Dopo l’omelia del kerigma pasquale, cioè dell’annuncio della risurrezione, svolta a braccio il giorno di Pasqua, oggi Francesco ha proposto all’udienza generale una catechesi del kerigma pasquale altrettanto efficace, semplice e coinvolgente a un tempo. Ne propongo nei commenti i passaggi essenziali e li dedico a quanti lamentano che il nostro Papa non parla mai della risurrezione.
Francesco: “Gesù è qui in piazza con noi vivo e risorto”
102 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Parte da un fatto. Paolo parlando ai cristiani di Corinto parte da un dato inoppugnabile, che non è l’esito di una riflessione di qualche uomo sapiente, ma un fatto, un semplice fatto che è intervenuto nella vita di alcune persone. Il cristianesimo nasce da qui […], parte da un avvenimento testimoniato dai primi discepoli di Gesù. Paolo lo riassume in questo modo: Gesù è morto per i nostri peccati, fu sepolto, e il terzo giorno è risorto ed è apparso a Pietro e ai Dodici (cfr 1 Cor 15,3-5). Questo è il fatto: è morto, è sepolto, è risorto ed è apparso. Cioè, Gesù è vivo! Questo è il nocciolo del messaggio cristiano.
Nasce il mattino di Pasqua. Annunciando questo avvenimento, che è il nucleo centrale della fede, Paolo insiste soprattutto sull’ultimo elemento del mistero pasquale, cioè sul fatto che Gesù è risuscitato. Se infatti tutto fosse finito con la morte, in Lui avremmo un esempio di dedizione suprema, ma questo non potrebbe generare la nostra fede. È stato un eroe. No! E’ morto, ma è risorto. Perché la fede nasce dalla risurrezione. Accettare che Cristo è morto, ed è morto crocifisso, non è un atto di fede, è un fatto storico. Invece credere che è risorto sì. La nostra fede nasce il mattino di Pasqua.
Gesù ci ha presi. Paolo […] non era un chierichetto, ma era un persecutore della Chiesa, orgoglioso delle proprie convinzioni […] ma, in questo quadro perfetto di vita, un giorno avviene ciò che era assolutamente imprevedibile: l’incontro con Gesù Risorto, sulla via di Damasco. Lì non ci fu soltanto un uomo che cadde a terra: ci fu una persona afferrata da un avvenimento che gli avrebbe capovolto il senso della vita […]. Che bello pensare che il cristianesimo, essenzialmente, è questo! Non è tanto la nostra ricerca nei confronti di Dio – una ricerca, in verità, così tentennante –, ma piuttosto la ricerca di Dio nei nostri confronti. Gesù ci ha presi, ci ha afferrati, ci ha conquistati per non lasciarci più. Il cristianesimo è grazia, è sorpresa.
Futuro inaspettato. E allora, anche se siamo peccatori – tutti noi lo siamo –, se i nostri propositi di bene sono rimasti sulla carta, oppure se, guardando la nostra vita, ci accorgiamo di aver sommato tanti insuccessi… Nel mattino di Pasqua possiamo fare come quelle persone di cui ci parla il Vangelo: andare al sepolcro di Cristo, vedere la grande pietra rovesciata e pensare che Dio sta realizzando per me, per tutti noi, un futuro inaspettato.
Qui in piazza. Essere cristiani significa non partire dalla morte, ma dall’amore di Dio per noi, che ha sconfitto la nostra acerrima nemica […]. In questi giorni di Pasqua, portiamo questo grido nel cuore. E se ci diranno il perché del nostro sorriso donato e della nostra paziente condivisione, allora potremo rispondere che Gesù è ancora qui, che continua ad essere vivo fra noi, che Gesù è qui, in piazza, con noi: vivo e risorto.
Chiosa del blogger. Da tempo ho scelto di dare risalto alla predicazione del Papa incentrata sul kerigma, cioè sulla proposta evangelica della fede cristiana, perché essa è ovviamente trascurata dai media ed è incredibilmente negata dagli oppositori interni. Quelli che dicono “non parla mai della risurrezione” sono gli stessi che alla pagina precedente dicevano “nella sua teologia non c’è la croce” e alla seguente diranno “non nomina Gesù Cristo”. Occorre dunque insistere su questo nodo centrale della disputa perché è da esso che dipende la comprensione d’ogni altro aspetto del Pontificato: Francesco riduce l’insistenza sui valori non negoziabili perché non venga tolta centralità al kerigma. Dalla centralità del kerigma viene poi la priorità data al “nome di Dio che è misericordia” e al comandamento della carità: priorità che sono perfettamente in linea con la teologia dell’amore di Papa Benedetto (“Deus Caritas est”). Tutto si tiene, ma da lì si deve partire. Altrimenti si va per funghi o per lumache.
Seconda chiosa del blogger. La centralità del kerigma non potremo riscontrarla nell’eco mediatica della predicazione papale: dobbiamo verificarla nelle fonti. Per intendere Francesco è indispensabile una lettura continuata delle omelie e delle catechesi. Se si resta all’immagine che ne veicolano i media, risulterà che “parla sempre dei rifugiati”. E lo stesso capitava agli altri Papi: Benedetto nello specchio mediatico trattava sempre del preservativo, Giovanni Paolo ogni giorno chiedeva perdono, Paolo VI era ossessionato dal fumo di Satana. Se invece si va alle fonti si scopre una meravigliosa continuità tra il Papa della “Gaudete in Domino” (1975), quello della “Dives in misericordia” (1980), quello della “Deus Caritas est” (2006), quello della “Evangelii Gaudium” (2013).
Continuità assoluta e ininterrotta, pur nella differenza ovvia e provvidenziale degli stili.
Ma i cercatori di funghi e di lumache , pur di non riconoscere che stanno piazzando al centro un funghetto o una lumachinina, si inventano bislacche e fandoniose cesure, primi e dopi inesistenti, fazioni l’un contro l’altra armate tra papisti seguaci di uno e papisti seguaci di un altro….
A me le omelie di papa Francesco piacciono tanto.
Davvero avvicinano a Dio e alimentano la fede.
Arrivano dritte al cuore e, senza sofismi teologici, fanno capire subito la grandezza della religione cristiana.
Una religione tutta incentrata sull’ amore di Dio per noi. Non la solita frase fatta che non risuona nel cuore, ma una verità vivificante che dà senso all’ esistenza e sorregge nel cammino tormentato della vita.
Lettera su Vanity Fair letta mentre aspettavo nella sala d’attesa diel dentista.
Il lettore scrive al direttore di Vanity Fair prrsapico queste patrolerole ( cito a memoria)Mi puaceiaceiacr.
molto papa Francesco perche’ e’veramente evangelico. IO e la mi s ragazza conviviamo da quattro anni e non abbiamo intenzione di sposarci perche’ stiamo bene cosi’
Ma certi bloggers, aspiranti papi, non potendo più sostenere che Francesco non parla mai di Resurrezione, si gettano nella calunnia: “ha bestemmiato”, equivocando volontariamente e con cattiveria luciferina sulle parole che il papa utilizza. Mi riferisco per esempio alla “famigerata” frase ” Gesù si è fatto diavolo”, che chiunque dotato di buon senso capisce dal contesto che non è che una parafrasi iperbolica del celebre versetto di S. Paolo” Colui che non aveva conosciuto peccato Dio lo tratto’ da peccato in nostro favore.” E che dovremmo dire allora del preconio pasquale in cui si definisce il peccato di 4Adamo “felice colpa”? Trattasi di un incoraggiamento al peccato? A volte rimango esterrefatto da tanta goffa acredine. Per non parlare poi di quelli che travestiti da agnelli con tono mite fanno da spalla ai lettori istigandoli a commenti offensivi che non risultano detti da loro, ma di cui sono totalmente responsabili perché da loro sono stati fomentati…
(seguito della lettera)Papa Francesco ha detto che le convivenze sono una scelta leggitima. DUnque adesso possiamo rispondere a tutti quelli che ci consigliano di sposarci, al parroco, ai genitori, che papa Francesco ha detto che le convivenze non vanno condannate.GRAZIE papa Francesco!
