Francesco: “Mi piace una Chiesa italiana inquieta”

«Mi piace una Chiesa italiana inquieta» ha detto ieri Francesco in Santa Maria del Fiore: voleva dire «in ricerca», insoddisfatta dell’esistente. Quel «mi piace» va letto: mi piacerebbe. Sappiamo da altre uscite che la Chiesa italiana non gli sembra abbastanza mossa. Ma va anche detto che «inquietudine» è una delle parole più amate da Bergoglio, una parola simbolo: è l’attacco al solito sentenzioso di un mio commentuzzo pubblicato oggi dal “Corsera”.

139 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Altre inquietudini. Nel discorso del Papa in Santa Maria del Fiore c’erano altre inquietudini delle quali non ho potuto trattare perché il “Corsera” mi ha dato “1500 battute spazi inclusi”. Le tratto nei commenti seguenti.

    11 Novembre, 2015 - 15:27
  2. Luigi Accattoli

    Facciamoci inquietare. Francesco ieri a Firenze: Nella luce di questo Giudice di misericordia, le nostre ginocchia si piegano in adorazione, e le nostre mani e i nostri piedi si rinvigoriscono. Possiamo parlare di umanesimo solamente a partire dalla centralità di Gesù, scoprendo in Lui i tratti del volto autentico dell’uomo. È la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche di quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Cristo. Il volto è l’immagine della sua trascendenza. È il misericordiae vultus. Lasciamoci guardare da Lui. Gesù è il nostro umanesimo. Facciamoci inquietare sempre dalla sua domanda: «Voi, chi dite che io sia?» (Mt 16,15).

    11 Novembre, 2015 - 15:27
  3. Luigi Accattoli

    Dottrina che inquieta. Ancora Francesco ieri a Firenze: La dottrina cristiana non è un sistema chiuso incapace di generare domande, dubbi, interrogativi, ma è viva, sa inquietare, sa animare. Ha volto non rigido, ha corpo che si muove e si sviluppa, ha carne tenera: la dottrina cristiana si chiama Gesù Cristo.

    Uno potrebbe chiedere: ma è proprio della dottrina inquietare? Sì, se si chiama Gesù Cristo, no se si chiama catechismo.

    11 Novembre, 2015 - 15:28
  4. Luigi Accattoli

    Soffio inquietante. Terza referenza da Francesco ieri a Firenze: La Chiesa italiana si lasci portare dal suo soffio potente [dello Spirito] e per questo, a volte, inquietante.

    11 Novembre, 2015 - 15:28
  5. Grande Accattoli. Sottoscrivo!
    Come piccola cellula della Chiesa sono davvero assai inquieto e pienamente insoddisfatto dell’esistente, sono tante le mie inquietudini del cuore.
    Il mio cuore è inquieto, assai, la mia inquietudine religiosa non si è spenta fino ad oggi.

    11 Novembre, 2015 - 15:29
  6. Spiletti

    Cosa piace al Papa è chiaro.
    Bisogna vedere quale tipo di “chiesa” piace al Signore.

    11 Novembre, 2015 - 15:47
  7. picchio

    perchè naturalmente quando i predecessori governavano la Chiesa lo facevano secondo i piani del Signore quando lo fa Francesco lo fa secondo i suoi piani o peggio ancora secondo quelli del demonio… E questo che intendi Spiletti?

    11 Novembre, 2015 - 16:14
  8. Spiletti

    picchio,
    non attribuirmi cose che non ho mai pensato.
    Penso invece che la posizione del papa sia legittima, magari anche condivisibile, ma soggettiva. Papa Francesco è senza dubbio un santo, ma non è Dio.
    E penso anche che tutto questo discutere di sinodi e di confronto all’interno della Chiesa porti solo una gran confusione all’insegna del relativismo: ognuno dice la sua e sostiene le proprie posizioni, sentendosi in diritto di avversare le altre.
    Mi sembra (ed è una mia impressione di questi giorni) che manchi lo sforzo di ricercare la volontà di Dio e il Suo progetto sulla Chiesa, cosa non facile ma che consentirebbe forse maggiore “obiettività”.

    11 Novembre, 2015 - 17:10
  9. picchio

    Ho chiesto spiletti, c’era il punto interrogativo.
    Che Papa Francesco come tutti i suoi predecessori non sia Dio è lapalissiano, che manchi lo sforzo di ricercare la volontà di Dio e il suo progetto sulla Chiesa è una tua impressione, il Sinodo ha fatto uno sforzo in tal senso, Francesco, come i papi precedenti, ciascuno a suo modo, cosa sta facendo dall’inizio del pontificato se non ricercare la volontà di Dio e il suo progetto sulla Chiesa? Quale volontà pensi stia portando avanti Bergoglio?

    11 Novembre, 2015 - 17:30
  10. discepolo

    La famosa frase di Sant‘Agostino : Tu ci hai creati per Te e il nostro cuore e‘ inquieto finche‘non riposa in Te“ non e‘affatto un elogio dell‘inquietudine ma la constatazione che il fine dell‘uomo e‘il rapporto col suo Creatore e solo in Dio possiamo trovare la pace. del cuore. La pace spirituale e‘il contrario dell‘inquietudine. La pace e‘stata promessa da Gesu‘ai suoi discepoliVi lascio la pace vi do la mia pace,non come la da‘il mondo“ La domenica alla Messa preghiamo che Dio dia unita‘e PACE alla sua Chiesa.
    Ma nel CAPOVOLGIMENTOdi tutti i valori a cui stiamo assistendo esterrefatti l‘inquietudine diventa un valore e capovolgendo la frase di Agostino non e‘il giungere al riposo in Dio che ha valore ma e‘il cuore inquieto che ha valore. Ormai siamo oltre l‘antopocentrismo postconciliovaticano II,siamo rmai ad un esistenzialismo di stampo sartriano. Papa Francesco invece di “unita‘e pace“ si augura per la Chiesa inquietudine. Non poteva dire ai vescovi quello che disse ai giovani Fare casino! pero‘ il messaggio equesto. E avremo ben presto il triste spettacolo di prelati magari ottuagenari che si atteggeranno a “inquieti esistenzialisti,ad amletici dubbiosi,essere o non essere,pur di compiacere “il capo“.

    11 Novembre, 2015 - 17:41
  11. Luigi Accattoli

    Discepolo questi attacchi frontali vanno firmati per esteso. E’ la regola del blog. Tu li puoi fare attraverso il mio blog, ma li devi firmare.

    11 Novembre, 2015 - 17:45
  12. Marilisa

    “Uno potrebbe chiedere: ma è proprio della dottrina inquietare? Sì, se si chiama Gesù Cristo, no se si chiama catechismo.”

    Faccio mie queste parole, Luigi.
    Infatti per molti cattolici la dottrina è catechismo, è libro, è parola di un teologo piuttosto che di un altro, a seconda delle simpatie personali.
    La dottrina non è l’ insegnamento di Gesù come traspare dal Vangelo letto e meditato.
    È piuttosto la lettura frammentata di questo e di quello; frammenti memorizzati e magari copiaincollati a propria discrezione e per la propria utilità del momento.
    Una dottrina a perdere.
    Il mio parroco ci dice in continuazione: l’ unico punto di riferimento è il Vangelo. È Gesù.
    In questo senso sono giuste le parole del Papa che dice: “La dottrina cristiana non è un sistema chiuso incapace di generare domande, dubbi, interrogativi, ma è viva, sa inquietare, sa animare.”
    E invece per molti la Chiesa è un recinto ben chiuso, e la dottrina è l’ unica via per accedervi.

    11 Novembre, 2015 - 23:00
  13. Sara1

    La Evangelii Gaudium è Vangelo o dottrina? (tecnicamente è un’esortazione apostolica quindi un atto magisteriale come tanti dei suoi predecessori).

    Dato che dobbiamo leggerla…

    11 Novembre, 2015 - 23:27
  14. Sara1

    Lei ha citato Gilson. Anche Charles Péguy dice che la sua fede era tutta intera nel catechismo della diocesi di Orléans, «il catechismo della parrocchia natale, quello dei bambini piccoli».
    SCHÖNBORN: Il catechismo non può mai divenire pretesto di presunzione e orgoglio, perché piuttosto suggerisce che nella vita cristiana siamo sempre dei principianti, dei bambini. Rispetto al catechismo, il bambino e il professore rimangono sempre allo stesso livello, perché davanti ai misteri della fede siamo sempre bambini. Il bambino che sant’Agostino incontra sulla spiaggia di Civitavecchia, e che gli fa capire che con tutta la sua applicazione teologica mai potrà esaurire la profondità del mistero della Santissima Trinità, per me è come l’icona del catechismo.

    Lei ha citato Gilson. Anche Charles Péguy dice che la sua fede era tutta intera nel catechismo della diocesi di Orléans, «il catechismo della parrocchia natale, quello dei bambini piccoli».
    SCHÖNBORN: Il catechismo non può mai divenire pretesto di presunzione e orgoglio, perché piuttosto suggerisce che nella vita cristiana siamo sempre dei principianti, dei bambini. Rispetto al catechismo, il bambino e il professore rimangono sempre allo stesso livello, perché davanti ai misteri della fede siamo sempre bambini. Il bambino che sant’Agostino incontra sulla spiaggia di Civitavecchia, e che gli fa capire che con tutta la sua applicazione teologica mai potrà esaurire la profondità del mistero della Santissima Trinità, per me è come l’icona del catechismo.

