Visita guidata dei giornalisti accreditati in Vaticano alla mostra «Petros Eni: Pietro è qui», che nel Braccio di Carlo Magno narra l’avventura vissuta in mezzo millennio dalla Basilica vaticana. La prima pietra fu posta da papa Giulio II il 18 aprile 1506. Ci sono manoscritti e opere di Michelangelo e Raffaello, Tiziano, Rembrandt, Caravaggio, El Greco. C’è il frammento di intonaco rosso con il graffito «Petros Eni», cioè «Pietro è qui», ritrovato con gli scavi sotto l’altare della Confessione. C’è documentata con ogni risorsa museografica la storia della Basilica come “architettura viva e fabbrica aperta”. Delle sei sezioni la più toccante mi è parsa l’ultima, dedicata al Primato di Pietro e alla “devozione petrina”. C’è il manoscritto in cui Teresa di Lisieux racconta la sua visita alla Basilica, c’è l’abito delle stimmate indossato da Francesco d’Assisi e ci sono un paio di sandali di Madre Teresa di Calcutta! Che tempesta nella testa, tenere insieme la severità monumentale della Basilica e la spontaneità da adolescente di Teresa la piccola, quello splendore d’ogni materia e il vestito di sacco del poverello, la potenza delle arcate michelangiolesche e quei sandali scalcagnati! Le due Terese e Francesco – pur essendo lontanissimi dall’idea rinascimentale della grandiosità della pietra chiamata ad attestare la grandezza della fede – vennero qui come pellegrini entusiasti. Francesco non vide la nuova Basilica, ma entrò “pieno di gioia” (come racconta Tommaso da Celano nel capitolo IV della “Vita seconda”) in quella antica per “onorare” la tomba del “principe degli apostoli”. In quell’ultima sala della mostra si intuisce qualcosa del segreto che ancora fa felici i poveri che entrano nella grande Basilica. Da quel segreto dipende la scommessa davanti a cui oggi si trova – ancora una volta – la Chiesa cattolica: di riuscire a restare una Chiesa di popolo, nonostante il rigetto del trionfalismo di un tempo.
I sandali di Madre Teresa sui marmi di San Pietro
24 Comments
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Penso all’abbraccio del Colonnato del Bernini, e la magnificenza di quelle costruzioni in cui quando entri dovresti sentirti soggiogato. E non lo sei. Perché dentro senti la speranza.
La vecchia cupola che domina il mondo è sempre lì. A indicare la beffarda resistenza della vecchia Chiesa, superstite di mille naufragi. E’ questo quello che commuove e dà speranza, sapere che la Chiesa nella sua millenaria storia non ha mai rallentato e nemmeno accelerato, anche quando il percorso è stato in salita o tortuoso. Anche mentre parliamo tiene il suo passo, perché sa dove sta andando e che ci arriverà senza sforzo e senza paura.
Potessimo pure noi, poveri umani alle volte senza meta, avere un passo così sereno nella nostra esistenza…
Sia lodato il Signore per la sua santa Chiesa!
Scusate… mi è venuto così, spontaneo, grazie a Luigi e Tonizzo… Non dimentichiamo mai che, oltre tutte le umane miserie degli uomini che fanno la Chiesa – a cominciare da noi per finire con prelati, vescovi, papi… – oltre tutte le umane miserie degli uomini, dicevo, c’è il mistero grande della Chiesa: la Bella, la Santa, per pura grazia di Dio. Grande mistero, che appena intuiamo nel mite splendore di Maria.
Buonanotte a tutti.
Vorrei essere così ottimista come Tonizzo!
Questa esposizione ci mostra come la barca di Pietro ha traversato piccole e grandi tempeste che il misterioso disegno divino ha messo sulla sua rotta.
