A mezzogiorno sono state annunciate le nomine – anticipate dai media ma spiazzanti – di un parroco di Modica, Corrado Lorefice, ad arcivescovo di Palermo e di un ausiliare di Roma, Matteo Maria Zuppi, ad arcivescovo di Bologna. Spiazzanti come già le nomine a cardinali degli arcivescovi di Perugia, di Ancona e di Agrigento. O la chiamata al Sinodo di due parroci. Spiazzamenti nel segno dell’uscita dalle cordate ecclesiastiche e dell’avvicinamento alle “pecore”. Ne dovrò scrivere: datemi spinte.
Aggiornamento al 28 ottobre. Qui si può leggere una mia intervista al nuovo arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi pubblicata oggi dal “Corriere della Sera”
Qui la mia interpretazione delle due nomine pubblicata dallo stesso “Corriere”
La prima domanda è come mai non sia stato scelto un parroco bolognese (o comunque emiliano) per l’Arcidiocesi di Bologna.
Come se l’episcopato e la Chiesa locale non potesse esprimere un candidato all’altezza. Con buona pace della modalità sinodale e del ministero petrino interpretato in modo più “soft”…
In ogni caso esprimo rammarico e dispiacere per la rinuncia, annunciata e inevitabile, dell’ottimo Card. Caffarra, pastore amorevole e maestro della fede, punto di riferimento per tutti i bolognesi e gli emiliani.
Dai pizzi e i merletti ai preti di strada speriamo che il prossimo Papa sia vicino alle pecore di tutti i giorni.
Io da modenese gioisco. Come il nuovo arcivescovo di Modena è uno sconosciuto prete forlivese, rendo grazie per le nuove scelte.
Gente del popolo vicine alle pecore di tutti i giorni (in che senso Sara? Che ogni giorno ha la sua pecora?)
Nel senso che più che ad un cammino comune passiamo da uno spoils system ad un altro.
Tanto son sempre i soliti quelli che fan numero…
Ciao Luigi se mi permetti aggiungerei anche la nomina di don Claudio Cipolla, parroco della bassa mantovana, a vescovo di Padova, avvenuta questa estate, oppure (anche se meno “sparigliosa”) la designazione del vescovo francescano conventuale Mons. Nolè ad arcivescovo di Cosenza.
Riguardo a Bologna e Palermo, ciò che mi colpisce prima di tutto è la giovane età dei nominati…Se non erro, difficilmente abbiamo avuto nomine così “giovani”, ma posso sbagliarmi.
In secondo luogo, penso che papa Francesco segua tutto sommato una precisa linea pastorale nelle nomine episcopali che, gli ricorda il suo percorso da arcivescovo di Buenos Aires dove una delle sue peculiarità era lo stare in mezzo alla gente, lo stare con…(La foto sull’autobus la conosciamo tutti, ma è solo una delle tante).
Auguri ai nuovi vescovi.
Ho ascoltato più volte e sempre con piacere la predicazione di don Matteo Zuppi che è un sacerdote bravissimo, accogliente, intelligente e una persona semplice, amorevole e avvicinabile. A me è sempre piaciuto molto. Mi dispiace che se ne debba privare Roma. Anche se molti titoli di giornali dicono prete di strada mi sembra che non sia questa la sua categoria.
Spoils sistem? Erano 40 anni che le facce erano sempre quelle, da quando sono nato sento sempre gli stessi nomi. Forse era necessario arieggiare un po’.
Sull’ausiliare di Roma di certo il Papa, vescovo di Roma, ne avrà apprezzato direttamente le capacità.
Mi colpisce molto invece la nomina del vescovo palermitano. Per l’età è già una ottima scelta. La moda precedente era di eleggere vescovi che superino la sessantina, almeno nelle nostre zone. Averne uno di 53 anni, in una sede importante, significa dare energia ad una diocesi e ad una regione.
Spiletti, ti consolo dicendo che il vescovo non viene più eletto dalla diocesi da un po’ di secoli! Ciononostante si continua a parlare di Vescovo eletto.
Necessaria riforma? 😉
Sull’argomento sono “tiepido”.
Mi accodo a quanto argomentato ottimamente da Sara.
Zuppi, se non erro, celebra anche Vetus Ordo …
Va bene però a Mantova non ci sono le favelas (ci sono nata lo so) e’ stata la città più ricca d’Italia per anni, Bologna siamo li, posso capire il prete di strada a Roma ma a Mantova e Bologna non credo serva più di tanto.
Almeno per come l’hanno riportata i giornali.
Di Cafarra sembrerà strano ho letto omelie molto delicate.
manuel,
lo sapevo, però so anche che abitualmente la Chiesa locale presenta una “rosa” di possibili candidati, che il papa può naturalmente prendere in considerazione oppure no.
A proposito di “novità” e di vescovi ultrasessantenni, quanti anni aveva Giovanni Paolo II quando è stato eletto papa (e quindi parliamo di quarant’anni fa)?
Zuppi Vetus Ordo, Pontificale 30 marzo 2014:
http://blog.messainlatino.it/2014/03/30-marzo-2014-santa-messa-in-rito.html
Trinità dei Pellegrini all’interno è semplicemente favolosa.
Mi ha deluso la facciata alquanto rovinata, che avrebbe bisogno di una buona imbiancatura, e la piazzetta che la ospita.
Quando posso una Messa Forma Extra-Ordinaria la seguo volentieri.
L’ultima a cui sono stato c’era il Card. Burke ed era inizi di Settembre credo. Partecipata da persone di ogni estrazione.
Persona molto sommessa il Card. Burke, semplice assai.
Un ritratto di famiglia cristiana
http://m.famigliacristiana.it/articolo/a-bologna-don-matteo-zuppi-il-missionario-delle-periferie.htm
http://blog.messainlatino.it/2015/10/mons-matteo-zuppi-arcivescovo-di-bologna.html?m=1
Ok allora questo non è spoils system come facevano pensare i titoli dei giornali.
Ritiro le mie precipitose parole.
A proposito di Trastevere. C’è una Chiesa, parrocchiale, in cui la mattina alle 8 il prete dice spesso Messa “da solo”, nei feriali; uno-due quella delle 18 .
Alla domenica siamo sui tre-cinque partecipanti, a qualsiasi orario Messa.
Queste sono cose serie di cui interessarsi …
Si Spiletti, infatti mi ha sempre colpito che GPII, vescovo a 44 anni, cardinale a 47, abbia fatto tanti vescovi (almeno in Italia) soltanto persone mature o molto mature, spesso prossime a quella che i laici ritengono l’età della pensione.
Così facendo i vescovi rimanevano giusto quegli 8 o 10 anni fino al loro pensionamento nella diocesi.
Mi son sempre chiesto se fosse casuale che ciò avvenisse ovvero se fosse un piano di governo, per esempio per non avere eccessivi innovatori, o uomini di consolidata prudenza.
Ovviamente, siccome sto generalizzando, ci son state eccezioni, ma la moda era quella.
San Carlo Borromeo, meno che quarant’enne!
GPII ha portato Martini a Milano lasciando sorpreso lo stesso Martini che non se lo aspettava minimamente.
Non ricordo l’età ma vecchio non era.
Sull’eta’ poi basti pensare che i presidenti del consiglio più giovani in Italia sono stati Mussolini e Renzi passa subito il giovanilismo…
Francamente chi sia un nuovo vescovo in diocesi non mi appassiona particolarmente. Dal momento che la Chiesa e’ anche amministrazione, il numero uno dovra’ dimostrare grandi capacita’ nel gestire i “talenti” che gli sono stati affidati, anche se dovra’ essere in primo luogo uomo di pieta’ e di fede incrollabile attento ai bisogni spirituali del suo gregge.
Manuel, San Carlo Borromeo, era periodo “riforma” [eresia] protestante credo.
In periodi d’eresia c’è bisogno di gente giovane e forte in tutti i sensi; ti beccavi agguati a suon di mazzate e coltellate …
Vi saluto tutti, anche io lavoro, troppo, ma lavoro. Ci sentiamo Sabato.
Noto che si discute dell’eta’ dei nominati. Con Benedetto e’ riapparso il sistema delle dimissioni dall’incarico.La prassi puo’ essere benissimo applicata anche alle Diocesi a prescindere dal limite dei 75 anni.
Carlo Borromeo aveva uno zio Papa , Pio IV, che lo fece abate di San Leonardo di Siponto a 12 anni, cardinale segretario di Stato e amministratore dell’arcidiocesi di Milano a 22. Tempi di scatenato nepotismo. Ma come si vede, lo Spirito soffia dove vuole.
continua imperterrita da parte dei media la propaganda alla ” nuova chiesa cattolica bergogliana naturalmente contrapposta a quella di prima.
i due nuovi vescovi nominati sono , ca va sans dire, preti di strada, parroci semplici, pastori coll’odore delle pecore .
http://www.corriere.it/cronache/15_ottobre_27/i-vescovi-bergoglio-pastori-l-odore-pecore-76de9aea-7ca8-11e5-8cf1-fb04904353d9.shtml
Continua la sottile e velenosa contrapposizione: i preti vecchio stile e i vescovi vecchio stile, che non erano ne’ di strada ne’ coll’odore delle pecore, ergo erano cattivi, arrivisti, affaristi , poco misericordiosi e via dicendo
la nuova chiesa invece e Bergoglio e i nuovi vescovi da lui nominati sono “diversi” e senza dubbio col famigerato e non sempre sublime “odore delle pecore”. Mma che significa tutto ciò’ ? qualcuno si ferma e riflette su questo?
come può un buon cattolico accertarlo??’come può per esempio luigi accattoli che ha vissuto gran parte della sua vita sotto altri papi, pensare
che i vecchi papi fino a Francesco e i vecchi vescovi , non avessero l’odore delle pecore? fossero dei duri di cuori , rigidi e senza misericordia’
come si può , mi chiedo pensare questo?’ come si può avvallare questa visione MANICHEA che è venuta fuori come un fungo negli ultimi due anni?
Lasci perdere i giornali Discepolo.
Ieri mentre sentivo Peloso parlare di dogana e aperture mi è tornato in mente questo:
http://www.chiesadimilano.it/arcivescovo/vescovi-precedenti/carlo-maria-martini-1979-2002/effat-agrave-apriti-anno-pastorale-1990-91-1.22325
Ce l’ho ancora su uno scaffale
@ Sara,
hai dimenticato Giovanni Goria.
Gigi, metti in evidenza due sapori contrastanti, ma solo per il colore, eh.
Zuppi è prete di centro e di periferia (nel senso che è stato a Trastevere ma pure a Torre Angela, una vera diocesi nella diocesi romana), e quindi conoscere l’alto e il basso.
E poi è nipote, nel senso nipote di cardinale (Carlo Confalonieri).
Sul panormitano, nulla so.
Gli farei tanti auguri, perché il salto può dare le vertigini e quella sede è pesante, oltre che grande.
A Discepolo: “come può per esempio luigi accattoli che ha vissuto gran parte della sua vita sotto altri papi, pensare che i vecchi papi fino a Francesco e i vecchi vescovi, non avessero l’odore delle pecore? fossero dei duri di cuore, rigidi e senza misericordia?” – Vuoi dire che io penso in quel modo?
Ciao Maria Cristina.
Per una volta mi trovo persino d’accordo con Sara1.
Su Chiesa & Cristo, lascia perdere i giornali.
Soprattutto, lascia perdere i blog.
Un abbraccione, L.
http://www.repubblica.it/vaticano/2015/10/28/news/ma_il_papa_piu_amato_non_porta_consensi_a_una_chiesa_sotto_assedio-126039401/?ref=HRER1-1
“Il sondaggio. La spinta innovativa di Bergoglio ha creato un divario con le istituzioni religiose che non è mai stato così ampio in nessun pontificato”
Chissà come finirà con il prossimo Papa
Come ho detto non volevo generalizzare assolutizzare Sara, perchè delle eccezioni ci sono state. Però l’età ha importanza, perchè, se troppo prossima o proiettata verso la pensione, verso la fine carriera, genera spesso a mio modo di vedere eccessiva prudenza.
Discepolo: ogni Papa ha avuto caratteristiche su cui si sono focalizzati i giornali. Aggiungi che oggi si scrive molto più di 30 anni fa e nel numero c’è di tutto, secondo la moda. Di ogni Papa precedente ci rimangono alcune immagini ed alcune frasi che però sono riduttive rispetto a quello che quel Papa è stato.
L’odore delle pecore non suona piacevole: a me dava fastidio quello del cagnolino bagnato quando lo portavo a passeggio nei giorni di pioggia! Però è una sensazione efficace che rende l’idea di un pastore attento.
Noi viviamo di immagini e di sensazioni.
