4.12) Tra un po’ si dirà che quell’altro nome mediante cui esser salvati è Maometto.
@ Matilisa 15 settembre 2012 @ 15:23
Marilisa: sono d’accordo con te che molti cristiani sono fondamentalisti, e che, come tali, non considerano che la Chiesa, almeno quella parte della chiesa fatta da uomini, debba purificarsi, per me invece è un’ovvietà, dato che gli uomini sono tutti peccatori, come verificabile dal fatto che vari papi hanno chiesto delle scuse.
Invece sono proprio convinto che la ragione aiuti la purificazione, leggi meglio: aiuta a stare con i piedi per terra ed a capire l’evoluzione del mondo, degli uomini, a capire come comportarci, a comprendere l’insegnamento delle scritture.
A favore di questa mia tesi ti propongo alcuni spunti.
La ragione è il talento più importante, quello che, almeno per quantità disponibile, non per il suo utilizzo, ci distingue dagli animali.
La ragione, quando è guidata da principi “corretti”, ha permesso all’uomo di raggiungere risultati impensabili solo pochi decenni prima.
Il problema sta nei principi.
Tutta la sapienza umana si basa su dei principi non dimostrabili, per prima la scienza, la quale peraltro si avvale di un sistema di verifica dei principi e dei loro susseguenti sviluppi che li rende di fatto validi, almeno entro certi campi di impiego.
Ed il lavoro grosso della scienza è appunto quello di allargare sempre di più questi campi di validità.
In un certo senso ha il lavoro facile, perché la sperimentazione scientifica è, per sua natura, non molto discutibile e, soprattutto, sempre verificabile o se vuoi falsificabile, se non è corretta. Il “truffatore” viene di solito scoperto facilmente.
La scienza ha, per converso, un’applicazione piuttosto limitata, funziona solo quando tratta la materia, il mondo fisico, misurabile, ma è in continuo progredire.
Quando si passa a fenomeni fisici non ancora ben inquadrabili (es. meteorologia, psicologia eccetera), anche la scienza non funziona troppo bene, ma gradualmente migliora.
Ed è ben noto come le scienze economiche siano tutt’ora ben poco inquadrabili e quindi attendibili, esempi ce ne sono anche troppi, sulla nostra pelle. Pensando alle teorie di Adamo Smith, l’”inventore” del capitalismo puro, viene proprio da sorridere alle sue riflessioni sull’etica del capitalista.
O pensando alle teorie di Marx, come sempre il giusto sta nel mezzo.
Quando poi si passa a fenomeni per niente fisici, la scienza deve stare zitta.
Però dei principi servono sempre, altrimenti la ragione sbanda paurosamente. Raramente si trovano pensatori d’accordo su qualche cosa, vedi la storia della filosofia. E’ vero che trattano argomenti sicuramente non scientifici, molto più difficili, ma la mancanza di accordo rimane.
Oppure vedi certi risultati dell’illuminismo o altro, anche la ragione mal guidata combina guai.
Allora, si deve – per me necessariamente – trovare dei principi “per fede”, ossia senza dimostrazioni, ossia la religione, appunto detta anche Fede.
Ma una volta compresi i principi fondamentali della nostra Fede, il resto può essere molto ben guidato dalla ragione, hanno cominciato a pensare così già tanto tempo fa celebri personaggi, addirittura dei santi, non faccio citazioni perché ne conoscerete molte più di me.
Ed i principi che servono sono molto semplici, amare Dio ed amare il prossimo. Tutto il resto viene da questi due principi, basta crederci e ragionarci su.
E ce ne sono anche nel nostro blog di quelli che hanno dimenticato i principi, i postulati, basta vedere quanti “trattano male” Gioab, o chi non la pensa come loro, o a quanti vittimismi troviamo in tanti ambienti, quante ripicche, maldicenze ed altro.
Ma l’amore per il prossimo, se l’erano dimenticato?
Per Clodine: secondo me la saggezza deriva dalla ragionata valutazione, guidata dalla Fede, di quanto appreso nella vita, il resto è o grazia divina, ma non credo sia molto frequente, o istinto.
E certamente ciascuno deve rispettare la propria identità, altrimenti o superbia o accidia, non c’è nulla che ottunda maggiormente la ragione della superbia o dell’ignavia.
Ma soprattutto occorre fede e fiducia in Dio, che poi Lui ci aiuta.
Vorrei solo replicare a marcello.n che se ,secondo lui , i due principi “amare dio e amare il prossimo” sono “semplici” , forse ha un idea idealistica e non realistica dell’essere umano!!!!
