Mario Delpini, nuovo arcivescovo in Milano, si dice inadeguato “già dal nome”: elenca quelli dei predecessori (Angelo, Dionigi, Carlo Maria) e conclude: “Mario che nome è?” Parlata popolare e letteratura gli danno ragione: “Hanno ammazzato il Mario” è un titolo di Dario Fo per la storia di un poveraccio. “L’Adalgisa” di Gadda attesta che a Milano per sfondare ti devi chiamare almeno Carlo: “Come dice anche solo il nome, Carlo!, egli era un bravo e bell’uomo”.
Hanno fatto arcivescovo il Mario
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E’ il mio “spillo” di questa settimana, pubblicato a pagina 3 della “Lettura” del Corsera che sarà in edicola fino a sabato. Per sapere che siano gli spilli, vedi il post del 9 luglio:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/accusa-er-papa-a-santuffizio/
Ma dai che gli e’ andata bene! Se si fosse chiamato di nome Gino (Cerutti)?
Meglio Mario, che poi è il nome della beata Vergine, che Giancarlo, per dire…
Federico che Mario venga da Maria molti lo credono e ovviamente con i nomi su tutto prevale l’intenzione di chi li “mette”. Ma in verità – ovvero: nella sequenza storica – Mario viene dalla Gens Maria dell’antica Roma: Gaio Mario, Lucio Mario, Quinto Mario Celso…
Caro Luigi, la “Gens Mària” non esclude “Marìa”, specialmente nella tradizione plurisecolare cristiana. E una delle etimologie di Maria deriva dal nome ebraico Miryàm che ha la sua origine, a seguito della cattività egiziana del popolo ebraico, nella parola egiziana “mry”, che vuol dire “amata”. Affiancata poi dalla la parola “iam” che indicava Dio, Miryàm diventa “amata da Dio”.
Perciò, Mario “amato da Dio” non è male, vero?
Domani vado a Castelbasso, dove il 5 agosto ci sarà un bellissimo concerto di musica antica: “L’Europa musicale tra Rinascimento e Barocco”. Se ti è possibile venire, mi farebbe piacere rivederti.
Intanto ti auguro buona notte.
Giuseppe ho una domanda appropriata: nel caso dei santi sposati Mario e Marta, martiri romani sotto Diocleziano, quel Mario veniva da Maria o dalla Gens Maria?
Scusa, Luigi, sono velocissimo perché sono in partenza. Nel caso che dici tu, penso proprio da Gens Maria.
In quanto ho scritto io, volevo fare un omaggio alla nostra MARIA, che tu sai benissimo chi sia.
Debbo andare perciò ti saluto con la stima che sai. E con te saluto tutti.
Buon viaggio Giuseppe. A parte la legittima intenzione soggettiva di chi chiama il figlio Mario pensando a Maria, credo che il riferimento alla Vergine sia evidente solo nella variante Mariano. I santi Mario e Marta mi sono cari: sono entrati nella bella litania dei santi sposati che si invoca con il nuovo rito del matrimonio.La festa è il 19 gennaio. A Roma abbiamo una chiesa e una via con il loro nome.
Luigi, forse però i genitori di mons Delpini (a proposito, sarà mai cardinale?), intendevano omaggiare la Beata Vergine Maria. Bisognerebbe sapere quando S. E. festeggia, o ricorda, il suo onomastico. Se fosse il 12 settembre, avrei ragione io.
Può darsi che qualche bravo vaticanista, a tempo debito, soddisfi questa nostra curiosità estiva…
Nel frattempo ho visto lo stemma: un pino stretto in una mano e tre colombe pronte a spiccare il volo. Non riesco però a linkarlo.
i nomi…anni fa discussi con una persona che continuava ad insistere che Sergio era nome di origine russa, invece che latina. Non ci fu verso di convincerla.
cristina vicquery
Lo stemma del neo vescovo di Milano riporta come motto
“Plena est terra gloria eius”
https://www.google.it/search?q=stemma+mario+delpini&tbm=isch&imgil=bGzNwjlwsocrWM%253A%253B5pInB26AqFgGTM%253Bhttps%25253A%25252F%25252Fit.wikipe
Invece quello di Gian Carlo Perego, che tanto poco piace a Federico, riporta “GAUDIUM ET SPES”
http://www.diocesidicremona.it/blog/lo-stemma-episcopale-dellarcivescovo-perego-01-04-2017.html
…nel dire ” tanto poco piace a Federico” , mi riferisco al nome Giancarlo, anzi Gian Carlo, naturalmente.
