“Diciamo sì all’amore e no all’egoismo, diciamo sì alla vita e no alla morte, diciamo sì alla libertà e no alla schiavitù dei tanti idoli del nostro tempo; in una parola diciamo sì a Dio, che è amore, vita e libertà, e mai delude”: così oggi Papa Francesco nell’omelia per la giornata dell’Evangelium Vitae. E ancora: «Spesso l’uomo non sceglie la vita, non accoglie il Vangelo della vita, ma si lascia guidare da ideologie e logiche che mettono ostacoli alla vita, che non la rispettano, perchè sono dettate dall’egoismo, dall’interesse, dal profitto, dal potere, dal piacere e non dall’amore, dalla ricerca del bene dell’altro. E’ la costante illusione di voler costruire la città dell’uomo senza Dio, senza la vita e l’amore di Dio – una nuova Torre di Babele; è il pensare che il rifiuto di Dio, del Messaggio di Cristo, del Vangelo della Vita, porti alla libertà, alla piena realizzazione dell’uomo. Il risultato è che al Dio Vivente vengono sostituiti idoli umani e passeggeri, che offrono l’ebbrezza di un momento di libertà, ma che alla fine sono portatori di nuove schiavitù e di morte».
Aggiornamento al 17 giugno. Sull’omelia papale di ieri ho scritto un banale articolo per il “Corriere della Sera” che si può leggere qui: Non grida contro le leggi. Altri due miei testi recenti di interpretazione del nuovo Papa – nient’affatto migliori – si possono leggere qui e qui.
Bellissima omelia, che trovo in perfetta continuità con lo spirito della predicazione di Benedetto: cosa su cui non avevo dubbi.
Bellissimo, anche, l’accento posto sui SI’, piuttosto che sui NO.
A partire da :”I Dieci Comandamenti: una strada che Dio ci indica per un vita veramente libera, per una vita piena; non sono un inno al “no” – non devi fare questo, non devi fare questo, non devi fare questo… No! Sono un inno al “sì” a Dio, all’Amore, alla vita. Cari amici, la nostra vita è piena solo in Dio, perché solo Lui è il Vivente!” e a seguire con la proclamazione dell buona notizia della Vita , contenuta nel Vangelo.
Bellissimo, se posso una considerazione personale, il fatto che in tutta l’omelia NON sia mai stato pronunciato una volta sola il termine ” Valori non negoziabili”.
Lorenzo non sai quanto sono concorde con te…anch’io temevo in un’omelia infarcita di parole come “valori non negoziabili”, invece non ha deluso nemmeno questa volta, omelia bellissima senza puntare il dito o lanciare anatemi contro nessuno.
Cambia lo stile non la sostanza.
Mah, io temo di più i “valori oziabili”…
Io tifo per Papa Francesco.
E sono d’accordo pienamente con Giovanni Mandis:
“Cambia lo stile non la sostanza”.
(e per me conta la sostanza…)
(e per me conta la sostanza…)
(però diciamo che sullo stile non ci sputo sopra anzi….)
Scusate, quando mai un Vescovo di Roma cambia la sostanza del messaggio?
Più facile che lo facciano i solerti fedeli “partigiani” e i dotti disquisitori in punta di forchetta.
“Più facile che lo facciano i solerti fedeli “partigiani” e i dotti disquisitori in punta di forchetta.”
Mamma mia quante parole quando ne basterebbe solo una: modernisti!
(o relativi sinonimi: relativisti; )
(oppure le categorie: pseudo-teologi; Partito-teologi ecc)
Sì.
Tuttavia ci sono folle di solerti partigiani e dotti disquisitori anche tra i tradizionalisti con la naftalina in tasca, i collitorti all’indietro, ecc ecc.
Semmai, caro Ubi, non è un problema di stile, ma di contorno e di contornatori.
Il Papa a mio avviso ha fatto un discorso profondo e sublime. E non a caso non ha fatto riferimento ai cosiddetti “valori non negoziabili” e simili, che purtroppo negli ultimi decenni eravamo abituati a sentire, posti come la radice e non la conseguenza della fede. Il Papa invece va alla radice, e ci fa riflettere che innanzitutto “il cristiano e’ un uomo spirituale”. Dallo spirito, dalla fede, deriva tutto, la nostra vita, quindi i nostri valori e la nostra condotta morale, si apre e si trasforma, divenendo più conforme alla volonta’ di Dio. Ma anche “realista” – non fra le nuvole. E’ un po’ come quando ha detto che i comandamenti non sono una serie di NO, ma dei SI. Se si parte dai no, se il modo di vivere la fede si basa sui divieti, ecco che la nostra vita non si converte. Si deve ripartire dalla sequela di Cristo, dall’ascolto della Parola ai Sacramenti: il resto viene da se’. Finalmente si riparte dal giusto punto di partenza. Credo che molti saranno rimasti delusi – ma credo dovranno abituarsi.
Francamente aspettavo parole chiare almeno sul principio e la fine della vita.
R.
16 giugno 2013 13:27
————————
purtroppo Bergoglio
si sta dimostrando quello che io pregiudizialmente temevo.
Lo dico con dolore, ma lo dico.
16 giugno 2013 13:50
———————-
…il Papa pensa che sia meglio
così per evitare scontri e polemiche che ,
mi sembra evidente,
rifugge come la peste.
……E’ un bel casino.
16 giugno 2013 14:33
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Se il nuovo corso
e’ quello di non suscitare polemiche,
lo si dica chiaramente sapendo che c’e’ sempre un prezzo da pagare:
sia quando si urla la verita’ dai tetti sia quando si decide di “stare alla finestra”.
R.
16 giugno 2013 14:48
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….la giornata di oggi,
con l’omelia suddetta e tutto il corollario,
rappresenti la fine del cattolicesimo come lo conosciamo,
cioè fede in valori non negoziabili ….
16 giugno 2013 16:40
http://ilblogdiraffaella.blogspot.it/2013/06/omelia-ed-angelus-di-papa-francesco-i.html
Monica non mi sembra che Benedetto dicesse cose tanto diverse (ad averlo letto attentamente).
Carissimo Matteo, grazie: penso non ci sia altro da aggiungere.
Bel florilegio di cretinate, Matteo!
Meno male che io lì non ci vado mai, nemmeno per sbaglio.
http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2006/01/08/Cronaca/PAPA-10-COMANDAMENTI-SONO-UN-SI-ALLA-VITA-NON-UN-ELENCO-DI-DIVIETIADNKRONOS_154402.php
Sara1, e’ vero, anche Papa Benedetto aveva una pregnanza spirituale e una teologia altissima – che esprimeva nelle omelie, scritte e perfino nei discorsi più “informali” (con i bambini o quando si esprimeva a braccio). A volte pero’ perdevano la bellezza della verita’ nella carita’ quando in mezzo ci metteva riferimenti che sono impliciti, sono un sovrappiu’ se ami il Signore, se ascolti la Parola, se ti accosti ai Sacramenti…se sei in questa condizione di grazia, automaticamente i tuoi valori sono quelli “non negoziabili”. Soprattutto, certi riferimenti stonano se si pensa che molti cristiani oggi danno una cattiva testimonianza al mondo su quegli stessi valori. Veramente bisogna tornare al cristiano come uomo spirituale e testimone…
Ok Monica.
🙂
Cioè in pratic quella di oggi era una lunga citazione di una omelia di Benedetto XVI…
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2006/documents/hf_ben-xvi_hom_20060108_battesimo_it.html
Mi chiedo chi sara mai il ghostwriter di Papa Francesco…
Cari amici,
non credo che quelle opinioni del “mondo di Raffaella” siano da prendere come “cretinate”, e farlo sarebbe di una grande superficialità.
Io nel riportarle
propongo un profondo malessere
che esiste tra i cattolici dietrologi,
in ordine al presente 3d.
Richiede analisi obiettiva
su quanto si è sviluppato in questi ultimi 25 anni,
e quale vulnus è stato inferto al procedere della continua riforma della Ecclesia
Sì, tutt’altro che cretinate…Anzi, un mondo su cui riflettere.
Matteo saranno 10 persone in tutto sempre le stesse che si rimpallano in vari blog (una di loro ad esempio tiene Chiesaepostconcilio) riconosco le firme qua e là.
