Nella predicazione papale dei giorni di Pasqua spiccano due momenti nei quali Francesco chiama l’attenzione sulla pietra e sull’angelo che danno il primo annuncio del Risorto: una parola scolvolgente e incredibile che “nessun uomo avrebbe osato pronunciarla”. L’angelo il Papa l’ha messo in scena ora al “Regina Coeli”, la pietra l’aveva fatta parlare nell’omelia della veglia, sabato notte. Nei commenti i due passaggi e alcune parole “Urbi et Orbi”.
Francesco: la pietra l’angelo e l’annuncio sconvolgente
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Ci voleva un essere superiore. Oggi al Regina coeli: Il lunedì dopo Pasqua è chiamato “lunedì dell’Angelo” […]: narrano infatti i Vangeli che, quando le donne andarono al Sepolcro, lo trovarono aperto. Esse temevano di non poter entrare perché la tomba era stata chiusa con una grande pietra. Invece era aperta; e dall’interno una voce dice loro che Gesù non è lì, ma è risorto. Per la prima volta vengono pronunciate le parole: “È risorto”. Gli evangelisti ci riferiscono che questo primo annuncio fu dato dagli angeli, cioè messaggeri di Dio […]. Ci voleva un essere superiore per comunicare una realtà così sconvolgente, talmente incredibile, che forse nessun uomo avrebbe osato pronunciarla. Dopo questo primo annuncio, la comunità dei discepoli comincia a ripetere: «Davvero il Signore è risorto. ed è apparso a Simone», (Lc 24,34). È bello questo annuncio. Possiamo dirlo tutti insieme adesso: “Davvero il Signore è risorto”. Questo primo annuncio – “Davvero il Signore è risorto” – richiedeva un’intelligenza superiore a quella umana.
La pietra del sepolcro gridò. Omelia della veglia pasquale 1: In mezzo ai nostri silenzi, quando tacciamo in modo così schiacciante, allora le pietre cominciano a gridare (cfr Lc 19,40)[1] e a lasciare spazio al più grande annuncio che la storia abbia mai potuto contenere nel suo seno: «Non è qui. E’ risorto» (Mt 28,6). La pietra del sepolcro gridò e col suo grido annunciò a tutti una nuova via. Fu il creato il primo a farsi eco del trionfo della Vita su tutte le realtà che cercarono di far tacere e di imbavagliare la gioia del vangelo. Fu la pietra del sepolcro la prima a saltare e, a modo suo, a intonare un canto di lode e di entusiasmo, di gioia e di speranza a cui tutti siamo invitati a partecipare […]. La tomba vuota vuole sfidare, smuovere, interrogare, ma soprattutto vuole incoraggiarci a credere e ad aver fiducia che Dio “avviene” in qualsiasi situazione, in qualsiasi persona, e che la sua luce può arrivare negli angoli più imprevedibili e più chiusi dell’esistenza.
Con lui risorge la nostra speranza. Omelia della veglia pasquale 2: E’ risorto dalla morte, è risorto dal luogo da cui nessuno aspettava nulla e ci aspetta – come aspettava le donne – per renderci partecipi della sua opera di salvezza. Questo è il fondamento e la forza che abbiamo come cristiani per spendere la nostra vita e la nostra energia, intelligenza, affetti e volontà nel ricercare e specialmente nel generare cammini di dignità. Non è qui… E’ risorto! E’ l’annuncio che sostiene la nostra speranza e la trasforma in gesti concreti di carità. Quanto abbiamo bisogno di lasciare che la nostra fragilità sia unta da questa esperienza! Quanto abbiamo bisogno che la nostra fede sia rinnovata, che i nostri miopi orizzonti siano messi in discussione e rinnovati da questo annuncio! Egli è risorto e con Lui risorge la nostra speranza creativa per affrontare i problemi attuali, perché sappiamo che non siamo soli.
La pietra e le donne. Omelia della veglia pasquale 3: Celebrare la Pasqua significa credere nuovamente che Dio irrompe e non cessa di irrompere nelle nostre storie, sfidando i nostri determinismi uniformanti e paralizzanti. Celebrare la Pasqua significa lasciare che Gesù vinca quell’atteggiamento pusillanime che tante volte ci assedia e cerca di seppellire ogni tipo di speranza. La pietra del sepolcro ha fatto la sua parte, le donne hanno fatto la loro parte, adesso l’invito viene rivolto ancora una volta a voi e a me: invito a rompere le abitudini ripetitive, a rinnovare la nostra vita, le nostre scelte e la nostra esistenza. Un invito che ci viene rivolto là dove ci troviamo, in ciò che facciamo e che siamo; con la “quota di potere” che abbiamo. Vogliamo partecipare a questo annuncio di vita o resteremo muti davanti agli avvenimenti? Non è qui, è risorto! E ti aspetta in Galilea, ti invita a tornare al tempo e al luogo del primo amore, per dirti: “Non avere paura, seguimi”.
Parola che va oltre. Messaggio Urbi et Orbi: Cari fratelli e sorelle, anche a noi, come alle donne accorse al sepolcro, viene rivolta questa parola: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto!» (Lc 24,5-6). La morte, la solitudine e la paura non sono più l’ultima parola. C’è una parola che va oltre e che solo Dio può pronunciare: è la parola della Risurrezione. Con la forza dell’amore di Dio, essa sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti, dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace.
“sconfigge il male,
lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori,
la gioia agli afflitti.
Dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti,
promuove la concordia e la pace.”
Qualcuno ha il coraggio d icontestare anche queste parole?
No Andrea Salvi nessuno contesta “queste” parole.
“In quel tempo disse Gesu’ ai suoi discepoli Chi mi ama osservera’ la mia parola, e il Padre mio lo amera’, e verremo a lui e faremo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva la mia parola; ora la parola che ascoltate non e’ mia ma del Padre, che mi ha inviato. Questo vi ho detto mentre sono con voi, ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre mandera’ nel Nome mio, vi insegnera’ ogni cosa e vi suggerira’ quanto Vi ho gia’ detto. Vi lascio la pace vi do’ la mia pace . Non come la da’ il. Mondo io la do’ a voi. Non si turbi il cuore vostro ne’ si sgomenti. Avete udito cio’ che vi dissi Me ne vado e tornero’ a voi. Se mi amaste vi rallegrereste che io vada al Padre, perche’ il Padre e’ maggiore di me”
(S. Giovanni 14)