A un anno dall’elezione tanti si allietano di Papa Francesco e si augurano ch’egli riesca nelle riforme che si è proposto, ma forse la sua Chiesa in uscita – se riuscirà a realizzarla – sarà una buona notizia solo per il Sud del Mondo: la vuole infatti come Chiesa dei poveri e al Nord ricco più volte in quest’anno ha gridato “vergogna” e l’ha posto sotto accusa: è l’attacco di un mio baldanzoso bilancio del primo anno di Papa Francesco pubblicato oggi dal “Corriere della Sera” a pagina 23 con il titolo “Il Papa e la Chiesa povera che si allontana dall’Occidente”. Riprendo il ragionamento che avevo svolto alla vigilia del Conclave quando auspicavo che venisse eletto un cardinale dell’America Latina – e ora dico in che modo a mio parere questo Papa di laggiù venga rispondendo a quell’aspettativa.
Francesco tra Chiesa costituita e Chiesa in uscita
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Bisognerebbe tenere conto che anche l’occidente si sta impoverendo. Nel pieno dell’edonismo anni ’80 una Chiesa povera per i poveri forse avrebbe esercitato meno attrattiva sui fedeli.
Scusami Luigi se esprimo la mia opinione ma a me sembra che la frase “Il Papa e la Chiesa povera si allontana dall’Occidente “sia una pia illusione”
E’ un Papa che si allontana dall’occidente uno che assolda le quattro migliori multinazionali di consulenza come la MCKinsey e la altre per le finanze vaticane?
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/01/31/e-quattro-il-vaticano-fa-poker-con-le-multinazionali/
E’ un Papa che si allontana dall’Occidente uno che comunica con Tweeter? Con Faceboook? E’ un Papa che si allontana dall’occidente uno che dice che si metterà a studiare “le unioni civili”? che dice chi sono io per giudicare i gay?
Che dice che i valori non negaoziabili non esistono?
Tu dici che l’Occidente ricco lo applaude .Obama lo considera il suo guru.Magari gli daranno pure il Nobel. E io dico lo applaude a ragion veduta!!!!: l’Occidente ricco non è fatto da stupidi. Se in USA si applaude a Bergoglio ( magari più che in Africa!) e gli si da’ la copertina di TIME e Obama lo ama non è “perchè non hanno capito nulla” della sua predicazione, ma anzi perchè hanno capito tutto.. hanno capito che questo Papa è la personificazione del “politicamente corretto” che è l’ultima ideologia dell’Occidente ricco , la sua ultima giustificazione.
Se c’è un papa che piace all’Occidente ricco è questo. Cosa vuoi dire allora quando affermi che si allontana dall’Occidente? Va forse a pregare in silenzio sul Monte ATHOS? Scaccia via le televisioni e le interviste per ritirarsi nel silenzio? Allontanarsi dall’Occidente vuol dire allontanarsi dalla mentalità dell’Occidente: un Papa con sempre telecamere al seguito , con goirnaisti al seguito eccche ne fimano ogni mossa è la personificazione dell’OCCIDENTE!
O forse allontanarsi dall’Occidente vuol dire che sposa e sostiene la TEOLOGIA della LIBERAZIONE?
ma la Teologia della liberazione è nata in Occidente! Il marxismo che fa da sottofondo alla Teoria della liberazione è un tipico prodotto intellettuale OCCIDENTALE! Se c’è un prodotto dell’Occidente ricco è proprio la Teologia della liberazione!
quindi che significa che questo Papa volta le spalle all’OCCidente?
non so cosa significhi: forse solo , purtroppo che volta le spalle alla migliore tradizione occidentale, alla ragione di ARistotele, alla SUMMA di San Tommaso,all’umanesimo degli umanisti del 1500, e riduce il cristianesimo sia solo una religione SOCIALE EMOTIVA e populista .
Certo se voltasse le spalle all’Occidente cristiano, l’Occidente che ci ha dato San Benedetto e San Francesco,Dante e Sir Thomas More, direi che non ci sarebbe molto da gioire, nel senso di rinnegare tutta una richhezza e una tradizione credo non ci sarbbe molto da gioire!!
Inoltre cosa vorrebbe dire che si allontana dall’Occidente? Che lascia che l’Europa diventi una “terra desolata” dove si vendono le Chiese (vedi Belgio) dove si chiudono i seminari, dove le antiche fiorenti congregazioni religiose, i domenicani, i benedettini ssi estinguono per mancanza di persone?
E secondo te c’è da GIOIRE DI QUESTO? Cioè noi dovremmo esser contenti che il papa ci abbandoni per rivolgere il suo intersse solo alla nazioni del TERZO MONDO? Ma che significato religioso ha? Se sono nata in Italia , se ho studiato , e non sono una miserabile , allora non sono degna che la Chiesa e il papa si occupi ANCHE di me? Che senso religioso ha? Allora trasferiamo Il Vaticano in Madagacar o ad Haiti o dove ce neè più bisogno. Facciamo di San Pietro un HOtel SEI STELLE e coi proventi foraggiamo le popolazioni della Malesia o coase di questo genere.
io credo che la religione cristiana non debba essere confusa con teorie politiche, istanze sociali, volontariato, e cose del genere. Non dobbiamo fare della SOCIOLOGIA! La Chiesa deve parlarci di Dio ai richhi come ai poveri, i ricchi magari ne hanno ancor più bisogno perchè rischiano d’andare all’Inferno come il Ricco Epulone. La Chiesa e il papa deve parlarci di Dio , di CRisto, della vita e della morte, dell’aldilà della vita eterna, dell’anima.
Non deve diventare una succursale dell’ONU per i paesi in via di sviluppo!
” Al Nord ricco ha gridato vergogna e l’ha posto sotto accusa”
insomma abbiamo un Papa a doppio scappamento: da una parte (sui peccatucci sessuali , sulle perversioni, su tutto quel “che in camera si puote”) il papa non è un giustizialista ma un misericordioso e chiude un occhio : chi sono io per giudicare ecc.
dall’altra , sull’essere ricco non si transige e si gudica MOOOLTO severamente “ha gridato vergogna e l’ha posto sotto accusa”.
un Papa soft sui temi etici, rigido su quelli economici.
Cari Cattolici USA dovete capire bene il messaggio: della serie se ti inculi qualcuno non me ne frega niente , ma devi essere povero! Se invece il tuo conto in banca è troppo alto allora ti scomunico!
(scusata la realisticità dei temini)
I senza-famiglia
85. Ancora una parola desidero aggiungere per una categoria di persone che, per la concreta condizione in cui si trovano a vivere – e spesso non per loro deliberata volontà – io considero particolarmente vicine al Cuore di Cristo e degne dell’affetto della sollecitudine fattiva della Chiesa e dei pastori.
Esistono al mondo moltissime persone le quali, disgraziatamente, non possono riferirsi in alcun modo a ciò che si potrebbe definire in senso proprio una famiglia. Grandi settori dell’umanità vivono in condizioni di enorme povertà, in cui la promiscuità, la carenza di abitazioni, l’irregolarità ed instabilità dei rapporti, l’estrema mancanza di cultura non consentono praticamente di poter parlare di vera famiglia. Ci sono altre persone che, per motivi diversi, sono rimaste sole al mondo. Eppure per tutti costoro esiste un «buon annunzio della famiglia».
In favore di quanti vivono in estrema povertà, già ho parlato dell’urgente necessità di lavorare coraggiosamente per trovare soluzioni, anche a livello politico, che consentano di aiutarli a superare questa inumana condizione di prostrazione. E’ un compito che incombe, solidarmente, all’intera società, ma in maniera speciale alle autorità in forza della loro carica e delle conseguenti responsabilità, nonché alle famiglie, che devono dimostrare grande comprensione e volontà di aiuto.
A coloro che non hanno una famiglia naturale bisogna aprire ancor più le porte della grande famiglia che è la Chiesa, la quale si concretizza a sua volta nella famiglia diocesana e parrocchiale, nelle comunità ecclesiali di base o nei movimenti apostolici. Nessuno è privo della famiglia in questo mondo: la Chiesa è casa e famiglia per tutti, specialmente per quanti sono «affaticati e oppressi» (cfr. Mt 11,28).
Dalla familiaris consortio mi è venuto in mente oggi pomeriggio.
Cara Discepolo io credo che Francesco pensi a queste situazioni non ai peccaticci sessuali dei ricchi (non tutti) occidentali.
La chiave di tutto (anche di quello commentato sopra), quello che nessun opinionista ha saputo finora esprimere con altrettanta lucidità e incisività, la vedo in questo passaggio: “Nonostante le invettive che le rivolge, l’umanità del benessere l’applaude perché Francesco alleggerisce il conflitto ideologico con la società secolare e pochi si avvedono che il suo NON è un balzo nella modernità, è piuttosto un balzo nella MISSIONE e quella missione comporta un allontanamento dall’Occidente o quantomeno dall’Europa”. Magistrale, come sempre, Luigi
http://www.lastampa.it/2014/03/12/blogs/san-pietro-e-dintorni/operazione-bergoglio-retroscena-ujyJdugRstqpmiL7gUIl2N/pagina.html
E cosa c’è di più Occidentale di questo “aiutino” allo Spirito Santo dato da mani umani, da programmi prestabiliti , da cordate…???
I bilanci si fanno alla fine. Per ora si possono avere solo delle impressioni, per quel che valgono (nulla, in effetti). Le mia, per esempio, è che quando quel buon uomo avrà terminato il suo davvero benintenzionato servizio, si vedranno i disastri che avrà combinato. Pazienza.
io invidio , veramente, quei cattolici sinceri ed ingenui che credono alla favoletta del “Il MIO PAPA”, che credono che i papi arrivino così , all’improvviso , senza nessuni intrighi, nessune , beghe, nessune cordate di potere dietro..
cordate di potere che poi chiedono i conti:::: la teologia della liberazione, i cardinali progressisti , lobby varie che hanno eletto Baergoglio credete forse che non gliene chiedno il conto?
intanto Maradiaga è tipo il vice.papa. Hummes da’ un girono sì e uno no un intervista. I cardinali progressisti fanno carriera. Gli altri? I perdenti? Scola non è stato rocevuuto ( scortesemente) per DUE VOLTE! Della serie : NUn te voglio vedè!
Ma davvero le anime pie credono che Il Papa e quelli intono al Papa siano anime candide????
Vermente , e non per scherzo , io INVIDIO chi la pensa così, cioè che pensa è tutto evangelico e angelico… Per chi non la pensa così , come me ,per gli amareggiati i sospettosi, i paranoici MALA TEMPORA CURRUNT!
Discepolo io ho espresso un’opinione e l’ho firmata, perchè non firmi la tua?
Luigi Franti io ho espresso un’opinione e l’ho firmata, perchè non firmi la tua?
Una occasione perduta. Penso che il papa che ci invita ad uscire, ad andare verso le periferie esistenziali, ne sappia poco o nulla delle periferie dell’anima che vivono i pochi fedeli oramai abbandonati da una chiesa a cui manca la capacità del più banale, minimo discernimento. Mentre la fede (che vuol dire “credo”, non “penso”) crolla e la società va allegramente a puttane, dove si va con le minorenni, dove le mamme e le figlie si vestono da pornostar (e la maggio parte agiscono da tali), dove manca la più benchè minima morale, dove fioriscono avvocati a iosa a dirimere semplici questioni che una volta si risolvevano da uomini, dove l’uomo non ha più nemmeno la parola (proverbio diceva: l’uomo con la parola e il bue con le corna) e quello detto ora non vale tra un minuto, dove la fede, “credo”, è stata sostituita da “penso”, simpatia, “follower” internettiano di un papa che promette cambiamenti (impossibili, contro la dottrina, il papa, come il “Gennarino primo” degli Squallor cosa fa? “Dorme”.
Non una sola parola buona per la gente che cerca di farsi il culo per essere ancora cristiano, per testimoniare, opportune et importune, il messaggio cristiano in parole opere e missioni.
Certo, i debiti con chi lo ha fatto eleggere se li deve pure togliere.
La storia ci dirà, la storia deve dirci, di un Benedetto XVI che rinuncia e di un papa Francesco (nome poco opportuno) che nulla dice e poco niente fa.
I “bambini” del Belgio aspettano ancora una buona parola.
Giovanni Paolo II, che si appresta a santificare, avrebbe fatto il diavolo a quattro, avrebbe mobilitato il meglio di se stesso, della chiesa e del mondo laico intelletuale e non. Lui TACE !
E i giornali plaudono, e la gente lecca.
(Caro Sig. Accattoli, io non ho bisogno di firmare, poichè tutto quello che qui dico, lo dirò paro paro nella sede confessionale, al prete che credo “confessi” in persona Christi) Mi nascondo solo a voi, ma al solo a cui devo non mi nascondo, non posso nascondermi).
Saluti.
In fondo: Celestino V è ricordato come il papa del “gran rifiuto” (e forse lo sarà anche Benedetto XVI Magno), Bergoglio ha ottime probabilità di essere ricordato come il papa del grande “silenzio”.
Poi la storia ci dirà, ce lo deve dire!
Non siamo in una situazione di normalità, Bergoglio non è succeduto a un papa morto.
Ci sono due papi, pur se uno emerito. Spero che Dio abbia altri progetti.
Discepolo cara: e se proprio quei Paesi del Terzo Mondo dovessero in futuro essere i principali evangelizzatori di questa Europa?
È davvero colpa di papa Francesco eletto al soglio pontificio da poco più di un anno, se l’Europa è in queste condizioni difficili dal punto di vista della Fede?
Perché, domando non solo a discepolo, diversi Europei cristiani “piangono sempre su se stessi”, mentre africani, asiatici, sud-americani che rischiano anche la pelle per la loro fede cattolica, non lo fanno?
Grande silenzio??? Non penso.
La Ginestra io ho espresso un’opinione e l’ho firmata, perchè non firmi la tua?
I bambini eutanasizzati del Belgio non avranno alcuna buona parola. Fanno parte dell’Occidente ricco da cui secondo Accattoli la Chiesa e il Papa “si allontana” Cioe’poco gli cale dei ricchi bambini europei malati terminali che possono”scegliere “di moriren Secondo Accattoli al Papa importa solo dei bimbi del Terzo Mondo quelli che muoino di fame. E’una scelta pauperista e terzomondista molto netta ,secondo Accattoli!L’Occidente si arrangi coi suoi cristani da pasticcesria ,coi suoi pelagiani,coi suoi ridicoli movimenti pro-life . A quanto ho capito secondo Accattoli il Papa se ne frega dell(Occidente e dell’Europa in particolare. Siccome l’Occidente e’ricco che crepi pure nella sua irreligiosita’!Alla Chiesa “povera”di Francesco poco gli cale se i ricchi gay comprano gli uteri in affitto!
L’importante e’]il trionfo della Teologia della Liberazione in Sud Amerca!L’importante e’il Sud del mondo!Il nord. vada pure all’inferno!
Bella teoria!Evangelica Teoria lievemente eretica,ma che importa?Ci sara’sempre un Card. Maradiaga a sostenerla!
Caro Luigi queste sono le mie opinioni e mi firmoMaria Cristina Venturi
Nell’intervista con Spadari Bergogliogiglio indicava nel’Europa la saggezza dei vecchi e nelle chiese nuove l’entusiasmo dei giovani. Secondo lui il giusto accordo tra le due realtà sarebbe stato utile a tutti,
Può andare bene senza buttarci in visioni apocalittiche?
Scusate gli errori ( maledetto cellulare non vedo nulla quando scrivo)
Per la cronaca, il card. Scola è stato ricevuto con un secondo invito, partito subito dopo il primo mancato incontro, saltato per indisposizione del papa.
Io farei così: imparo dal Sud (cui il papa si rivolge) e da laico cristiano lo applico al Nord.
Lancio poi una provocazione: ma oggi, noi Italia possiamo considerarci Paese del Nord? Non ne sono così sicuro…
Maria Cristina Venturi (discepolo) vedi qui:
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2014/01/17/0038/00069.html
Sig. Accattoli, le ho risposto perchè non firmo. E’ lei che non legge i commenti.
@ Discepolo: se parla finisce l’idillio, e poi non è detto pensi quello che pensiamo noi.
@ h24 (non se la prenda, se lei a “la ginestra” lo chiama “questo”, io la chiamo h24, un poco come la Luisa quasi intubata davanti al pc ai tempi che furono):
io della “saggezza” del vecchio “fantasmino” e dei sodali che gli tirano la volata non so che farmene, ne faccio volentieri a meno.
Maria Cristina Venturi (discepolo): “I cardinali progressisti fanno carriera. Gli altri? I perdenti? Scola non è stato rocevuuto ( scortesemente) per DUE VOLTE! Della serie : NUn te voglio vedè!”
Scola invece è stato ricevuto con tanto di foto in siti e giornali – e inviti al Papa ad andare a Milano per l’Expo.
http://milano.corriere.it/cronaca/speciali/2013/expo-2015/notizie/papa-francesco-invitato-all-expo-attenzione-anche-aspetti-piu-piccoli-a032376e-7f7d-11e3-aa77-33cce3d824e3.shtml
Così mi va di discutere: alla pari. Non con le maschere.
Appunto Fabricianus. E la Grecia e’ un paese del ricco occidente?
“Dove tu siedi, o fior gentile, e quasi
I danni altrui commiserando, al cielo
Di dolcissimo odor mandi un profumo,
Che il deserto consola”
Aspetto, con fiducia, parole di consolazione.
Ovviamente no, Sara1
Caro Fabricianus il succo del discorso e’questo:Luigi Accattoli se non ho capito male sostiene che Franscesco si allontana dall’Occidente,dal Nord del pianeta,ricco e decadente ,oltre che per gran patte de-cristianizzato,per rivolgersi come chiesa povera ai poveri del Sud del mondo ,cioe(dei paesi del terzomondo. Questa mi pare essere la tesi espressa da Luigi. Io non sono d’accordo per due motivi:il primo e’che questo Papa mi pare fare uso smaccattamente dei tutti i piu’moderni ritrovati della civilta’occidentale. Lo stimerei tantissimo se davvero si opponesse alla civilta’ occidentale stile americano dei media e dei consumi:se cioe!fosse un capo religioso vecchio stampo ,senza pubblicita’senza twitter senza TV al seguito,senza che ogni minima cosa della sua esistenza sia data in stampa. Se il Papa si rifiutasse di farsi continuamente riprendere intervisre mettere sulle copertine se avesse la dignita e il silenzio dei veri capi religiosi allora direi esultante: questo Papa e’contro la memtalita’occidentale! Invece mi pare p.ropio il contrario! Non solo questo Papa mon e’contrario alla mentalita’occidentale ma la strumentalizza e la usa astutamente per i suoi avopi! E allora di che stiamo parlando?Di una pia illusione:quella di Accttoli che vede inBergoglio un anticonformista checvuole allontare lavChiesa dall(Occidente ricco. S econdo me una pia illusione! Potro(sbagliarmi ma il giorno che sapro che per almeno un mese il Papa si e(ritirato nel silenzio e nella preghieta e nessun n media rla di lui allora mi ricredero’!
Signora Nico non ne ho parole di consolazione.
Le avevano Giovanni Paolo II che ha saputo dirimere importanti questioni mirabilmente trattate in altrettante Encicliche, sempre mai avere paura, senza mai tirarsi indietro, senza mai flirtare col mondo; faceva pure le folle mediatiche intorno, ma mai ha taciuto, anzi, era bello chiaro chiaro.
Le aveva anche Benedetto Xvi che ha lavorato prima al suo fianco e poi da papa.
Delle omelie generiche vaghe indefinite di Bergoglio, mi è lecito dire che non ci si capisce niente? Delle interviste idem. Si può dire o è lesa maista? E’ un papa chee di “dottrinale” non ha detto niente e niente ha fatto. Si può dire?
Proclami, che si possono confutare-
In quanto Gesuita e’ un uomo molto occidentale (non a caso si e’ scelto come teologo Kasper che è occidentalissimo nella sua impostazione), però è fortemente sudamericano nel linguaggio nel sentimento nei colori.
In ogni caso non si è fatto scrupoli di denunciare anche la povertà di Roma mi pare.
È poi e’ un Papa e il vangelo e’ sempre il vangelo.
‘
Cari discepolo e la ginestra, cosa pensate del comportamento del papa emerito?
Insomma, se le cose sono così gravi come dite, perché il papa emerito tace?
Io penso che il papa emerito -che voi giustamente ammirate- sia tranquillo e sereno in merito al suo successore perché sa che non ha nulla da temere per la Chiesa. Vi invito ad imitarlo -se vi riesce- o almeno a guardare la sua serenità per farvi coraggio.
Un abbraccio
Marcello Ciampi
Caro Marcello, penso che il papa emerito ha avuto ed ha la fede che io non ho.
Le dimissioni sono proprio la dimostrazioni di quella fede.
Ha visto che gli hanno chiuso tutte le porte e che lo hanno messo in condizione che se ne DOVEVA andare e non ha temuto a farlo per quella fede di cui dicevo (a proposito, si ricorda di quandi si parlo di quel prelato che sembra abbia affermato che “tra un anno il papa morirè?).
Ha lasciato la chiesa, che è di Dio, in mano a Dio, senza temere che gli uomini avrebbero fatto secondo i loro comodi come già previsto.
Ha avuto ed ha fede. Ha pensato che per quanto gli uomini possano impegnarsi a fare, alla fine si avverano sempre e solo i progetti di Dio.
Anche in una profezia di una beatificata da Giovanni Paolo II (e lui ne aveva di fiuto per i santi, ne ha innalzati tanti, tanti da essere addirittura criticato) si dice che “ma Dio aveva altri progetti” (e si parla pure di “due papi” e di clero tiepido”, di “pritestantesimo che sta prendendo il sopravvento e anche di “richieste che non si possono esaudire e altro ancora).
Non avendo la sua fede, non posso avere la sua serenità. E la fede è dono.
E poi fede e speranza non escludono il fatto che si debba anche agire.
La mia azione è quella di essere critico e di aprire gli occhi, e cercare di contrastare le derive attuali e di denunciarle, col dovuto rispetto. Questo si è sempre fatto nella chiesa, cosi si sono combattute derive ed eresie.
Questo senza dimenticare che, e qui si ragiona per assurdo, un papa di oggi, piò essere dichiarato antipapa dalla chiesa di domani.
Tutto è possibile.
uh, il chiacchierone in tv.
ha previsto pure i continenti dei papi di domani.
Ma, chi lo sa, fossi in lui non sarei cosi sicuro, forse Dio ha altri progetti.
Ormai il soggetto sono loro, i cardinali e la lotta per il papato, e non Gesù e il bene delle anime e il Paradiso.
Caro papa Francesco, ai voglia a predicare contro l’autoreferenzialità.
Ma no che Maradiaga e’ simpatico dal vivo.
Dal vivo e’ simpatico anche Politi.
Sarà che la mia mente ha un’ idea ben precisa riguardo alla funzione della Chiesa nel mondo, e sarà anche che la chiarezza su tale funzione l’ho percepita nitidamente da almeno un ventennio a questa parte guardando alla situazione del mondo intero– e non soltanto a quella del mio limitato quartiere– insomma sarà tutto questo che mi porta a confessare candidamente–e chiedo umilmente scusa ai detrattori– che l’articolo di Luigi Accattoli mi è piaciuto molto. Anzi moltissimo. Al punto che mi sentirei di sottoscriverlo, se non suonasse di immodestia, parola per parola.
Più volte ho espresso in questo blog il mio parere su questo Papa, e altrettante volte mi sono avventurata nel tentativo vano ( e lo sapevo in partenza ma ci provavo ugualmente) di far capire ad alcuni frequentatori di parere opposto al mio i motivi per cui sbagliano paurosamente nel denigrare papa Francesco. Tacciato frettolosamente, fin dalla sua prima comparsa, di pericoloso modernismo.
Tentativo vano–dicevo–perché quando una persona ha una forma mentis la cui rigidità le impedisce di allargare lo sguardo sul vasto mondo, allontanandolo anche solo di una spanna dall’orticello del proprio egoistico “credo” soffocato per di più da un malinteso dovere di appartenenza alla Tradizione della Chiesa, da questa persona non si può pretendere ciò che non è alla sua portata. Si deve prendere atto che non ci riesce e basta.
Le ragioni che Luigi presenta nell’articolo che delinea il progetto EVANGELICO di papa Bergoglio hanno una validità ASSOLUTA.
Il suo discorso non fa una piega. E non lo dico per stupida piaggeria, che non è nelle mie corde.
Centra la questione quando afferma:”Altrettanto nuovo è il suo programma riformatore: proponendo una “riforma della Chiesa in uscita missionaria” egli invita la cattolicità a superare il modello di Chiesa “costituita” della tradizione europea e propone la “conversione” a una Chiesa in missione, intesa a raggiungere ogni periferia e meno preoccupata di difendere le conquiste della vecchia cristianità.”
E poi ancora: “L’uscita dalle comodità per andare ai poveri… è Vangelo puro, ma è un Vangelo che SOLO per i poveri è davvero un lieto annuncio.” Sacrosante parole dettate da una felice, anche se amara, intuizione.
Infatti il punto vero è proprio questo: il Vangelo di Gesù Cristo e l’ adesione vera ad esso. Ma con i fatti e non con le parole di una Tradizione che, anche se magnifica, viene svilita e deprezzata se resta ancorata alle parole e non viene posta in essere dalla pratica di una missione attiva.
La sostanza del discorso è che la Chiesa rifiorisce se si muove verso i poveri e i fratelli visti finora come scarto cui basta dare, di tanto in tanto, meschine elemosine di solidarietà; continua ad accartocciarsi su se stessa se MORTIFICATA in un ruolo teoretico di Magistra che insegna cattedraticamente; e dovrebbe bastare questo per seguirla.
E invece non è così. Ma molti non se ne rendono conto.
È vero quel che dice Luigi:questo Papa non si pone in conflitto con la Tradizione, come molti credono e, soprattutto, temono.
Egli invece vuole smuovere le acque stagnanti di una Chiesa che predica il Vangelo facendo risonare la sua voce dal pulpito, senza uscire dalle sacrestie che odorano di muffa più che di incenso, e in essa si beano i cristiani a cui bastano le preghiere devote per sentirsi soddisfatti e muniti a pieno titolo del patentino di cattolicità.
È fin troppo facile capire che la “scelta preferenziale per i poveri” cui si richiama il Papa col suo “programma riformatore” che contempla una Chiesa missionaria, suona alle loro orecchie come un inutile esercizio accademico, niente di più. E tutto ciò è molto triste.
Interessante:
Giovanni Paolo II, a conclusione dell’esortazione postsinodale “Ecclesia in Europa”, invoca Maria Madre della speranza e della consolazione (n. 125)
Quanti temi di questo thread riuniti in una sola pagina!
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_20030628_ecclesia-in-europa_it.html
http://www.youtube.com/watch?v=amAq6pi0se8
Grazie per questo bellissimo anno e buon anniversario al nostro amatissimo Francesco!!!!!
🙂 🙂 🙂 🙂
http://www.youtube.com/watch?v=xCF8CKxtSBQ
Se non lo avete ancora visto.
Il nome non lo ha azzeccato. Dalle trasmissini (come quella di stanotte) ai titoli di giornale, è lampante che per quasi tutti è “Ernesto I”.
Viva La Revolución! Hasta la victoria siempre!
E infatti a Coira in Svizzera è iniziata la “rivoluzione” contro il vescovo.
Altra rivoluzione, senza forconi però, in germania e austria.
Oggi è di moda che le rivolte non si sedano, ma si accarezzano le idee dei rivoltosi.
Comunque resto dell’opinione che come papa dopo aver ricevuto gli esiti del referendum sottoposto a el pueblo due sarebbero state le mosse.
Una quella del predecessore, la seconda, altro che sinodo, ma indire un lustro penitenziale per la chiesa.
“n migliaia nelle strade di San Gallo per protestare contro il vescovo della diocesi di Coira Vitus Huonder, da sempre su posizioni conservatrici, accusato di discriminare gruppi di fedeli come gli omosessuali, i divorziati risposati e i concubini. “Basta” era lo slogan dei dimostranti: è necessaria una svolta.
La protesta è stata indetta su iniziativa di un’alleanza di diverse organizzazioni cattoliche, che già nello scorso febbraio avevano diramato un comunicato in cui sostenevano che “molti cattolici non possono più accettare il modo con cui la Chiesa si sta screditando”.
