“La vita è fatta di cose semplici e sono queste che danno gioia. Il nostro ideale era e rimane quello di stare insieme noi due con i nostri cari e di volerci bene“: parole di Giulio e Natalina Viviani, fiorentini, 102 anni lui, 93 lei, sposati da 73 anni. Sono stati intervistati da don Fabio Marella per le pagine fiorentine di “Toscana Oggi” e alle loro sagge parole brindo con un bicchiere di Vino Nuovo. Giulio e Natalina, felici della mia intenzione di inserire la loro storia nel blog, mi hanno fatto inviare da don Fabio alcune foto: una che li ritrae con le figlie Gabriella e Franca e i generi e i nipoti e i pronipoti. Eccone una nella quale il nonno abbraccia durante la siesta uno dei pronipoti: tra loro, cento anni di differenza!
Giulio e Natalina: la vita è fatta di cose semplici
32 Comments
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Una storia familiare davvero bella, molto bella.
La foto poi e’ stupenda!
Vero, la foto è proprio stupenda.
Bellissima la foto.
Più il cuore si avvicina alla semplicità, più è capace di amare liberamente e profondamente, senza riserve né paure. E quanto più ama senza riserve né paure, tanto più sa rendere elegante ogni piccolo gesto; in questa foto, semplice e straordinaria al contempo è racchiuso il segreto della felicità, che la si possiede, spesso, senza riconoscerla. Solo con la saggezza degli anni, quando ogni viaggio è al suo declinare e il cuore e’ pieno di ricordi e gli occhi sono lucidi al dover salutare chi si lascia, il significato di questa tremula fiammella lo si assapore nella sua più profonda essenza.
Oggi a messa c’erano diverse coppie che nell’anno hanno festeggiato i 10 e i 25 anni insieme. Noi non ci rientriamo, (17 anni) però il nostro parroco ha chiesto a tutte le coppie sposate di prendersi per mano, ha letto la preghiera del matrimonio e ha invitato a baciare la fede del coniuge.
Molto, molto commovente.
Come commovente è questa storia, un bimbo abbandonato e salvato, gli han dato nome Emanuele, speriamo Dio sia con lui davvero nel suo futuro.
roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_dicembre_30/bimbo-abbandonato-coraggio-cassiera-mc-donald-2113349560689.shtml
Baciare la fede della sposa: un bel gesto.
Gesto bellissimo, Luigi, e foto bellissima: complimenti per aver scovato questa storia !
“Off Topic”: è morta Rita Levi Montalcini, una grande italiana, ricca di quel “genio femminile” così ben descritto da Papa Giovanni Paolo II.
Ciao a tutti.
Roberto 55
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Bello come baciare la fede dello sposo!
Commento di Piero Fassino su Rita Levi Montalcini:
La sua incrollabile capacità di guardare al mistero della vita con gli occhi laici e sereni di chi cerca la verità della ragione ne fanno una figura unica, e non solo per la nostra città che le ha dato i natali.
Commento mio:
Dalla ragione deriva la verità della scienza, una verità molto parziale; la ricerca della Verità, con la V maiuscola, richiede occhi più grandi!
La scienza conosce solo il 5% delle realtà. Per l’altro 95%, occorro altri occhi, e ben più grandi, hai proprio ragione cara Elsa!
occorrono occhi , non di iridi e retini, ma del cuore e dello spirito…capaci di illuminare la mente
retine..pardon!
L’espressione “occhi più grandi” mi riporta con grande forza alla frase, mai più dimenticata, che tanti anni fa mi fu detta da una mia paziente, una giovane ragazza cosiddetta “psicotica”, in risposta alla domanda che, senza alcuna esitazione, le avevo rivolto in uno dei nostri primi colloqui: “E come eri, da piccola?” Lei, e anche lei senza alcuna esitazione, mi rispose: “Da piccola avevo gli occhi grandi”.
Con “occhi più grandi”, occhi “del cuore e dello spirito”, chi ci impedirebbe, per esempio, di vedere queste due meravigliose figure di Giulio e di Natalina Viviani nella luce delle storie di Gioacchino e Anna che abbiamo contemplato nell’imminenza del Natale?
Non si sa nulla della presenza di questi due vecchissimi nonni nella vita di Gesù. Qualcosa l’iconografia ci mostra, o cerca di mostrarci, di Anna. Meno di nonno Gioacchino.