E’ un po’ come quando ha detto che i comandamenti non sono una serie di NO, ma dei SI. Se si parte dai no, se il modo di vivere la fede si basa sui divieti, ecco che la nostra vita non si converte.
E’ un papa che propone sempre tutto in maniera positiva, il fatto più bello secondo me è appunto che non ha mai un atteggiamento di condanna.
Io nel blog citato ci vedo molta cattiveria comunque e soprattutto Francesco non merita quel trattamento visto e considerato che dimostra sempre molta stima per Benedetto. Chiedere che lo citi ogni momento significa pretendere un papato a metà.
Agli autorevoli esegeti di Francesco, prima di emettere giudizi e sentenze sulla linea pastorale di questo Papa-gesuita ( mai dimenticarlo )
consiglio di leggere le conclusioni del documento “Aparecida”
http://www.slideshare.net/cscctt/aparecida-document
Li troverranno la linea che Francesco seguirà.
Qui è più facile, è in spagnolo.
http://www.celam.org/conferencias/Documento_Conclusivo_Aparecida.pdf
L’avevo trovata in italiano ma adesso non la vedo più.
Esatto!
Cfr. http://www.fondazionesardinia.eu/ita/?p=5490
Il problema interpretativo, dal punto di vista latino-americano, proprio non dovrebbe porsi: Bergoglio non è Leonardo Boff.
Il problema è che il contorno e i contornatori, qui e non solo ampiamente rappresentati, non sono latino-americani.
Scusa, Matteo, quando dico “cretinate” cosa pensi che voglia dire?
Voglio significare “spropositi”. Nessuna lettura superficiale, dunque.
Il “vulnus” di cui parli è sotto gli occhi di tutti da quel dì, da quando si è creata una frattura fra “correnti religiose” all’interno del cristianesimo, dopo il Vaticano II.
E peraltro ci sono sempre state, le correnti religiose, nel mondo della Chiesa. Mica è una novità.
Io stessa l’altro giorno ti facevo presente la mia indignazione a proposito di quei preti che operano nella Chiesa, peraltro con la collaborazione di molti fedeli, con la testa rivolta prevalentemente al passato.
Quelli che impediscono che la “barca del Cristo” prenda il largo e veleggi verso il Regno di Dio; che loro continuano a vedere, con miopia, sulla riva, da cui non vogliono discostarsi. O quanto meno ne rallentano il percorso.
Non riescono a capire che, se rimangono ancorati al passato, il Regno non si realizzerà mai.
Sono assimilabili a quei “laudatores temporis acti” che vedono il meglio relegato al passato, e non colgono le positività del presente.
Per loro il tempo si dovrebbe fermare alla mitica età dell’ oro. Che però era “mitica”, appunto.
Matteo quando scrivi “in questi ultimi 25 anni” a quale pietra miliare ti riferisci?
Se non ho capito male Raffaella e compagni sono persone che erano lontane dalla Chiesa e hanno avuto una specie di conversione con Benedetto.
Tolto Benedetto sono ricomparsi dubbi e avversione verso la Chiesa che avevano prima.
Una di loro si è sempre vantata di aver ignorato per 27 anni Giovanni Paolo II, quindi non c’entrano con la Chiesa degli ultimi 25 anni semplicemente perchè in gran parte non la seguivano.
In ogni caso il mondo tradizionalista sta scivolando verso il sedevacantismo segno che non erano affatto papisti e la loro posizione non coincideva affatto con quella di Benedetto.
Per questo li ritenevo pericolosi qualcuno poteva pensare che davvero Benedetto era come lo descrivevano loro, ma adesso che male possono fare??
Ad alcuni frequentatori del blog: ma perché vi sta sulle scatole sentir parlare dei “valori non negoziabili”? E’ solo la parola o il concetto? Il papa, come anche l’ultimo dei pretini alla messa parrocchiale, non ha bisogno certo di usare questa espressione, tanto il senso è chiaro. Dall’omelia di Papa Francesco: “Ma spesso – lo sappiamo per esperienza – l’uomo non sceglie la vita, non accoglie il “Vangelo della vita”, ma si lascia guidare da ideologie e logiche che mettono ostacoli alla vita, che non la rispettano, perché sono dettate dall’egoismo, dall’interesse, dal profitto, dal potere, dal piacere e non sono dettate dall’amore, dalla ricerca del bene dell’altro. E’ la costante illusione di voler costruire la città dell’uomo senza Dio, senza la vita e l’amore di Dio – una nuova Torre di Babele; è il pensare che il rifiuto di Dio, del Messaggio di Cristo, del Vangelo della Vita, porti alla libertà, alla piena realizzazione dell’uomo. Il risultato è che al Dio Vivente vengono sostituiti idoli umani e passeggeri, che offrono l’ebbrezza di un momento di libertà, ma che alla fine sono portatori di nuove schiavitù e di morte”.
A me le parole di papa Francesco sono piaciute, e molto.
Se avesse usato el parole “valori non negoziabili” avrebbe perso quella “simpatia iniziale” di cui sinora ha beneficiato e che è sempre stata negata al suo predecessore. Non faccio l’esegesi del suo papato, per carità, ma ho l’impressione che il Papa conti molto sulla benevolenza che suscita in tutti il suo stile.
Ha pronunciato parole importanti e assolutamente condivisibili.
Mi domando solo quanto il suo discorso sia stato percepito e compreso in tutta la sua portata. Temo che, scegliendo di non pronunciare quelle famigerate tre parole (VNN) e di non specificare esplicitamente come si difende la vita, si lasci troppa discrezionalità su questioni che oggi come oggi sono fondamentali.
Raffaella esprime lo stesso timore con toni più esasperati.
Dai frutti di queste omelie vedremo se tali timori sono fondati oppure no.
Se posso, si possono dire le medesime cose in modo diverso, tanto diverso da far sì che, alla fine, non siano esattamente le medesime cose. E in altri tempi, quando pure si dicevano le medesime cose di oggi, Marino avrebbe visto il Campidoglio col binocolo.
Sara1
quanta malevolenza quanta acredine quanta acidità, quanto veleno verso altri cristiani colpevoli solo di avere un altra sensibilità, altre preferenze altri gusti rispetto ai vostri !
Pare quasi che per voi i “tradizionalisti” siano gli unici a dover essere esclusi da quell’amore per il prossimo che è tipico del cristiano.
Ama il tuo prossimo tuo , ma odia e disprezza il tradizionalista cattolico!
Questo significa ascolatare con le orecchie le parole di papa Francesco ma non capirle col cuore e con vera comprensione dell’intelletto :
io penso che Papa Francesco non parlerebbe mai anche del peggiore tradizionalista col tono saccente e pieno di disprezzo con cui parla sara1 di
Raffaella .
ricordatevi di quel passo del Vangelo di Matteo subito dopo le beatitudini in cui Gesù dice “aveve udito che fu detto non
uccidere ma io vico chiunque dice “stupido” a suo fratello sarà sottoposto al sinedrio, e chi dice “pazzo” al proprio fratello sarà sottoposto al fuoco dellla Geeenna”
Pisapia è diventato sindaco di Milano senza problemi però, anzi molti cattolici l’hanno pure appoggiato.
E non mi pare tra lui e Scola ci siano stati particolari problemi.
Che lagna Discepolo, questi cattolici di diversa sensibilità sono anni che usano i loro siti per attaccare il resto della Chiesa che non la sente come loro.
Ci sono tradizionalisti gentili e altri che invece usano il tradizionalismo per sfogare un po’ di bile.
Non gli piace Bergoglio? anche un bel chissenefrega oggi come oggi mi pare che ci stia tutto.
Fatti loro, l’importante è che non diano più danno a Benedetto.
@Leopoldo,
è precisamente il timore di cui ho parlato.
@Discepolo,
per tanti cattolici l’Undicesimo Comandamento impone il disprezzo per il tradizionalista. Non importa la ricerca della Verità, non importa l’evidente declino verso il relativismo più marcato, non importa niente…
@Sara,
tra Pisapia e il Card. Scola i buoni rapporti sono solo frutto di buona educazione, ma gli argomenti di dissidio ci sono e le “frecciate” non sono mancate. Il peggio è stato raggiunto sulle coppie di fatto non appena Benedetto XVI ha chiuso l’Incontro Mondiale delle Famiglie…
Se oltre ai marciapiedi e alle piste ciclabili si fosse dato maggior peso ai valori promossi, forse gli elettori cattolici avrebbero premiato candidati diversi a Roma e a Milano…
Credo che esprimere delle critiche sulla linea di questo o quel pontificato sia legittimo, per Raffaella, per Matteo e per chiunque altro.
