Ho un figlio di nome Valentino che ci aiuta – me e mia moglie Isa – per le videoconferenze con le quali conduciamo le serate di Pizza e Vangelo. Anche ieri lo ha fatto e oggi ci ha mandato – ed è una primizia – il riepilogo che l’Intelligenza artificiale gli ha fornito di quest’ultimo collegamento, chiedendoci che cosa ce ne pare. Debbo dire che il risultato è ottimo nell’insieme e nel dettaglio. Lo pubblico nei primi due commenti invitando a dargli un’occhiata gli amici che ieri si erano collegati.
Ho capito: anche se io non vado all’Intelligenza artificiale è lei che viene a me
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Riepilogo della riunione di Pizza e Vangelo condotta in videoconferenza da Luigi Accattoli (02/03/2025)
Centro della riunione è stata una discussione approfondita sulla Passione di Cristo. Il gruppo ha analizzato la derisione di Gesù nei Vangeli, la sua rappresentazione nell’arte e il significato del suo silenzio durante la Passione, confrontando diverse interpretazioni storiche e teologiche. La discussione si è conclusa con riflessioni sul contesto storico della crudeltà antica e sull’unicità del messaggio di Cristo.
Luigi Accattoli presenta la derisione di Gesù nei Vangeli, concentrandosi sull’episodio dei soldati romani che lo scherniscono come “Re dei Giudei”. Egli evidenzia che ci sono quattro episodi di derisione nei Vangeli, sottolineando l’importanza che le prime comunità cristiane attribuivano a questi eventi. Accattoli collega questa pratica ai Saturnali romani e nota come i Vangeli tendano a scagionare i romani, mentre questo episodio li mostra come unici responsabili della derisione.
Luigi Accattoli discute l’importanza del dileggio di Cristo nella narrativa della Passione, sottolineando come le prime comunità cristiane abbiano enfatizzato questo aspetto. Egli suggerisce di leggere la Lettera agli Ebrei per comprendere meglio questo tema, evidenziando come i cristiani siano chiamati a sopportare il disonore di Cristo. Accattoli conclude riflettendo sulla sfida attuale per i cristiani di affrontare lo scetticismo e il compatimento in un mondo incredulo.
Luigi Accattoli commenta il racconto evangelico della flagellazione e della coronazione di spine, analizzando dettagli come il pretorio, la porpora, la corona di spine e il saluto derisorio dei soldati romani. Egli discute le possibili interpretazioni storiche e archeologiche degli eventi, sottolineando le incertezze su alcuni aspetti come la localizzazione esatta del pretorio e la natura della corona di spine. Accattoli conclude riflettendo sulla questione se Gesù sia stato condotto al Calvario nudo o vestito, propendendo per l’ipotesi che fosse vestito durante il percorso e spogliato solo sul luogo della crocifissione.
Cristo deriso nella storia dell’arte. Luigi Accattoli analizza due dipinti raffiguranti Cristo deriso: uno di Hieronymus Bosch e l’altro di Matthias Grünewald, evidenziando lo sguardo gentile di Gesù nel primo e il personaggio protettivo nel secondo. Feliciana Menghini aggiunge un contributo sulla rappresentazione del tema nell’arte sacra italiana, sottolineando la maggiore diffusione dell’Ecce Homo rispetto al Cristo deriso. La discussione si concentra sull’interpretazione artistica della sofferenza di Cristo e sul suo significato nella cultura cristiana.
Il gruppo discute della rappresentazione di Cristo nell’arte, concentrandosi in particolare sulla corona di spine. Feliciana spiega che la corona di spine non è sempre presente nelle raffigurazioni della crocifissione, ma viene spesso utilizzata nelle rappresentazioni della Via Crucis per enfatizzare la sofferenza di Cristo. Maria Luisa riflette sul messaggio rivoluzionario di Gesù in contrasto con la mentalità violenta del mondo antico, mentre Emilia Flocchini solleva domande sulla presenza della corona di spine nei Vangeli e nell’arte.
Il team ha discusso le complessità della storia del Cristianesimo e del suo ruolo nella cultura e nella politica. Luigi Accattoli ha sottolineato l’importanza di concentrarsi sulla rivendicazione della regalità di Cristo e il suo rovesciamento nel tempo, piuttosto che sul ruolo del Cristianesimo nella storia dell’Occidente. Ha anche affrontato la domanda di Giovanni D’Aulerio riguardo al motivo per cui Pilato avrebbe fatto flagellare e crocifiggere Gesù, suggerendo che potrebbe essere stato un protocollo per i condannati alla crocefissione o un tentativo di soddisfare la folla. Il team ha concordato che il tema è vasto e complesso, e che richiederebbe ulteriori discussioni.