I manifestanti si sono diretti in corteo verso la sede del vescovo locale Markus Büchel, presidente della Conferenza episcopale svizzera, e gli hanno trasmesso una lettera in cui rivendicano l’insediamento a Coira di un amministratore, sostenuto dalla maggioranza dei credenti, in grado di restituire speranza ai fedeli. Dal prelato ci si aspetta che intervenga presso il Papa e gli segnali il disagio venutosi a creare”
“Le Chiese dell’Europa – non solo quella Cattolica – sono state costrette sulla difensiva dall’evoluzione del costume e delle leggi a partire dall’illuminismo. Assediate dalla modernità, hanno alzato barriere contro di essa e dentro alle mura sono restate per due secoli abbondanti, mentre la missione continuavano ad attuarla negli altri continenti. ”
Esatto! Penso in effetti che l’azione di Bergoglio si piu’ diretta all’Occidente, visto pero’ non come campo di battaglia, ma di missione. Grande forse e’ la delusione che esso non sia rimasto “cristiano”; ma altrettanto vasta l’opportunita’ di testimonianza e misericordia che offre alla comunita’ dei credenti… Non c’e’ piu’ differenza (se mai c’e’ stata) tra il mondo occidentale e il cossiddetto “terzo mondo” o le “terre di missione”… Sono ambienti allo stesso modo cristiani o non-cristiani… Il Vangelo e’ per tutti un cammino ed un’avventura, non un fatto acquisito… Un esercizio di umilta’ ed una consolazione infinita…
Quel che si nota in Occidente pero’ e’ un altissimo tasso di conflittualita’ intraecclesiale… Segno forse che di tutto ci si preoccupa fuorche’ di amare Dio e il prossimo come se stessi…
Il Papa ci ha chiesto più volte di pregare per lui e per il suo pontificato, per la Chiesa e per i suoi pastori. Quale occasione migliore del primo anniversario della sua elezione a Vicario di Cristo? Anche se non comprendiamo o non condividiamo alcune sue scelte, il Papa è Vicario di Gesù Cristo, successore del principe degli apostoli e Sommo Pontefice della Chiesa universale.
L’ansia e la preoccupazione per il futuro sono espressioni di un amore, anche passionale, verso la Chiesa (assolutamente lodevole!), ma non lasciamoci tentare della critica fine a se stessa. Piuttosto preghiamo.
Oremus pro Pontifice nostro Francisco.
Dominus conservet eum, et vivificet eum, et beatum faciat eum in terra, et non tradat eum in animam inimicorum eius.
Pater Noster.
Ave Maria.
Deus, omnium fidelium pastor et rector, famulum tuum Franciscum, quem pastorem Ecclesiae tuae praeesse voluisti, propitius respice: da ei, quaesumus, verbo et exemplo, quibus praeest, proficere: ut ad vitam, una cum grege sibi credito, perveniat sempiternam.
Per Christum, Dominum nostrum.
Amen.
“Ho avuto un’altra visione della grande tribolazione. Mi sembrava che si pretendesse dal clero una concessione che non poteva essere accordata. Vidi molti sacerdoti anziani, specialmente uno, che piangevano amaramente. Anche alcuni più giovani stavano piangendo. Ma altri, e i tiepidi erano fra questi, facevano senza alcuna obiezione ciò che gli veniva chiesto. Era come se la gente si stesse dividendo in due fazioni”. (12 aprile 1820)
Signori, la Chiesa è anche questo, Profezie, Visioni, Rivelazioni Private.
Non aggiungono e tolgono nulla alla Rivelazione, ma non per questo non hanno alcun valore, anzi (Fatima ad esempio e tra queste).
Benvenuti nell’epoca dei “due papi”.
http://profezie3m.altervista.org/ptm_profx_emmerich.htm
Allora, nel Medioevo esisteva la Pace di Dio periodi dove era assolutamente proibita la guerra.
Oggi potremmo fare la Pace del Papa, una giornata senza insulti come regalo per l’anniversario?
Siamo anche in quaresima.
Dai dopo domani ci rifacciamo!
🙂
Luigi,
“Fino a oggi avevamo visto l’Occidente che si allontanava dalle Chiese, con Papa Francesco iniziamo a vedere le Chiese che si allontanano dall’Occidente.”
Ho letto il tuo articolo sul Corsera.
Condivido la tua analisi, a cui mi permetto solo di chiosare la conclusione
che condivido in parte.
Penso che le Chiese occidentali si siano allontanate da tempo non tanto e non solo dalle altre Chiese, ma da Dio.
Le Chiese del “sud del mondo” invece da qualche decennio sembrano autenticamente impegnate ad incarnare il progetto evangelico non contrapponendosi al disincanto delle Chiese d’occidente pigre e avvitate sempre più in un progetto “secolare”, autoescludendosi dalla prospettiva profetica del Dio con noi.
Insisto nel riaffermare quanto dissi in tempi non sospetti, cioè quello che sta portando avanti Francesco è il progetto di Aparecida non solo per le chiese del sud del mondo ma per la Chiesa globalizzata.
Sapranno i popoli e le chiese del sud del mondo nei prossimi decenni non farsi prendere anche loro dalle derive secolari dell’occidente?
Chi vivrà vedrà.
A dire il vero Lui non era venuto a portare la pace ma la spada.
Ovviamente per spada si intende la “parola di Dio”.
Si parla di evangelizzare, ma come si fa se non si conosce il Vangelo?
“Il mio regno non è di questo mondo”;
“Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia”
A Luigi – stavolta un tantino irritato, mi sembra (quasi senza aplomb!) – che disprezza le maschere e le vuole silenti:
«un personaggio, signore, può sempre domandare a un uomo chi è. Perché un personaggio ha veramente una vita sua, segnata di caratteri suoi, per cui è sempre “qualcuno”. Mentre un uomo – non dico lei, adesso – un uomo così in genere può non essere “nesuno”».
(Essendo una citazione, spero sia lecita anche a noi fantasmi)
Chiudo dicendo che il Vangelo forse molti non lo conoscono:
“Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: “Questa parola è dura!”
E chi annuncia-evangelizza deve ripetere quella parola anche se “è dura”.
Ora invece quelle parole si vorrebbero “ammorbidire”, per cui più che evangelizzare, questo spirito carezzevole di molto pseudo-cristianesimo sembra voglia imbonire, proselitizzare.
Insomma, più che all’ “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.
il modo di fare di oggi somiglia a “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi”
E qui ho concluso.
“Una pastorale in chiave missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine che si tenta di imporre a forza di insistere. Quando si assume un obiettivo pastorale e uno stile missionario, che realmente arrivi a tutti senza eccezioni né esclusioni, l’annuncio si concentra sull’essenziale, su ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario.”
Evangelii Gaudium, 35
BUON “COMPLEANNO” A TUTTI
“A dire il vero Lui non era venuto a portare la pace ma la spada.”
Chi conosce il Vangelo [La ginestra] spiega:” Ovviamente per spada si intende la “parola di Dio”.
Davvero?…gli ignorantoni non lo avevano capito…
E poi:
“Il mio regno non è di questo mondo”…
Vero! Ma deve essere costruito IN QUESTO MONDO; o pensa, signora La ginestra, ad un Regno dei cieli avvolto in una nuvoletta fumosa sospesa nello spazio?
Non sarà mica, questa, una sua Visione alquanto campata in aria?
Papa Francesco è il Papa, e come tutti gli altri pontefici è un dono dello Spirito Santo per la Chiesa e per il mondo.
Mi danno molto fastidio quelli che hanno tentato (e tentano) di giustificare le proprie opinioni espandendo smisuratamente o riducendo arbitrariamente l’insegnamento dei pontefici.
Io penso sempre più che Papa Francesco stia guidando la Chiesa verso una rivoluzione, non combattuta con la spada ma con la testimonianza personale; non gettando via il passato, ma facendo rifiorire la tradizione autentica.
Lo si è notato fin dall’inizio, quella sera del 13 marzo, in cui presentandosi alla basilica di san Pietro ha chiesto di pregare insieme e il silenzio è subito disceso nella piazza. Invece di proclamare programmi, ha chiesto silenzio per ascoltare il programma di Dio (quello che “sempre ci precede”).
Per qualche commentatore questo sarebbe stato il gesto con cui ci si sbarazzava del clericalismo piramidale. E in effetti, col suo inchino silenzioso il Papa si è abbassato: per mostrare che egli non è un monarca, ma uno con un mandato, uno che si aspetta sul serio quello che miliardi di cattolici fanno ogni giorno con il rosario: “Preghiamo un Pater, Ave, Gloria secondo le intenzioni del sommo pontefice”.
L’elemento più tradizionale si è espresso all’unisono con l’elemento più rivoluzionario (direi, più progressista).
Mettere i due elementi insieme, il tradizionale e il progressista, a mio parere è la caratteristica di Francesco. Quando parla dei poveri, della Chiesa dei poveri, per alcuni questo è segno di un riscatto della teologia della liberazione, della Chiesa che “finalmente” si schiera nella società e combatte…
Salvo poi – come si vede nell’Evangelii Gaudium – rilevare che i poveri non vanno illusi con messianismi politici, o manipolati da intellettuali sordi e ciechi, ma vanno nutriti anzitutto con la Parola di Dio e l’Eucaristia!
A 50 anni dal Concilio, Papa Francesco riafferma il Concilio e la sua lettura come esegesi della continuità.
E’ per questo che nel suo agire egli è insieme tradizionale e moderno; rimane in silenzio e in preghiera davanti all’Ostia, e in silenzio commosso vicino alla schiera di malati che assiepa il corridoio delle udienze, adorando, in entrambi i casi, il “corpo”, la “carne di Cristo”.
A tutti coloro che mettono in opposizione Benedetto XVI e Francesco (ancora una lettura arbitraria e ideologica di destra e di sinistra!) bisognerebbe far notare come le citazioni dell’EG peschino con libertà e precisione dal Concilio ad oggi, da Paolo VI, a Giovanni Paolo II, a Benedetto XVI, che – a suo stesso dire – è suo consigliere e amico.
La loro (quella di Benedetto e quella di Francesco) è la stessa Chiesa e la stessa Fede. Benedetto doveva ridare ragioni ai cristiani, mentre Francesco cerca di parlare alle 99 pecorelle che sono fuori dall’ovile, per farle incontrare con Cristo e la sua misericordia. Tutto qua.
Fin dall’inizio del suo pontificato Francesco ha parlato della “dolce e confortante gioia di evangelizzare” (riprendendo un’espressione di Paolo VI) e della Chiesa “chiamata a uscire da se stessa e ad andare verso le periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle esistenziali”.
In questo cammino in direzione del mondo, la Chiesa porta la gioia dell’incontro con Gesù Cristo. Essa dunque non annega nel mondo, ma dona sé e la propria Fede; la Chiesa non si rinchiude nella fortezza, o nel rimasuglio di gregge rimasto, condannando il mondo come irrecuperabile, ma porta la guarigione della presenza di Gesù Cristo fra gli uomini feriti.
Ma proprio il mondo e certe frange della Chiesa rischiano di non comprendere la testimonianza di questo Papa, tirandolo da destra e da sinistra, senza farsi colpire dal suo messaggio vitale.
Vicino a coloro che gli chiedono di precisare il suo insegnamento, di parlare in difesa dei “valori” che la società mondiale vuole togliersi di dosso, vi sono quelli che lo vedono solo come un rappresentante dell’America latina, una rivincita della Chiesa dei poveri contro la Chiesa dei ricchi nordamericani ed europei.
Ci sono anche coloro che lo tirano oltre, applaudendo alle sue “aperture” (vere o presunte) agli omosessuali, ai matrimoni gay, per la comunione ai divorziati, il sacerdozio alle donne, in uno slancio verso il futuro.
Ma nessuna di queste letture (ideologiche ed azzardate) guarda il presente: un uomo trasparente nella sua Fede e nella gioia del rapporto con Cristo, che per questo offre al mondo non solo una dottrina, meno che meno un’ideologia, ma l’incontro con il Cristo stesso.
Il Papa che – in linea con la dottrina sociale della Chiesa e con l’ultima Enciclica di BXVI – ha detto che non può esistere un’economia senza etica, viene tacciato di essere marxista; allo stesso tempo, chi sembra applaudirlo come un rivoluzionario per ogni suo gesto inusuale, lo sta trasformando in un oggetto “cult” e di grande consumo, senza farsi toccare dal suo invito.
Queste letture zoppe del pontificato di Francesco cadono sotto la scure del suo giudizio, quando mette in guardia la Chiesa (e il mondo) dalla “autoreferenzialità”, dal narcisismo che approva se stesso e si dimentica del resto, e dalla “mondanità spirituale”, dall’uso delle cose sacre per interessi personali.
Spesso non si applicano questi giudizi a se stessi, quando si diviene difensori di ideologie tradizionaliste o progressiste, in cui si usa il Papa per autogiustificarsi e per rimanere nell’immobilismo.
Se c’è un modo semplice per definire la rivoluzione di Francesco, questo è la parola “movimento”: la sua è una Chiesa che si muove, che esce, che è disposta a percorrere una strada anche accidentata, a spogliarsi di tutto pur di rendere incontrabile per ogni uomo la Verità del Salvatore.
Ed in fondo, questa è la missione della Chiesa e di ogni cristiano.
Immersi nella putrefazione delle ideologie (fondamentalismi, relativismi, tutti coniugati con grandi egoismi), solo la Chiesa di Gesù – tramite il suo Pontefice, portatore di una luce nuova – può offrire una speranza vera all’uomo di oggi.
@Luca73: allora non citare le fonti è proprio un vizio…
http://www.asianews.it/notizie-it/Un-anno-di-Papa-Francesco:-la-rivoluzione-nella-tradizione-30548.html
@ Laginestra: per avere osato dire che nella Chiesa lo spirito di profezia non si spegnerà mai, e fu grave l’aver ignorato la richiesta della Vergine in quel di Fatima , mi arrivò addosso una valanga di critiche. A proposito di profezia: qualcuno disse che “nessun profeta è ben accetto in patria e i suoi nemici sono quelli della sua casa”, e Geremia paragona il profeta ad una città fortificata, che i nemici assediano senza poterla espugnare. Immagine (o metafora) impiegata per mettere in risalto anche la dura battaglia che il profeta è chiamato a sostenere ; ora, questa immagina rammenta non poco la figura di Benedetto XVI la cui solitudine e isolamento non passarono inosservati ad un occhio attento, né passò inosservato[non potè] il suo pontificato: davvero rivoluzionario per certi aspetti. Ma a motivo di un carattere sobrio, molto poco friccicarello, seppur dolce e di gran lunga più profondo e vigoroso dal punto di vista della comunicazione spirituale d’ogni altro pontefice prima, passò del tutto inosservato. Ergo, che in un mondo in cui impera il culto dell’immagine, dell’apparire più che dell’essere, al ” papa venuto dall’altro mondo” si applica il copyright !
A me preoccupa tutto questo entusiasmo, questo bailamme, non è buono, credo che alla lunga riserverà una cocente delusione….
Certo proselitismo religioso, sguaiato talvolta, propagandistico, messo in atto da alcuni “banditori da fiera”- e mi riferisco al risveglio “miracoloso” di certa“sensibilità laica” più concentrata a sezionare il “fenomeno”che ha fare propria la Verità, denota una assenza di pudore, il pudore del sacro e il rispetto doveroso che si deve alla Verità, del quale a pochi o a nessuno sembrerebbe importare..
Cara Nicoletta,
ma se poi ci sei tu, per quale motivo devo ricordare la fonte?
(A proposito, ce ne sono almeno altre due/tre di fonti da cui ho tratto il commento, non te ne sei accorta? Una è pure di Luigi!)
Siamo seri e preghiamo veramente per la Chiesa di Gesù Cristo!
«Nessun profeta è bene accetto nella sua patria». Neppure Papa Francesco, con tutta la buona volontà, potrà operare quei miracoli che la nostra società – liquida, superficiale, dedita più al decalogo di satana che a quello di Dio, che riesce a trasformare i simboli religiosi in oggetti di puro marketing -si attende da Lui. A quel punto, quando, vuoi per Volontà di Dio, vuoi per gli ostacoli che insorgono nel cammino, non riuscirà a soddisfarne quelle attese, e non lo farà semplicemente per avvalorare la sua identità e indurli a credere . Allora, proprio come Nostro Signore, cesserà ogni l’entusiamso e come Cristo lo spingeranno giù da precipizio, perché la fede che esige miracoli non è vera fede.
Signora Clodine, noi non siamo le religioni “del libro”, nel senso che non veneriamo un libro. Vuol dire che la nostra è la religione del “verbo Incarnato”.
Se non c’è chi “incarna” nella propria vita il cristianesimo, il libro vangelo si può pure buttare.
Tutte le profezie cosa ci dicono? Che viene un tempo in cui il cristianesimo non è più “incarnato”, cioè non si vive più da cristiani. Lo dice l’Apocalisse, lo dice il Vangelo, lo dicono tutte le rivelazioni private.
Cattivi segni. Cosa dice la “relazione Kasper”. Che tanti, poverini, non ce la fanno a vivere più, ad “incarnare” il cristianesimo.
E cosa propone? Cambiamo il cristianesimo, questa parola è “dura”. La gente non la accetta più, è distante lontana.
Capito, cambiamo, rivoluzione, parliamo cerchiamo, vediamo.
La Verità non è più una persoana, la Parola, no, è -per i teologi- una mediazione, una via di mezzo, un possibile compromesso.
E la fede? Bho, ma, si, forse, però, ecc
Cme i protestanti, sola grazia (e qui torna a bomba la beata Emmerich con le sue profezie).
Certo, capisco pure, che dato che sui giornali escono molti, troppi, particolari del Conclave le cose sono due: o i giornalisti si inventano le cose, o ci sono CARDINALI SPERGIURI, tertium non datur.
E dalle rivelazioni giornalistiche viene fuori che Kasper e i card tedeschi hanno tirato la volata all’elezione di Brgoglio (giornali dicono, non io).
Questo ora invece lo penso e dico io: che forse il papa si vuole o deve “sdebitare”?
Ho avuto l’impressione che il pazientissssssssimo
amministratore del blog
ne abbia le balle piene
di quello/a
che sforna menzogne a gettito continuo
e
usa come soli link di riferimento
quelli di tutta la rete web ultratradizionalista,
che per chi la frequenta come me,
ha lo stesso gettito di menzogne,
anche peggiori.
Stando alle profezie varie, la Chiesa doveva essere già sparita, nel senso fisico del termine, già 100-200-300 anni fa.
Le profezie non parlano della scomparsa della Chiesa, ma dell’avvento di una anti-chiesa e dell’anticristo, Frabri…è diverso …
“C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo della Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di san Luca: “Quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla Terra?”. Capita che escano dei libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti, che gli episcopati tacciano, che non si trovino strani questi libri. Questo, secondo me, è strano. Rileggo talvolta il Vangelo della fine dei tempi e constato che in questo momento emergono alcuni segni di questa fine. Siamo prossimi alla fine? Questo non lo sapremo mai. Occorre tenersi sempre pronti, ma tutto può durare ancora molto a lungo. Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia”.
Il pericoloso “profeta” di “sventura” (certamente un pericoloso reazionario tradizionalista) è Papa Paolo II, che le rivolge a Jean Guitton.
Il pericoloso sito tradizionalista su cui si possono leggere è questo della diocesi di Forli -Bertinoro:
http://www.diocesiforli.it/-hcDocumento/id/907/paolo-vi-cio-che-e-in-questione-e-la-fede-come-aveva-predetto-la-leggenda-dell-anticristo.html
Papa Paolo VI: ciò che è in questione è la fede
Papa Paolo II : Correggo: Papa Paolo VI
@Luca73
Educazione e correttezza nei confronti degli autori e nei confronti dei lettori. Qualcuno potrebbe perfino pensare che tali e tanti bei concetti siano un parto della tua mente, cosa che non è. Sii serio anche tu.
Caro Luigi
quando ieri sera il Vescovo Ausiliare
che mi conosce da diversi anni e mi conosce veramente in pensieri, parole e opere ,
soprattutto per essere da anni nelle periferie,
mi ha fatto cercare, in parrocchia,
perchè non mancassi ad un’incontro parrocchiale specifico con lui,
mille pensieri hanno attraversato la mia testa….
In parrocchia non me lo aveva mai fatto in passato,
cercarmi…
e in fondo,
per abitudine a me andava bene.
Ognuno per la sua strada.
Tra i mille pensieri,
quello della fine del mio essere nella Chiesa/comunità locale,
dopo quasi 20 anni.
Quando mi ha visto mi ha chiamato ed abbracciato.
Non è successo nulla di spaventoso, (almeno fino a questo momento),
ma se voleva già anni fa
poteva dire al parroco:
quel figuro, fuori !
Ci ha detto che quello (in quello specifico di incontro),
sarebbe stato il primo con altri a seguire.
Tutti siamo rimasti, nell’incontro, colpiti, dalle parole/atteggiamento del nostro vescovo ausiliare,
come
se per la prima volta lo stessimo ascoltando….
O per la prima volta lui stesse parlando.
Rientrato in casa subito ho dovuto raccontare l’accaduto,
e ci siamo fatti tante domande.
Si comincia a liberare un potenziale spirituale-umano-psicologico,
che i vescovi tenevano in sé bloccato ?
(domanda che faccio a me stesso!)
I vescovi erano così intimamente bloccati, (spaventati?)
come negli ultimi 20 anni era apparso sulla stampa,
come alcuni coraggiosi vescovi e cardinali e preti (tipo p. Carlo Martini, il primo a mente)
ma come io stesso avevo verificato,
con i miei amici preti ma anche parroci,
con qualcuno dei miei conoscenti vescovi,
(perché gli amici vescovi della mia generazione si guardavano bene….
quelli vecchi si sentivano molto più liberi di parlare, ma intanto sono morti).
I parroci che in vicariato facevano e fanno lunga anticamera d’attesa,
per sentire il solo peso psicologico dell’andare dal proprio vescovo ausiliare di riferimento.
Ancora ho negli occhi l’ultimo amico prete in difficoltà,
telefonai a quello che era stato un bravissimo prete,
a quello che da parroco non ha avuto paura di aiutare preti in difficoltà,
ma era stato un parroco eccellente,
qualche anno fa da vescovo ha accolto quel mio amico prete con un senso di profonda paura,
domandandogli se non fosse pedofilo…. Per levarselo di torno lo mando’ da un prete (che stimavo da decenni e che avevo conosciuto da ragazzo) ma anche lui non si pose in ascolto….
(a proposito, quel mio amico prete, era andato in crisi per un innamoramento con una ragazza e non vedeva più il senso del proprio ministero.
La dice lunga, come la chiesa dei vescovi sotto la pressione dei media vedeva nei preti in difficoltà soltanto dei potenziali problemi.
L’equazione in quel momento: prete in difficoltà = pedofilo)
Dalla casta dei vescovi,
c’è stata l’incapacità di abbracciare il prete “ferito”.
Il peggio lo toccammo con il documento vaticano di qualche anno fa,
voluto dal papa,
Vallini entro’ in fibrillazione …
Nella chiesa di Roma, si senti subito la necessità di trovare il modo di buttare fuori tutti quei preti,
in difficoltà palese, per la propria ricomprensione del proprio ministero.
Firma quì la tua dimissione dal ministero.
.
BISOGNAVA CHE
la Chiesa istituzionale uscisse dal suo rifugio europeo,
e trovasse un nuovo vescovo romano nella Chiesa dell’America Latina.
Un vescovo che sbloccherà i cuori degli altri vescovi,
in Occidente,
in Europa,
in Italia,
in Roma….
Caro Luigi,
io la faccia su quanto scritto ora ce la metto,
con nomi e cognomi,
in camera caritatis, ma solo personalmente con te.
FOT
(per rendersi conto della gravità della situazione nel silenzio della CEI e dei suoi “nuovi” vertici).
«Mentre tutti parlano di una delle tante leggi elettorali che si cambiano nel tempo, in Commissione giustizia al Senato la senatrice del Pd, Monica Cirinnà ha svolto la relazione introduttiva del disegno di legge del suo partito che parifica totalmente l’unione civile tra persone dello stesso sesso al matrimonio, disponendo che la parola “matrimonio”‘ ovunque ricorra nelle leggi, decreti e regolamenti si intenda riferita anche alle “unioni civili fra persone dello stesso sesso” e analogamente questo avvenga per le parole “coniuge”, “marito” e moglie”».
Tempi.it
DDL n. 1231
“Unione civile tra persone dello stesso sesso”
iniziativa dei senatori Lumia, Casson, Capacchione, Cirinnà, Cucca, Filippin e Ginetti
tutti del PD…
Federico, non è il ddl ufficiale del Pd sull’argomento.
Ciao.
Intendevo quello della senatrice Cirinnà…L’altro Ddl a firma Lumia-Casson non lo conosco.
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/marx-marx-marx-32695/
Cara Sara,
del link che ha riportato, mi piace questo passaggio:
Reinhard Marx …
ha presente
che mentre i circoli cattolici
si congestionano in baruffe vintage
tra “progressisti” e “conservatori”,
in alcuni Länder dell’est tedesco
i non battezzati superano la soglia dell’80 per cento.
«Tutti gli strati sociali»
raccontava Marx in un’intervista del 2009
«possono scegliere quello che vogliono,
quale religione professare,
quante volte sposarsi,
anche cinque o sei.
È un sentiero
inedito,
vertiginoso,
e per le singole parti coinvolte,
anche per i vescovi,
può essere faticoso e doloroso.
Ma non lo attraverseremo
in virtù di slogan
sulla cattiveria della società, o
sui presunti errori fatti dal Papa, o
sul celibato sacerdotale
e altre questioni secondarie».
brava Sara
un saluto
Grazie Sara!!
Matteo! stavo facendo copia e incolla esattamente dello stesso passaggio dell’articolo.
Discepolo, il problema non è se il Papa usa twitter o facebook o il cellulare invece dei piccioni viaggiatori. Sono mezzi che, certo, il progresso ha prodotto.
Ma sono proprio i mezzi che sono utili per arrivare rapido alle periferie del mondo, che son più popolate del centro storico europeo. Quasi a dire che chi ha già avuto tanto si dia una mossa da solo.
E’ la parabola della pecorella smarrita…con la differenza che lascia le 99 del gregge e scopre che ne ha smarrite 1000. (la proporzione è circa quella)
caro Manuel76
da quello che scrivi sei sempre una persona equilibrata,
eppure da quello che leggo dagli ultras tradizionalisti in questo blog,
non dovrebbe essere così.
Alla giovane-vecchina discepolo di quello che tu scrivi non gliene frega una e merita ceppa.
Se il Meteo.it dice che è sereno e tu vedi che è veramente sereno il tuo cielo,
ella trans-discepolo dirà sempre che piove, dirà sempre che c’è temporale.
un saluto
leggere che Sara è del 71,mi dà grande gioia perché è giovane,
non lo avrei mai mai immaginato.
ma…..
La domenica, alla messa festiva in parrocchia da me, c’è un giovane sui 23 anni,
quando si siede sulla panca si aggiusta il lungo cappotto come fosse una talare,
quando va a apprendere l’ostia si inginocchia profondamente per averla in bocca.
Rispetto le diversità,
certi giovani non capisco da quale pianeta provengono.
Na non capire,
non significa rispettare/accogliere ugualmente le diversità,
basta con da lì non comincino a metter su paletti e obblighi agli altri.
Un abbraccio a Sara
“da quello che scrivi sei sempre una persona equilibrata”.
Già, perché la pensano allo stesso modo, altrimenti il povero Manuel, giovane o no, equilibrato o no, si beccherebbe gli insulti e gli anatemi che usualmente Matteo riserva a chi non la pensa come lui.
Vi ricordate cosa subì Giovanni Mandis per avere solamente ribadito il magistero della Chiesa Cattolica?
Oggi tra le 13 e le 14 ero alla Radio Vaticana per uno speciale sull’anniversario dell’elezione con Fabio Colagrande ed Elisabetta Piqué:
http://it.radiovaticana.va/news/2014/03/13/un_anno_con_la_chiesa_missionaria_di_francesco:_il_vangelo_non_%C3%A8/105-781239
“Già, perché la pensano allo stesso modo,…”
È lo stesso metro che un certo Federico B. usa, da sempre, nel giudicare i commenti di chi la pensa esattamente come lui. O no?
Una ragionevole autocritica non farebbe male prima di puntare il dito contro gli altri.
@ 13 marzo 2014 @ 17:57
Menti
e sapendo spudoratamente di mentire.
Giovanni Mandis
è un seminarista che più volte ha ribadito
una sessuofobia e moralismi al limite patologico,
e in vari post in rete web mondiale è tutto agli atti.
Io stesso ne ho riportato tutte le sue espressioni,
come quanto dal sito ultras tradizionalista Messa-in-latino.
Le menzogne, quindi sono palesi.
Federico, per buona creanza non ti consiglio questa china,
se non vuoi rompere l’attuale statu quo.
Se ci sei riuscito fino ad ora continua.
Fammi pensare al meglio di te
e non al peggio.
un saluto
Nè Mandis si
Nella mia concezione disciplinare,
tutti coloro che hanno
un rapporto equilibrato con la sessualità,
non dovrebbero entrare in seminario e accedere al presbiterato,
Per rapporto equilibrato io intendo,
la capacità di resistere all’attività sessuale etero o omo,
e la sessuofobia.
