“Il Paraclito fa tutte le differenze nelle Chiese, e sembra che sia un apostolo di Babele. Ma dall’altra parte, è Colui che fa l’unità di queste differenze, non nella ugualità, ma nell’armonia“: parole dette oggi da Papa Francesco nel saluto ai “fratelli cardinali”, utili per guardare serenamente alle relazioni ecumeniche e alla varietà interna alle singole Chiese. Le saluto con un bicchiere di Vino Nuovo.
Francesco: è lo Spirito che fa le differenze nelle Chiese
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Così nello stesso discorso il Papa argentino ha salutato il Papa emerito: “Un pensiero colmo di grande affetto e di profonda gratitudine rivolgo al mio venerato Predecessore Benedetto XVI, che in questi anni di Pontificato ha arricchito e rinvigorito la Chiesa con il Suo magistero, la Sua bontà, la Sua guida, la Sua fede, la Sua umiltà e la Sua mitezza. Rimarranno un patrimonio spirituale per tutti! Il ministero petrino, vissuto con totale dedizione, ha avuto in Lui un interprete sapiente e umile, con lo sguardo sempre fisso a Cristo, Cristo risorto, presente e vivo nell’Eucaristia. Lo accompagneranno sempre la nostra fervida preghiera, il nostro incessante ricordo, la nostra imperitura e affettuosa riconoscenza. Sentiamo che Benedetto XVI ha acceso nel profondo dei nostri cuori una fiamma: essa continuerà ad ardere perché sarà alimentata dalla Sua preghiera, che sosterrà ancora la Chiesa nel suo cammino spirituale e missionario“.
A intendere il Papa nuovo sono utili anche queste altre parole: “Non cediamo mai al pessimismo, a quell’amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno; non cediamo al pessimismo e allo scoraggiamento: abbiamo la ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione, per portare il Vangelo fino agli estremi confini della terra“.
Il libro di V. B. ce l’ho (ma non l’ho ancora letto)!!
Mi sembrano magnifiche e illuminate queste parole di Papa Francesco che definiscono lo Spirito Santo come “colui che fa l’unità di queste differenze, non nella ugualità, ma nell’armonia”.
Personalmente, dato che amo i paradossi, mi piace dire che credo nella comunione delle eresie. La frase del Papa mi pare dica sostanzialmente la stessa cosa.
“che dunque non vengono dal Maligno” in due giorni diavolo, demonio e maligno.
Impareremo tutti i sinonimi di Belzebù.
Uffa però.
🙁
Così il mondo sembra sospeso in bilico sul male.
E lo è…
A proposito ricordo una lettera di Monsignor Zenti a Padre Livio sul tema (mia nonna appunto era sempre sintonizzata su Radio Maria), io la condivido onestamente.
Carissimo padre Livio,
per entrare subito in argomento, vorrei farmi voce di tutti gli ascoltatori della mia Diocesi di Vittorio Veneto, assidui o occasionali, di Radio Maria.
Sento il dovere di ringraziare Dio per il dono che è Radio Maria ai fini dell’evangelizzazione e di esprimere gratitudine fraterna a lei, che ne è l’ispiratore e l’anima fin dalle origini.
Quanto bene stia profondendo in tutto il mondo è ormai un dato scontato. Radio Maria si impone per professionalità, alta qualità degli interventi e attenzione singolare verso categorie di persone alle quali si indirizza in particolare, come sono i più deboli, giovani compresi, e i più esposti all’infermità e alle malattie. Anche mio padre nella sua lunga prolungata infermità trovava in Radio Maria una compagnia autorevole, carica di conforto. Insieme con Radio Pace.
Di conseguenza, non finiremo mai di dire bene di Radio Maria e di benedire Dio per tale regalo, per le benemerenze che ad essa vanno ascritte.
Ciò premesso, senza ombra di adulazione, comprenderà, carissimo padre Livio, il mio disagio nel sentire il dovere di rilevare sostanzialmente due vistosi “nei”, che rischiano di sfregiarne il volto. Lo faccio da fratello di fede nei suoi confronti. E da vescovo nei confronti dei fedeli della mia Diocesi, dal Piave al Livenza, entro i cui confini passano le onde di Radio Maria. Con sofferenza, unita però a lealtà. Con l’intento di fare un servizio anche a Radio Maria, oltre che ai fedeli della mia Diocesi.
Sostanzialmente, i “nei” possono essere così delineati.
Riguardano due figure opposte: satana e Maria.