Risposta del direttore del giornale: Caro X. finalmente con papa Francesco le posizioni piu’retrive e reazionarie della morale cattolica sono state superate!.Finalmente la Chiesa si apre alle convivenze ,agli omosessuali, ai divorziati!
Domanda a Luigi Accattoli:ma secondo te il lettore medio di Vanity Fair o di Novella 2000, come la gran massa della popolazione che segue senza spirito critico I media, la TV, cosa avra’appreso alla fine da questo pontificato?La proclamazione del kerigma autentico come dici tu o quello che riportano I media? Le omelie e I discorsi preparati e letti non danno l’immagine POPOLARE di questo pontefice. L’immagine popolare, cioe’quella che rimane nell’opinione pubblica, e’quella del papa che finalmente ha superato la reazionaria morale cattolica per ammettere comportamenti fino ad ora ritenuti peccaminosi.
Il kerigma attecchisce se il terreno e’buono.Se non si dissoda il terreno e si permette che I media rendano terra arida e sassosa l’anima delle persone, il kerigma come ilbuon seme non puo’attecchire.C’e’ un ateismo pratico anche in chi si dice cattolico.
A che parlare di Resurrezione a persone che per la stragrande maggioranza non sa neppure piu’ che esiste una vita eterna e che”l’anima col corpo morta fanno”?
La “pastorale”moderna e’fallimentare perche’h a dimenticato o coscientemente rinnegato I “fondamentali” Per questo c’e’un ateismo esistenziale di “ritorno”come esiste un analfabetismo di ritorno.
.Certo non e’colpa personale di Bergoglio, lui non e’che l’epigono di anni di sistematica “aridificazione”delle coscienze.Se si toglie tutto cio’che e’Sacro alla fine le persone sono contente solo se il.papa sdogana le convivenze, non giudica I gay, e ammette I divorziati alla Comunione. La popolarita’di Bergoglio va di pari passo con con piu’spiritualita’ma con meno spiritualita’!
Lui non coverte I mondani e I peccatori a Dio ma fa capire che Dio e’perfettamente in linea coi mondani e I eccatori. Con Bergoglio e’Dio e la Chiesa che si sono “cpnvertiti al mondo.
Intanto, mi piacerebbe capire, per seguire un ragionamento bizzarro postato qui sopra, cosa mai sia rimasto , al lettore medio di Vanity Fair o di Novella 2000, (?!) di un qualunque pontificato.
Poi: stracciarsi le vesti per quello che il caravanserraglio della comunicazione riporta e fa rimbalzare di quanto detto dal papa di turno è assolutamente inutile e sufficientemente ingenuo. Dal momento però che la maggior parte degli stracciatori sono tutto fuorché ingenui, resta l’alternativa della polemica pretestuosa: cercare un caspita di qualsivoglia motivo per dare addosso al malcapitato e reietto Bergoglio ( per adesso; poi sarà la volta del prossimo, come è stata la volta dei precedenti. Cambiano le tifoserie, non lo stile, pallosissimo).
Lo stracciamento di vesti è tanto piu’ grottesco se si considera che gli stessi straccaiatori praticano alacremente e in modo inesausto lo stesso sport che li indigna: riportano cioè, e opportunamente spezzettate, solo e sempre certe parti di certi interventi del transeunte papa. Riprendo l’esempio di Andrea qui sopra, e lo rinforzo con un altro: Socci e Valli, tanto per dire, pur con un oceano di delirio che fortunatamente per Valli li separa, praticano però gagliardamente lo stesso malvezzo malcostumoso su cui poi versano lacrime amare.
E già tutta sta roba non è da poco, ed è materia buona per la psicoanalisi.
Punto secondo.
Se uno va a cercare la predicazione attraverso i filtri della comunicazione, è padrone di farlo, ma evidentemente trova il filtro, e il fondo filtrato tipo colino: insomma, quello che il filtro intende trattenere. Il resto, vssssssst, scivola via come acqua fresca. La domanda è: se io sono un qualunque cattolico medio e senza alcuna pretesa, NON un cattolico intelletualoide, NON un cattolico adulto, NON un cattolico sotuttoioeteloinsegno, insomma un benedetto “cattolico da parrocchia”, ma perché cappero mai , per conoscere la predicazione del papa , dovrei leggermi il rotocalco, il giornalistone, il sito che se la tira, il blog dell’egocentrico pipparolo mentalista? Se lo faccio, sono un babbeo. Contento di essere un babbeo? Ottimo.
Ma poi almeno è bene che non ci frigni sopra,.
Terzo punto.
I pappagalli hanno ormai preso piede tra gli antibergogliani trinariciuti.
Così come avevano nidificato tra i ratzingeriani e gli antiratzingeriani, tra i filoGPII e i ferocemente anti GPII.
‘Na palla ripetitivissima.
Liberi di ripetere a macchinetta le loro quattro carabattole, incuranti dei fatti che li smentiscono più e più volte al giorno….ma certamente liberi anche tutti gli altri, se per loro sfortuna intercettano una delle solite litanie querimoniose costruite sul nulla, di spernacchiare sonoramente il cacciapalle beccato a cacciapallare.
In particolare, come si faccia, giusto dopo le ultimissime omelie di questi giorni, per giunta, dire che il Bergoglione trascuri o dimentichi ” i fondamentali ” della fede, è inspiegabile sotto ogni punto di vista.
Qui non è piu’ questione di funghi e di lumache: ma di evidente, quanto comica e grottesca, malafede.
Che lo sappiano, i contastorie.
🙂
Per via di fraintendimenti poi gia’ un certo Gesù ne conobbe anche da parte del popolo pur senza l’intervento dei media. Se non sbaglio dopo la moltiplicazione dei pani volevano farlo re per motivi molto diversi da quelli per cui Gesù è venuto nel mondo. Errori di comunicazione? Suvvia, sappiamo che ciascuno spesso capisce quello che vuol capire…
È vero, ognuno capisce quello che vuole capire, ma bisogna che l’evangelizzazione si ponga il problema di cosa viene percepito dalla “massa”. Non si può sottovalutare questo aspetto. Un buon pastore non può far finta di niente, deve porsi il problema.
Il rischio non è semplicemente l’equivoco, il malinteso più o meno in buona fede, ma la giustificazione del peccato, l’impenitenza (parola tabù in questi anni) e quindi la salvezza delle anime. Capite bene che un pastore non può sottovalutare questi aspetti.
Meglio: è una tentazione che un pastore dovrebbe respingere.
Se la “massa” desidera essere evangelizzata, sa dove farsi evangelizzare.
Un buon pastore non puo’ mettere la mordacchia a tutto il mondo della informazione ( che se ne catafotte della evangelizzazione), puo’ invece cercare di svegliare la massa dormiente.
Il rischio vero ( numericamente ridicolo) è che alcune pecorelle si credono sapienti e ottimi pastori .
e le sventate pecorelle di cui sopra, non solo non respingono la tentazione , ma ci si abbandonano con grottesca e beeeeeeeelante voluttà…..