Certo Lopoldo, infatti son più quelli che criticano che quelli che ascoltano.
E’ solo che la critica di questi gruppi vale per quel che vale, non sono loro gli interpreti del Papa e non solo loro che devon dare le scomuniche per gli altri.
Se usi il Papa come un grimaldello verso gli altri fai un cattivo servizio a mio modo di vedere, il punto è quello.
Qualsiasi sia il Papa e qualsiasi sia il gruppo.
Lyco
“Bergoglio non è Leonardo Boff.
Il problema è che il contorno e i contornatori, qui e non solo ampiamente rappresentati, non sono latino-americani.”
—
Ho l’impressione che tu non abbia capito un tubo di quel documento.
Che Bergoglio non sia L. Boff lo hanno capito anche i neofiti della letteratura cattolica a cominciare dalla signora Cristina Fernández de Kirchner, presidente dell’Argentina.
Lapalisse incombe anche sulla seconda affermazione.
Il punto è che la visione del documento Aparecida ha respiro universale, quindi cattolico, quindi fondamentale per chi ha una visione mondiale delle problematiche antropologiche come Papa Francesco, Vescovo di Roma, non limitate all’orizzonte striminzito e accartocciato della CEI e della Conferenza Episcopale Europea.
La missionarietà è l’incontro, l’interagire, il guardarsi negli occhi, il condividere con tutta l’umanità senza pretese di conversioni, come era concepito fino a qualche decina di anni fa a fianco dei colonizzatori, ed oggi, malgrado la connessio al web, parte fin dalla porta di casa.
Quella di casa mia e di casa tua, tanto per intenderci.
Francesco è un missionario in servizio permanente effettivo, per scelta e per convinzione, e l’america latina è stato tra i primi continenti ad essere “cristianizzato” proprio dai gesuiti con le “Reducciones” del Paraguay
Quell’esperienza di oltre 500 anni è patrimonio comune da cui poter attingere.
Dopo 500 anni, in fatto di fede il sud del mondo siamo diventati noi occidentali.
Comunque il “peso” e l’incidenza di questo Papa nella chiesa cattolica lo verificheremo da qui ad un anno sui fatti, ad esempio sull’incremento o meno delle vocazioni sacerdotali, sul “rientro” di ex cattolici, sulle new entry da altre fedi, dall’agnosticismo e dall’ateismo.
Sul cambiamento nella gestione dello SV , sull’ecumenismo, sull’unità dei cristiani.
Scusi Gianrinaldo, forse lei non sa che le parole da lei citate dell’omelia del papa attuale, esprimono il concetto “classico” evangelico.
Quelle parole il cristiano se le è sempre sentite dire. E di solito le ha pure assimilate. Di solito…
Egoismo,interesse, profitto, potere, piacere, non fanno parte o non dovrebbero farne parte, del bagaglio di un cristiano.
Le dirò che non rientrano neppure nella condotta di vita di un non-cristiano che abbia radicato in sé un imperativo della coscienza che lo induce all’onestà verso se stesso e verso gli altri.
Quindi sarebbe forse il caso di riconsiderare l’espressione “valori non negoziabili” che tanta presa ha avuto in certi cattolici, che la sventolano come una bandiera di propria, esclusiva, pertinenza.
Ritenendo che per altri siano solo fumo, mentre–a stare più attenti– proprio non è così.
Si tratta di considerare le cose con occhi e mente sgombri da pregiudizi.
E poi, ad essere sinceri, l’espressione stessa ha saturato questo blog a causa della frequenza con cui un visitatore l’ha usata in lungo e in largo per demonizzare una parte politica a lui invisa. E credo che abbia ottenuto l’effetto contrario a quello che lui si proponeva. Mai esagerare!!
http://cordialiter.blogspot.it/2013/06/la-messa-tridentina-sfonda-nella.html
Penso sia una noia ed un errore, basare ogni commento sulla distinzione fra tradizionalisti e modernisti, sulla pronuncia o meno di certe espressioni, ecc. ecc.
Papa Francesco è Papa Francesco (e Papa Benedetto è Papa Benedetto)!
Ri-leggiamo bene il suo discorso di ieri.
Fedele alla linea che si è scelto per le omelie, Papa Francesco non ha citato per criticarle leggi specifiche, né per approvarle singole iniziative pro life – si era del resto espresso in questo senso il 13 maggio, lodando la raccolta di firme “Uno di noi” -, preferendo esporre l’insegnamento sulla vita tratto dalle letture del giorno, un insegnamento che si oppone in un senso profondo alle ideologie di morte contemporanee.
Un primo spunto riguarda «il Dio Vivente, il Dio che è Vita e fonte della vita». La prima lettura ricorda la tragica storia del re Davide che, dopo avere commesso adulterio con la moglie del proprio generale, lo manda a morire in battaglia. Commenta il Papa che quando l’uomo vuole affermare se stesso, mettendosi al posto di Dio, finisce per seminare morte. L’ adulterio del re Davide segue questa logica: dall’egoismo alla menzogna, e dalla menzogna alla morte.
Tuttavia la morte non ha l’ultima parola. Davide «viene messo di fronte alle sue opere di morte, comprende e chiede perdono».
E il Dio d’Israele, «il Dio misericordioso che vuole la vita, lo perdona, gli ridona vita». Tutta la Scrittura ci ricorda che Dio è il Vivente, colui che dona la vita e che indica la via della vita piena. Senza Dio, che l’ha creata e la sostiene, non ci sarebbe la vita. Inoltre, Dio è presente nella storia.
E poi: «Gesù Cristo dona la vita, e lo Spirito Santo ci mantiene nella vita». Il Vangelo presenta Gesù che, in casa di un fariseo, suscita scandalo lasciandoli avvicinare da una peccatrice, che unge con il profumo i piedi del Signore e li asciuga con i suo capelli. Alla fine Gesù perdona i suoi peccati, dicendo: «Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.» (Lc 7,47). Gesù «porta la vita, di fronte a tante opere di morte, di fronte al peccato, all’egoismo, alla chiusura in se stessi». Dio, il vivente, è anche misericordioso.
Nella seconda lettura della domenica san Paolo esclama: «Questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20).
E ancora: Gesù ci porta la vita di Dio, lo Spirito Santo ci introduce e ci mantiene nella relazione vitale di veri figli di Dio». E tuttavia spesso l’uomo oggi non sceglie la vita, non accoglie il “Vangelo della vita”, ma si lascia guidare da ideologie e logiche che mettono ostacoli alla vita, che non la rispettano, perché sono dettate dall’egoismo, dall’interesse, dal profitto, dal potere, dal piacere e non sono dettate dall’amore, dalla ricerca del bene dell’altro.
L’errore morale, spiega i Papa, diventa anche errore politico.
«È la costante illusione di voler costruire la città dell’uomo senza Dio, senza la vita e l’ amore di Dio – una nuova Torre di Babele; è il pensare che il rifiuto di Dio, del Messaggio di Cristo, del Vangelo della Vita, porti alla libertà, alla piena realizzazione dell’uomo. Il risultato è che al Dio Vivente vengono sostituiti idoli umani e passeggeri, che offrono l’ebbrezza di un momento di libertà, ma che alla fine sono portatori di nuove schiavitù e di morte».
Si tratta dunque di dire sì all’amore e alle misericordia di Dio, e no alle ideologie di morte.
«Diciamo sì all’amore e no all’egoismo, diciamo sì alla vita e no alla morte, diciamo sì alla libertà e no alla schiavitù dei tanti idoli del nostro tempo; in una parola diciamo sì a Dio, che è amore, vita e libertà, e mai delude».
Le reducciones gesuitiche sono uno dei più straordinari esempi di missionarietà che converte… migliaia di gesuiti andati nel nuovo mondo con la bizzarra pretesa di convertire… Molti sono morti per questo. Popoli selvaggi, nomadi, dediti anche all’antropofagia… conquistati a Cristo.
Luca73 ha colto nel segno… grazie.