Se se infatti fosse così semplice per l’essere umano amare Dio e amare il prossimo, se cioè gli uomini fossero buoni per natura come vuole il mito di Rousseau del”buon selvaggio” cioè dell’uomo che ,lasciato al suo istinto e non corrotto dalla civiltà , è buono per natura, se fosse così non ci sarebbe stato alcun problema e alcun bisogno di redenzione.
Perchè Cristo si è incarnato ??’ perchè si è sacrificato? un tempo si diceva : per redimerci dai nostri peccati. Appunto.
Dunque noi uomini pecchiamo, in continuazione, noi uomini, lasciati a noi stessi, non solo non amiamo ne’ Dio ne’ il nostro prossimo ma amiamo solo noi stessi.
Se non si pone l’accento su questo ( cosa che i cristiani di oggi si guardano bene dal fare) e che cioè senza la grazia di Dio l’uomo è imperfetto e peccatore, e che l’uomo lasciato al suo istinto non ama affatto il suo prossimo anzi se potesse seguire liberamente l’istinto sai quanti omicidi!
dunque amare il prossimo caro Marcello.n non solo non è semplice ma è il comandamento più difficile e contario alla natura umana che esistea. infatti dopo 2000 anni di cristianesimo gli uomini, anche i cristiani, non amano affatto il prossimo, tranne poche eccezioni !!!
per cui io direi meno idealismo e più realismo ci vorrebbe nella religione:
siamo peccattori non siamo perfetti , non siamo capacei colle nostre forze di amare il prossimo, già ci scanniamo e odiamo fra cristiani, già ci odiamo fra gente che frequenta questo blog, quindi non siamo utopici e ipocriti: noi siamo nulla , i cristiani senza la grazia divina sono esattamente uguali a tutti gli altri, i cristiani non sono “migliori” per la propria volontà e le proprie forze e il proprio moralismo ma solo per la GRAZIA divina.
Gesù è morto in croce per noi. Vuol dire che ce ne era bisogno!!!!
a proposito : io sono un cristiano fondamentalista!!!
😉
@ marcello n.
Distinto sig. marcello, sono basito e senza parole, sorpreso piacevolmente per la sua esposizione e questo mi obbliga ad esserle grato per esser stato obiettivo.
Grazie.
“sono proprio convinto che la ragione aiuti la purificazione, leggi meglio: aiuta a stare con i piedi per terra ed a capire l’evoluzione del mondo, degli uomini, a capire come comportarci, a comprendere l’insegnamento delle scritture.”
E’ la Verità.
Del resto anche S. Paolo era un cristiano piuttosto fondamentalista per non dire fanatico !!!
anzi è il patrono e protettore di tutti i cristiani fondamentalisti!
“infatti l’ira di Dio viene rivelata dal cielo su ogni sorta di empietà e di ingiustizia degli uomini, i quali tengono imprigionata la verità dell’ingiustizia”
lettera ai ROMANI 1, 18
“poichè benchè essi conoscessero Dio non gli hanno reso come Dio ne’ gloria ne’ azione di grazie, ma nei loro pensieri si sono perduti in nullità e si ottenebrò il loro cuore insensato”
Lettera ai Romani 1, 21
“Così scambiarono la verità di Dio con la menzogna e tributarono onore e culto alla creatura anzichè al Creatore , che è benedetto in eterno, amen”
Romani 1,25
Molto bene Luca73. Sicuramente anche gli altri, ma non faccio in tempo a leggere tutto.
http://www.cantualeantonianum.com/
solo per cristiani fondamentalisti.. ( astenersi gli altri, perchè in latino e pre- conciliare ) oggi festa delle stimmate di s. Framcesco, stupendo mottetto del ‘600
La musica e la poesia che abitano il pianerottolo sono e restano uno dei suoi doni più belli.
Grazie a tutti.
Quoto Discepolo.
Meglio fondamentalisti che relativisti.
Marcello.n,
replico in ritardo (per cause involontarie) e me ne scuso. Spero che tu legga lo stesso.
Faccio una digressione. Mi piacerebbe capire una volta per tutte se Discepolo è un uomo o una donna.
Detto questo, marcello.n, Io mi trovo del tutto allineata con te. Anche, e soprattutto, per quanto riguarda la ragione.
Hai capito che alcune mie battute di un post precedente erano ironiche? Erano dirette a quei cristiani che vorrebbero che, di fronte alla religione, venisse messa in secondo piano la ragione. Parecchi la pensano così. Io no.
