Gesù e il ricco che non lo segue perchè trattenuto dai molti beni

Gesù e il giovane ricco di Heinrich Hofmann – 1889 – per introdurre la lectio di Marco 10, 17-22, dove Gesù chiama uno a seguirlo e quello rifiuta – caso unico nei quattro Vangeli – perchè trattenuto dai molti beni. Nei commenti la scheda di preparazione all’incontro di Pizza e Vangelo che faremo via Zoom lunedì 17 aprile alle 21.00

12 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Un caso unico nei Vangeli. Siamo a un brano che ci presenta un caso unico nell’insieme dei Vangeli: Gesù è preso da ammirazione per uno sconosciuto che gli si getta in ginocchio davanti e l’interroga sulla vita eterna; lo ama, vorrebbe averlo suo discepolo e l’invita a seguirlo ma quello rifiuta, trattenuto dai molti beni. E’ l’unico caso di una chiamata di Gesù, “vieni e seguimi”, che non viene accolta.
    Rifletteremo su questo rifiuto, preparandoci con la nostra riflessione a leggere – la prossima volta – la severa considerazione con cui lo commenterà Gesù: “Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio” (Marco 10, 24). Essendo noi per lo più persone benestanti, eppure amati e chiamati da Gesù alla sequela, come quel ricco, la questione ci coinvolge appieno. Ci studieremo di interrogare con scrupolo ogni parola di questo brano e di quello – a esso collegato – che leggeremo la prossima volta.
    L’episodio è narrato da tutti e tre i Sinottici, ma solo in Marco troviamo un elemento saliente, il più vivo dell’intera narrazione: “Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse” (versetto 21). Quel moto d’amore non lo dimenticheremo e vedremo innanzitutto di prenderlo a bussola dell’interpretazione. E la bussola potrebbe essere questa: la chiamata del Maestro è sempre guidata da un moto d’amore e all’amore si può rispondere solo con l’amore.

    15 Aprile, 2023 - 19:23
  2. Luigi Accattoli

    Marco 10, 17-22. Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”. 18Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”. 20Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. 21Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!”. 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.

    15 Aprile, 2023 - 19:24
  3. Luigi Accattoli

    Un tale gli corse incontro. v. 17: Mentre andava per la strada. Il nostro Rabbi itinerante è in cammino verso Gerusalemme, come sappiamo dal versetto d’apertura di questo capitolo 10: “Partito di là, venne nella regione della Giudea”. Gesù dunque è appena passato dalla Galilea alla Giudea, che ha per capitale Gerusalemme.
    v. 17b: un tale gli corse incontro e gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” Al versetto 22 sapremo che è una persona che possiede molti beni a porre quella domanda a Gesù. Per Matteo 19, 22 si tratta di un giovane e per Luca 18, 18 di un notabile.
    v. 18: Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. “Ma Gesù non è Figlio di Dio? Certamente, ma proprio perché Figlio si pone all’ombra di Dio, dietro di Dio, non davanti. Gesù rinvia sempre al Padre” (Bruno Maggioni).
    v. 19: Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre. Gesù non elenca i doveri verso Dio ma solo quelli verso il prossimo: perché Dio si serve nel prossimo e perché l’amore verso Dio si verifica con l’amore verso il prossimo.
    v. 20: tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza. Dall’insieme della conversazione appare chiaro che per avere in eredità la vita eterna basterebbe l’osservanza dei comandamenti: ma quest’uomo cerca di più e Gesù gli chiede – o gli dona – di più: la possibilità di farsi suo discepolo.

    15 Aprile, 2023 - 19:26
  4. Luigi Accattoli

    Lo amò e gli disse. v. 21: Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse. Bellissimo il movimento di affetto del Maestro verso questo generoso aspirante alla vita eterna.
    v. 21b: Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi! A quest’uomo desideroso di vita eterna Gesù propone di farsi suo discepolo. Dalle sue parole cogliamo l’insegnamento che per la vita eterna basta l’osservanza dei comandamenti, mentre per il discepolato proposto dal Maestro occorre “lasciare tutto” e seguirlo.
    v. 21c: vendi quello che hai e dallo ai poveri. Il ricco è invitato a pensare ai poveri: il distacco dai beni è per la missione ma è anche per la fraternità. La prima comunità cristiana legherà tra loro la sequela del Cristo e la comunione dei beni.
    v. 22: si fece scuro in volto e se ne andò rattristato. Accettare di farsi discepolo di Gesù avrebbe comportato un pieno distacco dall’uso e dallo stesso possesso dei beni, scegliendo di vivere nella precarietà dei predicatori itineranti, come il Maestro aveva prescritto ai dodici nel momento del loro invio: che cioè “non prendessero nulla per il viaggio: né pane né bisaccia, né denaro nella borsa” (Marco 6, 8).
    v. 22b: possedeva infatti molti beni. Il possesso dei molti beni viene qui presentato come impedimento al discepolato. Forse quest’uomo ricco da quel poco che aveva udito di Gesù si era fatto l’idea che fosse possibile una via di mezzo tra l’osservanza dei comandamenti e la radicalità della missione itinerante.

