Narra il primo Libro dei Re al capitolo 19 che Elia, uscito dalla caverna dell’Oreb per mettersi alla presenza del Signore, udì un vento impetuoso, un terremoto e un fuoco avvampante “ma il Signore non era” in essi. Per quarto udì “il mormorio di un vento leggero” (traduzione Cei 1974) e questo fu il segno del “passaggio” di colui che attendeva. Al posto del vento la nuova traduzione Cei ha “il sussurro di una brezza leggera”. Ravasi propone “una voce di sottile silenzio”. Domenica durante la diretta di Rai 1 dalla Basilica di San Paolo per la celebrazione di apertura del Sinodo, il vescovo Carlo Ghidelli, biblista, ha citato quel brano secondo la traduzione di Ravasi e ha commentato che se il Signore ci parla con “voce di silenzio” ben si capisce la “fatica tremenda” che dobbiamo fare “per udirlo”. Grazie don Carlo per averlo detto, mentre tanti assicurano che è solo a motivo della nostra distrazione che non lo sentiamo. Già ho segnalato in tre occasioni (21 novembre 2006, 18 aprile e 3 settembre 2007) parole di papa Ratzinger sui “deboli segnali” che ci vengono da Dio e sul suo “silenzioso parlarci”. Chiedo ai cristiani che spronano se stessi a parlare “alto e forte” in nome di Dio a cospetto del mondo: se il Signore ci parla con voce di silenzio, come possiamo rilanciarla alta e forte? Non ne uscirà deformata? O non succederà che la loro voce coprirà la sua?
Ghidelli: “Una fatica tremenda ascoltare la voce di Dio”
46 Comments
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il testo ebraico dice proprio: ‘voce’ di un silenzio sottile (nel senso di delicato e tutto quanto possa rientare in un’orizzonte semantico di semplicità)
La rozzezza e la presunzione sono i maggiori impedimenti che abbiamo di ascoltare Chi parla nel Silenzio… Per questo credo il Signore dice “se non diventerete come questi ‘piccoli'”…
concordo con Luigi: non è nel chiasso che si ascolta il Signore. E spesso anche i nostri ambienti, ammantati di grande spiritualità, sono molto chiassosi e mondani…
Sempre attuali mi risuonano nella mente e nel cuore le parole di Dietrich Bonhoeffer:
Non è nostro compito predire il giorno – ma quel giorno verrà – in cui degli uomini saranno chiamati nuovamente a pronunciare la parola di Dio in modo tale che il mondo ne sarà cambiato e rinnovato. Sarà un linguaggio nuovo, forse completamente non-religioso, ma capace di liberare e redimere, come il linguaggio di Gesù, tanto che gli uomini ne saranno spaventati e tuttavia vinti dalla sua potenza, il linguaggio di una nuova giustizia e di una nuova verità, il linguaggio che annuncia la pace di Dio con gli uomini e la vicinanza del suo Regno. «Si meraviglieranno e temeranno per tutto il bene e per tutta la pace che farò loro» (Ger 33,9). Fino ad allora la causa dei cristiani sarà silenziosa e nascosta; ma ci saranno uomini che pregheranno, opereranno ciò che è giusto e attenderanno il tempo di Dio. Possa tu essere tra questi e si possa un giorno dire di te: «il sentiero del giusto è come la luce, che si fa sempre più chiara fino a giorno pieno» (Prov 4,18). (Resistenza e resa, p. 370).
saludus a totus
voce di silenzio sottile ma anche voce di silenzio silente, svuotato.
qol dmamà dakà
Grazie, Luigi!
matteo
è verissimo, il rischio più grande è che tutte le nostre voci copriranno la sua
ma questo ci darà il diritto di sussurrare sin quasi a tacere? non rappresenterà per noi una via troppo comoda e, in un certo senso, deresponsabilizzante?
cosa c’è in mezzo tra il tacere per rispetto e attesa che rischia di diventare fuga e l’apoditticità tronitruante degli zelanti a spese altrui?
