Francesco: “Mi faccio aiutare dai contrasti”

29 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Mi addolorano i pettegolezzi. Ai gesuiti 1. Questo del pontificato è un periodo piuttosto tranquillo. Dal momento in cui in Conclave mi sono reso conto di quello che stava per succedere – una sorpresa istantanea per me –, ho provato molta pace. E fino ad oggi quella pace non mi ha lasciato. È un dono del Signore, di cui sono grato. E davvero spero che non me lo tolga […]. Le cose che non mi tolgono la pace, ma sì mi addolorano, sono i pettegolezzi. E a me i pettegolezzi dispiacciono, mi rattristano. Accade spesso nei mondi chiusi. Quando questo accade in un contesto di sacerdoti o di religiosi, a me viene da chiedere alle persone: ma come è possibile? Tu che hai lasciato tutto, hai deciso di non avere accanto una donna, non ti sei sposato, non hai avuto figli… vuoi finire come uno scapolone pettegolo? Oh, mio Dio, che vita triste!

    15 Febbraio, 2018 - 15:40
  2. Luigi Accattoli

    Campagna di resistenza. Ai gesuiti 2. Davanti alla difficoltà non dico mai che è una «resistenza», perché significherebbe rinunciare a discernere, cosa che invece voglio fare. È facile dire che c’è resistenza e non rendersi conto che in quel contrasto può esserci anche un briciolo di verità. E dunque io mi faccio aiutare dai contrasti […]. Mi è molto d’aiuto esaminare bene il significato dei contrasti. Quando invece mi rendo conto che c’è vera resistenza, certo, mi dispiace. Alcuni mi dicono che è normale che ci sia resistenza quando qualcuno vuol fare dei cambiamenti. Il famoso «si è sempre fatto così» regna dappertutto […]; è una grande tentazione che tutti abbiamo vissuto. Ad esempio, l’abbiamo vissuta nel post-Concilio. Le resistenze dopo il Concilio Vaticano II, che sono tuttora presenti, hanno questo significato: relativizzare il Concilio, annacquare il Concilio. Mi dispiace ancora di più quando qualcuno si arruola in una campagna di resistenza. E purtroppo vedo anche questo. Tu mi hai domandato delle resistenze, e non posso negare che ce ne siano, dunque. Le vedo e le conosco.

    15 Febbraio, 2018 - 15:41
  3. Luigi Accattoli

    Ti accusano di essere eretico. Ai gesuiti 3. Ci sono le resistenze dottrinali, che voi conoscete meglio di me. Per salute mentale io non leggo i siti internet di questa cosiddetta «resistenza». So chi sono, conosco i gruppi, ma non li leggo […]. Se c’è qualcosa di molto serio, me ne informano perché io lo sappia. Voi li conoscete… È un dispiacere, ma bisogna andare avanti. Gli storici dicono che ci vuole un secolo prima che un Concilio metta radici. Siamo a metà strada […]. Quando percepisco resistenze, cerco di dialogare, quando il dialogo è possibile; ma alcune resistenze vengono da persone che credono di possedere la vera dottrina e ti accusano di essere eretico. Quando in queste persone, per quel che dicono o scrivono, non trovo bontà spirituale, io semplicemente prego per loro.

    15 Febbraio, 2018 - 15:41
  4. Luigi Accattoli

    Attento ai pedofili. Ai gesuiti 4. Ti racconto un fatto […]. Mentre stavo per attraversare la strada, c’era una coppia con un bambino di due o tre anni, più o meno, e il bambino correva avanti. Il papà gli ha detto: «Vieni, vieni, vieni qua… Attento ai pedofili!». Che vergogna ho provato! Non si sono resi conto che ero l’arcivescovo, ero un prete e… che vergogna! A volte si tirano fuori «premi di consolazione», e qualcuno perfino dice: «D’accordo, guarda le statistiche… il… non so… 70% dei pedofili si trova nell’ambito familiare, dei conoscenti. Poi nelle palestre, nelle piscine. La percentuale dei pedofili che sono preti cattolici non raggiunge il 2%, è dell’1,6%. Non è poi tanto…». Ma è terribile anche se fosse uno soltanto di questi nostri fratelli! […] Bisogna ascoltare che cosa prova un abusato o un’abusata! Di venerdì mi incontro abitualmente con alcuni di loro. In Cile pure ho avuto un incontro. Siccome il loro processo è durissimo, restano annientati. Annientati!

