Francesco si appella al pianto di Dio: “Non siamo soli”

11 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Gesù piange in Giovanni 11. Nel dolore noi non siamo soli. Anche Gesù sa cosa significa piangere per la perdita di una persona amata. E’ una delle pagine più commoventi del vangelo: quando Gesù vide piangere Maria per la morte del fratello Lazzaro, non riuscì neppure Lui a trattenere le lacrime. Fu colto da una profonda commozione e scoppiò in pianto (cfr Gv 11,33-35). Le lacrime di Gesù hanno sconcertato tanti teologi nel corso dei secoli, ma soprattutto hanno lavato tante anime, hanno lenito tante ferite. Anche Gesù ha sperimentato nella sua persona la paura della sofferenza e della morte, la delusione e lo sconforto per il tradimento di Giuda e di Pietro, il dolore per la morte dell’amico Lazzaro.

    5 Maggio, 2016 - 18:59
  2. Luigi Accattoli

    Se Dio ha pianto, anch’io posso piangere sapendo di essere compreso. Il pianto di Gesù è l’antidoto contro l’indifferenza per la sofferenza dei miei fratelli. Quel pianto insegna a fare mio il dolore degli altri, a rendermi partecipe del disagio e della sofferenza di quanti vivono nelle situazioni più dolorose. Mi scuote per farmi percepire la tristezza e la disperazione di quanti si sono visti perfino sottrarre il corpo dei loro cari, e non hanno più neppure un luogo dove poter trovare consolazione. Il pianto di Gesù non può rimanere senza risposta da parte di chi crede in Lui. Come Lui consola, così noi siamo chiamati a consolare.

    5 Maggio, 2016 - 18:59
  3. Luigi Accattoli

    Veglia di preghiera “per asciugare le lacrime” è il titolo della celebrazione.
    Dieci le intenzioni di preghiera:
    1. Per i cristiani perseguitati
    2. Per le persone in imminente pericolo di morte, torturate, abusi, schiavizzate, soggette alle sperimentazioni mediche
    3. Per le vittime di guerra, di terrorismo e di violenza
    4. Per i bambini abusati o giovani ai quali è tolta l’infanzia
    5. Per tutti coloro che soffrono per una malattia grave per le persone disabili e per tutte le loro famiglie
    6. Per tutti coloro che sono accusati ingiustamente, gli innocenti incarcerati, coloro che hanno subito ingiustizie
    7. Per coloro che sono abbandonati e dimenticati, depressi e disperati, angosciati e sfiduciati
    8. Per gli oppressi da diverse dipendenze
    9. Per le famiglie che hanno perso figli prima o dopo la nascita, che piangono un morto
    10. Per le persone separate dalle loro famiglie e dei loro cari, coloro che hanno perso la casa, la patria, il lavoro, la famiglia per diverse cause

    5 Maggio, 2016 - 19:00
  4. Luigi Accattoli

    Tre storie di vita hanno dato carne e sangue all’evocazione del dolore del mondo. La famiglia Pellegrino di Salerno con un figlio che si è ucciso. Felix Qaiser, giornalista pachistano che ha dovuto espatriare in Italia con moglie e figli a motivo della sua appartenenza militante alla comunità cattolica. I gemelli Maurizio ed Enzo Fratamico convertiti dalla dissipazione mondana. Quando troverò queste testimonianze in un testo copiabile o linkabile, le fornirò.

    5 Maggio, 2016 - 19:01
  5. Lorenzo Cuffini

    Parole sante e benedette.

    5 Maggio, 2016 - 20:07
  6. maria cristina venturi

    “MI ABBASSERO’, FRATELLO, NON LASCERO’ MAI SOLI I TUOI OCCHI”
    Quando tristezza e sera si confondono
    – hanno lo stesso colore –
    formano insieme uno strano liquore,
    e timorosamente alle mie labbra l’accosto.
    Così, per non lasciarmi solo
    in quell’ansia, spogliasti
    il crepuscolo d’ogni suo orrore,
    ed all’eternità desti il sapore del pane.
    Quando dall’infinito facesti emergere il tempo
    per appoggiarlo all’altra riva,
    Tu già sentivi il mio lontano pianto,
    ne sapevi da secoli il motivo.
    Sapevi che la nostalgia
    di chi una volta ha bevuto il Tuo sguardo
    non si placa per un solare incanto,
    ma si arrossa di sangue, come trafitta da spine.
    (…)
    Quando creavi i miei poveri occhi
    e recavi l’abisso sulla Tua palma aperta,
    pensavi a quello sguardo eterno
    affascinato dall’abisso
    e dicevi:
    mi abbasserò, fratello
    mi abbasserò, non lascerò mai soli i tuoi occhi,
    e mi nasconderò dapprima nella croce,
    poi, come il pane, nel grano maturo.
    Allora penso:
    Ti abbassi così
    perché nel cosmo non restino sole
    le mie spalle lontane dalla croce
    ed i miei occhi pieni di nostalgia.
    Karok Wojtyla
    Da “Il canto del sole inesauribile” nella raccolta “Giobbe e altri inediti”