ancora una volta, la via stretta della testimonianza che si nutre di profezia e insieme di realismo
un equilibrio difficile, lo so, che richiede intelligenza, e non solo cuore
ma è anche vero che “se questi taceranno, grideranno le pietre”
Io credo che il Signore si manifesti nel momento in cui l’uomo sente quell’anelito d’infinito. Si mette alla ricerca di Dio, che una ricerca per nulla facile anzi, molto ardua e per nulla scontata, e non è detto che Dio si manifesti, può restare nell’ombra per tutta la vita, e lasciarci nella notte oscura per tutto il tempo che a Lui piacerà. Ascoltare Dio, secondo me, significa non accontentarsi di vivere superficialmente ma sondare se stessi, curare la coscienza, interrogarsi e cercarsi prima ancora che Egli ci cerchi, come Diogene, che va con la lampada alla ricerca dell’uomo! Nel momento in cui ci si dispone all’ascolto si sperimentare una nuova qualità di vita, anzi: è come se si assumesse una nuova identità. Quasi che la coscienza divenisse consapevole, si svegliasse dalla condizione di dormiente (condizione in cui versa tanta parte di umanità) cercare non è impresa facile, ci si può imbattere tra spine ed abissi, si può venire ripetutamente feriti,e più volte si avrà l’impressione di star correndo invano. Ma …non si può rinunciare: è come sentire nelle narici una traccia finché non si approda a Dio, alla pace. San Paolo (in Rm 10,20) si sorprende per una bellissima frase di Isaia: «Il profeta osa dire: Io, il Signore, mi sono fatto trovare anche da quelli che non mi cercavano». Ed è vero perché si manifesta anche nell’oscurità della prova, nella tenebra, nel suo silenzio. A questo riguardo, due libri dell’Antico Testamento sono particolarmente interessanti e significativi: Qoèlet e Giobbe. In essi si riesce a vedere la rivelazione di Dio nell’interno del silenzio. Ma la Parola di Dio viene rappresentata anche al contrario: come un martello che spacca la roccia, o come una fiamma ardente che brucia, e consuma.
Un saluto e un abbraccio a Fabricianus, Pri e tutti tutti voi del pianerottolo…
hanno bocca e non parlano….
Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.
Hanno mani e non palpano,
hanno piedi e non camminano;
dalla gola non emettono suoni….
(salmo 113)
LA STOLTEZZA UMANA !
Ciao, Ti abbraccio ignigo74
Se è per questo, c’è anche scritto: «quel che vi è stato detto all’orecchio, voi proclamatelo sui tetti».
Mah, nella Bibbia si trova di tutto.
Del resto, anche Satana è biblista: vedi Mt 4,6.
Un commento ebraico medievale al passo biblico dice che Dio parla con voce bassa perché l’ascoltatore la possa sostenere. Mi sembra un’osservazione complementare a quella offerta all’inizio da Luigi. Non è importante solo il contenuto, ma anche il modo in cui noi dobbiamo parlare: ne va del contenuto stesso. E’ una stupenda e difficile lezione di umiltà a cui siamo chiamati.
Mi sembra che la riflessione di Targum, pur complementare, non coglie il succo della suggestione che ci ha offerto Luigi; ma dice il vero, soprattutto nella seconda parte
E’ probabile che non abbia colto il succo. Volevo dire soltanto questo: così come “se il Signore ci parla con voce di silenzio, come possiamo rilanciarla alta e forte? Non ne uscirà deformata? O non succederà che la loro voce coprirà la sua?”, altrettanto – aggiungo – se sbraitiamo come potrà essere “sopportata”? La nostra voce risulterà tanto più alta e tanto più inefficace. Mi scuso per la sintassi ballerina.
Ciao Clodine! Un abbraccio!
F.
“Non è necessario alzare le mani al cielo,
non è necessario pregare il sacrestano, perchè ci faccia avvicinare all’orecchio della statua, come se potessimo essere uditi meglio.
Dio è vicino a te, è con te, è in te.
Dico proprio così, o Lucilio: Entro noi risiede uno spirito sacro, vigile e custode del nostro male e del nostro bene: questi, come noi ci comportiamo con lui, così si comporta con noi.
