“La ricchezza della Scrittura è purtroppo da molti ignorata o minimizzata, perché a loro non sono state fornite le basi essenziali di conoscenza. Accanto quindi a un incremento degli studi ecclesiastici va promossa una formazione [biblica] estesa a tutti i cristiani, perché ciascuno diventi capace di aprire il libro sacro e di trarne i frutti inestimabili di sapienza, di speranza e di vita”: sono parole di Papa Francesco contenute nella LETTERA APOSTOLICA Scripturae Sacrae affectus pubblicata il 30 settembre NEL XVI CENTENARIO DELLA MORTE DI SAN GIROLAMO. A motivo delle tante emergenze vaticane delle ultime settimane, fino ad ora non ho potuto occuparmene. Di quella lettera, straordinariamente interessante, parlo qui ora con gratitudine. Nei commenti ne riporto alcuni passaggi e dico le ragioni della mia riconoscenza.
Francesco su Girolamo e la familiarità con la Scrittura
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Le tue mani non depongano mai il libro sacro. Francesco su Girolamo 1. “l’Europa del medioevo ha imparato a leggere, a pregare e a ragionare sulle pagine della Bibbia tradotta da Girolamo”. “Girolamo è riuscito a ‘inculturare’ la Bibbia nella lingua e nella cultura latina e questa sua operazione è diventata un paradigma permanente per l’azione missionaria della Chiesa”. “Come non ascoltare, nel nostro oggi, ciò a cui Girolamo spronava incessantemente i suoi contemporanei: leggi spesso le Divine Scritture; anzi le tue mani non depongano mai il libro sacro“?
Biblioteca di Cristo. Francesco su Girolamo 2. “Il traduttore è un costruttore di ponti” afferma il Papa nella lettera, lodando l’impegno totale di traduttore della Bibbia attestato dalla biografia di Girolamo. Il Papa richiama a specchio di quella lode la “straordinaria vitalità missionaria espressa [nei secoli] dalla traduzione della Parola di Dio in più di tremila lingue”. “Girolamo è la ‘Biblioteca di Cristo’ – scrive Francesco – una biblioteca perenne che sedici secoli più tardi continua a insegnarci che cosa significhi l’amore di Cristo, amore che è indissociabile dall’incontro con la sua Parola. Per questo l’attuale centenario rappresenta una chiamata ad amare ciò che Girolamo amò, riscoprendo i suoi scritti e lasciandoci toccare dall’impatto di una spiritualità che può essere descritta, nel suo nucleo più vitale, come il desiderio inquieto e appassionato di una conoscenza più grande del Dio della Rivelazione”.
Insuperabile patrimonio culturale. Francesco su Girolamo 3. “Specialmente ai giovani – scrive il Papa – voglio lanciare una sfida: partite alla ricerca della vostra eredità. Il cristianesimo vi rende eredi di un insuperabile patrimonio culturale di cui dovete prendere possesso. Appassionatevi di questa storia, che è vostra. Osate fissare lo sguardo su quell’inquieto giovane Girolamo che, come il personaggio della parabola di Gesù, vendette tutto quanto possedeva per acquistare la perla di grande valore”.
Mia nota. La lettera di Francesco su Girolamo è bella ed è da leggere: appassionata nel ricostruire le vicende biografiche – anche tumultuose – del santo, ricca di riferimenti alla fortuna dell’opera di traduttore da lui realizzata, creativa nelle applicazioni all’oggi. Intendo dire all’attuale impegno di tanti nel tradurre e studiare la Scrittura. Francesco tratta persino della figura di Girolamo nell’iconografia e cita le opere di Leonardo da Vinci, di Caravaggio, del Dürer. Accenna all’influenza che il latino di Girolamo ha avuto sulla liturgia, sulla teologia, sulla musica sulla storia dell’arte. Il titolo della lettera, “Scripturae Sacrae affectus”, il Papa lo prende dalla liturgia della memoria del santo: “Un affetto per la Sacra Scrittura, un amore vivo e soave per la Parola di Dio scritta è l’eredità che San Girolamo ha lasciato alla Chiesa attraverso la sua vita e le sue opere”. Ma le parole di Francesco che più mi raggiungono sono quelle che ho messo nel post: quando invita a sviluppare una pedagogia ecclesiale “perché ciascuno diventi capace di aprire il libro sacro e di trarne i frutti”. Credo che questa pedagogia sia tanto indispensabile quanto poco coltivata. Conclusione: la lettera di Francesco va letta in continuità con l’esortazione apostolica di Benedetto “Verbum Domini” pubblicata esattamente dieci anni addietro, sempre nella festa di San Girolamo: con quel testo Papa Ratzinger consegnava al popolo di Dio quanto era maturato nel Sinodo del 2008 su “La parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”.
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