Riporto cinque passaggi della conversazione del Papa con i giornalisti durante il volo di rientro da Lima, rimandando alla trascrizione ufficiale che è stata pubblicata oggi. Metto il titolo su Francesco che ringrazia il cardinale O’Malley perchè mi pare fornisca il bandolo della matassa. Mia postilla in coda.
Bergoglio dall’aereo: “Ringrazio il cardinale O’Malley”
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Barros si è dimesso due volte. Papa ai giornalisti 1. Quando è scoppiato lo scandalo Karadima, si incominciò a vedere quanti sacerdoti che erano stati formati da Karadima erano stati abusati o sono stati abusatori. Ci sono in Cile quattro vescovi che Karadima aveva inviato in seminario. Qualche persona della Conferenza episcopale ha suggerito che questi vescovi – tre, perché un quarto era molto malato e non aveva un incarico diocesano – se questi vescovi forse non fosse meglio che rinunciassero, dessero le dimissioni, si prendessero un anno sabbatico e poi, passata la tempesta, per evitare accuse… perché sono vescovi bravi, buoni vescovi. Come Barros: Barros aveva allora già vent’anni di episcopato. Stava per finire l’ordinariato militare, perché lui è stato prima ausiliare a Valparaíso, poi vescovo di Iquique e poi ordinario militare per quasi dieci anni. Dice: “Chiediamo le dimissioni a lui, forse spiegandogli…”; e lui generosamente ha dato le dimissioni. E’ venuto a Roma, e io ho detto: “No. Così non si gioca. Perché questo è ammettere colpevolezza previa. Ogni caso, se ci sono colpevoli, si indaga”. E io ho respinto le dimissioni. Poi, quando è stato nominato [a Osorno], è andato avanti tutto questo movimento di protesta, e lui mi ha dato le dimissioni per la seconda volta. Ho detto: “No, tu vai”. Ho parlato a lungo con lui, altri hanno parlato a lungo con lui: “Tu vai”. E voi sapete cosa è successo lì il giorno della presa di possesso e tutto questo. Si è continuato a fare l’indagine su Barros: non emergono evidenze. Non posso condannarlo, perché non ho le evidenze; ma anche io sono convinto che sia innocente.
Chiedo scusa agli abusati. Papa ai giornalisti 2. Cosa sentono gli abusati: su questo devo chiedere scusa, perché la parola “prova” ha ferito, ha ferito tanti abusati. “Ah, io devo andare a cercare la certifica di questo, o fare quello…?”. No. E’ una parola di traduzione del principio legale e ha ferito, e chiedo loro scusa se li ho feriti senza accorgermi, ma è una ferita fatta senza volerlo. E a me questo fa tanto dolore, perché io li ricevo, e in Cile ne ho ricevuti due, che si sanno; e ce ne sono stati altri più di nascosto. In Perù, no. Ma in ogni viaggio c’è sempre qualche possibilità. Sono stati pubblicati quelli di Philadelphia, quegli altri… due, tre sono stati resi pubblici; altri casi non lo sono stati… So quanto soffrono. Sentire che il Papa dice loro in faccia “portatemi una lettera con la prova”, è uno schiaffo. E adesso io mi accorgo che la mia espressione non è stata felice, perché non ho pensato a questo. E capisco – come dice l’apostolo Pietro in una delle sue Lettere – l’incendio che si è sollevato. Barros resterà lì se io non trovo il modo di condannarlo. Io non posso condannarlo se non ho – non dico prove – se non ho evidenze. E ci sono tanti modi per arrivare a un’evidenza […]. La testimonianza di una vittima è sempre un’evidenza. Nel caso di Barros non ve ne sono […]. La copertura di un abuso è un abuso. Non c’è evidenza. Dunque il meglio è che quanti credono che vi sia stato abuso portino presto le evidenze. Io in questo momento non credo che sia così, perché non le ho. Però ho il cuore aperto a riceverle.
