“Giusta verità / pericolosa”: scritta a grandi caratteri grigio-neri su un muro di via Reggio Emilia, a Roma, all’altezza del MACRO e di fronte a esso. Viene alla memoria un motto di Gesualdo Bufalino, facitore di aforismi buonissimo: “Una verità è pericolosa quando non somiglia a un errore” (Il malpensante, Bompiani 2004, p. 104). Ma vai a sapere a che avesse la testa lo scrittore di via Reggio dell’Emilia.
Giusta verità pericolosa
18 Comments
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L’aggettivo fa riflettere. Il nostro anonimo writer parla di una “giusta” verità, forzando la consuetudine che vorrebbe prima il sostantivo (come Manzoni con i suoi “Promessi sposi”, appunto), per calcare il tono proprio sul concetto di “giustezza”. Qui la lingua italiana ci pone di fronte a un bivio: avrà inteso parlare di una verità giusta, nel senso alto di giustizia? O avrà voluto dirci di una verità giusta nel senso di “giusta dose”, adeguata, appropriata, “quanto basta” insomma? E cos’è pericolosa: la verità quando è permeata di un senso di giustizia (ma esiste, può esistere, una verità ingiusta? Se lo è, non è ipso facto una menzogna?), oppure la verità quando è in una dose giusta, quando non è troppa nè poca? Quanta profondità possibile in tre parole…
una verità non puo’ essere “ingiusta”
la verità è sempre giusta. Cosa si intende per giusto?
Attinente al vero, non errato, non soggettivamente conveniente, non contrario agli interessi di un altro.
e ‘ utile sapere che un bambino di tre -quattro anni sa già , a colpo sicuro cosa è “giusto” e cosa è ingiusto.
Se gli si chiede per esempio ( al bambino di tre quattro anni) un tuo compagno più forte e grosso di te ti ruba il tuo giocattolo? E’ giusto?
il bambino risponderà no non è giusto.
Il bambino sa già molto precocemente. quasi per conoscenza congenita, che ci sono cose giuste e cose non giuste nella vita.
è
E’ ovvio che si può fare anche la domanda speculare ad un bambino:
E’ giusto se TU rubi un giocattolo all’altro bambino?
il bambino iponderà di NO che non è giusto. Anch se magari lo fa , di rubar un giocattolo all’altro bambino. Comunque è CONSAPEVOLE che non è giusto.
i bambini piccoli hanno un enorme senso di giustizia.
sono più rigorosi di un giudice. I bambini piccoli, non ancora corrotti daggli adulti, hanno un senso innato di giustizia , sono dei piccoli rigoristi dei piccoli
moralisti. E anche se nessuno glielo ha insegnato! Anche se sono figli di hippy figli dei fiori per cui non c’è alcuna morale! Anzi i figli dei figli dei fiori sono ancora più moralisti ( secondo gli studi!9
questo per dire che il senso della giustizia è INNATo nel cuore dell’uomo.
Avendo figli, non posso che concordare con discepolo. Vorrei solo introdurre un elemento aggiuntivo: il concetto di giustizia dei bambini è ancora un concetto legato a un elementare egocentrismo. Il bambino valuta ciò che è giusta sulla base di un confronto con se stesso e la propria condizione. Non è giusto rubare qualcosa agli altri perché non è giusto che gli altri lo facciano a me. Il concetto di giustizia degli adulti è più complesso ed è il risultato di un equilibrio – difficile, fragile – fra il diritto del singolo e il diritto della comunità in quanto Stato. E infine c’è il concetto di Giustizia divina, che nell’Antico Testamento è ancora interpretato come un riflesso di quella umana, premiante o punitiva (ma in Giobbe c’è un poderoso salto di qualità, la giustizia divina basata sul merito ne esce a pezzi…), e con Gesù viene collocata nell’alveo dell’amore paterno o materno. La parabola del figliol prodigo, con le lamentele dell ‘altro figlio che non trova “giusto” il trattamento riservato al fratello, è esemplare.
I bambini avrebbero un senso della giustizia innato?
Hanno un senso dell’homo homini lupus innato, altro che palle.
E ha ragione pure l’anonimo scrittore.
La verità è verità,Punto.
Apparentemente si potrebbe dire che -per definizione- la verità è sempre giusta.
In teoria.
La malattia degenarativa incurabile, per dire, è vera.
A chi dice che è ” giusta” potrei sparare una testata alla Zidane, però.
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/matteo-truffelli-nuovo-presidente-nazionale-azione-cattolica-italiana.aspx
Ot
Mi viene il sospetto che il tracciatore della scritta abbia voluto presentare un’endiadi, ovvero l’equivalente di un’endiadi, che sarebbe un’idea in due parole: giustizia e verità. Come a dire: “Giustizia e verità prese insieme costituiscono una misura pericolosa della vita”.