Per quanto riguarda la prima realtà personale, satana, diavolo, demonio, principe di questo mondo, avrei due osservazioni da proporre. Non c’è dubbio che esista. La sua esistenza fa parte del patrimonio della fede della Chiesa cattolica. Ed è assai peggiore di quanto si ipotizzi. Di fatto è il cervello strategico di tutto il male che c’è nel mondo e dell’opposizione a Dio.
Tuttavia, data la risonanza che la parola annunciata attraverso Radio Maria ha nella mente e nel cuore degli ascoltatori, occorre essere attenti a non dare l’impressione che alla fine il vincitore è lui. Il vincitore rimane sempre Gesù Cristo, il Crocifisso Risorto, sempre all’opera con il dono del suo Spirito. Conviene pertanto imperniare tutti gli interventi, anche di catechesi, proprio su Gesù Cristo. Lui è la bella notizia di cui l’uomo vive. Grazie alla presenza dinamica del suo Spirito. Il riferimento al diavolo, che certo non va bandito, risulta secondario e solo in rapporto alla sconfitta che sta subendo da parte di Colui che ci ha assicurato: “Coraggio, io ho vinto il mondo”. Non conviene parlare troppo di satana. C’è il rischio che se ne faccia propaganda, pur con tutta l’intenzione contraria. La nostra pubblicità conviene riservarla, in esclusiva, al Vangelo.
E, sempre in questo ambito, vorrei fare una precisazione per quanto attiene agli esorcismi e alle “fatture”. Anch’io ho deputato all’esercizio di esorcista quattro presbiteri. Con l’incarico preciso di esercitare tale ministero come ministero dell’ascolto, della consolazione, dell’indirizzo spirituale, dell’invocazione della benedizione di Dio e, in casi da verificarsi con me, procedere alla preghiera di esorcismo. Si tratta, ovviamente di casi rari, cui riservare tanta cura. Non se ne può fare, attraverso qualche voce che si esprime ai microfoni di Radio Maria, un fenomeno di incontrollata espansione, come se in queste persone di fatto il demonio si sia scatenato. Lo scatenamento del demonio ha ben altre aree: le guerre, le ingiustizie, gli egoismi, l’induzione alla prostituzione, la pedofilia, la pornografia, la disgregazione della famiglia, le bestemmie conclamate, la cultura dell’indifferenza, dell’ateismo pratico, dell’arrivismo, della sensualità sfrenata… Per quanto poi attiene alle cosiddette “fatture”: esse mettono scompiglio; gettano sospetti persino su familiari e sposi, contribuendo alla spaccatura del nucleo familiare. Sono idee da sradicare, perché contrarie alla fede genuina della Chiesa. Altro è il capitolo degli effetti di ogni peccato sul Corpo ecclesiale. Su cui è opportuno fare qualche chiarificazione.
E il secondo aspetto problematico. Riguarda Maria, Madre di Cristo, della Chiesa, di ciascuno di noi. Non c’è dubbio che Radio Maria sia particolarmente sensibile e attenta a questa dimensione, che ne è la fonte ispirativa. Di conseguenza, è interpellata, nei suoi interventi, ad essere in perfetta sintonia con la fede genuina della Chiesa, espressa dalla Parola di Dio e dal Magistero della Chiesa (cfr in particolare il capitolo 8 della Lumen Gentium), e in consonanza con il suo discernimento. Ora, fa specie sentir dire che “per fortuna c’è Maria, che tiene sorrette le braccia della misericordia di Dio, impedendogli di scatenare la sua ira sull’umanità peccatrice”. Spero si tratti di una improvvisazione dal senso generico. È comunque improvvida. Che Maria sia Madre di misericordia non c’è dubbio. Ma è Madre di Colui che per natura è Misericordia, che non ha bisogno di nessun sostegno, interpellanza e supplica per esercitare la sua infinita misericordia. Anche se chiede di condividere sempre la sua misericordia, una volta che ne siamo stati raggiunti.
E per quanto concerne l’ “obbedienza” al discernimento dell’autorità competente della Chiesa, mi riferisco allo “schieramento” acritico nei confronti dei messaggi delle apparizioni di Medjugorie. Ancora assolutamente sotto tutela del discernimento ecclesiale. Che si possa evidenziare il fenomeno provvidenziale di una spiritualità mariana che vi si esprime, accompagnata anche da vere conversioni, è più che mai lecito. Ma andare oltre è invadere una competenza che spetta al discernimento dell’autorità ecclesiale preposta. Quando essa si sarà esplicitata, allora sarà lecito e doveroso anche Radio Maria farsene interprete e banditrice.
