“In totale sintonia con i voti della maggioranza dei miei fratelli nell’episcopato, riuniti nel recente Sinodo straordinario, ho deciso di dare con questo Motu proprio disposizioni con le quali si favorisca la celerità dei processi”: così dice la premessa papale alla riforma del processo matrimoniale promulgata oggi. L’ho commentata in due piccoli articoli per il “Corriere della Sera” che linkerò domani. Per ora dico che è una riforma di grande impegno, attesa da molti e da molto. La saluto anche come un risarcimento alla memoria del cardinale Pompedda, che soluzioni analoghe aveva sollecitato negli anni a cavallo del millennio, prima da giurista e poi da capo-dicastero. Nei commenti alcuni criteri della riforma che sono posti a premessa del “motu proprio”.
Francesco riforma il processo per la nullità dei matrimoni
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Una sola sentenza in favore della nullità esecutiva. – È parso opportuno, anzitutto, che non sia più richiesta una doppia decisione conforme in favore della nullità del matrimonio, affinché le parti siano ammesse a nuove nozze canoniche, ma che sia sufficiente la certezza morale raggiunta dal primo giudice a norma del diritto.
Il giudice unico sotto la responsabilità del Vescovo. – La costituzione del giudice unico, comunque chierico, in prima istanza viene rimessa alla responsabilità del Vescovo, che nell’esercizio pastorale della propria potestà giudiziale dovrà assicurare che non si indulga a qualunque lassismo.
Lo stesso Vescovo è giudice. – Affinché sia finalmente tradotto in pratica l’insegnamento del Concilio Vaticano II in un ambito di grande importanza, si è stabilito di rendere evidente che il Vescovo stesso nella sua Chiesa, di cui è costituito pastore e capo, è per ciò stesso giudice tra i fedeli a lui affidati. Si auspica pertanto che nelle grandi come nelle piccole diocesi lo stesso Vescovo offra un segno della conversione delle strutture ecclesiastiche,5 e non lasci completamente delegata agli uffici della curia la funzione giudiziaria in materia matrimoniale. Ciò valga specialmente nel processo più breve, che viene stabilito per risolvere i casi di nullità più evidente.
Il processo più breve. – Infatti, oltre a rendere più agile il processo matrimoniale, si è disegnata una forma di processo più breve – in aggiunta a quello documentale come attualmente vigente –, da applicarsi nei casi in cui l’accusata nullità del matrimonio è sostenuta da argomenti particolarmente evidenti. Non mi è tuttavia sfuggito quanto un giudizio abbreviato possa mettere a rischio il principio dell’indissolubilità del matrimonio; appunto per questo ho voluto che in tale processo sia costituito giudice lo stesso Vescovo, che in forza del suo ufficio pastorale è con Pietro il maggiore garante dell’unità cattolica nella fede e nella disciplina.
Il compito proprio delle Conferenze Episcopali. – Le Conferenze Episcopali, curino per quanto possibile, salva la giusta e dignitosa retribuzione degli operatori dei tribunali, che venga assicurata la gratuità delle procedure, perché la Chiesa, mostrandosi ai fedeli madre generosa, in una materia così strettamente legata alla salvezza delle anime manifesti l’amore gratuito di Cristo dal quale tutti siamo stati salvati.
Tra le circostanze che possono consentire la trattazione della causa di nullità del matrimonio per mezzo del processo più breve secondo i cann. 1683-1687, si annoverano per esempio: quella mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso o l’errore che determina la volontà, la brevità della convivenza coniugale, l’aborto procurato per impedire la procreazione, l’ostinata permanenza in una relazione extraconiugale al tempo delle nozze o in un tempo immediatamente successivo, l’occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione, la causa del matrimonio del tutto estranea alla vita coniugale o consistente nella gravidanza imprevista della donna, la violenza fisica inferta per estorcere il consenso, la mancanza di uso di ragione comprovata da documenti medici, ecc.
Una nuova schiera di antipatizzanti di Francesco:
avvocati che vedono andare il fumo buona parte del business degli annullamenti matrimoniali
(Massimo Faggioli)
Mentre attendo curioso lunedì per ascoltare la lunga intervista che il mio vescovo ha dato a radio Renascença
🙂
Guardate che l’onorario agli avvocati si continuerà a pagare, eh?
Non per cosa, ma i soldi li caccerete lo stesso, detto in termini tecnici. Prima c’era da pagare un contributo per l’accesso al tribunale, come il contributo che pagate per andare in giudizio davanti alla giustizia italiana.
Per la cronaca: erano 525 euro in primo grado, alla Rota si andava a tranches da 750.
Sempre per la cronaca, una causa rende a un avvocato rotale in media 2000 euro. Sai che gran guadagno.
Un saluto!
La decisione era attesa e si inserisce in un percorso già avviato dai predecessori. Viene ribadita l’indissolubilità del matrimonio.
L’unica cosa che mi lascia perplesso è la tempistica. Perché non attendere le conclusioni del Sinodo ormai imminente?
Leggevo in queste ore commenti sulla decisione di Francesco su vari siti USA. Già sapevo che gli USA con solo il 6% di cattolici hanno iil 60 % degli annullamenti che si registrano ogni anno. Quello che non sapevo è che la procedura era già la molto veloce, circa sei mesi, e quasi gratuita ( qualcuno ha pagato in tutto 173 dollari), ma soprattutto consiste in una mera pratica quasi amministrativa:i due coniugi rispondono, separatamente e per scritto a 150 domande e tutto finisce la’. “La seconda sentenza, sempre emanata da un tribunale USA ( nessuna causa finiva alla Rota di Roma) era conforme alla prima nel 99,99% dei casi, e quindi è chiaro che fosse praticamente inutile.
Mi sembra che sia questo il modello che è stato utilizzato per il motu proprio del papa.
Ho letto poi un articolo di Garelli su La Stampa, che parla della situazione in Italia. Sembra che qui invece l’approdare alla Sacra Rota fosse stato fino ad oggi la normalità .Interessantw questa diversità .
E come dice tonizzo e fa presente anche Garelli, la pratica, anche a prescindere dagli avvocati è sempre stata più costosa.
Ho dimenticato di specificare che è sempre stata più costosa qui in Italia
L’ho detto e ripetuto che Francesco è “semplice come colomba e astuto come serpente” … 🙂
Il Motu Proprio è inattaccabile sotto ogni punto di vista, sia teologico, canonico e pastorale. E la ratio ispiratrice è quella che la Chiesa deve assolutamente perseguire: la salute delle anime. Queste le considerazioni oggettive.
Un buon “tradizionale” con un minimo di Fede, cervello, e perchè no preparazione non ha, nè dovrebbe avere nulla da lamentarsi.
Ho letti in giro che il “Motu Proprio” avrebbe fatto arrabbiare frange “tradizionaliste”: dalla lettura di certi siti e blog ciò non mi risulta e, se ciò davvero fosse vero, mi auguro che mi si faccia passare il fatto che sono davvero dei fessacchiotti.