    15 Febbraio, 2018 - 15:42
  5. Luigi Accattoli

    Essere Chiesa fuori. Ai gesuiti 5. Verso dove dovremmo seguire i sentieri dello Spirito da gesuiti? Ti rispondo con una parola sola. Sembrerà che non dico nulla, e invece dico tutto. E questa parola è «Concilio». Rileggete la Lumen gentium […]. Non bisogna mai dimenticare che l’evangelizzazione viene fatta dalla Chiesa come popolo di Dio. Il Signore vuole una Chiesa evangelizzatrice, lo vedo con chiarezza. È quello che mi è venuto dal cuore e con semplicità nei pochi minuti in cui ho parlato nelle Congregazioni generali previe al Conclave […]. A noi il Signore sta chiedendo di essere Chiesa fuori, Chiesa in uscita. Chiesa ospedale da campo… A volte il popolo di Dio è ferito da una catechesi rigida, moralista, del «si può o non si può», o da un’assenza di testimonianza.

    15 Febbraio, 2018 - 15:42
  6. Luigi Accattoli

    Il buon segno delle resistenze. Ai gesuiti 6. Una Chiesa povera per i poveri! I poveri non sono una formula teorica del Partito comunista. I poveri sono il centro del Vangelo. Non possiamo predicare il Vangelo senza i poveri. E’ su questa linea che sento che ci sta portando lo Spirito. E ci sono forti resistenze. Ma devo anche dire che per me il fatto che nascano resistenze è un buon segno. È il segno che si va per la via buona, che la strada è questa. Altrimenti il demonio non si affannerebbe a fare resistenza. Ti direi che questi sono i criteri: la povertà, la missionarietà, la coscienza di popolo fedele di Dio… In America Latina, in particolare, dovreste chiedervi: «Ma dov’è che il nostro popolo è stato creativo?». Con alcune deviazioni, sì, ma è stato creativo nella pietà popolare. E perché il nostro popolo è stato capace di essere così creativo nella pietà popolare? Perché ai chierici non interessava, e allora lasciavano fare… e il popolo andava avanti.

    15 Febbraio, 2018 - 15:42
  7. Victoria Boe

    C’ è un filo conduttore, molto robusto, che unisce pettegolezzi, resistenza ai cambiamenti e accuse di eresia.
    Questo filo ha un nome inequivoco: chiusura mentale. Ma se tale chiusura è definita dalla certezza di “possedere la vera dottrina”, allora si tratta di presunzione ignorante che determina arroganza in chi la esprime e repulsione naturale in chi la avverte.
    La dottrina non è una scienza esatta, in sé compiuta, che non deve tener conto del nuovo che avanza. La dottrina non è irreformabile.
    Dio non vuole moralismo e rigidezza. Il Dio di Gesù, quale Lui lo ha mostrato, non vuole che il suo popolo sia offeso da regole troppo
    restrittive–questo sì- questo no, per tutti e per sempre–che definiscono colpe come macigni da portare con enorme peso nel nome di una servitù implacabile che sovverte il rapporto d’amore fra Padre e figlio.
    La Chiesa evangelizzatrice deve procedere innanzitutto col linguaggio dell’amore, che fa a meno del moralismo da quattro soldi e invece si china a guarire ogni ferita; anche quelle non di rado procurate da chi fa del moralismo la propria regola di vita.
    Chi si attiene a queste regole rigidamente dottrinali non ha capito la sostanza della “buona notizia” o, comunque, dovrebbe frequentare qualche buon corso di esegesi ed ermeneutica del Vangelo.
    Cosa che io, senza alcuna presunzione, mi permetto di consigliare (vivamente) ad alcuni visitatori di questo blog perché possano avvicinarsi al Vangelo con altri occhi e altra visione delle parole del Cristo.