Oggi, nel 2006, sento il Papa ,nostro timoniere (?), con costanza, fermezza, ripetere a questa Europa di cessare di vivere come se Dio non esistesse, di ritrovare la sua identità cristiana, per potere anche dialogare con coloro che sono sottomessi totalmente a quella che credono fermamente essere la volontà di Dio. Considero le parole del Papa ispirate, e ho l`impressione che egli sta cercando di scuotere le coscienze non solo di coloro che sono sulla sua barca, ma anche di coloro che su altre imbarcazioni navigano su questo grande oceano che è la vita , la storia.
Come se Benedetto XVi dicesse a noi tutti: ” attenzione stiamo andando diritti contro uno di quei scogli che rischia di rovinare le nostre imbarcazioni e provocare tanto dolore “.
Sî, vorrei avere la fiducia di Tonizzo e Luca , ma non so perchè, oppure lo sento troppo profondamente, temo che se non ci svegliamo finiremo contro quei scogli.
La sola mia consolazione è di dirmi che qualunque cosa succeda, essa sarà partecipe del misterioso disegno divino.
Il che non mi impedisce di pregare affinchè le parole del Papa siano ascoltate .
Buona giornata a tutti ! Luisa
I sandali di madre Teresa, la tunica di San Francesco, la tomba di San Pietro, il culto dei martiri. Un chiesa che nascendo si espandeva , prendeva forza, poi una chiesa che doveva rinascere e rileggere il Vangelo.Poi la grandiosita’ della Basilca più grande del mondo e infine di nuovo la povertà.
Cosa significo oggi per le migliaia di pelelgrini che fanno ore di fila per entrare in San Pietro venerare il sepolcro dell’ Apostolo.
La sensazione è che la forma abbia fatto dimenticare la sostanza. Il perchè di certi eventi, di certi fatti , di certe scelte.
500 anni di grande arte non devono farci dimenticare quella semplice tomba terragna per il pesacatore di Galilea. Ecco questo forse nella mostra vaticana si vede poco.
Angela
Gentile Luigi,
ha davvero un bel blog e le faccio i miei complimenti.
Nel merito, però, vorrei davvero credere, come lei, che la Chiesa abbia abbandonato i trionfalismi tradizionali per riscoprire il suo magistero, che consiste se non erro nel proporre l’imitatio Christi come la miglior scelta possibile.
Anch’io trovo di maestosa bellezza la Basilica di San Pietro e straordinario il suo impatto visivo ed emotivo. Anche nella bellezza risiede l’amore che move il cielo e l’altre sfere… non solo nella pur fondamentale caritas…
Ma, ahimè, quello che vedo nella vita quotidiana mi rimanda piuttosto ad un clima dirigista e clericale che sento aumentare di giorno in giorno, mano a mano che il potere politico ci mostra sempre più la sua inconsistenza.
La pervasività Vaticana ha, secondo me, raggiunto una soglia quasi intollerabile…la nostra unica speranza è che il successore di S.E. Ruini sia meno bravo di lui.
Ogni volta che mi reco all’estero sono sempre più conscio di questa cappa, tipicamente e storicamente nostra, ma nel 2006 accettarla è davvero arduo.
Non mi stupisce perciò che una mostra avente ad oggetto il cosidetto “primato di Pietro”, vera pietra angolare dell’assolutismo pontiicale, sia stata organizzata alla perfezione.
Per quel che mi riguarda mi sentirò libero di essere cattolico – per ora sono cristiano – quando vedrò una mostra così importante dedicata a Giordano Bruno in Campo dei fiori.
Grazie per l’attenzione e perdonate l’amarezza delle mie parole, ma forse è il caso di discutere un pò su quel che accade realmente in Italia.
Ci terrei molto ad una sua opinione, gentile Accattoli.