Le ragioni sono molteplici e, se ne avrò voglia, ed il dibattito si farà interessante ne spiegherò le ragioni.
Come mi riservo di parlare più avanti del fatto che i più iper-progressisti con un poco di cervello e intuito (certo capisco che trovare questa qualità in questi succitati è cosa alquanto rara e difficile, se non impossibile) di questo “Motu Proprio” non hanno “proprio” nulla di che essere contenti; la morale implicita è che sulla “benedizione” delle seconde nozze e sull’Eucaristia ai divorziati risposati al Sinodo non si beccherà niente, gli resta solo la battaglia sulle unioni omosessuali.
Non so che blog fortemente conservatori leggi tu ubi, ma la maggior parte di quelli che ho letto io, al pari di Socci, sono molto arrabbiati con questi cambiamenti.
Questo è uno dei due articolini che ho scritto ieri per il Corsera di oggi:
http://ilsismografo.blogspot.it/2015/09/vaticano-la-rivoluzione-della-sacra.html
Ubi,
può darsi che tu abbia ragione, ma qualche “mugugno” effettivamente c’è stato. Il fatto è che la maggior parte dei cattolici non coglie la differenza tra “annullamento” e divorzio e quindi questo Motu proprio, pur avendo solo lo scopo di “semplificare” la procedura di annullamento, verrà interpretato come un colpo inferto all’indissolubilità del matrimonio.
Il matrimonio resta indissolubile, ma si può annullare più facilmente…
Ne abbiamo discusso altre volte: tutte le iniziative volte a consentire una maggior inclusione nella Chiesa delle coppie separate (annullamento o comunione) vanno a “ridimensionare” il principio dell’indissolubilità del matrimonio.
Ma, in tempi come questi, possiamo permettercelo?
Picchio, le rispondo per l’ennesima volta, sperando faccia lo sforzo di capirmi (e che questo nostro OT non diventi l’argomento principale di questo post).
Posto che -se vogliamo, possiamo creare infinite tipologie di etichette e di categorie- ci siano “iper-tradizionalisti; tradizionalisti, tradizionali, conservatori, progressisti e iperprogressisti”, io poi ancora suddivido che ci sono quelli che in quelle categorie ci si può interesse per interesse, per cosi dire, politico; insomma governare con la religione, dove naturalmente la religione è un pretesto… (c’è una locuzione latina che mi sfugge porco diavolo!).
Ecco, io mi interesso solo di quelle categorie in ambito, per cosi dire, è molto impreciso, “teologico”.
Quindi leggo siti che si interessano dell’argomento solo in senso spirituale ed in un’ottica più ultra-terrena (anche se la commistione col “terreno” poi necessariamente deve esserci.
Socci è tradizionalista, tradizionale, conservatore? Non lo so, nè tanto mi interessa. Che io sappia è vicino a un certo movimento, e anzi, rimpiange pure la linea che quel movimento aveva. Sinceramente però non riesco ad inquadrarlo nelle categorie di cui sopra. L’unica che saprei dire è che magari -come il movimento- ama molto gli States …
Quindi, il mio è totale disinteresse, per non dir altro …
Spiletti, lei legge poco la rassegna stampa. L’unico giornale che non ha scritto correttamente “annullamento”, ma erroneamente “scioglimento” oggi è stato il Corriere della Sera (naturalmente come titolo all’articolo di Accattoli 🙂 ).
Nel motore di ricerca metta “rassegna stampa” …
E poi Spiletti, sempre attenendomi a ciò che dice lei nel suo post, una cosa è ciò che è oggettivo e una cosa è ciò che è soggettivo. Una cosa è ciò che è già avvenuto e una cosa è il giudizio previo su quanto avverrà.
Per capirci, concretamente, lo so e lo penso pure io che in Germania Austria Svizzera Francia e gran parte del nord europa (minuscolo …) si apriranno dei “nullifici” (ma li si poteva semplificare, il problema da quelle parti non è la Fede dei nubendi, ma se la Chiesa, e buona parte dell’episcopato, sia ancora Cattolica, quindi la nullità consisterebbe in ben altro). Però devo essere coerente e oggettivo e lo sono: questo è un giudizio previo (se non proprio un pregiudizio) quindi mi attengo all’oggettivo: “Il Motu Proprio è inattaccabile sotto ogni punto di vista, sia teologico, canonico e pastorale. E la ratio ispiratrice è quella che la Chiesa deve assolutamente perseguire: la salute delle anime“.
Punto!
Ubi
In questo caso ok.
Io invece mi riferivo, per fare pochi esempi, a rorate, father z, o al canonista ed Peters.
Ubi
Spiletti non si riferisce a quello che scrivono i giornali, ma al fatto che per la gran massa dei cattolici annullamento e divorzio sono la stessa cosa.
E poi in realtà tutti sbagliano perché non si dovrebbe dire annullamento, che il presuppone che qualcosa sia esistito sino a quel momento, ma dichiarazione di nullità, perché la chiesa certifica che il matrimonio non è mai esistito. Fosse esistito, essendo indissolubile, non avrebbe avuto il diritto di annullarlo.
Dicevo solo che il senso dei “mugugni” è dovuto al timore che iniziative come questa finiscano, di fatto e al di là delle lodevolissime intenzioni, per scalfire il principio dell’indissolubilità del matrimonio.
Ha ragione picchio. La questione è per forza di cose complessa e, anche involontariamente, tutti tendono a semplificare: semplificando si arriva a non distinguere più tra nullità, annullamento e divorzio.
Il sacerdote che mi ha accompagnato al matrimonio sosteneva che a suo parere moltissimi matrimoni celebrati in chiesa sono nulli (spesso per la superficialità dei nubendi), ma che poi alcuni di questi si “aggiustano” strada facendo. Bisognerebbe dedicare più tempo alla formazione dei giovani e dei fidanzati, ma le priorità sono sempre altre…
Spiletti per quanto credo che i giornali facciano appositamente confusione per generare polemiche confermo che la stessa cosa disse a me un altro prete. Sul fatto che molti matrimoni fatti in chiesa in realtà sarebbero nulli.
Evidentemente i preti si rendono spesso conto di “dover sposare” persone non pronte.
Petrus
sono tantissimi i preti ( e i vescovi) che affermano che la maggior parte dei matrimoni è nulla. Era un problema che si presentava di più in passato quando per conformismo sociale, per far contenti i parenti, perché le foto vengono meglio ci si sposava in chiesa in numero maggiore di adesso . Ora grazie a Dio questi casi sono diminuiti. Sono presenti però ancora ora dei cristiani che si sposano in chiesa Pensando per esempio che qualche scappatella nel corso del matrimonio sia cosa assolutamente normale.
Concordo con picchio (ostrega!).
Il problema è il relativismo che autorizza ciascuno a costruirsi una religione e una morale su misura e a sentirsi sempre nel giusto.
Le cose che piacciono sono sempre buone e giuste, i peccati sono solo quelli degli altri… Occorrerebbe ripartire da una sana educazione cristiana, che chiarisca cosa è bene e cosa è male.
Finchè penseremo che le priorità sono altre, non andremo da nessuna parte.
