Dalle mie finestre – che danno su via di Santa Maria Maggiore e verso via Urbana – vedo meno piccioni e più gabbiani, meno rondini e più corvi. Mi piacerebbe sentire un esperto della fauna metropolitana per interpretare questi segni. La mia attenzione ai gabbiani – nota ai visitatori – mi permette di dire con buona sicurezza che il loro dominio ormai incontrastato del terzo cielo ha costretto i piccioni, che prima vi facevano virate a ventaglio, a un volo sempre più basso. Essi ora sono confinati al primo cielo, che è quello all’altezza dei piani alti. Corvi e cornacchie sono invece in crescita e vanno conquistando il secondo cielo, che è quello dei tetti e delle altane. In questo rimescolamento, le rondini sono divenute una rara apparizione. Sorrido a ogni loro svolo per incoraggiarle a restare.
Gabbiani piccioni rondini e corvi
15 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
descrizione reale di volatili, o descrizione figurata di altre specie?!
Descrizione reale. I piccioni a Roma sono quelli che altrove vengono detti colombi. Donde una fiera disputa tra una mia figlia di due anni e una zia venuta da Torino che la portava a “dare il pane ai piccioni” sulla piazza di Santa Maria Maggiore e si ostinava a chiamarli colombi; disputa chiusa dalla piccina con queste decise parole: “Uffa zia: sono colombi ma si chiamano piccioni”.
Non è che questa figliola ha intrapreso la carriera diplomatica, per caso?
Ricordo con affetto e nostalgia la visita ai tetti del Corriere e lo sguardo regale, svogliato e tollerante di gabbiani che parevano aquile. In un pomeriggio romano tiepido con il sole al tramonto che ammantava d’oro i tetti della città e pareva d’essere in una fiaba.
Sempre bellissimi e tonificanti questi post che ci fanno vedere spaccati di una Roma bellissima attraverso gli occhi del poeta Luigi.
Qualche mese fa andai a liberare 4 colombi nello spazio della p.za san Pietro. Colombi bianchi, pavoncelli, stanziali.
Sul mio terrazzo erano arrivati a quota 10, costringendo ad una pulizia continua…..
Questi colombi non sono piccioni. Sono casalinghi, nascono e si abituano in un determinato spazio e lì vi rimangono. In questo caso lo spazio in cui li tengo è il terrazzo, con mangime e acqua a volontà…
Un amico monaco, mi consigliava di portare i colombi eccedenti, la vivibilità dello spazio del mio terrazzo, in p.za san Pietro, dove di piccioni ve ne sono a iosa insieme a colombi. Insomma si sarebbero trovati in compagnia.
Tempo dopo, Roberta, mi telefona che in p.za san Pietro aveva visto i colombi della mia scuderia fatti oggetto da diversi turisti con le loro fotocamere.
Qualche tempo fa passavo a san Pietro e registravo la strana impressione: i colombi sono notevolmente diminuiti da quello che mi ricordavo…
Davanti mi sfreccia un gabbiano che ha un piccioncino di una mesata in becco, si poggia sul selciato e lo sbatte ben bene in terra, a me pare bello che morto. Il gabbiano si sposta nella vasca della fontana a candeliere, e sciacquetta quel corpicino sfracellato, quando mi rendo conto dell’evento sto per tirare fuori la fotocamera per fermare una immagine a me sconosciuta. Il gabbiano vola verso p.zza Pio XII con il pasto in bocca.
Sono rimasto sconcertato da quella rivelazione.
I gabbiani immigrati si stanno conquistando uno spazio sempre maggiore, e io sono seriamente preoccupato per i miei candidi colombi di cui ho esposto foto del terrazzo e del momento in cui li lasciai in quel di san Pietro.
Anche corvi e cornacchi purtroppo nella logica piramidale, si cibano di piccioncini e rondinini.
Anche nel mondo dei volatili, la città capitolina vede cambiare una identità….
Devo portare via altri tre colombi dal terrazzo, e ieri passando a p.za vittorio, nel vedere tanti piccioni a seguire le “piccionare”, mi domandavo se lì hanno qualche chance.
Stamani, mentre ero a casa di mamma allungavo l’occhio fuori dalla finestra, è già da molto tempo che non vedo più madame la clochard, forse Luigi ne sa qualche cosa?
Un saluto
I corvi e i gabbiani sono uccelli onnivori, e si trovan bene sia in riva al mare, sia in prossimità di discariche di rifiuti urbani. Il fatto che volteggino, ormai, in numero crescente sulle nostre città ha un significato cui noi non vorremmo pensare.
Anche la sparizione delle rondini, oltre a dipendere da fattori climatici, è soprattutto l’espressione del nostro modello di consumo: i rondinotti muoiono nei nidi per gli ambienti malsani, e il cibo genuino anche per loro viene via via a mancare.