Se non si ha questo equilibrio tutti a casa.
Per coloro che sono già preti,
c’è ben altro da fare,
se sono sessuofobici o non riescono a vivere la continenza etero o omo.
ERRATA CORRIGE in matteo 13 marzo 2014 @ 20:16 :
Nella mia concezione disciplinare,
tutti coloro che NON, ripeto, NON hanno
un rapporto equilibrato con la sessualità,
….
(diversamente l’affermazione è assurda nella mia concezione)
Non mi sembra che Mandis avesse problemi d’approccio o particolari atteggiamenti di chiusura con se stesso o con l’altro sesso. Ebbi modo di passare una mezza giornata con lui, quando passò per Roma qualche anno fa, prima che entrasse in seminario e lo ricordo come pesrona estremamente simpatica, equilibrata, un bellissimo ragazzo per niente timido anzi, piuttosto libero interiormente, sorridente, sereno e molto educato. Mah…io questa “sessuofobia” non l’ho rilevata, per niente proprio…!!
Probabilmente, quando si veicola un messaggio che ha quale primato la moralità, e si comunica la propria visione delle cose secondo coscienza astenendosi, anzi, rifiutando di agire in base al comune sentire, a ciò che gli altri desiderano si faccia, si dica e si pensi. Quando si difende con passione e convintamente, secondo coscienza, il primato di quel valore che si ritiene fondamentale, un valore quale bene da comunicare in un dialogo maturo tra coscienze allo scopo di trasmettere qualcosa che si ritiene autentico, degno, non contraddittorio in un contesto di fede….la critica gratuita è sempre in agguato !
Le cose che dici, Matteo, sulla continenza libera e consapevole, sul dominio di sé….hai perfettamente ragione, per carità. Ma questo è un esercizio che richiede molta pazienza, preghiera, tanta Grazia. E’ una roba davvero ardua specie in gioventù. Si cade, anche col pensiero: quello come lo fermi…dimmi.
Diceva [non mi ricordo quale santo eremita, farò una ricerca e te lo dirò] una roba che suonava pressappoco così :” non giacqui mai accanto ad una donna,né di donna vidi mai un lembo di carne in vita mia. Eppure… non sono casto “.
Anche parlare sempre di sesso non è massimo dell’equilibrio.
Anche una come la Boldrini che vede violentatori ovunque vi pare normale?
Ma che uomini frequenta?
mamma mia, quant’è brutta…è bruttissima…per carità. A me spaventa la Boldrini…in tutti i sensi…
poi ha coniato quel termine “sessismo” che, è veramente osceno….
Brutta no, anzi, però sembra catapultata dall’800!
io la vedo bruttissima…non lo so…mi spaventa. Alcune inquadrature, con quell’occhio sghembo, cisposa, mamma mia…per carità. Forse abbiamo canoni di bellezza diversi, ma io la vedo orribile
soprattutto la voce…una voce che parte dalla pancia, greve…quando tenta di ristabilire l’ordine, dopo che proprio lei ha scatenato il casino, è…uno spettacolo!
.
Senza riferimento alla Boldrini ma solo per passione alle parole: sessismo ci arriva (dall’inglese sexism e dal francese sexisme) negli anni sessanta, importato dai gruppi femministi allora onnivori e non ancora stitici.
Sessismo – sessanta: a morte sua.
E’ un tipo, elegante, aristocratica. Anche la voce volendo e’ sensuale, ricordate l’anno scorso?Rodota’, Prodi, Napolitano ci avevano fatto anche una canzone.
Per il resto però…
Rispondo con molto ritardo Marcello che chiede come mai noi diciamo “tradizionalisti” siamo così agitati mentre il Papa emerito che amiamo tanto è tranquillissimo e sereno sul futuro della Chiesa.
bella domanda Marcello!.
La serenità di Benedetto dovrebbe dare ragione ai “normalisti2 cioè a quelli che sostengono che c’è continuità fra Benedetto e Francesco,che non ac’è in atto alcuna rivoluzione ecc. ecc.
ma allora se è vero come spiegare l’improvvisa e smaccata “cotta” dei media laici ed anticlericali per Francesco? se fgli stessi media odiavano e detstavano Bnedetto e ora amano ed incesano francesco e se Francesco è in sintonia con benedetto, come spieghi TU la cosa caro Marcello?
tutta questa sintonia fra Benedetto e fRancesco io non la vedo affatto. E come me non la vedono molti: a cominciare dai progressisti alla Hans Kung che infatti hanno parlato di “svolta epocale” di rivoluzione ecc.
Sul comportamento del Papa emerito non so che dire: magari è un santo già immerso nella tranbquillità del Paradiso e vede le cose a distanza anni liuce . Che ne so?
per noi peccatori immersi nell’anno 2014 nelle diatribe e nellla drmmaticità delle scelte, tale serafica posizione se è invidiabile non è certo comprensibile!.
io non lo capisco, detto sinceramente il serafico Benedetto1
forse sa qualcosa che noi non sappiamo?
intanto torna , pare Mons. viganò, quallo che hascatenato Vatileaks , torna e trionfa, che vorrà dire? boh!
a me non importa nulla deli giochi di potere della cuiria che sono sicura continueranno più e ancora con Francesco.
Non mi inpirta del potere o non potere del papa e dei preti,
Mi dispiacerebbe molto però se la dottrina cattolica fosse SVENDUTA alla mentalità corrente. Se il SACRO fosse de-sacralizzato come è stato di tante chide svendute e ridotte a shop-center .
Questo mi dispiacerebbe caro Marcello , ma non per la Chiesa che comunque rimarre una santa e apostolica. ma per l’uomo moderno che perderebbe col senso del Sacro e col perdere la conoscenza della Dottrina cattolica quello che lo rende vero e felice , al di là delle solite mode e dei soliti “modernismi”. perchè la felicità e la verità dell’uomo non stanno solo nella Parola Di DIo e non nelle mode effimere, ne’ nell’aborto ne’ nel divorzio, ne’ nel sesso promiscuo, ne’ nella sodomia anche se la Chiesa autorizzasse tutte queste cose.. le autorizzazione dei preti lasciano il tempo che trovano..!!! cioè l’infelicità , anche con la benedizione del prete sarà sempre infelicità e l’inautenticità esistenziale anche colla bendizione di Kasper sarà sempre inautenticità. esistenziale ..
Leggendo alcuni ultimi commenti,
ricordo a me stesso
che spesso i
PEGGIORI nemici
delle donne
sono le donne.
Scusate i molti errori volevo dire ovviamente che
“la felicità e la verità dell’uomo stanno SOLO nella parola di Dio e non nelle mode effimere”ecc.ecc.
Quanto alla posizione del Papa Emerito Benedetto che sembra in estrema “sintonia ” col sucessore, e che ultimamente è stato arruolato “di forza” dai media fra i fautori della “rivoluzione” , io vorrei dire una cosa che può sembrare irriverente ma la dico lo stesso : Benedetto mi sembra essere come tante persone anziane che conosco che giunte alla venerabile età di 87 anni dicono “Fate voi, scannatevi pure fra di voi, a me non me ne importa più nulla , io ho già dato”.
nel senso che più che sintonia l’atteggiamento di Benedetto mi sembra quello di un saggio ZEN a cui delle diatribe del mondo non gliene importa più nulla , avendo davanti a se la meta finale , l’ETERNITA’.
Matteo..non so se son equilibrato o noioso. Voi tutti, che condivida o meno, siete più brillanti, vi scaldate.
Di certo su una cosa hai ragione: a discepolo non gliene importa un emerito di ciò che ho scritto. Sinceramente mi dispiace perché percepivo il senso di angoscia che affiorava da alcuni messaggi e già in precedenti discussioni mi sarebbe piaciuto aprire un dialogo.
Caro Federico, come puoi ben vedere in precedenza, mi piace quando è possibile avvicinarmi anche a chi pensa diversamente da me. Con Mandis avrei voluto davvero dialogare. Non ci sono riuscito perché mi rispondeva correttamente da manuale, citando il catechismo, senza lasciare spazio a ragionamenti sul tema. Esattamente come con discepolo la cosa mi fa male, perché vuol dire che ho un limite forte nel riuscire a parlare con qualcuno.
Mandi citava il catechismo ma lasciava trasparire lo stesso di se’,
Anche la scelta di un punto rispetto ad un altro e’ un modo per dialogare.
Perché il dialogo non coincide con lo spontaneismo.
“la felicità e la verità dell’uomo stanno SOLO nella parola di Dio e non nelle mode effimere” ecc.ecc.”
Dunque, lei discepolo, che si nutre della parola di Dio e se ne infischia delle mode effimere, deve essere la persona più felice della terra, per quanto mi pare di capire.
Beata lei!!
Però ha da parlare contro il mondo intero.
C’ è qualcosa che non torna.
Se potesse spiegare…
“Esattamente come con discepolo la cosa mi fa male, perché vuol dire che ho un limite forte nel riuscire a parlare con qualcuno.”
Manuel76, se mi permetti, ti consiglierei di non dolerti neanche un po’.Non ne vale la pena.
Vorrei farti presente che non è che tu non riesca a parlare con qualcuno.
È solo che la regola generale è che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
E se questo è vero, ahimè, sempre, è ancor più vero nelle comunicazioni scritte, che quasi mai sono dei dialoghi, dato che il più delle volte risultano essere dei monologhi, salvo essere addirittura manifestazione di livori e rancori che rasentano l’odio, specie se si parte dai fatidici pregiudizi che offuscano l’obiettività. È un fenomeno ormai noto e affermato.
Non ci si deve illudere che i blog siano spazi di dialogo. Non lo sono per niente. Per molti sono, invece, spazi dove fare mostra di un ego supergalattico.
Il dialogo presuppone che chi ascolta, sia disponibile a sentire l’altro per apprendere, SE È IL CASO, qualcosa di nuovo e di diverso.
In realtà su cento che ascoltano (leggono), solo una decina recepiscono nel senso giusto le tue parole. Gli altri o sorvolano o pensano che chi ha parlato o scritto, ha detto delle solenni cazzate.
E tu vorresti dolerti?…
Da una giovane amica colpita da semi sordità ricevo questo messaggio che è un grazie a Papa Francesco:
Proprio oggi cade il primo anniversario della sua elezione e vedendo le immagini di quando si è affacciato alla finestra mi sono ancora una volta scoperta commossa…. ho pensato che questa pagina sicuramente rimarrà impressa a vita nella mia memoria. Mai avrei immaginato di sviluppare una così grande simpatia per un papa, addirittura se sono a casa il Mercoledì mattina mi infilo la cuffia per la televisione e seguo la sua catechesi. Non mi fraintendere ma sono fermamente convinta che Bergoglio sarebbe stata comunque una grande persona anche se non avesse intrapreso il cammino sacerdotale, lo vedrei bene anche come nonno, professore, padre, marito, fratello. Quando lo guardo devo fare mente locale per ricordarmi gli anni che ha… dentro è giovane! Ogni giorno cerco di non invecchiare nella testa e lui è un bell’esempio a cui ispirarsi.
Non so Marilisa…ciascuno è fatto a modo proprio.
Sarà che esistono chat e blog da una quindicina d’anni ormai.
Per la mia generazione non sono una vetrina bei impaginata, ma sono uno luogo di appuntamento, di scambio. Mandis è mio coetaneo, mi sarebbe piaciuto un confronto. E’ vero Sara, trapelava molto di chi fosse, ma non riuscivo, sicuramente per limiti miei, a dialogare.
Tutti i blog tematici consentono alle persone di scambiarsi idee finalizzate a trovare soluzioni. Se hai un problema informatico nella ricerca tra i blog è molto probabile che tu trovi una soluzione, se hai in casa gli ingredienti di base per fare una torta, ma non vuoi la solita che fai sempre, trovi suggerimenti e idee in qualche luogo.
Non è costruttivo che due persone che hanno sperimentato un procedimento diverso per raggiungere il medesimo risultato si scannino e si insultino litigando sugli ingredienti. L’obbiettivo è comune. Il percorso può essere diverso.
Se il Cristianesimo in Europa si riduce a scontrarsi tra confessioni diverse, se il Cattolicesimo si riduce a scontrarsi sui canti da fare a messa, stiamo sprecando le nostre energie per ammazzarci a vicenda. E’ la tesi del card. Marx.
E’ la tesi di Benedetto quando ha accolto la possibilità di celebrare col vecchio rito. Come dire arriviamo per strade diverse allo stesso target.
Concordo Manuel, purtroppo devo dire che i cosiddetti progressisti mi hanno deluso perché sanno essere fanatici, chiusi e intolleranti uguale. Inoltre mi pare che i due schieramenti si alimentino vicendevolmente, anzi il tradizionalismo e’ la risposta moderna alle ondate di secolarizzazione spingere l’acceleratore sull’agenda liberal non fa altro che radicalizzare la posizione dei vari fondamentalismi religiosi.
Servirebbe testa, buon senso, capacità di ascolto invece finiamo sempre alle solite,
🙁
Mi viene in mente l’immagine del giunco che è flessibile si piega ma non si spezza.
Non dobbiamo essere rigidi come vorrebbero i trad. e neppure riscrivere tutto un giorno si e l’altro pure come vorrebbero i prog.
Dobbiamo trovare il modo di comunicare le stesse parole in tanti contesti diversificati valutando bene e realisticamente quello che si può fare.
@Matteo,
non sono menzogne e lo sa bene chiunque abbia la pessima idea di leggere cosa hai scritto nel tuo blog e in questo. Giudizi impietosi e feroci, in molti casi assolutamente ingiustificati, contro chiunque non la pensasse come te.
L’attacco a Mandis, che in realtà ha avuto molte voci e la tua era la più accanita, mi è dispiaciuto moltissimo perché rivolto ad un giovane che stava affrontando un percorso formativo impegnativo, un ragazzo che meritava sostegno e consiglio, non di essere messo alla berlina.
Non voglio attaccare briga e rinvangare oltre. Siamo in Quaresima e accolgo l’invito a fare un fioretto e a non violare quella tregua che tu, unilateralmente, mi hai voluto concedere. Mettiamola così…
Penso non sia un caso che Papa Francesco viva nel silenzio del ritiro di Quaresima l’anniversario della sua elezione.
Anche in questo modo, Papa Francesco testimonia il primato della preghiera nella vita di ogni credente.
E dimostra che l’autentico discernimento si fonda sulla Verità: la verità biblica e teologica che non è fine a se stessa, ma deve servire alla vita della Chiesa e dei credenti.
Dai tanti commenti postati nel blog – che dimostrano chiaramente le tante diversissime aspettative che circondano il Papa – non mi pare azzardato dire che Francesco sia davanti ad un bivio: da una parte l’auto-demolizione della Chiesa, a cui lo vogliono spingere i poteri e le lobby mondane, con le loro lusinghe (le tentazioni nel deserto del Vangelo di domenica).
Dall’altra parte il rigoroso servizio all’unica Verità, che è Gesù Cristo e la Sua Parola.
Io prego che scelga questa seconda via, che poi è la via del vero Concilio, la via di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, una via autenticamente ortodossa ed evangelica, che può condurre anche all’odio del mondo. E a volte al martirio.
Ma che ci guadagna «la fame di ciò che è vero, buono e bello, la fame di Dio e del suo amore», come ha detto lo stesso Papa Francesco nell’Angelus di domenica scorsa, dedicato per l’appunto all’episodio delle tentazioni di Gesù durante i quaranta giorni nel deserto.
Come ci ha chiesto tante volte, preghiamo per lui! Non stanchiamoci di pregare per il Papa!
La conclusione di Sara è assolutamente condivisibile. Speriamo bene. Speriamo che i nostri pastori possano aiutarci a modificare i toni e ad avere più buon senso…
@Manuel,
a volte le “risposte da manuale” non piacciono ma sono le più corrette.
Il confronto e il dialogo sono possibili solo quando si condividono le basi e i principi fondamentali, altrimenti ci si parla addosso inutilmente. Ripartire dal catechismo e dal magistero della Chiesa è quindi un modo per ristabilire un “patrimonio” comune di riferimento per tutti. Purtroppo la deriva relativista dei nostri tempi ci ha abituato a mettere in discussione tutto e a perdere qualsiasi riferimento: in queste condizioni il dialogo rischia di essere impossibile.
Concordo al 100% su tutto federico…
Federico, che le risposte da manuale siano corrette…in ipsa re!
Pero’ se tu opponi ad una persona dubbiosa il muro che o fa così o va all’inferno hai perso un fratello. Ma non è colpa sua che non si adegua, ma tua che non sei stato fraterno. Quando hai un libro in cui credi cerchi di trasmetterne il contenuto, non aspetti che l’altro si giri per scagliargli il volume nella gobba!
Quando non sai incontrare le persone, o non sai entrare in dialogo, non riesci a proporre nulla nemmeno la morale che ritieni giustamente fondamentale.
Il canale con cui raggiungi gli altri, il registro che usi sono importanti quanto il messaggio che porti, anzi sono importanti PRIMA, perchè se non comunichi il messaggio non arriverà mai!
Da bambino ti hanno insegnato ad andare sul triciclo, poi sulla bici con le rotelline e poi te le han tolte e sei caduto e ti sei sbucciato le ginocchia. Non ti hanno sbattuto su una Ducati e ti han detto “guidala” se non arrivavi a mettere i piedi per terra.
Devi prevedere un percorso per fare crescere le persone e devi essere conscio che ciascuno arriverà dove le sue capacità lo porteranno. Allora avrai fatto un buon lavoro!
Domenica scorsa un diacono nel mio duomo alla fine della messa urlava al microfono: “Inchinatevi per la benedizione solenne!”
Che contrasto tra l’antipatia della voce, del tono, del modo di fare superiore (lui lo guardavo e non s’è inchinato), dello sguardo quasi truce con le parole di benedizione che era invocazione di un sostegno divino alle debolezze, aiuto, sostegno dolce e profondo!
Se nel blog vedi la vetrina in cui esponi il tuo credo mostrando a tutti che hai sani princìpi, che hai studiato e che conosci bene le cose, non riesci ad entrare in dialogo. Ricevi soltanto commenti totalmente a favore o totalmente contro. Se ti esponi a dare qualcosa di tuo invece cambi completamente prospettiva perchè stai donando e ti stai sbilanciando verso gli altri.
Bel commento, Manuel, grazie. Sembrano cose tanto ovvie, ma evidentemente non lo sono affatto e c’è bisogno di dirle (e pure di saperle dire, tanto per restare in tema). Valgono per tutti noi, frequentatori e commentatori di blog; valgono ancor più per i sacerdoti presenti e futuri.
Caro Manuel,
hai ragione a sottolineare quanto sia importante la modalità con cui comunichiamo e ci confrontiamo con i fratelli. Sinceramente non mi sembra che la persona di cui stiamo parlando fosse così chiusa e incapace di comunicare. Temo piuttosto che fosse la simpatia o l’antipatia nei confronti di quanto scriveva (e quindi il contenuto dei suoi messaggi), a contagiare e pregiudicare anche il nostro atteggiamento verso di lui. In ogni caso si tratta di una persona che non meritava l’attacco che ha subito e che tutti ricordiamo bene. Come è stato evidente in questo anno di pontificato, lo stile della comunicazione è importantissimo e talvolta precede il contenuto stesso del messaggio.
Il Signore ci aiuti a migliorare sotto questo aspetto, tanto nella comunicazione quanto nell’ascolto.
Non ricordo tutti i commenti di tutti del Blog, per quanto mi riguarda mi spiace di non essere riuscito a dialogare, anche perchè se non sbaglio è proprio del mio anno, vocazione adulta. Poi si è sempre in due quando ci si parla e può capitare di non trovarsi proprio.
Comunque, tanto per sdrammatizzare, a me piace strimpellare l’organo. Fosse per me suonerei solo quello a messa.
Sembra tradizione, ma intonare sulla corda è tradizione più antica.
E anche il salmo dice “Psallite in cithara!”
http://www.youtube.com/watch?v=AlAmO-YMhws
“Se il Cristianesimo in Europa si riduce a scontrarsi tra confessioni diverse, se il Cattolicesimo si riduce a scontrarsi sui canti da fare a messa, stiamo sprecando le nostre energie per ammazzarci a vicenda”
E infatti è così, Manuel. Ma il discorso sulla religione non è come parlare di ricette o di problemi informatici. Si tratta di opinioni e di interpretazioni su diversi aspetti che attengono alla conoscenza di un’entità–Dio–che è Mistero e all’adesione più o meno convinta alla religione che vuole esprimere, anche solo parzialmente, il bisogno che l’uomo ha dell’esistenza di Dio.
La religione cristiana , ma anche altre religioni, si dividono poi all’interno delle Chiese istituzionali che pretendono di conoscere la Verità assoluta sulle “regole” da seguire per “legarsi” e per “obbedire” al Dio che sarebbe quello vero a seconda delle interpretazioni che l’uomo formula nella sua mente, esprimendole in vario modo. Ma Dio è L’Assoluto per eccellenza, cioè “sciolto”, “svincolato” dalle gabbie umane. E questo sfugge a tantissimi fanatici, che credono di possedere la Verità. Niente di più sbagliato.
Gesù Cristo ci ha mostrato–noi, suoi seguaci, ci crediamo– il Volto del Padre, e tutti i cristiani interpretano le sue parole a seconda dell’idea che si sono fatti nella loro mente su come “deve essere” Dio. In sintesi:un Dio a somiglianza dell’uomo anziché il contrario.
Se ci fai caso, Manuel, anche le parole umane possono essere interpretate variamente da persone diverse. Perché la mente che le genera non è la stessa di chi le ascolta. E spesso si verificano dei fraintendimenti pazzeschi: per limiti naturali di comprendonio e, peggio, per ostacoli voluti e cercati in mala fede (tanti!).
Lo stesso avviene nell’ambito della stessa religione.
I cristiani cattolici la pensano diversamente, su molti dettagli importanti, da quelli protestanti e ortodossi, e viceversa.
Queste divisioni risalgono, in realtà, ai tempi stessi di Gesù, e io credo che ci saranno ancora chissà fino a quando. La speranza è che si possano smussare gli attriti spigolosi almeno fino ad una reciproca tolleranza.
E sarebbe già tanto.
Detto questo, altrettanto si potrebbe dire riguardo alle divisioni nel cattolicesimo. Che esistono dai tempi dei tempi.
Se poi si dà un’interpretazione letteralista, come molti fanno, ai sacri testi, per giustificare le proprie credenze, allora si perde la visione d’insieme di un Messaggio che il Cristo ci ha lasciato per liberarci dall’ansietà di un legame troppo pesante per le deboli forze dell’uomo.
E allora il suo Sacrificio per la nostra salvezza sarebbe stato ( sarebbe) del tutto inutile.
Adorare Dio non significa averne paura. La sua giustizia non è legalista come quella umana. È giustizia nella misericordia, ma molti cristiani prediligono la parola “giustizia” e ignorano il termine “misericordia”.
Il catechismo lo si cita tra di noi visto che spesso se ne leggono di grosse.
Tipo, rivoluzione:il Papa parla di coscienza e poi scopri che è scritto da anni nero su bianco.
Quasi terminato il quadretto, da questa maratona di commenti, dai leccherecci articoli di giornale, e dalla lettura dei siti internet, viene fuori che da quasi tutto (i “tradizionalisti reazionari” però almeno sull’argomento resistono) si è espunto il senso ultimo di tutto: la SALVEZZA.
La fede salva e qui il problema è di fede, la fede. Sono noioso e mi piace esserlo e riporto di nuovo le parole di quel “profeta di sventura”, molto tradizionalista reazionario di Papa Paolo VI:
““C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo della Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di san Luca: “Quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla Terra?”. Capita che escano dei libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti, che gli episcopati tacciano, che non si trovino strani questi libri. Questo, secondo me, è strano. Rileggo talvolta il Vangelo della fine dei tempi e constato che in questo momento emergono alcuni segni di questa fine. Siamo prossimi alla fine? Questo non lo sapremo mai. Occorre tenersi sempre pronti, ma tutto può durare ancora molto a lungo. Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia”.
Papa Paolo VI
Cara Sara, eppure posso dirti con certezza che qualche anno fa, quando io parlavo di primato della coscienza, venivo subissata da una montagna di insulti. Segno che molti non avevano visto “nero su bianco” come tu dici.
E mi sentivo costretta a riportare testualmente (virgolettando) qualche paragrafo del catechismo.
E quando parlai della Chiesa come del Corpo mistico di Gesù Cristo, l’amabile discepolo ironizzò dicendo che le sembrava di sentir parlare di un “ectoplasma”. Segno che non conosceva neanche una virgola del catechismo. Ed oggi vedi bene quello che dice la “perfetta” cattolica.
Mi sono spiegata?
Questo solo per puntualizzare.
Per chi fosse interessato e si trovasse in zona Milano, stasera Mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso e presidente della Commissione per il Lavoro e il Sociale della CEI, terrà una meditazione in Sant’Ambrogio su “Lo sguardo di Gesù”.
Marilisa l’attuale catechismo e’ quello uscito dal concilio infatti i tradizionalisti più accesi si guardano bene dal riconoscerlo.
Volendo dovremmo usare il famoso metodo della pedagogia graduale anche con loro no?
Però se su molte questioni fossimo un filo più d’accordo senza aspettare sempre le calende greche sarebbe tanto più facile per tutti.
Oggi su un giornale a caso, un “teologo” (guarda caso) si lamenta e teme che c’è il rischio che le riforme di Francesco falliscano, mentre in realtà per riforme intende la tesi di Kasper (eh, io sono un romantico, l’epoca in cui si appendevano alle porte delle chiese è passata).
Kasper per usare un eufemismo è arrabbiato nero che gli hanno pubblicato, con un colpo da maestro, la relazione.
Relazione che i cani guardiani della fede, e grazie a Dio nel popolo di Dio ce ne sono ancora, pochi ma buoni, (a proposito che fine hanno fatto i “gloriosi” domini-cani? ) hanno subito sbranato e fatto a pezzi, come ben giustamente meritava e meriterà in sede di Sinodo.
Ora il “teologo” alla fine dell’articolo lamenta che se verrà bloccata e fatta fallire “l’azione trasformatrice” (tradotto: l’opera di demolizione della fede, su cui si fonda la chiesa) sarebbe la fine di una luce. Quindi – e qui parte quello che non saprei dire se è una minaccia o un pietoso appello- i signori cardinali e teologi che avversano tutto ciò se lo ricordino che porteranno la loro responsabilità se la faranno fallire (e io dico: vuoi mettere la soddisfazione ! ).
Chiudo riflettendo che nella chiesa povera per i poveri, nella selezione dei monsignori si dovrebbe tener presente anche l’aspetto fisico-atletico, altrimenti potrebbe andare a finire che qualche bambino obietti, come in questa scena del film “7 chili in 7 giorni” : “Padre, te magni tutto te …”
http://www.youtube.com/watch?v=tjaKFX1mzEA
Francesco: «La Curia romana è il sindacato dei credenti»
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-de-donatis-32716/
: – ) : – ) : – )
Sara, il catechismo è catechismo e basta. Non deve esserci differenza fra “tradizionalisti” e non.
La differenza vera è fra chi conosce e chi non conosce. Fra chi capisce che c’è il criterio del buon senso e chi, al contrario, si fossilizza, per partito preso (e questo è molto grave), su schemi antiquati e superati, che andrebbero riconsiderati. Come in tutti gli ambiti dell’esistenza umana.
Se fosse andato ancora bene il catechismo di altri tempi, non sarebbero stati rielaborati alcuni assunti proposti dal catechismo del passato. Non ti pare?
Esiste una cosa che si chiama “maturazione” e che riguarda l’Umanità intera e il suo esistere. Gesù Cristo ha espresso il concetto con la locuzione “i segni dei tempi”, che l’uomo deve darsi da fare per cogliere e per camminare in avanti. Molti, invece, si affannano a far di tutto per restare immobili. Hanno paura del nuovo, dell’acqua che scorre, dell’aria che si rinnova.
La Chiesa fino all’altro ieri ( C.V.II) era bloccata. Ieri è giunto un Papa che vuole farla procedere ancora un po’ di più, e molti cercano di frapporgli ulteriori ostacoli facendogli piovere addosso le critiche più assurde. Di cui lui è a conoscenza. Ma non sembra esserne preoccupato più di tanto.
Quelli che aspettano, anche qui nel blog, che cada, avranno grosse delusioni. È un uomo molto determinato.
E comunque, per quel che posso capire, è già entrato nella Storia.
La sua buona semina l’ ha già fatta.
🙂 🙂 🙂
Marilisa non era quello che intendevo ma fa niente.
La Ginestra ha la voce da uomo, Discepolo invece da donna 🙂
Scherzi a parte, LaGinestra potresti citare teologo e giornale?
Secondo te è un problema che ci siano discussioni di possibili riforme?