Per essere completo e compiere fino in fondo il mio dovere, debbo segnalare un’ultima divulgata espressione che risulta quanto meno infelice. Si tratta dell’espressione popolare di “prendere sulle nostre spalle tutte le croci che il buon Dio ci riserva in giornata”. Insinuando l’idea, pagana, che sia Dio la causa di tante nostre sofferenze e disgrazie. In realtà, Dio è dalla nostra parte per aiutarci a portare le nostre croci quotidiane, quelle che la vita e la cattiveria hanno piantato sulla nostra strada, in compagnia del Crocifisso, dando ad esse valore redentivo. Che è cosa diversa dal pensarle come confezionate da Dio come strani regali che ci riserva. Anche se Lui ci fa sempre il regalo di trasformare le croci in strumento di purificazione e di salvezza.
Carissimo padre Livio, le ho aperto il cuore. Non me ne abbia a male. Mi unisco anch’io a tutti gli utenti di Radio Maria nella preghiera, affidata alle mani materne della Madonna, perché quest’opera d’arte, qual è Radio Maria, non venga deturpata da qualche maldestro intervento, ma cresca vigorosa.
Per il resto auguro prosperità e un mondo di bene. Buon Natale, Padre Livio. E buon Natale a tutti gli utenti di Radio Maria, come a tutti gli utenti di Radio Palazzo Carli e di tutte le nostre emittenti cattoliche. Sempre disponibile ad essere corretto o a fornire ulteriori precisazioni.
+ Giuseppe Zenti
Due cose in special modo:
“Ed è assai peggiore di quanto si ipotizzi” “Non conviene parlare troppo di satana. C’è il rischio che se ne faccia propaganda, pur con tutta l’intenzione contraria. La nostra pubblicità conviene riservarla, in esclusiva, al Vangelo.”
Poi sull’argomento non dico più niente.
“Le differenze nelle Chiese come dono dello Spirito: ciò è molto interessante.”
È proprio interessante, Luigi, e a me fa capire che è improprio, addirittura sciocco, considerare la Chiesa cattolica come privilegiata.
Se tutte confessano il Cristo, non c’è divisione netta fra l’una e l’altra, e magari è possibile realizzare un’armonia che supera le contrapposizioni ostili dovute a pretese di superiorità dell’una sull’altra.
Del resto, spingendomi più in là, a me piace pensare–e so che scandalizzerò molti– che anche la diversità fra le religioni del mondo sia dono dello Spirito. Se esse lasciano prevalere la pace che unisce, o deve unire, tutti gli uomini, figli dell’unico Dio e quindi tutti fratelli, se si afferma questa verità ormai riconosciuta ed accettata da molti, ciò non può essere che dono dello Spirito: l’unico Dio opera nelle diverse religioni così come nel cuore degli uomini diversi per collocazione geografica, per colore di pelle, per ambiente socio-culturale.Tutti elementi che hanno contribuito ad esprimere religioni differenti. E ciò è a mio parere opera di Dio.
L’amore per Dio e di Dio, l’amore per i fratelli, le rende nella sostanza simili per quanto diverse nei modi di culto.
Voglio dire, in ultima analisi, che la PACE, da realizzarsi in tutto il mondo, è il collante prezioso di unificazione delle diverse religioni, quello che il Cristo ha enunciato in questo modo: “chi non è contro di me è con me.”
Va da sé che queste considerazioni annullano, a mio parere, l’assunto “extra Ecclesiam nulla salus” portato avanti dalla Chiesa cattolica per molto tempo e ancora ritenuto valido da molti, ma non da tutti e da me no di certo.
Grandissimo mons zenti!!!!!!!
Finalmente qualcuno glie l’ha detto!!! Quello è fissato e c’è un sacco di gente che lo segue! Pure giovani!
Grazie sara1
“extra Ecclesiam nulla salus”
è superata
da.
– Nostra aetate
– Dignitatis Humanae
Grazie Papa Francesco
per averci ricordato che “la più grande astuzia di Satana è quella di farci vivere come che lui non esistesse”. Quindi, per lui, meno se ne parla e meglio è.
Certo che non dobbiamo vivere nella paura di Satana però, se il Magistero della Chiesa ci dice di stare in guardia e ci propone la preghiera dell’Ave Maria che finisce con “prega pe noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen”, credo significhi che il pericolo del diavolo è da tenere presente per tutti e per tutta la vita.