Scusate l’autoreferenzialità: come mi piace essere (secondo gli altri) progressista, o zapaterista o relativista e, nello stesso tempo amare e gustare quando mi è possibile la Celebrazione Tridentina con i miei fratelli tradizionalisti.
Chissà cosa penserebbero o direbbero se scoprissero che, tra quei banchi, immerso nella preghiera con loro, c’è un “pericoloso zapaterista.”
Mi ritrovo anch’io, come Giovanni, nelle riflessioni di Luca73.
@Fabricianus,
infatti c’è qualcosa che non quadra, una contraddizione che prima o poi dovrai affrontare. Comunque stai tranquillo, coloro che frequentano quel tipo di celebrazioni solitamente sono molto ben disposti nei confronti di chi prega insieme a loro: vedrebbero il bene e il buono di una preghiera intensa e di un lodevole cammino spirituale.
Sono “altri”, come è evidente leggendo alcuni commenti presenti anche su questo blog, che disprezzano e giudicano il prossimo.
Secondo me una cosa che molti non hanno capito di questo papa è che lui vuole essere davvero globale e per questo ha incaricato i vescovi delle diverse nazioni di essere gli interlocuri delle proprie istituzioni. Ho letto oggi l’articolo del sig. Accattoli sul Corriere della Sera e vedo che anche lui sostiene questa tesi. Anzi come ha ribadito un vaticanista poche sere fa a Porta a Porta forse è il primo vero papa globale della storia.
@Claudia,
ma allora perchè il Vescovo di Roma non dovrebbe interloquire direttamente con le istituzioni italiane?
@Fabricianus,
infatti c’è qualcosa che non quadra, una contraddizione che prima o poi dovrai affrontare.
Amico FedericoB e dddaiiiiii….. Non c’è nessuna contraddizione, è partecipazione all’Eucaristia punto e basta.
Ha incaricato i vescovi, i quali ribadiranno i valori non negoziabili, cambiando si spera la forma abusata ma non la sostanza.
O ci si aspetta che domani i vescovi (tipo Bagnasco) dicano: si all’aborto e all’eutanasia?
Alla fine che cambia? (nei contenuti)
@Fabry,
la contraddizione non è mica nella messa.
E’ in altre scelte, che dovrebbero poi essere coerenti a quel lodevolissimo cammino spirituale che tu certamente stai già percorrendo.
Non voglio però entrare nel merito più di tanto. Mi sono sentito chiamare in causa e ho detto la mia.
A proposito di certe scelte politiche “contraddittorie” c’è un’intervista del Card. Ruini su La Stampa:
http://www.lastampa.it/2013/06/15/esteri/vatican-insider/it/ruini-troppi-politici-cattolici-a-favore-di-aborto-e-eutanasia-JxPf2kkKEtV5qh1oUBGvJK/pagina.html
Sara,
la sostanza non cambia, ma può cambiare l’impatto di certe affermazioni nella percezione delle persone. E mi pare che le diverse reazioni ed interpretazioni, anche qui, possano lasciar pensare a questa possibilità.
http://www.corriere.it/cronache/13_giugno_17/casa-del-Papa-a-santa-marta-conti_d39339b2-d70f-11e2-a4df-7eff8733b462.shtml
La mensa di Santa Marta ha consolidata fama di mediocrità, in Vaticano.
🙂
Io invece sono contentissima che abbia lasciato ai vescovi il compito di parlare dei temi etici perchè il papa è non solo una guida spirituale mondiale, ma anche un capo di stato e trovo corretto non intervenga personalmente sulla legislazione di singoli paesi. I vesvovi locali che invece conoscono di sicuro bene la situazione e le istituzioni possono sicuramente interloquire in modo più approfondito e corretto. Tra l’altro il suo discorso di ieri era proprio di respiro globale e si capiva benissimo il senso e la sostanza ( tanto che certe testate hanno intitolato il papa contro aborto ed eutanasia senza che Francesco pronunciasse queste parole).
E questo?
http://www.tempi.it/papa-francesco-ai-parlamentari-francesi-bisogna-abrogare-le-leggi-che-sviliscono-uomo-come-il-matrimonio-gay#.Ub7z5Zwte_1
@Claudia,
ma allora perchè il Vescovo di Roma non dovrebbe interloquire direttamente con le istituzioni italiane?
Forse perchè ci sono i vescovi ausiliari ??? Comunque quando incontrerà Marino magari lo farà come vesvcovo di Roma, vedremo.
Vero Claudia peccato che quando c’era Ruini la Cei era vista come il peggio del peggio. (e anche Bagnasco non è che venga visto come miter progresso).
Insomma cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia no?
Per dire, io mi stupisco sempre di questa cosa.
Il problema non è questo o quel vescovo, questa o quella conferenza episcopale, nemmeno questo o quel Papa.
La difesa della vita è quella che deve essere: condivisa, radicale, assoluta, convinta. Gli accenti e le forme non cambiano la sostanza, che è piantata dentro il Vangelo.
Dall’Evangelium vitae in giù, questa che è sempre stata l’impostazione , continuamente richiamata. In particolare Papa Benedetto NON ha mai scisso e separato e fatto spezzatino della difesa per la Vita, cocciutamente richiamando in ogni discorso il tutto campo, i 360 gradi, il tutto si tiene in questa ” battaglia”…
Il problema è che sempre piu’ spesso, al contrario, lo spezzatino è stato fatto, i VNN sono diventati il mantra barricadero da ripetere ad ogni piè sospinto, fino al punto che l’essere cattolico, per non pochi, è sembrato consistere esclusivamente nello sventolio di quei valori: e, drammaticamente, basta. E Benedetto, le cui parole, per fortuna, restano memorizzate e intangibili per come sono state effettivamente pronunciate- e non per come sono state sempre più frequentemente lette- lettralmente inchiodato a un ruolo da crociato che meamche minimamente gli appartiene….
Questo ha generato strumentalizzazioni politiche imbarazzanti che sono state e restano sotto il naso di tutti. E l’accomodarsi, con piu’ o meno difficoltà, della Chiesa italiana stessa, su inverosimili divanetti destinati a frequentazioni d’altro genere e ad affari non sempre limpidissimi, ma su cui si è chiuso uno anzi due occhi, in nome della logica della difesa degli interessi.
Tutto ciò ha recato al tema del “Vangelo della Vita” un danno non da poco: sminuendolo a battaglia di lobby tra le tante, confuso con i colori di una parte politica , di credibilità intaccata perché traballante è stata la credibilità della “gestione politica ” della operazione.
Per rispondere alla domanda che ieri poneva Gianrinaldo sul presunto giramento di scatole a proposito dei VVN, posso dire che personalmente non ce n’è alcuno né sulla parola in se, né tantomeno sul concetto. Ce n’è invece ad abundatiam per l’uso smodato che ne è stato fatto, e per il controproducente abuso.
Caro Lorenzo,
non ci sarebbe stata insistenza (e non ci sarebbero stati tentativi di strumentalizzazione politica) se non fosse stato evidente che moltissimi, persino tra i cattolici, preferivano sminuire, banalizzare, ignorare, disprezzare e liquidare come “di destra” tutta la sfera di iniziative inerenti alla difesa della vita e della famiglia, tutte le iniziative volte a promuovere una visione coerente al cattolicesimo della vita e della famiglia.
Il “danno” al Vangelo della Vita è stato fatto da tutti quei cattolici che, accettando le mode e le logiche del mondo, hanno giustificato una vera e propria relativizzazione dei valori non negoziabili.
Se questi cattolici (democratici, progressisti, adulti, relativisti o che so io) non avessero chiuso occhi e orecchi, non avessero fatto finta di niente per pusillanimità o quieto vivere, se avessero partecipato al dibattito politico su questi temi con posizioni coerenti e con coraggio, i valori non negoziabili non sarebbero mai stati riducibili a “battaglia di lobby tra le tante”.
E’ l’esatto contrario di quello che affermi: qualcuno ha alzato i toni perchè molti altri hanno scelto di tacere: se tutti avessero sostenuto queste battaglie, non ci sarebbero state strumentalizzazioni di una parte.
Invece di rimproverare chi ha tentato di combinare qualcosa, pur con tutti i limiti di un bipolarismo desolante, chi almeno ci ha provato, dai un giudizio su chi ha fatto e continua a far mancare il proprio contributo, rassegnandosi a visioni della società, della vita umana e della famiglia che contrastano con la visione cattolica.