Avevo trovato Angela Ambrogetti tra i colleghi della visita guidata e ora la ritrovo nel blog! Anch’io ho pensato che forse mancava nella mostra il riferimento al pellegrino comune, di ieri e di oggi. Ho pensato anche che vi mancava la protesta luterana contro le indulgenze che venivano “vendute” per finnanziare la costruzione della Basilica e poi quella specie di “riconciliazione” che fu la venuta dei protestanti al Vaticano II e la visita di Karl Barth. Che vi mancasse il rogo dei libri di Giordano Bruno sulla piazza, quando ancora non c’era il colonnato… Ma ero così contento che vi fossero il manoscritto della piccola Teresa, il sacco di Francesco e i sandali di Madre Teresa che ho rimediato facilmente a ogni assenza! Luigi
Lei è incredibile, Signor Accattoli ! Beh mi lascio andare a emettere qualche rammarico che potrebbe eventualmente assomigliare, da lontano a una critica, ma poi finisco su una nota positiva !
Come amo questa maniera di andare nella vita…mi ricorderò di lei ogni qualvolta avrò tendenza a essere troppo critica, radicale nei miei giudizi ! Mai dimenticare di girare lo sguardo verso il bello. E sapere cercarlo e trovarlo ! Saluti , Luisa
Luisa, Giovanni XXIII nei momenti difficili si chiedeva: “Ma scusa, Angelo, sei tu a governare la Chiesa o è lo Spirito Santo? E allora, se è Lui, vattene a dormire”.
Ecco, non so se voi siete mai andati in barca a vela, ma non è solo lo skipper che fa la navigazione. E’ anche il vento, perché devi saperci “parlare”, devi saper capire in che direzione va e orientarti dentro questo quadro. Puoi apparentemente andare dove vuoi, in realtà devi stare nel vento sennò la barca non si muove.
E quando la Barca si chiama Chiesa e il Vento è lo Spirito Santo, ma davvero ti pare che andremo a finire sugli scogli?
Cari Amici,riprendendo il discorso di Luisa,penso che la barca della Chiesa subirebbe meno scosse se non si cercasse in tutti i modi di gettare in mare il “timoniere”.Per fortuna c’è lo Spirito Santo a sorreggerlo 🙂
Saluti MG
Penso, caro Tonizzo che gli scogli sono già in vista .Posso anche immaginare che la Chiesa rinasca dopo un grande naufragio. Posso immaginare che Dio lasci andare l`uomo fine al confine della sua incoscienza, nell`uso abusivo del suo libero arbitrio. Non mi pare impossibile immaginare che Dio lasci andare gli uomini fino agli estremi limiti dell`uso contorto della loro ” libertà” , ma sono d`accordo con te, la Chiesa non morirà ma è certo che soffrirà.
Beh, fuori brilla il sole, fa caldo , la luce è splendida, una bella passeggiata mi farà fuggire da certe immaginazioni non proprio ottimiste! A presto, Luisa
La forzosa raccolta di soldi per la fabbrica di S.Pietro fu la goccia che fece traboccare il vaso della riforma protestante,dicono i libri;forse se lo ricordano di più i libri dei protestanti.
Sì, ma anche ammesso che sia stata veramente quella la goccia, se la chiesa avesse sempre dato retta a quelli che dicono che «quest’olio profumato si poteva vendere per trecento denari per poi darli ai poveri» (Gv12,5) non ci sarebbe nessuna forma di arte cristiana, nessuna espressione di bellezza in lode a Dio: il paesaggio cattolico sarebbe come l’Afganistan dei talebani.
A PapiaII, quanto al trionfalismo: nel 2000 papa Wojtyla riconobbe che il rogo di Giordano Bruno e tutti i roghi furono un errore. E’ prendendo sul serio quell’affermazione che ho immaginato potesse esservi, anche in questa mostra, un riferimento a fatti negativi – oggi riconosciuti come tali – legati alla storia della Basilica.
La lotta che sta conducendo la Chiesa cattolica in Italia per frenare l’ondata secolarista la vedo come un gesto – forse un po’ brusco – di difesa da una grandinata. Come uno che scardina una porta per mettersela sulla testa, poniamo! Non riesco a vederci niente di trionfalistico.
Certo è una lotta ingaggiata con decisione e non limitata in Italia. E’ mossa anche dall’idea di poter trovare un seguito in altri paesi. Il cambio del pontificato l’ha rilanciata, invece che sopita. E tendo a immaginare che anche il cambio al vertice della Cei dovremmo aspettarcelo nel senso di un rilancio.