🙂 🙂 🙂
Federico se l’arcivescovo festeggiava il 12 settembre non avrebbe detto “Mario che nome è”, non credi?
Può darsi che li abbia detto solo per umiltà. Mi sembra che a Milano il nome Mario sia abbastanza diffuso, ma dubito che sia per devozione ai martiri romani. Più facile pensare ad una devozione verso la Madonnina, no?
Lorenzo,
A ME PIACEREBBE che S. E. Monsignor Perego iniziasse ad occuparsi della sua arcidiocesi anziché continuare ad essere portavoce di Migrantes. Abbia il coraggio di voltare pagina e di occuparsi del suo gregge, come Sua Santità e la Santa Chiesa Cattolica gli ha chiesto di fare.
E’ il tuo vescovo, Fede.
Forse sarebbe piu’ logico chiederti cosa piacerebbe a lui che tu facessi, non il contrario.
Così funzionano le cose, nella Chiesa.
Non credo affatto gli difetti il coraggio di girare pagine: cosa che invece mi pare che tu sia clamorosamente refrattario a fare.
🙂
( quanto a Sua Santità e alla Santa Chiesa Cattolica, sono lieto che tu sia passato a una deferenza tutta maiuscole. Ti ricordo che non poco tempo fa quella stessa Santità Sua l’hai liquidata come “portavoce di una parte politica che propugna interessi contari al cattolicesimo” e dei pastori, simpaticamente intruppati in generico zuppone, sei solito ultimamente dire peste e corna.
La deferenza devota del maiuscolame è segno di un briciolo di sale che sta tornando nella tua zucca vacanziera?! 🙂 )
Cuffie, stai facendo il troll.
Ti chiamerò don Lurio… E non risponderò alle tue provocazioni.
Pensa se il tuo arcivescovo, invece di occuparsi della pastorale e della catechesi, si occupasse solo di una cosa, afferente un incarico precedente… Ma è inutile ragionare con i troll, che cercano solo la polemica.
Parlavamo di nomi…
Troll una beneamata rapa.
Rilassati sulla battigia, e rifletti.
Tuo Don.
🙂
O vedi, Fede, il mio arcivescovo ( che non è affatto una eccezione, fa semplicementeil suo lavoro come lo fanno tutti) si occupa della pastorale e della catechesi…..solo che scommetto che avresti da ridire un sacco anche su di lui, giacché nell’una e nell’altra rientrano , per esempio, la pastorale dei migranti, la cura pastorale delle persone omosessuali, la relazione con le altre confessioni e religioni.
Ci si fidasse una buona volta della Chiesa, a partire dalla propria, e ci si mettesse al suo servizio, invece di far lezioncine, dare votarelli e riempire il libro dei propri sogni, vedi come, DI BOTTO; sparirebbero tutte le polemiche da tutti i cattoblog.
http://www.diocesi.torino.it/pls/diocesitorino/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=69039
http://www.diocesi.torino.it/pls/diocesitorino/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=68911
http://www.diocesi.torino.it/pls/diocesitorino/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=66579
Piccola precisazione semantica su Federico che, quando non sa più che dire, crede di cavarsela parlando di ” provocazione”.
Se tu , Federico Benedetti, scrivi determinate cose, e queste cose, che stanno lì memorizzate peraltro, ti vengono ricordate, che caspita di provocazione sarebbe?
Semplicemente è chiedertene conto.
Torna pure al tamburello.
Tuo Don.
Il Mario arcivescovo. Tra poco suI nuovo arcivescovo di Milano sapremo tutto: la PIEMME annuncia la pubblicazione di un “racconto della vita di monsignor Delpini attraverso le sue stesse parole”, raccolto dal vaticanista Paolo Rodari, che è bravo. Sarà in libreria dal 25 luglio 2017:
MARIO DELPINI
LA VITA, LE IDEE E LE PAROLE DEL NUOVO ARCIVESCOVO DI MILANO
di Paolo Rodari
Piemme
Nel commento seguente il comunicato dell’editore che mi è appena arrivato.
Comunicato della Piemme. CHI È IL NUOVO ARCIVESCOVO DI MILANO? E PERCHÉ IL PAPA LO HA VOLUTO A CAPO DELLA PIÙ GRANDE DIOCESI D’EUROPA?