    12 Novembre, 2015 - 0:00
  15. Sara1

    SCHÖNBORN: È il racconto di Lot e della sua famiglia a cui la predilezione del Signore concede di fuggire da Sodoma, senza guardarsi alle spalle, prima che la città venga distrutta. Ma la moglie di Lot volge malauguratamente lo sguardo indietro, e si trasforma in una statua di sale. Per colpa della curiosità femminile, dicono i commentatori malevoli…
    E Ireneo?
    SCHÖNBORN: Invece il vescovo martire di Lione vede nell’episodio una figura della Chiesa, che come la moglie di Lot è una madre che non può trovare pace finché non ha visto che tutti i suoi figli si sono salvati. E per questo si attarda, guarda indietro, fino a sacrificare la sua vita. Ogni gesto della Chiesa, anche il catechismo, sgorga da una misericordia così. Che è il riflesso nella Chiesa della misericordia della Vergine Maria, per cui di tutte e due si può dire che sono causa nostrae salutis…

    http://www.30giorni.it/articoli_id_9128_l1.htm

    Notte a tutti.

    12 Novembre, 2015 - 0:02
  16. Marilisa

    La fede non nasce dal catechismo né da alcun libro per quanto bello sia.
    Infatti, molto spesso dopo il catechismo, come ha detto qualcuno qui, molti giovani si allontanano dalla Chiesa. La fede nasce dall’ incontro con la Persona del Cristo in ogni persona umana che ha bisogno della vicinanza dell’ altro.
    Molto istruttivo in tal senso il racconto di un giovane prete che due giorni fa a Firenze, parlando al Papa della sua non facile esperienza di vita, ha detto che da ragazzo fu accolto in casa da un prete che non era riuscito a trovargli un’ altra sistemazione. Il prete giustificò la sua accoglienza con l’ aver visto in lui la presenza di Gesù. Lui, a sua volta, capì che quel prete era stato per lui Gesù stesso che lo aveva accolto nella sua casa. Entrambi cioè avevano visto l’ uno nell’ altro la persona di Gesù.
    Questa è la vera fede, che supera ogni dottrina, sia catechistica sia di altro genere.
    La fede matura in un percorso che dura tutta la vita, fra percorsi piani e cadute, fra certezze, dubbi e oscurità

    12 Novembre, 2015 - 3:18
  17. Marilisa

    e riprese.
    Chi declama la propria fede certa, ha in realtà una parvenza di fede più sognata che reale. E cerca puntelli qua e là in tante pagine scritte.
    Mi viene in mente il magnifico film di E.Olmi “Cento chiodi,” esemplificativo di questo genere di fede.
    La fede non sta nei libri.
    La fede è un rapporto intimo fra l’ uomo e il suo Creatore, ed è un dono che purtroppo non tutti hanno ricevuto. Ma quando l’ uomo lo desidera, vuol dire che in qualche modo lo ha già trovato: “tu non mi avresti cercato, se non mi avessi già trovato.”

    12 Novembre, 2015 - 3:19
  18. Clodine

    La fede non ha bisogno di dimostrazioni empiriche, e non consente nessun giudizio temerario: bandito ogni discorso sulla fede altrui . Solo a Dio è dato investigare.Perciò, direi , a chi si arroga il dirittto di entrare in un tale sacrario, di esaminare la propria, di fede , perché è proprio di coloro che si preoccupano di “giudicare” a che punto è la fede altrui l’aver costrito sulla sabbia la propria: infruttuosa, sterile…inutile…traballante, che al primo soffio, come la casa di paglia dei tre porcellini, vola via.. in rovina.

    In primis perché la fede è come un seme nascosto sotto la terra. Un seme mai esposto alla luce, che seppure più piccolo che un granello di senape riesce a spostare le montagne e anche di più.

    In secundis perché ha per oggetto Verità che a nessun occhio umano possono essere evidenti tanto le sue dinamiche sono oscure e incomprensibili. E’ per questo che alla fede non occorrono “parole”.

    12 Novembre, 2015 - 9:11
  19. Clodine

    Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
    Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
    Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».

    Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

    Giovanni 20,31

    12 Novembre, 2015 - 9:14
  20. Fides

    Condivido in pieno Clodine.
    Il Vangelo di oggi è MOLTO CHIARO in proposito, laddove si afferma: “diranno, il Regno è qui, il Regno è là”.
    Questo lo dico per coloro che usano gli spazi Internet per la propria opera di apologetica con la pretesa di insegnare agli cosa sia la Fede e dove sia il Messia.
    A loro rispondo bonariamente (e poi neanche tanto):
    GRAZIE DEI CONSIGLI, MA SO SBAGLIARE DA SOLO!

    12 Novembre, 2015 - 9:36
  21. Fides

    Interessante il tema dell’inquietudine e le immagini bibliche che evocano.
    Il salmo 62 citato da Clodine, certo.
    Ma anche il Cantico dei Cantici … e il Cantico Spirituale di San Giovanni della Croce.
    Un’anima innamorata è per definizione inquieta… e sa che solo nell’amante si potrà riposare.
    Inquietudine e riposo, fiducia si alternano nel cammino spirituale: “Moro perché non moro!” e “Nada te turbe, nada te espante” convivono nella preghiera di Santa Teresa la grande.

    12 Novembre, 2015 - 9:56
  22. Sara1

    “La fede non nasce dal catechismo né da alcun libro per quanto bello sia.”

    Infatti la fede è un dono, e che ce l’ha dovrebbe non vantarsene ma esserne semplicemente grato.

    Quello che dice Peguy è che la fede vera può racchiudersi nelle poche cose che ti insegna il “catechismo”dei bimbi perchè spesso sono quei piccoli gesti e pensieri che ci tengono compagnia nei momenti veramente difficili nella vita.

    E questo può essere segno di umiltà maggiore di chi si sente tanto ma tanto più avanti agli altri.

    12 Novembre, 2015 - 10:02
  23. Gianrinaldo

    INQUIETUDINE : sarei prudente nel ritenerla desiderabile e augurabile, spesso viene dal demonio. Non lo dico io, ma S. Teresa d’Avila:
    “Questa era una falsa umiltà creata dal demonio per turbarmi e provare se gli riusciva di trascinare la mia anima alla disperazione.
    Che sia un’umiltà diabolica si vede chiaramente dall’inquietudine e dal turbamento con cui comincia, dal tumulto che produce nell’anima per tutto il tempo che dura, dall’oscurità e dall’afflizione in cui la immerge, dall’aridità e dall’incapacità di attendere alla preghiera e ad ogni opera buona.
    Invece la vera umiltà non è accompagnata da inquietudine, né turba l’anima né la getta nelle tenebre né l’inaridisce, anzi la solleva e, al contrario dell’altra, comporta quiete, soavità, luce.” (Santa Teresa d’Avila – Libro della Vita 30, 8-9)
    Mi sembra interessante perché S. Teresa parla dell’umiltà, un valore (scusate se uso questo termine esecrato…) che non trovo nel continuo parlare e sparlare di “Chiesa povera” ecc. ecc.

    12 Novembre, 2015 - 11:08
  24. Gianrinaldo

    A questo riguardo è molto bello il Salmo:
    Signore, non si inorgoglisce il mio cuore
    e non si leva con superbia il mio sguardo;
    non vado in cerca di cose grandi,
    superiori alle mie forze.
    Io sono tranquillo e sereno
    come bimbo svezzato in braccio a sua madre,
    come un bimbo svezzato è l’anima mia.
    Speri Israele nel Signore, ora e sempre. (Sal 130)

    12 Novembre, 2015 - 11:11
  25. Marcello Ciampi

    I santi sono sempre inquieti. In qualcuno l’inquietudine è nascosta, in altri è manifesta. Ma tutti lo sono.

    E questa è per la cara discepolo:

    “Gli uomini che allora partirono verso l’ignoto erano, in ogni caso, uomini dal cuore inquieto. Uomini spinti dalla ricerca inquieta di Dio e della salvezza del mondo. Uomini in attesa, che non si accontentavano del loro reddito assicurato e della loro posizione sociale forse considerevole. Erano alla ricerca della realtà più grande. Erano forse uomini dotti che avevano una grande conoscenza degli astri e probabilmente disponevano anche di una formazione filosofica. Ma non volevano soltanto sapere tante cose. Volevano sapere soprattutto la cosa essenziale. Volevano sapere come si possa riuscire ad essere persona umana. E per questo volevano sapere se Dio esista, dove e come Egli sia. Se Egli si curi di noi e come noi possiamo incontrarlo. Volevano non soltanto sapere. Volevano riconoscere la verità su di noi, e su Dio e il mondo. Il loro pellegrinaggio esteriore era espressione del loro essere interiormente in cammino, dell’interiore pellegrinaggio del loro cuore. Erano uomini che cercavano Dio e, in definitiva, erano in cammino verso di Lui. Erano ricercatori di Dio.”
    OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI, Domenica, 6 gennaio 2013

    http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/homilies/2013/documents/hf_ben-xvi_hom_20130106_epifania.html

    12 Novembre, 2015 - 12:05
  26. Marilisa

    La fede vera è quella di chi fa sviluppare quel seme che ha dentro di sé.
    E si sviluppa pian piano nel corso di una vita intera.
    È una continua ricerca . Un continuo mettersi in discussione e interrogarsi sulla propria relazione con Dio.
    Chi lascia che quel seme resti piccolo, fermo a nozioni catechistiche apprese da bambini, avrà sempre una fede immatura.
    Dire questo può dispiacere a chi respinge, PER PURO PRECONCETTO, le parole di chi sa distinguere fra fede superficiale e fede matura.
    Sono parole che niente hanno a che fare con la volontà di giudicare gli altri, con intenti di evidenziare sbagli. Né, tanto meno, vogliono dimostrare di ” essere avanti” ad altri. Chi dice questo ha occhio torvo e maligno. E me ne dispiace per loro.
    Chi legge in questo modo le parole altrui, dimostra discutibili fraintendimenti e irrazionali atteggiamenti nei confronti di chi esprime considerazioni che, condivise ampiamente da tanti altri, hanno diritto di espressione in piena libertà.

