“Il Buon Samaritano c’è e lo puoi incontrare per strada. Anzi, in autostrada: vedi il caso della Trieste-Udine, una sera gelida di questo gelido gennaio. Gloria Pelizzo, chirurgo d’avanguardia, sta tornando a casa sua, sulle colline udinesi, dove l’aspettano marito e figli. Alla fine di un’altra giornata stressante trascorsa in sala operatoria, non vede l’ora di arrivare. Superato un furgone dell’Aci, all’improvviso la sua auto non risponde più ai comandi: in un attimo, a centotrenta all’ora, viene proiettata sul muro di contenimento del costone carsico che la respinge poi sul gard-rail opposto. «Qui finisco arrosto», racconta di aver pensato Gloria, che, con la lucidità che le consente il mestiere e una buona dose di sangue freddo, capisce subito di esser restata viva per miracolo. Invece no, niente arrosto per stavolta, grazie anche all’immediato intervento dell’efficientissimo personale dell’Aci. Ma questo è solo il primo dei miracoli, in questa storia, e non il più grande“: è la prima parte di una parabola autostradale narrata oggi da AVVENIRE in seconda pagina, a firma Gabriella Sartori. Chi voglia conoscere tutti i miracoli di quella sera e come vestisse il samaritano che saliva da Trieste a Udine, vada al primo commento.
Gloria e il samaritano che saliva da Trieste a Udine
12 Comments
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[Segue dal post] Ecco il seguito sell’articolo di Avvenire annunciato nel post:
Ci vorranno quattro ore prima che Gloria possa esser liberata dalle lamiere. Per tutto questo tempo, una ragazza le sta vicino: le dice parole di conforto, le asciuga il sangue lavandole il viso e le mani, poi, una volta che Gloria si rimette in piedi le dice: «Ti porto a casa io, tanto sono di strada». «Era una ragazza sui 20-25 anni, vestita come ne vedi tante al supermercato o sui gradini dell’università, jeans e scarponi grossi, guidava sicura un’auto del tutto scassata», ricorda Gloria. «Stordita com’ero, ferita, gelata, scarpe e abiti a pezzi, ho creduto in un primo tempo che fosse una dipendente dell’ Aci». Ma poi, arrivata, 90 chilometri dopo, al cancello di casa, scopre che non è così: «Ero solo una che passava e ha visto il tuo incidente», confessa la ragazza che (ormai Gloria ne è certa) non era affatto ‘di strada’. Solo il tempo di chiederle: ma perché hai fatto tutto questo per una sconosciuta come me? «Perché, risponde la ragazza prima di sparire nel buio della notte, ‘il bene torna indietro’». È un vecchio proverbio popolare locale che vuol dire ‘il bene che si fa, ti viene prima o poi restituito’.
Approfitto di questa storia letta su AVVENIRE per mandare un bacio a Gabriella Sartori che l’ha narrata e che mi viene sempre a sentire quando tengo incontri a Sacile e dintorni.
bello.
penso che il Regno di Dio vada avanti così… come l’aveva pensato Gesù… con fatti di vangeo…
Luigi hai mai visto il film “Un sogno per domani”? Trevor, il protagonista, inventa la teoria del “passa il favore” e poi muore proprio a causa di un “favore” fatto salvando l’amico del cuore (che precedentemente non era riuscito a difendere per un po’ di codardia adolescenziale).
Muore accoltellato al fianco, con le braccia a croce e la madre che piange vicino a lui… e l’amico della madre che corre ma non può fare nulla…
Io vedo in questo film un’immagine cristica (speriamo di non offendere troppo quelli sensibili alla cristologia cattolica)…
Così come l’ho vista in alcuni film di Lars Von Trier…
La ripresa di questo articolo,
è unguento rinfrescante sulle piaghe,
anche sulle mie.
Il samaritano non è un credente ortodosso,
Gesù sapeva bene come e quantosi esponeva portando
come esempio di salvezza e di amore disinteressato un non-ortodosso,
quante sensibilità avrebbe urtato…..
Questo mondo è stupendo,
con la sua schiera di samaritani,
nella maggior parte dei casi invisibili,
ma portatori di sconsiderati gesti di amore,
anche piccoli.
grazie.
grazie Maioba!! il titolo originale è ” Pay it forward” ed è incredibile il “miracolo” che questo film ha compiuto per tante persone, da queste parti.
Accade sempre più spesso, infatti, che al casello autostradale (io lo faccio spesso) l’auto prima di te ha pagato il tuo pedaggio, che ritrovi il parcheggio pagato mentre eri sicuro di dover immettere altre monete,che totali sconosciuti ti fanno favori e accettano solo un grazie e l’impegno che tu farai altrettanto.
(questo post si lega incredibilmente bene con il mio ultimo intervento nel post precedente, specie per quanto sto vedendo accadere in questo Paese noto per l’ambizione,l’arrivismo,la mancanza di tempo…).
Penso che nessuno possa offendersi se si riesce a vedere Cristo e i Suoi insegnamenti anche dove meno ci si aspetta. Anche in un film…
L’importante è la trasmissione del messaggio.Secondo me.