«La vivacità di Francesco sia d’insegnamento, la Chiesa può essere diversa» (Mario Delpini)
Da vescovo ausiliare ad arcivescovo di Milano. Chi è Mario Delpini? Papa Francesco lo ha scelto per essere il pastore della diocesi ambrosiana dopo i cardinali Martini, Tettamanzi e Scola, di cui è stato stretto collaboratore. Una nomina che ha colto molti di sorpresa, ma in linea con le ultime scelte del pontefice: figura non ascrivibile a nessuna cordata, sacerdote dedito alle famiglie e agli ultimi, vescovo mite e lontano dall’identikit del manager. Classe 1951, uomo dal temperamento cordiale, ottimo rapporto con i fedeli, Delpini è stato segretario della Conferenza episcopale lombarda e si è occupato a lungo di formazione del clero, ma negli anni si è rivelato anche un acuto osservatore del mondo che gravita attorno al campanile parrocchiale, alla canonica, all’oratorio con tutti i suoi attori e comprimari: giovani, anziani, poveri, volontari, catechiste, devoti zelanti e critici, suore e seminaristi… Un’umanità variegata, a tratti ferita, bisognosa di attenzione e cure. In un racconto denso di curiosità e particolari, il vaticanista Paolo Rodari ricostruisce il percorso umano e spirituale di quello che si preannuncia un “grande vescovo”: affettuoso, informale, che non dimentica gli amici e i collaboratori che gli sono stati vicini. Lanciando uno sguardo sul futuro, il nuovo pastore di Milano pone i capisaldi della missione che lo attende: le sue idee sull’accoglienza agli immigrati, sul rapporto con le altre religioni e le altre confessioni cristiane, sulle prospettive della civiltà italiana e della Chiesa nei prossimi anni.
Il comunicato della Piemme fornisce queste schede dell’arcivescovo e dell’autore del ritratto:
MARIO DELPINI è nato a Gallarate, in provincia di Varese, il 29 luglio 1951. Il 7 giugno 1975 è ordinato presbitero dal cardinale Colombo. Il 13 luglio 2007 papa Benedetto XVI lo nomina vescovo ausiliare di Milano e vescovo titolare di Stefaniaco, nell’entroterra albanese. Nel 2012 il cardinale Scola lo ha voluto vicario generale e due anni dopo vicario episcopale responsabile della formazione permanente del clero. È stato nominato arcivescovo di Milano il 7 luglio 2017 da papa Francesco.
PAOLO RODARI. Vaticanista del quotidiano la Repubblica. Ha scritto vari saggi, tra cui: La Chiesa ferita (Giunti, 2013); Attacco a Ratzinger (con Andrea Tornielli, Piemme, 2010); Misericordia. Il Giubileo di papa Francesco (con Dionigi Tettamanzi, Einaudi, 2015).
Mi parrebbe bizzarro che Delpini festeggiasse l’onomastico il 12 settembre: tutti i Mario che conosco ( compreso mio nonno) festeggiano e hanno festeggiato il classico san Mario del 19 gennaio.
Tuttavia , anche nel caso in cui papà e mamma Delpini , con la scelta del suo nome, non avessero inteso “omaggiare la Beata Vergine Maria” in modo specifico, ci pensa ora direttamente e esplicitissimamente il loro figliolo ,fresco arcivescovo…..il quale intende prepararsi al suo ingresso in diocesi con un pellegrinaggio ai luoghi mariani del suo territorio.
http://www.ansa.it/lombardia/notizie/2017/07/20/nuovo-arcivescovo-parte-pellegrinaggio_face506c-32e7-4237-bfcf-1d186daedb80.html
Per molti cattolici i vescovi dovrebbero solo parlare di santi, di madonne e di pie donne, di liturgia, di discutibile catechesi e via discorrendo.
La dottrina sociale della Chiesa da mettere in un angolo.
Questa gente assai devota e assai seriosa ancora non ha capito che Gesù parlava di cambiamenti radicali nel rapportarsi con il prossimo, TUTTO il prossimo. Questi cattolici, in perenne reverenza di fronte ai vescovi del loro stesso stampo, sono miopi e settari. Non hanno capito la Parola del Cristo e criticano chi invece la vuole mettere in pratica.