Quanto all’attesa che ha dovuto fare il suo “commento” rispetto ad altri inviati più tardi: gli altri – essendo “commentatori” abituali – vengono recepiti automaticamente e così sarà anche per lei d’ora in poi, mentre il primo commento di un nuovo arrivato dev’essere da me “moderato”, come dice il linguaggio dei bloggers. Benvenuto! Luigi
Caro Papia II,quanto a Giordano Bruno,vorrei segnalare che fu l’allora cardinale Ratzinger,prefetto della congregazione per la dottrina della fede,erede del Sant’Uffizio,erede della Santa Inquisizione,a rendere pubblici gli atti dei processi per eresia a Giordano Bruno,Galileo Galilei e altri.
Per questa sua apertura gli fu “regalato” un asteroide,il numero 8661,che ora si chiama Ratzinger 8661 in omaggio alla sua decisione di aprire l’archivio segreto.
http://pt.wikipedia.org/wiki/Lista_de_aster%C3%B3ides_(8001-9000)
Saluti MG
… e comunque Giordano Bruno non era certo uno stinco di santo: si veda il bel libro di John Bossy, Giordano Bruno e il mistero dell’ambasciata, trad.it. Milano 1992.
Bruciarlo certo no … ma fargli i monumenti neppure!
Caro Papia II, io all`estero ci vivo. Effettivamente non c`è pervasità vaticana e ancor meno pervasità clericale , per il semplice fatto che Dio è stato messo al bando della società !
Per fortuna ho ancora qualche resto della mia bella lingua italiana e ciò mi permette di restare in contatto più direttamente con la parola del Papa.
Reputo gli Italiani molto fortunati di avere una Chiesa che ha ancora il diritto di esprimersi, che puo dire la sua su argomenti etici, morali e sociali.
Avete una gran fortuna di avere ancora questa voce che si eleva per difendere i valori fondamentali che dovrebbero essere quelli di ogni società umana, penso anche che potreste essere un esempio per il resto dell`Europa, come Papa Benedetto ha detto recentemente.
Qui appena la Chiesa osa prendere la parola su argomenti delicati è subito zittita o ridicolizzata (?), sopratutto quando osa essere politicamente incorretta, il che purtoppo è molto raro, tanto si è abituata a non esprimersi publicamente !
Quante volte vorrei vedere reagire la Chiesa ,qui da noi, su tanti argomenti e sono confrontata al suo silenzio…..allora mi vien da dire: “come vorrei vivere in Italia”. Sì, sì.
Ma convengo che per tanti altri motivi sono felice di vivere dove vivo !…
Cari saluti, Luisa
La grandezza dell’Istituzione è proprio quella di saper ricomprendere i fermenti della fede del popolo, i germi della Profezia nascosti nelle piccolissime pieghe della storia, superando sempre e di nuovo l’appesantimento delle incrostazioni del potere e dei compromessi mondani. Luigi ci ha fatto rilevare il contrasto tra il logoro abito di Francesco e la gloria delle pietre della basilica, tra i sandali della piccola suora di Skopie e il trionfo dei bracci della piazza e della Confessione. Mi è venuto spontaneo pensare a una delle scene più belle di “Fratello Sole, Sorella Luna”, quando il poverello di Assisi va a incontrare Innocenzo III. Il Papa (un bravissimo Alec Guinnes, gigantesco come sempre) – schiacciato dai paramenti dorati, offuscato dai fumi d’incenso, circondato dai potenti cardinali della sua Curia che quasi ne impediscono la vista – fa un discorso bellissimo sul senso vero della sua funzione, sui suoi sogni di gioventù e su tutte le smentite e i tradimenti causati dal tempo, dall’ambizione, dal potere. E alla fine si toglie il piviale di stoffa e pietre preziose e lo pone sulle spalle di Francesco. Zeffirelli in quel momento fa una grande operazione perchè dimostra – paradossalmente – la grandezza dell’Istituzione ecclesiastica e dello stesso mistero che è la Chiesa. Che certo doveva allora abbandonare i trionfalismi e i cesarismi. Ma che è segno di contraddizione non se diventa – anche figurativamente – voce tra le altre, povera tra i poveri. Ma se rovescia simbolicamente (e concretamente) il “munus” del potere, dell’autorità e della ricchezza e – pur detenendolo – lo mette tutto al servizio della profezia, di quelli che non hanno voce, dei diseredati della storia, dei diritti dell’uomo, in una parola del mandato ricevuto da Cristo nel Vangelo. La credibilità del cristianesimo – secondo me – non sta nel suo “mescolamento”, ma nella sua capacità di rovesciare la logica del corrispettivo, della reciprocità e della giustizia meramente retributiva priva di amore rimanendo “visibile” e autorevole anche secondo le categorie umane.