O’Malley ha detto giusto. Papa ai giornalisti 3. Santo Padre, ieri il cardinale O’Malley ha fatto una dichiarazione su questi [suoi] commenti sul vescovo Barros, e ha detto che “parole come queste erano fonte di dolore per i sopravvissuti [le vittime] dell’abuso con l’effetto di farli sentire abbandonati e screditati”. Ho visto la dichiarazione del cardinale O’Malley, ha detto anche: “Il Papa ha sempre difeso [le vittime]…, il Papa ha tolleranza zero….”. Con questa espressione non felice, è [accaduto] quello che Lei ha detto, e questo mi ha fatto pensare [all’effetto della] parola “prova” […]. [qualcuno interviene] E’ un po’ vago questo, è una cosa che non si può prendere. Lei, con buon volontà, mi dice ci sono delle vittime, ma io non le ho viste perché non si sono presentate. E’ vero che Barros era del gruppo dei giovani lì, Barros è entrato nel seminario non so quando, ma porta oggi 24 o 23 anni da vescovo, avrà avuto 15 anni da prete… Da tanti anni, è entrato giovanissimo. Lui dice di non aver visto. Era del gruppo, ma poi è andato per un’altra strada. In questo dobbiamo essere chiari: uno che accusa senza le evidenze, con pertinacia, questo è calunnia. Ma se viene una persona e mi dà l’evidenza, io sono il primo ad ascoltarla. Dobbiamo essere giusti in questo, molto giusti. Io ho pensato a quello che ha detto il cardinale O’Malley, lo ringrazio della dichiarazione perché è stata molto giusta, ha detto tutto quello che io ho fatto e faccio e che fa la Chiesa, e poi ha detto il dolore delle vittime, non di questo caso, in genere. Perché, come ho detto all’inizio, ci sono tante vittime che non sono capaci, per vergogna, per quello che sia, di portare un documento, una testimonianza.
Commissione per i minori. Papa ai giornalisti 4. La commissione per la protezione dei minori, guidata dal cardinale O’Malley: c’era la scadenza il mese scorso dei primi membri. Ci sono persone che si domandano se questo è un segno di una non priorità della protezione dei minori. La commissione era nominata per tre anni, credo. E’ scaduta; si studiò la nuova commissione e loro, la commissione stessa, ha deciso di rinnovare il mandato per una parte e per un’altra nominare nuovi [membri]. Il martedì prima della partenza per questo viaggio è venuta la lista della commissione definitiva e adesso segue l’iter normale della Curia. C’erano alcune osservazioni su qualcuno che si devono chiarire, perché per i nuovi si studia il curriculum […]. Però su questo il cardinale O’Malley ha lavorato bene, ha lavorato come si deve la commissione… Sono i tempi normali di una nomina del genere.
Matrimonio sull’aereo. Papa ai giornalisti 5. Uno di voi mi ha detto che io sono matto per fare queste cose. La cosa è stata semplice. Il signore, l’uomo, era sul volo precedente, lei non c’era. E ho parlato con lui… Dopo, mi sono accorto che mi aveva “sondato” […]. Poi, il giorno dopo, c’erano tutt’e due, e quando abbiamo fatto le fotografie, loro mi hanno detto questo: “Noi stavamo per sposarci in chiesa, siamo stati sposati con rito civile, ma il giorno prima la chiesa è crollata nel terremoto e non c’è stato il matrimonio”. Questo 8 anni fa. “Sì, lo facciamo domani, dopodomani… Così è la vita, poi viene una figlia, poi un’altra figlia… Ma sempre noi abbiamo questo nel cuore: noi non siamo sposati”. Io li ho interrogati un po’, e le risposte erano chiare: “Per tutta la vita…” – “E come sapete queste cose? Avete buona memoria del catechismo…” – “No, noi abbiamo fatto i corsi prematrimoniali per quel tempo”. Erano preparati. Me lo hanno chiesto: i sacramenti sono per le persone umane. Tutte le condizioni erano chiare. E perché non fare oggi quello che si può fare oggi, e non rimandarlo a domani, un domani che forse sarebbe stato 10, 8 anni in più? Questa è la risposta […]. Ognuno di loro si è preparato davanti al Signore, col sacramento della Penitenza, e poi li ho sposati […]. Erano coscienti che erano in situazione irregolare.