L’eleganza, la raffinatezza ed un certo distacco, forse minore esperienza in diocesi o in parrocchia, di Ratzinger non comunicavano l’aspetto pastorale.
“L’eleganza, la raffinatezza ed un certo distacco, forse minore esperienza in diocesi o in parrocchia, di Ratzinger non comunicavano l’aspetto pastorale.”
Martini era quasi un “topo da biblioteca” quando è diventato arcivescovo, non proprio il tipo che puzzava di pecora, eppure l’abbiamo amato uguale (Anche Ratzinger da parte mia dato che si somigliavano molto anche se vedevano le cose da angolazioni diverse).
Bei tempi…
Si infatti Sara! Ma anche a Ratzinger mi sento molto legato.
Criticare qualcosa ci sta, quello che non amo è la svalutazione, la demolizione, se qualche aspetto non piace.
Ma è quello che fanno i fautori del nuovo corso, non c’è solo la critica a Bergoglio (più sotterranea) ma quella aperta massiccia e pervasiva a tutto quello che si è fatto fino a due anni fa.
Davvero la Chiesa che frequentavo da ragazza era solo dogane?
Ma se facevamo i campi scuola con Siddharta, dai…
Sara dovevi nascere lesbica. Allora capivi al volo la dogana.
Chi non prova non sa. Da qui dovrebbe emergere la capacità si mettersi nei panno degli altri. Sempre che sia realmente possibile.
Qui si può leggere una mia intervista al nuovo arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi pubblicata oggi dal “Corriere della Sera”
http://ilsismografo.blogspot.it/2015/10/italia-amo-confessare-i-fedeli-e-andare.html
Sembra una persona semplice e disponibile.
Chissà che non incontri anche quelli del Cassero… Sarebbe ora si facesse pace.
Certo che se le piacciono il Cassero e il sito dei pansessuali anche una tendina le sembrerà una dogana caro petrus…
Qui la mia interpretazione delle due nomine di ieri pubblicata oggi dal “Corriere della Sera”
http://www.luigiaccattoli.it/blog/articoli-del-corriere-della-sera/le-nomine-spiazzanti-di-bologna-e-di-palermo/
Ringrazio gli intervenuti nel dibattito per le spinte a intendere che mi hanno dato.
Se mi piacciono… Le solite conclusioni saresche…
Spesso a Bologna le tensioni sono state fortissime su queste cose. Spero in una gestione più cristiana dei rapporti. Così come spero che il mondo gay sappia capire che forse c’è stato un cambio di gestione.
Vale anche per il gruppo gay credenti di Bologna di cui cafarra si è sistematicamente disinteressato.
gruppo gay credenti
Ma un gay credente non può andare in Chiesa come tutti gli altri? Gli amici dei miei vanno persino a Lourdes insieme agli etero..
Certo ma insieme i problemi si affrontano meglio. Gli etero sono cari amici spesso ma altrettanto spesso non capiscono.
Io vado a Lourdes con amici gay e/o amici etero. Ma è la quotidianità e le numerose incomprensioni rendono importante non essere soli per non sconfortarsi.
E’ difficile conciliare Lourdes e il Cassero, anche un etero farebbe fatica.
A proposito di Mons. Zuppi, ricordo che in questo blog un frequentatore romano aveva già anticipato parecchie settimane fa che sarebbe andato a Bologna.
Come faceva a saperlo? Girava già questa voce?
Come poteva essere così sicuro da anticiparlo così presto?
Riguardo ai rapporti tra la Curia bolognese e il Cassero c’è poco da dire: le immagini blasfeme pubblicate ovunque sono piuttosto eloquenti.
Come si fa a dialogare con chi si comporta in questo modo (e con orgoglio)?
E due… Io non vado al cassero. Ma vorrei che la diocesi di Bologna si confrontassero costruttivamente anche con i gay non credenti. Sono periferie esistenziali anche quelle per la chiesa e io come credente mi sento responsabile che possa arrivare anche a loro qualcosa della bellezza del messaggio evangelico. In realtà dovrebbe interessare pure a te, ma il pregiudizio resta forte.
Spero di essere stato chiaro.
“Chi non prova non sa. Da qui dovrebbe emergere la capacità si mettersi nei panno degli altri. Sempre che sia realmente possibile.”
L’ ho sempre detto anche io.
Quanto mi piacerebbe che toccassero con mano!
Smetterebbero all’ istante di pontificare, tutti questi soloni di teoria religiosa.
Quanti vuoti e stucchevoli chiacchiericci si risparmierebbero.
Provassero sulla propria pelle…
Ho già dato con i gay, ho scritto per anni in un blog a maggioranza gay e mi è bastato.
A parte le offese continue e reiterate alla mia religione cui non osi mai opporti per non beccarti dell’omofobo, la cosa più odiosa è quell’atteggiamento gaycentrico per cui tutto comincia e finisce lì.
Un anno, due anni, tre anni, quattro anni, poi tanti saluti e via, e pazienza per i dischi se ne può fare anche a meno.
Poi non tutti, ricordo un signore di nome Carmelo con cui andavamo sempre d’accordissimo, ma era di un’altra generazione e altra sensibilità….
Qualcuno deve rompere il circolo vizioso dell’odio reciproco. Mi aspetto che la chiesa dia il buon esempio.
La guerra non l’hanno iniziata i gay Sara.
A Spiletti sul segreto delle nomine. Per una nomina o un trasferimento di un vescovo si fa un’istruttoria che dura alcuni mesi. Vengono sentite molte persone sia nella diocesi di destinazione sia in quella di provenienza. Ed è facile che qualcosa trapeli, specie quando la sede è di primo piano. Non è un malanno recente. Nel 1954 il “Corriere” anticipò la nomina di Montini a Milano. Sia per Tettamanzi sia per Scola le anticipazioni furono vaste e precoci. Ma anche per Bagnasco presidente della Cei in successione a Ruini. Il quale una volta mi disse con sincera meraviglia: “Voi giornalisti scrivevate che sarei diventato segretario della Cei [1986] e io non ne sapevo nulla: ma come facevate a saperlo?”. Anche Vallini vicario di Roma, che avendo io scritto che si dava per certa la sua nomina mi disse sconcertato [ci conosciamo da quando eravamo ventenni, tutti e due della FUCI]: “Io non ne so nulla, stavolta sicuramente hai sbagliato”.
Voi giornalisti ne sapete più di Riuni… È tutto dire! 🙂
Qualcuno deve rompere il circolo vizioso dell’odio reciproco.
Già ho fatto uno sforzo enorme in quegli anni a stare sempre zitta per non offendere nessuno, cercando anche di capire i motivi della rabbia.
Però ho già dato e tanti saluti.
Petrus, con tutto il rispetto per il dolore delle persone omosessuali sarebbe molto utile che anche i militanti gay accettassero il fatto che si può dissentire profondamente su alcuni temi (come quelli riguardanti la genitorialità) senza essere omofobi. Mi dispiace, ma alcuni episodi recenti (Barilla, Dolce e Gabbana) hanno dimostrato platealmente che la tanto negata lobby gay esiste e come. Non si può parlare, non si può argomentare, bisogna dire sì oppure tacere. Tutto sommato credo sia un problema anche delle persone omosessuali. Per dialogare bisogna essere in due, e dare all’interlocutore la libertà di argomentare liberamente.
Sara serve un intervento istituzionale. Nessuno chiede a te di convertire i gay anticlericali a prescindere. Ci hai provato ma non è andata. Secoli di pregiudizio sino duri a cadere.
Rosa risposte estreme a trattamenti estremi. Non dovrebbe essere così difficile capire che trattare le persone a pedate poi qualche pedata torna indietro.
Nessuno chiede a te di convertire i gay anticlericali a prescindere. Ci hai provato ma non è andata.
Io non volevo convertire nessuno, volevo solo parlare di musica in leggerezza senza sentire dare del maiale ai preti e al Papa.
Quando si è cominciato a dire che avere un padre e una madre era una cosa da bigotti e reazionari ho lasciato perché trovavo terribile (da madre soprattutto) non poter dire che mi pareva esagerato di tantissimo.
E la reazione contro Barilla, Dolce Gabbana e il giudice di ieri mostra perfettamente che non avrei potuto difendere la mia idea senza essere fatta a fette.
Ognuno ha il punto di non ritorno, per me è stato quello.
Conoscendoti non avrai resistito a parlare anche del papa… Giusto per creare maretta! :))))))
Leggete l’orribile, infame titolo che campeggia sul sito del Corriere di oggi:
«No a nozze gay, lo strano collegio. Il presidente è dell’Opus Dei»
e se avete un minimo di intelligenza e un minimo di onestà saprete da che parte sta, oggi, la violenza, la discriminazione e il fascismo. È tutta dalla parte dell’ideologia che sembra stare tanto a cuore a molti di voi.
Ma sí ma sì Franti… Se avesse evitato di twittare messaggi di manif puor tous certamente avrebbe affrontato questa sentenza più serenamente.
A volte i magistrati non si rendono conto che dovrebbero evitare di esporsi troppo.
Luigi,
grazie per la risposta.
Ho ricordato quel commento e l’ho riportato.
E’ una prassi che non mi stupisce e non mi disturba.
Ha ragione Franti.
Altro che omofobia, in Italia si sta imponendo una discriminazione all’opposto: se un magistrato è cattolico non può giudicare i gay, altrimenti viene linciato sui media.
Se i gay vogliono veramente (ma incomincio a dubitare) superare i pregiudizi evitino questi comportamenti e accettino, come scriveva Rosa, che esiste un dissenso legittimo alle loro teorie e posizioni.
Sul Cassero non c’è scusa che regga: hanno bestemmiato profanando in modo osceno immagini e simboli sacri. Non è stata una protesta, ma solo volgarità e violento anticlericalismo. Chi ha reagito avanzando dubbi e perplessità, sia in ambito laico che in ambito cattolico, è stato definito omofobo e linciato. Cosa dire di più?
Bologna non è come Roma o Milano. Il nuovo arcivescovo avrà un compito duro e non è detto che gli basti presentarsi come un “prete di strada” dialogante. In bocca al lupo.
Una considerazione più leggera su mons. Zippo, che ama andare in bicicletta. Tra i documenti del beato Carlo Liviero, risalenti al 1916, c’è una forte censura contro i sacerdoti che andavano in bicicletta, attraversando anche la città (!) da parte a parte! I tempi cambiano, non c’è che dire!
Zuppi! Il tablet mi ha tradito!
Una discriminazione al contrario… Detto che non è vero, se lo fosse ti direi: chi è causa del proprio mal pianga se stesso.
Però zippo è bellissimo! :)))))
Chissà come si sarebbe trovato don Camillo, se avesse avuto come vescovo il beato Carlo Liviero!
Forse la bicicletta nel 1916 era un mezzo un po’ scomodo e desueto oggi (vedi Marino) è molto di moda.
Però nella bassa, è vero, la bicicletta è una seconda pelle.
🙂
Al titolo del Corriere riportato da Franti aggiungo che stamattina, su radio24, nella trasmissione di Alessandro Milan e Oscar Giannino, Giannino sosteneva che il giudice ha sbagliato a esprimere sui social network il sostegno alla Manif pour tous, dovendo un giudice anche sembrare imparziale (concordo). Milan aggiungeva, più o meno: “Vabbè, anche se non l’avesse detto, pensava comunque così perché è cattolico. Può un cattolico prendere queste decisioni?” Siamo al fatto che i cattolici non possono fare i giudici, che sono meno cittadini degli altri? I giudici devono decidere secondo la LEGGE, come ha correttamente fatto in questo caso il giudice) , sono quelli che invece hanno forzato finora (caso Eluana, legge sulla fecondazione assistita) che hanno seguito la propria ideologia e forzato la legge.
E Petrus, smetterla anche un po’ con il vittimismo? Io ricordo cose feroci contro papa Benedetto, disgustose.
Non mi parlate di Marino, mi sto trattenendo.
Vittimismo? Forse è desiderio di giustizia il mio.
Senti Petrus, cerca di essere onesto. Ormai se osi solo dire di essere contrario al matrimonio gay o alla omogenitorialità ti linciano moralmente, nei mezzi di comunicazione sono posizioni non tollerate se non con il bollino “omofobo”. Basta, in Italia i gay non sono perseguitati o discriminati. Il bullismo dei deficienti è il bullismo dei deficienti. E la pretesa di alcuni gay risulta ugualmente intollerante.
Be lo sbaglio è sempre obbligare i giudici a prendere decisioni in materia in cui i politici latitano nel legiferare. Che poi questa latitanza sia dovuta anche in parte a ingerenza cattolica, o per lo meno per non perdere voti di alcuni, è un dato di fatto. Ultimamente in materia di tasse ad alberghi camuffati da foresterie, han fatto una brutta figura e a ristabilire giustizia è stato il Papa.