Anch’io trovo di maestosa bellezza la Basilica di San Pietro e straordinario il suo impatto visivo ed emotivo. (…) Ma, ahimè, quello che vedo nella vita quotidiana mi rimanda piuttosto ad un clima dirigista e clericale che sento aumentare di giorno in giorno, mano a mano che il potere politico ci mostra sempre più la sua inconsistenza.
Caro Papia,
mi permetto di intervenire sulla sua opinione. Mi perdoni, dov’è questo clima dirigista e clericale? Lei crede davvero che questo sia un Paese non dico cattolico, ma clericale? Lo crede veramente?
Allora può darsi che non ce ne siamo accorti. Ma a me sembra invece che questo sia un Paese in cui c’è solo una cosa stabile, la pace religiosa, e in tutti i modi qualcuno sta cercando di farla saltare.
Chi? Gli anticlericali. Che combattono contro un nemico inesistente, cioè il clericalismo. Non ho ancora visto spettacoli Tv in cui le ragazze ballano coi mutandoni e non si può dire “membro” nemmeno nel caso di un eletto in Parlamento. Ma andiamo avanti.
La pervasività Vaticana ha, secondo me, raggiunto una soglia quasi intollerabile…la nostra unica speranza è che il successore di S.E. Ruini sia meno bravo di lui.
Quale pervasività? Mi sembra che la legge 194/78 e la 898/70 siano ancora al loro posto. Ci sono stati dei referendum, democraticamente convocati, che hanno confermato la loro validità. Come c’è stato un referendum che democraticamente ha lasciato al suo posto la legge 40 sulla fecondazione assistita. Ma lei crede davvero che l’Italia sia un Paese cattolico?
Non mi stupisce perciò che una mostra avente ad oggetto il cosidetto “primato di Pietro???, vera pietra angolare dell’assolutismo pontificale, sia stata organizzata alla perfezione.
Tu sei Pietro mi pare l’abbia detto un certo Gesù Cristo. Che sia fascista? O dirigista? La Chiesa non ha espressioni di potere dal basso, tutto viene dall’alto. Se non si comprende questo, possiamo essere forse cristiani, appunto, ma non cattolici.
Per quel che mi riguarda mi sentirò libero di essere cattolico – per ora sono cristiano – quando vedrò una mostra così importante dedicata a Giordano Bruno in Campo dei fiori.
Credo sia difficile, ormai Giordano Bruno è mascotte di una certa parte politica che si professa anticlericale.
Un caro saluto
Caro Papia,
è vero – come dice Lei – che all’estero non comprendono bene la funzione della Chiesa Cattolica nella società civile italiana. Soprattutto i paesi anglosassoni, ci guardano con molta perplessità anche per questo aspetto. Ma anche loro sono vittima di un pregiudizio culturale alimentato soprattutto a casa nostra. Si parla sempre di “ingerenze”, e nessuno ha ben capito cosa sarebbero se non la semplice voce dei Vescovi e di Ruini. La soluzione proposta dai sedicenti laici-democratici è necessariamente una sola: che tacciano, che gli si tolga il microfono, che si occupino di paternoster e avemarie. Il che mostra una grave incomprensione di cosa sia una confessione religiosa, che non è un culto liturgico ma sostanzialmente un discorso sull’uomo, su tutta la vita dell’uomo.