Maioba, “la vecchia cristologia cattolica” può andarsi a far benedire, e sai perché? semplicemnete perché Gesù non si lascia imbrigliare nel dibattito accademico, evita le ragnatele della precisione, delle dotte disquisizioni, non sta al gioco delle parole…Immette il problema sui problemi reali, sui fatti che segnano le nostre vite! Ci costringe a fare i conti con le nostre azioni obbligandoci a scegliere un atteggiamento pratico, non delle “teorie” – cosa fece dell’antica religione? Gli mise il bavaglio- Lui ci esorta costringendoci, direi, a muovere le gambe, non la lingua, e far funzionare il cuore. Alla fine non ci verrà chiesto quante cose avremo imparato da quella Parola, recitata a pappagallo, ma quanto l’avremo messa in pratica…eh si..quel samaritano ha il mio nome, il tuo nome, siamo attori in questo mondo, ciascuno dei quali possiede una parte…il mio nome, il tuo nome..i nostri nomi [sacerdote, levita, samaritano] sono scritti nel cielo..
E se a qualcuno di nostra conoscenza viene l’orticaria quando Luigi pizzica le “corde cordis”, e presi da conati di vomito si permettono di insultare in modo imbarazzante [non le persone, ma i sentimenti con i quali ci esprimiamo] manifestando una tale schifezza interiore, piccinaggine mentale, nonché arroganza e supponenza puzzolente e indisponente, beh allora credo che abbiano sbagliato blog: questo non è il migliore per gente del genere…
(vedi ” Parabola dei malati introdotti dalla finestra”)..non faccio nomi,mi disgusta anche solo citarli, indico col naso…
Dal blog di Maioba:
“Brodskij … le ha chiesto di fermare le persone che incontravano per chiedere loro: Qual è stato il più grande schiaffo che l’umanità abbia ricevuto?
« Certamente la caccia alle streghe » , ha risposto sicura una signora. Troppo poco fa lui…
Due ragazzi rispondono: « I campio di concentramento di Hitler: sei milioni di morti, un orrore per tutta l’umanità ». Sì, sì, però c’è di peggio…
Due avvocati rispondono: « Stalin ne ha ammazzati più di tutti, sessanta milioni », questo sì che è uno schiaffo!
E invece no.
Alla fine lei seccata gli chiede: Ma insomma, qual è il male peggiore che l’umanità abbia ricevuto.
E lui: «È molto semplice: l’indifferenza. Infatti in tutti gli altri casi c’era un soggetto e un complemento. La volontà di prendere qualcosa. E questo è ancora razionalmente comprensibile. Ma l’indifferenza, l’aver spento il cuore: questo è lo schiaffo più grande per l’umanità ».”
Grazie lyco!!
La grande tragedia dell’umanità non è che gli uomini invecchino o muoiano, ma che essi smettano di amare.
Ringraziamenti di tutto cuore a Luigi, che sa sempre proporre alla nostra riflessione temi e fatti della vita d’ogni giorno capaci di stimolare i nostri pensieri e le discussioni del “pianerottolo”, e complimenti, Luigi, ai tuoi colleghi dell'”Avvenire” che sono riusciti a “pescare” questa bellissima, commovente vicenda avvenuta in Friuli.
A volte (anzi, spesso), si parla del “mio” Nordest in termini solamente negativi, stereotipati, di luoghi comuni convenzionali: a leggere certi articoli di stampa, od a sentire qualche dibattito televisivo, sembrerebbe che in questa terra alberghi solo razzismo, egoismo, arrivismo sociale, indifferenza verso i poveri ed intolleranza verso gli stranieri ed i “diversi”; non nego, ovvio, che esistano anche, e purtroppo !, questi aspetti, ma vorrei anche ricordare che Veneto (dove sono nato e vivo) e Friuli-Venezia Giulia (di cui sono, in parte, originario) sono tra le regioni italiane dov’è più diffuso il volontariato, dov’è ancora più presente il radicamento sociale e civile della Chiesa Cattolica, dov’è più alta la percentuale di “donatori di sangue”, di “donatori d’organi”, etc., dove – “se non ci credete / venite quaggiù”, cantava Edoardo Vianello – l’immigrazione, anche extra-comunitaria, s’è, nei fatti (e pur tra tanti, anche inevitabili, problemi), meglio integrata (nelle città, nei paesi, anche nei luoghi di lavoro).
Buona notte a tutti !
Roberto 55
P.S.: qualcuno ha letto l’intervista, apparsa oggi su “La Repubblica”, di Eugenio Scalfari al Cardinale Martini ?
sono il marito della dott Pelizzo Gloria, ho letto l’articolo pubblicato da Avvenire e ripreso sul suo blog. L’incidente è veramente accaduto, ma quanto scritto non corrisponde a verità. C’è addirittura una foto dell’auto che non è sicuramente quella incidentata e fatti descritti mai accaduti.
Quanto di vero è successo è l’incidente, il pronto intervento e la signora che ha trasortato la dott Pelizzo, non a casa sua ma all’uscita dell’autostrada dove l’attendevo.
Caro signor Ezio la ringrazio della precisazione e le chiedo ancora: l’elemento del soccorso volontario, senza una motivazione professionale, da parte della signora c’è stato? A me è quello che interessa e mi piacerebbe averne – se lei lo conferma – un racconto veridico… la ringrazio fin d’ora… luigi accattoli