Che registri civili e trascrizioni non siano previsti dal nostro ordinamento è pure un dato di fatto. Lo stimolo sarebbe politico a cercare soluzioni che diano un regolamento.
Rosa, anche se dici che il matrimonio civile non è un sacramento e non è il matrimonio cattolico ti linciano.
Concordo pienamente con Franti.
Teoria del siamo circondati?
Oppure il mondo ha cambiato musica e voi non avete cambiato lo spartito?
Non so… Temo che il problema sia di voi cattolici conservatori non mio e di tanti altri cattolici che hanno capito.
Ci sono cristiani omofoni rosa, non è questione di bullismo.
Cosa posso dirvi? Mi dispiace.
Io poi la chiudo qui.
Io ho conosciuto un vescovo in bicicletta.
Anni fa, vescovo di Fidenza, da fine anni ’90.
Sostituiva i sacerdoti nelle parrocchie per le messe domenicali, per consentire loro di fare qualche giorno di riposo. Tra le prime uscite, appena diventato vescovo, doveva recarsi nelle parrocchie della città. Alla domanda del segretario su come raggiungere la tale parrocchia la risposta fu ovvia: “In bicicletta!”.
E il segretario? in bici di dietro per obbedienza.
Ecco Manuel, se registri civili e trascrizioni non sono previsti nel nostro ordinamento, se nel nostro ordinamento è previsto che il matrimonio sia solo tra persone dello stesso sesso, perché dici poi che quindi “bisogna” legiferare in merito? E’ un obbligo? Non possiamo tenerci questo ordinamento? E perché no? Perché lo fanno gli altri? E allora regoliamo anche le (tante) situazioni poligamiche che DI FATTO già esistono in Italia in alcune comunità islamiche? Siamo obbligati anche a questo? Oppure solo i gay possono pretendere che gli si dia ragione a prescindere?
Oppure voi pretendete che il mondo cambi musica come volete voi? L’idea di bambini progettati senza madre o senza padre repelle a molti, sai, non solo ai “cattolici conservatori”, come li chiami tu. La realtà è la realtà, si nasce da un maschio e da una femmina, e questo è ONTOLOGICAMENTE rilevante.
Rosa scrive,
28 ottobre 2015 @ 14:34
“se nel nostro ordinamento è previsto che il matrimonio sia solo tra persone dello stesso sesso” Errata corrige: ….di sesso diverso, naturalmente!
Non so… Temo che il problema sia di voi cattolici conservatori non mio e di tanti altri cattolici che hanno capito.
Insomma, quindi @petrus e altri hanno capito; chi non la pensa come loro, invece, non ha capito e il problema è loro.
Ma si rendono conto di quanto sia arrogante e indisponente questo modo di porsi?
Posso dire che non avrei mai e poi mai voluto essere il figlio di due padri o di due madri? Oppure questo mi fa passare per omofobo?
Mah, noi (a Bologna) stiamo ringraziando di cuore per il regalo di questo Vescovo (e so anche gli amici siciliani, alcuni buoni conoscitori di don Corrado…). Lasciamo stare certe acredini “da contrapposizione ideologica” (leggevo sopra <>). Non “pesiamo” il cuore, la saggezza del vescovo, alla fine della persona… Detto questo, è ora di valutare la fase di storia della Chiesa che tre vescovi hanno caratterizzato. Questo dobbiamo farlo, anche perché è necessario per ricostruire la strada fatta e discernere quella da fare. E la fase di storia che abbiamo attraversato a Bologna ci ha imposto 47 anni di dura normalizzazione. Nel 1968 per eliminare in un colpo il Vescovo moderatore del Concilio e il suo Vicario generale (ora cito Melloni, che ieri scriveva): <>, che ha lasciato questa Chiesa di Bologna (ancora Melloni) <>. Ora certamente Chiesa e Città devono uscire da indifferenze, scetticismi, immobilismi, veti incrociati… sia al loro interno, sia reciproci: la lista è lunga. Benvenuto e buon lavoro a don Matteo.
Comunque invito tutti alla verifica sperimentale. Acquistate ogni settimana qualche rivista femminile, di vario livello, o di generico gossip. E contate quanti servizi/articoli/storie ci sono su genitori dello stesso sesso, transgender, maternità surrogata e via andando. Provate. E’ una strategia precisa. Fa mentalità, normalità, quotidianità. Stessa storia nelle fiction tv di livello “medio”. Nulla su famiglie poligamiche. Non hanno ancora lo stesso potere contrattuale.
scusa Luigi, sono scomparsi i virgolettati!
Mah, noi (a Bologna) stiamo ringraziando di cuore per il regalo di questo Vescovo (e so anche gli amici siciliani, alcuni buoni conoscitori di don Corrado). Quindi lasciamo stare queste acredini “da contrapposizione” (leggevo <>.). E’ molto banale “pesare” e giudicare – oltre al tratto di storia che lo ha visto nel ministero – anche il cuore, la saggezza, del vescovo, del prete, alla fine della persona… Però, detto questo, abbiamo bisogno di valutarla, quella fase di storia della Chiesa che un vescovo ha caratterizzato. Questo dobbiamo farlo, anche perché è necessario per ricostruire la strada fatta e discernere quella da fare. Oggi dobbiamo reimparare a guardare avanti. E la fase di storia che abbiamo attraversato negli ultimi 47 anni a Bologna ci ha imposto una dura normalizzazione. Nel 1968 per eliminare in un colpo il Vescovo moderatore del Concilio e il suo Vicario generale (cito Melloni, che ieri scriveva:) “successe a Bologna ciò che non è capitato in nessuna altra diocesi del mondo. Ci fu una cesura di una violenza inaudita. Un complotto di palazzo, episcopale e apostolico. Una vicenda senza precedenti …”, che ha lasciato questa Chiesa di Bologna “una Chiesa “papalina”: con un clero impermeabile nella sua santità e nella sua pragmaticità. Federazione di paesoni che oggi prende il nome di città metropolitana, ma fatta di botteghe “spirituali” che si ignorano, in un “vivi e lascia vivere”. Se il vescovo che viene si occuperà di loro, gli apriranno la porta, e forse gli lasceranno fare almeno il tentativo di fare delle botteghe una chiesa. Se viene a far altro lo lascerà fare (lo si è visto con Biffi) e farà quel che ha sempre fatto, con disciplinata indifferenza, aspettando che si stanchi, si arrenda, vada via o crepi”. Ora certamente Chiesa e Città devono uscire da indifferenze, scetticismi, immobilismi, veti incrociati… sia al loro interno, sia reciproci: la lista è lunga. Benvenuto e buon lavoro a don Matteo.
Non si dice poligamia che fa arcaico si dice poliamore, scambismo, coppia aperta, ne parlano eccome se ne parlano. (l’ondata arriverà tra un po’ fidatevi)
Ecco, per esempio, “La Stampa” titola:
“nozze gay, i tweet omofobi del giudice”
ed ecco i tweet, in cui io non vedo traccia di omofobia
http://www.lastampa.it/2015/10/27/multimedia/italia/nozze-gay-i-retweet-antigender-del-giudice-DaexPtBavSk1AF0YZTqPUP/pagina.html
Il concetto è “contrarietà alla omogenitorialità=omofobia”. Semplice, no?
Cara Sara, hai ragione, poligamia è per gli islamici ma quelli ancora non contano niente dal punto di vista comunicativo. Poliamore invece è molto occidentale. In Brasile, mi sembra, già si stanno portando avanti (ho letto l’altro giorno): tre donne, due donne e un uomo… Però ci vuole il suo tempo. Bisogna anche trovare una serie di casi limite che facciano impressione/compassione da usare come arma di sfondamento.
Per le richieste di riconoscimento formale siamo ancora indietro. Siamo ancora al livello: lo scambismo fa bene alla coppia. E l’orgia come pratica di liberazione dei desideri profondi non la vogliamo considerare?
I gay non sono discriminati???? Lo dicevano anche i sudafricani bianchi riferendosi ai neri, durante l’apartheid.
Finché non ci saranno le unioni civili per i gay, i gay sono e saranno discriminati. E sappiamo tutti che il mantra basta già il codice civile è una stupidaggine.
Picchio ti rendi conto di quanto sia ridicolo paragonare l’apartheid con la situazione delle persone omosessuali in Italia?
Rosa tocchi un sacco di temi. Però secondo me il legislativo deve affrontare via via le sfide che la società chiede. Lasciarle ai giudici perchè cosa non prevista dall’ordinamento è controproducente per qualunque tematica.
Non è per nulla ridicolo. È ridicolo l’accanimento con cui molti continuano qui in Italia a boicottare le unioni civili.
Esatto Manuel.
E poi di che avete paura? Che il marito vi scappi con il suo migliore amico? Che l’umanità si estingua?
Stiamo “stranamente” (!) andando fuori tema.
Rifuggiamo forse l’odore di pecora? 😀
Personalmente ho paura solo della mia coscienza, e di quando un giorno mi sarà chiesto conto del fatto che ho visto spacciare per bene il male, e per amor di tranquillità sono stata zitta. Perché sul come vengono trattati i bambini il Vangelo è durissimo, e “ordinarsi” un figlio secondo le proprie esigenze e non secondo il SUO diritto ad avere un padre ed una madre è un atto OGGETTIVAMENTE di una violenza per me intollerabile.
Ho letto la decisione del Consiglio di Stato e mi pare giuridicamente impeccabile. D’altronde, il punto davvero controverso non era quello sostanziale (è legittimo o no trascrivere i matrimoni contratti all’estero da persone dello stesso sesso; è pacifico che non lo è, sulla base del Codice civile, prima ancora che della Costituzione), ma quello formale (è legittimo che il Prefetto annulli gli atti assunti dal Sindaco nelle vesti di ufficiale di stato civile, oppure lo può fare soltanto il giudice civile?). Le critiche, non a caso, sono ad personam, non nel merito, e oltretutto omettono di ricordare che il collegio è composto di 5, non di 3 membri, per cui presidente e relatore avrebbero potuto essere messi in minoranza.
“Che il marito vi scappi con il suo migliore amico? ”
Ma no anzi l’amico lo invitiamo e ci divertiamo in tre.
per me invece è intollerabile che alcuni propongano che nella proposta di legge non ci sia la stepchild adoption.
Si offende per il sessismo al sinodo, poi che due uomini usino una donna come una gallina da batteria le pare un progresso.
Basta che le dicono che è moderno,,,,
per me invece è intollerabile che alcuni propongano che nella proposta di legge non ci sia la stepchild adoption.
Picchio, lo sai che mi deludi? Cioè per te è intollerabile che qualcuno abbia idee, opinioni, proposte diverse dalle tue? E NON DEVE NEPPURE ESSERE TOLLERATO?
Io ne ho visto di estremismi, ma fino a questo punto…. mah!
L”utero in affitto è una pratica non legale in Italia, anche se ci fosse l’adozione.
E poi se la donna è d’accordo, non è certo una gallina da batteria.
Per rosa è intollerabile una cosa, per me un’altra , tutto qui.
Non deve essere tollerato perché paragonano l’omofobia al razzismo o all’antisemitismo.
(da lì il paragone gay = nero in sudafrica)
“L”utero in affitto è una pratica non legale in Italia, anche se ci fosse l’adozione.”
Ma dai Picchio per voi una legge è vecchia il giorno dopo, sa quanto ci vuole a cambiarla.
Sull’utero, adesso dite tanto la legge lo impedisce, fatti i matrimoni cambierete la legge sull’utero.
Fides, la persecuzione nei confronti dei cristiani non è solo quella delle minoranze in Terra Santa o in Siria. Anche per chi vuole vivere in sintonia con un’idea del mondo, della Chiesa, e della vita coerentemente con la propria coscienza e la propria fede, e non condivide le idee di uso corrente, è perseguibile di reato, e ridotto al silenzio.
Il solo richiamo ad un ritorno verso una CHIESA che non sia una casa senza chiavistelli (metafora dell’odierna concezione di famiglia) una sorta di Chiesacommunio anziché di “communio sanctorum” , così, come Dio comandò perché , tali siamo: un “popolo santo” non per nostro merito, ma per dono…ebbene, è definito insipiente, stolto, immaturo e una caterva di epiteti. Indegno di una Chiesa finalmente “moderna”, dove si esige che il cristiano sia “scafato”, cresciuto, emancipato, artefice primo del proprio domani nel tempo e nell’eternità…un cristiano che sa già tutto, e di Dio ha molto poco bisogno.. Un De Prufundis al passato ed un inno al sol dell’avvenire…
Chi usa parole come “apartheid”, equivalente di “ghetto”, oggi, nel 2015 per cucirlo addosso alle persone omosessuali, ebbene, non ha la più pallida idea di cosa stia dicendo, o quanto meno cosa sia un ghetto, o la condizione di un essere umano all’interno del medesimo. Penso sia una strumentalizzazione impropria, oltre che infelice, che non rende giustizia. Il ghetto, come per l’apartheid, è un luogo di dolore e abbrutimento. Perciò parlare del mondo gay come di un “ghetto” è un falso ideologico.
