“Mo’ so due i Papi però dureno poco. – Dureno poco sì: o li ammazzano o li fanno dimette”: frammento di una conversazione a tre da me ascoltata sul trenino che da Roma Tiburtina va a Rieti. La riporto per intero nel primo commento e nel secondo la metto sotto la lente del vaticanista.
“I Papi dureno poco: o li ammazzano o li fanno dimette”
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– E del Papa che dimo?
– Mo’ so due i Papi però dureno poco
– Dureno poco sì: o li ammazzano o li fanno dimette
– Al tedesco gli hanno fatto venì il mal di stomaco, a questo invece è toccato il mal di schiena
– L’avvelenano tutti, te lo dico io, te lo dico
– E non ve dimenticate di quell’altro che è durato 33 giorni
– Adesso l’hanno fatto beato, ma solo adesso. Perché non l’hanno fatto prima?
– A questo je do tempo tre mesi, non de più
– Tre mesi? A noi ce piace
– Pure a me piace, però non je do de più
Sembrano personaggi del Belli. Per il distacco dalla materia che trattano, i tre parlanti sembrano personaggi del Belli. Distacco: nessuno dei Papi viene nominato.
I tre danno per acquisita la via delle dimissioni e quella della canonizzazione da estendere a tutti i papi. Se una beatificazione ritarda, fa problema.
Regge il mito del veleno. Veleno che una volta provoca morte ma più spesso ingenera malattie.
Rispetto alla plebe del Belli, si avverte un indistinto e tiepido apprezzamento delle figure papali. Apprezzamento che sposta l’intera disapprovazione sulla Curia. La quale avvelena ogni Papa. Ma neanch’essa viene nominata.
L’apprezzamento sembra maggiore per Francesco: “ce piace”. Forse per la vicinanza ai semplici: più che altro – si può immaginare – per il “buonasera” e “buon pranzo”.
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