Gemma Calabresi: “Ho sentito il passaggio di Dio in me”

In quel momento nel quale mi dicevano che Luigi era morto ho sentito il passaggio di Dio in me. Ho detto al parroco che mi teneva la mano: diciamo un’Ave Maria per la famiglia dell’assassino“: parole di Gemma Capra vedova del commissario Luigi Calabresi, ucciso a Milano il 17 giugno 1972 da terroristi che facevano riferimento a Lotta Continua. Le ha dette il 19 gennaio scorso durante un incontro a “Il Centro” di Roma, intitolato “L’educazione tra perdono e felicità”. Mando a Gemma un bacio di gratitudine e festeggio le sue parole cristiane con un bicchiere di Vino Nuovo.

6 Comments

  1. germano turin

    Ogni credente

    credo abbia il problema del momento, (o dei momenti) del “passaggio di Dio” nella propria vita.

    Era una domanda che si era già posta S. Agostino, che ci ha lasciato il detto: “Timeo enim Iesum transeuntem et manentem ed ideo tacere non possum.” (Temo Gesù che passa e che rimane (in eterno) e per questo non posso stare zitto. Serm. 88, 14, 13).

    Gesù passa vivino ad ogni creatura con la frequenza da Lui stabilita: difficile per noi credo si scoprire i tempi di questa frequenza. Per questo dovremmo sempre essere pronti.

    Riguardo infine all'”Ave Maria per la famiglia per la famiglia dell’assassino” credo ci sarei potuto arrivare anch’io (forse): non so se sare arrivato a “recitare un’Ave Maria per l’assassino”…

    8 Marzo, 2013 - 16:31
  2. Giuseppe S

    Bellissimo, grazie. Vale la pena anche leggere tutta la testimonianza, che spinge davvero la Notte più in là, come il libro di suo figlio.

    8 Marzo, 2013 - 22:10
  3. Stephanus

    Il libro di Mario Calabresi lo ricevetti in dono ad un Natale passato.
    Eppure vi traspira aria di Pasqua.

    9 Marzo, 2013 - 10:03
  4. Mabuhay

    La Fede e il latte materno.
    Per quanto retorico possa suonare ma… il mondo lo salvano proprio le madri …scusatemi ma e’ proprio cosi’.

    9 Marzo, 2013 - 13:28
  5. Ho sempre avuto affetto per la famiglia Calabresi. Pur non conoscendoli. Come ne ho per tutti i parenti delle vittime delle stragi degli anni ’70 e ’80. Perché penso che questi poveri morti sono parenti nostri e anche noi dovremmo chiedere verità. E giustizia. E se non giustizia almeno verità, sapere perché.
    Quello che commuove della signora Gemma è la lezione di dignità, oltre alla fede sconfinata. A questa donna hanno rifilato qualsiasi insulto quando è andata all’obitorio, eppure non si è mai lamentata. Ha continuato a parlare malgrado tutto e possano le sue parole servìre a ricordare l’assordante silenzio che circonda oggi i parenti delle vittime del terrorismo. E sono tanti.
    Mio padre è solito dire che le disgrazie rivelano le persone nella loro essenza: se sono buone, diventano ancora più buone; se sono cattive, diventano peggio.
    Non mi pare che la signora Gemma sia una persona cattiva.

    9 Marzo, 2013 - 19:31
  6. Pasquale VILARDI

    Ho letto tutto l’articolo su “vino nuovo “. Vi sono parole e concetti che toccano l’essenza del vangelo e non possono lasciare indifferenti. Sono dei semi lanciati nel nostro cuore che, se adeguatamente “curati” daranno buoni frutti.

    10 Marzo, 2013 - 20:50

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