🙂 🙂 🙂
Ma va là
Tu, Lorenzo, e tutti noi possiamo anche riderci su, ma la questione, anche solo da un punto di vista pastorale (non a caso ho usato il termine “pastore”), è seria.
Ringrazio Discepolo per averla sollevata e per aver provato a farci riflettere…
Lettera a VÈNTURY FAIR
cr.ro Direttore,
Caprrsapico queste patrolerole Mi puaceiaceia…
i scrvo c.me pneso, preciò n.n mi crapsicono.
Dsitanti slutia.
😀 😀
Traduci, Giuseppe.
Cra Vitcoria,
n.n è ciafle, quando uno scrive come pensa…
Bna ntote!
🙂 🙂 🙂
Bna ntote a te, Gpspe.
😀 😀 😀
“Con Bergoglio e’Dio e la Chiesa che si sono “cpnvertiti al mondo.”
Lei parla sul serio, M.C.Venturi? In che mondo viveva prima che la Chiesa venisse guidata da papa Bergoglio? Teneva gli occhi bene aperti o li aveva bendati?
Quando la società e la cultura cambiano, ciò non avviene all’improvviso e non sono i papi e la Chiesa a farle cambiare.
I cambiamenti avvengono naturalmente, per un processo evolutivo che prescinde da dottrine religiose e dalle parole dei papi.
Caso mai, la Chiesa ha il dovere di “leggere” con attenzione l’evoluzione dell’umanità, cioè di saper cogliere quei famosi “segni dei tempi” di cui parlava Gesù. E, di conseguenza, di fare evolvere certi atteggiamenti fuori dal mondo che caratterizzavano l’Istituzione Chiesa nei tempi passati. Passati da molto.
Per questo motivo si rese necessario quel C.V.II indetto da papa Giovanni, il quale ebbe la santa ispirazione di fare entrare aria nuova in un sistema ecclesiastico in cui si respirava il tanfo dell’aria viziata che prefigurava la morte della Chiesa. La quale non è, e non deve essere, considerata un’Entità che vive su una nuvola circondata da cherubini e serafini.
Fa parte del mondo, come è giusto che sia, e deve saper parlare agli uomini di questo mondo terreno, sapendone capire innanzitutto le esigenze materiali e i problemi che li invischiano e ne deprimono la gioia di vivere. L’alta spiritualità va lasciata agli angeli e ai santi.
Le persone intelligenti, compresi certi papi, le capiscono queste cose.
Non è dicendo sempre “no” e “questo non si fa” e “quest’altro è un peccato che ti porterà all’inferno” e “Dio ti castigherà”, non è dicendo queste belle cosette che si otterrà che i cambiamenti non avvengano, signora Venturi e signori nostalgici della Chiesa che fu. Vanno invece capite bene le ragioni per le quali avvengono tali cambiamenti, che–bisogna dirlo– non sono sempre negativi e ci sono validi motivi per non demonizzarli. Pur senza fare di tutta l’erba un fascio.
Il “pastore” di cui parla insistentemente il blogger suo affine, signora, che infatti è pronto ad applaudirla infantilmente, qualunque cosa lei dica anche storpiando le parole, non ha alcuna “tentazione”.
Esprime invece con franchezza il suo pensiero tanto più valido quanto più basato su una lunghissima esperienza della varia umanità delle periferie del suo Paese. Quindi conosce molto bene, molto più di voi e di me e di chiunque lo critichi e gli voglia impudentemente insegnare ad essere “un buon pastore”, certe realtà ai più sconosciute; e, alla luce del Vangelo–suo sommo merito–, indica a tutti i pastori del mondo la strada giusta per andare incontro a quelli che per lungo tempo rimasero emarginati in un mondo di cattolici benpensanti, convinti che Dio si adeguasse ai loro criteri di giustizia.
Le regole teoriche e incorniciate in un bel quadretto, come valide per tutti, in realtà non lo sono valide per tutti. Sarebbe meglio detronizzarle. Si deve saper distinguere, quindi, e comportarsi di conseguenza.
Lei, signora Venturi, e tutti quelli come lei, continuate pure ad essere bravini e pulitini in un mondo lontano da chi è sporco e cattivo. Ma non giudicate un Papa, che non ha nessuna intenzione di badare a quel che dei suoi messaggi potrebbe essere male interpretato, come alcuni temono.
Ho ragione di credere che la sua intelligenza, che non è la vostra né la mia, sappia mettere nel conto anche l’aspetto di una eventuale interpretazione sbagliata. Ma questo non deve essere un ostacolo al raggiungimento del fine primario di indicare che la carità e l’obiettività devono venire prima di ogni altra cosa nel giudizio umano. E che si deve mettere in un cassetto il rigorismo che ha segnato per troppo tempo la storia della Chiesa, e che non è indice di vera fedeltà al Signore.
Cara Victoria, scusami tu e mi scusino anche gli altri, per cortesia. E’ che quando leggo la Venturi, le mie sinapsi vanno in crisi. Mi si ingarbugliano 🙁 Quella lì è preoccupata del travisamento delle parole del papa, operato dai media. Ma non si rende conto che in questo blog il medium travisatore del Papa è lei. Lo fa, insiste; ovviamente ne ha facoltà perché Luigi lo consente.
Buona notte.
Riscusami, Victoria. Per scrivere ei righi ci ho messo mezz’ora, causa sinapsi ingarbugliate, e quando ho dato l’invio, ho scoperto quanto hai scritto sopra.
Beata te che te la senti di scrivere a quella lì. Io avrei tanto da scriverle, ma mi astengo.
Mi hanno mandato privatamente gli auguri pasquali due frequentatori del blog che sono diventati “ex” probabilmente per quel “non so che” che mi fermenta dentro a leggere certe cose…
Ri-buona notte a te e a tutti!
Con me non hai bisogno di scusarti di nulla, Giuseppe.
Ho capito bene le tue ragioni.
La signora in questione è indisponente nei suoi attacchi pretestuosi verso un Papa che lei non ha mai tollerato ( fin dal suo primo apparire sul balcone del Vaticano), e non sto a spiegare i vari “perché” che stanno alla base di tale intolleranza. Il motivo principale, ma non il solo, è che appartiene alla categoria dei cattolici pressoché lefebvriani.
Ce ne sono altri come lei nel mondo e anche in questo blog.
Basta leggere i commenti infantili di solidarietà di certi bloggers per capire chi sono. Hanno bisogno di sorreggersi a vicenda, perché sentono franare il terreno sotto i piedi. Stanno capendo che è in atto un cambiamento che era stato annunciato dal Vaticano II, ma non portato a compimento.
Hanno una forma mentis che rifiuta a priori le innovazioni e gli innovatori, visti come demoniaci e tacciati perciò di eresia.
I discorsi della Venturi li senti anche da parte di certi uomini pubblici considerati intelligenti, che a me danno l’impressione di essere, in realtà, parecchio ignoranti in fatto di conoscenze del cristianesimo nella sua sostanza. E dicono falsità che fanno rabbrividire. Parlano per partito preso, che è la manifestazione acclarata della pochezza delle loro idee in materia religiosa.
Pretendono di colpevolizzare chi non ha le loro stesse idee e lo accusano risibilmente, con frasi fatte e neanche capite, di presunzione e di relativismo.
Una ripetitività e una noia mortale.
Ignorano volutamente i grandi della Chiesa di oggi, nuovi profeti, che hanno osato smuovere le acque stagnanti di una Chiesa agonizzante. Ed essendo, queste, persone illuminate e di riconosciuto equilibrio, sono ammirate in tutto il mondo anche dai non cristiani, ma loro continuano a vederle come fumo negli occhi.