    6 Maggio, 2016 - 10:49
  7. maria cristina venturi

    UN PIANTO DI STELLE ( X AGOSTO)

    San Lorenzo, io lo so perché tanto
    di stelle per l’aria tranquilla
    arde e cade, perché sì gran pianto
    nel concavo cielo favilla.
    Ritornava una rondine al tetto:
    l’uccisero: cadde tra spini:
    ella aveva nel becco un insetto:
    la cena dei suoi rondinini.
    Ora è là, come in croce, che tende
    quel verme a quel cielo lontano;
    e il suo nido è nell’ombra, che attende
    che pigola sempre più piano.
    Anche un uomo tornava al suo nido:
    l’uccisero: disse: Perdono;
    e restò negli aperti occhi un grido:
    portava due bambole in dono…
    Ora là, nella casa romita,
    lo aspettano, aspettano in vano:
    egli immobile, attonito, addita
    le bambole al cielo lontano.
    E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
    sereni, infinito, immortale,
    oh! d’un pianto di stelle lo inondi
    quest’atomo opaco del Male!

    Giovanni Pascoli

    6 Maggio, 2016 - 10:55
  8. maria cristina venturi

    papa Francesco alla Veglia di ieri :

    “Quante lacrime vengono versate a ogni istante nel mondo; una diversa dall’altra; e insieme formano come un oceano di desolazione, che invoca pietà, compassione, consolazione».
    «Le più amare – ha sottolineato – sono quelle provocate dalla malvagità umana: le lacrime di chi si è visto strappare violentemente una persona cara; lacrime di nonni, di mamme e papà, di bambini…».

    http://www.lastampa.it/2016/05/05/vaticaninsider/ita/vaticano/le-lacrime-pi-amare-quelle-causate-dalla-malvagit-VZ1A38NFgZd407ftBQEKYK/pagina.html

    6 Maggio, 2016 - 11:01
  9. Luigi Mortari

    Difficile stabilire quali siano le lacrime più amare.
    Accanto a quelle della malvagità umana ci sono quelle di un genitore che assiste impotente alla morte di un figlio ammalato; una desolazione che è quella di chi ha invocato e chiesto aiuto mille e mille volte e non ha avuto risposta.
    Perché per la malvagità dell’uomo c’è sempre una ragione; per il silenzio di Dio c’è solo l’atrocità dell’abbandono.

    6 Maggio, 2016 - 17:24
  10. Lorenzo Cuffini

    E’ così, Luigi.
    Non tutto il male è ” spiegabile”, e il silenzio di Dio non è una illusione diabolica: è una realtà concreta che tutti, prima o poi, ci riguarda.
    Talmente concreta, inevitabile e legata alla condizione umana che Gesù stesso se l’ è bevuta fino in fondo.
    L’atrocità di cui tu parli c’è. E resta tutta, anche in una dimensione di fede.
    E’ solo Gesù, quello del Getsemani e della Croce, che annulla quella frattura e quella distanza che l’abbandono di Dio ( Altissimo, Creatore, Onnipotente ) renderebbe in sop por ta bi le.

    6 Maggio, 2016 - 18:12
  11. Lorenzo Cuffini

    “Arriva un momento in cui anche la Parola perde colpi, anche Dio si appanna e fa lontano…..Il volto di Dio si fa lontano, teorico, impassibile.
    Ma quello di Gesù nell’orto è lì a un passo: ti offre il suo abbraccio, la sua vita e il suo destino.
    Allora lo sai lucidamente che il Padre se ne starà zitto: un cielo muto, sordo, improvvisamente vuoto.Dove sei, Dio? Sparito.
    La fede solo piu’ una ostinazione testarda e irragionevole.
    Ma Gesù è lì.La Comunione con lui non è più un ” sacramento: è la tua vita.
    La tua vita da due soldi che si fa la sua. La sua sconfitta che si fa la tua.
    Gesù si unisce a te : nel momento più basso, quello della fine di tutto.
    Si spezza, insieme a te : e tu hai la certezza di essere spezzato, senza più altra strada.
    Cosa vuoi stare lì, a pregare, a chiedere, a sperare? Ancora?!
    Hai lui.In te, da te.
    Tu, Suo. Lui, Tuo.Da adesso.
    Il resto puo’ anche andarsene in malora.”

    6 Maggio, 2016 - 18:25

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