Perchè nel PD i cattolici hanno accettato senza battere ciglio una carta di intenti che si esprimeva chiaramente contro i valori non negoziabili? Perchè nella scorsa legislatura non si è trovato un accordo trasversale a sostegno di un testo sul fine vita? Perchè ogni volta che si affrontano questi temi, i cattolici perdono di vista i propri valori e lasciano prevalere logiche di schieramento?
” il Papa non si esprime personalmente ma lascia che siano le diverse Conferenze episcopali nazionali a dialogare coi legislatori ecc. ecc. ”
Bellissimo in teoria ! ma in pratica chiedo ai cari fratelli, che avverrebbe se per esempio una Conferenza episcopale nazionale , . es. quella austriaca o quella tedesca, decidesse una cosa , e una altra conferenza episcopale di un’ altra nazione ne decidesse un altra?
Che avverrebbe, vi chiedo, se per es, l’episcopato tedesco decidesse che le nozze gay sono leggittime secondo la morale cristiana e invece l’episcopato polacca decidesse di no ? Che succederebbe allora?
il Papa si pronuncerebbe oppure no? E la sua decisione sarebbe LEGGE? Questo è il nocciolo della questione.
un tempo si diceva ” Roma locuta causa soluta”. ma se Roma, cioè il Papa, non decide ne’ per il sì ne’ per il no, che succederà? Ogni Conferenza episcopale farà a modo suo, a sua capoccia ?
Cosi che per esempio in Germania per la Conferenza episcopale le nozze gay saranno lecite e in Polonia per la Conferenza episcopale le nozze gay saranno non lecite?
Se ogni Conferenza episcopale decide a capocchia allora si potrebbe anche abolire del tutto il Papa, tanto che ce sta a fa’ ????
“le mode e le logiche del mondo”
Che cosa sono?!
Signore, liberaci dai luoghi comuni.
Sara delle 13,25 sulla “mediocrità” dei pasti al Santa Marta: nego. Ho mangiato lì una decina di volte negli anni, ospite di vari personaggi che vi risiedono [mai però da quando c’è il Papa] e si mangiava bene. Immagino che ora si mangi meglio. Le critiche alle mense comunitarie sono un luogo comune: uno se dice che si mangia bene non si sente furbo.
Caro Fede, la prima e irreparabile “relativizzazione” la si fa cogliendo fior da fiore tra i “valori non negoziabili”, privilegiandone qualcuno, che si dice essere veramente a difesa della vita, a tutti gli altri.
Non c’è NESSUNA difesa della vita, se non viene fatta tutta insieme.
Questa frase dell’articolo di Luigi Accattoli sul Corsera di oggi mi sembra purtroppo un capolavoro di ipocrisia ( lo dico sinceramente)
” Francesco non grida contro norme che violano valori non negoziabili. Lascia questo compito alle Conferenze episcopali”
Cosa vuol dire ?” Lascia questo compito alle Conferenze episcopali ” ? quale compito? Il compito sgradevole di gridare contro le norme ecc. ecc.?
Lui non “grida” ma lascia il compito di “gridare” ad altri? E vuole che gli altri gridino?della serie ” il lavoro sporco lo lascio voi , Conferenze episcopali ???
Oppure vuol dire che ne’ lui grida ne’ le conferenze episcopali dovrebbero gridare?
Certo questa interpretazione sarebbe più ragionevole: cioè il Papa non grida e desidera che neppure le Conferenze episcopali gridino a favore dei tro i valori non negoziabili,
ma se è così allora vuol dire che le Conferenze episcopali dovrebbero stare zitte ed “equidistanti” come oggi si suol dire , insomma prendere esempio da lui . In entrambi i casi non si capisce nulla. Pura ipocrisia.
scusate: . PURO GESUITISMO !!!
C’è un gran casino tra la sfera religiosa e quella ecclesiale.
I rilievi di discepolo valgono certamente per la Chiesa. Non sarebbe la prima volta che certe conferenze episcopali adottino iniziative autonome e anche dissonanti da Roma, e questo rientra nella sfera d’azione del Papa.
I rapporti tra la conferenza episcopale di un paese e le istituzioni politiche dello stesso è solo logico che rientrino nella sfera d’azione della conferenza nazionale. In Italia si è a lungo fatto il contrario, data la presenza del papa, e si è tentato di ritornare all’antico anche di recente, data la presenza di un particolare Segretario di Stato, ma mi sembra che la ciambella non sia riuscita col buco.
Forse, discepolo, tu segui una controfigura di Bergoglio.
Mi pare che tutto si possa dire di lui tranne che sia zitto ( parla di continuo!) e equidistante ( molla certe nerbate!).
Forse ti inquieta che nerbeggi – si fa per dire- più le schiene dei cattolici di quelle di tutti gli altri.
Ottimo. Ottimissimo.
A lisciarci il pelo da soli, siamo bravissimi da soli. ( salco saltarci alla giugulare tra di noi subito dopo)
Non faceva così pure Gesù Cristo?!
Sull’omelia papale di ieri ho scritto un banale articolo per il “Corriere della Sera” – già citato da due visitatrici – che si può leggere qui: Non grida contro le leggi. Altri due miei testi recenti di interpretazione del nuovo Papa – nient’affatto migliori – si possono leggere qui e qui.
Ciao Luigi sarai a Cagliari il 22 settembre?
Mi spiace andare a tirare sempre i peli a Federico, ma è lui che se le cerca…
🙂
Ora: ci linka qui sopra un articolo di TEMPI che è un bell’esempio di informazione distonica: il titolo ( con tanto di virgolette, che sembrano quindi rimandare a una citazione letterale ) comunica che il papa chiede di abrogare( sta parlando a frances) la legge sui matrimoni gay.
Nel testo dell’articolo, non solo si scopre che quella affermazione non è stata fatta. Ma che Francesco non ha nemmeno pronunciato quel termine. E se è vero che ha parlato del fatto che i parlamenti stanno lì non solo per fare le leggi, ma anche per abrogarle ( con un riferimento implicito oggettivo ) è vero che la vera notizia è che NON ne abbia esplicitamente parlato….
Cosa che, asetticamente e correttamente , Luigi ad esempio registra nel suo articolo: senza alcuna forzatura.
No Giovanni Mandis, perché come vaticanista emerito non viaggio, proprio come il Papa emerito. A meno che qualcuno non mi inviti a parlare dei due Papi alla vigilia della visita di Francesco: suggeriscilo ai tuoi superiori. Così torniamo nella trattoria dell’altra volta. Ma stavolta pago io.
Perdindirindina Luigi un articolo di alta sartoria giornalistica.
Articolo tagliato e cucito epr il “lettore medio” del Corriere.
E’ vero che “tiene famiglia”, ma tiene pure la pensione…
“NON GRIDA CONTRO LEGGI”
appunto! mi sembra che Francesco voglia dire che allora anche gli altri non dovrebbero gridare contro le leggi! Se non grida la massima Autorità spirituale della Chiesa cattolica , allora chi dovrebbe gridare ‘?
non vi pare? oppure voi pensate che LUI non grida, ma vuole che gridino gli altri?mi sembra inverosimile! Se lui non grida non vuole che gridino neppure gli altri.
Cioè non vuole che protestino in maniera “forte” come per esempio i francesi contrari al matrimonio gay che hanno sfilato in Francia a milioni..
Ma no, questo non si deve fare! Non si deve gridare ne’ protestare. Non si deve essere “aggressivamente” contro. . non sia mai che perdamo il consenso popolare! La popolarità! l’AUDIENCE! non sia mai che una parola impulsiva, finalmente sincera e non politically correct turbi la luna di miele tra il Pontefice e i media ! ;-);
Poi con quel titolo “Non grida contro le leggi” qualcuno potrebbe farci su una battuta, e spero di no perchè sarebbe di cattivo gusto…
Eppure mi sembra di ricordare che:
” Initium evangelii Iesu Christi Filii Dei. Sicut scriptum est in Isaia propheta:
“ Ecce mitto angelum meum ante faciem tuam, qui praeparabit viam tuam;
vox clamantis in deserto: “Parate viam Domini, rectas facite semitas eius”
Più “evangelico di così…
@Lorenzo,
l’articolo di cui parli evidenzia come la stampa francese abbia interpretato le parole del Papa.
