Ieri durante il volo di rientro dal Giappone Francesco ha risposto a varie domande sulle armi e sulle centrali nucleari, sull’America Latina “in fiamme”, su progetti di encicliche, sul diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu, sul commercio delle armi e soprattutto sugli “scandali” dell’economia vaticana: parto da qui, riportando per intero la prima delle due risposte che ha dato in questa materia e poi facendo un mio minimo commento. A seguire i passaggi più vivi delle altre risposte.
Francesco sulle finanze e le cose che non sembrano pulite
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Viene da me il Revisore. Poi [nelle finanze vaticane – con l’acquisto di un immobile a Londra] è accaduto quello che è accaduto: uno scandalo, hanno fatto cose che non sembrano pulite. Ma la denuncia non è venuta da fuori. Quella riforma della metodologia economica che aveva già incominciato Benedetto XVI è andata avanti, ed è stato il Revisore dei conti interno a dire: qui c’è una cosa brutta, qui c’è qualcosa che non funziona. È venuto da me e gli ho detto: “Ma Lei è sicuro?” – “Sì”, mi ha risposto, mi ha fatto vedere i numeri. “Cosa devo fare?” – “C’è la giustizia vaticana: vada e faccia la denuncia al Promotore di Giustizia”. E in questo io sono rimasto contento, perché si vede che l’amministrazione vaticana adesso ha le risorse per chiarire le cose brutte che succedono dentro, come questo caso, che, se non è il caso dell’immobile di Londra – perché ancora questo non è chiaro –, tuttavia lì c’erano casi di corruzione. Il Promotore di Giustizia ha studiato la cosa, ha fatto le consultazioni e ha visto che c’era uno squilibrio nel bilancio.
Il Promotore ha chiesto a me. Poi [il Promotore di Giustizia] ha chiesto a me il permesso di fare le perquisizioni. Ho detto: “È chiaro questo suo [studio]?” – “Sì, c’è una presunzione di corruzione e in questi casi io devo fare perquisizioni in questo ufficio, in questo ufficio, in questo ufficio…”. E io ho firmato l’autorizzazione. È stata fatta la perquisizione in cinque uffici e al giorno d’oggi – sebbene ci sia la presunzione di innocenza – ci sono capitali che non sono amministrati bene, anche con corruzione. Credo che in meno di un mese incominceranno gli interrogatori delle cinque persone che sono state bloccate perché c’erano indizi di corruzione. Lei potrà dirmi: questi cinque sono corrotti? No, la presunzione di innocenza è una garanzia, un diritto umano. Ma c’è corruzione, si vede. Con le perquisizioni si vedrà se sono colpevoli o no. È una cosa brutta, non è bello che succeda questo in Vaticano. Ma è stato chiarito dai meccanismi interni che cominciano a funzionare, che Papa Benedetto aveva cominciato a fare. Per questo ringrazio Dio. Non ringrazio Dio che ci sia la corruzione, ma ringrazio Dio che il sistema di controllo vaticano funziona bene.
Due atti di libertà del Papa. Finalmente abbiamo una versione “ex parte Petri”, data dal Papa stesso, sulla perquisizione del 1° ottobre, restata fino a oggi al buio per quanto riguarda la comunicazione all’esterno. Dalla parole di Francesco si ha la riprova di quanto fino a ieri era oggetto di speculazione: che cioè non v’era comunicazione perchè era in corso un’indagine della magistratura e gli atti posti in essere erano coperti dal segreto istruttorio. Credo sia la prima volta che la magistratura vaticana viene autorizzata a procedere senza che gli vengano fissati in anticipo i confini dell’indagine che va a compiere: almeno la prima volta quanto a indagini su ruoli apicali, di vertice. Tra gli indagati infatti c’è il direttore dell’Aif Tommaso di Ruzza e il capoufficio della Segreteria di Stato Mauro Carlino. Vedo in questo due atti di libertà del Papa: aver autorizzato denuncia e indagine senza – a quanto pare – stringerne il campo, e averne parlato ai giornalisti. Nel commento che segue dico la mia poca fiducia nella riforma economica ma lodo le ultime nomine.
Poca fiducia ma buone nomine. Ho poca fiducia che si riesca davvero a fare pulizia dal malaffare e a procedere nella trasparenza [sono due tra gli obiettivi primari della riforma economica vaticana] in una struttura non democratica e dove – bene che vada – autorità che dovrebbero essere senza vincoli, come il Revisore dei Conti e il Promotore di Giustizia, devono chiedere al Capo dello Stato l’autorizzazione a procedere. Ma trovo buone le ultime nomine: l’arcivescovo Nunzio Galantino all’Apsa, il magistrato Giuseppe Pignatone al Tribunale, il gesuita Guerrero Alves alla Segreteria per l’economia, l’esperto di vigilanza bancaria Carmelo Barbagallo all’Aif: quest’ultima nomina è di oggi a mezzogiorno. Forse con questa gente una mezza riforma potrà essere fatta.