Su Barros ora sappiamo di più. Le parole del Papa in risposta ai giornalisti forniscono informazioni e qualcosa chiariscono. Le due dimissioni del vescovo respinte dal Papa è l’elemento più utile a intendere la vicenda: non le conoscevamo. Utile è anche l’accenno alle dichiarazioni non sufficienti delle parti lese: non ritenute sufficienti dagli indagatori vaticani. Mi riferisco alla risposta riportata al commento 3 quando il Papa dice: “E’ un po’ vago questo, è una cosa che non si può prendere”, che cioè non fornisce un’evidenza giudiziale. Forse l’interrogante fuori campo si riferiva alla dichiarazione della vittima di Karadima che dice “Barros era presente quando fui abusato”; ed è probabilmente di quella dichiarazione che Francesco ora afferma “è un po’ vago”: uno che dice “Barros era presente”, a un fatto avvenuto forse 40 anni addietro, quando Barros era un ragazzo. Infine trovo rilevante il criterio di responsabilità affermato dal Papa: se c’è stato abuso di copertura, il vescovo dovrà lasciare; se l’abuso non è accertato non deve lasciare.
Scusate ma anche le accuse al cardinale Pell sono di un fatto accaduto quaranta anni addietro è solo su testimonianza delle vittime, senza ” prove”
Eppure Pell e’ stato dimissionato dalla sua carica ed e’ andato in Australia a discolparsi.
La gente si chiede: perche’ due pesi e due misure?
Perche’ questa difesa ad oltranza di Barros quando altri per molto meno o per uguali accuse sono stati allontanati?
Solo perché’ il papa e’ convinto della sua innocenza? Qui siamo oltre la monarchia assoluta qui siamo al monarca che decide, lui, chi e’ colpevole e chi no, a seconda delle sue opinioni.
Barros e’ innocente, e’ chiaro? Lo dice Papa Francesco, e’ chiaro?
Maria Cristina Venturi Pell non è stato “dimissionato”: ha preso – in accordo con il Papa – un periodo di “congedo” per difendersi in un tribunale australiano. Chi sono gli altri che “per molto meno” sono stati allontanati?
Posso aprire una parentesi?
Mi sarebbe utile ricevere da Luigi se lo ritiene opportuno notizie sulla storia dei vescovi legittimi e illegittimi della Cina. Su questa vicenda Asia News è andata giù pesante.
Rif. 20.31 – Tribunale australiano (al lavoro da anni)
D’accordo con Accattoli delle 21.09 e con la pura verità dei fatti. Non intendo intasare il blog ripetendo e aggiungendo cose lapalissiane.
Affermazioni balzanissime quelle della Venturi.
A riguardo del “monarca” e del capriccio del suo giudizio.
Queste rappresentazioni da operetta lasciano il tempo che trovano. CHE bisognerebbe dire allora del caso Wojtila/Maciel o, in campo diversissimi, Benedetto/Bertone?
È un modo di valutazione che non sta in piedi.
Caro Luigi,
mi spieghi, per favore, la differenza tra «evidenze» e «prove» secondo papa Bergoglio? Mi sono impegnato ad ascoltare per intero la faticosa conferenza stampa del papa, qui:
https://www.youtube.com/watch?v=Do3wlRA2J2k
ma non l’ho capito.