Cara Clodine, tu hai lontanamente idea di quanto, ancora oggi, siss’, ancora oggi , anno 2015, la condizione di persona omosessuale possa essere ridotta con ferocia persino inconsapevole ( il che è peggio ancora) a un luogo perenne di dolore e abbrutimento?
Non tutto è glamour, lustrini, gay pride e lobbies favoleggiate.Anzi, questa è una esiguissima minoranza. Vai in uno spogliatoio di pallone di ragazzini delle medie e renditi conto che le cose non sono poi così diverse da quando eravamo ragazzini noi.
Proprio oggi, anno 2015, in questo cattolicissimo blog tra i piu’ moderati, capita incocciare qualcuno che usa con voluttà da taverna, fiero di poterlo fare e di rivendicarne la purità culturale, figurati nella normalità quotidiana dove ci si sente intoccabilmente a posto.
Questa è la verità. altro che falsi ideologici.
ops, ho dimenticato il complemento oggetto: usa con voluttà da taverna , fiero di poterlo fare e di rivendicarne la ” purità culturale ” il termine “ricchione” ecc ecc
La Chiesa è attenta alle persone omosessuali e molti punti erano presenti nell’Instrumentum Laboris del Sinodo circa la formazione di progetti pastorali di riflessione e ricerca teologica per altro già da tempo in atto nella Chiesa…parlare di ghetto, di apartheid”, francamente…
Cioè nell’aparttheid i neri non potevano salire sugli autobus.
In Italia con un tweet hanno boicottato Barilla e Dolce e Gabbana, hanno fatto togliere lo scaffale con la scritta Gender alla Feltrinelli (la scritta Gender si sono scusati l’avevano messa nel significato originario di gender studies ma l’hanno dovuta togliere lo stesso).
http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/09/22/foto/milano_reclami_per_la_sezione_gender_la_feltrinelli_cambia_il_cartello-123391442/1/#1
La protesta è partita da un blog che conosco da anni, due richieste e la Feltrinelli ha cambiato l’etichetta.
Courtney Love ha bruciato pubblicamente i vestiti di Dolce e Gabbana in segno di protesta, bruciato, li ha messi in un secchio e gli ha dato fuoco.
Che poi Dolce e Gabbana sono gay anche loro eh….
Sì, la Chiesa, generalmente, lo è.
Abbiamo anche incontrato direttamente qui la voce di qualcuno che, per mandato e incarico del vescovo, esprime tutta questa attenzione e questa sollecitudine. Uno tra molti.
Ma tra molti laici cattolici, permane radicatissimo il ” che non si facciano vedere” e la foglia di fico del ” massimo rispetto alla persona “, il che non esime dal dire alla spalle della medesima ogni tremenda e infamante, per quanto devotissima cosa. Qualcuno mi deve spiegare in che modo si possa esercitare il massimo rispetto e delicatezza nei confronti di una persona e contemporaneamente bollarla di vivere contro natura.
Per nostra scomodità, molti omosessuali non hanno piu’ assolutamente intenzione di restarsene nell’ombra, e non si accontentano di una espressione bizantina per accettare una realtà che è tutta diversa. Diciamo che la Chiesa istituzione , in questo campo, e nonostante le necessarie e doverose prundenzissime, è assai più disponibile e sensibile di molti laici che – non si sa perché- si limitano ad alzare barricate.
C’ è una apartheid ogni qualvolta una società che si è sviluppata seguendo determinati canoni riconosciuti come validi, mette all’ angolo degli individui considerati fuori dagli schemi comuni.
In questo senso, non vedo differenza fra l’ apartheid praticata nel sud Africa nei confronti dei neri e l’ apartheid MENTALE che si manifesta verso popoli considerati diversi, e verso gli omosessuali, sempre visti come non-normali e, ancor peggio, peccatori.
I nazisti, nel loro folle delirio di rendere pura la società universale, mandavano nelle camere a gas gli ebrei, gli omosessuali e gli zingari.
Altro che apartheid !!
Anche noi, buoni e puri, facciamo apartheid, ma non vogliamo ammetterlo.
Se poi prendiamo a pretesto la religione per farne un comodo scudo alla omofobia, allora più che di apartheid si deve parlare di ipocrisia farisaica. Dovremmo guardare bene dentro la nostra coscienza per definire il limite fra l’ omofobia e il fariseismo.
Entrambi sono peccati al cospetto di Dio, ma il secondo è un peccato più grave .
Forse nel piccolo posso verificarsi fenomeni di quel tipo..ma nel grande..estitono organizazzione ad alti livelli che hanno molto poco a che vedere con la realtà dei ghetti. Esistono obiettivi volti a promuovere l’ideologia omosessuale, obiettivi e strumenti volti a l’indottrinamento degli studenti nella scuola pubblica, limitarne la libertà di parola, ottenere un trattamento speciale e interferire con la libertà di associazione.
Esistono i sostenitori dell’agenda omosessuale: cercano diritti speciali per gli omosessuali che gli altri non hanno, come l’immunità dalla critica (discorso di odio/ crimini di odio). L’agenda omosessuale è la più grande minaccia al diritto di libertà di parola oggi: vietare e proibire terapia di conversione, soprattutto tra gli adolescenti. legalizzare l’omosessualità ,insistere sull’adozione di bambini omosessuali , spingere l’agenda omosessuale nelle scuole, forzare il “matrimonio gay” nella società, promuovere l’agenda transgender , imporre una perdita, su larga scala, della libertà di parola.
Ho fatto ricerche sul tema e quello che ho scoperto non mi piace, così come non mi piace stare alla mercè del tiranno.
“Rendi gli uomini mezze donne e le donne mezzi uomini, così governerai facilmente su mezze cose”
(Mao Tse-tung).
Temo che tutti coloro che si rinserrano nei loro coni d’ombra, celandosi e nascondendosi perché ben consapevoli di quanto ancora forte sarebbe la condanna e la emarginazione nei loro confronti, a partire magari dalla amorevole famiglia, se ne facciano baffoni delle politiche di marketing pubblicitario, della Feltrinelli e di Dolce e Gabbana…..
Per lei è facile Lorenzo, non è Dolce e Gabbana…
Han dovuto ritrattare, che poi La Love è etero e loro gay, una etero che brucia i vestiti di una coppia gay perché loro non sono abbastanza gay.
Per questo si dice che è un’ideologia dai è talmente evidente che va al di là delle persone…
“Legalizzare l’omosessualità”?????????
Guardi, Dolce e Gabbana sono una delle aziende dal marketing piu’ aggressivo e spregiudicato che esista, e sulla gayetudine dei loro creativi ci hanno marciato in lungo e in largo, commercialmente parlando. Quindi, commercialmente, non credo che susicitiino moti di commozione…..
“sulla gayetudine” perchè a volte si può scherzare sulla gaytudine altrui….
No, sono stati Dolce e Gabbana a fare dell’essere gay un appeal di marketing.Poi, se vuole continuare a fingere che essere omosessuali nella condizione di Dolce o di Gabbana sia la stessa cosa che esserlo nel paesino della provincia italiana, si accomodi pure.
sono stati Dolce e Gabbana a fare dell’essere gay un appeal di marketing
Ma che dice? Hanno vestito un sacco di donne etero, che poi nel mondo della moda siano tutti gay è la regola, da Tom Ford in giù.
l’infelicità non viene dal di fuori, non viene dall’essere gay o etero, ma dal di dentro. Non sono gli altri a recarci danno, ma noi stessi possiamo farci i più gravi mali. Per dirla con Socrate :” chi è buono ha nella sua bontà la maggior difesa dal male e nessuno lo può scalfire” .
Vabbè, capita l’antifona. Sempre quella è.
Statemi bene .
Tornando in tema ripropongo l’articolo di Diamanti:
http://www.repubblica.it/vaticano/2015/10/28/news/ma_il_papa_piu_amato_non_porta_consensi_a_una_chiesa_sotto_assedio-126039401/
Più il Papa piace più aumenta la distanza con la Chiesa, detto anche da De Rosa la settimana scorsa. (Avevo postato: in pratica il Papa parla alla gente saltando del tutto i corpi intermedi parrocchie, vescovi anche il laicato impegnato stile Renzi insomma).
A me sembra interessante come fenomeno.
Molto interessante…
Insomma tutta questa simpatia e odor di pecore non porta alla conversione dei cuori.
Su tutto il discorso di ieri pomeriggio concordo con gli interventi di Rosa e Clodine.
Certo che… se nel post dedicato da Luigi alla sferzata data dal papa alla Chiesa Italiana con le nomine episcopali di Palermo e Bologna, dopo poco tutta l’attenzione scivola rovinosamente fuoritema, verso i vecchi battibecchi di pseudo-morale sessuale, si capisce facilmente perchè certe nomine e certi papi non gratifichino questo pianerottolo…
“Più il Papa piace più aumenta la distanza con la Chiesa, detto anche da De Rosa la settimana scorsa. (Avevo postato: in pratica il Papa parla alla gente saltando del tutto i corpi intermedi parrocchie, vescovi anche il laicato impegnato stile Renzi .”
Non è vero per niente che il Papa salti i corpi intermedi.
Il Papa parla a tutti, gerarchia compresa.
È solo che certi vescovi e preti, ma non tutti, abituati ad ascoltare quel che passava il convento, ci si erano affossati. Erano stati abituati male.
Oggi vengono spronati ad agire, a mettersi in campo in prima persona, a fare meno teoria e più pratica, e questo a loro non piace affatto. Stavano seduti e volevano restar seduti. Dunque, questo Papa “nuovo” non può piacergli più di tanto.
Grazie a Dio ci sono molti preti che da prima che arrivasse papa Francesco seguono il Vangelo fattivamente e non teoricamente.
La Chiesa va avanti soprattutto grazie a questi umili preti, che scendono anche in strada senza aspettare che nessuno glielo dica.
“L’attuale papa parla ai singoli, alla persona, all’individuo. Non parla mai alle categorie: i poveri, i malati, i bisognosi. Questo perché ha capito che nel mondo la grande mutazione antropologica ha fatto in modo che i corpi intermedi sparissero a beneficio di una dimensione soggettiva e individuale. La Chiesa è rimasta indietro perché difende i corpi intermedi come la famiglia, il sindacato, la parrocchia, il borgo, corpi essenziali che però stanno scomparendo. Ecco perché questo papa usa la sottigliezza psicologica per parlare a tutti e in definitiva al singolo.
Le parole precise erano queste. io facevo il paragone con Renzi che ha liquefatto il partito e i sindacati e punta direttamente all’elettore.
Diamanti mi pare che confermi questa impressione.
Infatti siamo messi male Angelone. Non possiamo che sperare nelle generazioni future.
Ha ragione Angelone. Ma, vede, mi son distratta e, soffermandomi su una personale riflessione in merito a questa sorta di teodicea dal basso,ebbene, non credo sia “lana caprina” esprimere quella sensazione di sconforto che si avverte quando ci si rende conto che tutto quanto s’intende per “valori” sia, oggi, affetto da una sclerosi progressiva. Un indurimento che non risparmia nulla e nessuno neppure i fondamentali principi etici del fare il bene e fuggire il male, che vengono misurati con un metro puramente soggettivo: ognuno se li fa e se li distrugge; E’ un fenomeno che colpisce anche molti uomini di Chiesa i quali tutto sintetizzano, tutto “spiegano” attribuendo a fatti ,anche in materia grave , quell’aura di fatalistica, spaesata, giustificazione e annaspano in “zona cesarini” su questo o quel passaggio del Vangelo nel tentativo di trovare una sponda: lo stiracchiano quasi a deformarlo, scavalcano a piè pari Magistero ,dogmi e pure Deus Pater omnipotens. Insomma, va di moda il prete che non si sente in difficoltà dinnanzi a niente. Il super eroe avanguardista che, lontano dal modello di Chiesa patriarcale, dei riti, verticista, che impone dottrine e regole, all’uopo , non potendo unire in matrimonio due divorziati si sostituisce volentieri al Sindaco, vantandosi , del tutto arbitrariamente, di obbedire a Gesù Cristo stesso.
Anche se quanto fin qui detto non è riferito alle due nomine ,anzi, ho letto con piacere la bella intervista di Luigi all’ Arcivescovo di Roma al quale faccio un in bocca al lupo per l’imminente impegno pastorale, tuttavia diffido, in linea di principio, da questo modello di Chiesa che gestisce il Sabato e pure la Domenica .