Si tratta di cattolici che non vogliono mettere in discussione la loro religiosità o perché pigri e perciò abbarbicati ad una religiosità rimasta al livello della fede adolescenziale e mai approfondita, o perché si accontentano di rimanere nel loro orticello assai limitato ereditato dai genitori e dai nonni, o perché hanno paura di commettere peccato grave se si allontanano anche di poco dalle posizione del Magistero. Il loro dio è il Magistero, non il Dio di Gesù. Ne conosco di persona qualcuno di questi cattolici, che fra l’altro sono critici, per certi aspetti, verso la Chiesa, ma guai a dissentire apertamente e pubblicamente. Questo no, non si può.
Di fronte a questo genere di cattolici, condizionati (e quindi non liberi) da diversi fattori, che si può fare? Niente si può fare se non ribattere con argomentazioni che contrastano le loro. E che, ne sono più che sicura, in cuor loro sentono almeno in parte valide. Ma si farebbero sparare piuttosto che ammetterlo.
La pace sia con loro.
Di nuovo buona notte, Giuseppe che già dormi beatamente. Io ci vado adesso a dormire, dopo una giornata assai movimentata.
Buona notte a me stessa. 🙂
Anche tu non metti mai in discussione la tua religiosità.
Anche quelli che la pensano come te sono così…
Guardate alla trave dei vostri occhi, piuttosto che la pagliuzza in quelli degli altri. Come gli altri e più degli altri.
Pax tibi.
Dornito bene, Victoria? Ti auguro una giornata meno movimentata oggi.
A proposito di quella lì, ti posso dire che, se il cristianesimo fosse quello suo, io non sarei cristiano. Ma per la Cgiesa, secondo lei, non sarebbe di certo una perdita… 🙂 Quello che mi incoraggia e mi attira è il fatto che Gesù mangiava con i pubblicani e i peccatori, cioè era uno per il quale erano più importanti le persone che le regole, uno che preferiva la misericordia al sacrificio. E Papa Francesco ne segue l’esempio. Per lui bisogna stare vicini anche anche ai conviventi, ai divorziati, perché Gesù è venuto anche per loro.
A volte penso: ma Gesù, se tutti gli uomini fossero stati giusti come quella lì, si sarebbe fatto uomo? 🙂 🙂 🙂
Ti auguro buona giornata, ma la auguro sinceramente anche a quella lì…
Ciao, Victoria.
Appunto, lo dice lei che la Chiesa è agonizzante. Io invece dico che se la Chiesa non è ancora sprofondata negli abissi “Tra pianto e stridore di denti”, nella Genna di fuoco e pece , è grazie alla preghiera del popolo, dei semplici, degli ultimi, dei defraudati, dei cosidetti “piccoli”. Non certo per la boria di personaggi come lei signora Boe, che si diletta a fare la psichiatra della fede e non è neppure per i “teologi avanguardisti” che lei sciorina a menadito e porta in trofeo. Più che profeti, costoro, sono azzeccagarbugli pieni di vento e di nulla.
La Chiesa è ferita nel suo cuore, non in una parte periferica, ma proprio nel suo centro pulsante, nel suo CUORE è li che si è insediato Lucifero. Lì, all’interno dell’ingranaggio della grande struttura. Se la Chiesa non è ancora caduta a picco tra orge e affarismi è grazie a quella fede pura, a quella fede da lei definita “infantile” che lei tanto biasima cara Boe, persone che per credere non hanno bisogno di “rocambolesche arrampicate” , come lei, dal quale, mi spiace dirglielo, presto o tardi scivolerà miseramente.
Ma torniamo a Papa Francesco.
Tanto per dirne una – ma potrei portare ad esempio altri aneddoti non meno penosi- mi dite quale Papa il quale , a fronte di raccapricciante immoralità curiali e del clero, ad eventi osceni, scandalosi del quale è perfettamente a conoscenza, emersi in tutta evidenza agli occhi dell’opinione pubblica rilascia intervinte del tipo :” Io credo che, non solo LA CHIESA, deve chiedere scusa ai gay CHE HA OFFESO ( stiamo parlando di un clero profondamente corrotto, letteralmente infestata dalla sodomia) MA anche ai poveri ( ma “anche” rendiamoci conto : ma anche ai poveri) alle donne e ai bambini sfruttati” – caspita! Un Mea culpa a 360 gradi accreditata ai giornalisti sul volo Armenia Roma nel giugno 2016. Già questo, ai miei orecchi, mi fa scadere l’autorità di un Papa. Luigi dice che Bergoglio è in perfetta continuità: qualcuno può dirmi che continuità ravvede tra l’Amoris Laetitia e l’Esortazione Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II ? Io ne ravvedo ben poca anzi, niente. Trasformare la fede Cattolica in una religione accomodante frutto del peggior relativismo (gesuita) non servirà a guarire le “ferite” di questa Chiesa “accidentata”. Semmai, antribuirà ad infliggerle il colpo di grazia.
Come disse Cicerone “Mala tempora currunt- sed peiora parantur”, se dipendesse dagli uomini la Chiesa sarebbe affondata da un pezzo…
Federico, pax tibi quoque, da uno con la trave negli occhi e che per questo cerca in continuazione la luce.
Buona giornata anche a te.
Interessante l’espressione: “se il cristianesimo fosse quello suo, io non sarei cristiano”.
Credo che sia necessario capovolgere questa visione del problema.
Non è il cattolicesimo (la Chiesa, la dottrina, i preti…) a doversi adeguare ai nostri gusti, ma noi ad accogliere e a conformarci alla Verità, anche se non combacia con le nostre preferenze e abitudini. La parola conversione va intesa così e varrebbe la pena prenderla in considerazione se teniamo alla salvezza della nostra anima.
Non che sia obbligatorio, sia chiaro. Liberissimi tutti di dannarsi a proprio piacimento, inseguendo le proprie illusioni e (più prosaicamente) gustando la soddisfazione dei propri peccati senza troppi sensi di colpa…
(L’impenitenza di cui parlavo ieri, appunto).
Bravo Fede.
Il faro e la guida ce l’hai sotto il peperone.
Si chiamano Chiesa e Papa.
Dunque, che brighi e disfi e agiti per inseguire le tue illusioni e i tuoi gusti personali?
🙂
Sia chiaro, non ce l’ho con Giuseppe, anzi approfitto per salutarlo cordialmente e ricambiare volentieri l’augurio per una buona giornata.
E’ la sua frase che non mi quadra, specie in questi giorni “in albis”.
Condivido la riflessione di Clodine.
La richiesta di perdono fa uscire di senno le code di paglia di oggi come faceva uscire di senno decadi fa, ai tempi di GPII e del Giubileo del 2000.
Il che dimostra due cose:
a) che era ed è necessaria e provvidenziale
b) che sono una in continuità perfetta dell’altra.
Tombola.
Clodine-Claudia Leo: Luigi dice che Bergoglio è in perfetta continuità: qualcuno può dirmi che continuità ravvede tra l’Amoris Laetitia e l’Esortazione Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II? Certo che posso: c’è uno sviluppo nella continuità. Dicevo perfetta continuità nel modo dei quattro Papi di proporre il kerigma, modo incentrato per tutti e quattro (ma si potrebbe aggiungere Roncalli: dunque sono cinque Papi) sulla teologia dell’amore e sulla pastorale della misericordia, che è ciò che importa; non intendevo perfetta continuità in ogni determinazione pratica o disciplinare legata al kerigma. Ho scritto un paio di libretti e tanti articoli per mettere in risalto la provvida discontinuità riformatrice di Papa Bergoglio: ma essa non riguarda l’annuncio, riguarda le implicazioni dell’annuncio.