Nesun uomo è retto senza Dio.”
(Seneca, I secolo).
Ciao a tutti!!
Scusate, amici del “pianerottolo”, l’intromissione “notturna”, ma è solo per mandarvi un saluto, chiedere, poi, a Luigi quand’è il tuo turno di lettura della Bibbia, e, infine, e soprattutto, indirizzare all’amico Sump il pensiero più fraterno, l’abbracco più affettuoso, la preghiera più sentita: siamo tutti con te, Sump.
A domani !
Roberto 55
E’ stranamente particolare,
mi sono addormentato con la tele accesa sulla lettura della Bibbia in s.Croce,
e mi sono svegliato con questa Lectio Continua.
Pensavo a quella ilare battuta di ignigo sull’adorazione dei pixel che telepace normalmente propone. Ecco che invece ora sta sfruttando l’occasione di Rai-edu.
L’ascolto ha un senso.
L’adorazione dei pixel no.
L’adorazione si fa soltanto davanti al Santissimo esposto sull’altare.
ieri sera, nelle nostre due ore di libera uscita per festeggiare insieme il nostro anniversario di matrimonio, siamo riusciti ad affacciarci anche a S. Croce.
Un bel segno di presenza, molto più bello dal vero che in Tv, secondo me…
sul tema della Parola, segnalo il bel post di Alessandro Iapino nel suo blog.
“C’è un tempo per parlare ed un tempo per tacere”, dice Qohelet. Io propongo questa interpretazione:c’è un tempo per parlare forte e un tempo per pregare in silenzio o parlare sommessamente. Bonhoeffer invitava i cristiani a “pregare ed operare secondo giustizia”, riservando le parole esplicite ad un tempo successivo (quando i cristiani sarebbero stati capaci di dire parole non più logore).Ma non dobbiamo essere drastici.
Dio parla sommessamente a Elia dopo che quest’ultimo aveva gridato forte ed ucciso i sacerdoti di Baal: credo che volesse invitarlo implicitamente ad un atteggiamento di contemplazione e di ascolto piuttosto che di “guerra santa”.
In certe occasioni però occorre gridare (nell’Esodo si dice che Jahwé ascolta il grido del suo popolo, ed esorta Mosè, balbuziente, a parlare forte, senza paura; e oggi qualcuno accusa Pio XII di non avere “parlato forte” contro lo sterminio degli ebrei). Oggi la Chiesa e i singoli cristiani devono imparare a “dosare” bene questi due possibili atteggiamenti.Non esiste, a mio avviso, una ricetta a senso unico.
L’ascolto ha un senso.
L’adorazione dei pixel no.
L’adorazione si fa soltanto davanti al Santissimo esposto sull’altare.
———-
concordo con Matteo
Scusate il fuori tema.
…Dicevo, ch’era bello stare
insieme. Chiacchierare.
Abbiamo avuto qualche
diverbio, è naturale.
Ci siamo – ed è normale
anche questo – odiati
su più d’un punto, e frenati
soltanto per cortesia.
Ma, cos’importa. Sia
come sia, torno
a dirvi, e di cuore, grazie
per l’ottima compagnia.
…..Scendo. Buon proseguimento.
DA: CONGEDO DEL VIAGGIATORE CERIMONIOSO” DI GIORGIO CAPRONI
Ringrazio Luigi per l’accoglienza e il “passaggio”.
Ad maiora.
ecco là, un altro che si congeda dal pianerottolo…
Uff Nino…
Posso chiedere perchè te ne vai? A me faceva piacere leggerti… e credo a molti altri.. nun ce lassà! 🙂
Nino!
Caproni diceva anche:
ERRATA: Non sai mai dove sei.
CORRIGE: Non sei mai dove sai.
🙂
Nino, m’hai scritto che ti piace giocare con le parole.
Spero che ti piaccia giocare anche con le poesie e che quanto hai scritto sia uno scherzo da “guitto”, come con intelligente autoironia ti sei autodefinito.
Mane nobiscum, non foss’altro che per rintuzzare Mandis, che sicuramente non se n’avrà a male.