Secondo me dovremmo aspettare le conclusioni, visto che in genere Cardinali e Papa, anche in considerazione dell’età media, tendono ad essere molto prudenti.
A me sembra una ricchezza che si apra un dibattito, a volte discussioni e chiarimenti fan bene.
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201403/140314mancuso.pdf
il metodo sperimentale della scienza è
entrato anche nella vita spirituale dove ora il soggetto vuole sperimentare in prima persona, e con
ciò la fede di seconda mano mediata dall’autorità ecclesiastica è superata.
Metodo sperimentale della scienza e fede.
l’ho letto velocemente…e’ un po’ una indigestione di argomenti.
Fortuna che Papa Francesco non abolirà il sindacato.
Tu Sara sei una etichettatrice automatica ! 😀
L’immagine del sindacato e’ una genialità finora la migliore!!
A manuel76 14 marzo 2014 @ 16:15
tu sei del 1976,
ma gli argomenti che elenca Vito, si andavano già evidenziando dai primi anni ’80.
Mi dispiace, Manuel, che quando io ne discutevo in vicariato o in prefettura con i miei coetanei, tu eri ancora piccino………
Ma di chi è la responsabilità,
se in questi ulrimi 30 anni
si è fatto “blocco”
perchè non ci fosse confronto,
tra i vescovi,
tra i preti,
nella chiesa ?
Manuellllllllll
30 anni sono tantissimiiiiiii,
e mentre io li stavo vivendo,
non mi rendevo nemmeno conto del blocco,
ero un ragazzetto che sognava un mondo migliore,
e
nel frattempo la vita scorreva,
la pastorale,
gli amori,
gli affetti,
il lavoro,
quando non capivo nelle discussioni/litigi con l’amato don Sisto, parroco,
lui bloccava,
ma perchè era nella cultura di quel momento,
che era anche la mia
che avevo dalla mia parte solo la giovinezza
che coniugato allo stare tra coetanei, genitori e ragazzi,
mi facevano capire che gli approcci dovevano essere completamente diversi nel nostro popolo,
perchè
la giovinezza mi faceva vedere il futuro verso cui andavamo.
Indimenticabile il mio vescovo di settore dell’epoca, Giannini, che stimavo tantissimo, quando disse a noi ragazzi:
questi laici !!! (azione cattolica) lasciateli parlare, questo li aiuta,
(in sintesi) come dire all’incirca, vogliono tutti fare i preti,
ma fateli parlare e si calmano.
Era in perfetta buona fede, nella sua cultura.
Quel Giannini fratello dell’Archimandrita di Grottaferrata all’epoca.
Era tanto buono….
ma
tutti eravamo stupidi…..
Luigi,
tu ricorderai il bravissimo don Sisto,
che ha costruito la comunità Parrocchiale di san Policarpo,
e poi nella vecchiaia mandato in quella che noi giovani all’epoca già chiamavamo
la “periferia del Centro”, quel mondo che circonda la stazione Termini.
Manuel
tu eri troppo piccino ,
e in tanti adulti c’è la voglia di non ricordare,
ma in questi ultimi 20-30 anni il blocco si è sempre più ingigantito,
fino a diventare una cappa di oppressione.
Nonostante i blocchi,
lo Spirito a continuato a costruire,
bravi laici,
bravi preti,
bravi vescovi,
come anche i fatti di vangelo riportati da Luigi testimoniano.
Sara
leggo i tuoi inviti alla “riconciliazione” e al dialogo, ma mi chiedo quanto sia possibile questo. Per farti un esempio stupido ho visto le foto del papa seduto nei banchi tra i cardinali durante il ritiro e ho trovato la foto commovente e affascinante. Poi su blog conservatori ho letto commenti completamente avversi su quella foto. Due visioni della Chiesa opposte.Una via di mezzo è possibile? non lo so.
Qualcuno ci riesce e per primo lo stesso Benedetto che questi gruppi tanto idolatravano.
Probabilmente è questione di fede e di sentirsi veramente Chiesa.
Picchio,
finchè c’è una minoranza che vede nella figura papale,
un mito paragonabile al Faraone,
“c’è pò sta” (diciamo a Roma).
Il mio sconforto negli ultimi decenni,
era che il mito del Faraone
non era una comprensibile umana fissa
di 4 gatti,
ma senza che io me ne accorgessi,
era cresciuto arrogantemente nel mondo della chiesa istituzionale,
ne era attorniato lo stesso Faraone,
anzi,
il Faraone,
faceva poco o nulla
contro questo terribile morbo,
i cui corifei erano affetti.
L’arrivo da un anno di un vescovo latino-americano,
a Roma,
ha cambiato il modo di vedere
quella figura mitica da Faraone.
Ma il vescovo di Roma
non cambia d’improvviso l’intera Chiesa-istituzione.
Tu sai che il duo Woytila-Ratzinger
hanno cambiato l’intro episcopato mondiale.
E solo nel leggere la stampa di questi giorni
sto scoprendo la controversia tra il nunzio a B.Aires e Bergoglio….
per i vescovi che si volevano far passare….
ma…
per chi è dentro la Chiesa/comunità come me
sa che questa è una situazione che è degenerata fino al punto
in cui il papa che firmava in bianco
in più di qualche occasione si è dovuto rimangiare il mandato episcopale,
di qualche personaggio dei tanti raccomandati da nunzi compiacenti.
Anzi ero sconvolto dal contrario,
che alcune persone di cui conoscevo, anche personalmente, la bellissima capacità di esercitare il presbiterato,
avessero avuto la nomina episcopale.
Colpi che riusciva ad assestare il Signore nonostante la durezza dei cuori
o la durezza delle raccomandazioni puramente “amicali” ?
Oggi alcune telefonate di amici commentavamo ancora la presenza del nostro vescovo ausiliare in parrocchia,
questa volta più sciolto, parla della sua esperienza umana prima dell’episcopato, vuole ascoltare… senza risparmiarsi ognuno di noi…
Oggi per telefono, ci dicevamo,
“ma guarda caso, non è la prima volta che viene in parrocchia , ma stavolta questo atteggiamento così sciolto…. dopo l’arrivo di Francesco ?”
E’ un fatto simbolico ?
A Roma si riuscirà a riformare partendo dal bisogno nelle parrocchie,
di confronto…. di confronto tra laici, con i propri preti, con i propri vescovi ausiliari ?
Intanto si è accennato del nostro 16-17 giugno,
l’incontro annuale diocesano, e l’incontro con Francesco che lo scorso anno
ci ha dati una carica ed un entusiasmo staordinari.
Il Vallini darà a ottobre il mandato a tutti i catechisti,
si dovrà sentire il legame tra il vescovo e tutti i catechisti romani.
Cara Picchio,
quale emozione per me vedere il mio Francesco,
vescovo tra i vescovi,
senza apposita panca damascata
in quel primato d’onore,
che il pessimo Patriarca di Mosca, ha ricordato ultimamente… che da onore è divenuto dominio (infatti anche lui accusa gli altri ma domina da Faraone di una religione civile nella Russia dello zar comunista).
Un salutone
In ogni caso tutta la parte sociale del discorso di Marx e’ scivolata come niente fosse.
Mi fa piacere sentire che qualcosa sta cambiando Matteo, buon fine settimana!
Infatti Sara questi gruppi, come diceva Marcello sopra, non riescono a capacitarsi riguardo all’atteggiamento di Benedetto e esprimono fantasiose ipotesi alla Dan Brown: è prigioniero in Vaticano, costretto a sta zitto perchè ricattabile (!!) in realtà è ancora lui il vero Papa….grottesco.
Faccio notare che è la stessa cosa di Mancuso, isola il Papa dalla Chiesa come fosse un corpo estraneo in una struttura malata, se la rivoluzione che vuole non avverrà farà il vedovello anche lui.
È un po’ triste ma è così.
Tutta la parte sociale è scivolata come niente…perchè ci dà fastidio, e tanto.
Mio papà dice sempre, in dialetto, che ‘i schei xe del diavolo, ma i ghe piase anca ai preti’ dove il secondo termine di paragone non ha intenti dispregiativi ma serve a sottolineare come dal fascino del denaro nessuno possa chiamarsi fuori.
Detto in altro modo, sempre veneto: ‘me va tuto ben, finchè no te me tochi le scarsele’: mi va bene tutto, finchè non mi tocchi nelle tasche.
Matteo
“Quel Giannini fratello dell’Archimandrita di Grottaferrata all’epoca”
—
Amicizie comuni:
Il Giannini Archimandrita di San Nilo mi sposò.
Celebrazione sponsale, indimenticabile.
Ciao Mat, stammi bene.
Frenare l’emozione, frenare l’emozione ed osservare con occhio freddo, e attento, restando sempre lucidi, evitando facili entusiasmi, quando sono in vista cambiamenti nella Chiesa, caro Matteo! Io per formazione lo sono: eredità spirituale della mia cara suora: cresciuta in quel di San Giovanni Rotondo accanto a quel Santo che invocò su di lei lo Spiriro del discernimento. “Osserva distaccata le vicende e le turbolenze del tempo in cui siamo immersi”, ripeteva, ed in fondo è ciò che viene chiesto al discepolo…
La Chiesa è nel mondo, ma non sarà mai del mondo! Assistiamo, pazienti, al dilatarsi dei tempi della promessa, della “salvezza” ,che terminerà con la manifestazione del regno di Dio e in nessuno dei vostri bei discorsi ho ascoltato, o letto, il benché minimo accenno a questa realtà trascendentale. Sintomatico dell’incapacità di guardare oltre , la stessa incapacità dell’uomo moderno pervaso da una costante ansia di cambiamento, incapace di guardare nelle pieghe della storia, di andare in profondità. Tu, e gli altri…
Parli della Chiesa ortodossa zerbino dello zar e dimentichi che tutta la vita religiosa è intrinsecamente politica, non da meno la Chiesa «perché indica il condurre il popolo anzi UN popolo verso una meta ..
Siete convinti che papa Bergoglio sia un progressista solo perché non porta la mozzetta e le scarpe rosse. Follìa! Alieno da combriccole nostrane sicuramente, estraneo alla corte, fuor di dubbio; fuori dagli schemi anche., Ma dimenticare cosa fu l’argentina, con i suoi orrori [più di trentamila morti, e una marea di desaparecidos] nel periodo in cui era superiore provinciale della Compagnia di Gesù… che le omertà della Chiesa Argentina del periodo sono arcinote la dice lunga e che non abbia mai incoraggiato certa teologia della Liberazione, anzi, ponendosi dalla parte dei conservatore, è pressoché pacifico…
Perciò…«Se sapessimo che ora è il giorno del Signore non avrebbe alcun senso l’obbedienza a un qualunque potere terreno». Ma nell’orizzonte dell’attesa, assistiamo al compromesso del potere politico e di quello spirituale”…e restiamo con i piedi per terra…
picchio scrive,
15 marzo 2014 @ 9:08
Infatti Sara questi gruppi, come diceva Marcello sopra, non riescono a capacitarsi riguardo all’atteggiamento di Benedetto e esprimono fantasiose ipotesi alla Dan Brown: è prigioniero in Vaticano, costretto a sta zitto perchè ricattabile (!!) in realtà è ancora lui il vero Papa….grottesco.
* * *
” Pietro riconosci Giovanni “.
Pietro allora, voltatosi vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: ” Signore chi é che ti tradisce? “. Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: ” Signore e lui?” Gesù gli rispose: ” Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi”. Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto: Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto; ma: ” Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te?.
Vang. Giovanni 20-21-22.
Stamani, verso le 9 ho letto dei commenti nel tuo blog,
Luigi
che hanno suscitato questa riflessione seguente,
in diversi momenti,
credo che qualcuno stesse parlando della lettura di Mancuso,
e del papa,
ma
rimango particolarmente toccato anche dalle parole di Luigi,
che…….
mi toccano sempre.
__________
Ma il papa, storicamente,
quasi fino a ieri,
è stato un “corpo estraneo”
nella nostra comunità cattolica che è la chiesa,
ne avevano tenuto un mito di rappresentazione,
un potente simbolo e capo da organizzazione religiosa,
ma non la parte di una relazione
nella comunità
della mia e nostra Xc.
Finchè,
la salute me lo ha permesso,
ho incontrato,
e ho ascoltato personalmente
il buon Mancuso,
egli è talmente nella Xc che ne conosce il male,
ma da buon pubblicista
da affascinato alla fede in Xr
fa delle letture conseguente
alle sofferenze di questi anni di tanti cattolici come me,
che poi
a cambio di papa…..
vedono il vescovo ausiliare…. come un convertito !!!!
Cara Sara
comprendo anche che sei giovanissima,
e spero che invecchiando
ti sia possibile fare discernimento storico,
e ci capiti di vedere una chiesa-istituzione
che cammina
con TUTTO il popolo delle parrocchie,
con gli slum che invisibili le sono dentro
ma anche che la circondano.
E comunque un grazie
a quei sacerdoti e laici
che hanno mantenuto salda la presenza
di Cristo-Corpo
in ogni angolo della mia città,
nonostante il vento di un cristo-clericale.
.
Caro Luigi,
io,
nella chiesa locale ci ho sempre vissuto,
e anche un po’ più che locale.
Tu non conoscevi nemmeno la zona Esquilino-Monti,
quando io facevo il chierichetto per tanti anni
nella Patriarcale Basilica Liberiana,
che sin dalla fanciullezza
mi apriva una finestra sul mondo della Chiesa-istituzione,
di cui oggi sono grato al Signore
perchè mi ha permesso di conoscere tanto,
e
con il tempo di capire.
L’impatto con il mio ingresso-impegno pastorale
nella povera parrocchia di san Vito
con la magnificente basilica della mia ragazzitudine,
mi rimane indimenticabile.
Da una Basilica patriarcale,
santuario della Madonna di Roma,
che viveva di pura autoreferenzialità,
un mondo di prelati canonici che all’epoca stimavo persino,
ma…..per il censo….
quel mondo di cattolici come la mia famiglia,
che non conosceva la Chiesa come comunità locale,
ma
come il luogo delle “conoscenze”…..
Come mi sentivo ganzo
da ragazzino
l’estate in vacanza al paese di origine a Lanciano,
quando tenevo la lunga coda al Cardinale in visita
dall’esterno del duomo frentano sino all’altare.
E all’epoca avevamo a Lanciano un vescovo francescano come p. Pacifico Perantoni,
che spesso incontravamo la sera per strada e quando ci incontrava
ci riempiva le mani di caramelle,
(caramelle che lui teneva in abbondanza per ovviare ad un problema di salivazione).
Caro Luigi,
io
da ragazzino mi sentivo ganzo
nel mondo da bomboniera di santa Maria Maggiore
accanto al card. Confalonieri (i vecchi ricorderanno quel suo intercalare “noia”[per dire “noi”])
e accanto a tutto quel mondo di cardinali e vescovi,
e prelati e prelati-Conti (indimenticabile mons. Aluffi-Pentini, che mi chiamava a servire messa nella cappella di s.Giovanni ai Cavalieri di Malta ai Fori, di cui era cappellano e da lì conoscevo il mondo nobiliare-cattolico…. che quando dava la mano dava solo le prime tre dita, un vezzo nobiliare…)
Caro Luigi,
io ero tato educato/formato a pensare che quel mondo,
fosse la CHIESA, veramente la Chiesa cattolica,
che quello era il significato di essere cattolico,
e che io ne partecipavo in quanto inserviente(chierichetto),
in quanto conoscevo “quella bella gente”.
Ecco
cosa significava essere cattolico per me.
In quel mondo Basilicale-Vaticano,
l’unica eccezione,
erano quelli che mio padre chiamava
i Liguorini (Redentoristi),
il loro appartamento all’ultimo piano della Basilica,
ai piedi dello svettarsi del campanile (terrazzo e ponentino indimenticabili),
persone semplicissime che mi conoscevano da quando sono nato,
potevo avere sui 5 anni quando papa’ mi portava alla prima messa giornaliera con lui
alle 06:00 del mattino a quell’epoca….
e quando saro’ più grande il superiore della comunità redentorista p. Giovanni mi dirà che erano sconvolti da quella scena,
in inverno…..
I Redentoristi vengono chiamati dal 1958 nella Basilica,
per essere i padri Sacristi,
ovvero quelli che gestivano il servizio in toto della Basilica.
A fine anni ’60 uno dei padri redentoristi, l’amato p. Francesco, fu denunciato (con firma anonima) da mio papà, al Vaticano (conservo copia carta carbone)
per non avergli voluto dare la sola comunione senza messa, nella cappella “del Santissimo”
mentre quella sera c’era contemporaneamente la s. Messa festiva….
MA
L’arrivo in Basilica di un cappellano dall’Inghilterra ()
di origini familiari nella religione ebraica,
già anglicano,
convertito al cattolicesimo,
che dall’età di sei mesi ha vissuto tutta l’infanzia in un orfanatrofio protestante a Bridgend nel Glamorganshire,
già stilista e poi
divenuto prete,
arrivato in Basilica Liberiana al seguito di GPII
(su “interessamento” del Nunzio Apostolico mons. Bruno Bernard Heim)
dopo il viaggio “Apostolico” nel Regno Unito dove era Cappellano all’aeroporto di Gatwick, dove accolse JP II in atterraggio:
mons. David Lewis (Dilwyn John David Lewis),
riuscirà a cambiare la storia di questa Basilica,
riuscirà a farla commissariare e a diventarne l’unico referente, divenendone Amministratore Apostolico,
riuscirà a prendere in mano l’Amministrazione e la Cassa della Basilica, coinvolgendo il Vaticano anche in una causa civile di risarcimento,
impiantò l’opera per raccogliere i “fondi” per il restauro,
all’inizio degli anni ’90 avviò proteste per far escludere all’accesso del pubblico la bellissima scalinata della Basilica sul versante dell’Esquilino, con la scusa dei barboni che venivano a ricoverarsi,
[quella scalinata
dove vi trovavano riposo/bivaccavano/dormivano la manodopera degli anni della fine del 1800,
manodopera impegnata nella Fabbrica di quella che sarebbe stata la “Stazione Termini”
operai che venivano soprattutto dall’Abruzzo e dalle Marche,
in cerca di lavoro e il quartiere operaio di s. Lorenzo era in fieri]
la sera, prima della chiusura, era mons. Lewis che girava per la Basilica con un sacco di stoffa a svuotare i “bussolotti” di tutta la Basilica,
Il suo vocione da capo della basilica rimane immemorabile,
come pure i suoi scatti frequenti d’ira,
è mons. David Lewis che per proteggere la sua Cassa
cercherà e troverà “nuovi sacristi” a “low coast”,
SACRISTI che segneranno gradualmente MA profondamente la nuova storia della Basilica.
Un caro vecchio amico amico che ha scoperto la sua vocazione religiosa dopo aver rinunciato ai beni che lo zio-prete gli aveva lasciato in eredità solo se fosse divenuto prete (altrimenti tutto ad un istituto di suore, come avvenne),
mi raccontava
che nelle grotte della Basilica Liberiana, il mons. Lewis si è fatto fare anche una statua (forse un monumento funebre).
Il dato che non l’ho mai verificato personalmente.
.
.
All’inizio ricordo che quei nuovi strani Sacristi-frati erano degli emeriti sconosciuti,
per il mondo che frequentava la Basilica Liberiana.
Mai
avrei immaginato che sarebbero stati coloro
che avrebbero fatto diventare
la Basilica un riferimento per gente nostalgica di cose sconosciute a generazioni diverse da quelle degli anni ‘ 40, ’50, ’60,
.
Avevo 17 anni ed un lavoro,
quando incontro don Tonino D’ammando (ex ingegnere a Terni a 40 anni sacerdote – Capranica)
e don Plinio Poncina che invece mi conosceva dall’età di 11 anni,
la parrocchia dei Protomartiri, la sua attivissima comunità laicale,
e la mia richiesta di capire cosa significava essere cristiano nella chiesa cattolica,
(proveniendo dal mondo “nobile” della Chiesa).
Cambia
il mio vedermi cristiano e il mio essere presente nella Chiesa che scopro come comunità.
FINALMENTE !!!!!
Esperienza di anni fortissima,
sacerdoti unici oltre che straordinari,
e laici fantastici.
Hanno segnato il bello della mia vita.
E’ in quella realtà parrocchiale
che io scopro quello che oggi con Luigi,
si chiamano “fatti di vangelo” ,
ma
che con don Plinio e nella comunità, si chiamava
cronaca bianca,
ci aiutavamo ad educarci e a formarci nel costruire i fatti di Vangelo,
ed era una rete che coinvolgeva giovani, ragazzi e bambini, maschi e femmine, genitori,
e
i fatti venivano ciclostilati e persino pubblicati in libricini locali.
Quando mi sentii pronto, a camminare, senza stampelle
bussai alla porta di san Vito,
mi aprì don Umberto Colafranceschi,
un prete di una semplicità e ingenuità straordinaria,
con un povero ma straordinario mondo laicale,
nella “cinta della frontiera” che negli anni ’80 già tutta la fascia intorno a Termini era diventata abbondantemente,
e c’erano solo 2 e veramente 2 gatti di cinesi.
Poi arriverà don Sisto Gualtieri,
il nostro gruppo giovani è forte e combattivo,
è al centro di ogni impegno per creare “comunità”,
momenti di aggregazione anche usando la piazza di s. Maria Maggiore.
Le forze di Roberta, Manuela, Ignazio, Antonio, Paoletto, Francesca…e tutti gli altri acc… la memoria
Ma poi arriva il ’94,
mi sono innamorato follemente,
e ho allentato l’impegno in parrocchia,
come sembra rituale a noi umani….
Dopo?
Un’altra volta !
Caro Luigi,
le mie critiche a Ruini e Ratzingher sono pronto
a ripeterle, quelle fatte negli anni passati,
perchè io ho visto stando all’interno,
non come uno che guardava,
ma come uno che faceva.
Anche quando
ho affermato per i casi delle ambiguità di comportamento sessuale,
Ratzinger,
non poteva non sapere,
lo affermo con la coscienza di ritenere che soltanto
uno che viveva su una nuvoletta in cielo per conto proprio
non si accorgeva di nulla.
Il problema è
che nelle epoche passate
non c’erano strumenti di comprensione per un approccio
a quelle problematiche,
e soprattutto,
perché tutto ciò che concerneva la sessualità
anche con le sue aberranti patologie,
era considerato TABU’,
non se ne poteva assolutamente parlare,
e rientrava esclusivamente nella categoria da peccato-confessionale.
Tutto ciò che era discussione sulla sessualità,
non era comprensibile
(nella Chiesa-istituzionale e conseguente mondo cattolico)
che ne parlassero altri istituti scientifici o agenzie educative,
era soltanto materia di clausura in confessionale,
trattato nella MAGGIORANZA ASSOLUTA
da persone totalmente impreparate chiamate preti,
in vari casi sante persone,
ma indimenticabili
nella loro (oggi comprensibile) impreparazione,
fatte di solo domande,
-come
-quando,
– ……
senza
MAI domandare o domandarsi un PERCHE’.
A
loro non interessava capire o far capire,
all’interessato
specie se bambino/ragazzo/a
un corpo in normale evoluzione,
un corpo in movimento,
e
non ne avevano nemmeno la cultura,
come non ne esisteva allora,
per noi soprattutto cattolici.
La chiesa-istituzione
ha pagato pegno
per la propria storica cecità cronica e culturale,
anche se ingiustamente,
ha pagato soltanto lei,
e
per chi legge la stampa nelle altre lingue,
sa
che queste problematiche erano anche degli evangelici
e dei rabbini,
dei luterani
e degli episcopaliani,
ma
anche nelle reti familiari
di ogni angolo della terra,
in campagna,
in città,
ma il tutto coperto da un tabù
STORICO.
Perché tutto ciò che era in materia di sessualità e sue patologie,
era di spettanza della religione,
della religione in ogni angolo della terra.
.
Si comincia con padre Luigi Rulla sj,
che porta la psicologia del profondo di forza nella dinamica della fede,
anni pionieristici,
1971 in Gregoriana,
lui ha l’esigenza di coniugare psicologia per capire le vocazioni,
ma
il lavoro si allarga.
E’ soltanto tra la metà degli anni ’80 e inizio ’90,
grazie ai collaboratori e discepoli di p. Rulla,
Imoda,
Bresciani,
Cencini,
Manenti,
Ravaglioli,
è nella comprensione scientifica della psicologia del profondo,
che l’affettività e la sessualità hanno un approccio che non è più di esclusiva competenza della religione,
ma entra come dato della scienza,
che aiuta a capire ambigui o discutibili atti nella fede.
Quello che io sintetizzo: contra factum non valet argumentum
E’ grazie alle intuizioni originarie di p. Rulla,
che il successivo lavoro fino ad arrivare a p. Hans Zollner,
attraverso gli specifici canali,
ha potuto far capire al vecchio Ratzinger ormai papa,
cose che lui sapeva ma per cultura era incapace di esprimere,
a meno che vivesse nel paese delle meraviglie in compagnia del suo gattino
e del suo amato pianoforte.
.
Io spero, di riincontrare quel sacerdote
di quando ero ragazzino,
un sacerdote a cui ero affezionato per la sua mitezza,
che non ho mai dimenticato,
ma in quelle prime confessioni,
ero incapace di dirgli che avevo scoperto una cosa che mi dava piacere,
che più tardi seppi chiamarsi masturbazione,
comunque era una roba che aveva a che fare con il pene,
quindi per me era spaventosamente peccato.
Cercavo di dirgli il mio disagio sempre andando a parare su Adamo ed Eva,
ma lui, non aveva gli strumenti
per capire….
per farmi uscire dalle mie paure d’infanzia,
non sapeva come si trattava con i bambini,
era da poco prete,
ora
è un vecchio cardinale,
comunque molto amato, tra i laici con cui viene a contatto,
la sua semplicità non è mai cambiata,
Ma mi è rimasta sempre la voglia di dirgli,
che nel momento che ne avevo bisogno era talmente stupido/impreparato culturalmente,
e
a quanti altri come me è accaduta la stessa esperienza!
io ne sono sopravvissuto,
altri si sono allontanati,
io ho mantenuto la mia fiducia in Gesù,
ma ad altri la fiducia si è irrimediabilmente persa.
L’ignoranza culturale
non può essere una giustificante
per i tanti e tanti, preti, vescovi, cardinali, papi,
che in buona fede,
hanno creato o contribuito a creare degli incapaci all’affettività,
dei relativisti o dei fobici o dei disturbati nella sessualità,
e conseguentemente
degli incapaci a vivere la comunione,
a vivere la generosità.
Io sono grato al Signore per la mia esperienza umana,
che mi permette, invecchiando,
di leggere, di discernere, di capire,
e
di alzare la voce
contro ogni ipocrisia.
Gande cosa, invecchiare!
Peccato per il corpo che perde colpi.
Un saluto a Luigi
Entro per leggere un articolo sull’anniversario del Papa…
… e scopro che Matteo parla di me… !!! Non so se debba ridere o piangere…
non c’è limite al ridicolo (non ti senti ridicolo a prendertela con una nullità?).
La sessuofobia che mi attribuisci non mi appartiene, mi sembri leggermente ossessionato da tuoi fantasmi che proietti sugli altri perché non li assecondano (e se per me parla il mio riferirmi al Vangelo e alla Chiesa cattolica, per te parla il tuo blog pornografico).
Se il sottoscritto non esistesse, non fosse mai esistito o morisse oggi stesso cambierebbe forse la S.Scrittura dove si racconta il progetto di Dio riguardo all’uomo (maschio e femmina) o il decalogo? Verrebbe meno la legge morale inscritta nel cuore di ogni uomo? Si cancellerebbe il magistero bimillenario della Chiesa cattolica e in modo particolare quello che da Pio XI passando per Paolo VI (“sessuofobo” autore della più dirompente enciclica su questi temi del XX secolo?) arriva fino a Giovanni Paolo II, Benedetto, Francesco? Cambierebbe forse il fatto che Dio chiama l’uomo e la donna a vivere la sessualità secondo natura e grazia e non per soddisfare pulsioni naturali o (peggio, ma è realtà quotidiana) fantasie patologiche?
Gesù è venuto per portare all’umanità il Vangelo (lieta novella) che conduce alla vita eterna o una edizione no limits del kamasutra?
Penso che le risposte le conosca anche tu.
Ringraziando il Signore non è compito tuo decidere chi è degno o meno di stare in seminario e diventare prete: io ho piena fiducia nella Chiesa cattolica – nelle cui mani ho messo la mia vita (dono misterioso che mi suscita inesausta meraviglia) per donarla a Cristo – e nelle persone da essa preposte per questo compito.
Saluto tutti (nessuno escluso), prima di tutto il caro Luigi e ringrazio Clodine che non smentisce mai il suo animo nobile (e gli altri che mi hanno difeso).
Dio ti benedica Giovanni. Anch’io ti ricordo sempre, con grandissimo affetto…così come ricordo e prego ogni giorno per i tanti amici sacerdoti, religiosi e religiose che mi hanno accompagnata nel mio cammino di fede…
Un abbraccio.