Io do la massima importanza alla ragione, che è l’unica cosa che ci distingue da tutti gli altri esseri animati, e per la quale si può ben dire che siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio.
E ritengo che sia un’ OFFESA a Dio non usarla nel migliore dei modi, anche cercando di capire quel che ci viene detto e insegnato da chi sta a capo dell’Istituzione Chiesa.
Tanti cristiani, anche qui nel blog, sostengono invece che bisogna accettare e basta. La chiamano “umiltà”. Hai capito che cosa è per loro l’umiltà? E se provi a contraddirli, ti considerano eretico, presuntuoso, orgoglioso, un fai-da te in materia religiosa.
Ebbene, marcello.n, io la penso ben diversamente.
Sai che cosa mi irrita? Il fatto che bisognerebbe abdicare a quel dono meraviglioso che Dio ci ha fatto, per abbracciare, senza un minimo di discernimento e di raziocinio, quello che altri, pur rispettabilissimi, ci dicono.
Questo tipo di religiosità, tipico soprattutto dei tempi che furono ( ma non da tutti seguito), quando moltissimi fedeli venivano indottrinati e indotti alla paura dei castighi divini, per me non ha alcun senso.
Ancora molti purtroppo sono succubi di questa visione della nostra religione. E coltivano un timor di Dio che è inteso in senso improprio, e che non dà loro modo di gioire per niente dell’Amor di Dio.
Hanno una visione perversa del volto di Dio.
Una religione che dia prevalenza alla paura dell’inferno, “lega” l’individuo nel senso peggiore del termine.
Tutto il discorso che tu hai fatto sul “talento della ragione” , marcello.n, io lo condivido in pieno.
La Fede è molto importante, naturalmente, ed è vero che nel campo religioso è fondamentale, ma ti dirò che a Dio si può arrivare anche ragionando, secondo il mio modesto parere.
Il fatto è che tante volte anche “cose” a noi vicinissime e percepibili con la ragione, non si riesce a vederle come opera di Dio.
Ed anche persone di scienza e di talento si arrendono facilmente di fronte a certi misteri della vita, soprattutto davanti allo “scandalo” del male e del dolore; e si dicono atei. Niente di strano che, andando avanti nel cammino, cambino idea.
Io ritengo che il desiderio o richiamo di Dio resti sempre, seppure sopito, nell’uomo.
È come quando nella quotidianità della nostra vita a volte vediamo ciò che è lontano da noi e ci sfugge invece ciò che è vicinissimo.
Quante volte accade questo? Ecco, banalizzando, non riusciamo a vedere la “semplicità” di Dio.
Dei testi sacri–e ce ne sono una enorme quantità– molti cristiani recepiscono e memorizzano, andandone enormemente fieri, solo i passi severi e rigorosi, e si avvinghiano ad essi per tutta la vita considerando validi per la salvezza solo i sacrifici grandi, quasi insopportabili. Più sono e meglio è. Più ne sopporti, più ti guadagni il paradiso.
“Voluptas dolendi”, così io considero questo modo di pensare, questo tipo di fede.
Come se la vita non fosse già di per sé un sacrificarsi di continuo, un purgatorio.
No, proprio non è questa la mia religione.
Lo era quando io ero bambina, oggi–grazie a Dio– non più.
Federico B., quota chi ti pare.
Noi “relativisti” ce ne infischiamo.
Abbasso i lefebvriani.
Imparate dal Papa, che ha condannato il fondamentalismo.
@Marilisa,
da Sua Santità Benedetto XVI abbiamo sempre tutti da imparare.
Il problema è che oggi nella Chiesa non c’è il pericolo del fondamentalismo cattolico (ma quando mai! ma dove lo vedi?) ma semmai le insidie più pericolose vengono dal relativismo e dal soggettivismo. Per questo apprezzo l’intervento di Discepolo e dissento totalmente dal tuo.
PS/1: “ce ne infischiamo” è un’espressione decisamente fascista o, se preferisci, fascio-comunista: cosa ti sta succedendo?
PS/2: ma non eri in vacanza? Tornamo a balar il pulcino pio, valà!
Mi piace molto quello che Benedetto XVI dice sulla ragione. Molto bello e giusto, e molto adatto ad un uno che ha studiato bene il greco antico e la civiltà connessa. Ma ricordiamo che Platone spesso ricorreva ai miti (della caverna, della quadriga ecc.) quando non riusciva ad esprimere le verità che intuiva in modo razionale. Non sono una esperta di filosofia, e quindi non riesco a dire di più.