In realtà, diverse risposte mi sono sembrate confuse o divaganti. Vorrei attirare la tua attenzione sull’ultima, che mi ha particolarmente colpito. La si può ascoltare dal minuto 48.02 del video. Una giornalista sostiene che in venti anni il Cile ha abbassato l’indice di povertà dal 40% all’11% e gli chiede se non pensa che ci siano degli aspetti positivi anche nelle politiche liberali (sarebbe più corretto dire liberiste) come quelle adottate dal Cile. Mi ha impressionato la sordità ideologica della non-risposta di papa Bergoglio, che arriva a dire di “non conoscere la situazione del Cile” (non male, per un papa che ha appena compiuto in quel paese, per la quale si presume che si sia preparato!), pur di non ammettere che sì, dei progressi economici sono stati fatti. (Naturalmente poteva aggiungere tutte le giuste critiche che voleva a quel modello, oppure contestare il dato affermato dalla giornalista, ma non è questo che ha fatto). Ti segnalo questa non risposta perché mi pare sintomatica: credo che qui il papa si dimostri così attaccato a una sua posizione da non confrontarsi con la realtà, essendo preoccupato soltanto di ribadire che in generale il “liberalismo” è un male. Il che, detto in un continente in cui, al momento presente, lìemergenza umanitaria più grave è costituita non certo dal Cile, ma dal Venezuela di quel Maduro verso il quale egli si è mostrato più che indulgente, suona francamente ideologico.
corrige: «non male, per un papa che ha appena compiuto in quel paese una visita, per la quale si presume che si sia preparato!»
Lei, Lugaresi, come avrebbe spiegato la differenza fra “prove” ed “evidenze” ai suoi alunni se glielo avessero chiesto?
Avrebbe risposto che non c’ è nessuna differenza?
C’è liberismo e liberismo
Ricordiamo ancora tutti Milton Friedman, della scuola di Chicago, sbarcare in soccorso di Pinochet per esportare il liberismo tanto caro a Reagan. Un liberismo basato su flat tax e sul fatto che lo Stato non deve intervenire con sussidi e incentivi per non turbare il mercato in grado di autoregolarsi, uno Stato che deve offrire servizi minimi ai suoi cittadini. Il liberismo applicato in questi anni in Cile non è questo. È un liberismo in cui è stata attuata una riforma tributaria per renderla più equa e attuare una ridistribuzione del reddito, l’istruzione è stata resa gratuita, si forniscono ai cittadini più servizi.
Quando il Papa ci ricorda che il liberismo è un male , ci parla della prima versione e del suo sviluppo in cui si crede alla teoria del trickle-down , cose che hanno poco a vedere con la situazione odierna del Cile.
Cristina Vicquery
Caro Luigi,
vedo che la non-risposta del papa alla domanda sulla situazione economica del Cile ha colpito qualcun altro:
http://www.lanuovabq.it/it/cile-chi-ha-paura-del-lupo-neoliberista
Se quanto è scritto nell’articolo corrisponde al vero, mi pare che la sordità-cecità ideologica di cui parlavo risulti, purtroppo, confermata. Aggiungerei che rifiutarsi di riconoscere aspetti positivi nella situazione economica di un paese che si è appena visitato (in forma ufficiale, tra l’altro, e con il rango di un capo di stato) suona un po’ come un atto di scortesia che sarebbe stato meglio evitare.
Da leggere assolutamente per capire dove stiamo andando a parare questo densissimo articolo di padre Spadaro su Avvenire:
https://ilsismografo.blogspot.it/2018/01/vaticano-il-mondo-di-francesco-non-e.html
alcuni concetti chiave :
“L’ Europa è un «processo» tuttora in atto all’ interno di «un mondo più complesso e fortemente in movimento». I suoi padri hanno «architettato» un «illuminato progetto» che è sempre in costruzione.”
per la serie : il piano Kalergi
ll «nuovo umanesimo» di cui egli ha parlato in contesto europeo rappresenta un punto di riferimento più largo rispetto ai confini di quell’ area geografica
per la serie : il Nuovo umanesimo ovvero il Nuovo Ordine Mondiale
“non si deve aver timore a parlare di Bergoglio nei termini di «leader rivoluzionario », perché «rivoluzionario» è colui che porta nel mondo la logica della misericordia.”
per la serie : rivoluzionario è bello, chi non è rivoluzionario è brutto sporco e cattivo.
Questi, riassunti nell’articolo di padre Spadaro i concetti-cardine della neochiesa.
Soros ringrazia commosso.
La logica della misericordia: quanti delitti si compiranno in futuro nel tuo nome!