Purtroppo temo che l’idea di “misericordia” che si sta facendo largo nella Chiesa non aiuti a recuperare il senso del peccato e il desiderio di salvare la propria anima.
ubi
Certo che tacciare gli iper-progressisti di aver poco cervello e poi scrivere che il termine corretto è annullamento e non scioglimento, quando sono sbagliati tutti e due è proprio scivolare su una buccia di banana 😉
Spiletti, quel che dice e quel che teme vale solo per le situazioni pregresse e per poco tempo per quelle a venire …
Credo sia ovvio ed implicito che per quel che riguarda ” quella mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso o l’errore che determina la volontà ” si correrà ai ripari sia riguardo alla formazione dei nubendi, sia credo -e spero. nell’adeguamento della formula matrimoniale.
Per il resto il documento è perfetto, come già detto.
Per quel che riguarda il timore dei “nullifici” detti sopra, è ovvio che il documento nel tempo è passibile di revisione qualora si dimostrasse statisticamente l’abuso in determinate diocesi.
Senza contare il fatto che è facile invocare certe cose quando sono altri a caricarsi di certe responsabilità; ma qui saggiamente e doverosamente papa Francesco carica della responsabilità innanzi a Dio il vescovo (e per quanto pure diversamente cattolico possa essere un vescovo la responsabilità innanzi a Dio unicamente personale è cosa alquanto imbarazzante … ), relegandolo nel suo ruolo alla propria competenza apostolica che da vita ad un atto “giudiziale”, e non delegandolo ad un atto puramente amministrativo ove esegue la volonta codificata altrui (la differenza è lunga da spiegare, ma chi sa intendere sa bene quanta differenza ci sia) .
Oggettivamente questo “Motu Proprio” è una grazia per quei -magari pochi o molti non credo sia utile discuterne- fedeli che di fatto si trovano nella situazione che il Matrimonio è nullo per i difetti succitati.
@ Luigi Accattoli 9 settembre 2015 @ 14:31
Questo è uno dei due articolini che ho scritto ieri per il Corsera di oggi:…….
____________________________
forse era il caso l’avessi messo in aggiornamento al Post iniziale
e
non disperso tra commenti vari
Perdonatemi l’inflazione dei commenti, ma questo vorrei fare osservare a Spiletti e ad altri per vari motivi: non vi dice nulla che su siti e blog (iper e non) “progressisti” non si sia esultato nè siano stati scritti articoli omaggianti osannanti a questo “Motu Proprio” ?
In fondo qualcuno con un poco di cervello e un poco di intuito in quegli ambienti deve esserci …
Picchio se lei cerca, su questo blog, in un altro thread ho spiegato bene cosa sia la “dichiarazione di nullità”.
Solo che a volte si semplifica perchè si scrivono post velocemente, non è che si scrivono trattati. Certo tra il veloce “nullità” scritto da me -che si capiva che si voleva intendere- e chi ha scritto “sciogliere”, c’è un abisso … 🙂
Accattoli minacci di non scrivere più articoli se gli fanno certi titoli 🙂 🙂
Ubi scrive:
“Certo tra il veloce “nullità” scritto da me -che si capiva che si voleva intendere- e chi ha scritto “sciogliere”, c’è un abisso …”
ubi alle 15.00 non hai scritto per nulla nullità, ma hai affermato che ” il termine corretto è annullamento,non scioglimento”
noi prof iper progressiste siamo estremamente pedanti 🙂 🙂 🙂
ubi
per quanto riguardi i siti progressisti toppi alla grande.
ubi, evidentemente non leggiamo gli stessi siti sia per quanto riguarda i conservatori che i progressisti.
Ti faccio però notare che quello fatto dal papa era uno dei 2 punti per risolvere il problema dei divorziati risposati indicati da Kasper nel famoso concistoro ( l’altro era concedere la possibilità di comunicarsi, caso per caso dopo un cammino penitenziale) che scatenò le ire dei conservatori, e mentre questa strada era vista con favore da cardinali come Scola era invece stata cassata senza appello da Burke in varie interviste.
mons. Maroun Lahham,
Arcivescovo vicario del Patriarca di Gerusalemme dei Latini per la Giordania
19 Luglio 2015
Barzio (LC)
(sta parlando di Nullità matrimoniale in Medio Oriente)
«… quelli che vogliono una soluzione rapida e facile ai loro casi matrimoniali …
La maggior parte passa invece alla Chiesa ortodossa,
dove le procedure sono molto più semplici e meno rigide.
La sfida in questi casi è costituita da un secondo matrimonio “cristiano” – o considerato tale perché celebrato in una Chiesa – contratto quando la prima moglie è ancora in vita.
In questi casi si pone la questione dell’approccio ai sacramenti dell’Eucarestia e della Riconciliazione,
il che non si pone per i casi del passaggio all’islam.
Questa questione sarà esaminata al Sinodo sulla Famiglia, nel contesto della riflessione sui divorziati risposati.
Esiste poi il tema del tribunali ecclesiastici.
Parlo dei tribunali cattolici
e,
nel mio caso, dei tribunali di rito latino.
Non parlo di problema, ancora meno di sfida,
ma di una constatazione
che
è stata largamente menzionata durante il Sinodo dell’ottobre 2014 da più di un Padre sinodale.
Le procedure sono lunghe e complicate, specialmente per i casi di nullità del matrimonio.
La sfida è doppia.
Primo:
più il tempo passa
e più il marito è tentato di passare
alla Chiesa ortodossa
o
all’islam.
Secondo:
più il tempo passa
e più la giovane moglie diventa meno giovane,
perdendo dunque la possibilità di risposarsi.
Bisogna ribadire che, nei Paesi arabi, la ragazza non sceglie il marito,
ma
“aspetta” che un giovane venga a “domandare” la sua mano.
Ed è chiaro che, se una ragazza si sposa a 25 anni
e, dopo un anno o due, comincia il processo di nullità,
se deve aspettare altri cinque anni per avere il decreto di nullità…
le sue chances di un secondo matrimonio diminuiscono drasticamente.
Sembra che la Santa Sede
stia pensando a rendere questi casi più veloci,
o addirittura di dare la competenza al Vescovo locale di decidere senza il ricorso,
finora necessario, alla Sacra Rota.»
http://www.mondoemissione.it/chiesa/nullita-matrimoniale-il-caso-del-medio-oriente/#.VfAvLkk2qq8.twitter
Aiuta a capire
l’ascolto di Francesco
verso gli altri fratelli vescovi
Ma che questo motu proprio dà la stura al turismo della nullità come c’è il turismo divorzista, lo avete visto?
Ma ve lo ricordate di quando negli anni ’70 chi poteva permetterselo “emigrava” a Brooklyn per avere il primo grado favorevole nella locale Diocesi?
Era il 1976 e chi poteva cantava come i Jefferson: “We’re movin’ on up to the East Sideeee…”.