Gesù e Maria vicini sono un buon esorcismo contro il Maligno però Papa Francesco, a volerci raccomandare di non allontanarci troppo da loro, non credo abbia tutti i torti…
Se vogliamo addirittura direi che fa addirittura la differenza che io trovo la spiritualità ortodossa (degli orientali ) molto più, per usare un eufemismo, rinfrescante dissetante e corroborante. E infatti non smetto mai di abbeverarmi a quello che riesco a trovare in rete. Hanno ancora un senso del mistero e del soprannaturale non inquinato da troppo raziocinante. Questo perchè loro non essendosi -e non volendolo tuttora- ingabbiati in definizioni dogmatiche particolareggiate riescono ad avere un più ampio respiro, come anche una maggiore libertà di pensieri su certi temi; a loro piace sviluppare, approfondire ma mai “definire” poichè per loro significherebbe “ingabbiare” (qui una spiegazione è dovuta: usando un breve simbolismo, noi mettiamo a fuoco e fissiamo il punto, e lasciamo lo sviluppo sui contorni; loro mettono a fuoco e fissano i contorni ma mai fissano il punto. Il monachesimo orientale (ma anche quello egiziano) non smette mai di fiorire e di dare straordinari frutti (e che si sappia che tutti i vescovi ortodossi devono essere -o esser stati- monaci).
Riguardo al tema del demonio, non si dimentichi che il “Padre nostro” termina con “liberaci dal male”, dove male sta per “maligno”.
Detto questo però, come cattolico romano devo affermare che “extra ecclesiam nulla salus” (vedi Dominus Iesus).
Questo però non vuol dire che persone che appartengano ad altri credo o atee addirittura non possano salvarsi.
La cosa può sembrare in antitesi ma non lo è. Per le spiegazioni dettagliate, documentatevi. Cristianesimo è anche “ricerca” (pure a volte internettiana…).
Ps a buona intenditrice…
è inutile cercarmi spiegazioni, non voglio perdere “tempo acqua e sapone”…
@ Sara.
Ma alla fine il film che ti ho proposto l’hai visto?
Mi è partito il post…
sempre per Sara:
vedi Sara, parliamo di Vangelo e ci stanno quelli che “io penso che”
nominiamo il demonio e ci stanno quelli che “io penso che”…
come dire: metti il ballo e non vogliono ballare, allora magari vogliono un lamento, glielo canti e non piangono.
Sono i “tiepidi”, a cui non piace nè il caldo nè il freddo, che ce potemo fa?
Bello! Complimenti Luigi e grazie!
Leggo questa affermazione come la continuazione di quella sul “movimento” con cui Papa Francesco ha iniziato la sua prima omilia. E il lavoro dello Spirito é “muoversi’! La Chiesa non é mai fine a sé stessa: é lo strumento di un movimento che continua…sempre…spingendo verso oltre. La questione fondamentale – di sempre – é quella dei parametri per affermare la presenza dello Spirito. La stessa espressione “segno dei tempi” , per esempio, non indica necessariamente che é frutto dello Spirito: é una realtá da discernere.
Trovo bella e attualissima questa indimenticabile riflessione del Card. Martini:
“Lo Spirito c’é, anche oggi,… arriva prima di noi lavora piú di noi e meglio di noi; a noi non tocca né seminarlo né svegliarlo, ma anzitutto riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, fargli strada, andargli dietro.
C’é e non si é mai perso d’animo rispetto al nostro tempo; al contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva lá dove mai avremmo immaginato.
Di fronte alla crisi nodale della nostra epoca che é la perdita del senso dell’invisibile e del Trascendente, la crisi del senso di Dio, lo Spirito sta giocando, nell’invisibilitá e nella piccolezza, la sua partita vittoriosa.”
(1977, Tre racconti dello Spirito… Lettera Pastorale 1997-8)
No, Ubi. Lei, che l’umiltà non sa neppure dove sta di casa eppure se ne è fregiato nello pseudonimo, le spiegazioni all’ “intenditrice” non le dà perché non le ha.Punto.
Tutti voi, tradizionalisti, ricorrete a frasi fatte e acquisite con estrema facilità senza ragionarci sopra, senza approfondire.
E questo secondo voi sarebbe “umiltà”.
Sbagliate alla grande perché questa invece è proprio quell’ “acqua e sapone” altrimenti detta “fai-da-te” che lei ( ed altri) attribuisce impropriamente a chi vuole davvero rendersi conto di tutto.
Tanto per spiegarmi meglio: io conosco il significato PROFONDO di quella espressione, lei, al contrario, quasi certamente no.