    15 Aprile, 2023 - 19:27
  5. Luigi Accattoli

    La parabola fattuale di questo mancato discepolo va interpretata avendo a criterio l’insieme dell’insegnamento di Gesù sui rischi della ricchezza, sul consiglio ricorrente del distacco da essa, sulla beatitudine della povertà.
    In particolare vanno richiamati:
    – la predilezione dell’Onnipotente per gli affamati, quale è cantata da Maria nel Magnificat: “”Ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Luca 1, 53);
    – il “beati i poveri” e il “guai a voi ricchi” che troviamo nel proclama delle beatitudini che è in Luca 6, 20.24;
    – l’analoga radicale ammonizione sui pericoli della ricchezza che troviamo nella parabola dell’uomo ricco e del povero Lazzaro (Luca 16, 19-31);
    – le indicazioni di Gesù sul distacco del discepolo da ogni possesso che gli potrebbe impedire la missione itinerante alla quale è chiamato a similitudine del Maestro che gli dice “vieni e seguimi” (Marco 6, 7-13).
    Per l’insegnamento di un maestro su questa complessa questione, diamo la parola a Rudolf Schnackenburg: “Non a tutti è indispensabile rinunciare per intero ai propri averi per rispondere positivamente alla chiamata del Signore, come non tutti i discepoli si vengono a trovare nella necessità di sacrificare la vita per la causa di Gesù e del Vangelo. Tutti però devono ascoltare l’appello a una totale dedizione, che Gesù rivolge a ciascuno, sia pure in modo sempre diverso” (Vangelo secondo Marco, Città Nuova 1973, volume 2, p. 97s)

    15 Aprile, 2023 - 19:28
  6. Luigi Accattoli

    Paragonando Matteo e Zaccheo. La varietà delle chiamate e delle risposte, quanto al possibile impedimento delle ricchezze, può essere illustrata confrontando la vocazione di Matteo e quella di Zaccheo, ambedue pubblicani e Zaccheo anzi “capo dei pubblicani e ricco” (Luca 19, 2): a Matteo, che è seduto al banco delle imposte, Gesù dice “seguimi” e Matteo “lasciando tutto si alzò e lo seguì” (Luca 5, 27s); a Zaccheo, che è salito sul sicomoro per vederlo passare, il Maestro invece dice: “Oggi devo fermarmi a casa tua” e Zaccheo l’accoglie e gli dice: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Gesù loda questa sequela parziale: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza” (Luca 19, 8s).
    Le chiamate sono diverse e le risposte ambedue valide: Matteo è chiamato a farsi apostolo, Zaccheo è chiamato a una responsabile e solidale gestione della sua attività.
    Al ricco che non ha avuto il coraggio di seguire Gesù non viene rivolta nessuna condanna: egli – possiamo immaginare – continuerà nella sua osservanza dei comandamenti e per quella via otterrà la vita eterna, ma non entrerà nella famiglia apostolica nella quale il Maestro aveva desiderato inserirlo.

    15 Aprile, 2023 - 19:28
  7. Luigi Accattoli

    Niente pizza: non ci posso credere. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – alla pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 20 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.

    15 Aprile, 2023 - 19:31
  8. Luigi Accattoli

    Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, scriva qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 17 aprile. L’appuntamento precedente fu lunedì 3 aprile e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 12 aprile:

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/se-il-regno-di-dio-appartiene-a-chi-si-fa-bambino/

    15 Aprile, 2023 - 19:33
  9. maria cristina venturi

    Il giovane ricco siamo noi, ciascuno di noi. Inutile girarci intorno con ipocrisia.
    Chi di noi ha lasciato TUTTO per seguire Cristo ?
    Forse solo i monaci certosini . Sicuramente non noi che seguiamo questo blog
    Noi non abbiamo avuto il coraggio di lasciare tutto ( e per tutto si intende i beni, case ,proprieta’ eccetera) per seguire Cristo. Noi siamo cristiani borghesi ,come il giovane ricco era un ebreo borghese. Buoni, onesti, ligi alle regole, seguiamo quello che c’ e’ da fare, facciamo il nostro dovere, anche beneficenza ,volontariato, carita’ attivita’ parrocchiale eccetera.
    Ma non lasciamo TUTTO per seguire Cristo. Non siamo pazzi .
    Dunque il giovane ricco siamo noi, fotografati come in una istantanea . Crediamo che Gesu’ sia il “maestro buono” e lui ci dice severo Perche’ mi chiami buono ?
    E siamo tristi, tristi come il giovane ricco che se ne ando’ triste. Gesu’ ci ama ma noi …non osiamo fare il grande salto. Non siamo pazzi .

    15 Aprile, 2023 - 20:26
  10. Beppe Zezza

    La chiamata alla sequela è personale e personali sono le richieste di Gesu’ fermo restando che il primo comandamento richiede di amare Dio con TUTTO il cuore la mente e le forze

    16 Aprile, 2023 - 9:41
  11. San Francesco faceva leggere a tutti coloro che volevano diventare frati questo passo. Alcuni gruppi ecclesiali presentano questa vicenda anche ai laici. Quanto questo passo fu letto a ne entrai in fibrillazione! Rimandai la cosa per molti anni, e alla fine vendetti solo un piccolo oggetto e diedi una somma notevole prendendola dai miei risparmi ……Naturalmente nessuno si accorse di nulla!

    17 Aprile, 2023 - 2:00

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