Ritengo che nessun avanguardismo, più o meno profetico, sia avallabile…il motivo, a mio avisso, è da ricercare in quel “fumo di Satana”, o luciferina presenza capace di ottundere, ammorbare la vita della Chiesa: presenza, alla luce della quale il recente Sinodo – tutt’altro che disteso, per nulla terminato in “tarallucci e vino”- ha rivelato aspetti di mediocrità, ’intelligenza senza umiltà, scienza senza pietà, e religione senza la fede.
“Diamanti mi pare che confermi questa impressione.”
A me non pare, Sara. A parte il fatto che il Papa parla a tutti, categorie e individui compresi ( basti pensare al discorso ai migranti, a Lampedusa, o al pranzo offerto ai bisognosi in Vaticano, o recentemente al discorso rivolto ai nomadi), Diamanti fa un altro discorso.
Dice, in sostanza, che Francesco è TROPPO amato dal popolo, sia quello cristiano-cattolico sia quello che aderisce ad altre religioni.
E questo non piace ad una “Chiesa-fortezza” che si sente minacciata dalla cultura del consumo, ovvero dalla secolarizzazione e dalle altre religioni.
La Chiesa, in definitiva, vorrebbe avere l’esclusiva della Verità, non essere accostata ad altre religioni, a costo di essere meno popolare e meno amata dal mondo.
La Chiesa diffida, dunque, di un Papa che abbia un così largo consenso.
La qual cosa per me è un bel controsenso.
Correggo: …diffida di un Papa che HA un così largo consenso.
Ciao! “La Chiesa che diffida di un Papa con un così largo consenso” è però solo la Chiesa che si percepisce “come fortezza” (cito Marilisa e sono d’accordo). Ma – senza cadere nel tunnel definitorio “chi è la Chiesa: l’adunata oceanica, la simil-setta, o noi della messa delle 18.30?” – mi viene da dire che dietro il percepirsi fortezza, il sentirsi in obbligo di giudicare e condannare, non ci sia solo un taglio spirituale (scherziamoci su: giovanneo/agostiniano e non … Ignaziano!); una formazione personale ed ecclesiale. Che rispetto molto anche se non sono le mie. La mia è per intenderci questa:“Ora più che mai, certo più che nei secoli passati, siamo intesi a servire l’uomo in quanto tale e non solo i cattolici; a difendere anzitutto e dovunque i diritti della persona umana e non solamente quelli della Chiesa cattolica. Non è il Vangelo che cambia: siamo noi che incominciamo a comprenderlo meglio […] È giunto il momento di riconoscere i segni dei tempi, di coglierne l’opportunità e di guardare lontano”.
Dicevo, secondo me dietro il sentirsi Chiesa fortezza c’è secondo me il timore di perdere qualcosa, o molto. E niente di spirituale, per intenderci, ma tutte cose ben terrene: finanze, privilegi, entrature, appoggi. E la paura porta in secondo piano anche il sano realismo che dimostrerebbe che tanto i tempi della Chiesa-sistema dominante, della cristianità come assetto sociale, sono finiti. Io non ne avrei neppure nostalgia, perché fanno ostacolo al Vangelo. Ma non conta: qualcuno si sente destabilizzato. Quindi secondo me il consenso a questo papa è irrilevante, e lui è il primo a saperlo. Chi è infastidito da Francesco in realtà soffre il suo servizio – tutto sommato logico e sincero e necessario – di risvegliare la Chiesa (tutta intendo stavolta) dal sonno astorico degli ultimi famosi 200 anni, in cui ci eravamo scordati di essere popolo di Dio, in cammino, senza imperi nè eserciti, nè imperatori nè guide sacralizzata…
Perfettamente d’ accordo, Angelone.
Forse dopo 200 la nostra bella addormentata si sveglierà… Basterà un bacio?
Ce ne vorranno parecchi! 🙂
Il “Popolo di Dio”, Angelone, umanamente parlando, è composto da cristiani, i quali dovrebbero iniziare da sé stessi a compiere un bel cammino interiore di conversione. Ma non basta la”buona intenzione”: inefficace e insufficiente; Le strutture, le forme esterne della Chiesa rendono difficile se non impossibile realizzare le “buone intenzioni”, sia che il Pontefice si chiami Leone XIII piuttosto che San Giovanni XXIII o Bergoglio.
Contrariamente a quanto si pensi gli sforzi di rinnovamento in questi 2000 anni in seno alla Chiesa Cattolica ci sono stati. Lei parla di fortezza in riferimento alla struttura esterna: pensa sia stato facile passare dal paganesimo al cristianesimo? “diventare tutto a tutti”; riformare Liturgia (dalla messa domestica a quella in Basilica), predicazione, catechesi, adattare un linguaggio comprensibile… Lo sa quante eresie, movimenti, dispute teologiche, riforme monastiche e quant’altro ha dovuto affrontare la Chiesa per sopravvivere prima di approdare al Concilio di Trento, al Vaticano I, e al Vaticano II ? E pensa sia facile, per la Chiesa di oggi, riportare l’Europa secolarizzata a riscoprire le sue radici cattoliche?
Perciò, voglio dire, La Chiesa è pellegrina e cammina con la Storia e questo a motivo del carattere umano e dell’adattamento meccanico.
Ma la possibilità che resti ” usbergo”, fortezza, pietra (d’inciampo) anche in mezzo a mille ostacoli , lo esige il Signore della storia: Dio stesso , per Grazia la sostiene e l’ha messa a parte dal mondo e così sarà fino alla fine del tempo.
La Chiesa è sempre stata mantenuta “a parte” dal mondo, è Dio stesso a mantenerla, a proteggerla. La sua segregazione [giusto perché parliamo di fortezza”] non la può abolire nessuna potenza esteriore, nessuna volontà umana. Tutto il messaggio del Nuovo Testamento è sostenuto da questa fede. Per quanto fiaccata, umiliata, sottomessa, indebolita, La Chiesa è industribile, perenne, “una fortezza”, giusto, ha detto bene Angelone…cerchiamo di trovarvi un riparo sicuro anziché demolirla certi che “le porte del Regno dei morti non prevarranno su di essa”.
@indistruttibile
« O umiltà! O sublimità!
Tabernacolo di Cedar, santuario di Dio;
abitazione terrena, celeste reggia;
dimora di fango, sala regale;
corpo di morte, tempio di luce;
infine, rifiuto per i superbi, ma sposa di Cristo!
Bruna sei, ma bella, o figlia di Gerusalemme:
se anche la fatica e il dolore del lungo esilio ti sfigurano,
ti adorna tuttavia la bellezza celeste ».
San Bernardo di Chiaravalle, In Canticum sermo, 27, 7, 14
La chiesa è nel mondo ma non del mondo. Dio non la tiene affatto preservata, a parte, come quello che sotterra il talento invece di investirlo.
Chiesa sporcati le mani nel mondo. Dio è lí pronto a ripulitertele.
Dire che la chiesa è segregata è molto grave secondo me. Di un mondo a parte Dio non sa sa cosa farsene.
Il lievito e il sale si mescolano ai cibi. Se no nulla lievita e nulla ha sapore.
La Chiesa è stata istituita da Gesù per restare in questo mondo e farlo permeare dell’ Amore di Dio. Chi vuole farne un’ Istituzione tutta spirituale localizzata nelle nuvole lassù sbaglia.
La Chiesa è quaggiù e deve camminare fra gli uomini e con gli uomini.
Senza temere quelli che professano altre religioni. Senza voler essere una fortezza ben chiusa.
Non questo voleva Gesù.
C’ è lo Spirito Santo a preservarla dai pericoli.
Ma se gli uomini vogliono che resti una fortezza chiusa, riservata agli eletti, non si sono capite le parole del Cristo: andate e dite a TUTTE le genti quel che io vi ho detto…
Gesù voleva che il suo messaggio fosse portato a tutto il mondo.
Da una fortezza recintata non può uscire alcun messaggio.
Ecco perché questo Papa ha aperto la Chiesa-fortezza per impostare un vero dialogo con le altre religioni. Se i frutti ancora non si sono visti del tutto e come si vorrebbe, non importa. Proseguendo in questa strada verranno pian piano. La Storia umana è fatta di piccoli passi.
«Voi siete nel mondo, ma non del mondo.
Voi siete per il mondo!»
(Gv 15, 18-21)
Questo è il testamento spirituale di Nostro Signore dal quale partire. testamento imprescindibile valido per tutti i tempi, passati e a venire.
Poi, se vogliamo strumentalizzare le “categorie umane” con le quali tentiamo di spiegare goffamente cosa voglia dire, per la Chiesa , essere “nel mondo”- ma -non “del mondo” e “per il mondo” , allora il discorso cambia.
Si è “nel mondo” in corpo e anima , Essenza e forma – vale per la Santa Chiesa come per ogni essere che sìincarna in questo eone. Da questo principio non ci si può sottrarre.
Tuttavia
Essenza e forma, corpo e anima, non possono essere messe sullo stesso piano, ma vanno necessariamente viste nella loro differenza altrimenti con quale criterio si riuscirebbe a discernere ciò che è empirico da ciò che è ontologico, metafisico, che trascende. Per questo la forma muta, diviene con la storia MA: nessuna “forma” reale, storica, è in grado di abbracciare l’essenza. Da questo “asserto”, se ne deduce che , solo se, nel mutare della sua forma storica percepiamo come DISTINTA la sua ESSENZA immutabile, noi riusciamo a cogliere la Chiesa reale . Per questo ho definito “fortezza” “usbergo” quella parte immutabile o ESSENZA che nessuna volontà umana può sottrarre, né distruggere, in virtù della quale siamo “nel mondo” come pellegrini attraverso i rigori di una storia di pena e di peccato. Ma non “del mondo” perché è fondata su un atto salvifico, fedele di Dio che la fa esistere. Perciò DIO è DIO, noi siamo la Chiesa che è, e resta , una communione di peccatori riscattati e santificati grazie al sangue versato da Gesù Cristo.
Perciò, una comunità che non professa questa fede, che non crede, non è Chiesa. La Chiesa è luogo e patria della fede, fatta da uomini concreti,che sono nel mondo, che si decidono in modo radicale di optare per Dio, in Cristo.
Ed è messa “da parte”, proprio così , la Chiesa è “messa da parte” perché è assai di più di ciò che appare. La visibilità della Chiesa non è che la punta di un iceberg in cui ” il visibile vive nell’invisibile” , che è il grosso, la parte essenziale , dominante oserei dire. Anche noi, che ne siamo il Popolo, o il Corpo, o l’edificio Spirituale [ tante caregorie in uso] non siamo “un popolo” un “Corpo” qualsiasi….ma…un Popolo, un Corpo, un edificio SCELTO.
Per questo NON siamo, né la Chiesa E’ : un fenomeno sociologico come molti altri, un’organizzazione religiosa come tante altre da favorire o da combattere da ignorare o puramente “tollerare”- fra molte altre, come ce ne sono a bizzeffe-
Guai a Lei quando si perde nel visibile, guai sé dimenticasse Colui che l’ha scelta e lha messa da parte e si mettesse invece al livello di altre organizzazione ritenendosi “un fattore di propaganda per crescere ad intra e ad extra , o un’associazione in cerca concorrenza ..guai…
Se fossimo del mondo
“ il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia”
(cfr. Gv 15, 19).
Le perscuzioni che ancora oggi viviamo, noi cristiani, e sotto molteplici aspetti mi sembra la prova provata che gran parte del mondo è contrario a Cristo, né vuole accettare la missione redentrice del Figlio di Dio: si concepisce e si sente autosufficiente e di conseguenza esclude o nega ogni “supremazia” di Cristo.
Come disse Benedetto XVI nel suo bellissimo discorso a Friburgo in cui vide nella Chiesa il pericolo di lasciarsi condizionare dalle sue regole e dai suoi scopi: “Una tale «compromesso» con il mondo provoca inevitabilmente un offuscamento una relativizzazione del messaggio cristiano”
Ma siamo per il mondo
“Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi.”
(cfr. Gv 20, 21).
Mi sembra che a causa del contrasto o del conflitto con il mondo, a noi cristiani, dopo 2000 anni spetti un compito molto arduo, oltre che profetico: guardare il mondo da «giù» in «su», dal «basso» verso l’«alto», andando oltre.. ben sapendo che il messaggio non sarà mai percepito senza una precisa volontà umana e il legame che include la vita presente con la vita eterna, sarà come sempre relativizzato…
Diciamo che spesso il mondo non ci ama perché non facciamo nulla di utile se non del moralismo da quattro soldi. Chi invece applica il vangelo è sì perseguitato ma ottiene anche anche una misura traboccante…
Dio non abbandona chi lo serve. Chi invece non contribuisce al Regno ma fa solo chiacchiere nulla ottiene. Come quel famoso fico pieno di foglie, bellissimo ma senza frutti che seccò dalle radici.