Beati e incoscienti nella loro ignoranza.
“figura non ascrivibile a nessuna cordata, sacerdote dedito alle famiglie e agli ultimi, vescovo mite e lontano dall’identikit del manager. … negli anni si è rivelato anche un acuto osservatore del mondo che gravita attorno al campanile parrocchiale, alla canonica, all’oratorio con tutti i suoi attori e comprimari: giovani, anziani, poveri, volontari, catechiste, devoti zelanti e critici, suore e seminaristi… Un’umanità variegata, a tratti ferita, bisognosa di attenzione e cure. ”
Magari fossero così tutti i vescovi!
Mi auguro che Delpini possa essere un luminoso esempio per tutti.
Mi auguro che tu lo voglia ascoltare…
Ascolterà almeno i vescovi che le piacciono? Non credo.
Se lei smettesse di provocare, farebbe cosa sacrosanta.
La stessa tua presenza qui, con idee contrarie alla dottrina cattolica, è una provocazione.
La “sua” dottrina cattolica tutta libresca e formalistica fa semplicemente pena. È lontana dalla parola del Cristo.
“Non chi dice Signore Signore entrerà nel Regno dei cieli…”
Lei è proprio uno di quelli.
La sua rabbia, pari al suo infantilismo piagnucoloso, è provocata da una enorme frustrazione.
Farebbe meglio a tacere. Ogni sua parola è una provocazione.
Non cerchi chi non ha alcuna considerazione nei suoi confronti.
Cresca, se le riesce, e argomenti qualche volta, invece di entrare nel blog solo per dare sostegno fazioso a chi è sulla sua linea religiosa, o per provocare e dire male parole a chi per fortuna ne è distante.
Qui casca l’asino. Qui si rivela la scarsa intelligenza di una persona che non sa distinguere la dottrina della Chiesa Cattolica dalle singole opinioni personali. Che contributo può dare se non quello di confondere le idee e attaccare briga?
Ecco un esempio da censurare, troll o non troll, polemica o non polemica. Attendo con ansia il seguito dell’annunciato intervento di Luigi, ma sicuramente il contesto del blog è più complesso di come viene descritto nella prima parte della sua analisi. A nessuno sfuggano le offese (infantile, piagnucoloso, frustrato, fazioso, rabbioso…) che accompagnano certi deliri.
A quando le ideuzze sul blog n. 2?
A me piace il nome Mario, stesso nome di mio nonno.
Lui festeggiava il 12 settembre, e così faccio pure io.
Salutami Mario
Ops ci riprovo:
Salutami Mario
Ecco, lo dicevo io.
Ho vissuto a Milano e ci capito ancora di frequente. Vi è una forte devozione mariana e i “Mario” ricordano il nome della Madonna (onomastico 12 settembre).
Mia madre cantava sempre “parlami d’amore Mariù”. In realtà, anche se Mariù è nomignolo di Mariuccia, protagonista del film “gli uomini che mascalzoni” del 1932 , nel mio immaginario di bambina -ignara che fosse la colonna sonora di un film- Mariù , era Maria. E, siccome identificavo quel nome con la Vergine e non con una donna comune, tutte le volte che il brano giungeva a quel: “Anche se avverso il destino domani sarà / Oggi ti sono vicino, perchè sospirar? Ma che importa se il mondo si burla di me / meglio nel gorgo profondo ma sempre con te”. Mi evocava la Madonna e felice in cuor mio, come una Pasqua, perchè sentivo la voce di mia madre cantare qualcosa per la Madre di Dio, ne venivo subito edificata. Maria, Mario, in qualunque lingua lo si pronunci, è nome bellissimo, il più bello del mondo
“A questa morte si appoggia chi vive.Per annunciare che la terra è piena della gloria di Dio” scritto sotto l’immagine della Pietà Rondanini, è il “titolo” pensato da Delpini per la siua preghiera per la diocesi.
Andare al sodo della questione, senza tante menate e fronzoli.
Mi pare un ottimo modo di iniziare.
Rinnovo gli auguri più calorosi a don Mario, e a tutti i milanesi che lo vorranno aiutare nel suo compitone.
http://www.lastampa.it/2017/07/25/vaticaninsider/ita/news/la-preghiera-di-delpini-arcivescovo-e-prete-normale-Rfs4pUFU362O9Mq1mZ24oM/pagina.html