Gaza: il papa sogna la pace ma piovono razzi e bombe

Benedetto voleva andare al più presto in Terra Santa ad aiutare la pace e a confortare la piccola comunità cattolica triturata dal terrorismo palestinese e della repressione israeliana tra loro avvitati. Aveva fatto annunciare che ci sarebbe andato in maggio vincendo la titubanza dei collaboratori. All’obiezione che laggiù non c’era ancora la pace, chi era autorizzato a parlare a suo nome risponeva: il papa va per incoraggiarla. Ma ora è guerra e i profeti disarmati rischiano più che mai la rovina che sempre li apposta. Il Cielo aiuti la loro ostinazione.

20 Comments

  1. principessa

    ” il Medio Oriente e’ come i rapporti tra uomini e donne : non esiste UNA soluzione, ma solo continui aggiustamenti e periodi di tranquillita’ in mezzo alle bufere….”
    E’ la battuta di un film, ma nel sorriso amaro che sa suscitare , risiede anche l’ancor piu’ amara verita’ riguardo al perenne conflitto israelo/palestinese.
    E’ tutta la mia vita che sento parlare di piani di pace, di passi avanti e poi indietro,di road map,e di tutto quanto volete voi.
    Le notizie di queste ore sono scoraggianti e spingono alla preghiera, ancora una volta. Chissa’……..

    28 Dicembre, 2008 - 19:29
  2. E’ vero è da quando sono piccolo che sento parlare anche io di piani di pace….. ma da un po di anni ho cominciato a capirci qualcosa.

    Israele, la Palestina, tutta la terra Santa, sono il segno di quello che alberga nel cuore di ogni uomo, le incapacità al perdono, la voglia sempre di rivincita, la fatica di amare, conflitti perrenni di sentimenti.

    Quando Israele uscì dall’Egitto, rientro’ in una terra occupata e combattè per farla sua. Quella terrà doveva dare il Messia/Cristo.

    Oggi Israele, da ogni angolo del mondo è ancora una volta ritornata in una terra che ha trovato occupata, ha combattuto e continua a combattere come già fecero i suoi avi.

    Dio con la mano dell’uomo continua ancora a scrivere la sua storia con il popolo della promessa? Perchè? Cosa deve ancora dare questa terra? Cosa deve ancora dare Israele?

    29 Dicembre, 2008 - 8:49
  3. Massimo D

    Caro Matteo, credo proprio che uno dei problemi (non l’unico, forse non il principale, ma nemmeno secondario) di quel conflitto sia questa visione messianica, questa idea della terra promessa da Dio. Israele è “tornata”? Hanno dunque gli ebrei un diritto su quella terra abitata che deriva loro dal fatto che alcuni loro antenati abitassero là? Io lascerei stare questo tipo di considerazioni. (Tra l’altro, come dici, la terra promessa era occupata già ai tempi dell’uscita dall’Egitto… ci fosse stato l’ONU a quei tempi…)
    Guarda, una delle cose di cui mi sono convinto è che è del tutto inutile ragionare in termini di chi aveva un diritto, e anche di chi ha cominciato. L’unica è guardare al futuro, ad una possibile soluzione di compromesso.
    Purtroppo, il problema è la diffidenza reciproca di quei due popoli: ciascuno dei contendenti pensa che l’altro abbia fini diversi da quelli dichiarati. E purtroppo la comunità internazionale, gli Stati Uniti in primo luogo, finora si è mostrata incapace di offrire una mediazione adeguata.

    29 Dicembre, 2008 - 9:39
  4. raffaele.savigni

    Io credeo che si debba partire dal principio: due popoli, due Stati. Israele esagera nelle rappresaglie, ma i palestinesi sbagliano ad affidarsi a terroristi e a movimenti integralisti come Hamas.Chi ha rotto la tregua è stato il movimento di Hamas.

    29 Dicembre, 2008 - 10:26
  5. Massimo D

    Detesto l’idea che un popolo istruito e laico come quello palestinese possa essere governato dai fanatici religiosi di Hamas. Eppure un’affermazione come “i palestinesi sbagliano ad affidarsi a terroristi” mi pare veramente un po’ troppo facile. Conosco parecchi palestinesi, nessuno di loro è un fondamentalista, eppure quello che ti dicono è che votando per i moderati di Fatah non hanno ottenuto nulla. L’arma migliore contro l’avanzata del consenso di Hamas sarebbe per gli Israeliani quella di arrivare ad un accordo con la fazione moderata invece di delegittimarla agli occhi dei palestinesi.
    Non è nemmeno del tutto esatto dire che la tregua è stata rotta da Hamas, visto che Israele ha effettuato parecchi interventi “mirati” nel territorio di Gaza – vedi ad esempio qui: http://www.guardian.co.uk/world/2008/nov/05/israelandthepalestinians
    Ripeto che questo di individuare le “colpe” degli uni e degli altri è un esercizio inutile e senza fine in quel contesto, visto che c’è sempre un prima che giustifica la reazione odierna.