La mia idea era di contribuire con questo dato (da verificare, ma io personalmente mi fido di Tempi) al dibattito sull’efficacia delle parole di papa Francesco nel merito dei valori non negoziabili.
In particolare in riferimento a quanto scritto da Claudia e Sara.
In sostanza: il Papa sa farsi capire anche senza usare le parole “valori non negoziabili”. Poi c’è sempre chi si ostina a non capire…
E tutti a gridare dietro: “Non grida contro le leggi”.
Talmete tutti …. che ci si dimentica pure il Vangelo…
discipule, informati bene sul nome della controfigura che stai seguendo…parli di un’altra persona.:)
Mai visto un papa che, parlando spessissimo a braccio (anche solo in quella new entry delle tradizioni papali che è la Messa pibblica di Santa Marta) risulti impulsivo come Francesco. E non c’è uno degli atteggiamenti che i furbini fedeli italiani immaginano studiati a tavolino ( dal farsi benedire dalla folla in giù ) che non fosse già solidamente bergogliano prima del soglio pontificio.Se c’è una questione di audience, e c’è senz’altro, è sbilanciata dal lato dei media, non certo di Francisco, che sospetto se la caccerebbe volentieri sotto le “sacre pantofole” ( che non ci sono più- o non vengono piu’ esibite). Quanto al politically correct, Bergoglio in patria è ripetutamente entrato in totta di collisione con la eccellentissima presidente della repubblica argentina, dimostrando scarsa “sensibilità” per ogni correctness.!
Che poi alcuni vorrebbero che manco si parlasse…
Se il Battista non parlava e si faceva i fatti suoi, non gli tagliavano la testa…
e così tanti altri martiri…
( e tutti a bocca aperta a bere e a buttar giù, e a lodare…)
stavolta non avrei opposto resistenza a essere tuo ospite perché come dite a Roma non c’è trippa per gatti (nel mio conto), però ti avrei portato in quella dove l’altra volta non c’era posto che è migliore (pura teoria, sarò in seminario e non potrò muovermi, e in quei giorni ci son pure gli esami). Peccato ti avrei salutato molto volentieri. Scusa la domanda ma chi ha preso il tuo posto come vaticanista al CdS?
Luigi volevo proprio chiedere se era vera questa cosa che si mangia male a Santa Marta!
Son contenta che l’articolo sia smentito.
🙂
Caro Ubi , non temere non ci si dimentica del Vangelo!
e neppure Francesco, ovviamente, si dimentica del Vangelo che anzi
il Vangelo è il suo carburante , come uno direbbe la “benzina” per una macchina ;_)
ma quello che è strano ed inquietante non è Papa Francesco, ma come ha detto qualcuno ( forse Lycopodium? , è ) il suo contorno e tutto ciò che lo circonda.
Un contorno sfumato e sfuggevole, fatto di compiacenza dei media, di articoli sui principali quotidiani però molto “strani”, di attese d parte di certa gente molto strana, insomma di tutta una atmosfera assurda che spero Papa Francesco con lealtà e coraggio nel futuro dissiperà: niente zone “grigie” , niente strane attese rivoluzionarie, ma la limpida e chiara dottrina cattolica esposta senza ipocrisie.
Speriamo!
Ubi, anche tu dietro alla controfigura?!
Discepolo io però mi richiedo ma la nostra Cei sui valori non negoziabili quando è stata zitta? anzi è stata spesso accusata di eccessivo interventismo, mi paiono esagerati certi timori.
E infatti mica parlavo di Papa Francesco (per cui tifo e di cui pubblico tutto il pubblicabile sul mio sito), io parlavo di tutti quelli che hanno la capacità mediatica di “sterilizzarlo” e di quelli che se la bevono….
Giovanni Mandis il mio successore – noi vaticanisti parliamo come i Papi – si chiama Gian Guido Vecchi.
La limpida e chiara dottrina cattolica senza ipocrisie Francesco la espone senza saltare un giorno, almeno da quando è papa ( prima non saprei, non lo seguivo affatto). Così come prima di lui la esponeva Benedetto.
Ho l’impressione che la mancanza di limpidezza e di chiarezza risieda piuttosto nelle orecchie di chi lo ascolta, e prima di ascoltare lui ascoltava il predecessore.
Quanto ai contornanti, beh, pure di Cristo si diceva così, no? nasi arricciati a gogò per il contorno in cui si muoveva: pure il suo alquanto sfumato e sfuggevole, con sostegni e appoggi e sequele molto strane, gente equivoca, strane attese rivoluzionarie, zone grigie e nerastre…
Come è finita, lo sappiamo.
Finirà ” così” amche per Francesco: come per Benedetto, per GPII, per GPI, per Paolo e Giovanni prima di loro. Nel destino dei papi, ci sta sempre una croce di qualche tipo a cui vengono appesi.
Dunque, discepolo, sii speranzosa.
Ormai è chiaro che questo è un’altra testa…
Lorenzo non è un’alta testa.
Grazie Luigi.
Altra scusate (non alta).
però, certo che anche così come era,
” Lorenzo non è un’alta testa ”
suonava magnifica, Sara.!!!
🙂
🙂
🙂
“Non è un’alta testa” vorrebbe dire che non è una cima? Che ne dice Ubi?
Il ragazzo si impegna, ma il livello è quello di “opinionista”.
Se studia più approfonditamente -pregare spero già lo faccia- promette assai bene, e questo perchè “E’ un volenteroso”.
“Non è una cima”, ma può diventarlo…
Dimenticavo, per lo studio si rifaccia solo a testi magisteriali, butti via libri di pseudo-teologia (e di pseudo-teologi che on valgono una cicca nemmeno come opinionisti…).
Vero Lorenzo, però pensavo che Ubi si riferisse ad altro.
Colpa mia che sragiono portate pazienza.
Mi riferivo all’Idra certamente!
Allora non sono rimbambita meno male.
Però non è l’idra.
Il rischio di diventarvi un’appendice non è scarso…
Con la sua camminata da falciatore il Papa sta entrando nell’Aula Nervi per l’apertura del convegno annuale della diocesi di Roma. Vedo che le persone lo strattonano, l’afferrano per il braccio, lo tirano per la veste più di quanto abbiamo visto fino a oggi. Forse i romani lo trattano con maggiore confidenza degli altri…
Ora si canta il Veni Creator Spiritus. Il Papa parlerà sul tema “Io non mi vergogno del Vangelo”: mi sento coinvolto.
ehm…devo essermi perso qualcosa, Sara e Ubi.
Che Idra?!
L’Idra o la trimurti è un multinick che abbiamo incontrato in un altro blog.
“C’è gente anche in questa città che vive senza speranza, ciascuno di noi può pensare a qualcuno che è senza speranza. Tanti giovani che non trovano un senso alla vita. E la speranza non si compra, come la Grazia. Non possiamo essere indifferenti. Dobbiamo andare a questi con l’annunzio del Vangelo. Dire che abbiamo un Padre, che non siamo orfani”.
“Prima di tutto è andare ai poveri. Ma il Vangelo è per tutti. Dobbiamo andare anche nelle frontiere della cultura. Questo di andare verso i poveri non significa che dobbiamo diventare pauperisti, una sorta di barboni spirituali”.
Ben, come si puo’ facilmente intuire, sono stato chiamato testa di un’infinità di cose, in vita mia. Ma testa d’Idra, mai! Non capisco esattamente i riferimenti cui si riferisce, ma letterariamente è molto suggestivo.
Pensavo di aver già fatto un uovo for dal cesto portandomi a casa un ” omileta!”, ma questo, ammetto che non è niente male.
No multinick, sorry. E nemmeno appendici.
Una precisazione cronachistica la devo a Ubi, a mia ” discolpa”: mai preso in mano un libro di pseudo-teologi. E una a mia ” colpa” : mai preso in mano un libro di teologi veri.Ma questo si capisce lontano un miglio, quindi la precisazione era superflua.
“Dobbiamo avere coraggio. Ci sono cristiani che tutti i giorni si lamentano, su come va il mondo… e non si può fare niente… Non si sa se credono in Dio o nella Dea Lamentela. Il cristiano deve essere coraggioso e andare avanti e quando non può fare niente, deve sopportare. Portare sulle spalle le cose che non si possono cambiare ancora”.