“o Dio o l’Io, tertium non datur” diceva Sant’Agostino
Caro Petrus, io penso che il Vangelo secolarizzato diventa uno strumento inutile perché ideologico, e la Chiesa, se vuole restare “vera Chiesa” deve mantenere in ogni corso e decorso storico il suo volto originario, la sua struttura fondamentale così come le è stata data dall’azione salvifica di Dio in Gesù Cristo. Eppoi, detto tra noi, alla luce di tutto quello che accade, a fronte di quest’infatuazione per il mondo, ma cosa dà in cambio il mondo agli uomini di Chiesa, alla Chiesa …tu diresti “Tutto”..
.. sì sì proprio tutto (“omnia tibi dabo”), ma ad una condizione: “si, cadens, adoraveris me” (Mt., IV, 8-11). E’ qui sta la grande eresia: chi ha intelligenza comprenda !
Ti voglio dire ancora di più Petrus, perché ti voglio bene…Leggi tutta la prima lettera di San Giovanni Apostolo e rifletti sul capito 1° e 4° ; scoprirai perché il mondo ci odia: ci odia perché ha odiato Cristo prima di noi…
A volte il mondo ci odia parche siamo odiosi.
Altre volte perché applichiamo il Vangelo.
Nel primo caso il mondo fa bene.
Nel secondo caso il mondo fa male.
Ma nel secondo caso oltre alle persucuzioni Gesù promette molti frutti. Da questo riconosci la verità e dove la persecuzione deriva dall’applicare il vangelo.
Quindi bisogna saper distinguere.
Non tutti quelli che attaccano la chiesa hanno torto a prescindere.
Ringrazio di cuore Clodine per gli interventi saggi e luminosi.
Ognuno vorrebbe la chiesa a propria immagine, ma quello che conta è la volontà del Signore.
Ma, sai Pietro, per formazione, o deformazione , forse per esigenze scolastiche avendo frequentato da ragazza l’Artistico e anche nel percorso che seguì, ho l’attitudine ad osservare. Esiste , in effetti ,e purtroppo, un apostolato rattrappito, incapace di misusarsi sulle necessità del prossimo e se ne sta all’ombra del campanile a ciuciullare sulle banalità…Dalle più grande articolate comunità alla più piccola aggregazione parrocchiale si assiste a invidie, miserie, beghe, gelosie. Mio padre, un comunista mangiapreti alla fine “pentito”, diceva che i cattolici a furia di mangiar sale han rovinato la minestra. E aveva ragione
Però non ci può, ne dobbiamo, soffermarci al chiodino arriginito della grande, meragliosa costruzione…
Invece, la riflessione che hai fatto sul fico non la condivido del tutto…la vedo stiracchiata…Non credo il Signore avesse fame. Eppoi, perché incenerire un fico che stava seguendo il corso della natura e in quella stagione non potevano esserci frutti su quell’albero.
Allora il senso deve essre un altro legato al fatto che l’unico miracolo che Gesù compie in Gerusalemme è una maledizione. Si avvicina all’albero, metafora della discesa verso Gerusalemme per vedere “caso mai ci trovasse qualcosa”. Ma non trovò che la morte. Come disse di Lui Geremia: “li mieto e li anniento, dice il Signore, non c’é più uva nella vigna né frutti sui fichi”
Gesù non aveva fame…
Clodine mi piace quello che hai scritto. Purtroppo non è solo un chiodino arrugginito…
Ma una cosa mi induci a chiarirla: se non sono uscito dalla chiesa è perché la amo. La amo di quell’amore disperato che hanno gli amanti rifiutati e che a volte diventa rabbia. Ma è un amore troppo forte per trasformarsi in odio.
Vedo l’acqua sporca e vedo il bambino.
Petrus nessuno la rifiuta nella Chiesa.
Mi ricorda tanto me quando ero ragazza…
E Cristo ama te, Petrus, dello stesso amore disperato che hanno gli amanti. Cristo ti ama, e ha cura di te e di tutti noi…
Un caro saluto a te Petrus, a Spiletti e Sara.
Ciao, buon proseguimento di serata…
“La amo di quell’amore disperato che hanno gli amanti rifiutati e che a volte diventa rabbia. ”
Il tuo amore, petrus, non ha ragione di essere “disperato”. Perché Gesù NON ha un amore ” disperato” per te.
Ti ama con tenerezza, invece. Proprio come con tenerezza ti ama il Padre.
A Dio e a Gesù devi volgere lo sguardo, petrus. Solo a Loro. Altrimenti, in che cosa consiste il tuo cristianesimo?
Pensa a quell’ amore tenero che per te bambino avevano i tuoi genitori.
Dio (Gesù) ha lo stesso amore per te e per tutti. SEMPRE.
Qualsiasi cosa ti dicano gli altri, tu DEVI credere che Colui che ha voluto chiamarti alla vita, ti ama sempre con tenerezza e mai ti respinge. Proprio mai.
Se così non fosse, il cristianesimo sarebbe una follia e Gesù sarebbe il più grande folle mai esistito sulla faccia della Terra.
Certo che Dio mi ama, ma il cristianesimo è una fede comunitaria. È non esiste una comunità disposta ad accettarti come gay.
Sei sempre ai margini.
Ma fa coincidere tutto quello che è con il suo essere gay come le femministe che si riducono solo a donne.
Voglio dire lei è petrus e’ qualche cosa in più.
Certo sara ma poi nessuno vuole un gay che fa catechismo, nessuno vuole un gay che viva la sua vita affettiva rispettosa e che poi frequenti liberamente la parrocchia. Nessuno davvero ti vuole se non fingi.
Le parole sono belle ma la verità è un’altra. Io faccio una vita raminga frequentando i pochi posti in cui posso essere me stesso sparsi per l’italia. Intorno a me dove vivo non ci sono parrocchie o gruppi che mi accettino. Fatto salvo stia ben zitto e non sollevi il problema.
Questo suo sentirsi sradicato si intuisce, per questo le ho detto l’altro giorno che tenere insieme Lourdes e il Cassero è difficile.
E’ normale che poi si senta spaccato, a me verrebbe più da suggerirle di fermarsi in qualche posto e portare avanti un cammino lì.
Poi entriamo troppo nel personale e non mi permetto.
Petrus, non so dove vivi. A padova c’è l’associazione
http://www.gruppoemmanuele.it/
che ha sedi staccate in molte città del Veneto.
Poi c’è l’associazione Gionata con gruppi in tutta Italia
http://www.gionata.org/i-gruppi-in-italia/
Magari già li conosci, ma questo pianerottolo è ampio, l’informazione potrebbe essere utile a qualcuno…
… intanto per parte mia, caro Petrus, un abbraccio e una preghiera al quel santo di cui non so il nome ma che certo ti sta accompagnando.
Io sono emiliano e a parte il gruppo di Bologna che ha resistito eroicamente a biffi e poi a cafarra non c’è nulla. La chiesa emiliana è molto chiusa. La “guerra” contro i rossi l’ha esaurita.
Devrei trasferirmi in un’altra regione. Marche, Toscana e Sicilia sono avanti per quanto riguarda l’inclusione. Esperienze piccole ma di grande qualità.
Il nord in generale non va… Il centro e il sud sono più accoglienti.
Gli amici dei miei sono inseritissimi in parrocchia e sono anche di casa, non parlerei di inclusione: sono amici e basta.
Uno dei due lavora in un vivaio e condivide con mio padre la passione delle piante, potano e seminano insieme e si divertono un sacco.
Ma hanno una vita di coppia?
Si vivono insieme.
Bene, una prova in più che il centro Italia almeno prova.
Paesino a sud di Mantova, vivo al centro ma sono originaria di Mantova.
Allora è un puro caso. Temo non faccia statistica ma mi auguro ugualmente di essere smentito.
Sono una coppia di mezza età, piuttosto solida e stabile, li conosco da 8 anni e stavano insieme giù da tempo, forse l’aver trovato sicurezza emotiva permette di costruire relazioni più solide senza timori e senza forzature con la comunità locale.
C’è da dire che non sono tantissime le coppie omosessuali dichiarate e stabili, io ne ho conosciute solo due se ci penso.
“Il vero cristiano disprezza il mondo e gode di essere disprezzato dal mondo.”
San Giuseppe Calasanzio dixit
Pensa che Dio disprezza così tanto il mondo da aver mandato il Figlio perchè ci facesse conoscere quanto il Padre ci ama.
Ci sono logiche mondane da rifuggire certo, ma Dio non disprezza il mondo. Lo ha costruito per noi.
Basta disprezzare, perchè si fa presto a passare al disprezzo per le persone.
Gv 3,16-17
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
Gode nel l’essere disprezzato per ciò che riguarda poteri, onori e ricchezze.
In questa accezione anche Papa Francesco rifiuta la mondanità, costruire relazioni di amicizia non è mondo, anzi può essere mondo irrigidirei nell’ostilità e nel rifiuto.
Irrigidirsi
Dio ha amato il mondo da dare il Suo Figlio, questo è ineccepibile.
Solo sembra che dimenticate, o vogliate non vedere, che “il mondo” ha tanto “disprezzato” il Figlio di Dio (e Dio stesso) da Crocifiggerlo, da ucciderlo, come la Parabola dei vignaioli malvagi …
A voi uomini e donne di “scienza” mi preme ricordare che il tema non è “l’amore di Dio per il mondo”, ma: l’odio del mondo verso Dio e verso gli uomini di Dio, poichè se hanno perseguitato (che è come “disprezzare”) Lui …
San Francesco godeva che il mondo disprezzasse lui e i suoi frati, per lui era l’indice che indicava che erano simili a Cristo, a Lui conformati …
Hai voglia a scrivere libri e articoletti …
Basta non correre il rischio di cadere nel dualismo gnostico manicheo.
San Francesco è stato anche molto amato in vita e ha ottenuto tanto, perchè Dio era con lui.
Insomma come promesso da Dio chi è perseguitato per il Vangelo ottiene anche molto. Moltissimo.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli »
Ma quello che mi preme qui è che non sempre la chiesa ha seguito il Vangelo e l’odio che nè è nato, non è legato al Vangelo ma agli errori della chiesa.
Bisogna discernere. In parte la chiesa se l’è cercata, trattando il prossimo con disprezzo. Lì non c’è nulla di evangelico.
Se si è disprezzati perchè si ha torto e non si vuole “capire” la colpa non è del Vangelo ma sono questioni umane che non mi sento di “santificare”.
Essere disprezzati perchè non si riesce a gestire il cambiamento e non si leggono i segni non è cosa apprezzabile.
http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/laudato-si-cosi-naque-la-piu-bella-poesia-del-mondo.aspx
Però petrus i segni dei tempi erano propri di una teologia nata nel dopoguerra uno dei periodi più fortunati della storia dell’umanità.
Lo stesso Gutierrez critico’ la Gaudium et Spes per un eccesso di ottimismo occidentale, oggi i segni dei tempi parlano di una crisi mondiale fortissima non è che può ridurre ogni discussione a quello che interessa a lei.
“Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male.”
Questi sono quelli che il Catechismo chiama i “Novissimi” o “Cose Ultime”.
Più teologico di cosi non si può …
A quelli di scienza e di Fede però non sorge la domanda: che fine hanno fatto nella predicazione della Chiesa?
Francesco è comodo per certi “usi”; scomodo per il vero fine …
Quanto poi questa è l’occasione per ricordare -a quelli di “scienza”- che San Francesco, nell’iconografia, è spesso rappresentato in meditazione con un teschio, oppure compare il teschio.
La meditazione della morte, la caducità della vita, la sua stessa vanità, il morire sulla Croce di Cristo.
Che fine ha fatto?
Oggi propongono “cicciobello” al posto del vero Santo. Che era anche un uomo duro ed austero in cose di teologia e di fede …
Vogliate poi perdonarmi la presunzione: non abbiate l’ardire di venire a “insegnarmi” San Francesco a me!
“Disse frate Masseo: “Dico, perché a te tutto il mondo viene dirieto, e ogni persona pare che desideri di vederti e d’udirti e d’ubbidirti? Tu non se’bello uomo del corpo tu non se’di grande scienza, tu non se’nobile; onde dunque a te che tutto il mondo ti venga dietro?”.