    15 Febbraio, 2018 - 18:33
  8. Caro Luigi,
    mi permetto di integrare la citazione che hai fatto sotto il titolo di Campagna di resistenza, perché è il testo integrale che permette di capire il senso. Dice Bergoglio: «Davanti alla difficoltà non dico mai che è una “resistenza”, perché significherebbe rinunciare a discernere, cosa che invece voglio fare. È facile dire che c’è resistenza e non rendersi conto che in quel contrasto può esserci anche un briciolo di verità. E dunque io mi faccio aiutare dai contrasti. Spesso domando a una persona: “Che cosa ne pensa?”. Questo mi aiuta anche a relativizzare molte cose che, a prima vista, sembrano resistenze, ma in realtà è una reazione che nasce da un fraintendimento, dal fatto che alcune cose bisogna ripeterle, spiegarle meglio… Può essere un mio difetto il fatto che a volte considero scontate alcune cose o faccio qualche salto logico senza spiegare bene il processo, perché sono convinto che l’altro abbia capito al volo il ragionamento che faccio. Mi rendo conto che, se torno indietro e spiego meglio, allora a quel punto l’altro dice: “Ah, sì, d’accordo…”. Insomma, mi è molto d’aiuto esaminare bene il significato dei contrasti. Quando invece mi rendo conto che c’è vera resistenza, certo, mi dispiace».

    È molto chiaro quello che intende: la “resistenza” da cui si fa aiutare è quella di chi, poverino, non ha capito bene quello che lui voleva dire perché ha bisogno che gli vengano spiegati tutti i passaggi che lui invece dà per scontati. Allora lui glieli spiega e l’altro dice “Ah sì, d’accordo”. Il “briciolo di verità” che ci può essere nelle opinioni altrui è tutto qui. Che invece qualcuno non sia d’accordo con quello che pensa lui, non perché non l’ha capito ma proprio perché lo ha capito bene e ha delle obiezioni, ecco questo è “vera resistenza” e gli dispiace. Come si vede, non è contemplato in alcun modo che l’altro possa avere ragione, o anche solo delle ragioni che vadano al di là del “briciolo” sopra illustrato.

    Questo permette, mi pare, di comprendere correttamente anche il senso dell’affermazione che Bergoglio fa poco dopo: «Quando percepisco resistenze, cerco di dialogare, quando il dialogo è possibile». Che cosa vuol dire: “quando il dialogo è possibile” lo ha spiegato chiaramente con l’esempio riportato sopra. Anche il seguito della frase merita attenzione: «ma alcune resistenze vengono da persone che credono di possedere la vera dottrina e ti accusano di essere eretico. Quando in queste persone, per quel che dicono o scrivono, non trovo bontà spirituale, io semplicemente prego per loro». Sta bene, però mi faccio una domanda: poiché lui si è rifiutato di dialogare con il defunto cardinale Caffarra, negandogli il colloquio che gli era stato implorato, dobbiamo pensare che lo accusi precisamente di questo. Ma è decentemente sostenibile che Caffarra accusasse il papa di essere eretico? O che non vi fosse in lui «bontà spirituale»? Probabilmente il cardinale era convinto di professare (non di possedere) la dottrina cattolica, ma questo è bastato ad escluderlo dal “dialogo” con il papa?

