“Gesù ci dice [nella liturgia di] oggi una parola forte: nessuno ha un amore più forte di questo: dare la sua vita”. Ma la liturgia odierna ci mostra anche un’altra persona: Giuda, “che aveva proprio l’atteggiamento contrario”. E questo perché Giuda “mai ha capito cosa sia un dono”: “Pensiamo a quel momento della Maddalena, quando lava i piedi di Gesù con il nardo, tanto costoso: è un momento religioso, un momento di gratitudine, un momento di amore. E lui, si distacca e fa la critica amara: ‘Ma questo potrebbe essere usato per i poveri!’. Questo è il primo riferimento che ho trovato io, nel Vangelo, della povertà come ideologia. L’ideologo non sa cosa sia l’amore, perché non sa darsi”. Così il Papa stamane nell’omelia al Santa Marta. Per la posizione del cardinale Bergoglio su questo argomento degli argomenti, vedi il capitolo “Sulla povertà” del volume Il cielo e la terra (Mondadori, appena pubblicato). Vi si parla dei “preti delle baraccopoli” di Buenos Aires che lui proteggeva ma dai quali aveva esigito che “depurassero l’aspetto religioso da quello politico, poiché a volte erano uniti in maniera non adeguata”.
Giuda o della “povertà come ideologia”
8 Comments
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Proprio un Papa gesuita. Di nome e di fatto.
Lodato sia il Signore.
La povertà come ideologia.
La difesa della vita come ideologia.
La famiglia come ideologia.
Gesù Cristo come ideologia.
Tutte le volte che io ” non so darmi” su questi temi, non ci metto in gioco la mia vita tutta intera, non ne faccio “un momento religioso, un momento di gratitudine, un momento di amore”.
Ne faccio al contrario un momento di discriminazione e identità religiosa, un momento di recriminazione e accusa, un momento di chiusura e di contrasto.
Una ideologia, appunto.
Snocciola infatti wikipedia:
” L’ ideologia è il complesso di credenze, opinioni, rappresentazioni, valori che orientano un determinato gruppo sociale.”
Occhio. Il mondo oggi ci percepisce così. E non perché sia il mondo ad essere cattivone, ma perché questo siamo in larga parte diventati: una megalobby di riferimento e di orientamento. Che puo’ anche starci.
Ma se si riduce tutto lì, povero Cristo.
A furia di battaglie ideologiche, di valori ideologici, di contrapposizioni ideologiche, di dispute ideologiche, il rischio è quello di ammazzare lo spirito
nuovo e rivoluzionario del Vangelo e restare irrimediabilmente uomini vecchi.
Proprio l’unica cosa che NON devo essere.
SE, e dico SE, è vero, non dico che è la “notizia del secolo”, ma ci manca davvero poco…
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=177772
La carne del povero e non l’ideologia della povertà. Domenica 12 il Papa ha parlato così dell’incontro fisico con i poveri – e in essi con la carne di Cristo – con riferimento alla nuova santa Maria Guadalupe Garcia Zavola:
Madre Lupita si inginocchiava sul pavimento dell’Ospedale davanti agli ammalati e agli abbandonati per servirli con tenerezza e compassione. E questo si chiama: “toccare la carne di Cristo”. I poveri, gli abbandonati, gli infermi, gli emarginati sono la carne di Cristo. E Madre Lupita toccava la carne di Cristo e ci ha insegnato questo modo di agire: non vergognarsi, non avere paura, non provare ripugnanza a “toccare la carne di Cristo”! Madre Lupita aveva capito che cosa significa questo “toccare la carne di Cristo”.
La verità come persona e non come ideologia. Pochi minuti fa Francesco ha parlato così dell’incontro con la verità come persona:
Che cos’è “la” verità? Possiamo conoscerla? Possiamo trovarla? Qui mi viene in mente la domanda del Procuratore romano Ponzio Pilato quando Gesù gli rivela il senso profondo della sua missione: «Che cos’è la verità?» (Gv 18,37.38). Pilato non riesce a capire che “la” Verità è davanti a lui, non riesce a vedere in Gesù il volto della verità, che è il volto di Dio. Eppure, Gesù è proprio questo: la Verità, che, nella pienezza dei tempi, «si è fatta carne» (Gv 1,1.14), è venuta in mezzo a noi perché noi la conoscessimo. La verità non si afferra come una cosa, la verità si incontra. Non è un possesso, è un incontro con una Persona.
Durante la Messa, le parole dell’Elevazione: ” Questo è il mio corpo…. Questo è il mio sangue” si ascoltano in ginocchio: Gesù Cristo è lì.
Quando sono davanti a chi soffre, risuonano le stesse identiche parole.
Le stesse. Gesù Cristo è lì.
Occhio, che se stacco le due cose, svuoto di realtà l’Eucarestia.
Credo che con le parole sulla povertà ideologica, Papa Francesco abbia sgombrato il campo dai sospetti di pauperismo che alcuni tendono a proiettare su di lui per le famose scelte riguardo alle scarpe (!), al mancato uso dell’appartamento pontificio, alla croce che non è d’oro, etc etc…
E anche le parole sulla Verità sono bellissime: la Verità è una persona… il dialogo tra Pilato e Gesù è una delle pagine più belle del Vangelo
Ho conosciuto un sacerdote che assiste i morenti pregando in ginocchio accanto a loro. E si racconta che anche Pio IX, durante una delle sue uscite trionfali per Roma, si fermò ad assistere una vecchietta moribonda. Era un buon prete, anche se non fortunato come sovrano temporale.