Nel mondo, ogni anno, sono immesse decine di migliaia di nuovi prodotti chimici tra industria, agricoltura, cosmetici, alimentari, sanitari, farmaci ecc. Sono costituiti, per loro natura, da sostanze più o meno instabili che, al di là della loro utilità immediata, sono poi tossiche e inquinanti. Uno (UNO) dei risultati: spariscono insetti – salvo le zanzare tigre, sembra – e altre categorie di animali, e si rompono varie catene alimentari.
I piccioni hanno la pelle un po’ dura, proprio come noi, e per il momento (come noi) paiono resistere. Ma sono scacciati dai corvi, ben più aggressivi.
Luigi, l’apparizione di tua figlia duenne sullo sfondo di un tale scenario porta una nota di dolcezza. La memoria mi corre alla figura della ragazzina che appare al termine del film La Dolce Vita: un simbolo di candore e speranza in un mondo ammalato.
Hai detto che sorridi alle rondini per incoraggiarle a restare ma, a pensarci, ho timore che non basti…
Matteo la nostra barbona è sempre là, sempre beve e fuma e canta. Ma non è più fissa come un tempo. Da quando è comparsa la benefattrice, se ne va con lei, esplora altri siti, bivacca fuorivia e poi – entro due giorni, al massimo – torna da noi. La sua itineranza è dovuta sia al sostegno dei colei che l’ama, sia all’aggresività dei negozianti – compresi arabi, cinesi e peruviani – che ogni tanto la scacciano a gradi grida. Eppoi disinfestano il suo bivacco con uno spray alla calce, o qualcosa di simile.
I negozianti italiani disapprovano grandemente la barbona francese e ne parlano tra loro con scandalo e proteste contro “il Comune che non fa niente”. Ma i negozianti stranieri sono più aggressivi e chiassosi, come volessero farsi vedere zelanti della pulizia dai colleghi italiani.
I più severi sono i giapponesi. Anche perchè la barbona ama bivaccare sulla soglia del loro negozio di articoli turistici.
ebbene si, vado controcorrente e questa invasione della città di volatili come piccioni-colombi, gabbiani e corvi, ridotti a disertare gli habitat naturali in cui dovrebbero vivere, per abboffarsi senza fatica del surplus della società dei consumi, mi disgusta.
Sono pericolosi per la salute umana, provocano malattie serie da quelle allergiche a quelle infettive lasciano escrementi disumani sui terrazzi, sulle strade, nei cortili e sulle auto.
Assaltano persino le persone.
Questa estate passeggiavo a villa Borghese con mio nipote, che come tutti i bambini rincorre piccioni e uccelletti, se non che rincorse una piccola cornacchia la cui madre spiccò un volo da un pino e sorvolando il bambino lo beccò sulla testa. Ora è terrorizzato e quando vede uno di questi volatili ne sta alla larga. Ora anche sulla ciclabile assaltano i ciclisti, senza motivo.
Rimpiango, le rondini così festose ed elegantemente geometriche, il fischiettio dei merli e lo spensierato cinguettio dei passeri, così abbondanti nella nostra città ed ora pressochè spariti.
Affascinanti le famiglie di cormorani ormai stanziali che abitano le sponde del Tevere tra catel Sant’Angelo e l’isola tiberina.
sono d’accordo con te , Nino.
a volte certi uccelli fuori dal loro habitat, nutriti in maniera malsana,ormani senza più volare nei cieli ma becchettando ossessivamente sul cemento delle grandi città , hanno un aspetto minaccioso e sinistro.. avete in mente il film “Gli uccelli” di Hitchcock?
i piccioni poi, nelle piazze delle grandi città, sono abominevoli…
Agli uccelli è destinato da natura il cielo.. se stanno prevalentemente per terra e si cibano delle schifezze date loro dai turisti.. c’è qualcosa che non va….
MC
sugli uccelli c’è una bellissima poesia di Yeats che cito a memoria .
” vorrei che fossimo, mio amore,
uccelli bianchi su schiuma di mare….
vorrei che fossimo mutati in bianchi uccelli
sulla schiuma vagabonda.. io e te!
dove il tempo sicuramente ci scorderebbe
e il dolore non ci raggiungerebbe più!
presto lontani dalla Rosa e dal Giglio
e liberi dalle fiamme saremmo..
.. se solo fossimo bianchi uccelli, amore,
sospesi sulla schiuma di mare..”
MC
A me piacciono i gabbiani sui tetti e i piccioni nelle piazze. Ma anche i corvi e le rondini. E le passeraie che arrivano a ondate.
Luigi, cosa sono le passeraie: gli storni?
Nei cieli di Roma spesso ho visto, in tramonti rossastri, stormi di questi volatili compiere evoluzioni che paiono opere d’arte.
Sì, volevo dire gli stormi degli storni.
Leggendo il “post” di Nino m’è venuto in mente il memorabile film “Gli uccelli”, di Hitchcock.
Buona notte !
Roberto 55