Nelle Scritture è frequente il binomio giustizia e verità. “Chi aspira alla verità proclama la giustizia” è in Proverbi 12. “Le opere delle sue mani sono verità e giustizia” è nel Salmo 111. Ma c’è soprattutto la Lettera ai Romani che nel primo capitolo evoca “l’ira di Dio” contro “gli uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia”.
Quanta vita in una scritta.
«Quid est veritas?» ? anagrammando la domanda si trova la risposta ….
Ponzio Pilato, prefetto romano in Galilea filosofo a suo modo e scettico, perchè non dimenchiamo che nemico giurato della verità è sempre lo scetticismo che si oppone e conduce al relativismo – lo stesso che nonostante l’innocenza condusse Cristo al patibolo- si trova la risposta alla medesima.
Scombinando e ricombinando dunque le lettere del «Quid est veritas?» viene fuori «Est vir qui adest», ossia «E’ l’uomo qui davanti a te».
Cosa è dunque la verità? L’uomo (o meglio il Dio-uomo) che stava dinanzi a Pilato al momento della domanda e a al quale era rivolta la domanda.
Quindi per me non c’è Verità al di fuori di Cristo.
Sarebbe rovinoso se i pannelli stradali, gli orari dei treni e qualsiasi altra fonte possibile di informazioni si rivelasse sistematicamente falsa!
La forma più moderata dello scetticismo si presenta come relativismo, che attualmente è molto diffuso, ma che non è nuovo: è la posizione secondo cui la verità non è altro che quello che ad ognuno appare (potremmo pensare a Pirandello), posizione già sostenuta nell’antichità da un sofista come Protagora. L’obiezione più diffusa al relativismo, ancora oggi ripresa ad esempio da Michael Lynch, è quella sollevata da Platone: il relativista afferma che ogni opinione è vera; ma così è vera anche l’opinione di chi dice che il relativismo è falso; il relativismo pertanto è inconsistente, si contraddice da solo. Con ciò non si vuol dire,
la verità rende sempre liberi! Spesso preferiamo rimanere schiavi, anziché liberi. Anche quella è una scelta. Scellerata, mapur sempre una scelta!
A me piace più il binomio ” giustizia e pace”, perché senza l’una non esiste l’altra e viceversa. La PaxCristi… basterebbe leggere l’Enciclica Pacem
in Terris per rendersene conto…
Poi magari salta fuori che l’anonimo voleva semplicemente dire: “la giusta verità è questa: tu sei pericolosa” riferendosi evidentemente a una lei che gliene combina di ogni. Noi però gli saremmo grati lo stesso per averci ispirato alcuni bei pensieri…
La verità che ha il potere di smascherare le ingiustizie (giusta verità) è pericolosa per un certo tipo di ordine.
Interpretazione anarchica.
Quella di Bufalino la verità è pericolosa quando è radicale, quando colpisce dritto al cuore, così mi pare da intendere quando non assomiglia ad un errore (e in un certo senso perde forza).
Giusta, preposizione e non aggettivo: è proprio vero che sei pericolosa. Oppure, se giusta è aggettivo: la verità vera, che non ammette dubbi e contraddizioni disconoscendo l’umanità da cui promana, è pericolosa. Pericolosissima, aggiungerei io. Mi chiedo perché la prospettiva da cui guardiamo all’idea che “è così ma potrebbe anche non essere così” è sempre quella delle nostre convinzioni, le uniche che temiamo possano essere messe in discussione. Sarebbe interessante provare a vederla, quella idea dico, come una possibilità, per gli altri, di avvicinarsi a noi, di condividere un po’ della nostra solitudine.
“Giusta verità, pericolosa”.
Nell’accezione di “secondo” (dal latino iuxta= in base a. E’ il principio per cui il giudice nel diritto romano deve giudicare “iuxta alligata et probata”.. in base a ciò che viene allegato e provato
Mah Leopoldo c’è anche il caso di una verità che serve appunto a smascherare e denudare il potere e la sopraffazione, che svela i soprusi dei potenti. In questo è per loro pericolosa.
Per dire, non dobbiamo interpretare il mondo solo secondo le nostre piccole esigenze.
Di Bufalino ricordo di aver letto al liceo le Menzogne della notte, avevamo collaborato con l’associazione Bellonci e dovevamo leggere un tot di libri usciti nell’anno, ricordo mi colpì il fatto che nei gialli che c’erano non si arrivava mai appunto a cogliere la verità e tutto rimane irrisolto.
Un vagare così senza meta un po’ sconfortante.