In Cristo e in preghiera.
Clodine
Caro Mandis,
mi spiace.
Ma non darmi colpe che non ho.
Non sono io che ho spolverato il Mandis,
ma un altro commentatore che ti ha spolverato per accusarmi.
Ora io NON voglio riaprire ferite con l’altro commentatore.
Il fatto che tu chiami il mio: “blog pornografico”
la dice lunga sulla tua fobia, almeno concettuale, della sessualità.
Non è affatto bello dare del sessuofobico ad una persona,
ma
TUTTE le tue espressioni
scritte nel web,
strumentalizzano le parole della cosiddetta “dottrina”
sullo specifico della sessualità.
Io non ho fatto altro che mettere tutte insieme le tue espressioni,
lascio ad altri giudicare,
altri che possono essere
sia cristiani
sia cattolici
sia tradizionalisti.
Ti auguro,
prima dell’Ordinazione Presbiterale
ti facciano fare un corso serio
all’Istituto di Psicologia della Gregoriana.
E comunque anche lì, in Gregoriana,
c’è un consultorio per seminaristi.
La Bibbia e quello che tu dici “magistero”,
non possono dire nulla di scientifico sulla sessualità.
Contra factum non valet argomentum.
La mia dialettica con te si basa su dati di fatto,
su tue espressioni che hai seminato nel web,
e
che per me
sono dati di fobia.
Mi trovo nello strano frangente di cui mi ha rimproverato Luigi.
Se del caso, la dialettica è lesiva nei confronti della dignità personale di Mandis che ci ha messo CORAGGIOSAMENTE la faccia,
può fare una denuncia alla Polizia Postale a cui Luigi,
potrà dare il mio nome e cognome e se del caso gli fornirò anche il mio indirizzo.
Caro Mandis,
è con dolore
che ti dico che trovo orrenda la tua pastoralità,
dalle parole che esprimi in vari luoghi del web,
non vorrei mai che uno che ha una rigidità fuori dalla storia,
divenisse un prete,
io non ne ho bisogno,
e siamo in tantissimi a non averne bisogno.
Se a tuttoggi il mio parlar chiaro per te è pornografico,
è mia opinione personalissima
che dovresti fare un serio discernimento.
Per rispondere alle tue questioni giustificative,
c’è una lunga vena di cultura sessuofobica
che ha attraversato la cultura/formazione di tutti i papi che tu citi.
E’ un dato.
L’Ebreo Gesù è venuto per
curare
e guarire,
è per questo che le folle lo seguivano
e volevano farlo Re.
L’Ebreo Gesù
di Apostoli ne aveva circa una dozzina,
di discepoli qualche centinaio,
il resto era popolo,
era un popolo semplice,
a cui Gesù guariva, curava,
senza esercitare nessun ricatto morale previo.
Se le tue idee permangono quelle che hai espresso fino ad ora
auguro a me stesso e agli altri che tu non diventi prete.
non si diventa preti per se stessi ma per gli altri
non si diventa preti per realizzare se stessi ma per realizzare gli altri
Ti scrivo questo con profondo dolore,
perchè è una dialettica pubblica,
che riguarda umanamente la possibilità di far perdere il “lavoro” ad una persona (se questo è diventare preti).
Io spero che se ti capita di venire a Roma (e ti capita)
ci possiamo incontrare,
incontri il mio volto e il mio nome,
io incontro il tuo volto,
perchè veramente come mi dice Luigi
vivo come una vigliaccheria e dolore
scriverti con la mia chiarezza
dietro il mio acronimo (se sai cosa è un acronimo),
ma
anche
con il mio backround di vita di povero cristiano
nella Chiesa/popolo del Signore,
insieme a tanti altri poveri cristiani.
Ti auguro il bene che il Signore vuole da te
Di che cosa è l’acronimo M.AT.T.E.O?
Merdoso attivista totalmente trombato e orbo?
Malettoso acefalo tutto tanfo e oscenità?
Molteplice assassino tremendamente tonto estremamente oscuro?
Franti, ma, non hai seguito l’iter? l’excursus storico esposto con dovizia?… Per alcuni, suppongo sia rassicurante aver appreso che per essere buon cattolico non serve altro che un’erezione e una doccia fredda …
Ecco Luigi,
come
volevasi
dimostrare.
Clodine,
ne avevi bisogno ?
Per rispetto a Luigi,
ti dico ugualmente Grazie.
Non puoi dire ad un seminarista le cose hai scritto…non è giusto, e non ne hai nessun diritto.
Ti sei offesa al posto del seminarista ?
Pensi che un seminarista sia un dio ?
Da quando non si possono dire le cose ad un seminarista ?
Non ne ho nessun diritto ?
Cara Clodine,
siamo io e Mandis gli interessati,
tu che iolanda c’entri ?
M chi sei per dire cosa si puo’ dire ad un seminarista ?
Fai parte della Congregazione per il clero ?
Ma tu che c’entri con uno che manco è prete ?
con uno che non ha nulla di diverso da me ?
Io certi accenti con te, CLODINE cerco di non averli,
ma
tu stai facendo di tutto per attirarli,
e io spero di resistere.
Non ti mettere tra me e mandis,
che di preti e seminaristi non ne comprendi nulla,
in primis
perchè sei una donna,
in secundis,
perchè hai la iolanda e sei di fatto fuori discussione
puoi fare come tutte le donne
per i preti e seminaristi,
tacere,
servire,
pregare
è storico.
😉
Sorrido mio caro Matteo… Perché io nella mia vita avevo altri progetti (tutt’altro che sessuofobici) non certo il progetto di diventare prete. Solo un pazzo può volere diventare prete per sé, senza che Dio lo chiami. Qualcuno ha deciso o progettato diversamente senza alcun mio merito e con grande fatica sto cercando di rispondere alla Sua chiamata (chiamata particolare al sacerdozio o al ministero ordinato o al servizio, dentro la chiamata giá di di per sé grande ad essere cristiano). Spero e prego ardentemente di farcela per realizzare la Sua volontà e non la mia.
Quindi non sto diventando prete “per me” ma per amore del Signore e del prossimo.
Qualcuno mi ha nominato per farti presente che quando trovi un contraddittorio solido tendi a rispondere insultando e tu ne hai approfittato (per insultarmi…).
Quanto alla denuncia sarei bugiardo se dicessi che non ci ho pensato, ma ringrazio il Signore di avermi chiamato ad una vita di povertà e di non avere soldi per farlo (se li avessi pregherei per non sprecarli in simile modo).
Tu però dovresti stare attento perché prima o poi troverai uno che i soldi li ha.
Quanto al termine “pornografico” è riferito alla disinvoltura con cui banalizzi e degradi la sessualità nel tuo blog mischiandola con atti animaleschi (indegni dell’essere umano creato a immagine e somiglianza di Dio) che nulla hanno a che fare con essa e al fatto che metti in ridicolo l’insegnamento su questi temi della Chiesa alla quale dici di appartenere.
Cordiali saluti.
Matteo guarda la Chiesa è cattolica apostolica e romana ma si aggiorna anche nel resto del mondo e anche in Sardegna ti informo che ci sono… gli psicologi (incredibile ma vero).
Non solo ci sono gli psicologi in Sardegna ma io sono andato di mia spontanea volontà prima di entrare in seminario e ho fatto tutte le visite del caso senza che trovasse nulla di anormale; oltre a questo lo psicologo è una figura stabile nell’equipe del seminario in cui mi trovo e della quale mi avvalgo. Spero che questo ti tranquillizzi.
Caro Mandis,
io non ho creduto mai di insultarti,
ma ho semplicemente tratto conseguenza da quello che hai disseminato nel web, volontariamente e con parole estremamente chiare.
Ero molto conscio di questo,
e avendo speso parte della mia vita in tribunale
mi son sentito abbastanza tranquillo,
sapendo di non averti appropriato di null’altro che non avessi tu affermato.
Il resto è dialettica e in tribunale la vedo dura per una denuncia di diffamazione o calunnia,
a meno che non trovi il solito avvocato che ha bisogno di mangiare e ti fa promesse…
A tuo vantaggio,
avresti la mia debolezza di questi ultimi anni,
e non più la forza aggressiva di chi teneva i propri avvocati con il fiato sul collo.
Di questa mia debolezza ora puoi approfittare alla grande.
La differenza è nella mia sola coscienza
in quanto tu metti la faccia nelle tue idee,
io per motivi personali non lo faccio ancora.
So perfettamente che i seminari sono stati COSTRETTI, dagli eventi e dal Vaticano, ad aggiornarsi con una equipe di psicologi,
so di alcuni,
ma non sapevo di Cagliari dove sapevo che il mons. (Generale) Mani ha ristrutturato il tutto.
Vedi buon Mandis,
ritorni sempre sullo stesso punto:
“degradi la sessualità nel tuo blog mischiandola con atti animaleschi”
che per uno che sarà prete, a me lascia moltomolto, molto perplesso.
La sessualità esercitata per il piacere non è un atto animalesco
perchè gli animali fanno sesso al solo scopo della riproduzione e non del piacere.
La persona che è di più dell’animale
ha avuto il dono di apprezzare il piacere di fare sesso
anche a prescindere dalla riproduzione.
Ma il piacere del sesso
è stato donato dal Signore
anche per incoraggiare la riproduzione,
infatti essendo tra i grandissimi piaceri della vita
ha assicurato
e assicurerà la riproduzione della vita nuova.
Contra factum non valet argumentum.
Se capiterai a Roma,
non mi tiro indietro,
vale quanto già detto.
Ragazzi, il Vangelo di oggi capita proprio a proposito, per tutti e due.
Dategli un’occhiatina…
e che il Signore così vi benedica, davvero.
Con tutto il rispetto questa fissa del sesso che ha Mattro e’ un po’ viscida.
Basta, sembra un quindicenne che pensa di essere l’unico a fare sesso.
Matteo, purtroppo hai una concezione distorta della sessualità e me ne dispiaccio.
La sessualità riguarda l’amore tra l’uomo e la donna e tra loro e Dio.
La differenza tra l’uomo (maschio e femmina) e gli animali non sta nel provare piacere (la fisiologia dei mammiferi è simile) ma nella capacità di conoscere Dio, di amarlo e di amarsi reciprocamente. Gli animali non amano e non conoscono Dio. Gli animali si accoppiano guidati dall’istinto (senza avere un cosciente scopo riproduttivo), l’essere umano si fa guidare dalla ragione, dall’amore verso la controparte e verso Dio e dal desiderio di procreare.
(Come al solito parli di cose che non conosci, nel seminario di Mons. Mani lo psicologo non c’era e quel seminario non esiste piùda due anni).
Mi spiace avere involontariamente scatenato una discussione di questo tipo.
Credo che Matteo debba provare a soppesare le cose che scrive lui prima di giudicare quanto scrive il prossimo. Ma lo stesso vale per tutti noi.
Sono lieto di ritrovare Giovanni Mandis e di venire a sapere che il suo percorso vocazionale e formativo prosegue.
Dio lo benedica e lo aiuti a diventare quel buono e santo sacerdote che desidera essere.
Avevo ragione nel dire :”Non ci si deve illudere che i blog siano spazi di dialogo. Non lo sono per niente.”
Oggi più che mai me ne rendo conto.
Per alcuni individui ogni pretesto è buono per dimostrare, ancora oggi, la verità dell’ “homo homini lupus”. Penso soprattutto ad un post di ieri che lascia tramortiti per la violenta volgarità indecente di chi l’ha scritto.
I fraintendimenti sono all’ordine del giorno. Basta un lapsus, piccolo o grande, per fare uscire dalla bocca un fiume di invettive sconsiderate, che non fanno altro che rivelare l’intimo (vero) di chi le rovescia sull’altro.
C’è solo da chiedersi:come fanno costoro a sentirsi in pace con se stessi e con Dio dopo averle pronunciate? Riescono a cancellarle con un colpo di spugna come se niente fosse? E magari ad accostarsi alla comunione con altrettanta disinvoltura, fra un pater ave gloria recitati “devotamente” magari credendosi dei buoni e PURI cattolici? Con quali giustificazioni mettono a tacere la propria “grossa” coscienza?
Davvero la mente dell’uomo è un mistero impenetrabile.
PS
Sara1, provo a farti presente che se qualcuno parla di sesso, ciò non significa avere “la fissa del sesso”. Pensaci un po’ prima di appiccicare etichette con tanta disinvoltura ed IMMATURITÀ.
E mi permetto di dire che anche i ridicolissimi schieramenti fra persone che sono allineate su un unico fronte (sempre lo stesso!) sono segno di puerile immaturità.
Possibile che non ci si renda conto di questo?
Vedi, Mandis ?
da due anni non ero aggiornato.
Che io abbia una concezione distorta della sessualità,
è soltanto un tuo dato che basi sull’argomento della religione.
Ma come già ho altrove evidenziato,
con la psicologia del profondo,
che è entrata a comprendere e aiutare nel tema della fede della persona,
la sessualità ha terminato di avere come unico riferimento e parametro,
concezioni storico-religiose.
La sessualità ha come riferimento sopratutto la scienza nella sua comprensione più profonda.
Le responsabilità che derivano da una sessualità
che diviene atto di violenza,
o che non è capace di accettare le conseguenze di una vita nuova,
quello ha attinenza con la coscienza religiosa e con la fede.
Il piacere dell’attività sessuale,
è un dato esclusivamente del cosciente umano,
e non degli animali.
.
.
Caro Mandis,
io uso la ragione,
e allo stesso tempo mi informo,
cerco di capire.
Nella bambinitudine credevo che essere chiesa
era fare l’inserviente,
stare con la bella gente, monsignori e prelati vari…
Ma mi è aaccaduto come quel di s.Paolo,
“da bambino ragionavo da bambino”.
Mi spaventa che tu debba vedere nel piacere sessuale un atto bestiale.
L’atto bestiale è
appropriarsi
della moglie,
della compagna
e ucciderla davanti ai propri bambini.
Mi sconvolge che chi continua a richiamarsi al religioso,
persegue nel vedere esclusivamente “”il dito”.
Gente religiosa che non vuole che si parli di sessualità,
è la gente che ha sempre negato che si possa parlare delle varie sfaccettature delle relazioni umane.
Un TABU’
duro a morire,
ma come per tutto il resto, dall’illuminismo in poi,
gradualmente ha trovato la sua fine,
o meglio
è entrato in una nuova ed ulteriore elaborazione,
che la “religio” vietava,
finchè non è stata travolta dal sensus fidelium, oltre che dalla storia.
A te non fa piacere,
ma la storia umana va avanti.
Fino a non tantissimo tempo fa le donne erano considerate dei sacchi
per far germinare lo sperma maschile,
fino alla fine degli anni 40 le donne non avevano diritto ad esprimersi sulle istituzioni dello stato,
(e ancora oggi non hanno alcun diritto e dovere di esprimersi sulle istituzioni della Chiesa……….. la dice lungaaa…)
quando io ero ragazzino,
il prete in chiesa urlava contro le donne che portavano i pantaloni,
e
anzi il Cardinale Siri
fece documento
contro le donne che portavano i pantaloni
perchè
(guarda….guarda….)
ingenerava confusione nella sessualità dei bambini…….
Quando ero ragazzino,
per procurare benessere alla famiglia
cominciano a lavorare anche le donne,
e soprattutto per avere indipendenza dal maschio.
Si reputava che solo il maschio doveva lavorare,
mentre le donne, moglie e figlie
dovevano dipendere dal ricatto del padre o del marito.
Accidenti come ricordo le prediche dei preti e vescovi e stampa cattolica
contro le donne che osavano andare a lavorare come gli uomini….
Caro Mandis,
io presento solo fatti,
fatti,
nient’altro che fatti,
non mi nascondo
dietro la mia fede,
dietro la mia religione cattolica.
La storia umana per fortuna va avanti !
Che la Gerarchia avalli, il pensiero di chi abbia pensieri antiscientifici o antistorici,
(non ho detto mica io, tra le altre cose, che esiste ancora lo Stato Pontificio!!!!!)
non può che addolorarmi.
Io credo che con codesti concetti si vuole ancora fare del male a tante persone,
soprattutto più deboli.
Io credo alla tua buona fede culturale-fuori tempo,
come credo alla buona fede culturale (nel suo tempo)
del papa
che con “Quanta cura”
condannava
la liberà di pensiero e
la libertà religiosa,
e
se avesse avuto il potere di Hitler o di Stalin
avrebbe fatto di più che condannare.
Ma
il Signore aveva per fortuna provvedeva diversamente.
Un saluto e spero che il dolore che oggi ci procuriamo
un giorno possa esserci utile,
come il titolo di quel libro e film “questo dolore un giorno ti sarà utile“
Bentornato Giovanni Mandis.
Non entro in questione perchè non trovo fecondo ribadire posizioni.
Di recente son venuto a contatto, solo per sentito dire, con un approccio differente.
L’approccio è che, di fronte allo sfaldarsi delle famiglie, al dividersi delle coppie anche cristiane, anche mature, si debba cercare soluzioni a breve termine, ma soprattutto a lungo termine.
L’idea di base sta nel cercare e promuovere la coesione tra i coniugi, cercare l’amore fatto di comunione ideale di intenti, fatto di fisicità, di intelligenza fisica e mentale dell’altro.
Non è banale l’idea di occuparsi di curare la coppia per arrivare a curare la famiglia.
La sessualità vissuta e riscoperta tra i coniugi dà tantissimo in questo senso.
Come l’istinto di sopravvivenza aiuta a salvarsi nei casi di pericolo, divenendo un valore anche eroico, così anche l’istinto fisico può trovare la propria giusta dimensione e diventare santo: non può essere considerato malvagio in sè, ma strumento naturale di scambio ed unione tra due persone.
Matteo, grazie della risposta sui temi irrisolti che emergono forti dai primi anni ’80. Ero piccolo ma c’ero. E’ utile focalizzare che a tanto non si è data risposta. Ciononostante, l’articolo di Mancuso mi sembrava una elencazione un po’ sterile di chi chiede risposte ad altri.
Lo so Marilisa se qualcuno parla di sesso in qualsiasi discussione intendevo.
A me sembra un po’ da repressi parlare sempre di sessuofobia, come se dovessi sconfiggerla dentro di te.
È la impressione e lo scrivo, non sparate sul pianista!!
Matteo!!!
non la conoscevo!!
http://ebookbrowsee.net/siri-g-cardinale-lettera-12-06-1960-uso-pantaloni-da-parte-delle-donne-pdf-d185946587
1960. Papa mancato una volta.
Mi viene solo una riflessione pertinente: Siri percepisce che la società si sta muovendo verso equilibri diversi da quelli che aveva studiato, da quelli che aveva visto fino ad allora.
Però tutta la sua attenzione si concentra sul deprecato pantalone!
Penso che possa essere costruttivo fare analogie…
…mutatis mutandis!
Comunque l’idea delle donne “represse” dalla Chiesa è un pregiudizio che bisognerebbe sfatare (e almeno i cattolici dovrebbero provarci).
Lasciamo perdere i pantaloni, che alcune signore indossavano già nel XIX secolo e sono solo una questione di moda.
In una società maschilista e patriarcale è logico che tutte le istituzioni, anche quelle religiose, risentissero della mentalità corrente. Accusare però la Chiesa Cattolica di essere causa di questa mentalità è un falso storico.
Quanto al lavoro delle donne, sappiamo bene tutti che da Eva in avanti hanno sempre lavorato anche le donne, in tutte le epoche storiche, tanto nelle campagne come nelle città. Erano discriminate nello studio e nell’accesso ad alcune professioni “nobili”, ma non erano certo estranee al mondo del lavoro.
Quanto sei diplomatico, Manuel !
Ecco perchè tutti ti vogliono bene…
e invece
io …
perchè sono piccolo e nero….
😉
Ma è il tuo punto di forza
saper misurare le parole.
Ti sembrerà strano,
ma in questa arte ero bravissimo anche io,
poi,
la salute,
la voglia di non fare più repressione tra i miei pensieri in uscita,
la vecchiaia che gradualmente avanza,
ho mandato il mio, anche giusto, perbenismo
a quel paese,
ho buttato l’acqua con il bambino.
Due anni fa, anche il mio vescovo di settore mi fece perdere la pazienza,
e alzando la voce gli ripetei le parole di quel documento che avevamo in mano,
Lui nella necessità di salvare capra e cavoli
negava persino l’evidenza.
Mi ricordo un caso di tanti anni fa,
ero in parrocchia, non a Roma,
c’era il vescovo,
era un vecchio amico di famiglia,
gli chiedevo spiegazioni e lo incalzavo su un documento appena uscito,
del papa, che diceva delle enormità contro ogni ragionevolezza.
Mi fece tenerezza,
cercava di contestualizzare,
arrivando persino a dire che io ero rigido nella interpretazione.
Voleva salvare capra e cavoli.
Ma all’epoca io ero troppo educato e…. giovane,
e pur convinto del contrario,
preferii fargli credere che mi aveva dalla sua ragione….
Con la vecchiaia perdo i freni inibitori del falso buon senso,
e dico chiaramente quel che conosco,
e denuncio con rabbia la tentazione continua a fare ignoranza,
sulla storia, sulla fede, sulla mia religione cattolica.
L’effetto concettualmente di fare ignoranza è parificabile è parificabile in tutte le religioni, all’effetto “negazionista” del vescovo Williamson.
I nostri mondi delle religioni
sono pieni di persone come lui,
che falsificano la storia, la religione…
riducendo ad “argomenti” dei fatti storici, dei fatti esperienziali concreti.
Anche a me destabilizza,
mettere in discussione le impalcature che hanno sorretto la mia crescita e la mia formazione,
ma
in generale,
ho sempre trovato conferma in un ascolto continuo,
di quelli che ne sanno più di me e soprattutto vecchi….
Intuizioni che mi sentivo,
e che l’elaborazione altrui mi hanno liberato.
In questo,
sono grato di vivere a Roma,
che mi fornisce continuamente
un enorme bagaglio di conoscenza,
che
aimè
la memoria ora fatica ad immagazzinare
ed ha basse capacità di riproporre.
“Siri percepisce che la società si sta muovendo verso equilibri diversi da quelli che aveva studiato, da quelli che aveva visto fino ad allora.”(Manuel76)
Questo è il punto.
Anche oggi molti sono incapaci di vedere che la realtà non è, non può essere statica. E che è necessario vederne i movimenti. E che, dunque, i parametri di valutazione di oggi devono essere diversi da quelli di una volta.
E questo non significa lassismo. Vuol dire che si guarda al divenire che di norma esclude–ed è bene che sia così– la “laudatio temporis acti” che rimanda ad una mitica età dell’oro mai esistita.
L’importante è che funzioni il buon senso, ovvero la capacità di usare un misurato senso dell’equilibrio che molti hanno, e che,a maggior ragione, deve avere la Chiesa se si lascia guidare dallo Spirito Santo. Senza paura di dire cose nuove.
È ragionevole o no vedere che questi tempi sono ben lontani da quelli medioevali? E che la Chiesa deve mutare atteggiamento in qualche ambito? Ma deve farlo guardandosi bene intorno, entrando nella realtà quotidiana che si respira nel mondo, fuori dagli edifici ecclesiastici.
Andando a contatto vivo con la gente e non continuando a rimanere sospesa come in un mondo ovattato, per non restare contaminata, e da lì pronta a dare direttive tutte teoriche, dicendo che sta proclamando le parole del Signore.
La lezione, in questo modo, resta teoria pura e semplice e non entra nella testa della gente, perché non riflette i problemi del mondo di oggi.
Tuttavia buon senso ed equilibrio restano punti fermi in ogni età. Peccato che anch’essi siano doni di Dio che non tutti posseggono. E ciò vale anche per i ministri del culto religioso.
Il Papa:
“La prima via della pace? Non autoassolversi dai peccati”.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/santa-marta-32774/
Matteo, non abbatterti così, perchè tanti spunti di sapido confronto vengono da te. E questa lettera è stupenda!
Marilisa, non è tanto l’incapacità di vedere di Siri, anzi. Sembra che abbia la percezione chiara che stia cambiando qualcosa. E’ che se la prenda con l’oggetto che diventa moda e lo esamini con una trattazione di dimostrazione eloquente!
Il ragionamento non ricerca motivazioni, ma assume come postulato il travestimento della donna col costume da uomo e da questo deduce.
Federico, nella lettera di Siri siamo 55 anni fa. E’ l’età di una persona che ancora valida tipicamente sa usare mediamente bene il computer. All’epoca Siri ha 54 anni!
A me fa impressione vedere a che età i personaggi del passato hanno fatto cose. Mi impressiona ancor di più pensare che uno si possa scagliare contro i pantaloni! So che il mio è “il senno di poi”…
“Essi [i sacerdoti] sanno che non non debbono mai avere la debolezza di lasciar credere che accondiscendano a un costume così scivolanre e compromettente tutta la moralità delle istituzioni!”
L’indomani si apre il Concilio.
P.S.: Sulle età: Siri è vescovo a 38 anni, come Woytila. Io compirò i 38 presto. A che età si diviene vescovi oggi? 58? 62? Purtroppo ho ancora speranze!
Tagle e’ diventato cardinale a 54 anni (2011) dipende dal soggetto non dai periodi storici.
Mia cara Sara,17 marzo 2014 @ 14:31
giusta la tua intuizione, anche se i due dati si sovrappongono…
.
Tagle diviene vescovo all’età di 44 anni.
Una età di equilibrio.
E’ illuminante una riflessione della tradizione giudaica, ripresa da Atti,
che divide le età di Mosè in tempi di 40 anni, tre tappe di crescita e completamento di particolari fasi della vita (vedi il libro “Mosè” di p. Carlo, fine anni ’70 credo…)
come
anche Budda e Maometto furono chiamati a 40 anni….
Mah!
.
.
Se il prete Siri aveva 38 anni quando diveniva vescovo,
c’è Francesco di Sales vescovo a 32 anni alla fine del 1500,
c’è Bernardin Gantin vescovo a 34 anni nel 1956
c’è Robert Sarah vescovo a 34 anni nel 1979(GP-II) ,
l’elenco è lungo….
lo zio di mio papà aveva 36 anni quando gli veniva affidata la diocesi, 1915,
ed avrà una vita talmente lunga che ne ho ricordi nella mia bambinitudine,
oltre alla cresima che mi diede all’età di 3 anni per gravi motivi…. suoi…
(papa’ voleva avere questo ricordo prima che il Signore lo portasse via,)
fu una cosa abbastanza semplice c’era lì quel giorno un prete, don Angelo Caranzetti, a cui lo zio chiese di fare da padrino…
Mi rimane una foto, messa male a fuoco a ricordare quell’evento,
ma con don Angelo iniziò una relazione familiare durata fino alla sua morte. Un santo prete, semplice e povero, andava nelle osterie ad incontrare le persone di paese, trovava ogni motivo per fare processioni e coinvolgere tutti, con la coscienza di chi è ultimo.
Ma guarda…. oggi la chiamano periferia….
Sono nato clericale, in un mondo clericale fin nel midollo delle ossa….
e fondamentalmente non mi dispiace del cammino fatto,
spogliarmi di quella comprensione di Chiesa
che era fatta di bella gente da conoscere e tenere, preti e vescovi, e i sudditi (i laici cattolici).
Penso a quella cresima (ex opere operato) a 3 anni,
che rispondeva solo a emozioni affettive,
se io a 18 anni non avessi preso a riesaminare la mia vita di povero cristiano
e a trovare un impulso completamente nuovo!!!!
Per questo il mio convincimento,
che Gesù,
NON è una dottrina, un codice, una complesso di incomprensibili norme,
ma
una relazione
seppure misteriosa e sempre incompiuta.
E come ho già scritto,
mi consola
quando trovo dei vecchi saggi che me ne danno conferma.
Mi sembra molto interessante questo discorso. È un po’ lungo ma ritengo che valga la pena leggerlo. Soprattutto alcuni dovrebbero prestargli grande attenzione.
Il peccato non è nel sesso.
Anche il cristianesimo, per secoli, si è accanito contro il corpo, mentre vediamo che i vangeli ci presentano un Gesù attento ai sensi, alla corporeità, alla carne. Il peccato non viene necessariamente dalla carne, ma dall’intimo dell’uomo.
Autore: Cettina Militello
Tratto da: Vita Pastorale del 01/08/2013
Abbiamo già avvertito come soprattutto in età moderna l’accento si sia spostato dall’adulterio alla sessualità come tale, ontologizzando e dogmatizzando visioni culturali estranee al messaggio cristiano.
Proprio per questo, bisognerebbe riformularlo nel segno della cura, dell’attenzione alla fragilità preziosa che ci costituisce nella concretezza ultima, sessuata, del nostro essere al mondo. E allora, forse, il senso delle “parole” che lo riguardano potrebbe essere: «Non offendere la tua e l’altrui carne».