Ma almeno non vada a propinarla con faciloneria, cercando di dimostrare la sua “vera” cattolicità da “umile” quale pretende di essere e di definirsi.
Impari…impari…abbia l’umiltà di imparare anche dai “relativisti”.
“se il Magistero della Chiesa ci dice di stare in guardia e ci propone la preghiera dell’Ave Maria che finisce con “prega pe noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen”, credo significhi che il pericolo del diavolo è da tenere presente per tutti e per tutta la vita.”
Gentile Germano Turin,
lei ha sentito qualcuno, in questo blog, affermare che il Male o Maligno non esiste? Ha sentito qualcuno dire che si tratta di bazzecole?
Le faccio presente che noi recitiamo tutti i giorni il Padre Nostro dove si dice– come ci ha insegnato Gesù– “non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal Male.”
Più “in guardia” di così?
Che però si debbano travisare le parole di un Vescovo o Papa, interpretandone le parole a proprio uso e consumo, contrapponendole allo Spirito del CVII, questo è sbagliato e arbitrario. Lo capisce?
Perbacco!
“Tutti voi, tradizionalisti”…
e dire che ci si scandalizza delle cosidette “frasi fatte” .
“La negazione del passato, in apparenza ottimistica e progressista, rivela ? a un esame più approfondito ? la disperazione di una società incapace di affrontare il futuro”.
La cultura del narcisismo
Christopher Lasch,
corrige “cosiddette”…
Io penso che a questo punto sia fondamentale una domanda:
quale verdura e/o ortaggio preferisce le si tiri.
Perchè ormai pure fischi e pernacchie sono fiato sprecato…
ah ah ah ah ah…fantastico!
io opterei per le angurie…
Cucurbitaceae con fusto erbaceo rampicante, foglie grandi e pelose con tre lobi, fiori maschili e fiori femminili, frutto voluminoso rotondo oppure ovale. Può raggiungere il peso di 20 kg -però-
. L’involucro verde è liscio, assai massiccio, e presenta varie striature e chiazze bianche o giallastre.
Le proteste appasionate di alcuni su questo parlar troppo di demonio mi ricordano un divertente passo che ho letto nelle memorie di Augusto Guerriero “Quesivi et non inveni”
17 dicembre 1972 “Il Papa Paolo VI ha detto che il diavolo esiste e l’affermazione ha scatenato grande clamore e appassionate polemiche. Da una parte si è detto “Che c’è di straordinario nell’affermazione del Papa? Non vi rendete conto del fatto che se non esistesse il diavolo non esisterebbe la religione cattolica? Dall’altra parte “L’UNITA” ha organizzato una tavola rotonda alla quale hanno pertecipato fra gli altri un protestante e due sacerdoti cattolici. Il protestante ha detto che è “un segno di arretramento culturale trovare interesse oggi per certi temi”. Uno dei due sacerdoti cattolici ha dichiarato che il discorso di Paolo VI “dimunuisce quella spinta in avanti che la teologia aveva ritrovata” L’altro sacerdote , che insegna religione in un liceo romano, ha detto che “i giovani considerano le parole del Papa come un tentativo di arretramento e domandano al papa quale nome abbia il diavolo che ha causato la guerra nel Vietnam”
Forse chi vorrò un giorno fissare una data per la fine del post-concilio sceglierà il 15 novembre 1972 , data del discorso di Paolo Vi sulla presenza del male e del demonio nel mondo”
La tavola rotonda, il “ddibbattito” , “l’arretramento culturale”, l’opinione dei “ggiovani” , la guerra nel Vietnam: non sono divertenti questi ricordi degli anni’70?? 😉
Non era nelle mie intezioni
“travisare” le parole di nessuno, meno che mai quelle di un Vescovo o di un Papa. Volevo solo rafforzare l’dea di come sia necessario (almeno per me) tener sempre presente che, oltre alla presenza sicura e fedele di Dio, (sempre nella mia vita), c’è anche quella, sicura ma per niente fedele, del diavolo.
Riporto qui di seguito un commento che Mons. Ravasi scrisse per la rubrica “Il Mattutino” sul quotidiano “Avvenire” di qualche tempo fa.
Buona lettura (a chi vuole).