Popoli interi, intere culture saranno sacrificati sull’altare del Nuovo Umanesimo.
E quando il Nuovo Umanesimo crollerà come è crollato il comunismo, si conteranno le vittime e come per il comunismo i sopravvissuti diranno siamo stati ingannati! credevamo in quel che ci dicevano …credevamo nei pastori, nei teologi, nei papi….
A Maria Cristina Venturi. Presumere a sapienza. Parlare con disprezzo del Papa e di tutti. Farlo nel mio blog.
Nuovo Umanesimo…Comunismo…
La lingua batte dove il dente duole. Pura ideologia quella della Venturi, e senza religione.
IDEOLOGIA!!
Ma di quale fede vuol parlare?…Una religione così è vuota.
Vuota di senso, vuota di raziocinio, vuota di spirito, vuota di amore, vuota di Dio. Piena di odio.
‘Aggiungerei che rifiutarsi di riconoscere aspetti positivi nella situazione economica di un paese che si è appena visitato’
Questa è una sua insinuazione gratuita. A parte che ho poco tempo, su queste basi io non inizio nessuna discussione.
Per Maria Cristina,
I nodi stanno venendo tutti al pattine.
Come hai spiegato, il tempo e’ sempre galantuomo, il problema sono le macerie che queste ideologie lasciano.
Hanno tutte un comun denominatore(a proposito dei frutti): l’uomo si fa Dio.
Ma, entrambi sappiamo, che se Dio lo permette, e’ evidentente l’unica strada
per affermare la Sua Chiesa.
Per p.Amigoni
«Papa Francesco ha ingiustamente calunniato i sopravvissuti agli abusi», scrive il giornale in un editoriale di fuoco intitolato «Francis’ commitment to abuse survivors in question». Le osservazioni di Francesco sulla mancanza di prove a carico del vescovo Barros, si sostiene nell’articolo, «sono quanto meno vergognose» («these remarks are at the least shameful») e nel giro di pochi giorni «papa Francesco ha ingiustamente calunniato i sopravvissuti agli abusi».
Vengono in mente le parole che l’allora cardinale Joseph Ratzinger pronunciò al Meeting di Rimini del 1990 sulla riforma della Chiesa. In che consiste, si chiese, l’autentica riforma? Si tratta, rispose, di un’azione simile a quella che lo scultore fa con la pietra: non un aggiungere, ma un togliere, un’«ablatio». Togliere tutto ciò che non è essenziale: «Riforma è sempre nuovamente una “ablatio”: un toglier via, affinché divenga visibile la “nobilis forma”, il volto della Sposa e insieme con esso anche il volto dello Sposo stesso, il Signore vivente. Non è di una Chiesa più umana che abbiamo bisogno, bensì di una Chiesa più divina; solo allora essa sarà anche veramente umana».
http://www.aldomariavalli.it/2018/01/25/se-le-bacchettate-contro-francesco-arrivano-dai-cattolici-progressisti/
La spiegazione del padre domenicano Giuseppe Barzagli sul Padre Nostro:” non ci indurre in tentazione”
https://gloria.tv/video/6qmk2AVVD99f2EYFu1myHgWA4
Leggere Valli che discetta compuntamente di ” auctoritas ” papale (sì, proprio lui che ha battuto le manine eroicamente al fido commentatore che definiva “viscida ed eretica” l’AL, ma uesta non è che la ciliegina sulla torta) sarebbe come leggere Rocco Siffredi discettare compuntamente di purezza virginale.
Un incoraggiamento per il volonteroso Salcone che, pur restando nel campo dei pareri irrilevanti, passa da Nicola Brizzi col suo caravanserraglio di apparizioni creative al dolentissimo Pio Valli. Auctoritas sempre nulla, ma…..
Caro Luigi,
mi spiace farlo, perché qui da te ci si adonta subito per ogni critica, anche se rispettosa e prudente, mossa al papa, però credo sia utile (benché sgradito) far presente come stanno trattando papa Francesco gli esponenti di quegli ambienti, esterni ed ostili alla chiesa, che lui in questi primi cinque anni di pontificato ha sempre “coccolato” in tutti i modi, solo perché si è permesso di prendere una posizione corretta sul caso del vescovo Barros.
