“Il mio primo figlio inspiegabilmente ha deciso di togliersi la vita a soli 15 anni. Ha trascinato nella tomba anche me, la mia mente, la mia anima. Ma Dio mi ha impedito di impazzire”: così Giovanna Pellegrino ha raccontato la sua storia di madre dolorosa durante la veglia giubilare del 5 maggio “Per asciugare le lacrime” in piazza San Pietro. Nel primo commento il video della sua testimonianza e quello dell’intera veglia.
Giovanna e il figlio che si uccide quindicenne
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Qui il video di Giovanna Pellegrino e della sua famiglia che raccontano al Papa e a tutti la loro storia:
https://www.youtube.com/watch?v=1GvNHRsFgj0
Qui l’intera Veglia con la bellissima preghiera per ogni umana tribolazione:
https://www.youtube.com/watch?v=xw-_yzhzJP0
Qui c’eravamo occupati di un’altra testimonianza della Veglia, quella del giornalista cattolico pakistano costretto a espatriare in Italia dalla violenza islamista:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/io-qaiser-felix-cattolico-pakistano-costretto-a-fuggire/
Qui – infine – la mia narrazione del Papa che in quella Veglia si appella al pianto di Dio:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/francesco-si-appella-al-pianto-di-dio-non-siamo-soli/
SPESSO IL MALE DI VIVERE ( Eugenio Montale-Ossi di seppia )
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarci della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
Sonetto LXVI – Stanco di tutto questo- W. Shakespeare
Stanco di tutto questo, invoco da Morte riposo:
Vedendo il Merito a mendicare nato,
E vuota Nullità gaiamente agghindata,
E pura Fede miseramente tradita,
Ed i più grandi Onori spartiti oscenamente,
E la casta Virtù fatta prostituta,
E retta Perfezione cadere in disgrazia,
E la Forza avvilita da un potere impotente,
E il Genio creativo per legge imbavagliato,
E Follia dottorale opprimere Saggezza,
E creduta Stupidità la Sincera Franchezza,
E il Bene ,reso schiavo del Male condottiero,
Stanco di tutto questo, da ciò vorrei poter fuggire,
Non fosse che, morendo, lascerei solo il mio amore.
Condivido con te Luigi l’originalità di questo giubileo come hai giustamente evidenziato nel post del 5 maggio.
Quello della sofferenza è un capitolo molto serio della vita di ciascuno.
Una cosa abbiamo imparato nel condividere la propria e la sofferenza altrui: l’importante è esserci, è stare vicino a chi è nel dolore, sentire e sperimentare la vicinanza del prossimo.
Non si tratta di esprimere parole, ma piuttosto sperimentare il suono del silenzio, fatto di pianti, respiri affannati e lacrime.
Vito sono contento di questa tua visita. Vieni raramente ma vieni per ciò che importa. Un abbraccio a te e a quanti intorno a te si ricordano di me.