    29 Dicembre, 2008 - 10:59
  6. ignigo74

    MassimoD

    concordo con l’ultima parte (l’inutile e comodo esercizio di individuare le colpe). Ma dissento con tutto il resto.

    Ho più volte visionato a scuola il DVD su Betlemme proposto dal National Geographic circa due settimane fa.

    A Betlemme di fatto i palestinesi hanno eletto nel consiglio comunale membri effettivi di Hamas, non seminaristi. Emergono in quel DVD alcune parole inquetanti: ad esempio il noto padre francescano palestinese icona dell’assedio alla basilica del 2002 chiama “martiri”, proprio così, i morti palestinesi. E il rabbino niuiorchese (che va a vivere a Betlemme per essere più vicino a padre Abramo e madre Sara) e il capo della polizia israeliana dicono cose degne di Himmler. La mia impressione è che da entrambe le parti ci sia una drammatica infiammazione di disumanità, alimentata dal dualismo occidente(ebrei)-islamismo(palestinesi) nel quale si può dividere tutta la popolazione mondiale e di fatto è divisa così. Pertanto chi soffia sul fuoco di questa tragedia lo fa anche da quaggiù, da Roma, Milano, Londra: chi a sinistra indossa la kefià e a destra chiama terroristi tout court tutti i palestinesi.

    Questo è quello che penso a bocce mentali ferme e riflessive. Tu massimoD dici che il popolo pasetinese è “colto e laico”: BOOOOOOM. Questa è grossa: ci saranno dei colti e dei laici ma fatti un giretto tra i negozi tappezzati di foto di 18enni smembrati dalle granate suicide e venerati come “martiri”. Se si vuole fare verità certi eccessi linguistici andrebbero moderati, suvvia!

    Ma devo confidarvi, amici e fratelli, che il fastidio viscerale e quindi forse poco affidabile più forte me lo hanno dato il rabbino fanatico e il capo israeliano della polizia di quel DVD: ascoltavano solo se stessi, in modo molto inquietante.

    29 Dicembre, 2008 - 11:32
  7. Massimo D

    Be’, su cosa esattamente di quello che ho detto non sei d’accordo?
    Sul “colto e laico”? La Palestina ha un elevato tasso di alfabetizzazione (oltre il 90%) e ben 11 università per meno di 5 milioni di abitanti. – ben oltre quello che troviamo in altri paesi dell’area. È una delle poche realtà dove si tengono elezioni simili a quelle che troviamo in occidente. Fino a poco tempo fa (prima dell’avanzata di Hamas e dell’uso nazionalistico dell’Islam) era uno stato profondamente laico – ora forse meno, dato comune del resto a tutti i paesi arabi. Se poi vogliamo cullarci nell’idea che gli arabi siano de primitivi incolti e fanatici, facciamo pure, ma questo non ci aiuta a capire.
    La parola “martire” per noi evoca le vittime delle persecuzioni anticristiane, ma laggiù è la parola usata per designare chi compie un attacco suicida. Che ci piaccia o no (a me non piace). La comunità cristiana di Betlemme, conoscendo direttamente la realtà dei territori occupati, è molto solidale con la causa palestinese, e quindi non mi stupisce che adotti il loro linguaggio piuttosto che quello degli israeliani, che direbbero “terroristi”.
    P.S. Il “giretto” che mi consigli me lo sono fatto, più di una volta – e di persona, non sul DVD.

    29 Dicembre, 2008 - 11:53
  8. ignigo74

    Caro MassimoD,
    cortesemente ma non profondamente mi inchino di fronte alla tua verità e me ne vado molto perplesso con poche idee ma chiare: una di queste è che decisamente tu hai sposato una causa.
    Tanti auguri.