Ecco qui un altro articolo, in aggiunta a quelli segnalati dall’ottimo Valli:
http://www.nybooks.com/daily/2018/01/24/the-guilty-soul-of-pope-francis/
È velenoso: basti citare – per chi vuole risparmiarsene la penosa lettura – queste frasi: «Francis, tormented perhaps by his own dark and secret history, has misunderstood who are the victims and who are the perpetrators in this Chilean story. […] Did the pope not understand that this was a chance to redeem himself for not having been a Good Samaritan in Argentina? Did he not realize that this was a unique opportunity to show the courage he lacked years ago? Instead, he has damaged his moral standing and weakened the impact of his vital messages about the threats to humanity of poverty, war, and ecological disaster».
Comincio a pensare che i soli veri amici di questo papa siano coloro che, nella chiesa e per amore della chiesa, lo hanno criticato, anche severamente. Purtroppo, come re Lear anche lui sembra aver disprezzato proprio Cordelia, la figlia che gli diceva la verità, per dare ascolto a Goneril e Regan.
“I soli veri amici?”
Dagli amici mi guardi Iddio, come recita il vecchio adagio.
Il soldato del “re” Cuffini(il misericordioso)è intervenuto in difesa, calunniando Valli
(Il fatto che aveva applaudito AL è sintomo di nn essere prevenuto).
Inoltre qui Valli nn c’entra nulla, è il National Catholic Reporter», testata del cattolicesimo progressista statunitense, che ha
sempre elogiato Bergoglio ad attaccarlo.
non mi risulta che AmV abbia applaudito Al.
CRISTINA VICQUERY
Calunniando un corno, Salcone.
Leggi bene, prima di scrivere cose ancor peggiori.
Misericordioso un corno doppio: mai affermato né preteso d’essere misericordioso.
Valli non c’entra nulla?
Veramente lo hai copiincollato linkeggiando tu .
Se non c’entra nulla, mettiti d’accordo con te stesso, poi rettifica ed elimina citazione e link.
Se avessi letto l’articolo del National Catholic Reporter ti renderesti conto che dice esattamente quello riassunto dal Valli.
E altre a questo giornale cattolico progressista si sono allineati alle stesse critiche al papa molti altri ciornali cattolico progressisti(non ne parlaima del The New York Times).
Effettivamente dire: “sarebbe come leggere Rocco Siffredi discettare compuntamente di purezza virginale.”, non e’ calunniare, sono caduto in errore.
Voglio pero’ precisare, per fare un esempio, che io che non condivido quasi nulla di quello che scrive Luigi, mai mi sarei sognato di usare la tua espressione.
Rispetto sempre il pensiero degli altri, e qui stiamo parlando di due professionisti entrambi rispettabili al di la’ delle loro differenti opinioni.
p.s.: il termine misericordio era una battuta facendo riferimento a Bergoglio.
Da come hai espresso i tuoi pensieri su questo blog, non avevo dubbi che apparteneva a tuoi “skills”.
…… ti saresti reso conto
…che non apparteneva ai tuoi skills.
per Picchio,
Mettiti d’accordo con Cuffini 🙂
Io mi chiedo quale sia l’intento di un certo sig. Lugaresi, titolare di un blog tutto suo, nell’entrare ogni giorno nel blog di Accattoli per postare qualche articolo dove ci sono critiche rivolte al Papa. Davvero non so spiegarmelo, però mi viene il dubbio che lui voglia far sue le parole altrui anche se in lingua diversa e non tradotta.
Mi chiedo anche perché mai abbia lo schiribizzo di perdere tempo, ogni giorno, andando per le strade del Web a cercare proprio quei siti dove è sicuro di trovare articoli contro il papa, per poi gettarli, quasi con noncuranza, in faccia al padrone di questo blog e ai suoi visitatori.
