Il vescovo Mansueto Bianchi, assistente dell’Azione Cattolica, paragona l’associazione “all’asino che portava il Signore a Gerusalemme” e dice “siamo anche un po’ grigi ma tenaci”. Il Papa in risposta: “Mi è piaciuta quella dell’asino”. Propone “la missione sempre” e la “Chiesa in uscita” e infine: “Siate asinelli ma statue da museo mai”. Nei primi commenti qualche passaggio delle parole del Papa.
Francesco: “Mi è piaciuta quella dell’asino”
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Aprire le porte. “Parrocchie stanche, parrocchie chiuse … ce ne sono! […] Queste parrocchie hanno bisogno del vostro entusiasmo apostolico, della vostra piena disponibilità e del vostro servizio creativo. Si tratta di assumere il dinamismo missionario per arrivare a tutti, privilegiando chi si sente lontano e le fasce più deboli e dimenticate della popolazione. Si tratta di aprire le porte e lasciare che Gesù possa andare fuori. […] Aprire le porte perché Lui vada, almeno! Si tratta di una Chiesa ‘in uscita’: sempre Chiesa in uscita”.
Far correre la Parola. “Mai un’Azione Cattolica ferma, per favore! Non fermarsi: andare! Andare per le strade delle vostre città e dei vostri paesi, e annunciare che Dio è Padre e che Gesù Cristo ve lo ha fatto conoscere […]. Ci sia in voi il desiderio di far correre la Parola di Dio fino ai confini, rinnovando così il vostro impegno a incontrare l’uomo dovunque si trovi, lì dove soffre, lì dove spera, lì dove ama e crede, lì dove sono i suoi sogni più profondi, le domande più vere, i desideri del suo cuore. Lì vi aspetta Gesù”.
Cantare la fede. “E infine gioire. Gioire ed esultare sempre nel Signore! Essere persone che cantano la vita, che cantano la fede. Ma, questo è importante: recitare il Credo, recitare la fede, conoscere la fede; ma: cantare la fede! Ecco. Dire la fede, vivere la fede con gioia, e questo si chiama ‘cantare la fede’ […]. Persone capaci di riconoscere i propri talenti e i propri limiti, che sanno vedere nelle proprie giornate, anche in quelle più buie, i segni della presenza del Signore. Gioire perché il Signore vi ha chiamato ad essere corresponsabili della missione della sua Chiesa”.
Evitare la serietà formale. “Con questi tre atteggiamenti – rimanere in Gesù, andare ai confini e vivere la gioia dell’appartenenza cristiana – potrete portare avanti la vostra vocazione, ed evitare la tentazione della quiete, che non ha niente a che fare con il rimanere in Gesù; evitare la tentazione della chiusura e dell’intimismo […] e anche evitare la tentazione della serietà formale. Eviterete di portare avanti una vita più simile a statue da museo che a persone chiamate da Gesù a vivere e diffondere la gioia del Vangelo”.
Il rischio della statua da museo è quotidiano.
Il trombonismo muso lungo solennesolenne, idem.
Ma la vera botta è sull’andare e mai fermarsi, e, soprattutto, USCIRE FUORI.
Noi e Lui. Che se no Lo obblighiamo alla stessa naftalina in cui ci ripariamo tante volte noi ( brrr, hai visto mai che ci si tarmi un po’ di sicumera?)
Copioincollo per pigrizia da Vinonuovo del 29/4:
Il futuro della Chiesa di Cristo , é bene metterselo nelle nostre testoline o meglio ancora ammonticchiarcelo sotto il sedere, è nella voglia, nella capacità e nella misura in cui noi laici sapremo fare la nostra parte nella Chiesa. Una parte nuova, autonoma, creativa, tutta da inventare e da proporre, che deve partire da noi e da noi essere proposta, battagliata se del caso, vissuta e sperimentata: tutto in costante e mai cessata comunione con i pastori e con la Chiesa: …
Troppe volte quello che di laicale esiste, scimmiotta e arranca su vecchi schemi, vecchi consuetudini, vecchie tracce. Non c’è piu’ bisogno solo di gente che si impegni nelle parrocchie e basta: senza fare a meno di quelli ( indispensabili) c’è bisogno di gente che dia la vita nella chiesa non come supporto o ruolo accessorio, ma per la risorsa e la ricchezza che è, cosi come è, per quello che fa, nella chiesa. Non c’è piu’ bisogno di insegnanti, medici, genitori, famiglie cattoliche. C’è bisogno di cattolici che vivano il vangelo dando tutta la loro vita facendo il genitore, il’insegnante, il medico, la famiglia. Non c’è bisogno di organizzazioni laicali che abbiano un struttura clericaloide e che pullulino di laici piu’ preteschi o papisti dei papi: c’è bisogno di laici veri, laici tutti d’un pezzo, che non giochino a fare i mezzi preti o le mezze suore, nè tantomeno i mezzi preti e le mezze suore rivoluzionarie, e facciano i laici e vadano nel mondo a portare Cristo là dove oggi SOLO i laici possono arrivare a farlo in un certo modo….