    29 Dicembre, 2008 - 12:28
  9. Massimo D

    Caro ignigo74, io non ho sposato proprio nulla, e mi spiace che questo non ti sia sufficientemente chiaro. Tutto ciò che volevo dire è che, specialmente nel caso del conflitto palestinese, si tende a leggere tutto attraverso le nostre precomprensioni, magari dopo aver letto un bel libro o visto un bel film. La superficialità porta alcuni a prendere posizione in modo affrettato per una parte o l’altra, altri ad assumere un atteggiamento finto neutralista per cui hanno comunque torto tutte e due le parti, e gli uni vengono dipinti come neo-nazisti gli altri come fanatici. Per quanto mi riguarda, cerco di vedere le ragioni degli uni e degli altri sforzandomi di farmi condizionare il meno possibile dai miei inevitabili pregiudizi, e di cercare una razionalità anche dietro a quello che -visto dal calduccio delle nostre case- ci appare del tutto irrazionale. La situazione laggiù è “oggettivamente” folle, ma “soggettivamente” gli attori agiscono in modo piuttosto razionale al contesto in cui si trovano. Perfino quando usano armi estreme ed esecrabili come gli attacchi suicidi.

    29 Dicembre, 2008 - 13:18
  10. Israele,
    se dopo l’Egitto ha ripreso la sua terra, con tutte quelle difficoltà che sappiamo
    se oggi ha ripreso la sua terra con altrettante difficoltà,
    se ieri fu importante riprendere quella terra perchè vi sarebbe nato il Salvatore,
    Oggi la riconquista di quella terra da parte di Israele, si può leggere in un disegno di Dio che continua?
    Un disegno sempre misterioso?
    Sangue e dolori, hanno sempre percorso quella terra in tutti i millenni prima e dopo Cristo.
    Ora in quale disegno si inserisce? Nuovo? Misterioso? Oggi inconoscibile? Dio c’entra qualcosa? Come già è accaduto?
    Scusatemi se vado oltre la storia o i giornali…….

    29 Dicembre, 2008 - 14:43
  11. FABRICIANUS

    Faccio mio l’invito di Principessa…Soffrendo nel vedere Israeliani e Palestinesi ancora in conflitto, mi affido alla Preghiera….

    Matteo, molto interessanti le tue domande…

    Soleva dire Giorgio La Pira: “Dalla Pace di Gerusalemme dipende la pace nel mondo, se vi sarà pace a Gerusalemme ci sarà anche nel mondo, se non vi sarà pace a Gerusalemme, non vi sarà anche nel mondo”

    Donaci la pace, Signore,
    la pace dello spirito,
    la pace tra uomo e uomo,
    tra popolo e popolo,
    tra nazione e nazione,
    Donaci la pace, Signore.

    Un caro saluto a tutti.
    F.

    29 Dicembre, 2008 - 21:32
  12. roberto 55

    Ha ragione Raffaele: “due popoli, due Stati”.
    Invece, Hamas – che non è affatto un gruppuscolo di estremisti ma un forte movimento politico, sostenuto da considerevoli parti della società palestinese – pare ancora e sempre accecato dal proprio folle, tragico desiderio di cancellazione, con l’arma del terrorismo, di Israele e di ogni “entità sionista” dalla faccia della terra.
    Ma s’illude anche Israele se pensa di poter combattere il terrorismo solo con strumenti militari: nessuna carneficina porta la pace.
    Mi unisco alle preghiere di Principessa e di Fabricianus e vorrei tanto che in quella terra così martoriata potessero giungere le parole di Papa Giovanni XXIII: “Pace in terra agli uomini di buona volontà”.
    Sono sicuro che anche laggiù ve ne sono tanti.

    Buona notte a tutti gli amici.

    Roberto 55

    29 Dicembre, 2008 - 23:49
  13. fiorenza

    Sì, Giorgio La Pira (uno dei “profeti disarmati”. E il Cielo aiutava la sua ostinazione) sapeva bene che Gerusalemme è il centro del mondo.

    30 Dicembre, 2008 - 0:23
  14. david pierini

    Gerusalemme e il mondo camminano verso la pace…questa pace…

    Un’incontenibile frenesia si è impossessata dello spirito del mondo
    il tempo a preso a correre impazzito verso il baratro della sua fine.
    L’iniquità dilaga, il peccato ha rotto gli argini
    eppure un coro unanime annuncia un’era di pace.
    L’annunciano i veggenti come un dono concesso dal cielo
    l’annunciano i non credenti come suprema conquista dell’uomo.
    L’umanità la invoca, la pace viene…
    perché ama il mondo sopra ogni cosa e quanto esso contiene.
    L’uomo confida nell’uomo, la pace viene…
    ad annientare la spada, a coprire lo scandalo.
    Gli uomini si comprendono, la pace viene…
    ultimo mattone della torre di Babele.

    dopo di che si dirà…”pace e sicurezza”…
    allora d’improvviso li colpirà la rovina…