E tutto questo lo fa con modi di apparente cortesia che però non riescono a nascondere l’atteggiamento mellifluo e peloso tipico degli individui che si illudono di mostrarsi credibili, mentre si rivelano, fin dalle prime parole, vaniloquenti.
Ripeto: quale sarebbe lo scopo di questo giochetto che definire ridicolo è poco? Magari lui ha in animo di poter cambiare il clima che qui si respira di apprezzamento generale verso il Papa. Oppure ritiene di evidenziare che questo Papa non ha poi applausi e consensi da parte di tutti, perché farebbe( avrebbe fatto) dei passi falsi. O ancora vuol dare manforte a quei pochi-pochissimi che godono, come lui del resto, dell’ostilità, quando c’è, nei riguardi di papa Francesco.
Tra i quali ultimi va inserito un certo sig. Valli, da lui definito cortigianamente “ottimo” mentre tantissimi altri lo considerano un pessimo voltagabbana, non tanto sveglio, neanche lui, in verità.
Dunque, qual è lo scopo di questo signor Lugaresi?
Eccolo: fare un grande buco nell’acqua.
Allora io gli consiglierei caldamente di farlo, questo buco nell’acqua, nel suo blog senza invadere le case degli altri.
A me personalmente–lo confesso– le sue argomentazioni non interessano; e credo che neanche ad altri interessino, tanto più se fatte con intenti più o meno scoperti di demolizione dell’autorevolezza del papa attuale.
Aggiungo che chi critica il Papa non lo fa “per amore della Chiesa”; lo fa invece perché vorrebbe insegnargli a fare il papa secondo i suoi desideri. “Pro domo sua”, come si dice abitualmente.
🙂
Complimenti per gli skills, Salcone.
Per il resto, c’è nulla su cui mettersi d’accordo, a proposito degli applausi di Valli. Il quale li ha scolpiti non a riguardo dell’AL, ma a qualcuno che ha definito la AL viscida ed eretica. Il che significa: “la penso anche io così ( ma non oso scriverlo.) Bravo. Bene. Bis.”
Proprio un atteggiamento da professonista, certamente.
Dare un giudizio negativo su AL non è peccato mortale, lo hanno fatto,in modi ed con espressioni diverse, altri Vaticanisti,tra cui Messori, Vescovi,Cardinali,preti….
Intere nazioni(la Polonia) e continenti(l’Africa);
Cardinal Robert Sarah :
«L’idea di riporre il Magistero in uno scrigno staccandolo dalla pratica pastorale,
che potrebbe variare a seconda delle circostanze, delle mode e delle passioni,
è una forma di eresia, una pericolosa patologia schizofrenica. Dunque affermo solennemente che
la Chiesa africana si opporrà fermamente a qualsiasi ribellione contro l’insegnamento di Gesù e del Magistero>, si sono opposti nell’applicarlo.
Sul pensiero di Valli su AL nulla da dire, haI fatto tutto tu(a favore e poi contro)
P.s: Grazie dei Complimenti 🙂 Fà piacere essere d’accordo, anche se tra nella tua mancanza di Misericordia. Sono assolutamente convinto che eccedi in carità 😉
Prego, è sempre un piacere.
Ti consiglio di staccare un biglietto open per la Polonia, per un lungo, lungo, lungo soggiorno estremamente istruttivo.
Quanto a Valli, non preoccuparti. Fa tutto lui, è ubiquo su ogni argomento.
Ah.
Quando si tratterà di farti salvare l’anima, vai da lui , da Messori o da Nicola Brizzi.
Vedrai che bella sorpresa , dopo.
AUGURI.
Torno sull’argomento che ha fatto discutere sul Blog e fuori dal Blog relativamente alla conferenza stampa del papa sull’aereo in ritorno dal suo viaggio in Cile e Perù.
Non c’è dubbio che il Santo Padre abbia fatto eccessiva confusione quando parla di “evidenza” e di “prove”.
Dal punto di vista semantico sappiano tutti che evidente è ciò che si manifesta in maniera innegabile.