E che se ne cale, Federico B., se dissenti dal mio?
Mi meraviglierei del contrario.
Tu sei connivente sempre con i fondamentalisti del blog. Lo do per scontato. Niente di nuovo sotto il sole.
Neanche il Papa ti convince? Impara…impara…
“che se ne cale”, “ce ne infischiamo”…
Guarda che se continui così Bersani ti espelle da partito. Occhio!
“Fascio-comunista” non lo avevo mai sentito.
Carino, però. Mi fa ridere.
Cosa non faresti, Federico, per tentare di colpire i tuoi avversari.
Anche coniare dei neologismi impossibili. Ma non riesci nel tuo intento.
Ciao, fondamentalista!
Abbasso i lefebvriani!
@Marilisa,
non è un mio neologismo, ma di Antonio Pennacchi. Suggerisco la lettura di uno dei suoi libri, per tua cultura personale.
Rimando al mittente gli epiteti di “fondamentalista” e “lefebviano”, offese gruatuite, che non hanno a che fare con me e con i miei interventi. Sono però estremamente significativi della tua proverbiale “apertura”, della tua ben nota tolleranza, del rispetto per le opinioni divergenti dalle tue, dello spirito di carità fraterna con cui leggi i commenti di coloro che frequentano questo pianerottolo.
Ma non era meglio rimanere a ballare il pulcino pio?
@ discepolo
Caro discepolo, forse non sono stato chiaro.
Quando ho detto che il principio di amare il prossimo è semplice, intendevo dire che il principio è semplice, nel senso che per capire cosa vuol dire, cosa ci chiede Gesù, non occorre studiare teologia, basta sapere un pò di italiano.
La messa in atte del principio, e sono d’accordo con te, è tutt’altra cosa, altrimenti non saremmo nello stato in cui siamo.
Però, e forse sono un pò troppo ottimista, quando si ama veramente fare un sacrificio per l’amato diventa un pò meno diufficile, da giovani innamorati quasi ci si vantava con orgoglio di avere fatto sacrifici per l’innamorata.
Ma sono comunque d’accordo con te.
Il fondamentalismo, in un certo senso è la conseguenza di una grande fede, fede che non tollera critiche o deviazioni, una fede cieca.
Chi è totalmente convinto delle proprie idee diviene fondamentalista.
Gesù era certo ben convinto delle proprie idee, se lo poteva permettere, e si è arrabbiato molte volte, ma quanto ci ha amati! Si è sacrificato per noi, proprio per quelli che non lo seguono!
Se tutti i fondamentalisiti fossero così, sarebbero benvenuti.
@ Marilisa: confesso che non ero certo della tua ironia. Che bello andare d’accordo, almeno per qualcosa.
Discepolo! Che fai? Un “cristiano fondamentalista”?
Proprio nel giorno in cui il papa dice che “il fondamentalismo è sempre una falsificazione della religione”?
Andiamo a dare fuoco alla Nunziatura Apostolica in Italia?
Dove comincia e dove finisce il diritto di usare il miti della religione per creare un’opera d’arte? Basta che i credenti si sentano offesi per vietare un film o l’esposizione di un quadro o la pubblicazione di un libro? E chi lo decide se si tratta o no di un’opera d’arte? Cito l’esempio di Clodine che continua a parlare di uno spettacolo di Romeo Castellucci, uno dei maggiori esiti del teatro contemporaneo italiano. E se pure la parola viene usata per offendere o provocare, può questo giustificare la violenza? E quando parlo di violenza mi riferisco a quella spontanea ed a quella legale, resa legittima, cioè, da una legge dello Stato (vedi carcere). Io penso che se i credenti vogliono proclamare la fede in qualcosa che non si vede (non la vedono che loro) devono essere liberi di farlo ma, al tempo stesso, devono di buon grado sopportare che qualcuno si esprima come gli pare rispetto alle loro verità. Parere mio, sempre.
Quanto ai fondamentalisti del pianerottolo, io li prendo molto sul serio, non uso virgolette o sorrisini, perché sono convinto che se la storia non gli avesse spuntato le unghie manderebbero volentieri in carcere (se non peggio) chi osasse offendere il loro Dio.