Il problema infatti è proprio la nostra corporeità, il nostro essere corpo, l’essere carne.
La storia nostra di cristiani paradossalmente è segnata dal rifiuto della carne, dimenticando che per essa abbiamo acquisito la salvezza.
Si parli di pesantezza, debolezza della carne; si legga con disgusto, con astio quasi, l’involucro pesante del nostro essere al mondo, l’idea, neppure tanto nascosta, è quella pagana di una identità debole, onticamente peccaminosa, contro cui occorre lottare e che, comunque, bisogna oltrepassare.
In fondo c’è il rammarico di una creaturalità angelica, unilateralmente spirituale; c’è l’aspirazione a una condizione emancipata dal bisogno: cibarsi, ad esempio, accoppiarsi, o, più semplicemente, dalla modalità drammatica del nascere, crescere, invecchiare.
La stessa parabola del corpo, la sua metamorfosi fisica, appare repellente. Lo spirito, invece, non invecchia mai… Non so perché l’idea di sporco, di impuro, si leghi da sempre ai nostri bisogni.
Certo siamo capaci di transignificarli, di fare del bisogno, dell’uso dei nostri sensi un’arte, ma questo appare più che arte edonismo, peccaminoso indulgere su cose che dovrebbero restare fuori dalla vita del saggio o del credente.
Gesù e la corporeità dell’uomo.
Il cristianesimo non è l’unica religione che si accanisca contro il corpo, che alimenti vilipendio del corpo.
Ma dimentica che, a differenza delle altre, la salvezza che annuncia è legata all’esperienza di un corpo vilipeso e piagato, un corpo che ha attraversato (e sconfitto) l’annullamento della morte.
Personalmente guardo con incredulità l’ipotesi di un Gesù di Nazaret filosofo cinico; non riesco a pensarlo come uno straccione itinerante insensibile ai beni di questo mondo.
Ammesso che certi suoi precetti coincidessero con quelli delle scuole filosofiche o rabbiniche del tempo, i vangeli ce lo mostrano attento ai sensi, alla corporeità, alla carne.
Mangia e beve con i suoi; guarisce le infermità del corpo; è presente a un banchetto di nozze; frequenta e ama discepoli e discepole. Le sue parabole del Regno sono il più delle volte nel segno della gioia riassunta nelle metafore delle nozze e del banchetto.
Gesù ce lo siamo raffigurato etereo, asessuato.
Vergine la madre, vergine lui stesso e, piano piano, abbiamo dimenticato la condizione di quelli che chiama a seguirlo, i quali, vergini o non vergini, rispondono al suo invito, lo seguono incondizionatamente, sedotti dal suo carisma, ma non per questo smettono di avere moglie o figli, o disdegnano la mensa o l’allegrezza contagiosa del seguirlo e dello stare insieme. Non so dove sia nata l’idea che l’ideale evangelico s’incentrasse tutto nella continenza e che questa significasse in partenza disprezzo della sessualità e del corpo sessualmente segnato.
Di certo tutta la precettistica cristiana, tutti i divieti che punteggiano la nostra esistenza, hanno la loro radice in una corporeità “irredenta”, come se il Figlio di Dio non avesse preso carne.
Essere femmina: che disgrazia! Essere maschio: che privilegio!
Alle donne s’è chiesto subito di “diventare maschio”, di sanare la scissura del loro sesso, di contrastare la rottura inflitta dal loro essere al mondo alla purezza/ interezza (maschile) dell’uno. Negativamente “seconde”; negativamente “perforate”; diabolicamente portatrici di un’interpellanza che va dritta alla carne dell’altro.
L’ascesi, la continenza, la verginità sempre e comunque riparo, bastione alla corruzione di un’impura mescolanza.
Ho studiato a suo tempo la molestia nuptiarum. I temi erano quelli della cultura greca, della sua tradizionale androcentrica misoginia.
Come li abbiamo bene metabolizzati! Come ci sono serviti per invitare gli uomini e le donne a sconfiggere il demone della sessualità, ad annullare la loro corporeità per vivere come “angeli”!
Si capisce allora come sia diventata “peccato” la scoperta della nostra identità sessuata, le modalità istintive del prenderne consapevolezza.
Peccato è diventato la domanda, la ricerca dell’altro. Peccaminoso lo stesso remedium concupiscentiae, il matrimonio, tollerato in funzione della permanenza della specie, ma da usare solo a questo scopo e quanto basta. Tutto ci è diventato impurità, porneia, indipendentemente dal fatto che lo fosse veramente, scambiando per sporcizia la stessa fisiologia, lo stesso ciclo che segna la nostra identità sessuata.
Ci siamo inventati addirittura una purificatio Mariae, dimenticando che la madre del Signore non aveva di che purificarsi.
La peccaminosità nasce nel cuore.
Nella casistica del sesto comandamento, nei peccati condannati dalla nostra casistica morale, spesso leggo nient’altro che l’orrore della carne, quello stesso che nel Te Deum ci fa cantare: «Non horruisti virginis uterum».
L’idea che il Figlio di Dio possa serrarsi nelle umide viscere di una donna risulta sconvolgente al punto da mettere in secondo piano il miracolo dell’incarnazione, la santità di colui che s’incarna e quella stessa di colei che lo accoglie.
Personalmente trovo in questo antico inno una riproposizione di quel «nato da donna» di Gal 4,4 che con buona pace dei miei colleghi mariologi non è tanto la prima e più antica memoria di Maria, quanto la presa d’atto del paradosso sconvolgente dell’incarnazione: nascere, appunto, da donna, umiliarsi nel senso dell’abbassamento, del fare propria la prigione, il limite del corpo per assumerlo come proprio.
Naturalmente, e intendo mostrarlo, non è che i peccati di cui parliamo non siano tali.
È peccato violare l’innocenza; è peccato abusare dei piccoli e degli adulti; è peccato chiudersi egoisticamente nella solitudine della propria carne; è peccato rifiutarsi al dono della vita; è peccato guardare con impudicizia chi ci sta accanto; è peccato commettere adulterio.
Ma prima che tutto ciò si configuri come peccato sta, a monte, l’accettazione di sé, della propria corporeità, la cura verso il proprio corpo e il corpo altrui, l’accettazione del nostro limite, del sangue e della carne di cui siamo intessuti e che non sono poi così lontani da ciò che chiamiamo spirito.
È dono di Dio questo corpo di carne; sono dono di Dio tutti e cinque i sensi; è dono il sesso che ci connota, segnaletica della dialogia ontica di colui che ci ha voluti a sua immagine, che ci ha radicalmente fatti domanda, ricerca infinita di lui e di quanti/quante ce ne rendono fruibile, immediatamente fruibile l’immagine.
Impuro non è certamente il desiderio dell’altro/a. Impuro non è l’ascoltarsi dentro per riconoscersi indigenti dell’altro/ a, della carne dell’altro/a. Impuro non è l’amore anche se si intreccia a sudore e a sangue.
Impuro è piuttosto ciò che il nostro “spirito” cova alienandosi da Dio e che non viene necessariamente dalla carne, ma piuttosto viene dall’intimo, dalle facoltà cosiddette “spirituali”.
Non a caso abbiamo richiamato le parole evangeliche, quelle relative alla peccaminosità di ciò che esce dal cuore dell’uomo, dalla sua incapacità di riappacificarsi con sé stesso e con gli altri; dal non sapere aprirsi all’altro cordialmente, senza ipoteca di possesso, senza volerne il male.
A ben pensarci il VI comandamento di per sé evoca un terreno neutro, indifferente. È l’intreccio con gli altri comandamenti che lo declina nella disobbedienza del peccato.
Lo si colga nella prospettiva dei doveri verso Dio: abuso della carne come idolatria; nella prospettiva del rispetto dei/ai genitori: incesto; nella prospettiva del “non uccidere”: violenza in tutte le sue forme sino al dare la morte, al considerare cosa da buttar via, immondizia, il corpo dell’altro; nella prospettiva del “non rubare”: impossessarsi dell’altro/a sino a privarlo/ la della sua dignità; nella prospettiva del “non testimoniare il falso”: calunnia ingiuriosa, disprezzo dell’onore e della onorabilità altrui… Il discorso conduce anche alla dimensione del “non desiderare la donna d’altri”, ovviamente, pur nella ipoteca patriarcale del possesso.
Insomma, l’innocenza della carne, la neutralità che la connota, diventa offesa a Dio e agli altri/e nella misura in cui s’intreccia al dispositivo globale dei comandamenti. Ciò vale ovviamente per la nostra tradizione, avendo noi e solo noi riformulato il comandamento nella forma “non commettere atti impuri”. Cose tutte su cui torneremo ancora a riflettere.
Matteo a quale documento ti riferisci?
“gli chiedevo spiegazioni e lo incalzavo su un documento appena uscito,
del papa, che diceva delle enormità contro ogni ragionevolezza.” (Scritto ieri h.12.56)
Ciao, Mandis,
sto disseminando con dati della mia vita personale,
qui in casa di Luigi …….
che manca solo la firma…. (Luigi ????? … ma per ora non mi sento pronto)
.
Nel mio commento che tu citi (nel post di Luigi),
ero interessato solo a “narrare” la mia vita di cristiano che nasce clericale in un mondo cattolico a fasce di zebra ancora fortemente clericale,
e della mia conversione a cristiano che scopre che la Chiesa è prima di tutto “popolo di Dio”.
Conta che i miei amici sacerdoti e o professori, degli anni ’60 ’70 erano 40-50-60enni, e oggi in maggioranza presso il padre.
Uno dei miei attuali punti di riferimento è un vecchissimo padre gesuita di 90 anni….
(tanto per farti comprendere, Mandis, il target della mia formazione).
.
Dunque,
in quel commento
io ero interessato solo a “narrare” quella mia conversione,
il documento che ricordo è un fatto accidentale della mia narrazione di vita.
Non ti fermare al dito, per favore, Mandis.
Un saluto
Devo dire che faccio fatica,
nel leggere tutti i commenti di Ginestra,
pensarla come una giovane universitaria,
con sintomi vocazionali,
che cerca qualcosa di molto rigido.
Ma quanti sono quasti giovani rigidi in cerca di qualcosa di rigido ?
Tra i giovani della mia parrocchia molto animata,
di quel tipo lì,
ce ne saranno due, tipo due.
Ma questi giovani in cerca di rigidità,
stanno tutti arrivando dal di fuori della stuttura territtoriale della chiesa locale ?
Matteo, confronta il post di Luigi : Un prete callejero sulla cattedra di Pietro
Sulla scia ……del mio commento sul dato “Ginestra”
Ri-leggendo Svidercoschi “Mal di Chiesa”
rimango colpito dal suo duro giudizio nei confronti della Chiesa in Francia.
Se i vescovi francesi non avessero rifiutato i “lefebvriani” fin dall’inizio,
non sarebbe successo tutto quel casino storico
che è arrivato fino a Benedetto XVI che ci ha messo la toppa…..
… inventando un doppio altare, un doppio sacrificio eucaristico…,
annullando persino la giurisdizione-teologica del vescovo sul sacerdote.
.
[Il sacerdote partecipa della pienezza sacerdotale del Vescovo,
il quale gli dà anche il celebret,
che lo autorizza a celebrare,
celebret, che il sacerdote fuori diocesi
deve esibire se si presenta nella sacrestia di s. Maria Maggiore in Roma a celebrare.]
.
Ecco,
mi faccio molte domande !!!!!
.
Dai siti web dei cattolici tradizionalisti,
evinco che ci sono persone che non sono proprio vecchini,
ma giovani
che stanno facendo opera di proselitismo concreto,
per il ritorno ad un catechismo (pio X) memorizzato senza “pensiero”,
e alla messa celebrata in stile s. Pio V (riveduta Giò XXIII).
Ci sono siti web di cattolici tradizionalisti
che continuamente
denunciano vescovi che non autorizzano ai preti la messa-pio-V,
e che pubblicizzano le opere di convincimento che riescono a fare.
.
Nella LIBERTA’ tutto questo a me sta bene.
.
Ma penso alle parole di Svidercoschi,
e
rifletto.
Siamo nel 2014,
e ci sono giovani che cercano qualcosa di rigido (30-40enni)
che stanno andando verso la costruzione di una Chiesa parallela,
– dove c’è una dottrina da mandare a memoria,
– dove c’è una messa in cui non è necessario capire,
– in cui la Bibbia è marginale (come lo era nella messa-pio-V).
– .
Finalmente nella Gerarchia Cattolica è arrivato qualcuno
che ricorda che condannare non porta frutti.
.
MA
E’ NECESSARIO capire questa parte di mondo cattolico in ricerca di qualcosa di rigido.
Chi ha il ben dell’intelletto,
che a me manca,
dovrebbe
ricercare,
capire,
pubblicare.
.
Benedetto XVI,
aveva fatto la “Summorum Pontificum”
– sperando di avere in cambio la benevolenza della FSSPX,
– e in fondo sperando di mettere i primi paletti di una nuova ricostruzione della Messa,
in cui riprendendo la Messa di san Pio V si integrasse con elementi da acquisire dalla Messa cosiddetta di Paolo VI ( come scrive personalmente ad un professore che lo interpella).
La FSSPX gli ha risposto picche.
Ma intanto
la “Summorum Pontificum”
ha aperto il varco di “Porta pia”
per una doppia Liturgia e il rientro di elementi di contesto dottrinari fuori della storia,
che
stanno configurando una nuova “Chiesa parallela” .
Occorre qui avere capacità di equilibratissimo discernimento.
Ricordandomi delle parole di Svidercoschi,
che stavo continuando a leggere stanotte,
il silenzio,
far finta di nulla “madama la marchesa”,
o eventuali condanne,
non aiuteranno noi cattolici che siamo la Chiesa.
Da questa mia riflessione un appello
a te Luigi, e ai vari giornalisti cattolici,
di esaminare senza acrimonia (io non ne sarei capace),
e di gettare(pubblicizzare) in faccia a noi cattolici e gerarchia,
un serio esame di cosa accade e cosa i cattolici/Chiesa,
debbono poter fare per aiutarsi a non farsi del male.
Io ho ricordi di miei familiari cattolici rigidi e bigotti,
che hanno fatto tanto del male, senza esserne coscienti,
e quindi,
personalmente, lo vivo come allarme.
Un saluto
@ manuel76 – 18 marzo 2014 @ 17:38
Ho letto ed ho anche sorriso.
Ma come vedi,
l’argomento “Ginestra”
(grazie alla mia momentanea lucidità),
e per la lettura notturna nell’attesa che il mio corpo smettesse di darmi problemi,
mi ha posto una richiesta/ riflessione più ampia,
di cui non faccio domande per risposte da commento a Luigi,
che ha abbastanza lavoro,
ma una richiesta generale a cattolici di buon senso, preti, vescovi, giornalisti.
Da una parte abbiamo Francesco, che apre le porte per far uscire Gesù ad incontrare le persone in questo ospedale da campo…. che chiede a laici, preti, vescovi, di andare a cercare le “99 pecorelle”…..
Dall’altro, abbiamo persone, che fanno richieste molto diverse,
che paiono fuori dalla storia,
ma che sulla base delle loro richieste stanno costruendo in modo cattolicamente “legale”,
grazie alla “Summorum…”
la “Chiesa parallela”.
Anzi, sono grato a Ginestra e Svidercoschi,
che mi hanno messo in grado di pormi la questione,
al di là di chi sia o meno Ginestra.
un saluto a te Manuel
Non capisco… Matteo, parli di un documento del Papa che secondo te dice delle “enormità contro ogni ragionevolezza”, e se ti si chiede qual è questo documento non rispondi? Che modo strano di dialogare…
Mandis,
a te interessa la polemica ?
Io stavo narrando un frammento della mia vita,
i miei comportamenti,
le mie comprensioni che cangiano nel tempo.
Hai uno strano concetto di dialogo !!!
http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=1644
Ma soprattutto c’è, credo, un modo cristiano di fare l’amore. Lo facevo dire a una catechista di un corso prematrimoniale, in un mio vecchio racconto. È quando i due «si rispettano, non approfittano l’uno dell’altro, non fanno né chiedono nulla che comporti umiliazione, che esprima possesso, che consideri l’altro un oggetto». E «cercano di essere sinceri, di non usare l’intimità per mentire, per far credere all’altro qualcosa di sé che non è vero, insomma, per far credere che amano, quando non amano più». E «si sentono responsabili, perché una volta che sei stato con una persona, questa ti riguarda da vicino, non puoi disinteressartene dicendo: ho le mie cose a cui pensare, non posso mettermene anche per te».
O.T.
Un Pastore con l’odore delle pecore: la storia di don Peppe Diana, prete ucciso dalla camorra, ora su Rai1.
Matteo, puoi narrare quello che vuoi di te stesso, ma se lo fai in uno spazio altrui gentilmente concesso a TUTTI, se narrando aneddoti della tua vita affermi che un Papa avrebbe scritto un documento contenente “enormità contro ogni ragionevolezza” è il minimo dell’educazione se interrogato rispondere a quale documento ti stai riferendo, poi fai come ti pare. Arrivederci.
Ciao Giovanni….approfitto per salutarti e…a proposito di documenti …la Deus Caritas Est capita come il cacio sui maccheroni e ritengo ne rappresenti un fantastico esempio. Una pietra miliare per la vita personale di ciascuno. Uno di quei documenti il quale, scevro da “paroloni ad effetto” -capaci solo di confondere il quadro, abbastanza serio, dove la visione pansessualistica della personalità trova conforto in un edonismo materialistico/ consumistico, senza precedenti [e la cronaca ce ne illustra il dramma] – arriva al cuore del problema, senza minimizzare l’esistenza del peccato morale, che è sempre consapevole!
Ricorderei, se ce ne fosse bisogno, che male e peccato non sono sinonimi , mentre lo sono “male morale” e “peccato”. Ci si può anche convincere che questa “operazione” di discernimento non esiste e ostinarsi a non volerla riconoscere, ad impegnare l’intelligenza nel cercare “ragioni” per difendersi e rimanere chiusi nella cecità di astute autogiustificazioni. Di fatto, la sessualità viene sempre più oggettualizzata e considerata come un bene di consumo da spendere e di cui godere a proprio e insindacabile piacimento.
Lo so, non è facile accettare che il male morale, personale , esiste, e fu esperienza bruciante fin dalle prime comunità del cristianesimo. Che anche nell’AT sono descritte degenerazione dei rapporti sessuali. Che la stessa rivelazione ricorda [Davide e Betsabea] la complessità relazionale e la complicità con il peccato che si instaura. Ma soprattutto, ricorda come sia fragile il crinale oltre il quale abusando del trinomio “sesso, eros, amore” si entra nel vortice dell’Inferno che ha tre porte [come recita anche il testo sacro della religione induista] : la lussuria, l’ira e l’avarizia!
Perciò, la Chiesa non ha mai discriminato il corpo, né la carne , anzi…ma ha sempre tentato di riposizionarla nel suo giusto alveo: come parte essenziali dell’uomo e del creato, che assorbiti nel Cristo morto-risorto, sono stati ricollocati nella stessa dimensione divina da cui provengono…
Buona lettura…
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20051225_deus-caritas-est_it.html
@ Giovanni Mandis 19 marzo 2014 @ 2:02
Stai menando il can per l’aia.
Ti sta rodendo che non ti do’ destro alla purezza della polemica.
…………………………………
visione pansessualistica della personalità
edonismo materialistico/ consumistico,
Che la stessa rivelazione ricorda [Davide e Betsabea] la complessità relazionale e la complicità con il peccato che si instaura.
la Chiesa non ha mai discriminato il corpo, né la carne ,
………………………
Come
Come fare terrorismo psicologico e di religione ?
Mi dico seriamente.
Come piegare la Sacra scrittura alle proprie esigenze di terrorismo ?
Cercando di usare paroloni che non hanno nulla a che vedere con il discernimento,
e usando la passione sessuale di Davide e Betsabea
per indicare il dito e non la luna.
Al solo scopo di fondare la sessualità all’origine dei mali,
come era nella cultura della Chiesa e dei cattolici
fino ad alcuni decenni fa.
Che cosa in effetti il profeta dirà a Davide ?
Dove è il suo male più profondo ?
Nella violenza e nella ingiustizia.
Per passione Davide fa due cose,
ruba la donna di un altro,
fa uccidere una persona.
Comprendo perché un target di persone,
si sta volgendo verso la summorum,
perché
si ritorni alla non-conoscenza delle Scritture,
e
si rimaterializzi il terrorismo
contro il dono dell’attività sessualità, che è anche ludicità.
Che la Gerarchia e tutta una corrente di pensiero,
soprattutto in passato,
ma con una vena carsica ancora attuale
non abbia
discriminato il corpo, né la carne ,
e
scritto anche da una donna
è
di una enormità antistorica che nun se po’ sentì.
Perché fare affermazioni autoreferenziali ?
Non basta dire è solo una mia opinione ?
In fondo ciascuno è depositario in coscienza di una sua visione di verità,
anche se mai corrispondente all’”esattezza”.
“Sta scritto…. ma”
Quante bestialità vengon scritti su questi lemmi
Ma….,
ovvio la mia è opinione dialettica personale,
ricerca personale,
quella degli altri la verità/esatta – scienza infusa
Un saluto
@”Ma….,
ovvio la mia è opinione dialettica personale,
ricerca personale,”.
Ecco, è la tua ricerca personale, l’importante che tu lo comprenda e lo dica. Senza per questo tacciare chi non la pensa come te di essre un beota.
Io non dico “paroloni” senza discernimento. Quell’operazione oscena, semmai, la farai tu, e altri come te. Siccome chi non la pensa come te sarebbe un deficiente, mentre tu “l’elevato sul monte della Trasfigurazione”, Tu” l’ipse dixit ”
il novello Messia che parla con Mosè ed Elia, ti dico che fai sorridere ,e tra l’altro, francamente, non si riesce a capire un tubo delle cose che scrivi e che dici, Matteo. Fattene una ragione.
E aggiungo, caro Matteo, che a non usare discernimento circa l’accenno a Davide e Betsabea, se tu; che ad indicare il dito e non la luna: sempre e solo tu!
Chi non conosce la scrittura: ancora tu e, a quanto pare, a grattare la vernice restando in superfice…di nuovo tu! Ciò che volevo dire, e che forse non conosci,o non hai captato, è il “climax” dentro al quale si svolge l’intera azione del Re Davide [non troppo dissimile dalla nostra attuale] un climax di secolarizzazione in cui Israele era piombato, una sorta di “regime mondano”, lontano da Dio e dalle leggi di Dio, contaminato dagli idoli delle civiltà orientali coeve. Qui, si colloca e si situa il brano, caro Matteo! Parla di Israele in un contesto di “struttura di peccato” -proprio come quella in cui siamo immersi- Si unisce a Betsebea la quale resta incinta e per nascondere la paternità fa uccidere il marito di lei [il quale, da soldato fedele non aveva toccato la sposa sapendo di dover andare in battaglia]. Sembra un fatto di ordinaria cronaca dei nostri tempi dove se una mogli è scomoda la si fa sparire…
L’ittita muore e il cerchio di male s’allarga: tutti, a iniziare dai servi fino al comandante imparano dal re la logica del peccato, si parte dall’assenza di moralità , dalla debolezza della carne per sprofondare in un ciruito infernale con conseguenze che non saranno cancellate. Quello stesso peccato contamina Joab che lo interiorizza nella sua coscienza e se davide ebbe la forza di convertirsi Joab non poté farlo….
Morale: vi è un’efficacia storica del male [vedere la prostituzione delle minorenni, ad esempio] che è peccaminosità sollecitata e messa in atto da altri, non sempre cancellabile con la conversione…Tutto qui!
Davide si converte, grazie a Natan [storia del peccato della pecora e del malfattore] e sinceramente…ma il peccato -partito dalla cupidigia sessuale, o cuncupiscenza, come vuoi- diviene un “peccato sociale” che coinvolgerà la sua casa [morte del figlio] e per certoìi aspetti anche l’intero popolo.
Morale : Davide è andato contro la sua professione e coscienza di fede. Ergo che conversione di fede e conversione morale sono legate dallo stesso filo, anche se distinte….
Pensando a Davide e Betsabea
http://www.youtube.com/watch?v=WJTiXoMCppw&feature=kp
Cara clodine,
ho pensieri non educati al vedere come prendi d’aceto,
ma me li taccio.
La TUA teologia è unica.
Pieghi tutto alla tua visione personale
facendone la TEOLOGIA per eccellenza.
Io ammetto la mia opinione personale frutto di ricerca,
e ne sono contento di questa mia ricerca.
Non sei tu il punto di riferimento
della mia fiducia in Gesù (che mi dà consolazioni come tante oscurità/buio)
diversamente
mi sarei già suicidato.
Al contrario di te, caro Matteo, io, di mio, non dico niente…teologicamente, poi, non esiste una mia/tua teologia, come non esistino speculazioni filosofiche/o teologiche ma solo ’attenzione ai dati della storia personale e collettiva dell0umanità che si sviluppa nel silenzio di Dio: due storie che si intrecciano, così da formare un’unica storia sacra, che diventa storia della salvezza.
Il Vangelo di Domenica insegna che solo Cristo è trasfigurato sul Tabor, non noi.Lo saremo, quando resusciteremo. …E’ . Lui a parlare con Mosé ed Elia e di Lui [come ammonisce il Padre dalla nube] si deve Ascoltare.
Noi, proprio come Pietro, Giovanni e Giacomo pretendiamo di metterci al suo livello, ma non capiamo niente se non la nostra insipienza. Ogni cosa sotto il cielo segue una sua gerarchia, ma noi abbiamo finito con il livellare tutto: i padri con i figli e i figli con i padri, gli allievi al posto dei professori … tutti s’intendono di bioetica malgrado non sappiano nulla di dinamiche interne al Magistero; laici, sociologi, filologi fanno il contropelo alla Chiesa con il rischio di fornire giudizi frammentari ed emotivi, poggiati su notizie incomplete e non ben comprese. Anche tra i teologi avviene lo scambio dei ruoli per cui ci s’improvvisa ora dogmatici, ora ecclesiologi, ora pastorali ora esperti in teologia morale…che babilonia!La teologia non ha a che fare con verità assolute e aprioristiche imposte dall’esterno, ma
con la storia, che è storia di salvezza.
@corrige: “come non esistono speculazioni filosofiche/o teologiche”…
in quanto all’aceto…stai prendendo un grosso granchio: evidentemente è la proiezione del tuo inconscio! Nessun aceto in vista, tranquillo!
Se ognuno avesse una propria teologia non avrebbe senso appartenere alla Chiesa Cattolica.
Chiamasi soggettivismo ed è una tentazione dei nostri giorni.
Benedetto XVI ci ha messo in guardia per anni, ma oggi sembra tutto già dimenticato.
Il Signore ci aiuti!
Clodine non “prende d’aceto”, ma, come il vino buono, con gli anni migliora.
Se fosse il punto di riferimento di Matteo, sono convinto che non ci sarebbe stato un suicidio, ma semmai una conversione.
Matteo non ho capito se ha avuto problemi con un’educazione eccessivamente rigida ma esagera con questa sessuofobia della Chiesa,
La Chiesa ha sempre difeso la bontà della sessualità umana basti pensare alla polemica contro gnostici e catari che vedevano il corpo come qualcosa di negativo.
In ogni caso dipinge che non esiste nemmeno in fotografia (ha mai ascoltato un corso per fidanzati?) e da un’idea assolutamente fuorviante del magistero.
Federico, fu proprio Benedetto a firmarsi sia come Papa che come Ratzinger, se non ricordo male, con l’intento di essere criticato sul piano teologico.
La teologia come dice Clodine deve essere un divenire, perchè sono il discorso, la parola, la logica, la dialettica, il modello interpretativo che ci consentono di comprendere qualcosa a proposito di Dio.
Applicare la propria intelligenza (=capacità di capire) e provare a proporre quello che si è capito consente di comunicare agli altri…con la dovuta modestia, con la duttilità di chi sa ascoltare gli altri, ma senza avere paura di proporre.
Preferisco uno che spara una stupidaggine, ma ha provato a dire qualcosa e magari tra le sparate tira fuori una idea importante, a chi paralizzato per la paura di sbagliare non fa e non dice nulla!
Sara,
se non hai letto miei precedenti commenti,
di questi ultimi gorni,
non ho alcunissima intenzione di ricominciare daccapo.
Tu sei convinta di una tua chiesa che ha sempre difeso, la bellezza del dono della sessualità,
e a me basta conoscere tutta la storia dei nostri Padri della chiesa
per avere la certezza.
Stai tranquilla, Sara,
io rispetto la tua “difesa di ufficio”,
che sono sicuro ti darà tanta consolazione.
Be Sara, forse perchè sei donna non hai mai sentito, anche in confessione, i consigli edificanti contro la masturbazione…c’è veramente da ridere a ripensarci.
E il talare che i preti si toglievano solo sotto le coperte…perchè la vista del proprio corpo poteva indurre in tentazione!