Ma chi può impedirci di vedere in questa foto, in queste immagini del vecchio e del bimbo che sereni riposano, in questo tenero abbraccio di protezione che nemmeno nel sonno si interrompe, la riproposizione di un eterno modello di sacra parentela? Nonno Giulio (come tutti i nonni) come nonno Gioacchino, certamente.
E questa infanzia e questa vecchiaia accostate, in una comunione che è un mistero…
Concordo con i commenti di Elsa e Clodine.
Fiorenza sei contenta che questi due nonni biblici – Giulio e Natalina – siano nella tua città? Ve ne sono ovunque ma di questi hai i nomi.
Fiorenza anch’io da piccolo avevo gli occhi grandi. Ho una foto della prima elementare, al banco, in grembiule e con il fiocco, testa tonda alla Charlie Brown, occhi tondi in scala, aperti a gara con l’obiettivo che li incrociò.
AhAhAhAhAhAh…ah ah ah ah ah ah aha ha haaa….ahhh…oddio…oioioio…che ridere…ah ah ah ah ah
Te’ possini Luigi. oh..oddio,mamma mia..che descrizione strepitosa…m’hai fatto morire dal ridere…..ahhh..ahahahahahahah…ah…e scusate ma…ci voleva questa risata dal cuore, dai , suvvìa, ci voleva….
Ma ora, ricomponendomi, torno seria per dire che,si! Credo che fiorenza abbia avuto una straordinaria intuizione. Secondo la “Legenda Aurea” – un testo che la tradizione fa risalire al X-XII secolo tratto dal protovangelo di Giacomo- si racconta che Gioacchino visse giusto il tempo di vedere Gesù Bambino raggiungere il primo anno di età; vuoi che non abbia baciato e tenuto stretto al cuore quel nipotino tanto amato?Credo proprio di si, come il nonno dormiente della foto che poggia dolcemente il mento sul capino del piccolo. Vuoi che Dio Padre non abbia concesso a Gioacchino questo onore, in vista della sua imminente morte? Eh già, perché , secondo quel testo,Gioacchino morì ed Anna, come da usanza ebraica, sposò il di lui fratello Cleofe dal quale ebbe un’altra figlia: Maria di Cleofe [sorella della Vergine] che a sua volta partorì Giacomo il minore, Giuda Taddeo e Simone il cananeo; ma sfiga volle che anche Cleofe morì e sposò un terzo fratello di Gioacchino: Salome. Da questi ,poi,Anna ebbe un’altra figlia: Maria di Salome che genero’ dal suo sposo Zebedeo i figli del tuono: Giacomo Maggiore e Giovanni Evangelista. Per cui cinque apostoli su dodici sarebbero da considerare cugini primi di Gesu’ e due delle Marie citate dai Vangeli , sorelle della Vergine, tutte e tre figlie di Anna.
L’insistenza dei media sulla laicità di Rita Levi Montalcini è a dir poco fastidiosa.
L’idea che si cerca di vendere è quella dell’improbabilità se non dell’impossibilità di uno scienziato credente.
Come se la fede annebbiasse la ragione rendendo più difficile la ricerca.
La ghettizzazione della fede, vista come residuo buio di una cultura medievale prevale anche nella comunità scientifica, nel cui ambito credenti come Zichichi vengono sistematicamente emarginati.
Nella società laicista la scienza diviene la neo-religione e gli scienziati i neo-sacerdoti. Religione e scienza si sovrappongono, il trascendente precipita nell’immanente, come confermato da un’intervista che la scienziata scomparsa rilasciò a Repubblica nel 2009 in cui affermò: Ognuno può essere della religione che vuole: cristiana, musulmana… io sono della religione laica..
Io sono il cervello. Il corpo faccia quello che vuole.
Così si esprime Rita Levi Montalcini.
Il cervello dunque non fa parte del corpo.
E il nostro io è il risultato delle reazioni biochimiche, degli stimoli elettrici, di neuroni e sinapsi cerebrali.
Un modo diverso, forse meno brutale, di esprimere il medesimo concetto di Ludwig Feuerbach che affermava che l’uomo è ciò che mangia.