Hiroshima una catechesi. Hiroshima è stata [per me] una vera catechesi umana sulla crudeltà. La crudeltà. Non ho potuto vedere il museo di Hiroshima, perché sono stato giusto il tempo [dell’incontro], perché è stata una giornataccia quella, ma dicono che è terribile, terribile […]. Per me è stata un’esperienza molto più toccante di quella di Nagasaki. A Nagasaki è stata quella del martirio: ho visto un po’ il museo – en passant – del martirio; ma quella di Hiroshima, molto toccante. E lì ho ribadito che l’uso delle armi nucleari è immorale – questo deve andare nel Catechismo della Chiesa Cattolica –, e non solo l’uso, anche il possesso, perché un incidente, [a causa] di un possesso, o la pazzia di qualche governante, la pazzia di uno può distruggere l’umanità. Pensiamo a quel detto di Einstein: “La quarta guerra mondiale si farà coi bastoni e con le pietre”.
Sulle centrali nucleari. Torno sul possesso di industrie nucleari [in risposta alla domanda di un collega giapponese: “Dovrebbero essere spente le centrali nucleari?”]. Sempre può accadere un incidente. Voi lo avete sperimentato, anche il triplice disastro, che ha distrutto tanto. Il nucleare è al limite. Le armi escludiamole, perché quella è distruzione. Ma l’uso del nucleare è molto al limite, perché ancora non siamo arrivati alla sicurezza totale. Tu potresti dirmi: “Sì, anche con l’elettricità si può fare un disastro per una mancanza di sicurezza”. Ma è un disastro piccolo. Un disastro nucleare, di una centrale nucleare, sarà un disastro grande. E ancora non è stata elaborata la sicurezza. Io – ma è un’opinione personale – non userei l’energia nucleare finché non ci sia una totale sicurezza dell’uso. Ma io sono profano in questo e dico un’idea. Alcuni dicono che l’energia nucleare è contraria alla custodia del creato, che lo distruggerà e che si deve fermare. È in discussione. Io mi fermo sulla sicurezza. Non ha la sicurezza per impedire un disastro.
L’enciclica sulla non violenza la farà il prossimo Papa. Alla domanda se ci sia ancora il progetto di un’enciclica sulla non violenza così risponde: Sì, il progetto c’è, ma la farà il prossimo Papa, perché a mala pena ho tempo di… Ci sono progetti che sono nei cassetti…: uno sulla pace, per esempio, è lì, sta maturando, e quando sarà il momento lo farò. Ma parlo abbastanza di questo: per esempio, il problema del bullying con i ragazzi delle scuole, è un problema di violenza, ne ho parlato proprio ai giovani giapponesi, sull’argomento. È un problema che con tanti programmi educativi stiamo cercando di aiutare a risolvere. È un problema di violenza, e i problemi di violenza si devono affrontare… Ma un’enciclica sulla non violenza ancora non me la sento matura, devo pregare di più e cercare la via.
Armi e ipocrisia. Una cosa brutta è – devo dirlo – l’ipocrisia “armamentista”. Paesi cristiani – almeno di cultura cristiana –, Paesi europei – si dice “Europa culta” – che parlano di pace e vivono delle armi: ipocrisia, si chiama questa. È una parola evangelica: Gesù la dice tante volte nel capitolo 23° di Matteo. Bisogna finirla con questa ipocrisia. Che una Nazione abbia il coraggio di dire: “Io non posso parlare di pace, perché la mia economia guadagna tanto con la fabbricazione delle armi”. Senza insultare e senza sporcare quel Paese, ma parlare come fratelli, la fratellanza umana: fermiamoci, ragazzi, fermiamoci, perché la cosa è brutta!
Sulle armi ce l’ha con l’Italia. Quando il Papa dice della vendita di armi e accenna ai “paesi cristiani” pensa innanzitutto all’Italia. Vedi un altro richiamo da me segnalato in questo post:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/aggiornamento-sullira-di-dio/
Scendi in particolare al secondo commento.
Io sono nessuno, cioè non importante. Però desidero ripetere quello che ho già scritto. Darsi da fare contro l’atomica è importante per la salvezza del mondo e di conseguenza anche della chiesa. E allora perché non fregiare Papa Francesco del titolo “salvator mundi”? Ma con la “S” minuscola, infatti è comprensibile il motivo.
Anche tu, caro Luigi, contribuisci a questa salvezza mondial-epocale.
Dio benedica Papa Francesco e anche te.
Un fraterno saluto a te e a tutti.
Ma anche la pulizia delle Finanze vaticane è importante. Gesù infatti scacciò dal tempio i commercianti di denaro. In questo caso Papa Francesco si adopera ad imitare Gesù, onorando il suo incarico petrino.
“Parva scintilla magnum saepe excitat incendium” = “Una piccola scintilla è spesso causa di un grande incendio”. E’ il mio augurio affinché l’incendio di pulizia causato dalla iniziale piccola scintilla causata da Papa Francesco pulisca tutte le finanze vaticane, in modo che gli offerenti 8/00 siano tranquilli.
Ancora un bel saluto e anticipo a tutti oltre che un Buon Avvento e una felice Festa dell’Immacolata che diventò Madre di Gesù e poi nostra. Ci sorrida a tutti dal cielo:
Rif. 19.34 di ieri – 8 x 1000
L’8 per mille non c’entra niente col Vaticano. Siamo comunque felici.