Agevoliamo la colonna sonora del tempo
https://www.youtube.com/watch?v=YaZIpWMUQ_s
Mgr Blaise J. Cupich,
archevêque de Chicago (Illinois, États-Unis)
23 agosto 2015
Omelia
nella ricezione del Pallio dalle mani di Mgr Viganò
.
«Il ministero papale
riesce a strapparci da una visione provinciale stretta
che riduce la nostra esperienza chiesa
a ciò che succede
nella mia parrocchia,
la mia diocesi,
il mio paese»
«In vista del Sinodo,
è chiaro che il Santo Padre chiama la Chiesa a riesaminare i nostri schemi e forme di espressione su ciò che noi crediamo,
e ad essere aperti a nuovi modi e forme di creatività in materia di accompagnamento delle famiglie.
Tutto questo
è anche per noi che viviamo a Chicago,
affinchè
noi non ci contentiamo
di soluzioni che non funzionano più,
di dichiarazioni che non ci ispirano più,
e
di modi di lavorare che soffocano ogni creatività e collaborazione.»
_______________
Incredibile, ricordando altre espressioni di Cupich !
Sono costretto a deluderla cara Picchio, ma non considero il Card. Burke la voce dello Spirito Santo, nè lo considero il papa, nè appartengo a quella fazione che considera il Card. Burke un antipapa o questo vorrebbe farne di lui (e questo suo malgrado: il Card. Burke, che è semplicemente uno dei tanti cardinali-vescovo, esprimono solo una opinione).
Già diedi atto pubblicamente ad Accattoli di avermi fatto una “radiografia” -e relativo referto- perfetta: “Ubi dunque non è un tradizionalista, ama la tradizione ma loda le novità di segno evangelico … Abbiamo a che fare con un cattolico di forte convincimento, forse in posizione solitaria nella comunità, conservatore e populista ma non collocabile politicamente”
Non sono amalgamabile nè omologabile -anzi sono per sicura e certa definizione “non-omologato“- a nessuno schieramento 🙂 🙂 . Già ho detto sopra che la cosa religione “politica” mondana ad uso Instrumentum Regni non mi interessa, ma mi interessa la prospettiva ultra-terrena mia e dei miei fratelli …
Au revoir.
Con questi atti pontifici, il Santo Padre non ha fatto altro che applicare i punti 48 e 49 votati favorevolmente cum placet dalla stra- grande maggioranza dei padri Sinodali nella relazione finale del Sinodo straordinario del 2014.
Un caro saluto a tutti.
Ubi
Cosa c’entra quello che sei tu o che tu sia omologato o meno a qualche schieramento??? Stavo semplicemente rispondendo a quello da te affermato alle ore 17,58 e quello che ho scritto è vero sia che tu sia conservatore, liberale o non omologabile.
Punto 48: placet 143; non placet: 35.
Punto 49: placet 154; non placet: 23.
Relatio Synodi finale A. D. 2014
Tonizzo
Ma la situazione presente era giusta ? È’ giusto che in una diocesi USA ora, non nel 1970, si possa ottenere una dichiararazione di nullità in 6 mesi pagando 173 dollari , mentre una mia conoscente qui in Italia, sposatasi unicamente perché aspettava un bambino, per veder dichiarato nullo il suo matrimonio ci ha messo più di tre anni spendendo dui 4000 euro, detto da lei.
Speriamo che i vescovi qui in Italia si adeguino e non costringano al turismo della nullità .
Scusandomi di nuovo per l’inflazione dei commenti.
Poi cara Picchio, ho una certa fissa per la logica e la matematica (e pure per le fonti precise): faccio invece a te notare che “quello fatto dal papa” non è quello “indicati da Kasper nel famoso concistoro”, ma l’attuazione del punto 48 della Relatio Synodi a chiusura del Sinodo dei Vescovi. Punto 48 che ha ricevuto ben 143 voti favorevoli e solo 35 contrari, quindi approvato a maggioranza assoluta. Se i “conservatori” o “tradizionali” sono questo esiguo numero…
Ma non lo sono poichè gli articoli 52; 53 e 55 hanno avuto rispettivamente 74; 64 e 62 voti contrari (cioè nemmeno i due terzi favorevoli per poter essere approvati).
Lei fa un grosso calderone insomma… 🙂
Fabrizio mi ha giustamente anticipato. Ben fatto!
Grazie Fabrizio
di fare memoria di corretta informazione
ubi
“quello fatto dal papa” era presente sia nella relazione di kasper che nella relatio finale del Sinodo. Ho fatto presente che era già stato presentato da Kasper perchè tu avevi detto, basandoti su non so quali fonti, che i progressisti non fanno i salti di gioia, quando questo era già indicato da un noto teologo progressista.
fabrizio
rispondendo a ubi non ho detto che il papa ha deciso così per via di Kasper. L’ha scritto il papa stesso che ” tenendo conto di quanto deciso dal Sinodo….”, semplicemente ho voluto far presente che non mi sembra che i progressisti siano contrari al MP visto che Kasper indicò quella strada come una possibilità ( insieme per ad altre) per riavvicinare i divorziati risposati all’Eucarestia già nel famoso discorso al concistoro.
Continua ad esserci il problema, Fabrizio, per tutti quei divorziati risposati il cui primo matrimonio non è nullo. Cosa si farà in quei casi? Nulla? Si valuterà caso per caso? vedremo.
Si ma se basta il fatto di essersi sposata incinta con troppa leggerezza e precipitazione per ottenere la nullità quali possono essere tutti questi casi di divorziati risposati che rimarranno fuori?
Tenuto conto che la maggior parte dei divorziati non si risposa e che le seconde nozze spesso naufragano come le prime?
Cioè togli le convivenze pre e post matrimoniali, togli la nullità facilitata, togli i sacerdoti che chiudono un occhio, parliamo di piccoli numeri.
Ora a meno di non voler ammettere apertamente che si vuole il divorzio (nemmeno mascherato un po’ ipocritamente da nullità) diciamo che la mossa toglie un po’ di terreno a chi preme per cambiare tutto.
Lo ha capito anche Tornielli
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-nullita-matrimoniale-sinodo-43241/
Detto ciò più che segno di apertura la discussione è segno di debolezza: non si è riusciti ad arginare la crisi del matrimonio, corriamo ai ripari per salvare capra e cavoli con qualche triplo carpiato con avvitamento.
Molti laici hanno commentato (giustamente) così.
Se non si smonta
l’ideologia idolatrica della “comunione”
non se ne esce.
Nessuno ha il coraggio di affrontarlo.
Si può vivere anche con l’Eucarestia
ma senza “comunione”.
Aver fatto della “comunione”
un assoluto
lasciando credere
che accedendovi si è
un cittadino “normale”,
non si è un paria,
si è di fatto svalutato
il senso della “comunione”.
Ergo
ora esiste il DIRITTO alla “comunione”
il diritto a prendere l’ostia.
In questo,
la religione cristiana
è somigliantissima a tutte le altre religioni religiose pagane.
mi ricordo quando la “religione” “cattolica” era la religione del terrore dell’inferno…. in illo tempore,
ora è la religione dei DIRITTI ACQUISITI.