    12 Novembre, 2015 - 12:08
  27. Marilisa

    Condivido in pieno il post di Marcello Ciampi.

    12 Novembre, 2015 - 12:11
  28. Sara1

    “Chi lascia che quel seme resti piccolo, fermo a nozioni catechistiche apprese da bambini, avrà sempre una fede immatura.”

    “In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. 4 Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.”

    La cosiddetta infanzia spirituale, che non significa rimanere stupidi e creduloni.

    12 Novembre, 2015 - 12:29
  29. Sara1

    Onestamente questa ostilità verso il catechismo come se la causa di tutti i mali nella CHiesa dipendessero da lui non la riesco proprio a concepire.

    Penso che al contrario possa aiutare a portare avanti riflessioni utili a crescere e sia strumento in fondo molto democratico, è stato redatto dopo il concilio, accogliendo una riflessione ampia e profonda.

    http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a7_it.htm

    Applicassero questo già a Roma avrebbero risolto un sacco di cose.

    Dare la colpa del catechismo per il degrado che si vede è come dare la colpa al semaforo per un incidente. (se uno passa con il rosso)

    12 Novembre, 2015 - 12:33
  30. Ringrazio il signor Marcello di averci rinfrescato la memoria con quel grande omileta che è il papa emerito, che grazie a Dio è ancora tra noi.
    E’ interessante però non fermarsi alle sole premesse, ma anche alla conclusione dell’Omelia poichè essa tende a tracciare il profilo di quello che dovrebbe essere un vescovo “pellegrino“, “colui che indica“.
    Il pellegrinaggio interiore della fede verso Dio si svolge soprattutto nella preghiera” dice Benedetto XVI. In realtà l’inquietudine che descrive Benedetto XVI è quella della Preghiera:

    Sant’Agostino ha detto una volta che la preghiera, in ultima analisi, non sarebbe altro che l’attualizzazione e la radicalizzazione del nostro desiderio di Dio. Al posto della parola “desiderio” potremmo mettere anche la parola “inquietudine” e dire che la preghiera vuole strapparci alla nostra falsa comodità, al nostro essere chiusi nelle realtà materiali, visibili e trasmetterci l’inquietudine verso Dio, rendendoci proprio così anche aperti e inquieti gli uni per gli altri. Il Vescovo, come pellegrino di Dio, dev’essere soprattutto un uomo che prega
    .
    Deve avere secondo Benedetto XVI: “L’umiltà della fede, del credere insieme con la fede della Chiesa di tutti i tempi, si troverà ripetutamente in conflitto con l’intelligenza dominante di coloro che si attengono a ciò che apparentemente è sicuro.
    Deve avere anche: “il coraggio di contraddire gli orientamenti dominanti è oggi particolarmente pressante per un Vescovo. Egli dev’essere valoroso.
    Deve avere il coraggio di “essere ripetutamente percossi, in maniera moderna, se non cessano di annunciare in modo udibile e comprensibile il Vangelo di Gesù Cristo. E allora possono essere lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per Lui.“.

    La preghiera deve sempre procedere e guidare l’azione. Signor Marcello, la stimo apprezzo e ringrazi, mi perdoni se mi sono permesso di farle notare quelle che sono le “conclusioni” dell’Omelia e una sua chiave di lettura più completa riguardo al senso di “inquietudine” inteso da Benedetto XVI. Le porgo i miei cordiali saluti.

    12 Novembre, 2015 - 12:36
  31. Luigi Accattoli

    A Gianrinaldo segnalo che dell’umiltà Francesco ha parlato a Firenze nello stesso discorso al Convegno Cei nel quale ha detto le parole che danno il titolo al post. Ecco qualche passaggio per invitare a leggere per esteso i relativi capoversi http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2015/11/10/0870/01931.html

    Non voglio qui disegnare in astratto un «nuovo umanesimo», una certa idea dell’uomo, ma presentare con semplicità alcuni tratti dell’umanesimo cristiano che è quello dei «sentimenti di Cristo Gesù» […]. Il primo sentimento è l’umiltà. «Ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a sé stesso» (Fil 2,3), dice san Paolo ai Filippesi. Più avanti l’Apostolo parla del fatto che Gesù non considera un «privilegio» l’essere come Dio (Fil 2,6). Qui c’è un messaggio preciso. L’ossessione di preservare la propria gloria, la propria “dignità”, la propria influenza non deve far parte dei nostri sentimenti. Dobbiamo perseguire la gloria di Dio, e questa non coincide con la nostra. La gloria di Dio che sfolgora nell’umiltà della grotta di Betlemme o nel disonore della croce di Cristo ci sorprende sempre. Un altro sentimento di Gesù che dà forma all’umanesimo cristiano è il disinteresse […]. Un ulteriore sentimento di Cristo Gesù è quello della beatitudine […]. Per i grandi santi la beatitudine ha a che fare con umiliazione e povertà. Ma anche nella parte più umile della nostra gente c’è molto di questa beatitudine: è quella di chi conosce la ricchezza della solidarietà, del condividere anche il poco che si possiede; la ricchezza del sacrificio quotidiano di un lavoro, a volte duro e mal pagato, ma svolto per amore verso le persone care; e anche quella delle proprie miserie, che tuttavia, vissute con fiducia nella provvidenza e nella misericordia di Dio Padre, alimentano una grandezza umile […]. Umiltà, disinteresse, beatitudine: questi i tre tratti che voglio oggi presentare alla vostra meditazione sull’umanesimo cristiano che nasce dall’umanità del Figlio di Dio. E questi tratti dicono qualcosa anche alla Chiesa italiana che oggi si riunisce per camminare insieme in un esempio di sinodalità.

    12 Novembre, 2015 - 13:29
  32. Spiletti

    Condivido quanto riportato da Sara:
    “Dare la colpa del catechismo per il degrado che si vede è come dare la colpa al semaforo per un incidente. (se uno passa con il rosso)”.

    Sono sempre più convinto che una interpretazione falsata della misericordia divina porterà la Chiesa e l’umanità verso l’immoralità. Compito della Chiesa durante il prossimo giubileo straordinario dovrebbe essere quello di spiegare bene cos’è quella misericordia di cui si parla tanto, spesso a sproposito.

    12 Novembre, 2015 - 13:58
  33. Fides

    Abbiamo tanti grandi Santi che ci parlano della fede.
    Non sarebbe meglio ricorrere a loro per capire, alla loro esperienza di vita spesso finita col sangue, piuttosto che un brainstorming fra cattolici in erba?

    12 Novembre, 2015 - 14:03
  34. Fabrizio Scarpino

    Mi perdonerà il Santo Padre, mi perdonerà Luigi se torno alle “vicende mondane”, ma io sono sì inquieto, però per le notizie che arrivano da Montecassino, ovvero le indagini penali nei confronti dell’ex abate.

    Per ora solo indagini, per carità….Il garantismo è principio costituzionale, ma il quadro è un po’ pesante.

    12 Novembre, 2015 - 14:04
  35. Marilisa

    “Onestamente questa ostilità verso il catechismo come se la causa di tutti i mali nella chiesa dipendessero da lui non la riesco proprio a concepire.”

    Ma quale ostilità? Quale “causa di tutti i mali”?
    Non fraintendiamo, per favore.
    Qui si vuol solo dire che l’ apprendimento di nozioni catechistiche non è sufficiente per avvicinare a Dio (Gesù). Ci vuol ben altro.
    E poi bisogna stare attenti a chi lo insegna. C’ è il rischio che qualcuno ne faccia uno strumento per plagiare i bambini indirizzandoli al proprio modo di vedere le cose. A senso unico, cioè.
    Io non darei mai i miei figli a chi dice: ” nel peccato c’è sempre piena avvertenza e deliberato consenso…” dimostrando così di non voler fare distinzione fra peccato mortale e peccato veniale, e volendo inculcare, in tutta evidenza, un senso di colpa opprimente.
    E non farei mai frequentare corsi di alcun genere a chi ti mette davanti la ” verga spirituale” di Dio o le tentazioni che sono necessarie per entrare nel Regno dei cieli.

    12 Novembre, 2015 - 14:23
  36. Clodine

    Intanto, anche se mi ripeto, nessuno , e ribadisco “nessuno”, può arrogarsi il diritto di giudicare la fede per cui “la fede vera è così.. ” – “quella falsa è colà”. Ecco, ritengo questa operazione inaccettabile. Intanto perché la Fede è una virtù teologale per cui non rientra nella sfera della volontà umana che al massimo -quando non interviente il libero arbitrio che “Latet anguis in herba” fa si che le buone intenzioni vadano a farsi benedire- niente si muove senza l’ intervento dall’alto..La fede procede da Dio pertanto ha un fondamento stabile,saldo, immobile e immutabile. Ma siccome s’incardina nell’uomo che nulla ha di saldo, né di stabile, o immobile, men che meno d’immutabile, nei momenti in cui gli eventi ci sono avversi, in cui sembra che la nave affondi tra i flutti, potrebbe anche scemare…la fede nostra.. Ma non la fedeltà di Dio.
    I santi inquieti? No, gli eretici sono inquieti e non trovano pace, non i santi, i Santi, quando sono nel deserto distillano l’acqua, e nella tempesta, tra iflutti, calano le vele e rivolgono gli occhi al cielo. Cerchiamo di fare come loro, piuttosto…

    12 Novembre, 2015 - 14:30
  37. Marilisa

    E non manderei mai nessuno a lezione di catechismo da chi parla sdegnosamente di ” piano orizzontale” sottintendendo che quello verticale è il migliore e l’ unico.
    Se Dio si è fatto uomo, significa che Gesù si è messo vicino all’ uomo, suo fratello, su un piano orizzontale.
    E la nostra religione è unica proprio per questo.
    Dunque, le aberrazioni di chi vuole mettere distanza fra Dio e l’ uomo, volgendo lo sguardo sempre verso l’ alto e poco o niente verso l’ ALTRO vicino a noi, sono ingiustificabili , da qualunque parte vengano.
    Una buona catechesi si impone anche per chi coltiva tali aberrazioni.