    16 Febbraio, 2018 - 9:30
  9. maria cristina venturi

    Quello che fa veramente impressione è che questo papa non viene mai sfiorato dal dubbio che lui stesso possa avere qualche volta torto e gli altri, quelli che lo criticano, ragione. Mai neppure sfiorato dal dubbio che i critici siano in buona fede, mai sfiorato dal dubbio che i cardinali dei dubia andavano ascoltati fino in fondo, mai sfiorato dal dubbio che forse a volte lui può imparare qualcosa da chi è magari più intelligenti e colto di lui
    .per poter vivere nella assoluta convinzione di essere comunque sempre nel giusto deve per forza sminuire la validità di coloro che lo criticano. Dev e insinuare che lo criticano in mala fede o sono cattivi o non hanno capito .sono insomma non degli interlocutori alla pari , che potrebbero anchre avere ragione, ma dei “dissidenti” dei nemici della sua autorità ,della gente che gli mette i bastoni fra le ruote, che sabota il suo progetto di riforma , che naturalmente per lui è esente da ogni errore.
    il fatto che dica che non legge neppure chi lo accusa di eresia o lo critica perchè vuole ” preservare la sua “sanità mentale” la dice lunga sulla sua personalità, personalità con tratti fortemente narcisistici ed egocentrici che era già venuta fuori quando era vescovo di Buenos Aires e invano segnalata dai suoi superiori gesuiti..

    16 Febbraio, 2018 - 10:05
  10. maria cristina venturi

    Dal Manuale Diagnostico Statistico, DSM 5) si chiama narcisismo la deformazione della personalità caratterizzata essenzialmente da:

    1) Idea grandiosa di sé minata da intimi sentimenti di inferiorità, vulnerabilità che portano a paura del confronto e ipersensibilità alla critica.
    2)Costante bisogno di ammirazione (che spinge a gesti opportunistici per strappare l’applauso.)
    3)Sfrutta i rapporti interpersonali (cioè approfitta delle altre persone per i propri scopi).
    4)Mancanza di empatia soprattutto: ossia incapacità di “mettersi nei panni degli altri”. Il narcisista è “manipolatore”, approfitta senza scrupoli degli altri per raggiungere i suoi scopi, Prova spesso invidia, ed è convinto che gli altri abbiano invidia di lui.
    5) Crede di essere “speciale”‘e unico e di poter essere capito solo da chi
    condivide con lui questa convinzione.

    16 Febbraio, 2018 - 10:11
  11. Andrea Salvi

    MCV:
    Ci proponi il tuo autoritratto?
    Lascia stare il manuale e abbi più rispetto per il tuo papa!

    16 Febbraio, 2018 - 14:47
  12. Victoria Boe

    Una spudoratezza da spavento e…da manuale, appunto.

    16 Febbraio, 2018 - 17:05
  13. Amigoni p. Luigi

    Rif. ore 10.11 – Oltre la decenza

    Credo che si sia arrivati non solo fuori della verità e di un minimo di rispetto, ma oltre la decenza che dovrebbe almeno limitare la misura dell’insulto.
    Quale papa appena recente ha considerato gli altri cristiani (cardinali o non) “interlocutori alla pari”?
    Noto che lo scritto – non alla pari con il buon equilibrio mentale – è della non tarda mattinata.

    16 Febbraio, 2018 - 20:43
  14. Luigi Accattoli

    Vincenzo io posso certo pubblicare questo tuo messaggio e infatti lo sto pubblicando. Ma ti ricordo che non hai ancora risposto alla domanda che ti ponevo il 1° e il 2 febbraio in riferimento all’ultimo tuo intervento da me pubblicato, che ritrovi a questo link:
    http://www.luigiaccattoli.it/blog/non-dimenticate-di-pregate-per-me-secondo-tempo/comment-page-1/#comment-171214
    Ti feci presente che avevi usato un testo apocrifo del cardinale Pacelli per accusare Paolo VI d’essere la rovina della Chiesa. Ti chiesi di chiarire che volevi intendere con quell’attacco di un Papa falso a uno vero e tu non hai risposto. Hai scritto in un commento (da me non pubblicato) che non avevi controllato la fonte: questa non è una risposta. Riformulo la domanda articolandola nei suoi sottintesi. Qual è la fonte alla quale hai bevuto? In essa il testo che riporti è tale e quale o tu l’hai aggiustato? Riportandolo o aggiustandolo che intendevi dire? Condividi l’idea che Paolo VI sia stato la rovina della Chiesa? Se non la condividi perché fai tuo quel testo? Solo rispondendo alle mie buffe curiosità potrai tornare a commentare in questo blog. Come vedi la risposta “non ho controllato la fonte” non mi può bastare. Mi piace capire che cosa viene a fare la gente nel mio pianerottolo. La notte ti sia amica.