Grazie al Signore,
io
ho dovuto riscoprire
che quello che per gli altri è Religione
per me
è scoprire di continuo
l’incontro misterioso, incomprensibile,
con una Persona…
Sara
per rispondere alla prima domanda immagino che saranno ben pochi e saranno soprattutto quelli che avranno la sfortuna di avere un vescovo iperconservatore, diciamo alla Burke e non saranno stati abbastanza furbi da andare a chiederlo in un’altra diocesi.
La mossa toglie un po’ di terreno a chi preme per cambiare tutto perchè in pratica è già cambiato tutto. per questo da quel che ho letto i lamenti riguardano più i conservatori che i progressisti.
molto OT:
voglio andare in pensione e lasciare il mio posto ai giovani!!!!
Grazie a te matteo e grazie a ubihumilitas
@picchio
Ciao picchio, sì avevo inteso il senso del tuo discorso.
Riguardo ai divorziati risposati e al loro accesso alla Comunione, il dibattito è ancora apertissimo.
Se vuoi la mia opinione, (ma è una opinione assolutamente non scientifica, è solo quella di un uomo di periferia), l’accesso alla Comunione per i divorziati risposati non ci sarà.
Un caro saluto a tutti.
@picchio delle 14.23
Grazie per la tua sensibilità (ovviamente non rivolta solo a me).
Ciao.
fabrizio
l’accesso alla Comunione per i divorziati risposati non ci sarà.
questo l’ho sempre pensato anche io ben prima del motu proprio, nel senso di un accesso generalizzato come qualcuno interpretava, ma nessun cardinale aveva mai chiesto. Confidavo in un approccio più ” il vescovo decida caso per caso ” quindi accesso ad personam concesso dal vescovo dopo magari un cammino penitenziale.
Il papa ha di fatto concesso un accesso alla comunione alla quasi totalità dei divorziati risposati, perchè dichiarando nullo il loro matrimonio la categoria scompare, i divorziati risposati diventano sposati e basta.
Bisogna solo vedere se i vescovi coopereranno in questa direzione o metteranno il bastone tra le ruote.
La crisi del matrimonio colpisce sia i matrimoni religiosi, che quelli civili, Sara. Ormai solo i gay vogliono ancora sposarsi, ma il loro matrimonio alla Chiesa non piace. 😉
Cosa avrebbe potuto fare la Chiesa in questi ultimi anni per “salvare” il matrimonio non saprei dire.Un corso matrimoniale se non è anche un cammino di fede serve a poco, per quanto presenti la dottrina in modo serissimo.
Picchio perdonami: non cadere nell’errore di pensare che con i motu proprio di ieri, ora ottenere la nullità canonica sia come bersi un caffè.
Con affetto.
I gay si vogliono sposare soprattutto perché non possono, in realtà quelli sposati hanno cominciato a divorziare anche loro.
Le unioni sono fragilissime per tutti.
Fabrizio
Proprio un caffè no, ma se guardo a quanto è successo negli Stati Uniti …..veramente la’ si può parlare di divorzio cattolico. Se tra le cause di nullità ora aggiungi la mancanza di fede, la brevità del matrimonio, l ‘essersi sposati perché si aspettava un figlio, l’aver abortito….
Le unioni sono fragilissime per tutti
Verissimo sara.ci si innamora di un altro, non c’è più la passione dei primi tempi, la suocera si impiccia, si litiga per i figli …arrivederci e grazie.
Tutto si consuma e si getta, anche l’amore.
La società civile prende atto e attua ( magari non in Italia ) apposite tutele per le famiglie di fatto. La Chiesa non sa che fare e questo da decenni. Non che GPII fosse seguitissimo su questi argomenti, eppure su questi ha basato gran parte del suo pontificato. parlava a quelli già credenti, ai movimenti, ma tolti i duri e i puri non ha toccato la società nel complesso, rimasta assolutamente indifferente al suo messaggio.
Concordo con Sara.
Proprio per questa estrema fragilità delle unioni e delle famiglie dicevo che non possiamo permetterci ulteriori colpi al matrimonio o dubbi sulla sua indissolubilità.
I commenti di oggi confermano i timori che ho condiviso qui ieri: nel motu proprio di papa Francesco, anziché vedere un gesto di misericordia verso i separati, è stato percepito, un po’ da tutti, una sorta di via libera ai divorzi.
Spero e prego che nel Sinodo si discuta anche di questo.
Quindi Sara è un capriccio. Che commento sgradevole.
Sarò banale, forse, ma sono assolutamente convinto che l’unico giudice sia Dio.
A maggior ragione riguardo al presunto diritto di comunicarsi.
picchio,
San Giovanni Paolo II non cercava consensi ma, come era suo dovere, testimoniava e insegnava la verità e la volontà di Dio.
L’indifferenza delle masse rientra nella libertà dei figli di Dio, ma ciò non toglie che la Chiesa DEBBA instancabilmente, anche andando sempre controcorrente, proporre il proprio messaggio per il bene degli uomini.
Fides l’eucarestia ha una componente umana e la Chiesa stessa è in parte umana, è l’effetto dell’incarnazione, lasciare tutto a Dio non è un po’ troppo assolutistico?
Picchio quando ero ragazza e cominciavano a diffondersi i divorzi si guardava con favore alle convivenze e anche alle seconde unioni, si pensava che molti divorzi dipendessero dalle spinte della famiglia, dall’immaturità, oggi capita di vedere gente che convive dieci anni poi si sposa e divorzia in un lampo.
Anche gli psicologi in fondo non possono farci nulla, forse è un periodo così, forse la Chiesa deve solo accompagnarlo sperando che prima o poi passi, però mi pare che il sinodo si perda un po’ in particolari e non vada fino in fondo al cuore del problema.
Parere mio, poi bho.
Ma guarda tu! Per una volta devo dare ragione a Fides.
Si mette molto minestrone in un grosso calderone. Comunque, mentre le 99 pecore litigano, fortunatamente il pastore le ha lasciate alle loro beghe e si è andato a cercare la pecorella smarrita per caricarsela sulle spalle.
Bergoglio parla del supremo principio della “salute delle anime”.
Fabrizio giustamente sottolinea che il fatto che si siano allargati i casi di nullità non vuol dire ottenerla automaticamente, ma almeno ci si può provare.
Io ho un amico che dopo 4 anni di convivenza ha fatto il Matrimonio religioso, e appena tornato dal viaggio di nozze la moglie gli ha detto “addio”.
Qui si potrebbero, alla luce del nuovo Motu Proprio, recuperare due pecorelle che prima sarebbero rimaste fuori dall’ovile, poichè la nullità li liberà entrambida un vincolo mai esistito.
C’è tutto, la mancanza di fede di lei, la brevità del matrimonio …
Perchè doverli perdere, secondo alcuni, non lo capisco.
Io vado a intuito, il pragmatismo di Bergoglio ci ha donato questo Motu Proprio che allarga generosamente le maglie dei casi di nullità, salvaguardando l’indissolubilità.