    12 Novembre, 2015 - 14:35
  38. Nino

    Pare che il nuovo vaccino antinfluenzale di quest’anno prevenga sintomi e patologie conclamate di iperautostima.
    Lo consiglierei ad alcuni autorevoli notisti arruffoni critici di Francesco di questo blog.

    12 Novembre, 2015 - 14:52
  39. Clodine

    Ma senza l’apprendimento della dottrina non si va da nessuna parte: intanto la Dottrina Cattolica possiede una continuità interna straordinaria in quanto contempla ” tutte quelle verità che son contenute nella parola di Dio, scritta o trasmessa per tradizione, e che la Chiesa, con giudizio solenne o col magistero ordinario e universale, propone a credere come divinamente rivelate ” (Denzinger, 1792.)” . Contraddizioni possibili non affiorano in nessuna parte della dottrina della Chiesa Cattolica, malgrado persone impreparate, spesso scrittori estranei od ostili, occupandosene , hanno talvolta dimostrato una povertà d’informazione e un’ignoranza elementare sconcertanti.
    Solo l’Eresia riesce a “rompere”, infrangere, l’equilibrio dottrinale. Ma non me ne preoccuperei : quella delle eresie è la storia dei vani tentativi fatti per distruggere la coesione della dottrina cattolica.

    12 Novembre, 2015 - 14:55
  40. La differenza tra peccato “mortale” e “veniale” la insegna bene il Catechismo: il “peccato mortale” è dato dalla trasgressione in “materia grave“, il “peccato veniale” dalla trasgressione in “materia leggera” .
    Solo etto e atteso questo, si può poi fare la debita distinzione tra piena consapevolezza e pieno o deliberato consenso, per cui una trasgressione in “materia grave” potrebbe essere derubricata in peccato veniale“. E fin qui il Catechismo.
    I teologi, il de Liguori sommo teologo moralista, fanno poi distinzioni sottilissime, a dir poco stupefacenti per un profano della materia, per cui certi atti che sembrerebbero peccato, in determinate condizioni, non lo sono per niente: è il caso in cui, in determinate condizioni si desidera la morte propria, o la morte di un’altra persona (non darsela o darla, e solo in determinate condizioni, sia chiaro). Come bestemmiare i morti, è solo “peccato veniale” secondo il de’ Liguori, e in particolri condizioni, non lo è del tutto.
    Non è tutto cosi semplice come si crede…

    12 Novembre, 2015 - 15:01
  41. Marilisa

    Quanto al ” libero arbitrio” di cui si parla con troppa disinvoltura, vale la pena far presente che la nostra libertà in realtà non è assoluta. Infatti è condizionata, limitata, da molteplici fattori di ordine storico, sociale, ambientale, culturale, biologico, psicologico etc…
    Per questo motivo il giudizio sulle azioni degli uomini va lasciato a Dio. Solo Lui può entrare in ogni piega della nostra anima e vedere bene la coscienza di ogni uomo.
    Nessun uomo può farlo. E neppure la Chiesa può farlo.

    12 Novembre, 2015 - 15:06
  42. Qualche razionalista -non dico cattolico- spieghi alla signora che se, come dice lei, “il giudizio sulle azioni degli uomini va lasciato a Dio“, la Chiesa non ha il potere di amministrare nè il Perdono nè la Misericordia di Dio, indi la quale ragion per cui, la signora si spella irragionevolmente -e inutilmente- le mani applaudendo all’Anno della Misericordia e alla Misericordia stessa …

    12 Novembre, 2015 - 15:12
  43. Clodine

    Bene, proprio perché è avvenuta l’incarnazione e Dio ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’ uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo e ha pagato con la vita lasciando sulla croce brandelli di carne… da quel momento in poi tutto dell incarnazione viaggia nell’asse verticale, che vediamo riflessa nel segno della croce: la sua incarnazione verso il basso, la sua morte e discesa all’Ade, la sua risurrezione e, infine, la sua ascensione…
    Sta scritto: “Quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me”.
    (Gv 12,32)

    12 Novembre, 2015 - 15:26
  44. Clodine, spiegalo meglio, che cosi offri pretesto …
    C’è l’asse verticale e quello orizzontale, basta guardare la Croce. E contano tutti e due. La seconda Lettera di Giacomo la conosciamo.
    Quindi possimo affermare che bisogna avere la Fede e le opere.
    Che c’è un piano verticale e uno orizzontale, come l’asse verticale della Croce è più lungo dell’asse orizzontale.
    Ma alla signora servono pretesti per distrarsi un poco e seminare …..

    12 Novembre, 2015 - 15:37
  45. Spiletti

    Condivido, naturalmente, gli interventi di Clodine e di Ubi.

    Sono i dubbi di altri che mi lasciano allibito e che mi convincono che la Chiesa italiana non può più permettersi il lusso di dare per scontato certe cose. A mio parere, prima di dedicarsi all’accoglienza dei “lontani”, bisognerebbe ripartire dalla formazione di coloro che si credono vicini e poi vivono una religione tutta loro.

    12 Novembre, 2015 - 15:56
  46. Clodine

    Bellissimo articolo. Ho un volume interamente dedicato al simbolo della croce . Me lo donò un anziano sacerdote di rito basiliano che ebbi la fortuna di avere come padre spirituale per un breve intenso periodo.
    Ciao ubi

    12 Novembre, 2015 - 15:59
  47. Marilisa

    “Ma alla signora servono pretesti per distrarsi un poco e seminare …..”

    Sbagliato.
    La signora non semina.
    Alla signora preme sottoporre alla considerazione di chi vuol vedere, ogni aspetto da prendere in considerazione quando si parla di Dio, di Gesù e del suo messaggio, di Chiesa e di catechismo.
    E alla signora non importa di avere il consenso di chi vuol guardare in una sola direzione.
    Anche questa è libertà.

    12 Novembre, 2015 - 16:03
  48. Marcello Ciampi

    Carissimo Ubi humilitas, ibi sapientia, io credo, invece, che papa Benedetto XVI intendesse non solo l’inquietudine della preghiera -come molto giustamente lei fa notare-, ma anche l’inquietudine del credere, del cercare e dell’agire. Un’inquietudine a tutto campo, direbbe un giornalista. D’altronde: Lex orandi, lex credendi.

    È, in fondo, l’inquietudine dei santi. Chiedo scusa se mi ripeto.

    12 Novembre, 2015 - 16:04
  49. Marilisa

    “Condivido, naturalmente, gli interventi di Clodine e di Ubi.”

    Naturalmente…
    E chi ne avrebbe dubitato?
    Nessuno, naturalmente…

    12 Novembre, 2015 - 16:07
  50. Sara1

    Avevo riportato un accenno di Benedetto all’inquietudine (nella omelia pro eligendo pontefice) anche io l’altro giorno. (al piano di sotto: “Appare qui il dinamismo dell’esistenza del cristiano, dell’apostolo: vi ho costituito perché andiate… Dobbiamo essere animati da una santa inquietudine: l’inquietudine di portare a tutti il dono della fede, dell’amicizia con Cristo. “)

    12 Novembre, 2015 - 16:08
  51. Su questo ero già d’accordissimo con lei Signor Marcello.
    Credo avrà notato infatti che il mio commento cosi concludeva:
    La preghiera deve sempre procedere e guidare l’azione.
    (Procedere refuso per “Precedere”). Identiche scuse per la ripetizione.

    12 Novembre, 2015 - 16:10
  52. Marcello Ciampi

    Un prete tempo fa mi disse che non dobbiamo solo pensare che “pregare bene aiuta a vivere meglio”, ma anche che “vivere bene aiuta a pregare meglio”. Secondo lui, infatti, scopo dell’uomo è pregare.

    E così sono andato fuori tema.

    12 Novembre, 2015 - 16:23
  53. Tornando al Discorso di Francesco in Santa Maria del Fiore, vorrei dire sul riferimento al “don Camillo che fa coppia con Peppone”.
    Peppone rappresenta il politico e il suo mondo, in un certo qual modo anche l’arroganza della politica, nei films e nel libro.
    Ecco, chiedo: chi sarà il don Camillo che avra il coraggio di opporsi -con le buone e le cattive e metodi da boicottaggio se non proprio da sabotaggio come si vede nei films- al Peppone di turno, all’arroganza di certe leggi che si vorrebbe introdurre ai danni del popolo?
    Sembra manchino assai, se non del tutto, i coraggiosi –valorosi nell’omelia di Benedetto vista sopra- don Camillo …

    12 Novembre, 2015 - 16:23
  54. Sara1

    “vivere bene aiuta a pregare meglio”

    Bello Marcello, grazie.