@Manuel,
va bene tutto, ma la teologia cattolica ha un orientamento chiaro e per quanto consenta ricerche individuali e personali, non può comprendere tutto e il contrario di tutto. “In divenire” non può significare “relativista”.
La strada è chiara e la porta, purtroppo (e quanto ci dispiace!) resta quella stretta: chi vuole proporre strade più confortevoli e porte più ampie eviti di spacciarle per cattolicesimo.
…
“IL” talare? Ma questo è sessismo bello e buono! Se lo leggesse la Boldrini, povero te!
Per me ha ragione Sara: questi sono stereotipi di una Chiesa che non c’è più già da molti anni. La lettura della sessualità è cambiata e varrebbe la pena prenderne atto.
negare il ‘cambiamento di paradigma’ rispetto alla sessualità, nella Chiesa, è segno di totale mala fede: in tutta la trattazione di GS appare sempre, e ripetutamente, la famosa “mutua personarum donatio” ,ovvero, la relazione interpersonale specifica e paritetica che: a) abolisce ogni superiorità o potestà dell’uomo rispetto alla donna (Aequali etiam dignitate personali cum mulieris tum viri agnoscenda in mutua atque plena dilectione; b) dà un nuovo senso e dignità al rapporto sessuale: così la sessualità ha una sua propria e specifica finalità, indipendente per principio dalla finalità procreativa.
La talare non la porta quasi più nessuno Manuel se n’è accorto?
In ogni caso e’ vero che la Chiesa ha difeso la sessualità, basti dire che il matrimonio valido e’ il matrimonio consumato, in effetti la reazione dell’amore cortese fu quella di un amore tutto idealizzato e smaterializzato.
Perché volendo a volte e’ stata fin troppo materiale nella visione dell’amore.
Per il resto secondo me le cose che dice Matteo non so dove le vede oggi A.d. 2014…
La Deus Caritas in ogni caso e’ bellissima.
“Matteo non ho capito se ha avuto problemi con un’educazione eccessivamente rigida ma esagera con questa sessuofobia della Chiesa,
La Chiesa ha sempre difeso la bontà della sessualità umana…”(Sara1)
Non per intromettermi,Sara, ma stai sbagliando di brutto.
Forse non hai letto quel discorso che ho postato due giorni fa, fatto da una persona che sa molto più di me, di te e di tutti noi messi insieme.
Riporto solo alcune parole e leggitele bene.
“Non so dove sia nata l’idea che l’ideale evangelico s’incentrasse tutto nella continenza e che questa significasse in partenza disprezzo della sessualità e del corpo sessualmente segnato.
Di certo tutta la precettistica cristiana, tutti i divieti che punteggiano la nostra esistenza, hanno la loro radice in una corporeità “irredenta”, come se il Figlio di Dio non avesse preso carne.”
Sara, smettila di idealizzare la Chiesa. È evidente, evidentissimo, che tu non conosci TUTTA la storia della Chiesa. Allora devi essere più cauta.
Solo dopo il CVII è cambiato qualcosa nella Chiesa, l’ho già detto molte volte.Tu il periodo precedente non l’hai vissuto, io in buona parte sì, ahimè.
Libera di non credermi, ma quel che dico è la pura verità. Credo che a nessuno piaccia contare frottole qui dentro; se qualcuno lo fa, è solo per difendere posizioni di comodo, e sbaglia. Io di certo non ho nessun interesse a dire cose non rispondenti al vero.
Ma tu, scusa, sei Alice nel paese delle meraviglie?
“basti dire che il matrimonio valido e’ il matrimonio consumato…”
E te credo! Il sesso la Chiesa l’ha visto solo in funzione della procreazione e delle voglie (lecite) del maschio.
Stessa, identica, visione dell’Islam. Maschilismo e ignoranza insieme.
Nei paesi arabi, cara Sara, addirittura intervengono sul sesso delle femmine, allo scopo di inibire il piacere delle donne( non certo quello degli uomini).
Non mi piace trattare questi argomenti, ma quando trovo persone così sprovvedute, mi sento obbligata a farlo.
Ripeto: se qualcosa sta cambiando nella Chiesa cattolica, ciò è merito del Vaticano II, quello demonizzato, appunto, dai conservatori più ignoranti.
In realtà in un certo senso correnti gnostiche tornano sempre. Ad esempio la pornografia e’ sesso smaterializzato, in Giappone c’è’ uno strano fenomeno per cui i giovani preferiscono il sesso virtuale a quello reale. Anche da noi in effetti Umberto Eco ha scritto qualche cosa da poco dopo lo cerco.
Quello che e’ nuovo più che la difesa del sesso e’ l’attenzione verso l’amore romantico degli sposi.
http://espresso.repubblica.it/visioni/2014/01/03/news/umberto-eco-caro-nipote-studia-a-memoria-1.147715
La prima parte
http://www.corriere.it/esteri/13_ottobre_27/giappone-sindrome-passione-ragazzi-preferiscono-sesso-virtuale-8002fca4-3efe-11e3-849f-64e2eb8e7cda.shtml
Non mi rode proprio nulla caro Matteo, avrei voluto semplicemente andare a leggere questo documento in cui sarebbero scritte “enormità contro ogni ragionevolezza”. Pazienza.
Cara Clodine 19 marzo 2014 @ 19:14
in tutti i vari mesi passati,
pur vedendo i tuoi commenti,
sono Sempre riuscito a fare a meno
di commentare, tuoi commenti, della tua teologia.
Magari anche il provider se ne sarà accorto ! 🙂
A te non è sembrato vero
inserirti al posto di Mandis per fare i giochini con me.
A me non frega,
e spero che riesca in futuro a fregarmene
della tua teologia e dei tuoi giochini di parole teologiche
sulla pelle delle persone.
Io
dalla mia ricerca personale,
cerco di imparare a capirmi e a capire la carne delle persone,
il dolore,
le gioie,
non a fare masturbazioni mentali per sentirmi il primino della classe.
Non ti piace,
chissene.
Nella maggiorissima parte dei casi,
cerco di non entrare in discussione/collusione con te,
cerco di rispettare la tua cultura.
Anche questa volta ci sei riuscita.
Non sei tu il mio riferimento,
in questo blog.
Io non so se tu sai il significato del dolore e della sofferenza,
Chi soffre,
non va a fare piaghe nei corpi degli altri,
cosa che a te, invece, dà grande goduria.
Da alcuni tuoi commenti
sembra che tu dovresti capire qualche cosa del dolore.
Ma non mi inganno.
Ci sono persone
che sono invece indurite e incattivite dal dolore,
che ricercano la propria soddisfazione nel
restituire 100 volte tanto.
Puoi goderti la tua soddisfazione.
Soddisfatta!? No guarda, ti concedo l’onore…..sono convinta che la peggiore disgrazia che possa capitare ad una persona è essere soddisfatta di sé…per carità! Anche Dio fu soddisfatto della Sua opera, e Gli fu fatale ” ! Mai abbassare la guardia…In questo contesto poi…il giudizio negativo mi soddisfa ancora più di un elogio: inebriante, una vera goduria !!
Sara, l’abito talare è stato abolito insieme alla messa in latino. Pertanto, visto il ritorno di quest’ultima penso che s’approssimi anche quello della prima.
Io conosco decine di sacerdoti che usano ancora solo quella!
Federico, la porta deve essere quella giusta. A volte che sia stretta o larga dipende da quanto uno è grasso e alto.
Voglio dire che ciascuna persona ha delle possibilità di pensiero e di opere.
Sarebbe da valorizzare la ricchezza che ciascuno può portare alla comunità: pensiero, idee, creatività…e se una è stata abbandonata dal marito, ma dà tanto alla comunità non è già “in comunione” con i fratelli e con il Signore?
Invece a volte sono riconosciuti buoni cristiani persone che hanno aspetto formalmente irreprensibile ed esemplare, ma sotto sono invidiosi, sembrano miti, ma sono iracondi.
La talare non è stata abolita affatto al massimo e’ caduta (giustamente a mio parere) in disuso, alcuni la portano (pochi) altri no c’è libertà.
In ogni caso il 90% delle discussioni sono così si danno per vere cose che non lo sono.
@Manuel,
non ci siamo. La porta della salvezza non è “su misura”: è stretta!
Ecco le parole del Papa:
http://www.vatican.va/holy_father/francesco/angelus/2013/documents/papa-francesco_angelus_20130825_it.html
La talare è ancora usata e paradossalmente più dai sacerdoti giovani che da quelli più maturi, ma non sempre: quando un prete sta in oratorio con i ragazzi o insegna catechismo o si dedica ad attività caritatevoli è giusto che sia abbigliato in modo confortevole e “pratico”, ma quando si dedica al suo ministero sacerdotale
Sara, perchè devi fare polemica?
Da una ricerca rapida è del 1983 il riconoscimento di abiti non necessariamente talari, ma comunque distintivi e decorosi. Giovanni Paolo II la raccomanda nella seconda metà degli anni ’90.
Rimane tutt’oggi l’abito proprio.
Rimarrebbe l’obbligo dell’abito scuro, del colletto e della croce. Parecchi sono i sacerdoti che non lo rispettano.
La veste talare non è stata abolita, mi chiedo sempre come/dove nascano queste leggende metropolitane. E non è nemmeno una questione lasciata alla libertà del singolo.
– Il Diritto Canonico: “Can. 284 – I chierici portino un abito ecclesiastico decoroso secondo le norme emanate dalla Conferenza Episcopale e secondo le legittime consuetudini locali.”
– La CEI prescrive con Delibera n. 2, 23 dicembre 1983 [Can. 284]
“Salve le prescrizioni per le celebrazioni liturgiche, il clero in pubblico deve indossare l’abito talare o il clergyman” NCEI 1983, 7/209
– La Congregazione per il Clero emana nel 1994 il
Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri in cui al n.61 è scritto:
“Importanza e obbligatorietà dell’abito ecclesiastico
61. In una società secolarizzata e tendenzialmente materialista, dove anche i segni esterni delle realtà sacre e soprannaturali tendono a scomparire, è particolarmente sentita la necessità che il presbitero – uomo di Dio, dispensatore dei suoi misteri – sia riconoscibile agli occhi della comunità, anche per l’abito che porta, come segno inequivocabile della sua dedizione e della sua identità di detentore di un ministero pubblico. Il presbitero dev’essere riconoscibile anzitutto per il suo comportamento, ma anche per il suo vestire in modo da rendere immediatamente percepibile ad ogni fedele, anzi ad ogni uomo, la sua identità e la sua appartenenza a Dio e alla Chiesa. L’abito ecclesiastico è il segno esteriore di una realtà interiore: «infatti, il sacerdote non appartiene più a se stesso, ma, per il sigillo sacramentale ricevuto (cf.Catechismo Chiesa Cattolica, nn. 1563, 1582), è “proprietà” di Dio. Questo suo “essere di un Altro” deve diventare riconoscibile da tutti, attraverso una limpida testimonianza. […] Nel modo di pensare, diparlare, di giudicare i fatti del mondo, di servire ed amare, di relazionarsi con le persone, anche nell’abito, il sacerdote deve trarre forza profetica dalla sua appartenenza sacramentale».
Per questa ragione, il sacerdote, come il diacono transeunte, deve portare o l’abito talare o «un abito ecclesiastico decoroso, secondo le norme emanate dalla Conferenza Episcopale secondo le legittime consuetudini locali»; quando non è quello talare, deve essere diverso dalla maniera di vestire dei laici e conforme alla dignità e alla sacralità del ministero; la foggia e il colore debbono essere stabiliti dalla Conferenza dei Vescovi;
per la loro incoerenza con lo spirito di tale disciplina, le prassi contrarie non contengono la razionalità necessaria affinché possano diventare legittime consuetudini e devono essere assolutamente rimosse dalla competente autorità. Fatte salve situazioni specifiche, il non uso dell’abito ecclesiastico può manifestare un debole senso della propria identità di pastore interamente dedicato al servizio della Chiesa. Inoltre, la veste talare – anche nella forma, nel colore e nella dignità – è specialmente opportuna perché distingue chiaramente i sacerdoti dai laici e fa capire meglio il carattere sacro del loro ministero, ricordando allo stesso presbitero che è sempre e in ogni momento sacerdote, ordinato per servire, per insegnare, per guidare e per santificare le anime, principalmente attraverso la celebrazione dei sacramenti e la predicazione della Parola di Dio. Indossare l’abito clericale funge inoltre da salvaguardia della povertà e della castità.”
Non faccio polemica lei dice che è stata abolita ( 9.26 prima riga)e io mi limito a notare che non è vero.
Forse intendeva dire che l’obbligo della talare e’ stato abolito ma la frase non era chiaro.
dire “abito distintivo e decoroso” è dire qualcosa di molto diverso da “abito ECCLESIASTICO distintivo e decoroso”.
Il sacerdote deve indossare, fatte salve poche eccezioni, non un abito qualunque ma un abito ecclesiastico (talare o clergyman, per dirla in breve).
Nella scelta intendevo tra talare o clergyman sottinteso.
Non sono stata chiara nemmeno io chiedo venia.
Ho l’impressione che le persone che intervengono abbiano all’interno una specie di molla compressa, pronta a scattare non appena uno usa una espressione non geometricamente perfetta e logicamente irreprensibile…
Mi sembra sempre di dovere fare precisazioni, perchè uno non coglie mai il senso del ragionamento, ma la frasettina scritta con parole non del tutto inequivocabili!!
RAGAZZI…CALMA! non facciamoci il contropelo ad ogni emistichio…frase!!!
1. sono dettagli che, spero, interessino marginalmente
2. siamo cristiani o cerchiamo di esserlo
Parto dal fondo caro Mandis: “abito distintivo e decoroso” intendevo esattamente quello che hai scritto tu: se deve essere distintivo, ed uno è un ecclesiastico, sarà anche un abito ecclesiastico. Questo volevo dire e mi sembrava chiaro, non mi potevo riferire certo alle piume di struzzo di Renato Zero! (Mandis, preciso che è una battuta questa e che, spero, di strapparti un sorriso e non vuole essere minimamente polemica la cosa!)
Riguardo all’abolizione son stato impreciso io. Non intendevo (secondo me chiaramente) abolizione nel senso di divieto di uso, ma di non obbligo di utilizzo esclusivo dell’abito talare. Evidentemente vi era già un uso del Clergyman se ne sancisce la possibilità di utilizzo secondo le abitudini locali (conferenze episcopali etc).
Bene poiché c’era già quest’uso vorrei sapere dove lei che non ha nemmeno 40 anni possa aver avuto notizia di preti che si toglievano la talare solo sotto le coperte.
🙂
In ogni caso in 2000 anni di vita la Chiesa ha sempre cercato di trovare la strada muovendosi tra rigorismo e lassismo riguardo alla sessualità.
Vedi la condanna del montanismo e del giansenismo.
La sessualità e’ cosa buona e giusta in quanto viene da Dio in questo i padri hanno combattuto lo gnosticismo che vedeva nella corporeità il male assoluto.
Poi certo e’ vero che si è spesso trovata correnti gnostiche in casa lo hanno ricordato sia Giovanni Paolo II che Benedetto.
Circa l’abito che devono indossare i preti, obbligo o no di “abito ECCLESIASTICO distintivo e decoroso”, io devo constatare che alcuni preti che io conosco e che sono persone magnifiche sotto tutti i punti di vista, non hanno alcun segno distintivo.
Intendo dire che, se non li avessi mai visti dire messa, non avrei capito che fossero dei preti.
Lo capisci però quando parlano, perché subito ti rimandano alla loro funzione ministeriale.
E comunque questi preti non vestiti da prete sanno fare splendidamente i sacerdoti, e spesso le loro omelie lasciano sbalordidti per la profondità del discorso, sempre nuovo rispetto alle banali spiegazioni delle pagine della Sacra Scrittura.
Da tutto ciò evinco che l’abito non è importante. Importante è quel che pensano e che dicono.
La superficie (l’abito) non significa granché. Allo stesso modo che un uomo o una donna vestiti signorilmente non sempre sono, interiormente, dei “signori”. Anzi, spesso (quasi sempre) sono ben inferiori a persone dimesse nell’abbigliamento.
Idem per i preti.
Da questi servi di Dio e della Chiesa, vestiti come gli uomini “normali”, si impara spesso molto più che da quelli che portano l’abito ecclesiastico.
Questa è la mia esperienza.
Faccio un’altra osservazione: se si vestono normalmente, un motivo valido deve esserci, e comunque devono avere avuto il permesso dal loro vescovo, al quale devono aver espresso le motivazioni del loro voler vestire normalmente.
Non credo proprio che abbiano avuto lo sfizio di disobbedire alle regole prescritte dalla CEI. O no?
Leggo:”indossare l’abito clericale funge inoltre da salvaguardia della povertà e della castità.”
Questo assunto mi fa anche ridere. Perché non c’è niente di meno veritiero.
E lo sappiamo tutti.
Cara Marilisa 20 marzo 2014 @ 11:58
sei in errore.
Eccome!
La Talare è salvaguardia della castità,
perché
permette di non far accorgere agli altri delle erezioni.
Noi maschietti, negli anni ’70,
adolescenti,
avemmo seri problemi,
in quegli anni andarono di moda i pantaloni a zampa di elefante,
strettissimi al bacino, attillati,
che purtroppo permettevano la visibilità del pene a riposo.
Mi ricordo la prima volta che mia mamma me li comprò
quei pantaloni, al mercato, del paese,
quando mi accorsi che rendevano visibilissima quelle eccitazioni
che adolescenza e giovinezza hanno mille volte al giorno,
la mia preoccupazione non fu di cambiare i pantaloni alla moda,
ma di come riuscire a nascondre l’erezione.
Mi ricordo di trucchi che mi inventai,
perchè fosse il meno possibile visibile.
Il primo sconvolto da quei pantaloni attillati,
fu il mio zio prete,
che mi chiese se avevo necessità di vestire come gli altri giovani!
Chissa se qualcuno si ricorda di quella moda …..
Ecco,
fortunatamente una talare nasconde tutto.
Cara Marilisa, vecchi ricordi
ma capisco che sono anche cose che una donna non può capire!!!!!! 😉
Le capiamo, Matte’, le capiamo! Almeno qualche vago ricordo finché la memoria non se ne va definitivamente in pensione… 😀
La talare copre anche l’obesità di chi contesta il vizio altrui, ma non sa contenere la gola. Ma per la panza a 40 anni si certifica facilmente a giustificazione un metabolismo lento.
E sempre là si va a parare…
Persino parlando di talari!
Matteo e Manuel, abbiate pietà. Muoio dal gran ridere.
A quello che dite non avevo pensato, ma indubbiamente un po’ di ragione deve esserci nelle vostre argomentazioni.
Attento, Manuel76, a scherzare con le panze ecclesiastiche: Bergoglio è di gran lunga il più panzone tra i papi degll’ultimo mezzo secolo … e non vorrei che il nostro gentile padrone di casa ci restasse male.
Luigi Franti, ci ho pensato mentre scrivevo.
Ma ho anche pensato che la pancia è giustificabile ad una certa età, non a 40 anni. Se guardi il prete di fronte a me sembra che possa esplodere da un momento all’altro…
Comunque era un riferimento semiserio alla gola ed alla scarsa attività (mentale prima che fisica) di alcuni.
Di certo la sottana non consente di vedere nulla del corpo, se non mani e volto.
In compenso quando si cammina scampana tutta e può rendere vezzosi i movimenti quasi un sottile pavoneggiarsi.
Commento molto gentile verso le persone grasse suo. In quanto alla tonaca nera in effetti vezzosissima vuoi mettere con un bel jeans?
Mi tocca difendere pure la tonaca che non ho mai sopportato che palle che siete….
Ciao Sara
ho finito di vedre poco fa la registrazione che faccio ogni settimana del d.Matteo 9. (ormai da anni)
.
Quando sono serio
penso che i discorsi dei tradizionalisti sulla talare siano solo delle puttanate ideologiche.
Don Matteo con la talare mi va benissimo e mi è simpaticissimo.
Nella mia storia vedere un prete che usa la talare per i momenti previsti o come abito ordinario,
non mi ha mai dato problemi.
Ho scoperto con SUMMA meraviglia, negli ultimi 15 anni
che la talare e l’altare a cui, ragazzetto, ho servito centinaia di messe nella cappella della Madonna a s. Maria Maggiore,
sono divenuti emblemi ideologici per una guerra dentro la Comunità eccclesiale.
Il concetto di altare verso Dio o verso il popolo
non erano nelle mie capacità di comprensione,
era una roba che per me non si dava.
Gli altari esistono e basta, come le talari.
Vi sono vecchi altari appiccicati al muro
e
ci sono nuovi altari spiccicati dal muro
che sono più comprensibili come Mensa eucaristica.
Fino a 15 anni fa
non mi ero reso conto che ci fossero persone
così patologicamente perverse
da fare di altari e talari
delle bandiere IDEOLOGICHE.
Dal momento che è divenuto
per dei bacchettoni,
emblema ideologico,
ho odiato di codesti emblemi e bandiere,
ritengo le persone che le pongono,
dei cerebrolesi,
che vedono problemi dove non esistono.
Ogni volta che entro o sono entrato in una chiesa,
non mi sono mai domandato
se il prete indossa o meno la talare,
se l’altare è appiccicato/attaccato al muro,
se non individuo subito il santissimo,
non mi creo problemi,
mi basta l’angolo dell’icona (sacramentario),
una panca silenziosa,
perchè
poi ho la necessità
che Lui, il mio Signore,
mi ricordi,
che il sacramento più importante
è fuori da quella chiesa,
è il mio Signore che sta per strada,
dove spesso io faccio finta di non vederLo.
L’ho imparato a mie spese.
Sara volevo scherzare un pochino.
Ribadisco che non è il grasso in sè un problema, ma la pigrizia. Quando entro in sacrestia e trovo quotidianamente tre preti che leggono il giornale tutto il pomeriggio mi viene il nervoso.
Questo aumenta quando raccontano bugie per non fare, quando so che non vanno a trovare gli ammalati a casa, o distribuiscono dopo Pasqua i vasetti di acqua benedetta, cosi’ ciascuno può benedirsi da solo la casa, visto che il prete non ha tempo…o non va di porta in porta giustificandosi che molti non gradiscono.
Son formule e modi di fare vecchi. A casa mia, da quando abito lì, non è mai venuto nessuno. Quando venivano lo facevano nel primo pomeriggio: trovavano a casa solo i pensionati…chi lavora non ha possibilità di incontro.
La benedizione delle case, che a me ha sempre fatto piacere, deve essere la scusa per conoscere, per visitare, per dare il benvenuto a chi viene ad abitare vicino al tuo campanile. E’ fondamentale e bellissimo andare a trovare le persone a casa loro, incontrarle e poi offrire una preghiera di benedizione per loro.
Nella mia, come in molte chiese, esiste ancora una cancellata seicentesca che separa, su dai tre gradini, il presbiterio dalla navata. Sarebbe solo una simbolica separazione del passato se si cambiasse il modo di porgere verso i fedeli. “Pregate fratelli e sorelle perchè…” Sono inviti alle persone ad unirsi col cuore e con la mente alla preghiera. Il tono è quello di un invito a partecipare, non quello di uno che ti tira una badilata in faccia.
Anche a me non importa più di tanto se uno indossa l’abito talare o meno…non mi piacciono i jeans, come non mi piacciono i padri di famiglia di 50 anni vestiti da ragazzini…
Beati voi che avete tre parroci: noi ne abbiamo uno solo di 70 anni anzi povero a settembre ha avuto un infarto ha telefonato dicendo non vi preoccupare sto benissimo e 10 giorni dopo era già in Chiesa.
Il difetto che ha in effetti e’ che è troppo iperattivo e anche un po’ tirchietto.
Andare a messa vuol dire andare al polo non parliamo dei locali parrocchiali poi, ci autofinanziamo pure per le fotocopie per questo poi viene il nervoso quando sentì elogiare la povertà. Su questo noi siamo avanti a tutti!!!
Benedizione a casa sempre un anno si e un anno no lascia un biglietto sul portone la mattina. Incontrare tutti comunque è dura ho fatto la rilevatrice per due censimenti in certi palazzi non si conoscono nemmeno gli inquilini tra loro.
Bho dipenderà dal parroco e dal carattere.
Quello che avevo nell’altra città era proprio il meglio. Un tipo solare, buono, paziente con in parlare semplice e schietto. Un amore.
Quando sono venuta qui ho fatto in po’ di fatica a cambiare, poi ho conosciuto meglio il parroco per via del doposcuola cui ho collaborato e le cose sono migliorate.
Alla fine devo dire che con tutti i suoi difetti gli voglio bene, la nostra e’ una parrocchia molto viva anche grazie a lui.
Sara ha ragione sia a proposto delle critiche “ideologiche” e piuttosto pretestuose alla talare, condotte ormai abitualmente da certi sedicenti progressisti, sia sul fatto che i parroci sono sempre meno e sempre più anziani…
A Manuel un consiglio: inviti a cena il parroco (o un altro sacerdote) e gli chieda di benedire la sua casa. Io ho fatto così e ne è uscita una serata veramente interessante sia sul piano umano che sul piano spirituale.
Da noi si usava benedire le case per Pasqua, ma poi troppe porte chiuse e troppo poco tempo per i sacerdoti hanno fatto perdere questa tradizione.
Peccato. Come giustamente sottolinea Manuel, oltre alla benedizione (che male non fa) si è persa un’occasione di incontro e reciproca conoscenza tra un pastore e il suo gregge.
Ricordo una gustosa storia di Guareschi dove la mamma di Peppone fa venire Don Camillo a insaputa del figlio per la benedizione della casa…
Lettera enciclica Humanae Vitae del S.Padre Paolo VI
“CREARE UN AMBIENTE FAVOREVOLE ALLA CASTITÀ
22. Noi vogliamo in questa occasione richiamare l’attenzione degli educatori e di quanti assolvono compiti di responsabilità in ordine al bene comune dell’umana convivenza, sulla necessità di creare un clima favorevole all’educazione della castità, cioè al trionfo della sana libertà sulla licenza, mediante il rispetto dell’ordine morale. Tutto ciò che nei moderni mezzi di comunicazione sociale porta alle eccitazioni dei sensi, alla sfrenatezza dei costumi, come pure ogni forma di pornografia o di spettacoli licenziosi, deve suscitare la franca e unanime reazione di tutte le persone sollecite del progresso della civiltà e della difesa dei beni supremi dello spirito umano. Invano si cercherebbe di giustificare queste depravazioni con pretese esigenze artistiche o scientifiche o di trarre argomento dalla libertà lasciata in questo settore da parte delle pubbliche autorità.”
“La benedizione delle case, che a me ha sempre fatto piacere, deve essere la scusa per conoscere, per visitare, per dare il benvenuto a chi viene ad abitare vicino al tuo campanile.”
Manuel, il mio parroco non va a benedire le case, preferisce dire Messa ogni settimana in un quartiere diverso della parrocchia, e tutti gli abitanti di quel quartiere si riuniscono lì in quel giorno.
Molto meglio della benedizione casa per casa, direi. Oltretutto quando vanno per le case, non è detto che tutti aprano ( per motivi diversi).
E poi c’è un altro dettaglio che io considero importante: dopo la benedizione, tutti i preti, o quasi, si aspettano l’offerta. Sembra che oggi debba essere obbligatoria una “offerta” per ogni segno di croce che i preti fanno. Cosa per me inconcepibile.È mai possibile che tutto, anche in chiesa, debba portare al danaro?
Se io voglio fare un’offerta, vado in chiesa in un giorno qualsiasi e al di fuori di qualsiasi ricorrenza, e la faccio.
Non ammetto che sta benedetta offerta si faccia in cambio di un segno di croce. Le benedizioni non vanno “pagate”.
Il mio parroco, per esempio, quando dice Messa anche per ricordare un defunto, non vuole offerte e se, solo dopo la Messa, entri in sacrestia per darla a tuo piacere ( senza tariffa fissa), non vuole toccare danaro. Lo fa mettere in un cestinetto, e servirà per la manutenzione della parrocchia, quando dovesse esserci bisogno. Forse anche per dare qualcosa a chi va da lui a chiedere elemosine varie.
Ed è uno di quei preti–tanto per chiarire– che non vestono da prete.
E vederlo vestito normalmente certo non porta alla “eccitazione dei sensi”, posso giurarlo.
Fossero tutti i preti come lui!
Non esibiscono né il proprio ruolo né la propria condizione né la facoltà di dare benedizioni semplici o solenni.
Questo di cui parlo non ama esibire neanche la voce straordinaria( quando canta) che Dio gli ha dato come dono ( glielo dicono tutti).
Quando qualche volta lo fa, tutti restano incantati. E se qualcuno osa fargli dei complimenti, si schermisce e subito passa ad altri argomenti.
Ma una volta lo hanno “costretto” a tenere un concerto nel conservatorio.
