“Signore Gesù, aiutaci a vedere nella Tua Croce tutte le croci del mondo”: è l’avvio della preghiera con cui Francesco ha concluso proprio ora la “Via Crucis” al Colosseo e che riporto per intero nel primo commento. Una preghiera universale, che abbraccia le sofferenze infinite, materiali e spirituali, intesa a non dimenticarne nessuna. Dopo la preghiera, un mio spunto conclusivo.
Francesco: “Nella Tua Croce tutte le croci”
4 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Signore Gesù, aiutaci a vedere nella Tua Croce tutte le croci del mondo:
la croce delle persone affamate di pane e di amore;
la croce delle persone sole e abbandonate perfino dai propri figli e parenti;
la croce delle persone assetate di giustizia e di pace;
la croce delle persone che non hanno il conforto della fede;
la croce degli anziani che si trascinano sotto il peso degli anni e della solitudine;
la croce dei migranti che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici;
la croce dei piccoli, feriti nella loro innocenza e nella loro purezza;
la croce dell’umanità che vaga nel buio dell’incertezza e nell’oscurità della cultura del momentaneo;
la croce delle famiglie spezzate dal tradimento, dalle seduzioni del maligno o dall’omicida leggerezza e dall’egoismo;
la croce dei consacrati che cercano instancabilmente di portare la Tua luce nel mondo e si sentono rifiutati, derisi e umiliati;
la croce dei consacrati che, strada facendo, hanno dimenticato il loro primo amore;
la croce dei tuoi figli che, credendo in Te e cercando di vivere secondo la Tua parola, si trovano emarginati e scartati perfino dai loro famigliari e dai loro coetanei;
la croce delle nostre debolezze, delle nostre ipocrisie, dei nostri tradimenti, dei nostri peccati e delle nostre numerose promesse infrante;
la croce della Tua Chiesa che, fedele al Tuo Vangelo, fatica a portare il Tuo amore perfino tra gli stessi battezzati;
la croce della Chiesa, la Tua sposa, che si sente assalita continuamente dall’interno e dall’esterno;
la croce della nostra casa comune che appassisce seriamente sotto i nostri occhi egoistici e accecati dall’avidità e dal potere.
Signore Gesù, ravviva in noi la speranza della risurrezione e della Tua definitiva vittoria contro ogni male e ogni morte. Amen!
Il doppio binario delle croci materiali e morali è proposto fin dalla prima intenzione con il richiamo agli affamati “di pane e di amore”. Le croci morali sono poi segnalate nelle “persone che non hanno il conforto della fede”, nella solitudine degli anziani; nell’innocenza ferita dei piccoli; nell’umanità che “vaga nel buio dell’incertezza e nell’oscurità della cultura del momentaneo”; nelle “famiglie spezzate dal tradimento”; nei consacrati che vengono derisi e in quelli che “hanno dimenticato il loro primo amore”; nei cristiani “emarginati e scartati”; nella croce “dei nostri peccati” e in quella della testimonianza disinteressata, della Chiesa “assalita continuamente dall’interno e dall’esterno”. Una decina sono le croci morali e spirituali che il Papa ha richiamato e una decina quelle materiali e sociali. Si direbbe che Francesco abbia mantenuto, nello svolgere questa invocazione, la classica partita doppia della catechesi che pone le opere di misericordia corporale a specchio di quelle di misericordia spirituale.
Bello.
Mi sembra però che i media parlino solo delle opere di misericordia corporali. Speriamo che, attirati da queste, scoprano anche la parte spirituale del messaggio di Francesco!