    16 Febbraio, 2018 - 23:10
  15. Leopoldo Calò

    Salcone non risponde a Luigi, che gli parla come se fosse un infiltrato alla Gioab. La cosa si fa interessante e mi accorgo degli anni che sono passati.

    17 Febbraio, 2018 - 9:23
  16. maria cristina venturi

    Andrea Salvi
    Ma non si era detto che non bisogna metterla sul personale? Se anche io fossi come tu pensi cento volte più’ narcisista di Bergoglio, questo non ha alcuna importanza in una discussione che non verte su di me , la cui esistenza e’ totalmente privata, ma sulla personalita’ di Papa Francesco la cui esistenza e’ pubblica e influisce
    Gli attacchi personali si era detto che dovevano rimanere fuori e invece ne fate continuamente uso. Non rispondete in merito a quello che dico ma in merito alla mia persona.
    Io come ha fatto anche Leonardo Lugaresi ho solo detto la mia opinione sulle parole del Papa riportate da Luigi Accattoli. Parole testuali ” non li leggo ( i critici) per preservare la mia sanita’ mentale” . Commentare tali parole , significative di una certa personalita’ di chi le pronuncia, anche se negativamente non e’ una mancanza di rispetto. O forse voi sostenete che della figura umana dei papi non si può’ dire nulla? Che ogni loro parola e’ sacra? Tolta la sacralità’ ai Vangeli adesso diventano sacre le conferenze di Bergoglio ai gesuiti?

    17 Febbraio, 2018 - 11:20
  17. Enrico Usvelli

    ‘«Quando percepisco resistenze, cerco di dialogare, quando il dialogo è possibile». ‘

    Io (e non sono stato il solo) ho pensato di coglierci un qualche riferimento a Socci. Gli ha risposto, ha provato a dialogare, ma quello sa tutto lui e va avanti per la sua strada.

    17 Febbraio, 2018 - 12:35
  18. Andrea Salvi

    Forse Luigi avrebbe fatto bene a eliminare il tuo intervento in cui descrivi il papa con il manuale di psichiatria. Il problema è che tu non ti rendi conto che con interventi di questo tipo vai ben oltre ciò che è lecito per un cristiano. L”intervento di Lugaresi non è paragonabile al tuo, non c’entra nulla in questo caso con il tuo detestabile “stile”. Cartellino rosso.
    E il papa fa bene a non perdere tempo.

    17 Febbraio, 2018 - 12:43
  19. Enrico Usvelli

    ‘poiché lui si è rifiutato di dialogare con il defunto cardinale Caffarra, negandogli il colloquio che gli era stato implorato, dobbiamo pensare che lo accusi precisamente di questo. Ma è decentemente sostenibile che Caffarra accusasse il papa di essere eretico? O che non vi fosse in lui «bontà spirituale»?’

    Dobbiamo pensare? No, vogliamo pensare. Chi è fissato coi dubia pensa che anche il Papa non abbia altro per la testa. A me pare più probabile che si stesse riferendo ai vari tradizionalisti che scrivono con cattiveria e infilando nei loro discorsi anche qualche falso.