E mentre noi discutiamo, a Beirut continua la rivolta, proprio nel luogo in cui il papa aveva parlato di pace.
http://www.lemonde.fr/societe/article/2012/09/17/touche-pas-a-mon-prophete-le-mot-d-ordre-mobilisateur-sur-les-reseaux-sociaux_1761165_3224.html
Mi dispiace darti questo dispiacere caro Leopoldo ma vedi, violare la costituzione è reato, e, si da il caso, che lo stato Italiano, la cui religione è la cattolica romana essendo, questa fattore di unità morale della nazione, sancisce un preciso articolo 402-404 che punisce con il carcere qualunque tipo di di vilipendio nei confronti della religione,ivi compresa la bestemmia che lede profondamente il sentimento religioso collettivo ed è un grave reato congiuntamente alle manifestazioni oltraggiose verso reliquie e anche verso i defunti. Lo Stato, espressione e garante di tale unità, ha il dovere di sostenerla e difenderla….per il momento non aggiungo altro, eccetto sottoscrivere alcuni interventi che condivido in toto…e che mi riservo di commentare a tempo debito!
corrige [la stanchezza fa brutti scherzi] …mi riferivo al codice di diritto penale..
Clodine, l’idea che ci sia una religione di Stato non è propria di un paese civile: Costituzione o no. Non mi dai nessun dispiacere, se mai mi rafforzi nella mia idea. Confondere la memoria dei defunti con le credenze religiose lo reputo sbagliato. Posso ben dirlo io che mi sforzo di non offendere né gli uni né le altre.
Io invece–in tutta sincerità– li mando volentieri a quel paese, i fondamentalisti, perché la loro religiosità così ottusa mi ripugna.
Non posso farci niente, è così e basta.
Stomachevole( altro termine non trovo), soprattutto perché la loro intolleranza, camuffata–quindi ipocrita– sotto un velo trasparentissimo di falsa fratellanza, è pronta a tramutarsi in aperta aggressività contro chi non è allineato,e a me parla apertamente di una fede nella quale fortunatamente non mi ritrovo per niente.
Sono tamente deboli e insicuri che sono pronti a darsi man forte qualunque cosa essi dicano. Tutto va benissimo.
Così come sono pronti ad andare contro quelli da loro etichettati in un certo modo, anche senza leggerne gli scritti. Basta il nome e già sanno che quello è da contraddire in partenza. Ha sicuramente detto delle fesserie.
Stomachevoli e ridicoli.
Per qualcuno poi si tratta di una fede costruita sui testi, non sgorga dal cuore.
Hanno la testa piena di concetti appresi da altri che li hanno scritti, e non fanno il minimo tentativo di ragionarci sopra per capire se trovano corrispondenza vera nel loro pensiero su Dio, ma, soprattutto, se hanno risonanza nel loro cuore.
La fede vera non si “impara” come una poesia o una pagina di letteratura, la si deve sentire, altrimenti è un falso.
Dio li abbia in gloria, nonostante tutto.
Federico B., non so cosa sia questo “pulcino pio” di cui parli, ma in ogni caso ballatelo tu.
Potresti darmi, comunque, qualche chiarimento? Sempre per mia “cultura personale”.
Ti ringrazio per avermi segnalato la fonte del “neologismo” che tale non è, a quanto pare. E comunque è ridicolo.
Mi spieghi perché consideri un’offesa il sentirti definire “fondamentalista”?
Chi li difende a spada tratta evidentemente lo è anche. Non ti pare?
Qua nel blog non sei solo, in fin dei conti.
E io dovrei offendermi, allora, quando mi definisci “relativista” mentre io non mi considero tale? Ma neanche per sogno!
Quasi mi commuove la grande sensibilità che dimostri col tuo vittimismo.
Ti faccio presente ancora una volta che essere tollerante, aperto, fraterno etc…non significa non esprimere i propri pensieri anche se questi disturbano chi non la pensa allo stesso modo.
E non significa prendersi le sberle da chi ti considera un fessacchiotto.
Quei termini, Federico, hanno ben altri significati.
Impara…impara…
i sono persone le quali, per una debolezza strutturale dell’intelletto faticano tantissimo a cogliere i vari aspetti della realtà, così complessa -motivo per il quale, come dice saggiamente Antonella, Platone, ma non solo, ricorreva ai miti- per cui, tali persone colgono un solo aspetto della realtà. E’ un pensiero fisso che fa parte di specifiche forme mentis -mentis, appunto, che mentono- tale “debolezza” tutto sommato è innocente e per sua natura incolpevole.
