Al termine dell’udienza Francesco stamane ha invitato a pregare “per i nostri fratelli e sorelle Rohinya cacciati via dal Myanmar, vanno da una parte all’altra, torturati, uccisi”. Nel primo commento l’intero appello.
Francesco “per i nostri fratelli e sorelle Rohinya”
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Fede musulmana. E parlando di migranti cacciati via, sfruttati, io vorrei pregare con voi, oggi, in modo speciale per i nostri fratelli e sorelle Rohinya: cacciati via dal Myanmar, vanno da una parte all’altra perché non li vogliono… E’ gente buona, gente pacifica. Non sono cristiani, sono buoni, sono fratelli e sorelle nostri! E’ da anni che soffrono. Sono stati torturati, uccisi, semplicemente perché portano avanti le loro tradizioni, la loro fede musulmana. Preghiamo per loro. Vi invito a pregare per loro il nostro Padre che è nei Cieli, tutti insieme, per i nostri fratelli e sorelle Rohinya. “Padre nostro…”.
Contro la tratta. Prima dell’appello per i Rohinya Francesco ne aveva fatto un altro contro la tratta di persone: Oggi si celebra la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, quest’anno dedicata in particolare a bambini e adolescenti. Incoraggio tutti coloro che in vari modi aiutano i minori schiavizzati e abusati a liberarsi da tale oppressione. Auspico che quanti hanno responsabilità di governo combattano con decisione questa piaga, dando voce ai nostri fratelli più piccoli, umiliati nella loro dignità. Occorre fare ogni sforzo per debellare questo crimine vergognoso e intollerabile.
Sulle moderne schiavitù ecco una dichiarazione comune dei nostri fratelli ortodossi e anglicani:
http://ilsismografo.blogspot.it/2017/02/vaticano-dichiarazione-comune-di.html
Come non fare nostre queste parole del Papa che esaltano la carità quale linguaggio indirizzato verso tutti gli uomini, senza distinzione né di pelle, né di cultura, né di religione: “Portare, portare le debolezze altrui. Questa testimonianza poi non rimane chiusa dentro i confini della comunità cristiana: risuona in tutto il suo vigore anche al di fuori, nel contesto sociale e civile, come appello a non creare muri ma ponti, a non ricambiare il male col male, a vincere il male con il bene, l’offesa con il perdono…”?
E poi ancora: “E’ da anni che soffrono. Sono stati torturati, uccisi, semplicemente perché portano avanti le loro tradizioni, la loro fede musulmana. Preghiamo per loro. Vi invito a pregare per loro il nostro Padre che è nei Cieli, tutti insieme, per i nostri fratelli e sorelle Rohinya. “Padre nostro…”.
Questo è il vero messaggio del Cristo. Ed è quello che unisce tutti i figli di Dio, il Padre nostro che è nei cieli ma è anche qui, vicino a noi sulla Terra. Non possiamo restare indifferenti alle sorti di chi non è cristiano. È maturato il tempo in cui non possono essere accettate le divisioni fra gli uomini, diversi fra loro ma tutti figli dell’unico Dio.
Chi innalza muri e ogni altra sorta di barriere è lontano dallo Spirito di Dio pur nominandolo ad ogni passo ed appropriandosene indebitamente.
Benedetto chi , nel nome del Signore, si adopera per fare riscoprire la fratellanza fra gli uomini tutti.