“Raccogliamoci intorno all’insegnamento Apostolico e riconosciamo il Magistero, non poniamo intralci..”
“Una sola è la Chiesa contro la quale le porte degli Inferi mai prevarranno ed è quella di Pietro dove sempre ed ovunque rifulge la luce di Cristo”
Che belle parole.
Sono durate, cvd, lo spazio di un mattino.
Il giorno dopo, secchiello di letame in mano, e via andare.
Invidiabile coerenza.
E, purtroppo Lorenzo…la situazione è questa…non ne gioisco, veramente, è una sofferenza grande, anche per me…
Caro Federico, rispetto il fatto che non ti quadra la mia frase. Tu scrivi “Liberissimi tutti di dannarsi a proprio piacimento”. Per come la penso io ti dico che cerco di vivere la mia vita secondo l’insegnamento di Gesù, e non sempre purtroppo ci riesco, non per evitare di dannarmi, o per salvarmi l’anima, che è lo stesso, ma perché sono innamorato di questo Dio che si è fatto uomo per dimostrarci tutto il suo infinito amore. A me il paradiso interessa che sia Lui, non una dimensione dove si sta bene. Per me la religione non è un “do ut des” nei riguardi di Dio, ma un “do quia Deum amo”… Questo è il mio ideale, chiaro, ma, come ti dicevo, non sempre riesco a metterlo in pratica, purtroppo per me … 🙁
Fraternamente, buonissima giornata!
Qui, non si vuole ammettere che esiste, purtroppo, un gravissimo male che parte dal cuore e si riverbera nelle membra. Ed è quello che della Verità Rivelata e insegnata dalla Chiesa, per quanto il male abbia sempre cercato di insidiarla (è il suo lavoro del resto, lo fa h24 da duemila anni) oggi si è fatta tabula rasa. Non si vuole ammettere che rivoli inquinati stanno contaminando la Chiesa – rischio sempre vivo- ma mai come nel presente- La Chiesa si sta trasformando in un’opera umana senza alcun contenuto di Verità e di salvezza. Qui sembra che si siano rovesciate le parti, che, anziché noi dover sottostare alle legge di Dio, debba essere Dio costretto ad accettare le nostre perché? Perché un lungo processo di rifiuto, di secolarizzazione, di analfabetismo religioso con derive paurose ha scarnificato l’Occidente. Di chi la colpa? Chi ha ridotto la Chiesa di Cristo al lanternino: facciamocela qualche domanda ogni tanto e diamoci una risposta…
Caro Giuseppe,
non intendevo puntare il dito o farne una questione parsonale.
Ho colto solo uno spunto per una riflessione generale. Tutto qui.
Rispetto i tuoi ideali, CHE NON MI PERMETTO DI DISCUTERE, ma volevo provare ad allargare la discussione con una riflessione sul significato della parola “conversione”, attualissima in questo periodo pasquale (e, per la verità, sempre) anche se spesso viene dimenticata.
Solo per poco io, piena di “boria”, mi adeguo al modo di fare di quelli che sono soliti sorreggersi a vicenda applaudendosi e ringraziandosi puerilmente: condivido Giuseppe e Lorenzo, e li ringrazio per essere dei credenti che, senza avere la Verità in tasca, in tutta umiltà si affidano alla misericordia del Signore senza sbandieramenti apodittici di presunte verità.
Buona giornata a loro e anche ai cattolici che hanno capito tutto (beati loro! ) e si sono impossessati di molte verità.
Victoria,
a me sembra che sia tu, con la tua intelligenza, a pensare di avere in tasca la Verità. Per dire…
Nessuno di noi, Federico, può possedere la Verità, per il semplice fatto che è la Verità che possiede noi tutti.
Ti dice qualcosa questo?
A me dice che spaccare il capello in quattro per dimostrare che la Verità è incentrata solo in un punto, ovvero in una Istituzione religiosa, per quanto importante essa sia, è profondamente sbagliato.
La parola RIVELAZIONE dice niente?
Sì, mi dice MOLTISSIMO, ma non nel senso che tu, che voi, le date.
Mi parla di un Dio che è assai diverso da quello disegnato dai cattolici lefebvriani che, appunto, credono di avere messo in tasca il loro Dio esclusivo.
Mi permetto di indicare brevemente, a vantaggio di quanti leggessero i commenti qui riportati, alcune affermazioni che sono DEL TUTTO PRIVE DI FONDAMENTO e quindi assimilabili a una semplice chiacchiera da bar, con l’importanza nulla che ne consegue.
E’ MANIFESTAMENTE FALSO che “della Verità Rivelata e insegnata dalla Chiesa, oggi si è fatta tabula rasa.” Oltre alla falsità della affermazione, evidente, occorrerebbe sapere chi, come, dove e quando si sarebbe reso colpevole di questo comportamento riprovevole. Chi: nomi e cognomi.Come: modalità specifiche. Dove: documenti citati alla lettera. Quando: date precise. In assenza di uno solo di questi elementi, l’affermazione non solo è falsa, ma è pure irricevibile, avendo la stessa forza probatoria di una affermazione generica e inconcludente tipo ” le donne sono linguacciute”.
E’ MANIFESTAMENTE FALSO, nella sostanza e per come è esposto, che “La Chiesa si sta trasformando in un’opera umana senza alcun contenuto di Verità e di salvezza.” Falso, privo di fondamento e calunnioso.La Chiesa possiede, esercita e tramanda, come da mandato evangelico, la Verità Rivelata. Quanto ai contenuti di salvezza, mi limiterei a chiedere a chi, in malafede mente sapendo di mentire, in che modo intenda salvarsi l’anima, dal momento che la Chiesa, sola, puo’ farlo attraverso i Sacramenti che , Lei sola, puo’ somministrare.
E’ MANIFESTAMENTE FALSO “che un lungo processo di rifiuto, di secolarizzazione, di analfabetismo religioso con derive paurose ha scarnificato l’Occidente.” Altra frase generica, qualunquista, intellettualistica e sostanzialmente antievangelica. Basata sulla bubbola indimostrabile che la civiltà occidentale odierna sia “peggiore” di quella dei tempi precedenti: che ha dato frutti di santità e pozzi di inferno, come è sempre stato , come è adesso e come sempre sarà.
Caro Lorenzo, per quel che vale, sottoscrivo in pieno quanto da te scritto.
Buona serata.
Buonissima serata anche a te, Giuseppe. E buon fine settimana, in soprappiù.
🙂
Lorenzo caro, sono d’accordo con te su tutto tranne che su questa asserzione:
“Quanto ai contenuti di salvezza, mi limiterei a chiedere a chi, in malafede mente sapendo di mentire, in che modo intenda salvarsi l’anima, dal momento che la Chiesa, sola, puo’ farlo attraverso i Sacramenti che , Lei sola, puo’ somministrare.”
Se così stessero le cose, credo che ben pochi si salverebbero di quanti hanno vissuto e vivono e vivranno su questa nostra Terra.
Io, cattolica praticante, ritengo che ci siano altri modi per la salvezza, non solo i Sacramenti istituiti dalla Chiesa cristiana.
In primis l’Amore per i fratelli. Questo è per me il vero Sacramento che porta alla salvezza, ed è quello di cui tutti, proprio tutti, possono usufruire per accedere a Dio. Anche chi professa religioni diverse dalla nostra. Se c’è un Dio d’Amore.
Ogni gesto d’amore è un gradino verso la salvezza. Anche per chi è agnostico o ateo può esserci la salvezza purché non manifesti disprezzo verso Dio.