Non abbiamo piu’ tempo da gettare: né noi, né la Chiesa.
Sempre copiaincollando:
Ma c’è bisogno di qualcosa di piu’.
Di laici che, gravitando intorno alle parrocchie come luoghi e momenti di formazione, preghiera e comunità, si decidano una buona volta a vivere FUORI,il loro essere cristiani, in mezzo al mondo.
Se non ci andiamo noi, ma chi ci va?
Se non si fa questo passo …la logica della riserva indiana è dietro l’angolo.
Tutti fra di noi, a frequentarci tra di noi, bambini con bambini, ragazzi con ragazzi, fidanzati con fidanzati, famiglie con famiglie, anziani con anziani…Bellissimi gruppi parrocchiali o di associaziione, dalla culla alla tomba, ottimi per la formazione nostra e quant’altro.
E degli altri che stanno fuori, e di Gesù Cristo che deve arrivarci con i nostri piedi e le nostre vite, ce ne freghiamo?!
Il radicamento dell’Azione Cattolica appartiene alla natura dell’associazione, alla sua origine e principio. Non perdete mai questo valore che vi caratterizza dall’origine e mettete ogni impegno per allargare e approfondire quest’esperienza”.
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/bagnasco-ac-non-rinunciare-a-radicamento.aspx
Uscire non significa ingrossare la fine delle anime vaganti o dei tanti movimenti che svuotano le comunità locali. Anche perchè già nella evangelii gaudium già Francesco aveva richiamato questo punto.
Giusto per chiarire
Io sono meno elegante, invece che di radicamento, parlo di essere attaccati come cozze alla Chiesa, che è Gesù Cristo. Ma sono comunque d’accordiiiisssimo.
Eccolo qua:
29. Le altre istituzioni ecclesiali, comunità di base e piccole comunità, movimenti e altre forme di associazione, sono una ricchezza della Chiesa che lo Spirito suscita per evangelizzare tutti gli ambienti e settori. Molte volte apportano un nuovo fervore evangelizzatore e una capacità di dialogo con il mondo che rinnovano la Chiesa. Ma è molto salutare che non perdano il contatto con questa realtà tanto ricca della parrocchia del luogo, e che si integrino con piacere nella pastorale organica della Chiesa particolare.[29] Questa integrazione eviterà che rimangano solo con una parte del Vangelo e della Chiesa, o che si trasformino in nomadi senza radici.
Ed ecco qua quest’altro:
Parrocchie (se è possibile) o non parrocchie( se non lo è)
( sempre ben attaccati come cozze alla Chiesa, cioe’ a Gesù Cristo: se no facciamo solo casini).
🙂
Il rischio cozze c’è però l’AC è per sua natura al servizio della parrocchia. Servizio vero intendo, e parrocchia allargata non solo la canonica ma tutta la comunità.
Mi sembra quasi impossibile poter vivere l’acr fuori dalla parrocchia per esempio, sarebbe come immaginare i salesiani senza le scuole.
🙂
http://ilsismografo.blogspot.it/2014/05/italia-come-lasino-di-gesu-losservatore.html
Difatti tutti e due, acr e salesiani, stanno bene dove stanno.
Ognuno è sempre migliorabile e reformando, ovvio, ma non è questo.
Coprono campi determinanti e , per natura loro, sono già proiettati sull’esterno….
Però c’è bisogno di qualcuno -magari anche dalle loro fila, perché no?- che non si proietti solo sull’esterno, ma proprio “ci” vada e “là” stia. Formato dalla Chiesa, coordinato ad altri nella Chiesa ,ma fuori , in mezzo a chi nella Chiesa non ci sta, o non ci vuole stare, o la detesta, o magari non se la fila e basta ( e sono i +). Tutto da inventare , ma se un si mette, si tenta, si prova, e si parte.
Si-può-fa- re… direbbe Carlo Conti e chi lui va citando…
🙂
Uscire da se stessi autocitandosi. Paradossale.
no, semplice pigrizia, banale.
Sicuramente la Chiesa seguirà le indicazioni della EG e a questo “fuori” si penserà in termini più concreti.