Bergoglio credo userà lo stesso pragmatismo per i divorziati risposati che non rientrano in nessuno dei molti casi di nullità, e cioè: “Figli belli, non posso far niente di più innanzi ad un Matrimonio valido”. Predicherà giustamente l’accoglienza nella comunità cristiana, nelle parrocchie, predichera giustamente che non vengano esclusi o emarginati; ma per il resto non credo potrà fare di più (e per i Matrimoni validi lo ritengo pure giusto, poichè l’Indissolubilità non deve essere messa in dubbio).
Picchio, era Brooklyn ed erano molto avanti rispetto agli italiani già a quel tempo.
Tu mi chiedi se fosse meglio prima: certo che no, visto che la conforme era un decreto fotocopia della prima sentenza e veniva praticamente prodotta in automatico.
D’accordo, è giusto ridurre i tempi. Ma pensate che questo strumento riavvicinerà i divorziati e riempirà le chiese?
Lo credete veramente?
Se lo credete, beati voi. Vi ammiro, detto senza alcun ironia. Io non riesco a crederci.
Picchio, quando all’università studiavo Canonico e la parte speciale di matrimoniale, spesso sono finito in mezzo a discussioni sulla Rota Romana e la sua serietà. A quel tempo nel popolo l’idea era “tanto paghi e ti danno l’annullamento” (l’annullamento, perché la gente mica sta a disquisire di annullabilità o nullità).
Ora pensa a questa riforma: il matrimonio va male? “Evvabbè, mò PapaFrancesco (tuttattaccato perché ormai gente che manco sa com’è fatta una chiesa, parla di PapaFrancesco tuttattaccato con cui ribatte le osservazioni di qualsiasi malcapitato prete. Non mi dai la Comunione perché convivo? “Ma PapaFrancesco ha detto che…” e giù cazzate immani), dicevo, mò PapaFrancesco ha dato il divorzio a tutti“.
Perché QUESTO è il messaggio che è passato, non altro. E per giunta gratis, cosa che non è vera perché gli avvocati si continuano a pagare, e così i giudici.
Penso a quella nobile figura di don Enzo Bianchi, il presidente dell’ormai sopprimendo Tribunale Ecclesiastico Regionale Lombardo. Un sacerdote davvero capace, un vero canonista e attento nei casi che gli venivano presentati. Ricordo la sua lezione quando disse: “Molti sono convinti che la Rota possa annullare un matrimonio molto facilmente. La verità è che spesso la Rota dice no, e prim’ancora lo dice il tribunale. E allora è difficile comunicarlo alla parte che ha fatto ricorso”.
Ecco: e se il Vescovo diocesano ti dice di no?
E se te lo dice pure il Metropolita?
E’ questo quello che mi preoccupa: l’idea che “semplificazione” voglia automaticamente dire “sì” a qualsiasi cosa dovesse essere presentata.
Poi parliamo del dilettantismo di chi scrive che per esempio quello del motu proprio sia l’elenco dei casi per l’annullamento, ma lì è che qualche collega dovrebbe ripassare un po’ canonico. Un cordiale saluto a tutti.
Aneddoto, così faccio anche una battuta.
Siamo 25 anni fa o giù di lì al paese di mia nonna, in Calabria.
C’è un vicino che ha una ragazza e se la vuole sposare, ma lei ha un problema: suo marito, che si è dichiarato omosessuale, è ancora regolarmente sposato con la fanciulla.
Ecco allora che si va prima alla Rota e la Rota dichiara la nullità.
La madre del ragazzo, quando arrivò la lettera da Roma, prese a sventolarla davanti alle amiche e le conoscenti manco fosse la schedina del Totocalcio: ‘U scrìssi ‘u Papa ca Mimma non è maritata! (Ha scritto il Papa – in questo caso Wojtyla) che Mimma non è sposata!).
Il marito, che era uomo coscienzioso e non molto credente, così la zittì: “Dassa stari u Papa, quétati. Finìvi ‘nta na casata di cazzùna!“. (Lascia stare il papa, stai zitta. Sono finito in una casata di cazzoni).
Luigi, questa è per te.
Burke:
Il papa non può cambiare le procedure per il riconoscimento di nullità,
ha cambiato dottrina !!!!!
http://marksilk.religionnews.com/2015/09/09/cardinal-burke-attacks-pope-francis-annulment-reforms/
Direi al queer Burke di cambiare lavoro,
potrebbe andare a fare concorrenza a Luxuria al Muccassassina.
D’altronde
di vita di coppia e di donne non ha mai capito nulla…. !!!
Ricordando
quanto disse delle donne
causa dei preti che vanno all’altra sponda…… !!!!
Matteo ho pubblicato il commento su Burke perchè non voglio censurare, per quanto possibile. Ma non condivido il tono. Il nuovo corso non escluderà commenti trancianti, ma starò attento alle parole con cui le maschere tranciano le persone. A fini didattici, ecco come io avrei scritto il tuo commento, ne avessi avuto fantasia:
Burke: Il papa non può cambiare le procedure per il riconoscimento di nullità, ha cambiato dottrina!
http://marksilk.religionnews.com/2015/09/09/cardinal-burke-attacks-pope-francis-annulment-reforms/
Dubito che sulla vita di coppia e sulle donne il cardinale abbia buona vista. Ricordo una sua illazione sul ruolo delle chierichette nello sviare i chierichetti dal diventare preti e ricordo anche qualcosa sul fatto che una Chiesa troppo “femminilizzata” sarebbe tra le cause dell’attuale abbondanza di preti “confusi sulla propria identità sessuale”.
Interessante…
http://www.laciviltacattolica.it/it/quaderni/articolo/3667/matrimonio-e-conversione-pastorale-intervista-al-cardinale-christoph-sch%C3%B6nborn/
Luigi, probabilmente il cardinale non si rende conto nemmeno di come appare egli stesso in fotografia, a causa dei paludamenti che volentieri indossa.
Onestamente di tutte le tante foto che lo ritraggono “principe” ce ne sono alcune in cui assomiglia più a Mrs Doubtfire nel famoso film. E’ vero che ci si deve occupare delle idee e non dell’aspetto fisico o dell’abbigliamento, ma è anche vero che, mi sembra, si esponga e si faccia fotografare volentieri.
http://www.stpeterslist.com/wp-content/uploads/2012/04/442x720xBurke-Galero.jpeg.pagespeed.ic.HOES5JfoNw.jpg
Penso che se un matrimonio è nullo ci si debba preoccupare solo che il processo sia giusto e importa poco se è lungo, corto, semplice o complicato.
Sarebbe ingiusto anche il contrario: se un matrimonio è davvero palesemente nullo, perchè aspettare una lunga trafila?
Penso che in fondo il Papa veda questo.
Alla fine la dichiarazione di nullità “serve” a quei pochi che intendano “ri-“sposarsi in chiesa o comunque ricuperare la piena comunione. Forse è una grazia che questi chiedano di vivere in comunione piena.
Importante e urgente sarebbe ragionare sul sacramento del matrimonio e sulla durata sacramentale, ma non è comunque quello che il Papa ha fatto.