Ma ve ne è un’altra colpevole causata da una pigrizia intellettuale alla quale si unisce orgoglio e boria cosi da formare un miscela esplosiva peggiore assai di colui il cui intelletto debole impedisce di entrare nelle cose e comprenderne il senso. A partire da questo stato di cose sono possibili due atteggiamenti: uno corretto e salutare, l’altro pestifero e mortale; l’uno favorisce l’umiltà e la paziente ricerca della verità, l’altro approfitta della situazione per affermare orgogliosamente che la verità non esiste. Di qui nasce e cresce la dittatura del relativismo dove la misura di tutto diventa l’io e le sue voglie. Dittatura perché il relativismo, nelle sue estreme conseguenze, si rivela di un’intransigenza tale da non ammettere altra verità se non le proprie contraddittorie affermazioni:miciadiale sintesi capace di dire tutto e il contrario di tutto, e siccome anche ciò che asserisce è “relativo” pretende di dare un cattere assoluto a ciò che proclama convinta-la persona che ne è affetta- che ciò che proclama sia l’unica cosa assolutamente vera!!!
Beh, allora Leopoldo, dovresti cimentarti con l’antropologia e ti accorgeresti che perfino un troglodita nutre grande rispetto e venerazione per i defunti, tanto che le prime religioni quelle delle grandi civiltà neolitiche nascono proprio dal culto per i defunti. Ma senza scomodare il neolitico..basterà un piccolo ripassino sugli Etruschi …credo ti gioverebbe…un consiglio, semplicemente…
P.S per Leopoldo.
Tu hai confuso, Leopoldo, io non ho confuso la memoria dei defunti con le credenze religiose, questo, semmai, lo hai capito tu- io mi sono limitata ,sic et simplicite a citare degli articoli a fronte del riferimento al quale accennasti -facendo anche il mio nome-circa quello spettacolo che a me parve osceno e indegno…
tutto qui.
sic et simpliciter !
Notte!
Non si può e non si deve offendere una persona irridendo i suoi genitori; allo stesso modo non si può e non si deve offendere una persona irridendo la sua religione (tanto più in modo gratuito e osceno).
Esorto a rileggere la lettera scritta da Benedetto XVI ai Confratelli Vescovi il 10 marzo 2009, all’indomani dello “scoppio” del caso Williamson:
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/letters/2009/documents/hf_ben-xvi_let_20090310_remissione-scomunica_it.html
In particolare vorrei che si rileggesse la frase:
“A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio. E se qualcuno osa avvicinarglisi – in questo caso il Papa – perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio senza timore e riserbo.”
Hanno fatto della religione un fatto pubblico, dei miei genitori non conoscete neppure il nome né il conosco il nome dei vostri. Capisco la riprovazione ma la sanzione penale è un’enormità. E la cosa che mi scandalizza, veramente, è che in questi casi attribuiamo la colpa della violenze non soltanto a chi le compie ma anche a chi le avrebbe provocate, con un libro, con un film, con uno spettacolo teatrale.
Sono assolutamente d’accordo con Clodine. I veri fondamentalisti non sono i cattolici che si sforzano di essere coerenti alla fede che professano, ma i laicisti, i relativisti, coloro che pretendono di essere al di sopra delle parti e di imporre le loro idee a tutti… Ce ne sono anche qui, anche tra coloro che accusano altri di fondamentalismo.
@Marilisa,
ti sei definita tu come relativista in un tuo commento di qualche mese fa: forse eri ironica, ma io l’ho presa per una professione autentica. Del resto non sono mancate conferme. Se oggi non ti senti tale, mi rallegro e ti esorto a proseguire con frutto su questa nuova strada.
A parte l’illogicità di sostenere che “chi difende il fondamentalismo è un fondamentalista egli stesso”, non mi pare di aver fatto l’elogio dei fondamentalisti: ho solo asserito che il pericolo è altrove, che il “fondamentalismo cattolico” è un falso problema, che confonde e sminuisce l’impegno che tutti dovremmo avere per dare una testimonianza coerente della nostra fede, specie di fronte al dilagare di soggettivismo e relativismo. Tutto qui.
Fascismo e comunismo hanno molti aspetti comuni che giustificano l’uso di un termine come “fasciocomunismo”: sistema totalitario, statalismo, presunto egualitarismo, pertito unico, persecuzione degli avversari politici, culto della personalità del leader… Comunque leggi i romanzi di Pennacchi (tranquilla, è uno di sinistra): sono scritti bene e raccontano bene la storia di tante famiglie italiane.
Capisco che appartieni alla gauche caviar, radical chic da salotto elegante e spiagge super vip, e che non conosci il tormentone che ha spopolato sulle spiagge italiane, perlomeno sulla riviera adriatica. Ai miei bambini il pulcino pio è piaciuto tantissimo. Mi spiace che tu abbia perso l’opportunità di qualche minuto di allegria e sano divertimento.