Però ognuno di noi in quanto cristiano è chiamato a testimoniare il Vangelo con la propria vita.
E’ il concetto di evangelizzare per attrazione più che per proselitismo, fossero davvero le nostre comunità luoghi di carità e amore, avremmo già risolto tanti problemi.
Sempre dalla EG:
“Una individuazione dei fini senza un’adeguata ricerca comunitaria dei mezzi per raggiungerli è condannata a tradursi in mera fantasia. Esorto tutti ad applicare con generosità e coraggio gli orientamenti di questo documento, senza divieti né paure. L’importante è non camminare da soli, contare sempre sui fratelli e specialmente sulla guida dei Vescovi, in un saggio e realistico discernimento pastorale.”
Torna spesso il Papa sulla comunità, sul superare barriere, divisioni, litigi.
Buona notte.
“Evangelizzare per attrazione più che per proselitismo” in un tempo che non conosce proselitismo. Sic!?
Già Benedetto si era espresso contro il proselitismo, non è un’invenzione di Papa Francesco, Ned.
Non scherziamo. Sono moltissimi anni che il proselitismo non esiste, se si escludono sette e confessioni non cattoliche. Ci si esprime contro un pericolo attuale e non vedo proprio dove lo sia. E poi, che c’entrano i papi?
Per Picchio:
http://www.libreriauniversitaria.it/gesuiti-vocazione-missione-francesco-jorge/libro/9788830721920
C’è un’anteprima su Ignazio e la controriforma sul Sole di oggi ma non lo trovo in rete.
🙁
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/05/03/i-bestseller-della-fede-fanno-miracoli-in-libreria48.html
Io ho iniziato a rileggermi i discorsi di Bergoglio dell’inizio ,
Causa Diavolo per un periodo li avevo evitati.
Adesso mi metto in pari.
🙂
Anteprima sui gesuiti anche su Avvenire.
grazie 1000 Sara per la segnalazione!
Non credi nell’esistenza del diavolo, Sara1? Mi fai ricordare un’intervista a padre Amorth, in cui raccontò di un vescovo che una volta gli disse che lui nel diavolo non ci credeva. Padre Amorth: “Lei dovrebbe leggere un libro”; Vescovo: “Ah sì? Quale?” Padre Amorth: “Il Vangelo”.
Non so se qualcuno l’ha già segnalato, a proposito di diavolo. Padre Sante Babolin, professore emerito di Filosofia alla Gregoriana, attualmente esorcista presso al diocesi di Padova:
http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/il-diavolo-oggi-e-diventato-liquido.aspx
Appunto. lasciamo perdere padre Amorth please!
Non è che non ci credo è che mi spavento. (qui ne avevo già parlato a lungo)
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-05-04/controriforma-firmata-ignazio-081333.shtml?uuid=ABmo3bFB
grazie di nuovo Sara!
ben, Sara, ma uno si puo’ anche fare un tantinello di coraggio….
🙂
Mia nonna e le mie zie erano ossessionate da queste cose, per cui penso che tenersene alla larga non sia mai abbastanza.
Paura non solo spiccia (anche quella magari specie diversi anni fa) ma proprio la voglia di non farsi prendere in una religiosità morbosa, ossessiva e fanatica.
però essendomi diventato chiaro che Bergoglio non ha nulla da spartire con questi problemi, anche se una certa coloritura popolare nel linguaggio poteva farmelo pensare, posso leggere le sue omelie senza problemi.
Yes, concordo, da certe forme di manìa, assai saggio tenersi alla larga.
Avevo sentito anni fa delle interviste di padre Amorth su radio Maria veramente allucinanti. In una affermava che se hai della biancheria, una federa, ecc macchiata che anche lavandola più volte non viene pulita può essere un segno che qualcuno ha usato il demonio per farti una sorta di “fattura” ( lui usava un altro vocabolo, ma non ricordo quale). Il suggerimento era prendere il capo e bruciarlo dicendo alcune preghiere. Che effetto possono avere questo tipo di considerazioni su gente semplice e magari anche un po’ superstiziosa? Mah…
Terrificante. Meglio girare alla larga.
Per la verità, mi era capitato di sentire – non so se la stessa trasmissione – il padre Amorth esprimersi in modo meno allucinante e terrificante.
Ma forse la mia tolleranza nasce dal fatto che, pur reputandomi un “razionalista”, non escludo affatto la necessità di esorcismi ed esorcisti.
Il libro del prof. Babolin (appena comprato – grazie a chi me lo ha segnalato) è molto ben fatto ed è forse capace di aiutare sia chi è troppo “dentro” la questione, ma pure chi se ne tiene troppo “fuori”.