“Uscire da noi stessi, uscire dalle nostre comunità e andare l’ dove gli uomini soffrono. Siate portatori della Parola di vita ovunque. Io non capisco le comunità cristiane che sono chiuse, in parrocchia”.
“Siamo minoranza. Non è da cercare la pecora smarrita, essendo al sicuro le 99: una abbiamo e le 99 sono fuori. E’ più facile restare a casa con quell’unica pecorella, a pettinarla, carezzarla. Ma il Signore ci vuole pastori, non pettinatori”.
“E’ difficile evangelizzare. C’è un avversario, un nemico che ispira nei cuori, che getta semi di pessimismo e scoraggiamento. Dobbiamo prepararci alla lotta spirituale. Questo è lavoro. Questo è – non spaventatevi – martirio. La testimonianza contro lo spirito del male che non vuole che noi siamo evangelizzatori”.
“Noi cristiani non possiamo rifiutarci di andare dove nessuno vuole andare, andare a cercare i 99; perché abbiamo ricevuto gratuitamente e gratuitamente dobbiamo dare”.
Sono frammenti che ho appuntato ascoltando. Lì ho riportati come potevo. Domani darò il testo trascritto. Chiedo scusa delle imprecisioni.
Ora l’assemblea sta pregando con letture e lunghe pause di silenzio. Mi metto in silenzio anch’io.
http://vivificat.wordpress.com/2011/06/07/la-battaglia-del-cristiano-e-spirituale-la-nostra-battaglia-infatti-non-e-contro-creature-fatte-di-sangue-e-di-carne-ma-contro-i-principati-e-le-potesta-contro-i-dominatori-di-questo-mondo-di-ten/
“Siamo minoranza … una abbiamo e le 99 sono fuori”
Potente affermazione! Papa Francesco non smette di stupire!
(quindi occhio anche a me stesso…)
Scusate l’autoreferenzialità.
@ il Nino delle 10:11 in data 17 giugno 2013
Lyco condivide:
* che la visione del documento Aparecida ha respiro universale, quindi cattolico, quindi fondamentale per chi ha una visione mondiale delle problematiche antropologiche, non limitate all’orizzonte striminzito e accartocciato italo-europeo
* che la missionarietà è [anche] l’incontro, l’interagire, il guardarsi negli occhi, il condividere ed oggi, malgrado la connessio al web, parte fin dalla porta di casa
* che la missionarietà non è stare a fianco dei colonizzatori [metto L. Boff tra questi…],
* che Francesco è un missionario in servizio permanente effettivo, per scelta e per convinzione,
* che l’America latina è stato tra i primi continenti ad essere “cristianizzato” proprio dai gesuiti con le “Reducciones” del Paraguay [e aggiungo l’inculturazione miracolosa della Madonna di Guadalupe], esperienze di oltre 500 anni, patrimonio comune da cui poter attingere;
* che dopo 500 anni, in fatto di fede il sud del mondo siamo diventati noi occidentali
* che le verifiche si dovranno fare sui “fatti”, ad esempio sull’incremento o meno delle vocazioni sacerdotali, sul “rientro” di ex cattolici, sulle new entry da altre fedi, dall’agnosticismo e dall’ateismo e via dicendo.
Dunque, se Lyco condivide tutto questo, è ancora possibile che non abbia capito un tubo sul Documento.
Ma Lyco potrebbe cominciare a sospettare che – nonostante l’ostentato accesso agli arcani minori e maggiori del nuovo corso ecclesiale – Nino non abbia capito un tubo quantomeno di Lyco.
ot
che ne dite di questa news?
http://attualita.vatican.va/sala-stampa/bollettino/2013/06/17/news/31199.html
leggete in fretta prima che correggano…
che ne dite di questa news?
dovrebbero già averla corretta da ore…mah ! Comunque il programma del 2013 era stato preparato per Benedetto e poi modificato in corso, probabilmente a qualche impiegato poco attento è sfuggito.
Lyco
sulla replica, ben gradita.
Avevo avuto l’impressione che nell’ironia del tuo post vi fosse l’idea che Aparecida sponsorizzasse la linea della Teologia della Liberazione, cioè l’incarnazione del Vangelo per via politica. Cosa che non è.
Un pò come ai tempi di Don Milani quando il PCI tentava in tutti i modi di strumentalizzare la pastorale sociale di don Lorenzo, per altro senza riuscirci per la decisa posizione del prete di Barbiana equidistante ( più distante che eqi) sia dal PCI sia dalla DC, egemone all’epoca e perfino dalla Confindustria di Costa.
Dopo il dovuto chiarimento sull’equivoco, sono lieto di non aver capito un tubo.
Luigi, sei stato molto gentile ad aver qualificato come banale il tuo articolo sul Corriere. Così ti ho preso in parola è mi sono risparmiato di leggerlo. Vedo però che discepolo ne cita una frase: «Francesco non grida contro norme che violano valori non negoziabili. Lascia questo compito alle Conferenze episcopali».
Quel che non capisco è perché le conferenze episcopali dovrebbero gridare contro qualcosa. Mi pare di aver capito che ormai va bene tutto.
(Per esempio, il presidente della CEI ha fatto capire chiaramente che don Gallo andava benissimo. “Give me that new time religion /give me that new time religion … It was good for Bagnasco / It was good for Bagnasco … it’s good enough for me”)
Ho appena visto il video e sono rimasta basita da come ad un certo punto la gente strattonava e tirava il papa addirittura una volta facendogli fare mezza giravolta……seguivano vari lanci di oggetti sulle spalle di Francesco.
“Dimenticavo, per lo studio si rifaccia solo a testi magisteriali, butti via libri di pseudo-teologia (e di pseudo-teologi che on valgono una cicca nemmeno come opinionisti…).”
Parla l’intenditore!
Lui ha capito tutto di veri teologi e di pseudo-teologi, e indica “al ragazzo” la via maestra “per diventare una cima”.
Lui sa.
Lui è convinto che certe persone, che sicuramente sanno molto più di lui, non “valgono una cicca”. E se lo dice lui…
Come non rimanere ammirati da tanta presunzione?
“che le verifiche si dovranno fare sui “fatti”, ad esempio sull’incremento o meno delle vocazioni sacerdotali,…”(Lycopodium)
Anche questa mi piace molto.
Le vocazioni sacerdotali sarebbero indotte da un papa. Non lo sapevo. Pensavo che fosse l’ispirazione divina a chiamare al sacerdozio, ma a quanto pare non è così.
Se è vero, come lo è, che le vocazioni sacerdotali sono diminuite da molti anni a questa parte, vuol dire che alcuni papi precedenti, anche carismatici, hanno fallito.
Tutto da rivedere, dunque.
Nino teologia della liberazione = incarnazione del vangelo per via politica non è correttissimo.
Ci sono stati rami della teologia della liberazione che hanno preso una strada troppo politicizzata ma Gutierrez tanto per dire non ha subito condanne per il suo lavoro.
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/teologia-della-liberazione-theology-of-freedom-teologia-de-la-liberacion-gutierrez-10865/
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/america-latina-latin-america-papa-el-papa-pope-congregazione-per-la-dottrina-della-fede-congre/
Il primo libro di Boff Gesù Cristo liberatore l’ho trovato tempo fa per caso nella cartoleria accanto la scuola di mio figlio.
Letto con un po’ di pregiudizio devo dire mi ha stupito, ha una forte spinta escatologia, non politica proprio escatologica.
Ok Nino!
Luigi Franti io ho detto che quell’articolo era banale ma potrei essermi sbagliato, vedi di controllare.
Mi spiace, caro Luigi, ma l’umiltà non è gratis.
Sara1 scrive,
18 giugno 2013 @ 0:49
“Ci sono stati rami della teologia della liberazione che hanno preso una strada troppo politicizzata ma Gutierrez tanto per dire non ha subito condanne per il suo lavoro.”
Vero, conosco bene l’argomento.
E per spiegarmi meglio prendo in prestito una frase di Dom Helder Camara arcivescovo di Recife che io metto insieme al Venerabile Card. Martini e a Romero, tre i giganti pastori della chiesa di Dio, che disse :
“Quando do da mangiare a un povero tutti mi chiamano santo, ma
quando chiedo perché i poveri non hanno cibo,allora tutti mi chiamano comunista”.