Dulcis in fundo: si può “essere tollerante, aperto, fraterno etc…” senza rinunciare a difendere le proprie idee ma sempre con educazione, senza offendere la sensibilità del prossimo. Altrimenti dov’è l’apertura, la tolleranza, la fraternità?
La statua della Vergine nel santuario della Madonna dei Mari a Byblos, a nord di Beirut, lacrimerebbe sangue e olio, riferiscono alcuni media libanesi. Il fenomeno è apparso in coincidenza con la presenza di Benedetto XVI nel Paese.
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=196&ID_articolo=1735&ID_sezione=396
Tu, Federico B., sei sempre d’ accordo con chi è sulla tua linea.
Questo a me non interessa per niente, e mi meraviglierei del contrario. Vi tenete saldamente per mano e vi fate forti di una solidarietà preconcetta. Questo è il vostro limite però, e non ve ne rendete conto.
Io, caro mio, mai mi sono ritenuta “relativista”. Tu ed altri mi avete definita tale da subito, con una sorta di disprezzo, perché non sono codina, né mai lo sarò perché intendo servirmi fin che posso della “ragione”, il dono più bello che Dio ci ha fatto.
Sempre, ma soprattutto in fatto di religione, è opportuno che la si usi per non seguire pedissequamente come un gregge ottuso.
Proprio tu qualche giorno fa hai detto “meglio fondamentalisti che relativisti”, non io ho l’ho detto.
Ma non c’era bisogno di dirlo; dal primo tuo ingresso nel blog e dai tuoi primi interventi hai dimostrato di essere molto vicino ai fondamentalisti. Quelli che a me non piacciono per niente, come più volte ho detto con chiarezza. Non sto qui a ricordarti i passi dei tuoi numerosi commenti che lo dimostrano.
Della questione fascio-comunista puoi fare a meno di sottolineare i tratti comuni alle due correnti. Li conosco meglio di te, ed è un argomento che non mi appassiona per niente.
Ne faccio volentieri a meno, anche perché ritengo che oggi ci siano solo frange estremiste (non mancheranno mai) di tali correnti, che– a dire il vero– non possono essere chiamate, oggi, partiti.
Troppe differenze storiche ci separano dal tempo dei partiti di una volta.
È quello che viene dimenticato dall’ineffabile ex premier, che ancora si ostina a chiamere ridicolmente “comunisti” perfino i partiti di centro sinistra. E c’è chi gli dà ancora credito a quel puzzone.
Dulcis in fundo: io sono educata, bello mio, lo sono eccome. Non rinuncio alle mie idee, ma se queste urtano la ipersensibilità di qualcuno che non ci si identifica, non posso farci niente.
Se uno legge come offese le mie repliche che hanno lo stesso tono dei commenti degli interlocutori, peggio per lui.
Qui è successo molte volte, salvo poi assumere, da parte di alcuni, il ruolo irritante e ipocrita di “vittima”.
Non posso far altro che ricordare: guardate la trave nei vostri occhi prima di vedere i fuscelli negli occhi degli altri.
Le provocazioni di solito generano risposte altrettanto pungenti.
E chiudo qui salutandoti.
Già che sei qui, tornando sul tema dell’umiltà, vorrei segnalarti la figura di San Giuseppe da Copertino, di cui oggi ricorre la festa. Si riferiva a se stesso come “Asinello” o “frate Asino”. Semplicemente e umilmente un santo.
Altro che rivendicazioni e pretese! Altro che “dono meraviglioso che Dio ci ha fatto”! L’esempio luminoso che viene da santi come San Giuseppe da Copertino ci aiuti a comprendere cos’è l’umiltà e il discernimento che il Signore ci chiede.
”Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perchè hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Si, Padre, perchè così ti è piaciuto…”
Credo che per comprendere, o anche proclamare, la Parola di Dio non serva l’intelligenza,la sapienza, ma la Grazia! La Grazia fa comprende e proclamare, la Grazia rende sapienti. Il Signore non sa proprio che farsene dei nostri ragionamenti o della nostra intelligenza che ai suoi occhi è nulla…il nulla totale. Quanti palloni gonfiati…quanti..!!. Dimenticare che superando la misura difficilmente si entrerà per la porta stretta è vera stoltezza!! Bisogna vegliare, e pregare Dio affinché ci aiuti a restare piccoli come neonati per potere entrare…
@ Marilisa
“La fede vera non si “impara” come una poesia o una pagina di letteratura, la si deve sentire, altrimenti è un falso.”