Luigi Accattoli e gli altri partecipanti discutono il silenzio di Gesù durante la Passione, interpretandolo come un fatto divino in quanto comporta una volontaria accettazione della morte. Marialuisa confronta la storia di Cristo con quella di Krishna, sottolineando l’unicità del messaggio di Gesù che ha sovvertito i valori dell’antichità.
Giovanni Furfari chiede chiarimenti sul silenzio di Gesù nei Vangeli, e Luigi Accattoli riassume le interpretazioni degli studiosi citando Romano Guardini che lo definisce una realtà divina.
Giorgio Bellieni introduce una riflessione sul contesto privato – all’interno del cortile del pretorio – della derisione di Gesù da parte dei soldati romani, interpretata come un rituale carnevalesco dei Saturnali. Luigi conclude sottolineando come questo episodio rappresenti un esempio estremo della crudeltà e della sete di violenza dell’epoca antica, invitando a una riflessione storica più ampia.
Attenzione: il riepilogo generato da intelligenza artificiale potrebbe essere impreciso o fuorviante. Controlla sempre l’accuratezza. Valuta la precisione di questo riepilogo.
Mio commento. Certo se avessi fatto io il riepilogo della serata, l’avrei fatto meglio. La sintesi dell’IA non risulta sempre comprensibile a chi non ha partecipato all’incontro. Però è notevole che le fasi della conversazione siano state colte tutte e che i nomi degli intervenuti siano esatti, nonchè sostanzialmente corretti i contenuti dei loro interventi. Forse non utilizzerò mai questo strumento di mia iniziativa, ma cadono almeno una metà delle prevenzioni che nutrivo fino a ieri.
Carissimo, interessante quello che scrivi. Segnalo a te e ai tuoi lettori un caso recente, di cui ho raccontato su Avvenire,, nel quale sono ugualmente implicate l’intelligenza artificiale e un tema religioso (in questo caso, di magistero), con esiti non affidabili, a mio parere. Intorno alla nota “Antiqua et nova” firmata dai Dicasteri vaticani per la dottrina della fede e per la cultura e l’educazione e dedicata al “rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana”, la testata online ispanofona “Religion Digital” ha pubblicato diversi commenti. Tra i quali, e per primo, ha dato la parola, il 28 gennaio, alla stessa IA (https://bit.ly/412WdYJ). Il titolo recita: «Che cosa ne pensa l’IA di Antiqua et nova?», ma basta scorrere le prime righe dell’articolo per rendersi conto che l’intelligenza artificiale generativa cui ci si è rivolti per compilarlo è… di fede cattolica. Scritto in prima persona singolare, ribadisce il suo punto di osservazione fin troppe volte, praticamente a ogni paragrafo: «come persone di fede, siamo chiamati…»; l’IA «è una prova per la nostra fede»; «come credenti, abbiamo un ruolo cruciale…»; «la nostra fede ci chiama a…»; «credo che la Chiesa abbia un ruolo profetico…»; «come comunità di fede, siamo testimoni…». Appare evidente che i redattori di “Religion Digital” (anche se non ce ne hanno dato conto) hanno addestrato ChatGPT, o l’eventuale altro programma utilizzato per redigere questo contributo, con un input preciso: fare del tutto proprio l’intento del documento vaticano di «guardare l’IA da una prospettiva cristiana». Dunque questo “gioco” non ci dice cosa pensa l’IA di Antiqua et nova, ma sintetizza cosa pensa Antiqua et nova dell’IA….
Guido io so poco dell’Intelligenza Artificiale, ma credo che il titolo posto a quel testo da Religion Digital ispanofona riveli un’ignoranza di che cosa sia l’AI ancora più corposa della mia: la direi un’ignoranza invincibile. «Che cosa ne pensa l’IA di Antiqua et nova?»: Dio mio, ma l’AI non pensa! Può collegare, raccogliere, ordinare, combinare, riassumere, imitare e compiere molte altre operazioni compitatorie e computatorie, ma in nessun modo può “pensare”, se per pensiero si intende l’espressione di un’idea e di un convincimento personali. E questo perchè le sue facoltà combinatorie si esercitano – magari con buoni risultati referenziali, come mi pare sia avvenuto con la nostra serata di conversazione biblica – su convincimenti già espressi da persone pensanti ma lei non è persona e non pensa. Né si dà un convincimento personale per combinazione di convincimenti altrui. Ho detto.