LA FEDE DI SATANA
Satana è molto spirituale. La sua natura è la stessa di un puro spirito. In lui non vi è neppure un’oncia di materia. Non ha propensione per il materialismo banale. E quindi – ci si può scommettere – la spiritualità è il suo stratagemma. Ci si potrà sorprendere, ma è difficile contestare queste righe del libro La fede dei demoni (Marietti 1820, 2010) del filosofo francese Fabrice Hadjadj, nato nel 1971, di origine ebraica, convertito dall’ateismo al cattolicesimo. Satana, come insegna la dottrina tradizionale, è «puro spirito»; perciò, non è così ingenuo da affidarsi al materialismo greve per convertire a sé le persone più avvedute. No, sceglie spesso un’altra via, quella dello spiritualismo etereo, magico, esoterico che colma ormai intere biblioteche specializzate e si vende persino su eBay. Egli, allora, propone una sua fede, lasciando da parte gli attrezzi arrugginiti di un certo ateismo alla “Unione Atei Agnostici Razionalistici” che sa tanto di vecchia congrega miscredente e gaudente («Dio non c’è: goditi la vita!»). Satana predilige, invece, una spiritualità individualistica, egoistica, snob e detesta la “carnalità” cristiana che costringe a sporcarsi le mani nel curare malati, a varcare soglie di carcere rovinandosi la reputazione interessandosi ai colpevoli, a impantanarsi negli spazi fangosi riservati ai nomadi, a curare vecchi bavosi, servendo a mensa brutti ceffi affamati. Eppure, il Dio cristiano del Natale si nasconde proprio lì, nella carne degli ultimi della terra, lui che ha scelto di finire sull’equivalente di allora della sedia elettrica. Aveva ragione un altro filosofo più celebre, l’austriaco Ludwig Wittgenstein: «Il cristianesimo non è una dottrina, né una teoria sull’anima umana. È la descrizione di un evento reale nella vita dell’uomo».
Chi non ha argomenti si rifugia nell’insulto e nelle risate dell’amaro in bocca.
Evviva i lefebvriani mooolto “caldi” e patetici !!
Caro germano Turin, grazie per il bell’articolo di Ravasi.
Tuttavia, per tornare al tema così ostico e di difficile comprensione, tema serio, che riguarda le potenze che ci sovrastano. Consiglio vivamente a lei e a tutti, per non restare nell’ignoranza, di leggere il libro di Cacciari
dal titolo “”Il potere che frena”, (Adelphi, 212 pagine, 13 euro) sulle sfide a cui sarà chiamata la Chiesa e il nuovo Pontefice. Prima fra tutte «quella di contrastare la vera essenza dell’anticristo».
Per il filosofo «Ratzinger si è dimesso perché non riusciva più a contenere le potenze anticristiche, all’interno della stessa Chiesa». Ora la palla passa al suo sucessore”
Ecco, dobbiamo pregare intensamente, costantemente e con passione. Soprattutto la Madonna!
Belle le parole usate dal Papa sull’azione dello Spirito. Da troppo tempo, infatti, le voci prevalenti nella Chiesa ritenevano le diversità come nemiche dell’unità.
Sul dibattito in corso negli interventi degli ultimi giorni circa il maligno e il suo operare, ribadisco che trovo estreme le parole “chi non prega Gesù prega il diavolo” e poco in linea con l’evangelico “Chi non è contro di noi è per noi”.
Non mi sento per questo meno cattolico, con buona pace dei molti aspiranti inquisitori qui presenti.
“Chi non prega Gesù prega il diavolo” . Condivido e aggiungo citando Léon Bloy -come da articolo di Introvigne- “Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio».
La frase di Papa Francesco è molto forte. Chi pensa di fare il bene senza confessare Gesù Cristo, chi riduce la Chiesa a un’organizzazione umanitaria non fa solo un po’ di bene a metà. No: prega il diavolo e confessa il diavolo, anche senza rendersene conto.
“Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio».
Anche questa è una enorme cazzata!! Complimenti a chi dice idiozie del genere, chiunque la dica.
Chi opera la carità senza “confessare Gesù Cristo” perché non crede in Lui, confesserebbe “la mondanità del diavolo”. Stupenda verità del cavolo!!
Impareggiabili lefebvriani!!
In buona sostanza l’ha detto il Papa, che dunque per la nostra teologa dice cazzate, idiozie, verità del cavolo ed è pure lefebvriano.
Consiglio bromuro e valeriana. E cercare di capire, se possibile, il senso delle parole…
Se possibile, ripeto, ma temo che non lo sia!
Non sono e non mi ritengo “teologa”. Lascio il posto ad altre.
Uso il mio buon senso, cara Elsa, anche se a lei dispiace, e se anche l’avesse detto il Papa ( che io ho sentito) nel senso inteso dai lefebvriani come lei, per me resterebbe sempre una enorme cazzata.