Ho sentito di recente un accenno su qualche teologo che sta ragionando sul sacramento del matrimonio in analogia con il sacramento eucaristico.
Nonso chi sostenga questo, ma mi sembra un ragionamento interessante. Se qualcuno di voi ha lumi sull’autore.
Il ragionamento ridotto all’osso è il seguente (spero di averlo capito e di riferirlo con fedeltà):
Come per l’eucaristia vi è la presenza di Cristo nelle specie del pane, ma capita che la sostanza fisica (il pane) si degradi nel tempo e pertanto si ritiene che degradandosi la sostanza fisica, venga meno anche la presenza di Cristo, così per analogia potrebbe essere per alcuni matrimoni in cui il rapporto umano si degrada al punto da essere incompatibile con la realtà sacramentale.
Mi sembra un ragionamento che salva l’eternità del sacramento e la confronta onestamente con la natura umana.
• picchio scrive,
9 settembre 2015 @ 15:34
E poi in realtà tutti sbagliano perché non si dovrebbe dire annullamento, che il presuppone che qualcosa sia esistito sino a quel momento, ma dichiarazione di nullità, perché la chiesa certifica che il matrimonio non è mai esistito. Fosse esistito, essendo indissolubile, non avrebbe avuto il diritto di annullarlo.
• picchio scrive,
9 settembre 2015 @ 19:23
Ubi scrive:
“Certo tra il veloce “nullità” scritto da me -che si capiva che si voleva intendere- e chi ha scritto “sciogliere”, c’è un abisso …”
ubi alle 15.00 non hai scritto per nulla nullità, ma hai affermato che ” il termine corretto è annullamento,non scioglimento”
noi prof iper progressiste siamo estremamente pedanti
• picchio scrive,
9 settembre 2015 @ 19:25
ubi
per quanto riguardi i siti progressisti toppi alla grande.
Ti leggo sempre con piacere.
Semplicemente. Grande.
Ciao
Dubito fortemente che il card. Burke abbia detto testualmente quanto riportato.
Dubito innanzitutto perchè è un canonista (e pure alquanto eminente), e poi perchè lo raputo persona intelligente.
Crederei solo se avessi l’audio originale dell’intervista.
Penso che nell’ampiezza del discorso si riferisse alla comunione ai divorziati risposati.
Qualora l’avesse detto, oggettivamente è incondivisibile.
E comenque quanto riportato in corsivo da Matteo e pure da Accattoli sono solo illazioni del giornalista:
“It’s hard to avoid the conclusion that the cardinal believes this pope has acted beyond his authority in changing the annulment procedure as he has. It’s also hard to avoid the thought that, as the pope proceeds to change what the church teaches, some traditionalists will abandon ship, and go into schism.”
per i non anglofoni:
“E’ difficile evitare la conclusione che il cardinale sostiene che questo papa ha agito al di là della sua autorità nel cambiare la procedura di annullamento cosi come è. E ‘anche difficile evitare il pensiero che come il Papa procede a cambiare ciò che la Chiesa insegna, alcuni tradizionalisti potranno abbandonare la nave, e andare verso lo scisma.”
Si tratta della “conclusione di un giornalista”.
Invito a sentirsi l’audio.
“sostenga”
Scusa Luigi.
Bella lezione di stile.
Il sangue non è acqua !
Hai ragione.
Anche
Burke è sempre “tranchant ” verso gli altri,
ma
lui ci mette la “faccia”
lui ci ha costruito il suo personaggo che ormai lo contraddistingue,
simbolo
di tutto un mondo ….
Chapeau !
Sui Matrimoni:
«Come si può dimenticare
che nel corso della storia
il matrimonio non è stato accessibile a tutti?
Durante alcuni secoli,
forse millenni,
il matrimonio
non era quello che la Bibbia ci dice dell’uomo e della donna.
Per un grandissimo numero di persone
il matrimonio
era semplicemente impossibile,
a causa delle condizioni sociali.
Pensiamo solo agli schiavi.
Pensiamo a tante professioni per le quali il matrimonio era
sia inaccessibile economicamente,
sia escluso ex professo.
Nelle campagne,
fino a tre generazioni fa,
c’erano
serve,
contadine
che non si sposavano
perché non avevano la possibilità di pagare la dote.
Il nostro beato austriaco che tanto amiamo,
Franz Jägerstätter, martire del nazismo, beatificato da Benedetto XVI,
era il figlio illegittimo di una serva
che non avrebbe mai potuto sposarsi
se un contadino non avesse avuto pietà di lei
e non l’avesse presa in sposa adottando il ragazzo.
Nei registri battesimali dell’Ottocento a Vienna,
circa la metà dei bambini erano illegittimi,
figli di tutti i servitori delle case borghesi
che non si potevano sposare
perché non ne avevano i mezzi.»
http://ilregno-blog.blogspot.it/2015/09/matrimonio-e-conversione-pastorale.html
«Mi ha lasciato un po’ scandalizzato
il fatto
che al Sinodo
noi parliamo molto astrattamente di matrimonio.
Pochi tra noi hanno parlato delle condizioni reali dei giovani
che si vogliono sposare.
Ci lamentiamo
della realtà quasi universale
delle unioni di fatto,
di molti giovani e meno giovani
che
convivono senza sposarsi civilmente
e
ancora meno religiosamente;
siamo qui per deplorare questo fenomeno,
invece di chiederci:
«Che cosa è mutato nelle condizioni di vita?»”.»
http://ilregno-blog.blogspot.it/2015/09/matrimonio-e-conversione-pastorale.html
«Durante il Sinodo
i nostri interventi
erano quasi esclusivamente focalizzati sulla struttura uomo-donna-bambino.
Ho ricordato …che quando due persone si sposano
religiosamente o iniziano una vita di coppia,
ci sono sempre due famiglie coinvolte
… in generale
la nostra concezione del matrimonio di due persone isolate
che formano una coppia
è comunque molto astratta.
Dietro l’incontro tra un ragazzo e una ragazza
che sfocia nelle nozze esiste tutta una rete di relazioni,
ci sono due famiglie coinvolte.
La Chiesa deve avere una parola forte
per sostenere la realtà di questa rete di famiglie,
che costituisce il tessuto fondamentale dell’intera società”.»
http://ilregno-blog.blogspot.it/2015/09/matrimonio-e-conversione-pastorale.html
grazie matteo, molto interessante
ciao nino
un caro saluto
🙂 🙂
Ciao Matteo,
In questa e in altre iniziative, in particolare nelle ” motu proprio” e nei discorsi
e in particolare in quelli della recente visita in america latina, pare evidente
quale sia la linea di Francesco.
Se non lo fosse , si legga il documento finale con le linee guida di Aparecida.
La chiesa non è più da molto tempo euro-occidantal centrica.
Siamo una minoranza in via di decomposizione.
Una volta per tutte bisogna prenderne atto.
Così Francesco le canta papale papale, fa quello dice e tira dritto.