    No dai arrogante Peppone no, anzi le prende sempre da Don Camillo che è due volte più furbo di lui.
    Io ho sempre fatto il tifo per Peppone.

    https://www.youtube.com/watch?v=nqzVqKtmuOg

    12 Novembre, 2015 - 16:29
  55. Marcello, non per fare il signor no o il bastian contrario o il saputello, ma quel prete che affermava che “vivere bene aiuta a pregare meglio” commetteva due grossi errori. Il primo, perchè non spiega cosa sia vivere bene e cosa sia preghiera.
    Il secondo, poichè viver bene e viver secondo la volontà di Dio, e non basta a “pregar meglio“: questo ce lo insegnano tutti i grandi santi, cito Madre Teresa, che pur “vivendo bene” a motivo dell’aridità spirituale che Dio manda nella preghiera non riceveva consolazione ma aridità per moltissimi anni…

    12 Novembre, 2015 - 16:33
  56. Spiletti

    Sara,
    io sto con don Camillo tutta la vita, anche perchè è sempre piuttosto solo, anche quando cerca la collaborazione del prossimo, mentre Peppone è sempre in compagnia della sua “banda”…

    12 Novembre, 2015 - 16:47
  57. Poi dice che uno inflaziona i commenti: Sara un poco di analisi grammaticale, logica e del periodo no eh?
    E cosi viene fuori che io abbia scritto che Peppone è arrogante (certo un poco lo è, e dimostra che l’arrogante può esser condotta a miti consigli dall’uomo di fede; cmq io ho definito l’arroganza della politica e all’arroganza di certe leggi non quella di Peppone nel mio commento…)

    12 Novembre, 2015 - 16:49
  58. Sara1

    Però Peppone fa tenerezza Spiletti, cioè si capisce sempre che Don Camillo lo fregherà…

    12 Novembre, 2015 - 16:56
  59. Spiletti

    Sara,
    purtroppo Peppone è un “asino” e fa la figura dell’asino.
    Ha buona volontà, perfino qualche scrupolo di coscienza (non sempre), ma è limitato e non riesce ad liberarsi dall’ideologia e dalla fedeltà al Partito, anche quando questa confligge con la logica (quella guareschiana) e con la coscienza.
    I film e la bravura di Cervi ne fanno un personaggio simpatico, ma alcuni racconti di Guareschi non lasciano dubbi: minaccia spesso don Camillo di morte (rimandando l’appuntamento al giorno radioso della rivoluzione proletaria), è violento anche con i suoi sottoposti, prepotente…
    Non ho mai avuto simpatia per lui, forse anche perchè io, come Guareschi, conosco bene le prodezze dei comunisti della Bassa.

    12 Novembre, 2015 - 17:36
  60. Leopoldo Calò

    Forse l’inquietudine di cui parla Francesco nasce anche dal fatto che sente l’urgenza di un agire la cui necessità riviene dall’avere voluto spostare l’asse delle cose che contano dall’altra vita, dalla quale nessuno è (sarebbe, per me agnostico) tornato in consapevolezza salvo Uno, a questa, perché legata all’altra, in fondo, senza soluzione di continuità. E mentre ciò che è di là da venire, se c’è, lo possiamo costruire e immaginare come ci pare, rivelato o non rivelato, quello che sta qui ed ora è come è, pieno di contraddizioni, di sofferenza, di disperazione. Come si potrebbe, quieti, accettare che possa esistere speranza di riscatto in un’altra vita, senza impegnarsi – mi verrebbe di dire sbattersi – in questa, nella quale l’urlo di dolore di uno solo rischia di rendere vana la gioia di chiunque altro?

    12 Novembre, 2015 - 17:36
  61. Nino

    Una pista per capire di quale senso dell’inquietitudine di cui parla Francesco:

    SANTA MESSA NELLA RICORRENZA DEL SANTISSIMO NOME DI GESÙ
    OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
    Chiesa del Gesù, Roma
    Venerdì, 3 gennaio 2014
    “Per questo, essere gesuita significa essere una persona dal pensiero incompleto, dal pensiero aperto: perché pensa sempre guardando l’orizzonte che è la gloria di Dio sempre maggiore, che ci sorprende senza sosta. E questa è l’inquietudine della nostra voragine. Questa santa e bella inquietudine!”

    12 Novembre, 2015 - 19:43
  62. Luigi Accattoli

    Francesco oggi ha parlato di un virus gesuitico della tensione che potrebbe anche essere detto dell’inquietudine: “La verità sempre si dà in tensione, la verità non è quieta, non è cristallizzata, mette in tensione, ti porta ad agire, ti porta a cambiare, ti porta a fare, ti porta ad imitare Dio creatore, redentore, santificatore; ti porta a essere umano”.

    Vedi qui l’intero “Videomessaggio al XVI Congresso latinoamericano delle associazioni degli ex alunni di scuole gestite dai Gesuiti”:
    http://it.radiovaticana.va/news/2015/11/12/papa_il_virus_gesuitico_%C3%A8_la_verit%C3%A0_sempre_in_tensione_/1186319

    12 Novembre, 2015 - 20:16
  63. Non so se si può dire, mi rimetto al giudizio dell’amministratore del pianerottolo:
    per studiare in una scuola dei Gesuiti bisogna disporre di una abbondante razione di quel tanto vituperato “denaro” o ricchezza che dir si voglia.
    Sono scuole in per facoltosi ricchi, purtroppo precluse ai poveri o “non abbienti” di cui spesso tanto si parla.

    12 Novembre, 2015 - 21:37
  64. Clodine

    Essere fedeli alla Verità in un mondo che ignora Dio, un mondo profano, ominizzato, senza aura numinosa, dove l’uomo si è sostituito a Deus pater Omnipotens e si è costruito il suo mondo. Se l’è ri-plasmato, tras-formato, tutto è sotto il suo controllo dalla sfera biologica a quella genetica. Il mondo è diventato, in pratica, un sistema chiuso, un tessuto di fenomeni e rapporti funzionali prevedibili e manipolabili in cui Dio non si incontra mai, e qualora la si incontrasse diventerebbe un elemento disturbante, una nota stonata dal momento che la società non ha alcun legame con la sfera religiosa.
    Allora, questa tensione di cui parla il papa, che riguarda la teologia pastorale fondamentale a mio avviso è semplicemente “passata” ,nel senso che i tempi in cui si sarebbe dovuta esercitare, quella tensione, non ci sono più , realisticamente. I tempi in cui la Chiesa avrebbe potuto dare delle indicazioni (La Gaudium et Spes è un inno all’uomo moderno) non ha funzionato. Anzi: il senso del sacro -evocatore di straordinarietà ma che in un’ottica di fede è qualcosa che irrompe nel quotidiano- è un concetto totalmente alieno . Credo che la Verità, che è un sentire profondo, interiore personale, non è una cosa ,un oggetto che possa essere inculcata o trasmessa meccanicamente…

    Più che tutti i possibili giri di parole, per quanto ad effetto, ciò che, a mio avviso, occorre fare è “SERVIRE” la Verità. Con la consapevolezza però che la società non sa che farsene, né della Verità, né di Dio, men che meno della salvezza e della non -salvezza e che la Chiesa non può risolvere né i grandi problemi del mondo, né quello della fame, dell’esplosione demografica o dell’emigrazione, del Potere terreno che la corrode e neppure delle guerra che imperversano. Siamo nel mondo, sempre in tensione certo, per dare ragione della fede che ci anima anche se il mondo a volte ascolta, altre no, a volte è muto , altre protesta…che dire: rallegriamoci almeno di questo.

    12 Novembre, 2015 - 21:53
  65. Clodine

    Noi non siamo che una minoranza a servizio della maggioranza. Una Comunità, la nostra, che crede e testimonia la propria fede in Cristo.
    Le modalità con le quali lo testimonia non è importante, anche se lo facesse con una semplice “professione di fede”, con preghiere e suppliche, sappiamo die ssere un segno tra le nazioni. A volte nascosto, eppure sempre costantemente visibile. Siamo una minoranza, un resto d’Israele, che testimonia il Risorto nella vita di tutti i giorni…

    12 Novembre, 2015 - 22:08
  66. picchio

    Ubi qui in Italia è ancora cosi , in tutto il centro e sud America esistono lle scuole Fe y alegria , dei gesuiti, che sono invece state fondate per offrire l’educazione gesuita a tutti, specialmente i più poveri. Negli USA accanto alle tradizionali scuole, college e università gesuite, che danno comunque borse di studio ai meritevoli che non se le possono permettere, sono state fondate dai gesuiti scuole, soprattutto elementari e medie nei quartieri più degradati e poveri di molte grandi città, rivolte ai più poveri, appartenenti per la maggior parte alle minoranze .

    12 Novembre, 2015 - 22:09
  67. Io vivo in Italia, proprio oggi leggevo che Francesco diceva che spesso non ci accorgiamo di chi ci sta affianco, vicino, più prossimo.
    Mi spiace che non stigmatizzi “le scuole ricche dei gesuiti per i ricchi”.