Io, cara lei, non prendo per oro colato TUTTO quello che dice il Papa, chinque esso sia. Non l’ha ancora capito?
Fatelo voi lefebvriani.
Niente bromuro e valeriana per me. Non ce n’è bisogno.
Voi necessitate, al contrario, di massicce dosi di anti-servilismo.
Siete proni alle parole altrui, quelle però che fanno comodo a voi.
Abbasso i lefebvriani!!!
Dio ce ne liberi!!
Senza la fede, la carità NON sussiste come tale. «La fede è conoscere la verità e aderirvi (cfr 1 Tm 2,4); la carità è “camminare” nella verità (cfr Ef 4,15). Con la fede si entra nell’amicizia con il Signore; con la carità si vive e si coltiva questa amicizia (cfr Gv 15,14s)». Non possiamo dare quello che non siamo. Diamo agli altri, nella carità fattiva e generosa, quello che abbiamo attinto dalla fede operosa. Altrimenti daremo solo noi stessi, principiando da quello che S. Bernardo definisce amor carnalis.
Dio ci liberi e liberi il mondo dalla calamità del relativismo!
Quanta stoltezza, quanta vigliaccheria, quanta tristizia si nascondono talora sotto la maschera del buon senso.
Arturo Graf, Ecce Homo
Che pena indicibile!
La frase sopra, non virgolettata, è l’elaborazione di un brano della “Caritas in Veritate”. E prosegue testuali :” la carità a sua volta va compresa, avvalorata e praticata nella luce della verità. In questo modo non avremo solo reso un servizio alla carità…ma avremo anche contribuito ad accreditare la verità, mostrandone il potere di autenticazione e di persuasione nel concreto del vivere sociale. Cosa, questa, di non poco conto oggi, in un contesto sociale e culturale che RELATIVIZZA la verità, diventando spesso di essa incurante e ad essa restio”
Che dire! Il relativismo è un cancro cara elsa e su questo blog , purtroppo, ne abbiamo di fautori!!! Per questi vale il motto di Papa Giovanni XXIII “possa Dio avere pietà dell’errante”
Un caro saluto
Clo
“Quanta stoltezza, quanta vigliaccheria, quanta tristizia si nascondono” quasi sempre nella sicumera e nella presunzione di chi ritiene di avere la Verità in tasca.
Quanta mancanza di umiltà in chi neanche prova ad ascoltare le ragioni degli altri.
Quanta ossessione di prevaricazione insolente su chi ha idee diverse che disturbano l’abitudine alle idee acquisite e mai messe in discussione per viltà e servilismo acuto.
“Senza la fede, la carità NON sussiste come tale.”
Quale altra enorme cretinata!!
Fede, speranza, carità: fra essa la più grande è la carità.
La fede è un dono che non tutti hanno.La carità non tutti i credenti la praticano.
Quando a praticarla è un non credente, il loro amore per il prossimo è gradito a Dio anche se non c’è fede.
Dio, che se ne impipa delle disquisizioni teologiche, ama chi ama i suoi fratelli. Fede o no.
Quanto è difficile capire questa semplice verità per chi si nutre di nozioni teologiche e le incamera come Verità assoluta, mentre spesso sono inutile zavorra che vela la semplice verità annunciata dal Cristo.
Gesù ha detto: perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?( Luca 12,57)
Allora: chi è che “RELATIVIZZA la verità”? E di quale verità si tratta? Chi è che può presumere di possedere la Verità? Essa non viene detenuta da nessuno ma possiede TUTTI. Difficile da capire?
Abbasso i lefebvriani che IDOLATRANO leggi, autorità ed esteriorità senza provare ad interpellare la propria coscienza, nel cui intimo c’è Dio stesso; e che detta agli uomini onesti una moralità di comportamento che è, essa stessa, legge divina, ci sia o no la fede nel Dio di Gesù Cristo o in quello di altre religioni.
Quanto è incomprensibile e assurdo questo concetto per quelli che enunciano cattedraticamente princìpi dottrinali e dogmi senza i quali si sentono perduti. E che vanno sbandierando come etichette di cattolicità.
Questa è religione nel senso peggiore del termine. “Legame” senza libertà.
Religione che allontana molti da Dio piuttosto che avvicinarli a Lui.
