Raccolgo e porto al cestino i giornali abbandonati sul marciapiede della stazione Cavour della Metro B – a Roma – e una signora indignatissima dice: “Stavo per farlo io”. Un’altra: “Che maleducati”. Una terza: “Con questi giornali nuovi non se ne può più”. Vengono infatti lasciati dappertutto. Il fatto che te li danno gratis ti autorizza a gettarli gratis. Metro, Leggo, City e non so quanti altri. Nella panchina accanto due uomini passano a considerazioni socio-politiche. “Con tutta questa carta per terra ci puoi scivolare sopra come niente. E non ti dico quand’è bagnata!” fa uno. L’altro con tono grave: “Mi chiedo se qualcuno del governo se ne sta occupando”.
Giornali gratis e governo latitante
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Il prete ubriacone de “Il potere e la gloria” di Graham Greene, si faceva pagare dai poverissimi contadini a cui, braccato dalla polizia, amministrava clandestinamente i sacramenti, con la motivazione che gli uomini non apprezzano quello che non pagano. Agli antipodi, Freud teneva per fermo che la psicoanalisi non potesse avere efficacia se il paziente non la pagava (e la pagava salata), comprese le sedute mancate. …
Gratis non è una parola da prendere sottogamba. Come tutte le cose preziose (e cristiane: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”) è da maneggiare con cautela, e con parsimonia (è stato anche detto di non gettare le perle ai porci).
Tanto per cominciare, bisognerebbe fare piazza pulita del falso gratis: o te lo fanno pagare in altro modo oppure, che è anche peggio, qualcuno lo paga (ingiustamente) al posto tuo. Il primo sistema è quello dei capitalisti (le offerte, i concorsi a premi, il sottocosto ecc ecc. compresa la stampa ‘gratuita’), il secondo è quello a cui ci hanno abituate le giunte ‘de sinistra’: per dire solo dell’ultimo epifenomeno, le meravigliose notti bianche con cui ci affliggono le fanno pagare anche a tutti quei poveri vecchi che ne subiscono solo i danni perché in piazza ai circenses non ci vanno e anche ai lavoratori (ce n’è ancora qualcuno, ma le giunte ‘de sinistra’ se ne fregano) che la mattina dopo non possono stare a letto.
Dunque: che gratis torni ad essere una parola eletta e preziosa e si capisca che la gratuità – la cosa più meravigliosa del mondo – è rarissima. Ce l’ha Dio, ma noi solo qualche volta, e ‘per grazia’ appunto.
E per il resto si paghi, tutto e sempre.
Non posso che concordare! Gratis: o si paga in altro modo o le paga qualcun altro.
“Rex tremendae majestatis,
qui salvandos salvas gratis,
salve me, fons pietatis.”
Gratis: parola davvero ‘eletta e preziosa’ !
Grazie Leonardo.
(E, con riferimento anche a due post fa:
http://www.tracce.it/det_Articoli.asp?Sezione=febbraio+1997&ID=19970211 )
Bello questo post. Mi fa riflettere su due cose:
a) La concorrenza. Mi dicevano a Genova che la nascita di questi giornaletti gratis ha fatto sì che la tiratura dei quotidiani diminusse un po’ (chi più chi meno…) o spingesse le redazioni ad aumentare l’offerta (in qualità o, più spesso, in quantità… vedasi omaggi, inserti, e gaget vari che vengono proponiati con frequenza sempre maggiore. Pochi validi, molti carta inutile!);
b) La qualità delle notizie. Questi giornaletti riportano perlopiù notizie ANSA. La cronaca è sempre più lasciata a questi canali di informazione, mentre sui quotidiani a pagamento si ha sempre di più solo il “commento” o l'”analisi”.
Personalmente leggo molto volentieri questi quotiodiani a diffusione gratuita, anzi, se percaso l’omino che li distribuisce mi salta, lo riconcorro per farmelo dare. Li preferisco a tante notizie mal date e infarcite di commenti (vedasi punto b) dei quotidiani nazionali (che tendo sempre più a leggere on-line).
Credo che non siano da sottovalutare!
Un caro saluto!
Andrea Macco
PS: ne vengo da una bellissima settimana di “Agorà Scienza” a Torino (una scuola estiva di Comunicazione della Scienza). Davvero interessante e molto ricca. Tanti spunti sulla comunicazione… credo che molti giornalisti (non dico il dott Accattoli che è uno dei migliori, ma certi altri che si leggono in giro) dovrebbero imparare a comunicare con una maggiore strategia e con cognizione di causa. Imparando ad ASCOLTARE anzichè far dire alla notizia quel che vogliono loro. Rendendola sì accattivante, ma senza stravolgerla e distorcerla. Questo vale in campo scientifico precipuamente, ma penso si possa estendere a tutti gli ambiti…
AM
Forse se il governo si occupasse di giornaletti gratuiti invece che di finanziaria sarebbe tanto di guadagnato per tutti 🙂
Fuori tema.
Luigi avrà certamente letto l’articolo sulla Repubblica di oggi in cui FLores d’Arcais rilancia, fra l’altro chiamandolo direttamente in causa, la tesi già sostenuta sull’ultimo numero di MicroMega a proposito del trattamento medico di Giovanni Paolo II negli ultimi mesi di vita. Potete facilmente immaginare quale considerazione io possa avere di Flores d’Arcais, tuttavia la questione che agita mi pare effettivamente imbarazzante. Può aiutarci a chiarire un po’ le idee?
Caro Leonardo, ho fatto un post di risposta a Flores e alla Pavanelli. Grazie dell’idea. Luigi
“Piovono giornali gratuiti!”
“…Governo ladro!”