    12 Novembre, 2015 - 22:15
  68. Marilisa

    Leopoldo, a tantissimi purtroppo il dolore di uno o di molti non interessa pressoché nulla. C’ è un’ indifferenza, nel nostro mondo , che fa paura. Lo si vede a 360 gradi anche nella vicenda dell’ esodo degli immigrati. Ma anche in tante altre piccole e grandi cose.
    L’ umanità adagiata nel proprio egoismo è la grande malata. Per questo il Papa ha parlato da subito di una Chiesa che deve farsi ” ospedale da campo”, e nel far questo deve operare senza fare troppi ragionamenti, che creano una rete inestricabile in cui è facile restare intrappolati. Una rete di pretesti che di fatto fanno rimanere fermi nelle posizioni di stallo. L’ inquietudine di cui parla Francesco, assume, allora, il significato della necessità che si riscopra il cuore del Vangelo che svela il cuore stesso di Gesù. È da sempre che il Papa spinge in questo senso. Misericordia, uscita della Chiesa in missione, abbraccio e convivialità con i poveri e gli emarginati: queste sono le costanti della predicazione di papa Francesco. E trova resistenza negli ambienti conservatori, che preferiscono restare fermi a disquisire su questioni teologiche. È chiaro che queste due anime della Chiesa cattolica in qualche modo confliggono. A questo punto si inserisce il discorso del Papa sulla inquietudine.
    Lui auspica un dialogo fra gli uni e gli altri e finalizza queste controversie ad un esito positivo nel senso della scelta fattuale dell’ operosità. Ovvero, lui si dimostra convinto, o almeno speranzoso, che questo fermento nella Chiesa vada a sfociare in un cambiamento della Chiesa stessa.
    Quello che tu, Leopoldo, dici sull’ altra vita legata a questa senza soluzione di continuità, è giusto- giustissimo. Anzi, il Regno di Dio è iniziato già qui , su questa Terra, da quando il Cristo ha mandato i discepoli a diffondere il suo messaggio di amore e di pace. Non sembra, forse, ma così è. La completa realizzazione avverrà pian piano, quando quel messaggio sarà accolto da tutti.

    12 Novembre, 2015 - 22:24
  69. picchio

    Non conoscendo la realtà italiana delle scuole dei gesuiti, o di altri ordini, non so se anche qua sono previste borse di studio per i meritevoli che non se possono permettere.
    Quello che mi piace dell’educazione dei gesuiti che ho potuto vedere in USA e centroamerica è che anche nelle scuole tradizionali, dove la “clientela” è più benestante si da, a partire dalla fine degli anni 70, una grande importanza alle attività di servizio a favore dei più poveri. Quindi anche quando la scuola è per i benestanti è una alla fine rivolta ai più poveri.
    Quello che noi ora sentiamo dire da Papa Francesco , gli allievi gesuiti se lo sentono ripetere da anni e anni 🙂

    12 Novembre, 2015 - 22:30
  70. Clodine

    Immagino

    12 Novembre, 2015 - 22:40
  71. Cara Picchio, qua devi mollare solo i soldi (in anticipo anno), e stare muto .
    Per il Liceo siamo sui 5400 Euro di media all’anno (esclusa la mensa e attività extra). Fa alla fine 27000 euro circa, in media.

    12 Novembre, 2015 - 22:48
  72. Sara1

    Da parte mia per le scuole dei gesuiti vale lo stesso discorso che per i metri quadrati, non mi scandalizza che abbiano rette alte.

    (l’importante è che ci sia la scuola pubblica)https://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2013/june/documents/papa-francesco_20130607_scuole-gesuiti.html

    12 Novembre, 2015 - 23:06
  73. picchio

    Meno male…..

    12 Novembre, 2015 - 23:06
  74. Nemmeno me scandalizza che abbiano rette alte.
    Scandalizza che esistano. (scherzo)
    E che non mi capacito perchè la “Chiesa povera per i poveri” e “la scuola ricca dei gesuiti per i ricchi”.
    (Anche se provo sommo piacere per questi ricchi masochisti che dopo aver pagato quelle somme cosi alte “Quello che noi ora sentiamo dire da Papa Francesco , gli allievi gesuiti se lo sentono ripetere da anni e anni”. Un contrappaso sfizioso 🙂 )

    12 Novembre, 2015 - 23:13
  75. picchio

    Da parte mia anche, anche per i metri quadri, non mi scandalizzo, ma per il lusso e i soldi poco chiari che sono stati messi.
    In molti luoghi sensa rette alte non si potrebbero tenere aperte le scuole, l’importante è che siano state create , anche utilizzando i soldi che derivano dalle prime, scuole anche per i più poveri come le scuole Fe y alegria, e che ci siano borse di studio. Ma questo è più importante in posti come centro e sud America dove in molte zone se non esistessero le scuole Fe y alegria non ci sarebbero scuole mentre in ogni caso nel nostro paese la scuola pubblica è generalmente molto buona.

    12 Novembre, 2015 - 23:13
  76. picchio

    Ti ricordi sarà che avevi postato l’intervista con il direttore del bambin Gesù che spiegava perché ha pagato la casa di bertone? oggi bertone dichiara invece che di pagamenti del bambin Gesù non sa nulla e la casa l’ha pagata interamente lui. Ecco sono queste cose che mi scandalizzano non i metri quadri.

    12 Novembre, 2015 - 23:17
  77. picchio

    grazie ai gesuiti, ma non solo ovviamente , sono tanti gli ordini che si occupano di educazione, paesi come il Nicaragua hanno quasi debellato l’analfabetismo

    12 Novembre, 2015 - 23:22
  78. Sara1

    Aveva detto la stessa cosa al corriere, Bertone, da quello che ho capito ha pagato la parte che sarebbe dovuta spettare al governatorato, lo ha dichiarato Profiti (Il cardinale Bertone, dalle carte, ha rimborsato le spese, la parte di ristrutturazione sostenuta dall’amministrazione dello Stato Città del Vaticano.) sono due conti, 300000 pagati da Bertone e 200000 da Previti. (che aggiunge: Insomma è un caso di ristrutturazione a sua insaputa quella del cardinale?
    Mah, non mi risulta che ci sia un obbligo per i cardinali o gli alti prelati che hanno diritto all’abitazione di servizio in Vaticano di concorrere alle spese di ristrutturazione. Il fatto che il cardinale abbia deciso con i proprio risparmi di coprire questa ristrutturazione dimostra invece che non era a sua insaputa, ma sapeva benissimo quello che faceva e mi permetto di sottolineare l’intenzione con la quale l’ha fatto.).

    Ripeto, se ci sono illeciti è giustissimo chiarire ci mancherebbe, però è stato oggetto di pubblico ludibrio, più dell’abate di Montecassimo che pare abbia fatto peggio (c’è stato un coinvolgimento della giustizia lì) e non se lo è filato nessuno. (giusto per chiarire cosa intendo dire)

    12 Novembre, 2015 - 23:27
  79. picchio

    in usa esiste il cristo rey network, high schools che preparano giovani, che non potrebbero permetterselo, all’accesso all’università , sono state create da gesuiti, ma ora sono diversi gli ordini religiosi che partecipano con le proprie scuole.

    http://www.cristoreynetwork.org/

    12 Novembre, 2015 - 23:32
  80. picchio

    l’abate è assolutamente scandaloso. Quello che mi stupisce è che queste cose vadano avanti per anni prima che qualcuno intervenga. L’abate è come un vescovo, sopra di lui nessuno in fondo, visto che il papa non si può occupare di ogni singolo vescovo del pianeta, se non diventa di dominio pubblico e quindi se interveniva la Magistratura…..

    12 Novembre, 2015 - 23:39
  81. Spiletti

    Il problema in Italia è che le scuole paritarie sono considerate un lusso per i ricchi, mentre in tutta Europa (persino nei paesi ex comunisti o nella laicissima Francia) esistono sussidi alle famiglie o alle scuole (in mille forme diverse) e si garantisce veramente un pluralismo scolastico.
    In Italia c’è una mentalità statalista e non si capisce che anche i poveri dovrebbero poter scegliere quale scuola far frequentare i propri figli.
    Tempo fa lessi di una proposta che per equità voleva introdurre rette per le famiglie ricche anche per le scuole statali. Naturalmente non avrà risconto, perchè guai a toccare monopoli dello stato (al di là della qualità dei servizi).

    Quanto scrive Ubi è comunque significativo: le scuole dei Gesuiti sono collegi super vip mentre altri ordini religiosi (ad es. i salesiani) hanno rette più basse e scuole decisamente più popolari. Non credo che sia un caso.

    13 Novembre, 2015 - 8:56
  82. picchio

    tutto sto parlare mi ha fatto venire in mente una vecchissima battuta ecclesiale: ” ci sono solo 3 cose che neanche Dio conosce: cosa pensano i gesuiti, quanti soldi hanno i salesiani e quanti sono gli ordini di suore “

    13 Novembre, 2015 - 9:04
  83. Sara1

    “Ne ha parlato con il papa?
    «Sì e gli ho anche detto che continuare a usare, come fa lui, il termine “farisei” con una connotazione negativa può rinforzare il pregiudizio in un pubblico non preparato».

    Che cosa gli ha risposto?
    «Mi ha detto: “Capisco benissimo. Io sono gesuita e anche la parola “gesuita” fa un brutto effetto”. Ho visto che poi ci è stato più attento».”

    http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/10/16/news/il-rabbino-di-segni-noi-ebrei-esempio-di-integrazione-1.234970

    In effetti nel linguaggio comune gesuita e fariseo stanno lì, chi di fariseo ferisce di gesuita poi perisce…

    13 Novembre, 2015 - 9:10
  84. picchio

    sara 🙂 🙂 🙂

    13 Novembre, 2015 - 9:12
  85. Spiletti

    E vogliamo ricordare anche le tre cose che non può neanche una grazia della Madonna?
    Far star fermo un bambino, correre un vecchio e tacere una donna…

    13 Novembre, 2015 - 9:12
  86. Sara1

    Comunque sarà che dopo Monti, Merkel e anni di asuterity ne ho fin qua (e pure noi abbiamo dovuto stare attenti a tutto in questi anni) la spending review bergogliana mi mette tristezza.
    Sarà che erano gli anni dell’edonismo reganiano, ma preferivo Giovanni Paolo II che non pensava ai sottolavelli.

    ops, l’ho detto.

    🙂

    13 Novembre, 2015 - 9:15
  87. picchio

    a proposito di gesuiti oggi jon sobrino dovrebbe aver partecipato alla Messa del papa a Santa Marta. Quando l’ho letto mi ha fatto piacere.