😉
Mi dispiace, caro Nino, che tu decida di lasciare il pianerottolo…E’ normale, come dici tu, avere opinioni differenti, ma è molto bello confrontarsi….
Spero tu possa ripensarci.
F.
Il brano citato da Luigi è uno dei più belli di tutto l’Antico Testamento.
Caproni, ovvero il congedo nostalgico di chi vuole farsi dire “dai amico, resta!”.
Dai Nino, resta!
Nino, avevo scritto il mio intervento delle 16,55 senza aver letto la tua risposta in due parti a Mandis, relativa al topic del 4 ottobre sull’Humane vitae, e così l’avevo messa un po’ sullo scherzoso.
Dopo averlo letto, invece, mi sembra di scorgere tra le righe non poca amarezza. Mi dispiace davvero, perché ti leggevo volentieri, anche perché mi riconosco nelle tue posizioni.
Se mai leggerai questo mio post, sappi che stringerei volentieri le tue mani, anche se fossero “sporche”.
Nella catechesi del Papa di stamani si e’ messo in evidenza che ” ci sono tanti dotti che conoscono Gesu’ nei minimi dettagli, e poi ci sono tanti semplici che non conoscono troppi dettagli ma che conoscono Gesu’ grazie alla loro esperienza quotidiana”.
Mi permetto sottoporre alla riflessione di Nino e di tutti voi queste semplici parole del Papa che sento molto vicine al vivere quotidiano e molto lontane dai libroni e dai paraocchi.
Se facciamo vincere sempre coloro che la pensano come Mandis, temo che non sia possibile un dialogo costruttivo, e non solo su questo blog ma proprio in generale.
Grande rispetto sia a Nino che a Mandis e comprensione per entrambi i pensieri, ma abbandonare un dialogo a causa del pensiero altrui non e’ gesto di chi ha dimostrato cultura,intelligenza e profonda preparazione.
( e poi, Nino, non possiamo mica stare qui a chiederti di restare ogni due settimane!!… dai! sai che ci siamo affezionati a te!! sorridi………!!)
Roberto55 io leggo il capitolo 13 del Vangelo di Giovanni alle 19, 13 di venerdì 10.
Nino se vai vai in pace se resti siamo contenti.
Grazie, Luigi.
Ti confesso, Nino, che non ho capito la tua “uscita”: comunque, e come avrai potuto leggere, la tua eventuale permanenza tra noi sarà graditissima; se, invece, preferisci lasciare la “compagnia del pianerottolo”, buona fortuna.
Insomma, vedi un pò tu.
Vorrei, ora, cari amici, provare a parlar d’altro: ho letto, per esempio, che in occasione dell’attuale Sinodo Episcopale su “La parola di Dio” il rabbino di Haifa ha ieri espresso parole (variamente riportate su quotidiani, radio-telegiornali, agenzie di stampa, etc.), se ben intendo, critiche sull’instaurando processo di beatificazione di Papa Pio XII; è il segno, mi pare, del “nervo scoperto” che tuttora la figura di questo Pontefice ed il suo comportamento nel corso del secondo conflitto mondiale toccano presso il mondo ebraico (e tanto vale prenderne atto).
Mi chiedo, Luigi, se tale intervento – per quanto nelle ore successive, ed anche oggi, già contestato e contrastato dai Vescovi del Sinodo- potrà pregiudicare, per lo meno nel “breve periodo”,il dialogo interreligioso.
Buona notte a tutti !
Roberto 55
Venerdì ci troveremo tutti, chi potrà ovviamente, spiritualmente uniti ad ascoltare quel capolavoro che è il Vangelo di Giovanni cap. 13 letto dal nostro amministratore dott Luigi !
Mi ha sempre colpito tantissimo la pericope 1-16 del capitolo 13 di Giovanni …quando dice : “In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono.
In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato” ….
quel :”Un servo non è più grande del suo padrone né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato” mi inquieta……
Credo che questo passaggio andrebbe meditato profondamente perchè nasconde una verità sconvolgente, sicuramente allude alla tentazione che hanno, alcuni uomini nella chiesa, di superare con la loro voce proprio quella “voce” di Dio cui inizialmente si parlava nel post.