“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua NEL MIO NOME PERCHE’ SIETE DI CRISTO vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa”
Mc 9-41,50
“La vera Carità è totalmente diversa dal vago sentimentalismo dell’esperienza religiosa, qual’è presentato dal neomodernismo ascetico, il quale è lo snaturamento della vera Carità, così come essa è pure distinta ed anzi eminentemente superiore all’amore naturale, il quale è buono in sé, ma imperfetto, poiché non può oltrepassare da se stesso i limiti della sola natura, ferita per di più dal peccato originale”
S. Tommaso d’Aquino, il Dottore Ufficiale o Comune della Chiesa
Infatti l’uomo per poter agire soprannaturalmente e cogliere lo stesso oggetto dell’attività di Dio, che è l’Essenza Divina stessa contemplata e amata (Visione Beatifica), deve prima essere stato realmente elevato ad un livello sostanzialmente soprannaturale o divino ‘per partecipazione’.
“Agere sequitur esse”: non si può realmente agire soprannaturalmente, se prima non si è stati “soprannaturalizzati” (o “elevati all’ordine soprannaturale”) Carità infusa è l’Amore di amicizia soprannaturale tra Dio e l’uomo giusto e poi dei giusti, non lo dico io, da me stessa, lo dice S. Paolo, Rom., VIII, [si amavano tra loro per Amor di Dio]
La carità non è altruismo [anche Berliusconi fa molta carità e mantiene caviale le olgettine con relativa prole] o amicizia puramente naturale, non è sentimentalismo, che abbassa l’uomo razionale e libero al livello dell’animale bruto, provvisto di sola sensibilità senza intelletto e volontà, ma è Amore SOPRANNATURALE che supera le forze della natura creata e ci rende amici di Dio, infinitamente Buono e degno di essere amato più della nostra stessa vita, e poi anche del nostro prossimo NON PER SE’ STESSO ma perché è una creatura di Dio, amata in relazione a Dio, non più di noi stessi, ma in maniera simile all’amore che portiamo a noi stessi.
La Carità è CRISTO
Che NON SI VANTA
NON SI GONFIA
NON SI ADIRA
TUTTO GIUSTIFICA
TUTTO PERDONA
Ti perdono stolta sorella ! Ti perdono…va’ con Dio va’…in pace serena!
Tuttavia: siccome il Cristianesimo [come dice il saggio] non è sinonimo di “cretinesimo” , mi aspertto una violenta reazione. A tal proposito sarà duopo recitare, , in mia a e nostra difesa, l’Orazione del ‘Messale Romano’ pro inimicis: «Signore, concedi a tutti i nostri nemici pace, Carità vera e il perdono dei loro peccati. E con al tua potenza liberaci dalle loro insidie».
Amen!
Buona giornata a tutti, la mia inizia ora…
E chi mai ha detto, o solo pensato, che la vera Carità è “sentimentalismo” o semplice assistenzialismo o altruismo? Io no di certo.
Proprio perché non sono “cretina” , non lo sono per niente anche se qualcuno forse lo crede o vorrebbe dirlo, io so benissimo che la Carità è Amore, e so altrettanto bene quanto molti esprimano Carità pur senza avere fede.
Carità-Amore: di questo parlo e non di altro. E questa Carità non è possesso esclusivo di chi ha una religione o un’altra, qualunque cosa pensino i tradizionalisti ad oltranza. Altrimenti sarebbe prerogativa di una minoranza “privilegiata”. Ma così, grazie a Dio, non è.
Certamente la Carità non si gonfia e non si vanta. Onde per cui cominciate voi stessi a non vantarvi e a non gonfiarvi nella vostra cattolicità che fa uso esclusivo di testi letti, studiati e non meditati. E accettati a scatola chiusa per un malinteso senso di umiltà.
Signora lefebvriana, io non chiedo il suo “perdono”, se lo risparmi. Non ho proprio nulla da farmi perdonare da lei. Caso mai dovrei perdonarla io per le sue insolenze, per le sue risate amare, cui ricorre, insieme ad altri, quando non riesce a farmi accettare le sue “verità” e ne resta puerilmente indispettita.
Che Dio la illumini, signora!
l’Orazione del ‘Messale Romano’ pro inimicis: «Signore, concedi a tutti i nostri nemici pace, Carità vera e il perdono dei loro peccati. E con al tua potenza liberaci dalle loro insidie».
Amen
Ripeto: che Dio la illumini, Signora!
Repetita ,in questo caso, iuvant.
Pro inimicis:
«Signore, concedi a tutti i nostri nemici pace, Carità vera e il perdono dei loro peccati. E con al tua potenza liberaci dalle loro insidie».
Amen