Udendo questo santo Francesco, tutto rallegrato in ispirito rizzando la faccia al cielo, per grande spazio istette colla mente levata in Dio; e poi ritornando in sé, s’inginocchiò e rendette laude e grazia a Dio; e poi con grande fervore di spirito si rivolse a frate Masseo e disse: “Vuoi sapere perché a me? vuoi sapere perché a me? vuoi sapere perché a me tutto ’l mondo mi venga dietro? Questo io ho da quelli occhi dello altissimo Iddio, li quali in ogni luogo contemplano i buoni e li rei: imperciò che quelli occhi santissimi non hanno veduto fra li peccatori nessuno più vile, né più insuffciente, né più grande peccatore di me; e però a fare quell’operazione maravigliosa, la quale egli intende di fare, non ha trovato più vile creatura sopra la terra; e perciò ha eletto me per confondere la nobiltà e la grandigia e la fortezza e bellezza e sapienza del mondo, acciò che si conosca ch’ogni virtù e ogni bene è da lui, e non dalla creatura, e nessuna persona si possa gloriare nel cospetto suo; ma chi si gloria, si glorii nel Signore, a cui è ogni onore e gloria in eterno».
Allora frate Masseo a così umile risposta, detta con fervore, sì si spaventò e conobbe certamente che santo Francesco era veramente fondato in umiltà.
A laude di Cristo e del poverello Francesco. Amen.
http://www.assisiofm.it/perch%C3%A9-a-te-perch%C3%A9-a-te-perch%C3%A9-a-te–3591-1.html
Guarda che il concetto di caducità e di vanità che tu riporti è fondamentale.
La questione del senso della vita dipende in gran parte dal fatto che ha una fine.
Ma francesco la chiama Sorella perchè aveva capito che non c’era da temere.
La morte è un’amica per il cristiano, la seconda nascita.
Io vedo non teschi ma luce anche qui.
Ho davanti agli occhi mio padre che dopo un intervento per l’asportazione di un tumore non è più lui.
Muore un po’ ogni giorno.
Cosa posso fare se non vedere con affetto questa Sorella che verrà a prenderlo per rigenerarlo a nuova vita?
Ok Ubi, quindi la Fides et ratio di San Giovanni Paolo II è lettera morta? Tommaso d’Aquino non era uomo di scienza a modo suo?
A me pare che tutti si rifacciano alla teologia o no, al sapere o no, alla ragione o no, a seconda del giorno e dell’opinione.
Sara sono d’accordo con te…
Cosa c’entra Sara? Io nei tuoi confronti cerco di esprimermi con la delicatezza che meriti, ma possibile che tu non riesca mai a cogliere il punto di ciò che dice altrui? (Io in questo caso).
La Fides et Ratio è teologia.Tommaso è la “Summa teologia”.
Il punto che io pongo è un altro, mo’ lo ripeto per l’ultima volta sperando che afferri:
c’è una Somma teologia, che è altamente accademica, quelladell’Aquinate, quella del grande teologo moralista San Giovanni Paolo II.
Trovano radici nella “teologia” della vita vissuta secondo la volonta di Dio, nel salire sulla Croce (il tutto condito con misticismi e visioni e contemplazioni estatiche comprese). Nulla vi è da dire!
C’è una teologia che si “suppone” -o dei supponenti- accademica, poichè fatta da conoscitori più che eccelsi della materia “accademica”.
Conoscitori che però non hanno una vita reale radicata nel Cristo; gente che Cristo non lo ha mai incontrato, nemmeno di sfuggita.
Topi da biblioteca che rincorrono se stessie/o qualcosa di cui dotteggiano, che la si fa per amore di se stessi, per ricevere il plauso del mondo, ma che non ha quelle radici di cui le dicevo.
Mi auguro che tu consideri finita la questione e non ponga più questo lezioso argomento
Io la faccio finita però noto che questa posizione l’hanno espressa anche Nino (primum vivere deinde filosofare mi disse due mesi fa), Matteo e Petrus stesso, quindi ne deduco che si rifiuta o si accetta “l’accademia” un giro si e un giro no.
Cara Sara, sono spesso stato indelicato nei tuoi confronti, fa d’uopo che io accetti, e ti perdoni, l’avermi paragonato alla stregua dei, da parte tua, sunnominati.
Comunque quello che voglio dire io è molto più semplice.
“Il vero cristiano disprezza il mondo e gode di essere disprezzato dal mondo.” San Giuseppe Calasanzio dixit.
Queste parole sono da prendersi in senso figurato, ché altrimenti devo credere che san Giuseppe Calasanzio, di cui sinceramente ignoravo l’esistenza, abbia preso una solenne cantonata, di cui post mortem dovette chiedere perdono a Dio.
Credo che non pochi Santi, venuti al cospetto di Dio, si siano dovuti ricredere su certe parole mandate in giro per il mondo a creare confusione.
http://it.radiovaticana.va/news/2014/12/02/papa_cuore_umile_conosce_dio,_teologia_si_fa_in_ginocchio/1113223
Sia Benedetto che Francesco hanno chiarito bene con l’immagine della “teologia in ginocchio” un sapere che non si inorgoglisce ma si vede come umile servizio.
A volte nelle discussioni si passa da un estremo all’altro e diventa difficile seguire.
Visto che un poco alla volta ci è arrivata da sola ?
Ci arrivo certo, capisco anche che una volta si accusa Ratzinger e un’altra Kasper di non fare teologia in ginocchio.
Così, a seconda di dove butta al conversazione.
Questo intendo.
Florilegio dalle Fonti Francescane del disprezzo del mondo, dell’esser disprezzati dal mondo e del disprezzo di se stessi:
414 53. … Vero spregiatore di se stesso, egli con parole e con fatti ammaestrava utilmente gli altri al disprezzo di sé. Ma tutti lo magnificavano e ne cantavano giustamente le lodi; solo lui si riteneva vilissimo e si disprezzava cordialmente.
416 54. Per farsi credere veramente degno di disprezzo e per dare agli altri esempio di una confessione sincera, se per caso commetteva qualche mancanza, non esitava a confessarla pubblicamente e sinceramente mentre
predicava a tutto il popolo.
533 … La santa vita, l’altissima povertà e la gloriosa istituzione di quelle sante vergini suscitano in lui e nei suoi accompagnatori profonda commozione, li provocano al disprezzo del mondo e li stimolano ad una vita più coerente con le esigenze del loro stato.
601 15. Bernardo, un cittadino di Assisi, che poi divenne figlio di perfezione, volendo seguire il servo di Dio nel
disprezzo totale del mondo, lo scongiurò umilmente di dargli il suo consiglio.
603 17. … contenti della imitazione di Cristo, vivendo di elemosina, pur attraverso il disprezzo del mondo, sanno che un giorno saranno felici.
651 65. Francesco, sommamente innamorato di Dio, aveva un grande disprezzo per tutte le cose terrene
693 106 … Poi, in disparte, lo ammonì con dolcezza intorno alla vanità e al disprezzo del mondo, e infine lo colpì al cuore minacciandogli il giudizio divino.
1033 4. … Non sapeva ancora, però, in che modo realizzare ciò: un suggerimento interiore gli faceva intendere soltanto che il commercio spirituale deve iniziare dal disprezzo del mondo e che la milizia di Cristo deve iniziare dalla vittoria su se stessi.
1058 7. …Allora il pio padre raccolse intorno a sé tutti i figli suoi e parlò a lungo con loro del regno di Dio, del disprezzo del mondo, della necessità di rinnegare la propria volontà e di mortificare il proprio corpo, e svelò la sua intenzione di inviarli nelle quattro parti del mondo.
1104 2. Per guadagnarsi il disprezzo degli altri, raccontava davanti a tutta la gente i propri difetti e non permetteva che la vergogna gli impedisse simili confessioni.
1337 Da allora, spregiatore del mondo, sciolto dalle catene delle bramosie terrestri, abbandonata la città, sicuro e libero andava cantando in mezzo ai boschi lodi al Signore, in lingua francese. Imbattutosi nei briganti, non ebbe
paura, l’araldo del Gran Re, e non interruppe la laude: viandante seminudo e spoglio d’ogni cosa, godeva della
tribolazione, secondo lo stile degli apostoli. Da allora, amante di tutta l’umiltà, si dedicò ad onorare i lebbrosi, per imparare, prima di insegnarlo, il disprezzo di sé e del mondo, mentre si assoggettava alle persone miserabili e ripudiate, col giogo del servizio.
1356 … In realtà, egli notò in lui fervore di spirito, costanza d’animo, disprezzo della vita presente, efficacia nellaParola di Dio e concepì verso di lui tanta devozione che lo stimò degno di molto onore, gli offrì doni preziosi e lo invitò insistentemente a prolungare il soggiorno presso di lui.
Ma quel vero spregiatore di se stesso e del mondo rifiutò come fango tutte le cose offerte e, costatando che
non poteva conseguire quanto si era proposto, dopo avere fatto schiettamente tutto ciò che poteva fare per ottenerlo,
tornò tra i paesi cristiani~ come una rivelazione gli aveva suggerito.
1482 68. … Molto egli aveva faticato nella vigna del Signore, sollecito e fervente nelle orazioni, nei digiuni, nelle
veglie nelle predicazioni e peregrinazioni evangeliche, nella cura e compassione verso il prossimo, nel disprezzo
verso se stesso: e ciò dai primordi della conversione fino al giorno che migrò a Cristo.
1978 20. … Perché, se tu non fossi stata conLui [Povertà e/è Sapienza, ndr], mai sarebbe stato trattato con tanto disprezzo da tutti
2047 … e tra di essi va annoverato Domenico nella riforma spirituale e nel disprezzo universale, pieno e perfetto delle cose terrene. Ma sebbene ciascuno di questi due Santi abbia calpestato pienamente e perfettamente il mondo e abbia comandato ai propri figli di calpestarlo …
2120 …ma dietro il mio esempio, avrebbero avuto vittoria in virtù dello Spirito, e avrebbero predicato su tutta la terra, ai Giudei e ai Gentili l’odio e il disprezzo del mondo per causa del mio nome, e la confessione della mia fede, e l’eterna gloria
2136 … Quanti poi si preoccuperanno di essere fedeli all’umiltà e si sforzeranno di inalzarsi alle cose celesti mediante la pura osservanza delle cose promesse, li copriranno di disprezzo come malati di mente e li svillaneggeranno come persone inutili
2189 … Lasciò e legò ad essi, come sua eredità, il possesso della povertà, umiltà, pace, e mutua carità, per seguire
con ardore le orme di Cristo, e li infiammò con parole efficacissime e fedelissime al disprezzo e all’odio del mondo.
Col post precedente ritengo che la discussione “disprezzo del mondo” sia da ritenersi magistralmente chiusa…
Niente affatto. Lei che ama copiaincollare–come spesso ho rilevato– senza un minimo di ragionamento suo, si rifà a delle fonti francescane di origine medioevale.
Oggi siamo molti secoli avanti e quel genere di “disprezzo” è stato abbondantemente superato da teologi validissimi.
Ma neanche Gesù Cristo lo voleva.
Però se a lei piace, cominci col praticarlo in prima persona.
Si vesta di un saio, mangi e beva di meno, chiuda gli occhi e le orecchie per non vedere né sentire il mondo, si astenga dai videogiochi che a lei piacciono tanto; poi si metta davanti ad uno specchio e ripeta più volte alla sua immagine riflessa: merito tutto il disprezzo del mondo intero. Sì sì, sono spregevole assai, sono indegno. Magari potrebbe anche fustigarsi un po’, tanto per rafforzare il concetto.
In tal modo sarà soddisfatto della sua pervicace umiltà e soprattutto avrà l’ illusione di vivere nel Medioevo, il tempo adatto a lei.
Un piccolo consiglio: non dia, però, questo esempio ai suoi amati figli. Non li rovini, per carità.
Sono onorato delle parole che mi rivolge Signora cara.
Manifestano quel “disprezzo del mondo” di cui tanto mi glorio 😉 ( e mi perdoni se la considero “del mondo”, ma cosi è 🙂 ).
Certo che sono nel mondo e “del mondo”, ma nel senso diverso da come lei
l’ intende. Sono nata in questo nostro tempo, non nel Medioevo.
Mi trovo ancora qui, fra i vivi, e mi piace ringraziare Dio per i bei doni che ci ha fatto. Gloria a Lui nell’alto dei cieli e in questo mondo sulla Terra.
Chi non apprezza il mondo, peggio per lui. Non sa cosa si perde.
“Chi non apprezza il mondo, peggio per lui. Non sa cosa si perde.”
Chi non apprezza le cose del cielo e si perde appresso a quelle del mondo, peggio per lui. Non sa cosa si perde, in sæcula sæculorum.
😉 🙂
Signor mio, a lei sfugge che si deve glorificare Dio attraverso ciò che Lui ci ha messo a disposizione, ringraziandolo per il bene ed il bello che mostra a chi sa vederli ed apprezzarli. E amando il prossimo come noi stessi. Ha capito bene?