E questo disprezzo lo si può esplicitare sia rivolgendo oltraggi a Dio, sia odiando il prossimo, sia ritenendosi bastevoli a sé stessi e, in un certo senso, superiori ad un ipotetico (per loro) Dio. Quest’ultimo caso è il cosiddetto “peccato originale” di Adamo ed Eva, di cui si narra nella Bibbia ebraica.
Il mio parroco un giorno mi disse questo: solo il disprezzo verso Dio è il vero nemico di Dio. Solo chi Lo disprezza, cioè lo rifiuta, non si salverà. Almeno così credo.
Ed io, Lorenzo, convengo pienamente e convintamente con queste affermazioni.
Con un esempio pratico: io mi allontano da chi rifiuta la mia vicinanza. Mi viene spontaneo allontanarmi. Se non mi accetta, me ne vado. C’è, in altri termini, un allontanamento reciproco.
Allo stesso modo, penso che sia così anche considerando i rapporti fra gli uomini e Dio, che è il Padre di tutti gli uomini, a qualsiasi religione facciano riferimento. Dio sa riconoscere bene l’unico linguaggio dell’Amore declinato in diverse maniere e con religioni diverse. In ogni caso, credo che Dio, se è vero che ci ha creati per amore, faccia sentire la sua voce in ognuno dei suoi figli, perché desidera ardentemente attirarli nella Sua Luce. Questo io credo e spero. In questa Luce ritroveremo tutti quelli che abbiamo amato, soprattutto i nostri cari scomparsi.
Gesù Cristo ci ha rivelato con grande chiarezza che il nucleo centrale della spiritualità di Dio è l’Amore. Più grande è questo amore, più ci si avvicina al Signore. Ma l’Amore non è esclusivo della religione cristiana. Anche in altre religioni è contemplato l’amore.
In un documento egiziano, di molti secoli antecedente la venuta del Cristo, sono state trovate parole quasi identiche a quelle dette da Gesù ai suoi discepoli per il Suo riconoscimento: quando avete dato da bere all’assetato, avete dato da bere a me; quando avete dato una coperta a chi aveva freddo, l’avete data a me, etc…
Spero di essermi spiegata, Lorenzo.
Sei stata molto chiara, Victoria.
E dici anche cose molto belle e molto vere.
Ma io , si sa, sono assai terra terra: basico e “cabron”, come cattolico.
Mi fido e sto a quello che la Chiesa dice.
In più sono debitore con la mia vita -e per la vita- alla Chiesa stessa, che non in astratto, ma in alcuni suoi uomini in carne e ossa, mi ha preso sulle spalle e letteralmente si è fatta carico di me: senza di loro, non sarei certamente qui.
Quindi, sono assai a disagio davanti a tutti quelli che, mi si perdoni la brutalità, sputano nel piatto in cui mangiano. Non si tratta di fare sconti a nessuno: ma io, prima di sparare addosso, e nel mucchio poi, agli ” uomini di Chiesa”, ci penserei un miliardo e mezzo di volte. E poi non lo farei lo stesso.
Un po’ deludente forse per chi lo sente dire, ma così stanno le cose, per quanto mi riguarda.
Buon fine settimana!
Naturalmente non mi riferivo a te e a quello che hai detto sopra, usando l’espressione un po’ triviale del piatto e dello sputo.
Non vorrei essere frainteso.
Era per spiegare quello che volevo dire io nel commento precedente.
🙂
Lorenzo non me ne voglia, ma non avevo dato la dovuta importanza alla frase commentata e criticata da Victoria. Ulteriore dimostrazione dei miei limiti.
Convengo con quanto scritto da Victoria e mi scuso con Lorenzo al quale comunque rinnovo la buonissima serata e contraccambio il buon fine settimana che estendo anche alla cara Victoria.
A Luigi Accattoli
Ci potrai dire qualcosa dei laici autoconvocati di domani a Roma ” Convegno internazionale “Fare chiarezza” sull’ Amoris laetitia, che si svolgerà sabato 22 aprile 2017 a Roma, presso l’Hotel Columbus (in via della Conciliazione) dalle 10.00 alle 16.30 ?
Andrò e dirò. Ma debbo anche andare alla messa di addio per il collega Renzo Giacomelli – già vaticanista di Famiglia Cristiana – che fu mio testimone di nozze. E debbo tenere d’occhio il Papa che va all’Isola Tiberina il pomeriggio, al Memorial dei Nuovi Martiri. Giornata mossa.
A proposito del quale qualcuno ha scritto “Se e quando, durante i lavori, il pensiero andrà al papa, ci andrà sempre, ne sono più che convinto, per esprimergli amore filiale e tutta la specialissima devozione che ogni figlio della Chiesa nutre per il successore di Pietro.”
Io invece in questo caso dissento da quanto affermato sopra e penso che sia una grossa bugia… mi sento d’accordo con Andreotti (a pensare male si fa peccato ma si indovina sempre…)
Qui un ricordo di Renzo Giacomelli:
http://www.farodiroma.it/2017/04/21/morto-renzo-giacomelli-lo-storico-inviato-famiglia-cristiana-nei-viaggi-giovanni-paolo-ii/
Dall’articolo che hai riportato mi sembra un giornalista che scriveva bene e mi sembra anche che non si facesse trascinare da tentazioni apologetiche
Una preghiera per Renzo Giacomelli.
Lorenzo caro, comprendo bene le tue ragioni, e siccome ho imparato a conoscere in questo blog la tua sincerità e le tue contrarietà alle ipocrisie e ai formalismi, so che le tue argomentazioni hanno un fondamento degno di ogni rispetto.
Non ritengo per niente deludente il tuo pensiero.
Comunque, mi piace ricordare che lo stesso sant’Agostino disse queste parole significative (dimenticate da certi cattolici): ” Ama e fai ciò che vuoi”.
Buon fine settimana anche a te.
E buona notte!
Non credo ai miei occhi, siamo al delirio.
Un ateo può salvarsi se non disprezza il Dio in cui non crede?
Va bene che apprezzate il vino, ma qui si esagera…
Buon weekend al caro giuseppe di melchiorre.
Sei andato, Giuseppe, alla fiera del libro di Milano-Rho?
Deve essere molto interessante.
Non perdere l’occasione.
Buona notte!
Nessuno ti chiede di credere ai tuoi occhi, Federico.
Lascia perdere il delirio e vai in pace.
Però certa assurda ignoranza è davvero stomachevole.
Un ricordo toccante di Renzo Giacomelli. L’autore è Maurizio Turrini di Famiglia Cristiana.
“Quando muore un amico, lascia naturalmente un vuoto enorme. Quando però, come nel caso del nostro Renzo Giacomelli, se ne va un bravissimo giornalista, a condividere questa sensazione di mancanza ci si ritrova in tanti: quei milioni di lettori di Famiglia Cristiana che per anni (dal novembre del 1979, primo impegno da inviato per il giornale a Puebla, in Messico, fino al 2005) hanno vissuto attraverso le sue parole cristalline la continua evoluzione della Chiesa durante il pontificato di Giovanni Paolo II.
Venticinque anni di reportage appassionati, sempre al seguito di papa Wojtyla in ognuno dei suoi innumerevoli viaggi apostolici. E sempre in compagnia del fotografo Giancarlo Giuliani, vero artista dell’immagine così come lui lo era della scrittura nonché amico sincero. Questo quando ancora non imperversavano il web e gli scatti digitali per cui la profondità e la finezza del racconto, arricchite da foto di un’intensa bellezza, erano la maniera migliore per far sentire unita e partecipe la comunità cristiana in ogni angolo del mondo.
