Grande Bartimeo che grida e getta via il mantello e segue Gesù
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Luigi Accattoli
Lettura della tela del Maestro della Raccolta della Manna. Questo pittore del quale non conosciamo il nome narra la guarigione del cieco Bartimeo con immediata e gustosa aderenza al raccolto di Marco. Per non perdere nessuno degli spunti offerti dall’evangelista, dispone la scena in cinque quadri successivi, raccordati dal tornante della via percorsa da Gesù nel suo cammino verso Gerusalemme. La prima scena ci mostra, in alto a sinistra, Gesù che esce con i discepoli dalla città di Gerico, raffigurata con le sue mitiche mura. La seconda è incentrata su Bartimeo che se ne sta seduto a mendicare lungo quella via e sentendo rumore di folla si informa su chi stia passando e prende a gridare. La terza, accostata al margine destro mediano della tela, è dedicata a Gesù che lo sente gridare, si ferma e dice “chiamatelo”. La quarta mette al centro della tela Bartimeo, che due accompagnatori guidano da Gesù. La quinta vede Gesù che, in basso a sinistra, guarisce il cieco tumultuante che subito si fa suo discepolo: “Lo seguiva lungo la strada”. Gli artisti ci dicono come nei secoli è stato letto il Vangelo e dunque aiutano indirettamente la nostra lettura. In questa ricca sequenza del Maestro della raccolta della Manna (che cioè è anche autore di un’altra tela così intitolata) trascura un solo, ma importante, momento della narrazione marciana: quand’essa ci dice che Bartimeo “gettato via il mantello balzò in piedi e venne da Gesù”. Per quel guizzo del cieco in un altro post, pubblicato il 25 giugno, avevo fatto appello a una tela di William Blake (1799-1800), veramente straordinaria nella presa a volo del guizzo:
Di questa terra conosco ogni pozza,
ogni fosso,
di questo cielo so il variabile umore
ma tendente al rosa, di sera al rosso.
Di queste case porto i sentimenti
ad uno ad uno vivendoli nel petto,
gridando a più non posso all’eterno.
D’ogni cammino prevedo il percorso
quasi, avendo a lungo anch’io marciato
nel vento e nell’umano.
Ma d’ogni cosa resta il mistero,
resta lo scarto che cambia lo sguardo,
specchiato nelle acque del ruscello
come fosse il primo giorno.
Colle santuario (“Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco angeli gli si avvicinarono e lo servivano” Mt 4, 11).
Nella tersa notte delle distese,
delle colline ormai assopite,
piccole luci di strade, di case,
brillano nel segreto del tempo.
Semplice e bello, senza pretese
di glorie rinomate, di chiacchiere astruse.
Anche piccole luci sono corti
celesti di lucciole incantate.
Così è vedere da questo poggio
di grazia tutte le cose.
In quell’anonima strada di periferia
chi avrebbe pensato di incontrare
la vita. Questo diceva confusa, nuova,
l’anziana signora. Le avessi potuto parlare,
le avrei detto del potersi fidare, del non credere
all’inganno solo viscerale. Le avrei detto:
se viene una luce lasciati portare,
non temere il deserto se lo vuole il cielo,
ma temi le verdi praterie senza notte,
né luna, né stelle, né pioggia, il lume artificiale.
Lettura della tela del Maestro della Raccolta della Manna. Questo pittore del quale non conosciamo il nome narra la guarigione del cieco Bartimeo con immediata e gustosa aderenza al raccolto di Marco. Per non perdere nessuno degli spunti offerti dall’evangelista, dispone la scena in cinque quadri successivi, raccordati dal tornante della via percorsa da Gesù nel suo cammino verso Gerusalemme. La prima scena ci mostra, in alto a sinistra, Gesù che esce con i discepoli dalla città di Gerico, raffigurata con le sue mitiche mura. La seconda è incentrata su Bartimeo che se ne sta seduto a mendicare lungo quella via e sentendo rumore di folla si informa su chi stia passando e prende a gridare. La terza, accostata al margine destro mediano della tela, è dedicata a Gesù che lo sente gridare, si ferma e dice “chiamatelo”. La quarta mette al centro della tela Bartimeo, che due accompagnatori guidano da Gesù. La quinta vede Gesù che, in basso a sinistra, guarisce il cieco tumultuante che subito si fa suo discepolo: “Lo seguiva lungo la strada”. Gli artisti ci dicono come nei secoli è stato letto il Vangelo e dunque aiutano indirettamente la nostra lettura. In questa ricca sequenza del Maestro della raccolta della Manna (che cioè è anche autore di un’altra tela così intitolata) trascura un solo, ma importante, momento della narrazione marciana: quand’essa ci dice che Bartimeo “gettato via il mantello balzò in piedi e venne da Gesù”. Per quel guizzo del cieco in un altro post, pubblicato il 25 giugno, avevo fatto appello a una tela di William Blake (1799-1800), veramente straordinaria nella presa a volo del guizzo:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/ma-tu-stai-con-il-bartimeo-gridante-o-con-la-folla-che-cerca-di-zittirlo/
https://gpcentofanti.altervista.org/i-due-estremi-e-il-discernimento-dal-vivo-vangelo-di-venerdi-14-luglio-2023-e-commento/
Il canto del gallo ed altri prodigi
Di questa terra conosco ogni pozza,
ogni fosso,
di questo cielo so il variabile umore
ma tendente al rosa, di sera al rosso.