    13 Novembre, 2015 - 9:15
  88. picchio

    mi sembra difficile crederlo, noi quando portiamo le classi in vista scolastica andiamo a visitare tutti i siti importanti ed i musei senza curarci minimamente del credo religioso degli allievi, me abbiamo di mussulmani, induisti, ortodossi, sikh, ebrei, per non parlare di atei e agnostici. Mai nessuno ha trovato nulla da ridire nel visitare una cattedrale o studiare, nelle classe musée in francia, quadri a tematica cristiana.

    13 Novembre, 2015 - 9:44
  89. Spiletti

    picchio,
    infatti il problema non è il rispetto epr gli studenti non cristiani, ma l’anticlericalismo esasperato dei docenti.
    Come quello di quei presidi che vietavano il presepe nelle classi già prima che arrivassero i primi scolari musulmani. Al mio paese si ricordano ancora di quando il CLN nel 1945 voleva eliminare i crocifissi dai luoghi pubblici e magari chiudere la chiesa…
    (A proposito della tenerezza dei Pepponi della Bassa).

    13 Novembre, 2015 - 10:33
  90. Clodine

    Quando si trattò di costruire la grande moschea di Roma, se la memoria non mi inganna,ci furono non poche resistenze. E a ragione o torto, sarà la storia a dirlo, sotto l’incalzare del “pio” Re Faisal giunto a Roma, incontrando Giovanni Leone, lamentò l’assenza di un luogo di culto dove poter pregare. Se ne scandalizzò! Addirittura.
    Ricordo che l’Italia in quel periodo soffriva dell’embrargo del petrolio imposto dai paesi dell’OPEC. De facto, il Re Arabo finanziò la costruzione della grande Moschea nella capitale…e prima della messa in cantiere venne posta all’attenzione del Santo Padre Paolo VI la faccenda. Egli, dopo un lungo silenzio, alla fine cedette sotto l’incalzare della Politica ma credo che il motivo fu un tacito patto volto a salvaguardare i tanti cristiani che nel medio oriente soffrivano e soffrono non poche persecuzioni. Una, però, cosa avrebbe dovuto pretendere sia il Santo Padre che i politici : la controparte. Far si che anche in Arabia Saudita Re Faisal ci permettese di edificare una grande Chiesa, considerando che ai cristiani in quella regione non era ne è concessa neppure la croce al collo..Alla fine lo scontro grande avvenne sul minareto. Eh si, perché Faisal, ancora non del tutto soddisfatto, pretendeva che l’architetto progettasse un minareto più alto di tutte le cupole di Roma e sovrastasse di tre volte quelle di San Pietro.
    Si dice che Santo Padre, addolorato, fece un sospiro tanto grande che sembrò uscirgli l’anima dal petto…

    13 Novembre, 2015 - 10:42
  91. Sara1

    Ok Spiletti, non volevo buttarla sulla storia di Don Camillo contro Peppone, mi ha colpito come segno di una difficoltà a dialogare che ci coinvolge tutti.

    13 Novembre, 2015 - 10:46
  92. Clodine

    Spiletti, mio padre era una specie di Peppone, con la classica battute sempre pronta sbandierata ad ogni piè sospinto : ” a da’ venì baffone” (con riferimento a Stalin ovviamente)…ricordo con quanta baldanza fece il viaggio politico a Mosca, in visita al Cremlino per venerare la mummia , orrenda, di Lenin. Polaroid sempre attiva per immortalare la vita nelle fabbriche…lo stato di benessere e di salute di quel popolo forte e biondo che tanto amava il governo bolscevico.
    Ti dico, che al ritorno…non era più tanto convinto…anzi. credo che la delusione di ciò che scoprì fu tale che , non dico non ne volle più sapere ma per lui era come fosse crollato un mito.
    Cosa vide, cosa intervenne ai fini di un tale capovolgimento di ideali, non lo seppi mai…di fatto, piano piano si allontanò da quella ideologia…e non vi fece mai più ritorno.

    13 Novembre, 2015 - 11:04
  93. Spiletti

    Clodine,
    lo credo e penso che l’episodio che racconti dimostri la sensibilità e l’intelligenza di tuo padre.

    Il Peppone di Guareschi però non era così e anche di ritorno dal famoso viaggio in Russia (quello con il compagno don Camillo) continuò imperterrito a inseguire il suo sogno (un incuboi per milioni di persone), rifiutando ogni contatto con la realtà, obbedendo ciecamente agli ordini del Partito e alla sua propaganda. Come scrivevo, a me un personaggio (letterario) di questo genere non suscita tenerezza.

    13 Novembre, 2015 - 13:30
  94. Sara1

    Ma no Spiletti, ma che film ha visto?

    Dopo il viaggio in Russia Peppone va in America vestito da prete. (una delle poche volte che segna punto a Don Camillo)

    Senza contare la scena in cui si beve tutto quell’alcool per coprire Don Camillo che è andato a confessare. Dal film si capisce che i due si vogliono bene e si aiutano nel momento del bisogno.

    13 Novembre, 2015 - 13:37
  95. Spiletti

    Sara,
    l’ho già scritto che nei film il personaggio di Peppone-Cervi è più simpatico e sentimentale di quello che compare nei racconti di Guareschi.
    La parte del viaggio in USA con Peppone/prete è un’invenzione degli sceneggiatori del film: nel racconto non c’è e mi pare che Guareschi non ne fosse affatto contento.
    In ogni caso, anche se a me i film piacciono, quando parlo del piccolo mondo di Don Camillo mi riferisco sempre ai racconti e alle raccolte. Ti assicuro che ci sono parecchie differenze.

    13 Novembre, 2015 - 13:45
  96. Spiletti

    Me lo ricordo.

    13 Novembre, 2015 - 14:22
  97. Marilisa

    OT
    Luigi, hai letto i libri di Nuzzi e Fittipaldi? Cosa puoi dirci?

    13 Novembre, 2015 - 14:27
  98. Marilisa

    Tutti i commenti di Spiletti trasudano un’ incontenibile avversione per i perfidi comunisti. Ne fa le spese perfino il simpaticissimo Peppone buon’ anima.
    Una coppia, quella di don Camillo e Peppone, unica nel suo genere.
    Forse Spiletti non si è neppure reso conto che Guareschi , da par suo, li ha contrapposti per ridicolizzarli entrambi.
    Per cui l’intento non era tanto di mettere l’aureola intorno al capo di don Camillo, quanto di evidenziare che l’ideologia, sia quella partitica sia quella clericale, ottiene l’effetto contrario a quello che i cultori di ideologia di qualunque specie vorrebbero prefiggersi. E alla fine si cade nel ridicolo.

    13 Novembre, 2015 - 16:19
  99. Clodine

    Più incompresibile è l’atteggiamento attuale del comunismo nei riguardi della religione, la tolleranza religiosa e la “mano tesa” dai comunisti ai cattolici. Questa incomprensione deriva dal fatto che si considera sempre il comunismo come un ateismo dottrinale, invece di capire che esso è un ateismo pratico sic et simpliciter. Lenin era un massone, lo sapevate? Qui non si tratta affatto, per il comunismo, di opporre una verità atea a una verità religiosa. Al marxismo non interessa punto la dottrina, semmai la userà come mezzo di propaganda in base alle proprie esigenze: perciò farà propaganda antireligiosa se ciò sarà utile all’azione rivoluzionaria, viceversa userà la dottrina sociale della Chiesa in modo strumentale sfruttando la drammaticità della contingenza storica. Continuamente mutevole da un’ora all’altra la religione, perciò, apparirà ora come ostacolo ora come facile sponda…

    13 Novembre, 2015 - 18:30
  100. Fides

    un’ incontenibile avversione per i perfidi comunisti.

    Se i “perfidi comunisti” fossero poi gli adepti di quell’utopia che ha prodotto qualche decina di milioni di morti… beh allora qualche forma di avversione mi pare più che giustificata.

    E’ vero poi che Guareschi con Peppone e Don Camillo ironizzava sulle contrapposizioni ideologiche di quell’epoca, ma se gli si fosse chiesto cosa ne pensasse del comunismo….

    13 Novembre, 2015 - 19:02
  101. Marilisa

    E se gli si fosse chiesto cosa ne pensasse dei clericali…

    13 Novembre, 2015 - 20:53
  102. Luigi Accattoli

    Sono a Brescia per un convegno degli Istituti Secolari della Lombardia, ai quali domani terrò una relazione intitolata

    Per una Chiesa in uscita. Il “sogno” di Papa Francesco e la nostra responsabilità

    Un bel saluto a tutti.

    13 Novembre, 2015 - 20:57
  103. Sara1

    Sinceramente mi sembra che la storia di montecassino sia peggio.

    https://www.lastampa.it/2015/11/13/italia/cronache/ostriche-e-champagne-lex-abate-spendeva-mila-euro-al-mese-8NEaFPmkJmvnrXkpcANGQN/pagina.html

    De Paolis parla giustamente di un problema di controllo, come Versaldi.

    Ecco questa necessità di avere controlli in tutto mi rattrista, per natura tendo a fidarmi, non ingenuamente perché so come vanno le cose, ma la necessità di uscire da una gestione più amichevole ad una più manageriale (non è il termine giusto ma passatemelo) dell’economia bho, fa un po’ tristezza.

    Parlando di chiesa ovvio.