FINALMENTE.
burke il giorno dell’uscita del motu proprio aveva in programma e ha regolarmente tenuto, in una nota università molto conservatrice Usa, una conferenza che includeva un passaggio su un suo cavallo di battaglia: il diritto canonico e la nullità dei matrimoni. Nelle sue conferenze da un bel po’ di tempo sostiene che cambiare il diritto canonico facilitando le dichiarazioni di nullità equivalga nella pratica a cambiare la dottrina sull’indissolubilità del matrimonio.
Da qui il 2+2 fa 4 fatto dal giornalista
Un matrimonio viene dichiarato nullo, e tale è veramente. Ma eventuali figli, che status e tutela hanno? Ci si appoggia alle leggi dello stato?
Antonella mi pare che il Motu Proprio di riforma non dica nulla dei figli, che ovviamente sono e restano legittimi a tutti gli effetti, rispetto ad ambedue i genitori.
Dei figli nati da un matrimonio successivamente dichiarato nullo non hanno trattato neanche i presentatori del motu proprio di riforma. Il cardinale Coccopalmerio nella conferenza stampa dell’8 settembre fece questo prospetto di “lavoro futuro” del Consiglio per i Testi Legislativi di cui è presidente, ma senza dire nulla dei figli nati da matrimoni riconosciuti nulli: “Il Dicastero, d’intesa con il Santo Padre, cura la normativa canonica e ha in questo momento, relativamente al matrimonio e alla famiglia, attenzione a tre settori. Il primo concerne i canoni sul matrimonio nel Codice latino, per i quali sembra necessario, oltre a qualche aggiornamento piuttosto di natura dottrinale, una integrazione con canoni sulla famiglia. Il Codice latino, infatti, dovrebbe dare spazio non solo al sacramento del matrimonio, bensì anche alla famiglia, alla sua identità, alla sua soggettività e alla sua missione. Il secondo settore di auspicabile intervento è una necessaria armonizzazione tra la disciplina sul matrimonio nel Codice latino e quella parallela nel Codice orientale. Il terzo intervento è il problema della nuove normative civili relative a matrimonio e famiglia, normative spesso incompatibili con la dottrina e la disciplina della Chiesa, però di fatto esistenti. Queste nuove normative civili vengono inevitabilmente ad avere un impatto sull’ordinamento canonico. Come reagisce tale normativa? Un solo caso, tra i più semplici; nelle legislazioni in cui le coppie omosessuali possono adottare, se una coppia omosessuale vuole battezzare il bambino, come si deve procedere? Come, per esempio, si registra il battesimo? In questo vasto panorama di problemi e di riforme normative si inserisce anche quella dei processi di nullità del matrimonio, che stiamo esaminando oggi. I nuovi testi canonici saranno recepiti e inseriti in modo organico e definitivo nella più ampia riforma sopra illustrata”.
Interessante l’accenno alla coppia omosessuale che “vuole battezzare il bambino”. Il rimando alla “più ampia riforma” della normativa sulla famiglia credo alluda anche alla questione dei figli nati da matrimonio successivamente dichiarato nullo. Ma non l’esplicita.
Ovviamente resta valido il canone 1137 del Codice Canonico che non è toccato dalla riforma: “Sono legittimi i figli concepiti o nati da matrimonio valido o putativo”. Putativo: cioè ritenuto valido. Ovvero: figli nati quando il matrimonio era ritenuto valido.
Antonella può essere utile il raffronto con la legge civile:
I figli, sia pur nati da un matrimonio successivamente dichiarato nullo, restano figli legittimi. Primario interesse del legislatore è stata infatti la tutela della loro condizione giuridica. Che piaccia o no sono innegabili ancora oggi sottili differenze tra figli legittimi e figli naturali, pertanto sarebbe stato oltremodo ingiusto permettere la modifica dello status da figlio legittimo a quello di figlio naturale a seguito di una dichiarazione di nullità. Pertanto, secondo il disposto dell’art. 128, comma 2 c.c., i figli nati e concepiti durante il matrimonio, conservano il proprio stato “legittimo” e ciò naturalmente nei riguardi di entrambi i genitori. Questo inciso, “nei riguardi di entrambi i genitori”, trova la propria giustificazione nel fatto che la nullità può essere generata dalla posizione di uno o di entrambi i coniugi, in ogni caso, quale che sia il motivo di nullità e su chiunque ricada, nulla cambia per i figli nati nel matrimonio.
http://www.studiodomeniconi.it/?title=figli-matrimonio-nullo
Antonella buona giornata e grazie per avermi tirato a indagare su un punto importante lasciato in ombra dal dibattito corrente.
Sabato 12 settembre ore 18,00
sede romana di
“La Civiltà Cattolica” – Via di Porta Pinciana, 1, Roma
tavola rotonda
FAMIGLIA: VOCAZIONE E SFIDE
Una riflessione alle soglie del Sinodo dei Vescovi
Monsignor Vincenzo Paglia, introduce i lavori,
p. Antonio Spadaro, moderatore dell’incontro,
Tre gli interventi previsti:
– Chiara Giaccardi, sociologa,
– Massimo Recalcati, psicanalista,
– Pierangelo Sequeri, teologo.
luigi, con riferimento al tuo commento delle 9.24, volevo solo far notare che con il decreto 154/2013 è stata eliminata ogni differenza tra figli legittimi e figli naturali
http://www.lanuovaprimapagina.it/news/il-notaio-del-cittadino/7507/Figli-legittimi-e-figli-naturali-.html
decreto legislativo 154/2013 (in attuazione della delega contenuta all’articolo 2 della legge 10 dicembre 2012, n. 219).
Dal mondo dei Tradizionalisti Cattolici verso il Sinodo
30 settembre 2015 – ore 16:00/19:00
Pontificia Università s.Tommaso d’Aquino – Largo Angelicum, 1 – Roma
convegno internazionale in preparazione al Sinodo sulla famiglia
«Permanere nella verità di Cristo»
A promuoverlo sono:
– La nuova Bussola Quotidiana,
– Il Timone,
– L’Homme Nouveau,
– Infovaticana
– Dignitatis Humanae Institute.
Saluto di p. Miroslav Adam Rettore Magnifico
Relatori:
– cardinale Carlo Caffarra,
– cardinale Raymond Leo Burke,
– mgr Cyril Vasil’,
– prof. Stephan Kampowski,
Moderatore:
Rccardo Cascioli (La Nuova Bussola Quotidiana/Il Timone)
sarà presentato un appello ai padri sinodali
Appello che visto il motu proprio ha già perso di attualità
Di solito era di Discepolo inserire articoli retrivi come quello di Socci che ho postato qui.
Ovviamente, al contrario di Discepolo, non tollero Socci e l’area culturale e religiosa a cui lui fa riferimento.
La mia impressione però è che non si possa far finta che questi pensieri non esistano. Discepolo se ne faceva portavoce in questo forum. Ora in sua assenza non significa che il pericolo non esiste.
Io credo che sarà guerra con questa gente. E sarà una guerra all’ultimo sangue come tutte quelle fatte in nome di una verità legislativa di origine divina nei vari secoli.
http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11827644/Socci–Papa-Francesco-scatena-il.html