“Gli amici più dichiarati della mia carrozzina sono i bambini: non si trattengono, mi credono, forse, su una giostra, c’è chi mi chiede dove l’ho comperata, chi manifesta una voglia matta di farci un giretto sopra e, se vedo i genitori accondiscendenti, prendo il bimbo sulle ginocchia e gli faccio muovere il comando col quale si guida, dandogli l’ebbrezza di essere lui che conduce una vettura particolarissima. Per essere più visibile dagli autobus e dai veicoli alti, ho fatto inserire un’asta lunga, con in cima una bandierina arancione e questo credo che per i bambini sia il segno inequivocabile che si tratta di un giocattolo eccezionale”: è un brano dell’entusiastico racconto di Giancarla Matteuzzi, disabile bolognese, che teme i bagni alla turca ed esulta per la carrozzina elettrica. Vedilo nella pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto, al capitolo 4 REAZIONE ALL’HANDICAP.
Giancarla la carrozzina elettrica e i bagni alla turca
6 Comments
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Questi richiami sono utili. Spesso ci lamentiamo di cose tutto sommato marginali, e non teniamo conto di chi ha difficoltà ben più grandi delle nostre. Una persona in reale difficoltà che dà conforto e gioia agli altri: questa persona, Giancarla Matteuzzi, si assomiglia molto a Margherita da Città di Castello o della Metola. E viene in mente il salmo: “Alla tua luce vediamo la luce”.
A proposito di giocattolo, stamattina ho comprato un cavallino a dondolo per il pronipotino Cesare. Infatti quello della sua mamma, che prima era mio e prima ancora di mio padre è stato eliminato perché inservibile. Dico la verità, solo quando è entrato in casa questo cavallino nuovo mi sono sentita consolata del fatto che quello “storico” non c’era più. I giocattoli sono importanti, sono una cosa seria. Per questo trovo molto bello il fatto che ai bambini piaccia la carrozzina di Giancarla. E’ comunque un segno di speranza (il discorso è tirato per i capelli, ma comunque mi sentivo di farlo).
Ad Antonella e a tutti segnalo che la Giancarla del post – mia amica dagli anni della Fuci – è curatrice di alcuni volumi che raccolgono scritti di Paolo Serra Zanetti, biblista bolognese e straordinario testimone della carità evangelica, che sono menzionati in questi luoghi del blog:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?page_id=839
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=7861.
E’ importante mantenere le memorie soprattutto delle testimonianze più belle.
Due ricordi:
Predica del minuto don Paolino Serrazanetti (di cui i colleghi docenti d’Università – mi dicono – malsopportavano la capacità di attirare barboni in cerca di sicura elemosina fin dentro agli uffici dei docenti):
“…perchè dobbiamo convertirci… (pausa riflessiva) … o meglio, voi non so ma io devo convertirmi…”
Corso sul concilio tenuto da Giancarla Matteuzzi: io un po’ di malumore intervengo in modo un po’ provocatorio dicendo che non mi piace l’eccesso di esegesi nel porsi di fronte alla scrittura un po’ di moda dalle nostre parti, e che ho un debole per l’approccio popolare americano alla Bibbia. Lei non batte ciglio e risponde che giusto Dossetti insegnava che prima di analizzarlo, il brano della scrittura va avvicinato con la lettura e la preghiera. Super…
Conosco bene Giancarla Matteuzzi (una persona eccezionale) dagli anni in cui ero impegnato nel mondo cattolico bolognese e frequentavo la scuola diocesana di teologia (poi Istituto di scienze religiose) che lei aveva promosso insieme a don Mario Fini e ad altri amici (in particolare Sandra Deoriti). Purtroppo da vari anni non ho più occasione di incontrarla perchè mi muovo tra Ravenna e Lucca.