    13 Novembre, 2015 - 21:05
  104. Luigi Accattoli

    Grazie Sara… è la stessa conversazione riferita da un altro giornalista… in effetti quella del Sismografo da me linkata ora “non esiste”… vai a capire…

    13 Novembre, 2015 - 21:20
  105. picchio

    Sinceramente mi sembra che la storia di montecassino sia peggio.

    per me sono due cose completamente diverse, Sara. L’abate ha tenuto un comportamento più che scandaloso, profondamente immorale e indifendibile, però non tocca la Chiesa perchè nessuno con un po’ di grano in zucca può dire che è così che si comportano gli abati della Chiesa cattolica. La Chiesa viene toccata marginalmente perchè non ha controllato come avrebbe dovuto, accorgendosi prima di quanto accadeva.
    Quello che invece colpisce nelle note vicende vaticane è che molti cattolici ritengano la mancanza di sobrietà di alcuni cardinali assolutamente normale. E questo tocca di più la Chiesa, pensare che quanto riguarda Bertone e le spese di pell siano normali.
    Quindi per me sono peggio le questioni vaticane

    13 Novembre, 2015 - 21:44
  106. Sara1

    Però Picchio se i cardinali di curia prendono 5000 euro al mese vuol dire che la Santa sede non chiede loro di essere particolarmente francescani.
    E poi anche Santa Marta e’ costata una cifra GPII la costruì quasi solo per il conclave, che sia giusto o sbagliato e’ un conto ma lo stupore da dove viene?
    Non si sapeva?

    La storia dell’abate invece prevede il furto, la menzogna la doppia vita.
    Non dico che mi scandalizzo però a me pare peggio.

    13 Novembre, 2015 - 21:54
  107. picchio

    Infatti sara è questa “normalità ” del Vaticano che non mi piace per nulla.
    Con l’abate siamo in piena anormalità .

    13 Novembre, 2015 - 22:14
  108. Sara1

    Ok un conto è parlare di mi piace o non mi piace un conto parlare di scandali emersi dalle carte rubate.

    Da quello che ho capito io sono più problemi di gestioni e di cambiamenti organizzativi che di scandali veri e propri.

    Questo intendevo.

    Quello dell’abate è invece uno “scandalo” (termino che non amo ma per capirci) a tutti gli effetti.

    (forse perchè è uno scandalo non colpisce più di tanto, in effetti non ci avevo pensato)

    13 Novembre, 2015 - 22:28
  109. Marilisa

    OT
    In Francia si è scatenato l’ inferno.

    13 Novembre, 2015 - 23:18
  110. Marilisa

    Attentati terroristici e molti morti.

    13 Novembre, 2015 - 23:22
  111. Sara1

    Luigi ha parenti a Parigi se non ricordo male.

    13 Novembre, 2015 - 23:36
  112. Marilisa

    Forse qualche figlio.

    14 Novembre, 2015 - 0:09
  113. Marilisa

    Se tutto l’ Occidente non si coalizza contro questi esseri diabolici, la vedo dura.

    14 Novembre, 2015 - 0:13
  114. Sara1

    E’ incredibilmente peggio di Charlie Hebdo, sembrava impossibile.

    Speriamo finisca presto.

    14 Novembre, 2015 - 0:26
  115. Sara1

    Buona notte.

    14 Novembre, 2015 - 0:26
  116. Sì, anch’io sto seguendo le vicende di Parigi. Ma comunque voglio dire quello che stavo rimuginandio prima, e cioè che in Vaticano ci sono palazzi immensi (era una reggia) per cui è piuttosto normale che i cardinali abbiamo appartamenti con stanze assai spaziose e con alti soffitti, di difficile gestione e ristrutturazione. Dividere queste sale in piccoli appartamenti penso sia quasi impossibile, d’altra parte non si può trasformare tutto in un museo. Qui a Città di Castello abbiamo l’immenso palazzo Vitelli a Sant’Egidio, la dimora principesca dei signori del luogo, costruita nel secolo XVI. La Chiesa, alla quale il palazzo era stato lasciato in eredità dall’ultima principessa, non ha trovato di meglio che venderlo a una banca. Attualmente il “piano nobile” è praticamente sempre chiuso; si tratta di una serie di sale affrescate, l’una di seguito all’altra, che non è possibile dividere nè collegare per mezzo di corridoi, e non è possibile farvi nemmeno i così detti “servizi” senza rovinare veri e propri capolavori di pittura … Se questo avviene nella nostra piccola città figuriamoci a Roma; pensiamo anche al Quirinale e a tutto il seguito di palazzi ora in mano allo stato … La nostra storia è pesante da gestire. Si potrebbe trasferire la Curia all’Eremo delle Carceri ad Assisi, allora forse ogni cardinale avrebbe solo una piccola cella con minuscole finestre e porte. Non scandializziamoci più del dovuto, quindi; o cacciamo di casa i cardinali o ci rassegniamo al fatto che abbiano molti metri quadrati in cui vivere. Concludo riflettendo sul fatto che il padre Stefano Manelli vive in una stanzetta di pochi metri quadrati, eppure anche lui è sotto mira.

    14 Novembre, 2015 - 0:32
  117. Con quello che sta succedendo a Parigi e in Francia stanotte sarà difficile dormire.

    14 Novembre, 2015 - 0:34
  118. Marilisa

    Antonella, non si mette in dubbio che si tratti di palazzi antichi e con appartamenti grandi nello stile di una volta.
    Ma ci sono altre questioni in ballo.
    Perché, per esempio, i cardinali, che hanno uno stipendio abbastanza buono, abitano proprio lì pagando affitti ridicoli?
    Perché quei locali non vengono adibiti ad altri usi importanti?
    Perché vengono ristrutturati a suon di centinaia di migliaia di euro con i soldi che dovrebbero servire per scopi benefici?
    Queste sono le domande che è lecito porsi.
    Alla fin fine, quando emergono notizie di questo genere–ed è bene che vengano dette–, la gente comune riflette sul fatto che ci sono delle disparità enormi fra i comuni mortali che fanno tanti sacrifici per campare, e certi alti esponenti della Chiesa che, se a parole indicano dai pulpiti che non devono esserci privilegi e che si deve essere dalla parte dei poveri, con i fatti che li riguardano nel privato smentiscono le parole evangeliche proclamate per pura retorica.
    Questi sono scandali

    14 Novembre, 2015 - 1:09
  119. Marilisa

    su cui non si possono, e non si devono, chiudere gli occhi. Altrimenti niente viene cambiato di quel che invece deve essere cambiato per il bene della Chiesa stessa.

    14 Novembre, 2015 - 1:10
  120. Marilisa

    Anche il Papa avrebbe potuto avere una bella e grande residenza degna di un papa, ma per essere coerente con quel Vangelo di cui vuol dare testimonianza, ha preferito abbandonare ogni segno di magnificenza: grande abitazione, croce d’ oro, anello d’ oro, scarpe firmate etc…
    Possibile che tutto ciò non abbia significato agli occhi di certi cattolici devotissimi, sì, ma solo alle apparenze?
    Io resto esterrefatta di fronte a dei cattolici di questo genere.
    Ma il Vangelo lo hanno letto o no?

    14 Novembre, 2015 - 1:24
  121. Sara1

    Il Papa ha un bella abitazione perché è’ vero che dorme in 70 metri a Santa Marta ma Santa Marta e’ tutta sua e se domani vuole se la può vendere così come il suo predecessore l’ha costruita.
    Nei 70 metri non mi pare abbia la cucina e la lavatrice, ha una camera e uno studiolo personale infatti riceve persone anche nei locali al primo piano ci sono le foto.
    Insomma del convitto ci fa quello che vuole.
    Piantiamola con questa retorica già ci sono quelli dell’isis che distruggono statue e palazzi non mettiamoci anche noi.

    14 Novembre, 2015 - 3:19
  122. Sara1

    Invece di avere la cappella nel palazzo apostolico usa quella di Ssnta Marta che infatti è diventata tutta sua, qualcun’altro da quando è stato eletto ha detto più un’omelia alla messa del mattino?
    A me non da fastidio però di fatto 70 metri metti un cavolo.

    14 Novembre, 2015 - 3:22
  123. Sara1

    Non risco a dormire pensando a Parigi, che orrore, finiamo di discutere sulle cazzate con tutti i guai che ci sono al mondo.

    14 Novembre, 2015 - 3:23
  124. picchio

    ho dovuto prendere le gocce per dormire un poco, che tristezza…….un mese fa l’attentato in Turchia ora questo a Parigi ….

    Torniamo alle cazzate:
    Mi pare che il sara pensiero si possa condensare in :
    I cardinali sono i top manager dell’istituzione chiesa, e si comportano come tutti i top manager di una qualsiasi azienda di questo mondo, per cui se vogliono pavimenti in marmo di Carrara, e i materiali più cari e lussuosi in vendita sul mercato , si godono soltanto i loro giusti e sacrosanti privilegi, basta leggere le note spese di pell e il capitolato d’appalto di bertone.
    Anche il papa fa quello che vuole a Santa Marta tanto che i poveri sacerdoti di passaggio sono costretti ad ascolare le sue omelie o se ci tengono a predicare loro stessi devono celebrare la messa in altro orario. Per non parlare di tutte le stanze che occupa per gli affari suoi.
    Di sobrietà in Vaticano non se ne deve parlare.E’ Vaticano s,p,a, …..

    14 Novembre, 2015 - 9:31
  125. Sara1

    Si però Picchio, ieri hanno attaccato lo stadio, i ristoranti e un teatro da concerti.

    Alla fine è bello anche vivere bene o divertirsi no?

    Non è che bisogna fare dell’austerità di vita un assoluto, io solo questo temo nel tempo pessimo che viviamo.

    Il vaticano è bello dai, la Sistina, San Pietro, il Colonnato del Bernini, si può dire per fortuna e guai a chi lo tocca?

    Lo dico e lo ridico oggi più di ieri.

    Per il resto sono assolutamente sconvolta.

    14 Novembre, 2015 - 9:35

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