La cosa, poi, che rende questa situazione odiosa è l’aria di sufficienza che regna all’interno dell'”empireo” scientifico e la puntuale definizione di “laico” che fa da cerniera ad ogni domanda sull’orientamento religioso del tal “cervellone” così da rendere manifesto il proprio ateismo e vedere nella scienza l’unica divinità. Ma non fu proprio il più pervice tra i materialisti alla fine della fiera a dire che “ciò di cui non si può parlare si deve tacere?” E l’enunciato di Wittegnstein che tratta della vita e della morte, del presente e dell’aldilà esige che il linguaggio sia corretto. Per onestà intellettuale infatti non dice ,ovvero, non lascia intendere che -ciò di cui non si può parlare si dovrebbe tacere-, o -non è opportuno parlare-, ma che “ciò di cui non può parlare si deve[imperativo] tacere. Ovvio che l’asserto postuli la trascendenza, la via verso ciò che è più in alto, inesprimibile, irraggiungibile empiricamente: Dio, che travalica ogni umano pensiero e dinnanzi al quale ogni umana scienza e sapienza non è stoltezza ai suoi occhi.
Ma vige troppa presunzione negli ambienti scientifici …troppa presunzione!
questa concezione scientistica è egregiamente espressa da Piergiorgio Odifreddi che afferma:
« La vera religione è la matematica, il resto è superstizione. O, detto altrimenti, la religione è la matematica dei poveri di spirito. »
Ovvero:
« Nel nome dell’integrale, della derivata e del logaritmo. »
Ridurre l’infinito alla scienza, ridurre la verità alla logica
è come pretendere di svuotare il mare con un cucchiaino!
Come potrebbe mai un pesce che vive nel fondo del mare spiegare il cielo stellato?
perdonami Elsa, ma Oddifreddi esprime egregiamente un fico secco! Come tutti i dottori in narcisismo. E’ la sua specialita’ esprimere un fico secco godendosi (non voglio essere volgare) nelle sue forme letterarie.
Effettivamente ,pur impegnandomi vistosamente, pur concentrando i miei neuroni … non riuscii mai a capire un bel neinte delle elucubrazioni confabulate dall’esagitato guru Odifreddi…mai! Non c’ho mai capito un fico secco..Bravo Mabu.
Care Elsa e Clodine state pur sicure che Rita Levi Montalcini e persino Odifreddi sono esattamente come te e me.. tutti questi grandi guru dello scientismo e del laicismo sono assolutamente identici in quanto a reazioni umane, sentimenti,dolori, angosce fra quali l’angoscia della morte a tutti gli altri uomini: solo che per ORGOGLIO fanno finta che la ragione sia tutto. La ragione non è mai TUTTO in una vita umana. Persino la ragione di un genio come Pascal non può essere tutto in una vita umana.
e dunque questi sacerdoti laici della Dea Ragione, sono da compiangere e compatire come il più ignorante degli uomini. anche la Montalcini ha sofferto, anche la Montalcini ha avuto sentimenti e statene pur sicuri ha avuto paura della morte. quello che scrivono i giornali sono solo slogan: al di là degli slogan ci sta la realtà, che i giornalisti raramente colgono.
Ieri notte ho ascoltato una sua intervista sul programma “mezzanotte e dintorni”. Ad intervistarla era un giovane Marzullo e anche la Levi Montalcini era un tantino più giovane. Ebbene, dalle risposte che dava – sulla vita la morte, sentimenti, sulla mancata maternità e la sua scelta di servire il prossimo offrendo la sua totale abnegazione affinchè attraverso i suoi studi si potesse trovare la soluzione a tanti mali neurologici che affliggono l’umanità- nelle sue parole si avvertiva una tale signorilità, sobrietà quasi claustrale e bontà che francamente ero convinta fosse credente….!!
Discepolo: con quelle generalizzazioni cosi’ semplicistiche che fai ci puoi mettere pure… il Papa! “Care Elsa e Clodine state pur sicure che Rita Levi Montalcini e persino Odifreddi sono esattamente come te e me…”…come tutti…che discorso!
Mettere sullo stesso piano quel pirlotto barocco e artificioso di Odifreddi e la Levi Montalcini, proprio no! Mi dispiace ma NON condividido. E il fatto che fosse non credente non toglie proprio niente alla sua spiccata qualita’ umana. Anzi.
Buon e felice anno nuovo anche alla tua famiglia.
Anzi?
Anzi ???????
“Anzi” ……………. ?
Roberto 55