    17 Febbraio, 2018 - 12:45
  20. Victoria Boe

    Lei, Venturi , va molto oltre i limiti della decenza quando parla del Papa. Al punto che c’ è da chiedersi se quel che scrive non sia frutto di una personalità disturbata. Ad ogni modo lei offende e insulta non solo il papa ma tutti i cattolici che lo amano, e perfino chi vorrebbe semplicemente che ogni persona umana fosse rispettata nella sua dignità. Lei non ha il diritto di esprimersi con ogni libertà andando oltre i limiti della buona creanza, con l’ impudenza tipica di chi è convinto che le parole possano correre liberamente senza lasciare traccia.

    17 Febbraio, 2018 - 14:41
  21. Amigoni p. Luigi

    Rif. 9.30 di ieri – Sempre il Concilio

    1. Lugaresi ha riassunto così: il papa dialoga con l’altro se questi non ha ben capito le sue parole (e, forse, anche viceversa); non dialoga quando l’altro ha ben capito ma ha idee opposte alle sue. Credo io che questa modalità sia da porre nella fase successiva alle “decisioni prese”, e non nella fase della loro maturazione. Due esempi:
    a) Caffarra (“buono e professante la fede cattolica”) è stato chiamato al Sinodo dal papa, forse proprio perchè di idee diverse dalle sue. Il suo contributo l’aveva dato nelle modalità, pur discutibili, in atto nel Sinodo. Dopo la pubblicazione di AL c’erano pochi dubia da avanzare – almeno in quel modo – ma solo eventualmente dei “no” leali da opporre con rispetto.
    b) Nel 1986 quando papa Wojtyla decide l’incontro di Assisi, tutti vedono che Ratzinger (con molti altri) non è d’accordo. Lui lo fa presente (forse non con dei dubia canonici, pubblicizzati), ma Assisi si tiene, come deciso e reso noto.

    2. Credo che, nel “colloquio gesuitico” in Cile, i punti erronei che il papa attribuisce ai suoi oppositori (che conosce) vertano sul “relativizzare il Concilio” e sul “si è sempre fatto così”. Da lì partono le accuse di eresia, parola che è qualcosa di più di “resistenza alla linea pastorale” del papa.
    Il papa, nel detto colloquio chiede di rileggere bene Lumen gentium.
    Sempre lì si fondano la sua “Chiesa in uscita” e la “Chiesa fuori”, che il Signore – dice – sta chiedendo a lui e a tutti. Forse qualcuno pensava che tali frasi, dette in conclave, fossero slogan a buon mercato e che il rimando a Paolo VI (e non ad altri) fosse solo di circostanza.
    Questa è la linea papale di oggi, espressa nelle modalità comunicative di cui tutti conosciamo bellezza e limiti. Se non erro il tema delle “cantonate” è stato esplicitamente affrontato da Accattoli sul blog l’anno scorso.

    3. E poi (a mio parere) fa sicuramente bene a non perdere tempo con certi (tanti) blog di feroci oppositori che talora (o spesso?) usano dati falsi,

    17 Febbraio, 2018 - 14:55
  22. alphiton

    “Quello che fa veramente impressione è che questo papa non viene mai sfiorato dal dubbio che lui stesso possa avere qualche volta torto e gli altri, quelli che lo criticano, ragione”. (MCV)
    Ma se questo Pontefice è quello che ha reso finalmente possibile un confronto franco ed aperto nella Chiesa dopo che, finita la stagione del Concilio, sul dibattito intraecclesiale era calata una cappa che lo aveva completamente soffocato. Ma vi ricordate che cosa erano i Sinodi dei Vescovi sotto GPII e BXVI? Dei copioni già scritti in cui alla fine l’unica parola che contava era quella del Papa. Uno degli enormi meriti di Bergoglio è quello di avere reso possibile la discussione fra sensibilità teologico / pastorali differenti e di aver aperto ad un pluralismo di posizioni di cui si era persa ogni traccia. Ha reso finalmente concreto il famoso adagio “In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas”. Dire, come fa ad es. Mons. Negri, che Benedetto XVI aveva un’apertura al dialogo che Francesco non ha è una colossale mistificazione: la concezione filosofica di Ratzinger (continuità del logos razionale e del logos divino) uccideva alla radice il dialogo all’interno e al di fuori della Chiesa. Ci voleva da questo punto di vista un Papa che non venisse dall’Europa.