Purtroppo, all’epoca, qualche testa calda, perfino un gesuita scelsero la via delle armi facendosi strumentalizzare dall’ala politico-comunista di alcuni paesi dell’america latina.
Questo fruttò un’insperato aiuto alle destre reazionarie in Cile, El Salvador e Argentina che per 2 decenni almeno portarono a quei paesi regimi militari che segnarono nel sangue la loro azione politica.
La diplomazia vaticana si allineò, più o meno al corso degli eventi denunciando blandamente l’azione di quei regimi.
@Marilisa
Marilisa scrive,
18 giugno 2013 @ 0:45
“che le verifiche si dovranno fare sui “fatti”, ad esempio sull’incremento o meno delle vocazioni sacerdotali,…”(Lycopodium)
Per la precisione la frase e il resto dell’intervento di Lycopodium sono miei, Lyco l’ha ripresa in risposta ad un mio post precedente.
Sulle vocazioni.
Se è vero che in generale si registrano cali percentuali di vocazioni, per alcuni movimenti ecclesiali vi sono stati dei veri e propri boom come ad esempio per i neocatecumenali, i legionari di Cristo, l’Opus Dei.
La vocazione è un dono dello Spirito,che va dove vuole ma se a dargli una mano è un Papa o un leader carismatico quel “fischio” arriva con più forza.
Suppongo che, ad esempio, con Papa Francesco riprenderanno con maggiore intensità le vocazioni nella Compagnia di Gesù, almeno così voglio augurarmi.
Gli “sterilizzatori” delle parole di Papa Francesco oggi hanno ben lavorato…
Avete letto ciò che ha detto ieri?
Un assaggino…:
“Ciascuno di noi può pensare, in silenzio, alle persone che vivono senza speranza, e sono immerse in una profonda tristezza da cui cercano di uscire credendo di trovare la felicità nell’alcol, nella droga, nel gioco d’azzardo, nel potere del denaro, nella sessualità senza regole … ”
“Il diavolo ogni giorno getta nei nostri cuori semi di pessimismo e di amarezza, e uno si scoraggia, noi ci scoraggiamo. “Non va! Abbiamo fatto questo, non va; abbiamo fatto quell’altro e non va! E guarda quella religione come attira tanta gente e noi no!”. E’ il diavolo che mette questo. Dobbiamo prepararci alla lotta spirituale. Questo è importante. Non si può predicare il Vangelo senza questa lotta spirituale: una lotta di tutti i giorni contro la tristezza, contro l’amarezza, contro il pessimismo; una lotta di tutti i giorni! Seminare non è facile. E’ più bello raccogliere, ma seminare non è facile, e questa è la lotta di tutti i giorni dei cristiani. ”
” Prepararci alla lotta spirituale: l’evangelizzazione chiede da noi un vero coraggio anche per questa lotta interiore, nel nostro cuore, per dire CON LA PREGHIERA, CON LA MORTIFICAZIONE, con la voglia di seguire Gesù, CON I SACRAMENTI che sono un incontro con Gesù, dire a Gesù: grazie, grazie per la tua grazia. Voglio portarla agli altri. Ma questo è lavoro: questo è lavoro.”
Poi se volete, leggete tuttto… 🙂
http://www.vatican.va/holy_father/francesco/speeches/2013/june/documents/papa-francesco_20130617_convegno-diocesano-roma_it.html
perché fermarsi proprio sul piu’ bello, Ubi?
“…questo è lavoro.Questo si chiama – non vi spaventate – si chiama MARTIRIO.
Il martirio è questo: fare la lotta, tutti i giorni, per testimoniare. Questo è martirio. E ad alcuni il Signore chiede il martirio della vita, ma c’è il martirio di tutti i giorni, di tutte le ore: la testimonianza contro lo spirito del male che non vuole che noi siamo evangelizzatori.”
Resto della mia idea: se voglio fare a meno del mio martirio nella mia vita da cristiano, non posso essere cristiano. Se tolgo il mio martirio personale dalla mia storia, e blatero di essere cristiano, perdo solo del tempo.
Ne faccio perdere pure agli altri.
Vanifico un pezzo della croce di Cristo.
“Suppongo che, ad esempio, con Papa Francesco riprenderanno con maggiore intensità le vocazioni nella Compagnia di Gesù”
Staremo a vedere, Nino. Io resto dubbiosa, ma potrebbe essere.
Poi se volete, leggete tuttto…
volendo c’è il video integrale sul sito ucciciale del Vaticano. Consiglio di vederlo. A me ha fatto bene ed oltre a momenti di riflessione ci sono anche quelli per sorridere che fanno benissimo.
Cara Claudia74,
ieri ho avuto la gioia di viverlo dal vivo insieme ad altri 12.000 romani.
Fatico ancora a trovare le parole per esprimere il mio essere “ricolmo”
grazie a quelle parole così concrete,
così semplici,
ma
cosi’ essenziali.
Unito poi
alla grande gioia che nel salutare ieri sera il grande Paolo Selvadagi,
apprendevo poi dai miei amici
che il 14 scorso viene chiamato all’episcoparo e verra’ consacrato.
67 anni, la consacrazione, mi sembra un riconoscimento alla sua straordinaria attività, prevedendo un non lungo episcopato attivo.
Paolo Selvadagi è nella memoria e nell’esperienza di tantissimi Romani
Vero Matteo,
l’ottimo don Paolo è vescovo e non mancherà di stupire anche nel nuovo incarico che si è meritato sul campo.
L’amore dei nemici ci fa poveri. Così Francesco ha parlato stamane nell’omelia al Santa Marta: “L’amore per i nemici ci impoverisce. Ci fa poveri come Gesù quando è venuto da noi, si è abbassato e si è fatto povero per noi. Qualcuno potrebbe dire che questo non è un buon affare, se il nemico mi fa più povero e certo, secondo i criteri del mondo non è un buon affare. Ma questa è la strada che ha fatto Gesù, che da ricco si è fatto povero per noi. In quella povertà, in quell’abbassamento di Gesù c’è la grazia che ci ha giustificati tutti, ci ha fatto ricchi. E’ il mistero di salvezza”.
L’amore per i nemici ci fa poveri, cioè ci indebolisce, abbassa le difese. Ci insegna la povertà di Cristo che svuotò se stesso per farsi uno di noi, come è scritto nel capo 2 della Lettera di Paolo ai Filippesi: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, 6 il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; 7 ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, 8 umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”.
Segnalo la proposta – nelle parole del Papa – della radice cristologica dell’amore dei nemici. La segnalo a me.
“La segnalo a me” vuol dire: “Perché qui devi stare attento a come parli, essendo i visitatori tutti esegeti, apologeti, filologi, teologi, tutti tutti, compresi gli agnostici – e comunque coltissimi, che poco poco che tu dica saltano su: a chi pensi mai di segnalare che?”
🙂
«Nella Chiesa – ha ricordato – ci sono varietà, diversità», e non deve esserci «piatta uniformità, ma la ricchezza dei doni che distribuisce lo Spirito Santo».Se «tutti sono in relazione gli uni con gli altri e concorrono a formare un unico corpo vitale», ha osservato papa Bergoglio, è possibile «ricevere da lui la vita divina, e rimanere uniti al Papa e ai vescovi, imparare a superare personalismi e divisioni, a comprendersi maggiormente, ad armonizzare le ricchezze di ciascuno, in una parola a voler più bene a Dio e alle persone che ci sono accanto, in famiglia, in parrocchia, nelle associazioni».
È a questo punto che il Papa ha fatto un inserto a braccio sul fatto che «l’unità è superiore ai conflitti» e che «se i conflitti non si sciolgono bene, ci separano da noi, ci separano da Dio, il conflitto – ha commentato – può aiutarci a crescere, ma anche può dividerci, non andiamo sulla strada delle divisioni delle lotte tra noi, ma tutti uniti, uniti sempre, che quella è l strada di Gesù».
Ha quindi denunciato la «tentazione degli egoismi e delle chiacchiere» che fanno male alla Chiesa e ha raccontato di aver pregato, questa mattina, per oltre mezz’ora con un esponente evangelico.
Tutti i cristiani delle varie confessioni, ha auspicato, devono cercare l’unità, ma i cattolici come possono farlo se prima non superano le divisioni tra loro?. Infine un invito a pregare e lavorare con tutti i cristiani, per l’unità.
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