@Nino
Di nuovo?? Perché non vuoi più deliziarci con i tuoi interventi?…effettivamente stavolta ..mah…non capisco!!
@ Sump
Amico mio, ti chiedo scusa se non mi sono affacciata in questi giorni, ma sappi che non ti ho dimenticato, sei nei miei pensieri e nelle mie preghiere e spero e prego tantissimo perché tutto si risolva te, per la tua signora…ti sono accanto!
Un abbraccio a Luigi, principessa , fabricianus, Matteo.. e tutti voi.
O.T.
Cari amici, i problemi non mancano, ma il quadro è, ora, molto più confortante. Il Signore ha voluto ascoltare le nostre preghiere. Grazie a tutti.
O.T
Sump. Grazie a Dio! Questa notizia confortante mi fa iniziare veramente bene la giornata. Ti mando un bacio.
Approfitto per una correzione circa il passo sopra citato del Vangelo di Giovanni che è 13-16,20 .
Buona giornata a tutti
Buon giorno a tutti,
meraviglioso Luigi nella riflessione che ci hai proposta. Per me è stata profetica. Mi hai “sussurato per conto di…”. Tensioni in parrocchia, forse come in tutte le parrocchie, ma quella Parola che tu ci hai dolcemente sussurrato dai “pianerottoli delle nostre case” mi ha accompagnato e forse anche un pò plasmato. Mi ha invitato a “non gridare”, a non “alzare la voce” ma ad acoltare la voce di Dio tenera e sottile che si insinua attraverso le vicende quotidiane e che ti porta a voler bene e comprendere prima di accusare e giudicare. Grazie Luigi, ti voglio bene.
La voce di Dio “una voce di sottile silenzio” mi sembra la voce di un innamorato alla persona che ama. Hai ragione Luigi, a volte non è propro facile sentirla, a volte ascoltiamo male, ma a volte proprio si è sordi o la voce è troppo bassa. Credo occorra circondarsi di “altoparlanti” per farla sempre risuonare. Ed è questo che cominciate ad essere per me, cari amici, voi e molti altri amici che incontro quotidianamente altoparlanti che fate risuonare il sottile silenzio, non facendolo rimbombare o deturpando il sussurro di un innamorato ma coninuando a sussurarlo ricordandomi che il mio Dio è innamorato dell’uomo. A volte si alzano i toni, a volte ci si confronta un pò troppo ad alta voce ma siamo uomini e donne e ci portiamo dentro tutte le nostre passioni. Dio così ci ha creato, “a sua immagine….”Grazie mille.
E un grazie particolare a Principessa. Le parole del papa sono belle e dolci. Le trovo riscaldanti. Le avevo già sentite ma grazie per averle sottolineate. Voglio un sacco bene anche a te.
buona giornata a tutti
Sump, sono contento.
Ciao Clodine,
ti vedo meravigliata per Nino.
Io non provo nessuna meraviglia.
Il confronto non è cosa semplice quando sei attaccato su basi di dogmi personalizzati.
Di fronte a situazioni in cui si sperimenta la “dura cervice” (forse propria?),
si può tranquillamente scegliere di lasciar perdere. Altri come me si ostinano, finchè il padrone di casa ha pazienza se non lo sbatte fuori a calci 🙂
Qui il confronto, se si è seri, lo si ha anche anche con persone che non ti ascoltano minimamente. Che attaccano per partito preso, in base ai propri lontani ricordi di sicurezze d’infanzia, dimentichi che se da bambini si ragiona da bambini affidandosi al giudizio dei genitori, da adulti si ragiona assumendosi le proprie responsabilità e facendo funzionare il proprio cervelletto, dono di Dio, con la facoltà che Dio stesso ci ha donato fin dal primo momento del soffio di vita, la libertà, la libertà di scegliere sempre secondo coscienza (racconto eziologico del Genesi, le scelte di Adamo ed Eva), e la libertà di sperimentare le conseguenze delle proprie personali libere scelte.