    17 Febbraio, 2018 - 19:26
  23. Leopoldo Calò

    Alphiton, chi sei?

    17 Febbraio, 2018 - 19:50
  24. alphiton

    Mi sono dimenticato di firmare: Alberto Farina

    17 Febbraio, 2018 - 21:05
  25. Victoria Boe

    “Dimmi chi sei e ti dirò qual è il tuo Dio e quali il tuo Papa e i tuoi vescovi.”
    Alberto Farina, il mondo è sempre andato così. Simili con simili.
    Quei chierici, e i loro fedeli, che ritengono che il Vero sia stato svelato e concluso una volta per sempre, avranno sempre ristrettezze mentali e diffidenza verso il dialogo anche per paura che le loro ( presunte) certezze vengano incrinate. La loro fede può essere messa in crisi, e, soprattutto, non vogliono che la loro autorità istituzionale venga resa debole agli occhi di chi la venera come fosse divina. Non c’è apertura verso le idee altrui ritenute erroneamente arroganti. Non c’è possibilità di confronto.
    Si tratta anche di mentalità fissa, inchiodata su posizioni arretrate che sembrano le migliori e le più giuste.
    E se all’orizzonte compare qualcuno che mostra posizioni avanzate, alla luce di una maggiore esperienza di vita e di una “illuminazione” che ha indicato strade più aperte, si grida allo scandalo.

    17 Febbraio, 2018 - 21:44
  26. Luigi Accattoli

    A futura memoria – in riferimento alla disputa con Vincenzo Salcone – vedi mio commento del 16 febbraio ore 22.26. Salcone ha inviato in risposta alle mie domande un link che non si apre. Gli ho chiesto di mandarne uno funzionante ma non mi ha riposto ed è per questo che ora metto questa nota. Non avendo la fonte ho provato a raggiungerla io decifrando il link disabile e ho visto che si trattava del sito “Chiesa viva” e l’ho cercato e in esso a prima apertura ho trovato queste parole riferite a Papa Ratzinger:

    Benedetto VXVI, dopo aver scritto oltre 280 libri pieni di eresie, nell’agosto 2012, fu smascherato come Capo degli Illuminati di Baviera con l’Edizione Speciale “L’Anticristo nella Chiesa di Cristo?”. Il 25 febbraio 2013, perveniva in Vaticano una condanna di Benedetto XVI a 25 anni di prigione per crimini contro l’umanità. Nel maggio 2013, una donna olandese, Toos Nijenhuis, testimoniò di aver visto il card. Ratzinger uccidere una bambina, in un castello di Francia. L’ottobre seguente, un altro testimone confermò lo stesso delitto.

    Riassumendo. Abbiamo a che fare con un sito che usa un apocrifo di Pio XII per incenerire Paolo VI e che considera Benedetto eretico massone e femminicida. No Salcone, abbi pietà: tienti strette codeste fonti e lascia a me le mie che sono terra terra. Mi mancherebbe ossigeno a quella quota.

    20 Febbraio, 2018 - 22:42
  27. Victoria Boe

    Ma c’ è davvero qualcuno che potrebbe credere a follie di questo genere?
    Come si può andar dietro a farneticazioni che denotano il gusto dell’ orrido e fanno anche ridere?
    Chi va in questi siti dicendosi cristiano e cattolico dovrebbe porsi delle domande serie sulla caratura della propria religiosità.
    Non c’è alcun nesso fra fede e stupidaggini che sconfinano in vere e proprie patologie psichiche.

    21 Febbraio, 2018 - 0:44

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