Ieri i media vaticani hanno diffuso il Video del Santo Padre con l’intenzione di preghiera per il mese di novembre diffusa attraverso la Rete Mondiale di Preghiera sul tema “Per il Papa – Preghiamo per il Papa, perché nell’esercizio della sua missione continui ad accompagnare nella fede il gregge a lui affidato, con l’aiuto dello Spirito Santo”. Nel primo commento riporto le parole pronunciate dal Papa, nel secondo metto una mia risposta alla sua richiesta
Francesco: pregate per me e giudicatemi con benevolenza
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Chiedete al Signore che mi benedica.
Le vostre preghiere mi danno forza e mi aiutano a discernere e ad accompagnare la Chiesa ascoltando lo Spirito Santo.
Essere Papa non significa perdere la propria umanità. Al contrario, la mia umanità cresce ogni giorno di più con il popolo santo e fedele di Dio.
Perché essere Papa è anche un processo. Si prende coscienza di ciò che significa essere un pastore.
E in questo processo si impara ad essere più caritatevoli, più misericordiosi e, soprattutto, più pazienti, come il nostro padre Dio, che è così paziente.
Posso immaginare che tutti i Papi, all’inizio del loro pontificato, abbiano avuto quella sensazione di paura, di vertigine, di chi sa che sarà giudicato duramente.
Perché il Signore chiederà a noi Vescovi di rendere seriamente conto del nostro operato.
Per favore, vi chiedo di giudicare con benevolenza. E di pregare perché il Papa – chiunque sia, oggi è il mio turno – riceva l’aiuto dello Spirito Santo, sia docile a questo aiuto.
Preghiamo per il Papa, perché nell’esercizio della sua missione continui ad accompagnare nella fede il gregge a lui affidato da Gesù, sempre con l’aiuto dello Spirito Santo.
Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me [1: la nota rimanda al saluto dalla Loggia subito dopo l’elezione, il 13 marzo 2013].
E pregate per me! A favore!
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2023/10/31/0759/01655.html
Sempre Francesco chiede preghiere. Da notare, stavolta, c’è la richiesta – agli oranti – di non valutarlo con severità: “Per favore, vi chiedo di giudicare con benevolenza”. Questa battuta mi ricorda due professioni di umiltà del nostro Papa formulate in diverse occasioni: una ricorrente, che suona più o meno così: “Pregate per me perché questo non è un lavoro facile” [vedila per esempio nel discorso all’Ispettorato di pubblica Sicurezza presso il Vaticano del 18 febbraio 2016]; un’altra che ha pronunciato una sola volta, in un’intervista con l’Associated Press – il 25 gennaio scorso – rispondendo a una domanda sul perché di tante opposizioni che viene sperimentando: “hanno iniziato a vedere i miei difetti e non gli sono piaciuti”.
Preghiamo sempre per il Papa. Soprattutto ora che chiede comprensione per i suoi – umanissimi – limiti.