Il Papa ha incontrato oggi il Corpo diplomatico – sono 183 gli Stati accreditati – tracciando una panoramica delle questioni che travagliano l’umanità in pandemia e dei conflitti antichi e nuovi che paiono aggravati dalla crisi economica seguita alla crisi sanitaria. Nei commenti riporto brani sullo scenario complessivo e su singole questioni: distribuzione equa dei vaccini, necessità di pensare un’economia diversa, colpo di stato del Myanmar, catastrofe educativa, il 2021 come un tempo da non perdere. E non è mancato un pensiero al popolo italiano “nelle presenti difficoltà”. Suggerisco ai visitatori di dare un’occhiata a questo invito di Francesco a guardare con occhio di Vangelo l’appenata umanità di oggi.
Francesco sulla pandemia e il “mondo malato”
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Paura sconforto disperazione. Cari Ambasciatori, l’anno da poco conclusosi ha lasciato dietro a sé un carico di paura, sconforto e disperazione, insieme con molti lutti […]. Fin dall’inizio è parso infatti evidente che la pandemia avrebbe inciso notevolmente sullo stile di vita cui eravamo abituati, facendo venire meno comodità e certezze consolidate. Essa ci ha messo in crisi, mostrandoci il volto di un mondo malato non solo a causa del virus, ma anche nell’ambiente, nei processi economici e politici, e più ancora nei rapporti umani. Ha messo in luce i rischi e le conseguenze di un modo di vivere dominato da egoismo e cultura dello scarto e ci ha posto davanti un’alternativa: continuare sulla strada finora percorsa o intraprendere un nuovo cammino. Vorrei allora soffermarmi su alcune delle crisi provocate o evidenziate dalla pandemia, guardando nel contempo alle opportunità che da esse derivano per edificare un mondo più umano, giusto, solidale e pacifico.
L’accessibilità dei vaccini. La pandemia ci ha rimesso potentemente dinanzi a due dimensioni ineludibili dell’esistenza umana: la malattia e la morte […]. È indispensabile che i notevoli progressi medici e scientifici compiuti nel corso degli anni, i quali hanno permesso di sintetizzare in tempi assai brevi vaccini che si prospettano efficaci contro il coronavirus, vadano a beneficio di tutta quanta l’umanità. Esorto pertanto tutti gli Stati a contribuire attivamente alle iniziative internazionali volte ad assicurare una distribuzione equa dei vaccini, non secondo criteri puramente economici, ma tenendo conto delle necessità di tutti, specialmente di quelle delle popolazioni più bisognose. Ad ogni modo, davanti a un nemico subdolo e imprevedibile qual è il Covid-19, l’accessibilità dei vaccini deve essere sempre accompagnata da comportamenti personali responsabili tesi a impedire il diffondersi della malattia, attraverso le necessarie misure di prevenzione a cui ci siamo ormai abituati in questi mesi. Sarebbe fatale riporre la fiducia solo nel vaccino, quasi fosse una panacea che esime dal costante impegno del singolo per la salute propria e altrui. La pandemia ci ha mostrato che nessuno è un’isola, evocando la celebre espressione del poeta inglese John Donne, e che «la morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità».
Praticare un’economia diversa. L’attuale crisi è allora l’occasione propizia per ripensare il rapporto fra la persona e l’economia. Serve una sorta di “nuova rivoluzione copernicana” che riponga l’economia a servizio dell’uomo e non viceversa, «iniziando a studiare e praticare un’economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda». Per far fronte alle conseguenze negative di questa crisi, numerosi governi hanno previsto diverse iniziative e lo stanziamento di ingenti finanziamenti. Tuttavia, non di rado sono prevalse spinte a cercare soluzioni particolari a un problema che ha invece dimensioni globali. Oggi meno che mai si può pensare di fare da sé. Occorrono iniziative comuni e condivise anche a livello internazionale, soprattutto a sostegno dell’occupazione e della protezione delle fasce più povere della popolazione. In tale prospettiva, ritengo significativo l’impegno dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri, che pur tra le difficoltà, hanno saputo mostrare che si può lavorare con impegno per raggiungere compromessi soddisfacenti a vantaggio di tutti i cittadini. Lo stanziamento proposto dal piano Next Generation EU rappresenta un significativo esempio di come la collaborazione e la condivisione delle risorse in spirito di solidarietà siano non solo obiettivi auspicabili, ma realmente accessibili.
Le incarcerazioni del Myanmar. Mantenere vive le realtà democratiche è una sfida di questo momento storico, che interessa da vicino tutti gli Stati: siano essi piccoli o grandi, economicamente avanzati o in via di sviluppo. In questi giorni, il mio pensiero va in modo particolare al popolo del Myanmar, al quale esprimo il mio affetto e la mia vicinanza. Il cammino verso la democrazia intrapreso negli ultimi anni è stato bruscamente interrotto dal colpo di stato della settimana scorsa. Esso ha portato all’incarcerazione di diversi leader politici, che auspico siano prontamente liberati, quale segno di incoraggiamento a un dialogo sincero per il bene del Paese.
Catastrofe educativa. Assistiamo a una sorta di “catastrofe educativa”. Vorrei ripeterlo: assistiamo a una sorta di “catastrofe educativa”, davanti alla quale non si può rimanere inerti, per il bene delle future generazioni e dell’intera società. «Oggi c’è bisogno di una rinnovata stagione di impegno educativo, che coinvolga tutte le componenti della società», poiché l’educazione è «il naturale antidoto alla cultura individualistica, che a volte degenera in vero e proprio culto dell’io e nel primato dell’indifferenza. Il nostro futuro non può essere la divisione, l’impoverimento delle facoltà di pensiero e d’immaginazione, di ascolto, di dialogo e di mutua comprensione».
Pensiero al popolo italiano. Nel ricordare il grande poeta fiorentino, di cui quest’anno ricorre il settimo centenario della morte, desidero anche rivolgere un particolare pensiero al popolo italiano, che per primo in Europa si è trovato a confrontarsi con le gravi conseguenze della pandemia, esortandolo a non lasciarsi abbattere dalle presenti difficoltà, ma a lavorare unito per costruire una società in cui nessuno sia scartato o dimenticato.
Un tempo da non perdere. Cari Ambasciatori, il 2021 è un tempo da non perdere. E non sarà sprecato nella misura in cui sapremo collaborare con generosità e impegno. In questo senso ritengo che la fraternità sia il vero rimedio alla pandemia e ai molti mali che ci hanno colpito. Fraternità e speranza sono come medicine di cui oggi il mondo ha bisogno, al pari dei vaccini.
La fraternita’ ….del cattolico Biden .
https://www.lastampa.it/esteri/2021/02/08/news/la-cnn-bombardieri-usa-in-norvegia-nel-mirino-artico-e-russia-1.39877391
https://gpcentofanti.altervista.org/il-parlamento-uniformato-perche-era-stato-previsto/