Dopo la pausa di luglio il Papa ha ripreso le catechesi sulla vecchiaia che stava svolgendo da febbraio, proponendo una sedicesima meditazione che ho ascoltato con gratitudine: lo dico da anziano oltre che da vaticanista. Trovo che la lectio di oggi porta a pienezza il cammino tracciato fino a qui e del quale mi sono occupato con il post del 3 agosto. Nei commenti i passaggi chiave della catechesi e in coda una mia nota.
Francesco: vecchiaia come “ministero dell’attesa del Signore” da vivere in letizia e con dolcezza
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Nell’attesa di un posto a tavola. La vecchiaia è il tempo propizio per la testimonianza commossa e lieta di questa attesa [dell’incontro con Dio]. L’anziano e l’anziana sono in attesa, in attesa di un incontro. Nella vecchiaia le opere della fede, che avvicinano noi e gli altri al regno di Dio, stanno ormai oltre la potenza delle energie, delle parole, degli slanci della giovinezza e della maturità. Ma proprio così rendono ancora più trasparente la promessa della vera destinazione della vita. E qual è la vera destinazione della vita? Un posto a tavola con Dio, nel mondo di Dio. Sarebbe interessante vedere se nelle Chiese locali esiste qualche riferimento specifico, destinato a ravvivare questo speciale ministero dell’attesa del Signore – è un ministero, il ministero dell’attesa del Signore – incoraggiando i carismi individuali e le qualità comunitarie della persona anziana. Una vecchiaia che si consuma nell’avvilimento delle occasioni mancate, porta avvilimento per sé e per tutti. Invece, la vecchiaia vissuta con dolcezza, vissuta con rispetto per la vita reale scioglie definitivamente l’equivoco di una potenza che deve bastare a sé stessa e alla propria riuscita […]. La nostra vita non è fatta per chiudersi su sé stessa, in una immaginaria perfezione terrena: è destinata ad andare oltre, attraverso il passaggio della morte – perché la morte è un passaggio. Infatti, il nostro luogo stabile, il nostro punto d’arrivo non è qui, è accanto al Signore, dove Egli dimora per sempre.
Il meglio deve ancora venire. Qui, sulla terra, si avvia il processo del nostro “noviziato”: siamo apprendisti della vita, che – tra mille difficoltà – imparano ad apprezzare il dono di Dio, onorando la responsabilità di condividerlo e di farlo fruttificare per tutti. Il tempo della vita sulla terra è la grazia di questo passaggio […]. Ecco: la vecchiaia avvicina la speranza di questo compimento. La vecchiaia conosce definitivamente, ormai, il senso del tempo e le limitazioni del luogo in cui viviamo la nostra iniziazione. La vecchiaia è saggia per questo: i vecchi sono saggi per questo. Per questo essa è credibile quando invita a rallegrarsi dello scorrere del tempo: non è una minaccia, è una promessa. Cari fratelli e sorelle, la vecchiaia, vissuta nell’attesa del Signore, può diventare la compiuta “apologia” della fede, che rende ragione, a tutti, della nostra speranza per tutti (cfr 1 Pt 3,15). Perché la vecchiaia rende trasparente la promessa di Gesù, proiettandosi verso la Città santa di cui parla il libro dell’Apocalisse (capitoli 21-22). La vecchiaia è la fase della vita più adatta a diffondere la lieta notizia che la vita è iniziazione per un compimento definitivo. I vecchi sono una promessa, una testimonianza di promessa. E il meglio deve ancora venire. Il meglio deve ancora venire: è come il messaggio del vecchio e della vecchia credenti, il meglio deve ancora venire. Dio conceda a tutti noi una vecchiaia capace di questo!
Testimone disinteressato. Se un cristiano vive serenamente l’ultima stagione, offre una testimonianza credibile della fede. Nei giorni dell’imbrunire non può essere sospettato di un secondo fine. Come invece lo può essere quando vive le altre stagioni. Solo il martirio, il dare la vita per il Cristo e per i fratelli può risultare altrettanto disinteressato. Credo di capire che cosa mi è chiesto in questa stagione e che cosa mi chiede Francesco: viverla serenamente, con una tonalità di festa e di gratitudine, senza farne la fiera di tutte le lamentazioni. E’ frequente l’anziano chiuso e demotivato. E’ una benedizione chi invecchia come il buon vino. Faccio mia la invocazione di Francesco al compimento degli ottanta, quando disse ai cardinali che lo festeggiavano: “Pregate perché la mia vecchiaia sia tranquilla, religiosa e feconda. E anche gioiosa”. Lo diceva ai cardinali: io lo dico ai figli e ai nipoti, agli amici.
https://gpcentofanti.altervista.org/canto-di-una-nonnina/
Sui giovani invece ,come Archie, 12 anni ,fatto morire per volonta’ del giudice contro la volontà: dei genitori, dal papa , dal Vaticano, dai vescovi inglesi nessun commento. Silenzio assordante.Nessuna meditazione ,nessuna catechesi, sembra essere dovuta alla eutanasia dei giovani .
La Chiesa ha deciso di non fare piu’ sentire la propria voce sui temi ” divisivi” : eutanasia, suicidio assistito , aborto . Troppo complicato.Si farebbe dei nemici. Meglio abbozzare .
Cosi’ pure sui cristiani ammazzati a decine ,in varie parti del mondo .
Meglio fare finta di nulla , e proseguire con le omelie su temi su cui tutti sono d’ accordo, su temi politicamente corretti. Parliamo della pioggia e del bel tempo , come un tempo nelle migliori famiglie.
“31A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? 32È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
«Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!».
33È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: «È indemoniato». 34È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: «Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!». 35Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
Luca, 7, 31-35
La Sgra Venturi mi ha richiamato i bambini del Vangelo. Qualsiasi cosa dica Papa Francesco è sempre e comunque sbagliata. Che tristezza!
Ada Murkovic
“L a signora Venturi ” vive su questo blog per calunniare Chiesa Cattolica e papa.