    30 Dicembre, 2008 - 8:36
  15. Marilisa

    Le vicende che da molti anni vedono in conflitto Israele e i Palestinesi dimostrano che la pace,così come avviene fra gli individui in dissenso fra loro,non la si raggiunge facilmente.È una parola,la pace,che viene pronunciata con una certa faciloneria quasi che al solo augurarla potesse avvenire il miracolo di realizzarla,invece la realtà è tutt’altra cosa.La pace la si conquista con molta fatica(per questo è bene evitare ogni azione o parola che possa metterla in pericolo) ed è necessario che almeno uno dei contendenti prenda la risoluzione di fare il primo passo e rinunci a qualcosa,rinunci soprattutto al proprio orgoglio in vista del bene comune,considerando che generalmente la ragione e il torto,anche se magari in misura diversa, sono di tutt’ e due le parti.Ecco perché non bisogna abusare della parola “pace”;oggi invece mi sembra che spesso se ne parli anche a sproposito,per un senso alquanto superficiale di buonismo.Nelle vicende di questi giorni il torto sembrerebbe,secondo me, dalla parte di Israele di cui pur si comprende la volontà di salvaguardarsi dalle insidie dei terroristi palestinesi,ma così si è innescata una catena di ritorsioni da cui-temo-sarà difficile uscire.Ma è poi così assurdo accettare,accanto allo Stato di Israele,l’istituzione di uno Stato palestinese sicché i due popoli possano vivere l’uno accanto all’altro senza detestarsi?
    Al di là di tutto mi chiedo che significato abbia il fatto che la storia del popolo di Israele sia sempre stata tanto tormentata.

    30 Dicembre, 2008 - 21:51
  16. roberto 55

    Il mio punto di vista sulle vicende di queste ore è un pò diverso, Marilisa.
    Credo d’aver già espresso il mio pensiero alcune settimane or sono: non ho provato e non provo simpatia per i governi israeliani di Shamir, Nethanyau, Sharon ed Olmert, ma credo anche che il terrorismo palestinese sia responsabile, oltre che dell’uccisione di molte vite innocenti, anche d’aver alimentato, con il proprio fanatismo, la stessa intransigenza della destra israeliana e l’integralismo degli ebrei cosiddetti “ortodossi”.
    L’opzione terroristica adottata dalle fazioni più estreme della popolazione palestinese – e finalizzata alla “cancellazione” della realtà statale d’Israele – s’è da tempo rivelata arma tanto tragica e sanguinaria quanto, politicamente, del tutto inefficace poichè, oltre ad alimentare l’estremismo opposto e contrario degli ebrei “ortodossi” e della destra israeliana più “avventurista”, genera nella stessa popolazione ebraica, insieme alla paura, anche la rivolta morale e la determinazione a resistere per la propria sopravvivenza.
    In queste ultimissime ore, però, mi pare che qualche spiraglio di tregua s’è aperto: vorrei che lo incoraggiassimo tutti con le nostre preghiere.

    Buona notte a tutti.

    Roberto 55

    30 Dicembre, 2008 - 23:06
  17. Marilisa

    Prendo atto del tuo legittimo punto di vista,Roberto 55,ma converrai con me che in questo modo non se ne esce.La pace in quella parte del Vicino Oriente è lontana più che mai perché,fin dalle origini, si protrae all’infinito una tragica situazione di colpi e contraccolpi a cui nessuna delle due parti vuole rinunciare,e le vittime innocenti,numerosissime,sono da attribuirsi ad entrambe le parti.Forse sarebbe meglio fare ricorso a dei negoziati di pace(anche con l’ausilio di altri Paesi),lasciando da parte le armi.Dico “forse” perché in realtà sono ben consapevole di quanto siano intricate e complesse quelle vicende,e del resto il terrorismo, già di per sé, è portatore di azioni terribili a cui è difficile non reagire.
    Stando al di fuori,comunque, non è possibile afferrare gli elementi molteplici che intessono la trama delle vicende umane,e ci si deve rassegnare ad assistere impotenti alla loro evoluzione.Dobbiamo pensare che nelle tormentate ed annose vicende di quei popoli ci sia un disegno divino che a noi,com’è ovvio, sfugge?
    Auguro la buona notte a te,Roberto 55,e a tutti.

    31 Dicembre, 2008 - 0:15
  18. Se fin da bambino sento parlare della questione mediorentale (vicino-oriente), Israele, Palestina, non mi domando più quando?
    ora mi domando perchè?
    Cosa c’è dietro questa umana e terribile parabola storica e sanguinosa?
    Perchè?

    31 Dicembre, 2008 - 11:05
  19. raffaele.savigni

    Ci mancava il solito antisemita, Maurizio Blondet…

    5 Gennaio, 2009 - 15:58

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