In città lo conoscono tutti per le sue qualità (molteplici).
Come lui ce ne sono altri due o tre, non di più.
@Marilisa,
c’è una differenza enorme tra il fedele che si reca in chiesa per la messa (anche se è una cappella di quartiere e non la sede della parrocchia) e un sacerdote che bussa alla porta di una casa e si ferma a parlare con una famiglia, nell’intimità domestica, guardando con attenzione le condizioni di quella casa e magari, se è l’ora di cena, cosa si sta preparando, chi si sta aspettando, se ci sono ammalati… Parlare significa anche accogliere confidenze, sfoghi, lacrime o buone notizie, annunci di matrimoni e nuove nascite. Insomma, la benedizione delle case consente un avvicinamento più personale e aprire la porta a qualcuno che bussa e che ci viene a trovare, che ci viene a cercare, mette sicuramente in una disposizione migliore anche i più refrattari, quelli che “mai e poi mai” andrebbero a una messa, anche se a due passi da casa.
Quanto alle offerte, dipende dalle abitudini. Conosco un sacerdote che ha dovuto chiedere una “tariffa minima” per i matrimoni perché c’era chi non dava niente (NIENTE) e lui, poveretto, doveva rimetterci di tasca sua le marche da bollo e le raccomandate. L’offerta non serve a pagare la benedizione ma come gesto di carità verso le tante esigenze della parrocchia: sta poi al sacerdote farne buon uso (e questo indipendentemente dalla soddisfazione o dall’approvazione dell’offerente).
Trovo esemplare l’orgoglio con cui i più poveri danno con generosità (proprio come la vedova della parabola), mentre i “ricchi” trovano sempre qualche “buon” motivo per tirarsi indietro e destinare “altrove” la propria beneficenza.
Non lo so, non ho risposte, ma se l’Humanae Vitae fosse “fallita”? O comunque è ancora “lecito” intervenire e non lasciare alla coscienza di ognuno come vivere il proprio piacere sessuale?
In fondo che cosa mi interessa di come una coppia decida di vivere il gaudio dell’unione dei corpi?
Fondamentale è semmai che non deve esserci alcuna violenza in tale atto! Ciò è l’aspetto più importante. (Secondo me).
Papà Francesco l’ha appena definita profetica quindi non credo che sarà archiviata.
A mezzo secolo dall’«Humanae vitae» di Paolo VI, la Chiesa può riprendere il tema del controllo delle nascite? Il cardinale Martini, suo confratello, riteneva che fosse ormai venuto il momento.
Tutto dipende da come viene interpretata l’Humanae vitae. Lo stesso Paolo VI, alla fine, raccomandava ai confessori molta misericordia, attenzione alle situazioni concrete. Ma la sua genialità fu profetica, ebbe il coraggio di schierarsi contro la maggioranza, di difendere la disciplina morale, di esercitare un freno culturale, di opporsi al neo-malthusianesimo presente e futuro. La questione non è quella di cambiare la dottrina, ma di andare in profondità e far sì che la pastorale tenga conto delle situazioni e di ciò che per le persone è possibile fare. Anche di questo si parlerà nel cammino del Sinodo.
Ciao Sara1,
io nel 1968 non ero nato, ma leggendo e “studiando” non dubito che fu Paolo VI fu coraggioso e prorompente con quell’Enciclica, la cui prima parte è stupenda.
Mi domando però: sulla seconda parte non è il momento di ragionarci nuovamente, valutando nuove strade?
Fu…fu…scusate i refusi
Non so, ho sentito anche Maradiaga da Vespa difenderla decisamente, i non europei penso la comprendano meglio degli europei perché nonostante la povertà i figli sono per loro una benedizione. Diceva che fanno meno fatica nelle campagne rispetto alle citta’ Perché più abituati ai ritmi della natura. Potrebbe forse venire trattata nell’enciclica sull’ecologia che Francesco pensa di scrivere.
Giusto come idea.
L’aspetto paradossale e’ che i giovani oggi pensano poco alla contraccezione, in questo senso e’ profetica. (Se riduci tutta la questione ad un problema medico senza dare un’educazione più ampia il preservativo diventa solo una rottura di scatole)
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/annuncio-documento-papa-francesco-ambiente-ecologia.aspx
Intendo il tema dell’ecologia dell’uomo forse potrebbe rientrare in questo ambito.
La dico semplificando: “educazione e contraccezione”…..Un pò questa è la mia linea……(Che vale quello che vale, lo so), ferma restando l’importanza della massima apertura alla procreazione durante il matrimonio, nella speranza che una coppia possa permettersi di mantenere i figli.
Pensare alla vita vuol dire pensare anche ai bambini…
Già, i bambini. Devono tornare a nascere e serve educare alla maternità. Ho in testa una nuova sfida, un grande piano nazionale di fertilità. Il crollo demografico è un crollo non solo economico, ma anche sociale. È una decadenza che va frenata con politiche di comunicazione, di educazione e di scelte sanitarie. Bisogna dire con chiarezza che avere un figlio a trentacinque anni può essere un problema, bisogna prendere decisioni per aiutare la fertilità in questo Paese e io ci sto lavorando. Sia chiaro: nessun retropensiero e nessuno schema ideologico, ma dobbiamo affrontare il tema di un Paese dove non nascono i bambini.
(Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute) da Avvenire.it
“un Paese dove non nascono i bambini.”
Io a Roma incontro maree di famiglie con vari bambini. Anche fino a 3 figli.
Devo cominciare a fotografarli e metterli sul Web.
Forse la Lorenzin, passa il suo tempo chiusa in ufficio o in casa.
Non capisco da quale pianeta arrivi la Lorenzin.
Matteo, ma tutti italiani? (Atteso che, io sono a favore dello ius soli).
La contraccezione non è nel piano di Dio. Questo dice il Papa, questo dice Cristo che parla attraverso il Suo Vicario in terra.
La contraccezione è diseducazione, come si fa a proporla con l’educazione?
L’Italia – secondo i dati ufficiali Istat – senza immigrati è largamente a crescita sotto zero.
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/18/news/istat_popolazione-2342871/
L’italia si conferma un paese in cui si fanno pochi figli. Nel 2009 il numero medio di nascite per donna è stimato a 1,41, di poco inferiore all’1,42 del 2008. La fecondità è dunque in una fase di assestamento. Si mantiene superiore a quella dell’epoca di minimo, tipica della metà degli anni ’90, ma ancora non si muove con decisione in direzione di quello che è considerato l’obiettivo ottimale per una popolazione, ossia il livello di sostituzione delle coppie, pari a circa 2,1 figli per donna.
I ricchi però è le attrici famose in effetti di figli ne hanno minimo 3.
(Io uno solo sono monogama anche come madre :-))
Mi fa piacere che Roma pulluli di bambini, ma dalle mie parti è un deserto, un mondo di vecchi, più o meno arzilli, più o meno giovanili, sportivi, tenuti bene… A volte mi domando quale futuro attende i miei figli e quale solitudine dovranno provare.
Il Ministro Lorenzin ha colto nel segno e spero che riesca a trovare come reagire a questa desolazione che impoverisce tutti.
@Fabricianus,
il problema non sono i mezzi per mantenere i figli, perché i nostri vecchi non avevano niente eppure hanno cresciuto e fatto studiare i frutti di famiglie numerose. Il punto è che facciamo fatica a fare anche una piccola rinuncia e in tempi di crisi ci manca solo di spendere mezzo stipendio in latte, pannolini e asilo nido…
Lo Stato dovrebbe favorire le famiglie con figli invece di disperdere risorse in mille rivoli. Certo che l’ossessione di occuparsi sempre di altro (ad esempio le unioni civili) distoglie energie e tempo.
Ragionare sull’Humanae Vitae cosa significa? Limare le parole per adattarle ai nostri comodi? Non dovremmo invece fare il contrario e “limare” i nostri comodi per seguire il Signore?
Perché pensare che sia la Chiesa a dover cambiare e non occuparci della NOSTRA conversione?
Caro Giovanni Mandis, sono in totale disaccordo con te…
Ce ne faremo una ragione.
Caro fabricianus,
puoi tranquillamente essere in disaccordo da Mandis, tuttavia non puoi far finta che su questo argomento una posizione valga l’altra.
Giovanni Mandis pone l’accento sul piano di Dio, la contraccezione riduce tutto alla dimensione (meschina) dell’uomo.
In realtà i metodi naturali sono un contraccettivo naturale a tutti gli effetti.
Infatti l’HV parla già di paternità e maternità responsabile.
Non è che diano metodi così strampalati basti pensare che li trovi anche al supermercato:
http://m.my-personaltrainer.it/benessere/persona-metodo-contraccettivo.html
Come si fa a dirsi cattolici e poi essere in dissenso con la morale cattolica e il magistero della Chiesa?
Qui veramente bisognerebbe tirare ancora in ballo relativismo e soggettivismo e soprattutto il concetto di impenitenza.
Non si capisce che tutte queste “resistenze” sono tentazioni?
Certo sono sistemi che vanno bene in un rapporto di coppia stabile e allora torniamo al senso profondo della sessualità che l’HV indica.
Però mi sovviene un dubbio, caro Giovanni Mandis: quando il papa ordinava guerre ed eserciti schierati era volere di Dio? Era volontà divina?
No Federico, io non sono in dissenso: io mi interrogo, che è cosa ben diversa, molto diversa!!!!!! E non mi faccio attribuire le patenti di cattolico da nessuno, mio caro amico.
Caro Fabricianus se fossi in disaccordo con me sarebbe questione da nulla, ma purtroppo sei in disaccordo con l’insegnamento della tua Chiesa (che insegna su mandato del Signore e insegna che la contraccezione non va bene).
Sul sito ISTAT c’è un dato eloquente… Dal censimento 2011 risulta che per ogni bambino ci sono quasi quattro anziani (3,75).
Però i metodi naturali sono contraccettivi…..Ergo….
La guerra difensiva è lecita e in certi casi necessaria (purtroppo). Altrimenti Hitler e Stalin avrebbero conquistato il mondo (Napoleone, i musulmani sarebbero arrivati prima a Vienna e poi a Roma). Ma il ragionamento qual è? “Il Papa nel 1400 (faccio per dire) ha ordinato una guerra e allora nel 2014 faccio di testa mia” ?
La contraccezione non è mai lecita (per es. la suora che per evitare una gravidanza da stupro (in caso che lo stupro sia altamente probabile) prende un anticoncezionale non è contraccezione, termine che si riferisce al matrimonio e specialmente al matrimonio cristiano).
@Fabricianus,
interrogarsi va bene, ma a un cero punto bisogna anche fidarsi.
Pretendere che la Chiesa abbia sempre frainteso e che uno di noi, da solo, interrogandosi, abbia capito tutto e conosca la volontà di Dio meglio del Papa, del collegio cardinalizio ed episcopale… è un tantino eccessivo, no?
La morale non deve piacere, ci si deve sforzare di capirla.
@Sara,
la logica dei metodi naturali non è anticoncezionale. Se li si usa come anticoncezionali è peccato tanto quanto usare un preservativo.
Contano anche altri aspetti e in particolare la scelta di rimanere comunque aperti alla vita.
@Mandis,
il declino delle nascite è un’evidenza ovunque si guardi. Chi dice di non vederlo è cieco o in malafede.
Lo so Federico il termine contraccettivo non è corretto però volevo solo dire che il suggerimenti della Chiess non è qualche cosa fuori dal mondo e dallo spazio.
I metodi naturali non sono contraccettivi perché non c’è la certezza assoluta che non avverrà il concepimento.
Agli uomini di scienza
24. Vogliamo ora esprimere il nostro incoraggiamento agli uomini di scienza, i quali ” possono dare un grande contributo al bene del matrimonio e della famiglia e alla pace delle coscienze, se, unendo i loro studi, cercheranno di chiarire più a fondo le diverse condizioni che favoriscono una onesta regolazione della procreazione umana “. È in particolare auspicabile che, secondo l’augurio formulato da Pio XII, la scienza medica riesca a dare una base sufficientemente sicura ad una regolazione delle nascite, fondata sull’osservanza dei ritmi naturali. Così gli uomini di scienza, e in modo speciale gli scienziati cattolici, contribuiranno a dimostrare con i fatti che, come la chiesa insegna, “non vi può essere vera contraddizione tra le leggi divine che reggono la trasmissione della vita e quelle che favoriscono un autentico amore coniugale”.
@Fabricianus,
i metodi naturali sono una scelta di vita della coppia, richiedono tempo e attenzione, non sono perfetti (perché imperfetto è il corpo umano e i suoi tempi): è un percorso che la coppia intraprende con l’idea di sapere quando astenersi e quando cercare l’unione. Se si usano come anticoncezionali perdono valore e bellezza, oltre a essere peccato.
I mezzi anticoncezionali e abortivi rispondono ad altre logiche (consumare comunque un rapporto, senza il fastidio di una possibile gravidanza) e non possono essere equiparati.
Certo che è un po’ eccessivo da parte del singolo…
Mi conforta sapere che diversi Vescovi, Albino Luciani in primis, avevano molti dubbi sulla Humanae Vitae, eccome se ne avevano.
“La contraccezione non è nel piano di Dio. Questo dice il Papa, questo dice Cristo che parla attraverso il Suo Vicario in terra”
——————
Che dolore per me leggere di questi dogmatismi autoreferenziali,
lontani dalla storia in cui vivo,
lontani dalla realtà della vita in cui sono posto.
Nel 2014 !!!!!
usare ancora l’agomento sessualità umana,
per fare guerre di religione.
Lo dico con dolore,
immaginare che uno che diverrà prete faccia di codesti,
mi addolora,
aiuterà i 4 gatti in chiesa a sentirsi tranquilli.
Ce ne faremo una ragione.
2000 anni
sono un frammento, un pulviscolo,
nell’immensità passata e futura della storia umana.
Che sarà nel 4015 ?
Il papa non esisterà ?
Forse la celebrazione eucaristica la terrà un semplice laico anziano della comunità ?
I vescovi non esisteranno ? forse si chiameranno in altro modo e avranno altre funzioni ?
Forse l’assemblea mondiale di quelli che oggi chiamiamo ancora cristiani,
sarà guidata dai laici e chissà che lo Spirito non ci lavori insieme ?
Ma esisteranno anche infinite denominazioni,
di gruppi che si sentiranno i veri depositari di una qualche originaria chiesa.
Nulla è eterno,
nulla è immutabile,
tutto scorre,
tutto cangia.
Dunque invece che guardare ai vangeli,
avere fisso lo sguardo sulla sessualità
sugli usi dei peni e delle vagine,
per farne guerre di religione,
come già altri,
ne fanno con le innocenti talari o con gli innocenti altari.
In questo pulviscolo di storia ce ne faremo una ragione….
Infatti Fabri la differenza sta nel modo di impostare il rapporto di coppia.
In ogni caso tranquillo.
🙂
No Giovanni, non significa che faccio di testa mia: significa che i papi, oltre a proclamare le guerre e quindi a prevedere la uccisione di persone, “ci avevano pure li figli”. Era questa la volontà divina? Era volontà divina il potere temporale?
Vedi Giovanni, un mio amico sacerdote, rigorosamente con talare e Messale di Pio V mi ha sempre detto: “Come Chiesa Cattolica, continueremo a pagare il potere temporale, ancora per molto, molto tempo ancora”. Hai voglia a parlar di Magistero.
Matteo forse ti sfugge che nelle Facoltà Teologiche si studia questo… Sacra Scrittura, Padri della Chiesa, Magistero della Chiesa…
A me pare che nel Vangelo di… Matteo 28,16-20 Gesù Risorto dica agli undici discepoli (la Chiesa) “io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.
Paolo VI,
amato papa, di eccezionale cultura,
ma era figlio del proprio contesto storico.
Un contesto che almeno fino al 2013,
è sembrato immobile solo in Vaticano.
HV e FC,
oggi, non sono più una risposta storica e religiosa,
se non meglio riletti nella comprensone delle scienze odierne.
Il Vaticano come varie persone di questo blog
possono ritenere oltraggioso, questo,
ma in questa storia
oggi si va sempre in avanti
anche se non sappiamo cosa è meglio.
Una cosa è certa.
Il bellissimo mondo cristiano del secolo scorso in cui sono nato,
ha lasciato in terra almeno 60 milioni di assassinati da due guerre mondiali,
più altre decine di milioni in massacri particolari del seminarista Stalin e di altri nazionalismi.
Peggio di così ?
Non ho la vita così lunga per poterlo dire !!
Ciao Sara, un abbraccio. 😉
Ricambio.
🙂 🙂
Io lasciai l’attivismo parrocchiale quando il sacerdote, (non quello di cui vi raccontavo prima) fresco, fresco di ordinazione soleva dire ai giovani: “voi dovete fare quello che dico io, perché io sono più vicino a Dio e sono per voi il vento che vi porta verso di Lui”.
Me ne andai. (Non senza dolore).
La Storia è complessa, molti avevano figli prima di diventare quello che sono diventati (prete, vescovo, Papa). Il fatto che siamo tutti peccatori, non fa venire meno la santità dei princìpi che la Chiesa proclama (per essere meno peccatori e più santi).
A me sembra (non da oggi, già quando ero molto più giovane) un atteggiamento “infantile”, detto senza offesa, stare sempre a guardare al passato o contestare l’oggi in base a fatti (su argomenti che nulla hanno a che fare col tema) accaduti secoli fa.
Ma Giovanni Mandis 21 marzo 2014 @ 16:46
A me non sfugge proprio per nulla,
sia cosa si studia nelle Facoltà Teologiche,
sia cosa abbia detto Gesù attraverso i Vangeli.
In 2014 anni,
tante cose sono cambiate.
Nè Gesù, nè Paolo, nè Pietro, nè Atti, avevano previsto la presenza di preti, e di vescovi.
Sono legittime evoluzioni storiche nella Chiesa di Cristo che è il Popolo di Dio.
(Come in sintesi ci diceva in un incontro un mio amico vescovo).
Se penso che per la comunità giudeo cristiana, la parola prete era un tabù che non andava assolutamente citato, quindi rifiutato.
Credo che Sanna di cui apprezzavo le lezioni qui a Roma,
non mi manderebbe all’inferno.
Eh, caro Giovanni, magari fosse così semplice.
Matteo, visto che ne sai… Nel brano evangelico che ho citato ho omesso la parte iniziale dove Gesù Cristo dice “Mi è stato dato ogni potere in Cielo e in Terra… Andate e ammaestrate tutte le genti”… È evidente che sei un po’ confuso. Buon pomeriggio.
Caro Fabricianus, mi sento di dire che non direi mai (a nessuno) le cose che ha detto quel novello sacerdote.
“avevano figli prima di diventare quello che sono diventati (prete, vescovo, Papa). Il fatto che siamo tutti peccatori, non fa venire meno la santità dei princìpi che la Chiesa”
….
La Storia è complessa….
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Si chiama giustificazionismo,
stesse parole che sentivo 40 anni fa………..
Come i gatti che cascano sempre in piedi.
Fare la morale agli altri, dando persino dell’infantilismo,
fare i giudici del sesso degli altri,
ma intanto giustificare sempre
se chi fa la morale
è contravvenuto ai paletti che poneva per gli altri,
per far sentire il proprio dominio sulla coscienza e sulla vita degli altri.
Mi verrebbe da dire, roba da “certi preti”,
se non fosse che ci sono anche laici che muoiono dalla voglia di imitare
quei “certi preti”
e provare il godimento sulla vita e sulla carne delle altre persone.
Ciò mo rincuora Giovanni. Non ne dubitavo comunque.
“c’è una differenza enorme tra il fedele che si reca in chiesa per la messa (anche se è una cappella di quartiere e non la sede della parrocchia) e un sacerdote che bussa alla porta di una casa…”(Federico)
Federico, il mio parroco celebra la Messa in strada, non in una cappella. È bene organizzato; c’è qualche laico volenteroso e due suore che lo aiutano.
Il territorio della parrocchia viene visitato quartiere per quartiere.
E tutti quelli che vogliono, possono partecipare. Dopo la Messa la gente lo circonda e parlano con lui, per cui è evidente che lui viene a conoscere gli appartenenti alla sua parrocchia.
Oltretutto organizza tante altre cose interessanti: conferenze,spettacoli teatrali, lezioni di preghiera, letture della Bibbia, letture di pagine evangeliche aperte ai laici e alle loro esperienze di vita, festicciole in occasione di alcune ricorrenze (non religiose) annuali etc…. La nostra parrocchia è una comunità vivace.
Mi chiedo sempre come faccia ad occuparsi di tutto questo. Anche perché è quasi sempre solo. Quest’anno finalmente (finalmente!) gli è stato messo vicino un giovane viceparroco. Questo è un prete vecchio stile (nelle omelie), molto diverso da lui che, guarda caso, è un bel po’ più grande ma molto più moderno.
Mi chiedo quali insegnamenti abbia avuto, questo giovane prete, in seminario. Lo si può intuire facilmente.
Se capita di andare in chiesa di mattina e di sera, senti delle omelie sostanzialmente diverse per contenuto.
Mi auguro vivamente che il giovane viceparroco impari qualcosa dal parroco.
Fra l’altro quest’ultimo insegna (filosofia) in una scuola pubblica, per cui ha anche impegni extraparrocchiali.
Un grande prete il nostro parroco.
Ciò mi
Matteo se legge il link al contraccettivo persona noterà che nelle prime righe dice: “nella lista dei metodi anticoncezionali innovativi, una nota di merito spetta al moderno contraccettivo Persona”
Innovativo e moderno infatti lo trovi ripeto anche al supermercato.
In pratica la scienza considera un metodo ispirato agli stessi principi dell’HV che lei considera vecchi, moderno e innovativo.
Per carità ognuno ha le sue opinioni però il mondo cambia anche rispetto agli anni ’60 se si può fare sesso senza dover ricorrere a pillola e preservativo (la prima dannosa il secondo non il massimo del romanticismo) perché no?
Voglio dire, la Chiesa non deve per forza aver ragione ma nemmeno deve aver per forza torto.
“voi dovete fare quello che dico io, perché io sono più vicino a Dio e sono per voi il vento che vi porta verso di Lui”.
Accipicchia! C’è da restare sconvolti da certe idiozie.
Il Vaticano non deve per forza avere ragione,
ma la maturazione delle esperienze umane sì.
Cara Sara,
io trovo che i documenti, sono datati,
e spero che ci siano persone intelligenti,
che riescano a far discernimento tra i vescovi,
e a far scrivere cose più intelligibili.
In fatti Sara
non è che io mi sia messo
con il lanternino a darti torto a tutti i costi.
@Nè Gesù, nè Paolo, nè Pietro, nè Atti, avevano previsto la presenza di preti, e di vescovi.Sono legittime evoluzioni storiche nella Chiesa di Cristo che è il Popolo di Dio.
Vedi Matteo, ora, puoi dire tutto quello che ti passa per la testa:non mi stupisco più di niente…
Se è vero che conosci il il Vangelo, dovresti sapere che Nostro Signore Gesù Cristo è, il sacerdote per eccellenza, il sacerdote regale che per volontà di Dio sorge a “somiglianza di Melchisedech”, il Sacerdote [non come Aronne] ma dell’alleanza eterna! Il tema del Messia sacerdote è ripreso più e più volte nella lettera agli Ebrei, e non solo…
Dopo di Lui ci sarà un sacerdozio universale mediante il Battesimo e uno particolare mediante imposizione delle mani [ Lettere Apostoliche Atti ] Gesù stesso ce lo dice in questa frase così corta e semplice: “Come il padre mi ha mandato, così io mando voi” (Gv 20,21). S
e vi mando come Agnelli tra i lupi….Gesù Cristo ha istituito il sacramento dell’ordine, per continuare la sua Incarnazione e la sua Redenzione in mezzo a noi.
E ancora: “Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dato dal mondo; erano tuoi, e tu me li hai dati […] Ora essi hanno conosciuto che tutte le cose che tu mi hai dato vengono da te, perché ho dato loro le parole che tu hai dato a me..” (Gv. 17, 17-18) E Gesù chiede al Padre di : “ Santificali nella tua verità, la tua parola è verità, come tu hai mandato me nel mondo, così ho mandato loro nel mondo”. (Gv 17, 17-18) San Pietro lo proclama per primo: “Questo Gesú, Dio lo ha risuscitato; e di questo noi tutti siamo testimoni” (Att. 2,32). San Giovanni predica Gesù Cristo: Noi vi annunciamo “quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della Parola della vita” (Gv 1,1). San Paolo lo manifesta ugualmente: “Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù, il Signore”. (2Cor. 4,5)
….Eh Matteo Matteo….
A me sembra che qualcuno qui ignori che la Chiesa ha cambiato le posizioni rigide che una volta aveva nei confronti del sesso e dei rapporti coniugali all’interno del matrimonio.
Posto che il sesso è sempre stato visto in funzione della procreazione, e considerato che molti fedeli se ne infischiavano altamente delle imposizioni dell’Istituzione, ad un certo momento si è fatto ricorso ai metodi “naturali” accettati per evitare di mettere al mondo dei figli non desiderati per i motivi più diversi.
L’escamotage sta sempre dietro l’angolo per togliersi dagli impicci.
Dunque: non volete figli? Ebbene sia, ma dovete ricorrere ai metodi naturali. Ovvero,rapporti sì, ma nei periodi di infertilità della donna. Un sacrificio,via…
Se poi questo metodo fallisce ( e spesso effettivamente fallisce), tenetevi i figli che arrivano.
Niente anticoncezionali per carità, Dio non vuole.
Ma davvero Dio non vuole? Chi ne è così sicuro? Posso capire che Dio non voglia l’aborto, perché si uccide una vita in embrione, ma mi riesce difficile credere che Dio voglia “intromettersi” nella relazione fra un uomo e una donna e nella loro volontà di concepire o meno una nuova creatura.
Perciò io in tutto questo vedo un percorso alquanto tortuoso.
La Chiesa ha sempre legittimato l’attività sessuale in vista della possibile procreazione, ma quando ha dovuto prendere atto–e meno male–che gli esseri umani, come tutti gli altri animali della terra, la praticano anche senza pensare ad avere figli, ha fatto un passetto in avanti dicendo che essa può essere lecita a patto che si aspetti il periodo non fertile della donna.
Come se fosse così facile, quando si è nel bel mezzo di una tenera e calda corrispondenza amorosa che coinvolge, in un momento qualsiasi, anche i sensi, pensare a dilazionare nel tempo l’unione fisica.
C’è da chiedersi: chi pensa che le cose stanno così, dove vive? Quali pensieri coltiva? Vuole a tutti i costi che, se non altro, il sesso non sia disgiunto dal sacrificio di un rimandare ad altro tempo quello che due esseri umani sono con naturalezza spinti a fare oggi ?
Qual è il senso ragionevole di tale restrizione e limitazione? Io francamente non riesco a vederlo.
Fra l’altro che si usi il metodo naturale o si faccia ricorso ad altri metodi allo scopo di impedire un concepimento, alla base però c’è lo stesso motivo da prendere in seria considerazione:la volontà di non avere figli, e niente e nessuno può cambiare questo dato di fatto che di per sé sarebbe negativo in partenza. C’è, insomma, un non-amore per le ipotetiche nuove creature, con le conseguenze negative che tutto ciò può comportare (alcune madri, per esempio, arrivano a gettare i neonati nei cassonetti o ad abbandonarli per la strada).
Ma ci sono altre considerazioni da fare. La prima è che se la coppia ha un senso di responsabilità vero–e questo, fra l’altro, le è sempre richiesto in altre occasioni– non può, in talune circostanze permettersi il lusso di fare figli, e ciò per il bene dei figli stessi.
La coppia, anche se dipende da Dio, deve collaborare con Dio, il che implica che sappia valutare qual è il momento migliore per procreare, in vista non di egoistiche ragioni ma del bene stesso dei nascituri.E dunque fino a quando non vede il momento giusto,è meglio che non faccia figli.Ma allora dovrebbe, nel frattempo, rinunciare al sesso?
Altra considerazione.Quando nei paesi del terzo mondo si vedono bimbi scheletrici e sofferenti, vien da pensare che se i loro genitori fossero stati più responsabili o avessero usato i contraccettivi– proprio quelli che la Chiesa non ammette–ci sarebbero state molte creature infelici in meno. Nessuno–credo–può negare questa verità, neppure la Chiesa.
Le associazioni di volontariato per quanto bene facciano,non potranno mai cancellare certe orribili situazioni o curare perfettamente tanti nati in un mondo di atroce sofferenza che grida giustizia davanti a Dio. E di tutto ciò è responsabile l’uomo.
I paesi progrediti dovrebbero, caso mai, educare quelle popolazioni ad usarli i famigerati (per la Chiesa) contraccettivi.
“E dopo aver imposto le mani per loro in ogni Chiesa (assemblea) a PRESBITERI con
digiuni li raccomandarono al Signore nel quale avevano creduto (Atti 14,21-23).”