La prova invece, nel linguaggio giuridico, soprattutto nell’ambito del diritto processuale penale e anche del diritto canonico, -seppur con un ordinamento giudiziario differente rispetto a quello italiano- è ciò che si forma all’interno di un dibattimento.
Mi permetto di affermare che il sostantivo più corretto che il papa avrebbe dovuto utilizzare in questo caso è quello di indizi oppure di manifestazione evidente riguardo alla vicenda del vescovo Barros.
Me ne guardo bene dall’insegnare al papa ciò che deve dire (lungi da me), ma se avesse affermato: in tutte le indagini svolte, non sono emersi indizi a carico di Barros, indizi che avrebbero portato a un procedimento penale davanti la Congregazione della Dottrina della Fede o, se ci fosse stata una manifestazione evidente del delitto a una decisione di sanzione immediata da parte mia (del pontefice).
Probabilmente se fosse stato affermato ciò, si avrebbe avuto sicuramente un rilievo diverso; sarebbe infatti passato un messaggio meno drastico.
Indubbiamente sono questi, temi delicatissimi e complessi: il delitto di abuso sessuale di persone al di sotto dei diciotto anni rientra nella normativa modificata dalla Santa Sede nel 2010 appartenente ai delitti più gravi (delicta graviora) commessi in violazione del codice di diritto canonico e di stretta competenza del papa e della Congregazione della Dottrina della Fede.
Fermo restando il sacrosanto rispetto che si deve avere per le vittime, non possiamo dimenticare che, salvo decisione del papa o dell’ex Sant’Uffizio sulla base di elementi incontrovertibili e innegabili, anche nel caso dei delicta graviora è previsto un regolare processo penale canonico avanti un collegio giudicante, con un promotore di giustizia (il nostro pubblico ministero) e un avvocato difensore.
E l’inizio di indagine avviene secondo quanto disciplinato dall’art. 14 della normativa sui delicta graviora che qui riporto:
Ogni volta che l’Ordinario o il Gerarca ha la notizia, almeno verisimile, di un delitto più grave, svolta l’indagine previa, la renda nota alla Congregazione per la Dottrina della Fede, la quale, se non avoca a sé la causa per circostanze particolari, ordina all’Ordinario o al Gerarca di procedere ulteriormente, fermo restando tuttavia, se del caso, il diritto di appello contro la sentenza di primo grado soltanto al Supremo Tribunale della medesima Congregazione.
E l’art. 21 della stessa normativa dispone:
I delitti più gravi riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede vanno perseguiti in processo giudiziale.
§ 2. Tuttavia, alla Congregazione per la Dottrina della Fede è lecito:
1° nei singoli casi, d’ufficio o su istanza dell’Ordinario o del Gerarca, decidere di procedere per decreto extragiudiziale, di cui al can. 1720 del Codice di Diritto Canonico e al can. 1486 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali; tuttavia, con l’intendimento che le pene espiatorie perpetue siano irrogate soltanto dietro mandato della Congregazione per la Dottrina della Fede;
2° deferire direttamente alla decisione del Sommo Pontefice in merito alla dimissione dallo stato clericale o alla deposizione, insieme alla dispensa dalla legge del celibato, i casi più gravi, quando consta manifestamente il compimento del delitto, dopo che sia stata data al reo la facoltà di difendersi.
Riguardo alle testimonianze, esse sono sempre oggetto di esame e controesame del testimone all’interno di un dibattimento.
Concludo, affermando che noi tutti abbiamo il giusto sentimento che i colpevoli vadano puniti e anche severamente in caso di gravi delitti, ma il diritto processuale penale anche canonico non viaggia sui binari dell’immediato, salvo nel caso canonico quando consta manifestamente il compimento del delitto.
Questa manifestazione di compimento del delitto, probabilmente il papa ha ritenuto non ci fosse per il vescovo Barros.
Un cordiale saluto a tutti.
Piccola correzione.
Quel “sappiano tutti” è in realtà: dal punto di vista semantico sappiamo tutti
Bel contributo, Fabrizio: grazie davvero.
Grazie a Te, Roberto.