Di queste case porto i sentimenti
ad uno ad uno vivendoli nel petto,
gridando a più non posso all’eterno.
D’ogni cammino prevedo il percorso
quasi, avendo a lungo anch’io marciato
nel vento e nell’umano.
Ma d’ogni cosa resta il mistero,
resta lo scarto che cambia lo sguardo,
specchiato nelle acque del ruscello
come fosse il primo giorno.
Da: https://gpcentofanti.altervista.org/il-canto-che-sorprende-raccolta/
https://gpcentofanti.altervista.org/gli-effetti-della-paura-san-bonaventura-vangelo-e-commento/
Colle santuario (“Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco angeli gli si avvicinarono e lo servivano” Mt 4, 11).
Nella tersa notte delle distese,
delle colline ormai assopite,
piccole luci di strade, di case,
brillano nel segreto del tempo.
Semplice e bello, senza pretese
di glorie rinomate, di chiacchiere astruse.
Anche piccole luci sono corti
celesti di lucciole incantate.
Così è vedere da questo poggio
di grazia tutte le cose.
Da: https://gpcentofanti.altervista.org/il-canto-che-sorprende-raccolta/
L’alba inattesa
Di questa notte oscura
so l’alba che ora mi parla
inattesa, tersa, serena
come una strada nuova.
Non è solo morte la vita,
non è inganno senza senso.
I tetti del borgo, i pini,
rossi del mattino, la falce
di luna, cantano del grano
che un dì ancora matura,
e la vita sa di lavanda,
mentuccia, rondini e cielo.
–
Diede loro potere (exousia. Mt 10, 1)
Crescono filari di alberi
anche nella nebbia dell’agro,
silenziosi, perseveranti,
chiamati da oltre le nubi.
Ci dicono semplici del seme
celato nella terra spoglia
che cresce senza dire eccomi,
né alcuna grande teoria.
Invincibile segreta forza
del seme di parvenza inerme,
porta dove vuole le cose,
di speranza il petto accende.
Da: https://gpcentofanti.altervista.org/il-canto-che-sorprende-raccolta/
https://gpcentofanti.altervista.org/labbondanza-del-seme-vangelo-di-domenica-16-luglio-2023-e-commento/
https://gpcentofanti.altervista.org/linganno-dei-nomi-sbagliati-vangelo-di-lunedi-17-luglio-2023-e-commento/
https://gpcentofanti.altervista.org/avvedersi-delle-grazie-vangelo-di-martedi-18-luglio-2023-e-commento/
Luci nella via
In quell’anonima strada di periferia
chi avrebbe pensato di incontrare
la vita. Questo diceva confusa, nuova,
l’anziana signora. Le avessi potuto parlare,
le avrei detto del potersi fidare, del non credere
all’inganno solo viscerale. Le avrei detto:
se viene una luce lasciati portare,
non temere il deserto se lo vuole il cielo,
ma temi le verdi praterie senza notte,
né luna, né stelle, né pioggia, il lume artificiale.
https://gpcentofanti.altervista.org/il-paradosso-dellumilta-vangelo-di-mercoledi-19-luglio-2023-e-commento/
Frammento 3
Era lì all’ultimo banco della chiesa,
oltre la vetrata stormiva la quercia
nel vento di maestrale che andava
a primavera.
–
Il potere del seme
Crescono filari di alberi
anche nella nebbia dell’agro,
silenziosi, perseveranti,
attirati da oltre le nubi…
Da: https://gpcentofanti.altervista.org/il-canto-che-sorprende-raccolta/
https://gpcentofanti.altervista.org/la-chiave-del-cuore-di-maria-e-gesu-vangelo-di-giovedi-20-luglio-2023-e-commento/
Compieta
Tutto tace nella notte,
ogni cosa riposa
e il suo riposo è un canto.
Allo scrittoio ascolto
l’ultima poesia del giorno,
nella pace.
Da: https://gpcentofanti.altervista.org/il-canto-che-sorprende-raccolta/