Un episodio per tutti. Viaggio apostolico del santo Padre nel 1988 in Sudamerica (dal 7 al 18 maggio: Uruguay, Bolivia, Perù e Paraguay). Messa all’aperto con una folla oceanica, sullo sfondo l’aspra bellezza delle Ande. Giovanni Paolo II riceve il saluto e i doni di una pletora di fedeli, più o meno importanti. Dopo i minatori boliviani di Oruro, tocca adesso a una coppia di contadini, vestiti con i coloratissimi abiti locali. Tra le braccia i due recano un’enorme ciotola di legno con dentro semi, frutta, verdura: i frutti del loro arduo lavoro. Sembrano non avere età, tanto i volti e le mani sono segnati dalla fatica. Nel momento in cui il Papa li sta per congedare, l’uomo inizia a piangere, silenziosamente ma irrefrenabilmente. La donna gli va dietro. Woytjla li accarezza con gesto paterno e l’uomo gli sussurra, in spagnolo: “Santità, i nostri doni sono così poveri che ce ne vergognamo”.
Appena un bisbiglio, un incrociarsi di sguardi, il calore del conforto cristiano. Giuliani è lì, a pochi passi dal Papa, come sempre. Intuisce l’attimo fuggente e fotografa quel momento di commozione. Anche Giacomelli è in prima linea, coglie quelle poche sommesse parole (da sincero amante dell’America Latina parla bene lo spagnolo) e segue la coppia di contadini. Li ferma. Ci parla. Si fa raccontare. Ne venne fuori uno dei pezzi più umani e toccanti della sua lunga carriera d’inviato e forse la più bella foto di copertina di Famiglia Cristiana di quegli anni. Un’immagine così forte e vera che l’allora direttore don Leonardo Zega diede ordine di smontare la bozza di copertina pronta, fece aspettare le rotative di Alba (non era uno scherzo stampare e inviare un milione e mezzo di copie in ogni remoto angolo d’Italia) pur di offrire ai lettori una testimonianza solo nostra. Un numero memorabile. E di episodi così ce ne sono stati tanti nell’avventura professionale dell’inseparabile coppia Giacomelli & Giuliani.
….
Ma lo sai Andrea che leggendo quel passaggio di VAlli ho pensato la stessa cosa?
Notte
Cristina vicquery
Cara Victoria, sono in Abruzzo e perciò non ho potuto andare alla Fiera del libro di Milano-Rho, che, tra l’altro, è anche abbastanza vicina a casa mia. Ci avrei potuto andare a piedi.
Sono, invece, di ritorno dalle prove del piccolo coro polifonico di Castelbasso, qui in Abruzzo, di cui sono presidente e fondatore. Infatti stiamo preparando dei concerti mariani da eseguire a maggio, per festeggiare il centesimo anniversario delle apparizioni della Madonna di Fatima.
Buona notte anche a te e a tutti.
Trovo che ci sia qualcosa di paradossale, di grottesco e di profondamente e intrinsecamente sballato, dal punto di vista dell’essere cattolico, in questo autoconvocarsi di un gruppo di laici che, così, a capocchia, si chiamano a convegno con gran strombazzar di trombe non per discutere o pregare per avere lumi e intendere meglio, ma per ” FARE CHIAREZZA” su AL.
Toh guarda. Un ” concilietto de noantri”.
Con la differenza che questi, come me, non hanno la possibilità di poter accendere manco una pila tascabile, da parte loro.
Con tutto quello che i laici potrebbero e dovrebbero fare, con tutto quello di cui potrebbero e dovrebbero discutere per dare una mano sullo specifico di una quantità di temi su cui solo loro potrebbero portare un punto di vista particolare, su che si autoconvocano e si mettono pensosamente a dibattere? Secondo Valli, su”:il significato dell’eucaristia, la cogenza della norma generale rispetto al caso particolare, il rapporto tra verità e giustizia, la capacità di distinguere tra bene e male in senso non soggettivo ma oggettivo”
Che mai potrebbe dire mia zia Marietta su questi temi da Sinodo? Che mai potrei dirne io? Che mai potrebbero dirne gli autoconvocati? Facciamo ridere i polli.
Meravigliosa poi, in pieno stile ” Enrico, stai sereno” di lettiana o renziana memoria, la chiusa di Valli del suo pezzo, con quella sperticata ostentazione “per tutta la specialissima devozione che ogni figlio della Chiesa nutre per il successore di Pietro.”. Sto compilando un elenco di espressioni scritte dello stesso tormentato (?) Aldo Maria sul momentaneo successore di Pietro che vanno in direzione esattamente opposta….ma è opera non da poco, data la quantità numericamente rilevante , e solo nell’ultimo periodo. Poi glielo sottoporrò. Tanto, come al solito, Aldo Maria il pio, non fornirà risposta alcuna, credo.
🙂
Stomachevole è scrivere certe eresie ( oltretutto fuori da ogni logica) senza rendersene conto.
Ma a questo punto è inutile anche solo appellarsi al buon senso. Immagino che sia il risultato dell’essenza di santi pastori ( o la presenza di pastori non santi).
Sulla salvezza dei non cristiani il Concilio Vaticano II (Lumen Gentium):
I non cristiani e la Chiesa
16. Infine, quanto a quelli che non hanno ancora ricevuto il Vangelo, anch’essi in vari modi sono ordinati al popolo di Dio [32]. In primo luogo quel popolo al quale furono-dati i testamenti e le promesse e dal quale Cristo è nato secondo la carne (cfr. Rm 9,4-5), popolo molto amato in ragione della elezione, a causa dei padri, perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili (cfr. Rm 11,28-29). Ma il disegno di salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in particolare i musulmani, i quali, professando di avere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso che giudicherà gli uomini nel giorno finale. Dio non e neppure lontano dagli altri che cercano il Dio ignoto nelle ombre e sotto le immagini, poiché egli dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa (cfr At 1,7,25-26), e come Salvatore vuole che tutti gli uomini si salvino (cfr. 1 Tm 2,4). Infatti, quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa ma che tuttavia cercano sinceramente Dio e coll’aiuto della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di lui, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna [33]. Né la divina Provvidenza nega gli aiuti necessari alla salvezza a coloro che non sono ancora arrivati alla chiara cognizione e riconoscimento di Dio, ma si sforzano, non senza la grazia divina, di condurre una vita retta. Poiché tutto ciò che di buono e di vero si trova in loro è ritenuto dalla Chiesa come una preparazione ad accogliere il Vangelo [34] e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita. Ma molto spesso gli uomini, ingannati dal maligno, hanno errato nei loro ragionamenti e hanno scambiato la verità divina con la menzogna, servendo la creatura piuttosto che il Creatore (cfr. Rm 1,21 e 25), oppure, vivendo e morendo senza Dio in questo mondo, sono esposti alla disperazione finale. Perciò la Chiesa per promuovere la gloria di Dio e la salute di tutti costoro, memore del comando del Signore che dice: « Predicate il Vangelo ad ogni creatura» (Mc 16,15), mette ogni cura nell’incoraggiare e sostenere le missioni.
Ma oggi serpeggia una aria preconciliare per cui non mi stupirei che qualcuno leggendo la Lumen Gentium storpiasse la bocca
Non è questo il punto, almeno non per me.
Bisogna intendersi sui termini. Finché si parla di chi non conosce il cristianesimo è un conto, ma quando su pensa agli apostati di casa nostra è un altro.