Come persona sono un uomo libero, perchè cosi’ voluto dal Creatore, che non mi ha costretto ad aderire alla volontà di altri uomini, ma tramite l’invio e l’offerta del Cristo suo figlio diletto, mi chiede ogni giorno la disponibilità alla Sua Volontà esplicitata nella Parola e nella Chiesa CATTOLICA TUTTA.
Come Dio ha rispetto per me grazie alla libertà che mi ha donato, anche gli altri, anche se rivestono titoli autoritativi, DEVONO avere rispetto per la mia libertà, se non sono superiori a Dio stesso.
Dio ha rispettato la libertà degli uomini di uccidere il Figlio, non è intervenuto con fuochi e fulmini o ha costretto con leggi ad personam affinchè fosse evitata l’uccisione del Figlio suo.
Ciao Clodine e scusami se mi sono lasciato andare a questa riflessione partendo dar fattaccio de Ninetto.
Sump, sono contenta anch’io
Star, grazie per la tua testimonianza
ciao Matteo caro…
non mi sono meravigliata! Semplicemente mi sono chiesta cosa fosse accaduto affinché Nino ritornasse sull’antico proposito di chiudere la porta . Sono stata lontana qualche tempo e non ho seguito i post precedenti, probabilmente la scambio “increscioso” è avvenuto in quei frangenti in quanto, obiettivamente, sugli interventi che ho letto nel presente blog non mi sembra di ravvedere schermaglie tali da indurlo alla resa.
Chiedo troppo se qualcuno, per sommi capi, mi dicesse cosa è accaduto?
@Nino, e che t’è successo, dai, alla tua Clodine può dirlo. E dai…e sù…
“sei peggio di un bambino capriccioso la vuoi sempre Vvvvinta tuuuu, sei l’uomo più egoista e prepotente che abbia conosciuto mai !! Ma c’è di buono, che al momento giusto, tu sai diventare un.. un AAaltrooooo. E in un attimo tuu..sei grande grande grane e come TEee sei grande solamente TUUUU !!! ”
; )
vai Cloooo si cantiamo insiemeeeee
parole parole paroleeeeee
parole paroleeeeeee
Forza Ignigo…PaRole PaROOlee PorOlee Parolee Parole SolTanto Parole Parole TRa enoiiiiiii
Roberto55: mi hai chiesto se l’attacco del rabbino a Pio XII in Sinodo possa intralciare il dialogo interreligioso – penso di no – appartiene al vecchio uomo il fatto che un ebreo debba protestare per la beatificazione di papa Pacelli – al nuovo invece appartiene l’ebreo che accetta l’invito del papa a parlare in Sinodo – si dà il caso che il vecchio e il nuovo siano stati interpretati a distanza di due ore dallo stesso personaggio – ma il vecchio, che è una specie di automatismo, vale meno del nuovo, che crea novità. Ritengo dunque che l’incidente favorirà e non danneggerà il dialogo.
Forza Sump!
Concordo con Luigi!! Forza Sump!!!
Ciao a tutti!! Ciao Clodine, principessa, Lea, Matteo, star, Ignigo,moralista, lazzaro, Roberto55.
quel Bonhoeffer citato da Maioba mi è sempre suonato problematico. Così spinto nel “non ancora”. Una suggestione. Anche a me piacerebbero parole così nuove. Ma poi mi dico che quelle parole che usiamo sono le parole legate a Cristo. Sono parole incarnate. Bonhoeffer come al solito è già nel periodo, anzi, nell’eone dello Spirito.
(Dopo maioba, istintivamente ho cercato più sotto il già e non ancora di francesco73…)
Scuwsa Delvisibile, leggo solo oggi il tuo apunto…
Ti dico solo che Bonhoeffer scriveva quelle parole incarcerato proprio per aver parlato…
Io penso fosse tutto di qua nel “già”, ma che attendesse anche il momento in cui avrebbe potuto ascoltare una Parola di salvezza, visto che attorno a se aveva solo parole di morte…
Contestualizzando un po’ Bonhoeffer forse è più facile comprendere