Gesù ci ha detto di amare noi stessi e il prossimo come noi stessi. Ci ha detto di amare la vita. Non ci ha detto di disprezzare noi stessi e la vita. Questo sarebbe non rendere onore e grazie a Dio. L’uomo sente e vede il volto vero di un Dio che vive nell’umanità, non in una comunità di morti o di fantasmi.
Lei, caro signore, avrebbe bisogno di frequentare un bel corso di catechesi per adulti, tenuto però da qualcuno che abbia un’ idea di Dio attualizzata, diversa da quella fossilizzata nella sua mente.
Prenda per mano la discepola e un altro bel tipo che frequenta questo blog, e andate a farvi ricatechizzare.
Ha visto, per esempio, il nostro Luigi che ci gode un mondo a guardare quelle sculture sul frontone del Teatro di Roma? Non sta nella pelle per la gioia.
Quella gioia glorifica il Signore.
Impari…impari…
“il bene ed il bello”
“Bene e bello” è tutto ciò che rende gloria a Dio, e ne manifesta l’infinità Maestà.
Preferisco ammirare il volto rugoso e stanco di chi si dedica incessantemente all’Opera di Dio.
Del pietrume inanimato che può interessare il nostro ospite e riempirlo di gioia, secondo il suo dire, mi disinteresso del tutto: non ne resterà pietra su pietra che non sia diroccata.
Mi interesso delle “pietre vive”, animate dello spirito di vita, fatte a immagine e somiglianza di Colui che E’ e Sarà in Eterno; questo mi dare gioia, sommo gaudio.
Cito San Filippo Neri, santo della “gioia“:
“L’allegrezza cristiana interiore è un dono di Dio, derivato dalla buona coscienza, mercé il disprezzo delle cose terrene, unito con la contemplazione delle celesti … La nostra allegrezza corre gran pericolo e spesso si perde col trattare cose mondane, col consorzio degli ambiziosi, col diletto degli spettacoli.”
“Chi non sale spesso in vita col pensiero in Cielo, pericola grandemente di non salirvi dopo morte“
Beh! anche san Filippo Neri è da comprendere in quel che dice.
Quando si parla di cielo e terra come due mondi contrapposti, si sbaglia.
Chi non sa che il cielo è un sinonimo di Regno di Dio?
Il Regno è già iniziato fin dai tempi di Gesù qui, sulla Terra.
Dunque, il cielo è qui non lassù fra le nuvole. In questo senso
non c’ è distinzione fra cielo e terra.
San Filippo Neri era, anche lui, ancorato alle vecchie credenze.
Il disprezzo è da intendersi come la negatività dell’ attaccamento MORBOSO a ciò che è terreno e che distoglie dal perseguimento del Bene. Dio è il Bene e il Bello.
Amando il Bene e il Bello, si ama Dio stesso, che infatti fa sentire la Sua presenza dentro e davanti a noi quando si sente gioia per quel che si fa e per quel che si vede.
Quando io, ad esempio, provo gioia per quel che vedo nella natura e per le belle o utili opere dell’ uomo, a me spontaneamente viene da ringraziare il Signore e benedirlo.
Bisognerebbe abituarsi a questo atteggiamento di lode a Dio.
Poi, anche i santi nel loro parlare avevano intenzioni didascaliche. Un po’ come i nostri preti quando fanno le omelie.
Un giorno qualcuno di loro verrà santificato e se ne ricorderanno le parole.
Penso, ad esempio, a don Tonino Bello che –credo– non mancherà molto che venga dichiarato “servo di Dio” e poi magari beatificato e santificato.
Nel frattempo, ne vengono ricordate in continuazione le parole.
“Bisognerebbe abituarsi a questo atteggiamento di lode a Dio.”
Lei crede di render Gloria a Dio e nel contempo dileggiare i Santi?
Per lei uno è medievale, un altro ” ancorato alle vecchie credenze” …
Lei può bearsi qui, dove Accattoli tifa la sua squadra, o almeno tifa per gli avversari della squadra a lui avversaria (di cui io faccio parte)…
Ma le cose sono diverse lassù 🙂
Ma lasci perdere, per favore. Lei neanche conosce il significato del termine “dileggio”. Non mi attribuisca ciò che non è.
Le sue argomentazioni, in ogni caso, poggiano sempre sulla sabbia. Sia quella di quaggiù sia quella di lassù.
😀
A me sembra che la sabbia riempia certe zucche, altrimenti vuote 🙂
Sì, la sua infatti è una di quelle. Ci ha preso in pieno.
🙂
🙂
La festa delle “zucche vuote” è passata da pochi giorni caro Ubi, ma quelle le trovi ovunque a buon mercato.
Gesù ci ha insegnato ad attendere lo sposo come una Vergine con la lucerna accesa: “Venga il Tuo Regno” perché siamo tra il “già” e il “non” ancora. Perciò “quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.” Oracolo del Signore…
Il Regno di Dio ha fatto si, irruzione in questo mondo con l’incarnazione, ma lo Spirito Santo ci è dato solo come caparra (II Corinzii .1,22;5,5), come primizia (Rom 8,23) in attesa della consumazione futura. Tutta la Chiesa, e noi con Lei, viviamo in questa tensione…C’è ben poco da ridere, se non fosse che ci sarebbe da piangere!
Perciò il Suo Vangelo è l’ultima Parola di Dio prima della fine, l’appello pressante a una decisione autentica, radicale, ineluttabile a favore di Dio e del Suo Regno a venire…a motivo del fatto che il Regno di Dio è un futuro che ci viene incontro come un presente… Ma non è il presente…finché Dio non sarà “Tutto in tutti”. SOlo allora non ci sarà distinzione tra cielo e terra.
Il cielo è il cielo, La terra è la terra. Il Cielo non pesa . La terra si, eccome se pesa…
La terra pesa ma quante cose buone ci dà se la tratti bene…
Ricetta del risotto alla zucca e cipolla tropea
Ingredienti
•350 gr di riso
•2 cucchiai di burro
•1 cipolla di Tropea
•1/2 bicchiere di vino
•300 gr di zucca
•prezzemolo fresco
•parmigiano grattugiato
•1 l di brodo vegetale
•rosmarino fresco
•sale q.b.
•olio evo q.b.
•pepe a piacere
Preparazione
Per prima cosa occupatevi di pulire la zucca, togliendo i semi e la buccia e riducendo la polpa in dadini. In una padella dai bordi alti mettete metà del burro e un filo di olio evo nel quale fate soffriggere dolcemente la cipolla di Tropea tagliata a fettine sottili e qualche pezzetto di rosmarino fresco.
Quando la cipolla sarà appassita, unite la polpa di zucca tagliata a piccoli cubetti e lasciate cuocere per circa 10-15 minuti fino a quando non risulterà morbida; aggiungete il riso e fatelo tostare per qualche minuto, dopo di che sfumate con il vino e fate evaporare del tutto.
Bagnate con brodo vegetale bollente e non aggiungete altro brodo fino a quando il precedente non si sarà assorbito; quando il riso sarà cotto, abbassate la fiamma e aggiungete burro e parmigiano per mantecare; lasciate riposare qualche minuto e servite caldo guarnendo con il rosmarino.
A Mantova si fanno i tortellini con la zucca, buonissimi (Io non li so fare)
http://ricette.giallozafferano.it/Tortelli-di-zucca.html
Sara! Ma come…
Sono così buoni… dimmi che almeno fai i vincisgrassi
Sono bravina in cucina…Petrus, la zucca ce l’ho…ma non ho il vino bianco..e se lo metto rosso che dici…tinge eh…mmmm…desisto.
Intanto oggi ho preparato delle linguine gamberetti e zucchine tagliate finefinefinefinefine…buone!
Sa che il termine vincisgrass nemmeno lo conoscevo? qua si dice timballo penso..
La cosa più mantovana che so fare è la polenta.
Invece con la cipolla rossa anche il vino rosso è ottimo! Prova…
Se poi non lo fai asciugare troppo ti viene una pappa al riso e zucca che d’inverno scalda il cuore.
Anche i santi sono delle buone forchette eh..
i famosi mostaccioli di cui san Francesco era golosissimo…erano davvero speciali, fatti con miele, pinoli, uvetta e farina di bianca
E che dire dei maccheroni con sugo di polpettine , piatto preferito da san Pio da Pietrelcina ? E della polenta con fonduta di cui papa Giovanni XXIII era ghiotto?
Oppure il già citato San Filippo Neri che si abbuffava, specie in inverno, di generose, piccanti minestra con ceci olio e rosmarino.
Don Bosco invece aveva la passione per il dolce di castagne che Mamma Margherita cucinava sopra la piastra della stufa a legna.
Insomma, tra le memorie culinarie dei Santi c’è da leccarsi i baffi.
“In cucina con i santi. Ricette di cielo e di terra” .
Si racconta che Jacopa de’ Settesoli, nobildonna romana, nata nella Città Eterna nel 1190 in seno ad una illustre famiglia residente a Trastevere. Si era sposata con un ricco signore di Roma, tale Graziano Frangipane e con lui aveva avuto due figli. Rimasta vedova presto, a soli 27 anni, era stata costretta a diventare l’amministratrice delle molte proprietà del marito fra cui la cittadina di Marino. Due anni dopo, nel 1219, san Francesco arrivò a Roma per predicare e Donna Jacopa lo conobbe, diventando da quel momento una sua fedele seguace e una sua ottima guida per le vie dell’Urbe. Da allora, Jacopa de’ Settesoli si convertì nella più valida collaboratrice del neonato movimento francescano nella città dei Papi e anche delle Clarisse. Fu lei ad ottenere dai Benedettini di San Cosimato in Trastevere la cessione dell’ospedale di San Biagio, che divenne il primo luogo romano dei Minori. Nel 1231, immediatamente dopo la canonizzazione di Francesco e per iniziativa della stessa Jacopa de’ Settesoli, l’ospedale fu trasformato nel convento di San Francesco a Ripa con annesa chiesa ristrutturata poi nel Seicento: all’interno si trova la cappella di San Francesco che ricalca grossomodo la cella dove dimorò il Santo mentre era a Roma, e che contiene una pietra che il Poverello usava come cuscino. Jacopa de’ Settesoli era talmente attiva e risoluta, da indurre Francesco a chiamarla affettuosamente Frata Jacopa. La loro amicizia durò fino alla morte del santo, avvenuta la notte fra il 3 e il 4 ottobre del 1226.
Fu proprio durante quel suo primo soggiorno romano che Francesco assaggiò quello che sarebbe diventato il suo perenne “peccato di gola”: certi biscotti “boni e profumosi”, diceva il santo, che la stessa Jacopa de’Settesoli preparava e che gli offrì un giorno a casa sua. Tipici del periodo della vendemmia, erano fatti con la pasta di pane, semi di anice, zucchero, mandorle e mosto d’uva e detti forse per quest’ultimo ingrediente “mostaccioli”: ma già nella Roma antica si conoscevano dei biscotti simili con il nome di “mortarioli”, a base di zucchero e mandorle pestate nel mortaio… In ogni modo, sia quale sia l’origine del nome, quei mostaccioli di Frata Jacopa de’ Settesoli piacevano talmente tanto a san Francesco da desiderarli anche in punto di morte! Quando Francesco sentì avvicinarsi la sua ultima ora, volle dettare ad un frate una lettera alla sua cara amica Frata Jacopa, per informarla della sua morte imminente e chiedendole di raggiungerlo alla Porziuncola, portandogli una veste per la sepoltura e candele per il funerale e…quei dolci:
Un santo così… 1000 punti guadagnati subito! 🙂
Conosco San Francesco a Ripa, e anche la Chiesa di San Cosimato [e quella delle Benedettine di Santa Cecilia in Trastevere, che vado spesso a trovare, con le loro tradizioni secolari, e non solo culinarie. Confezionano loro le famose stolette di lana d’agnello con crocetta rossa che vengono, prima delle ordinazioni dei cardinali,deposte sul tomba di Pietro. Allevano gli agnellini, li tosano, filano la lana e ne confezionano a mano; .incredibile le cose che sanno fare] .
Sapevo dei mostaccioli della “sora” Jacopa :ricetta originale riportata da questa testimonianza bellissima che ho letto con grande gusto ed emozione.
Ma a Roma per motivi di “risico”, essenso l’uvetta e pinoli più plebei, ovvero, meno costosi rispetto alle mandorle ci fu un “adattamento” della ricetta. Io non li so fare, ma mia mamma si ,essendo nata in Trastevere] li faceva in entrambe le versioni…
Che nostaglia…confermo i 1000 punti a San Francesco