Tanto per conversare, se si deve sentire, chi è sordo al sentimento è fuori gioco ?
Provi a ragionare su queste scritture:
“Il cuore è più ingannevole di qualunque altra cosa ed è difficile da correggere. Chi lo può conoscere? ( Ger. 17.9)
“Di conseguenza Jehovah vide che la cattiveria dell’uomo era abbondante sulla terra e che ogni inclinazione dei pensieri del suo cuore era solo cattiva in ogni tempo.” ( Gen 6.5)
“Chi confida nel suo proprio cuore è stupido, ma chi cammina nella sapienza scamperà.”</i< ( Prov 28.26)
Pensa che per essere saggi, che significa essere giusti si debba essere “sentimentalisti” ?
“Egli si pasce di cenere. Il suo proprio cuore sedotto l’ha sviato. E non libera la sua anima, né dice: “Non c’è una falsità nella mia destra?” ( Isa 44.20)
“ciascuno è provato essendo attirato e adescato dal proprio desiderio.” ( Giac 1.14)
Chi è che desidera il cuore o la mente ?
Gioab, “sentire” non è un fatto di cuore cioè di sentimentalismo.
Non lo è, io credo, nella sfera religiosa. Non lo è per la maggior parte dei fedeli veri o che si dicono tali.
Si tratta invece di confidare nell’ Amore del Signore, di rivolgersi a Lui convinti che Egli ci è vicinissimo nonostante tutto, nonostante i nostri peccati, nonostante il Male che ci circonda sotto molteplici aspetti e che spesso ci fa dubitare.
Noi non finiremo di pregare, infatti, con queste parole: Padre nostro, non abbandonarci alla tentazione.
Questa è, in estrema sintesi, la fede.
E questa fede non la si apprende dai libri o da persone che vogliono inculcarla a forza nella nostra mente.
Ci viene da sé, o da Dio, quando in noi sentiamo l’ urgenza di essere accolti da Qualcuno che abbia compassione della nostra debolezza, che ci fa sentire tanto “piccoli” e disarmati.
Allora ci abbandoniamo alla grandezza e alla misericordia di Dio.
@ Marilisa
“Non lo è per la maggior parte dei fedeli veri o che si dicono tali.” Però lei può parlare solo per se stessa vero ? Chi sa per gli altri com’è veramente spesso non lo sanno neanche loro.
“Si tratta invece di confidare nell’ Amore del Signore, di rivolgersi a Lui convinti che Egli ci è vicinissimo nonostante tutto, nonostante i nostri peccati, nonostante il Male che ci circonda sotto molteplici aspetti e che spesso ci fa dubitare.”
Mi perdoni, ma chi confida non dubita. Altrimenti non confida, spera.
“poiché chi dubita è come un’onda del mare mossa dal vento e spinta qua e là. Infatti, non supponga quell’uomo che riceverà alcuna cosa da Jehovah; è un uomo indeciso, instabile in tutte le sue vie” Così il Vangelo, e capisco che non è né facile né semplice, ma Lui sa e aiuta a superare altrimenti non sarebbe Lui.
“non abbandonarci alla tentazione. Questa è, in estrema sintesi, la fede.” Per quanto anche questo è vero, è vero anche che solo attraverso le difficoltà e la prova c’è la crescita e come dice Pietro : “Di questo fatto voi vi rallegrate grandemente, essendo ora per poco tempo, se necessario, addolorati da varie prove, affinché la provata qualità della vostra fede, di valore assai più grande dell’oro che perisce malgrado sia provato col fuoco, sia trovata causa di lode e gloria e onore alla rivelazione di Gesù Cristo.” ( 1 Pie 1.6-7) In fondo come fa a sapere se è fede se non è provata ? Soprattutto se è vera ? Facile ingannarsi no ?
“E questa fede non la si apprende dai libri o da persone che vogliono inculcarla a forza nella nostra mente.” – Nessuno inculca niente a nessuno ma tutti si inculcano da soli mediante le proprie esperienze. Infatti la fede è personale privata ma ragionata non superstiziosa.
“Ci viene da sé, o da Dio, quando in noi sentiamo l’ urgenza di essere accolti da Qualcuno che abbia compassione della nostra debolezza, che ci fa sentire tanto “piccoli” e disarmati.
Allora ci abbandoniamo alla grandezza e alla misericordia di Dio.” Vero. Condivido. E’ la soddisfazione che deriva dall’aver fatto tutto ciò che dovevamo fare. Magari è venuto male ma ci abbiamo provato.