Gli atei che conosco io sono persone che hanno conosciuto e rifiutato Dio, persone che combattono la Chiesa è che si oppongono ai suoi insegnamenti ogni volta che possono. Il Signore può toccare il cuore di chiunque, ma immaginare che queste persone si possano salvare senza convertirsi significa dire che sono inutili la fede, la parola di Dio, i sacramenti la Chiesa….
🙂
A dir la verità, io non ci trovo nulla di strano che ci siano atei che combattono la Chiesa e che si oppongono ai suoi insegnamenti ogni volta che possono.
Non dico che mi faccia piacere, ma è fisiologico. Sono atei, in fin dei conti!
Quello che trovo stranissimo, e incomprensibili, E CHE CI SIANO CATTOLICI CHE COMBATTONO LA CHIESA E CHE SI OPPONGONO AI SUOI INSEGNAMENTI OGNI VOLTA CHE POSSONO.
“Gli atei che conosco io sono persone che hanno conosciuto e rifiutato Dio, persone che combattono la Chiesa è che si oppongono ai suoi insegnamenti ogni volta che possono.”
Io invece conosco atei che sono tali semplicemente perché non accettano che Dio possa permettere tutto il male che c’è nel nostro povero mondo.
Questi atei sono persone degnissime da ogni punto di vista, sono onesti ( a volte molto più di certi cristiani), hanno grande umanità e si fanno in quattro per aiutare il prossimo. E non si oppongono proprio per niente alla Chiesa perché sono ben più tolleranti di cattolici che hanno il tuo stesso stile.
Molti sedicenti cristiani dovrebbero imparare da loro.
Caro Benedetti, quando ti deciderai ad allargare il tuo angolo visuale assai ristretto, sarà sempre tardi.
Non pretendere che il cristianesimo cattolico possa fare passi avanti fino a che esisteranno cattolici come te.
Tu non attrai, sei respingente.
La verità non sempre attrae, anzi si dice che sia amara. Eppure il Signore ci dice che quella verità, anche amara e respingente, ci farà liberi.
Torno ora dalla messa.
Stando a quanto avete scritto oggi probabilmente ho perso tempo. Sul messale ho trovato alcune cose pertinenti con la nostra discussione di oggi pomeriggio.
Invito tutti ad andare a Messa e a leggere il messale domani.
Si ricorda l’apparizione dell’angelo ai tre pastorelli di Fatima (saranno presto canonizzati) e la preghiera che fanno insieme: mio Dio… Vi domando perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano, non vi amano.
Sbagliava l’angelo o forse non credere ecc.. È un peccato grave che necessita preghiere e perdono?
Altro spunto che il parroco, ingenuamente, mi da ricordando la domenica della Divina Misericordia ( e l’indulgenza plenaria che si può acquistare), con le parole di Santa Faustina Kowalska:
Eterno Padre ti offro…. In espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
E il Vangelo, chiarissimo, riporta le parole di Gesù Risorto:
A coloro a cui non perdonerete i peccati non saranno perdonati. Gv 20,19-31.
I non credenti e coloro che non si confessano, saranno perdonati? Cosa dice il Signore ai discepoli?
Chiudo ribadendo che è il maligno a diffondere questa visione distorta della realtà: ammiriamo atei e peccatori, disprezziamo la Chiesa e i sacramenti, viviamo una religione e una morale fai da te, attraente ma falsa che induce a giustificare il male, all’impenitenza e alla dannazione.
Fate vobis
Cosa dice il Signore ai discepoli?
Il giudizio per le “genti” secondo Matteo sarà come descritto da Gesù nel capitolo 25, versetti 31-46. Buona lettura.
Nel Vangelo di domani il Signore risorto dice chiaramente agli apostoli:
“A coloro a cui perdonerete. I peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, NON SARANNO perdonati”.
Gv 20, 23
Se poi ne volete sapere più di Gesù Cristo, perché vi sembrano parole dure e “respingenti” …
Pace a voi!
Ma io mi riferivo al giudizio finale di Gesù. Non puoi scotomizzare alcune parti del Vangelo.
Caro Federico, tu sei molto più preparato di me in fatto sapere religioso, perciò ti chiedo la cortesia di spiegarmi come è possibile perdonare o non perdonare chi non si confessa. Perché, come hai riportato tu, Gesù dice ai discepoli “A coloro a cui non perdonerete i peccati non saranno perdonati”. Ma se uno non si confessa perché nemmeno sa di doversi confessare, non credi che Gesù possa riservarsi la scelta di perdonarlo o no, quando arriverà la sua ora?
Ho fatto una ricerca in internet: gli abitanti del pianeta terra sono 7,477 miliardi, i cattolici battezzati sono solo 1, 285 miliardi. E moltissimi di questi non sono praticanti. Secondo te si salveranno solo i non moltissimi che si confesseranno? Sia chiaro: con questo non voglio dire che per salvarsi non è necessario confessarsi. Dico solo che le situazioni personali sono infinite e io, nella mia ignoranza, mi arrischio a pensare che Gesù possa essere misericordioso anche con chi, per tanti motivi, non lo ha incontrato. Scrivo questo senza nessun intento polemico, ma chiedentoti la cortesia di farmi capire. Grazie… e una riposante buona notte a te e a tutti.
Federico, scusa, errata corrigo: “in fatto di sapere religioso”…
Per genti si intendono di solito i popoli non cristiani. Per essi il giudizio ripeto è descritto in Matteo 25, 31-46.
Liberissimi di pensare quello che preferite e che vi rassicura di più. Io ho solo riportato il Vangelo di questa domenica.
Le parole di Gesù, anche in altri momenti, esprimono chiaramente che c’è un paradiso e un inferno (con immagini diverse) e che la via è quella della croce e della porta stretta.
Le visioni dei pastorelli di Fatima descrivono un inferno con molte anime dannate. Io spero nella misericordia del Signore che invoco per me è per tutti, ” specialmente per le anime più bisognose”, come recita la preghiera.
Ma sperare nella divina misericordia non significa dare per scontato che saremo tutti salvi e che l’inferno è vuoto.
Sostenere queste cose equivale a incoraggiare l’impenitenza.
Preferite un cristianesimo accogliente e di maniche larghe che però non aiuta la conversione dei peccatori?
Pace a voi! (Sempre dal Vangelo di domani).
Comunque Giuseppe, oltre al capitolo di Matteo di cui sopra ti consiglio di rileggere Luca 12, 47-48 “Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.
Sono capitoli illuminanti sul giudizio dei non credenti.
“Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo , insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato.”
Mt 28, 16-20
Lc 24, 36-53
Mc 16, 14-20
Gv 20, 19-33
Ma perché Gesù Risorto avrebbe dovuto dare un incarico tanto gravoso (e rischioso) agli apostoli se alla fine non serve a niente, si salvano tutti, è tutta fatica inutile e tempo perso?
Che senso hanno queste parole di Cristo, la storia della salvezza, la testimonianza dei martiri, il magistero della Chiesa?
Perché accontentarsi del minimo minimo quando il Signore ci chiede il massimo, di essere santi e perfetti come il Padre che è nei cieli?
Mt 5, 45
Non capisco con chi te la stai prendendo.
.
Sono domande aperte, non me la prendo con nessuno.
Forse però le cose non sono così semplici come sembrerebbe da commenti tuoi e di Giuseppe
Prova a darmi tu qualche risposta, giusto per riflettere insieme
Rileggiamoci la Lumen Gentium proposta da Usvelli. Scusa se sono lapidario ma devo interrompere il collegamento per 2 giorni.
Avevo chiesto però di riflettere sul Vangelo di oggi . C’era tutto il tempo.