Anche tecnicamente, poi, tale ingerenza non si capisce come verrebbe esercitata. Ruini parla e richiama delle posizioni. Lo stesso fanno – si parva licet – la Confindustria, la Confcommercio, CGIL-CISL-UIL, ecc. per ciò che sta a cuore a loro. La politica – poi – decide, assume le sue responsabilità. E i cittadini italiani, quando votano, scelgono, confermano o bocciano. Il tutto mi pare normale nella logica di una società moderna, dove si confrontano liberamente opinioni, proposte, e ciascuno le porta aventi con gli strumenti legali che ha. La polemica sulle ingerenze – mi creda – è davvero ottocentesca. Stiamo sul merito, confrontiamoci sulle cose. Togliere il microfono a Ruini non serve a niente, sarebbe solo un brutto gesto di intolleranza e inciviltà democratica.
In questo momento non ho il tempo di rispondere a tutti voi come vorrei, essendo peraltro influenzato.
Ringrazio tutti in primo luogo per l’attenzione…ma per il momento, altro non potendo, vi lascio con una provocazione che mio nonno amava ricordare. Egli, proveniente da quella cattolicissima regione italiana, l’Abruzzo, da lui studente di barnabiti e gesuiti chiamata spesse volte “la Gran Pretagna”, medico di stampo e di anagrafe liberale, ogni qualvolta un presule italiano faceva accenno alla secolarizzazione del mondo moderno, alla messa al bando di Dio dalla società civile (non pensate peraltro ciò pecchi poco cristianamente di sfiducia nella provvidenza?? .) ) od allo scomparire dell’autorevolezza della Ecclesia, soleva replicare “Il prete quando non comanda dice che è oppresso”.
Grazie Luigi per lo spazio accordatomi e per la cordialità riservatami.
Papia, spero che lei si rimetta presto. Però i preti in Italia non comandano, e quelli che dicono che dovrebbero starsene zitti minano alla base la democrazia.
Bene se parla Pannella, ma perché non può parlare Ruini? O tutti o nessuno, o un po’ per uno in collo a mamma, specialmente se è Mamma Chiesa. O no?
La chiesa non comanda proprio niente, e soprattutto non mette più paura a nessuno, ragion per cui la sbertucciano in tanti, molti dei quali invece se la fanno sotto quando hanno a che fare coi musulmani (proprio come facevano ieri con i comunisti).
Va bene così, intendiamoci, però fa specie che ci sia ancora tanta gente che si attarda su queste anticaglie ottocentesche del predominio dei preti e compagnia bella.
Volendo, ci si potrebbe trovare perfino un argomento apologetico: che cosa ha mai il cristianesimo per lasciare così poco tranquilli i suoi oppositori? Nessuno è obbligato ad essere cristiano e chi non lo è dovrebbe infischiarsene altamente di quel che la chiesa dice o fa, invece non si danno pace.
Magari la Chiesa avesse ancora una briciola di potere temporale!
In realtà, e lo sappiamo, per esistere deve contare su se stessa e sullo Spirito Santo.
Se davvero ci fosse la fila a prostrarsi davanti al Papa(quando lo fanno è per pura scena),Ratzinger non sarebbe stato lasciato tanto solo.
Per fortuna c’è qualcuno che ha capito tutto:
http://www.ilmessaggero.it/view.php?data=20061030&ediz=08_ABRUZZO&npag=51&file=J.xml&type=STANDARD
Saluti MG
Ma vedi Maria Grazia, il problema è che come disse Churchill, “Se Hitler invadesse l’inferno, mi alleerei con il diavolo pur di sconfiggerlo”. Ecco, a qualcuno questa frase va a pennello, rivolta contro la Chiesa.