«Una paraparesi spastica mi rende invalido. Avevo appena avvertito il desiderio di fare il prete quando caddi in chiesa con il calice in mano ma vinsi la paura affidandomi alla misericordia del Signore e ora sono prete e parroco»: parole di Francesco Cristofaro, giovane prete di Catanzaro, che festeggio con un bicchiere di Vino Nuovo.
Francesco Cristofaro: «Sono invalido ma in buone mani»
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“Sono invalido, ma in buone mani”.
🙂
Ecco una di quelle frasi che “non arrivano” da noi. Parafrasando, mi verrebbe da dire: beato te, Francesco, perché non te l’hanno rivelato né il sangue né né la carne ma il Padre che sta nei cieli…
Davvero, questa fiducia di abbandono, ci arriva dall’alto.
Festeggio anch’io don Cristofaro, di cui comprendo e condivido la foga… anche subacquea. E , insieme, faccio festa anche con tutti quelli a cui il Padre rivela e non rivela, a spizzichi e bocconi; con quelli che si appoggiano per forza di cose solo alla loro carne e al loro sangue; con quelli che dicono sono invalido e basta; con quelli che manco riescono a dirlo di essere invalidi…
Perché alla fine della fiera la cosa sbalorditiva è quante persone riescano a credere sempre nel domani: anche senza credere in null’altro; e facendo così riescano a regalare a tutti il loro sorriso dirompente quanto la loro forza.
A me anche quelli, senza saperlo, volerlo e rendersene conto, mostrano il vero volto di Gesù. Posso dirlo? Soprattutto quelli. E son contentone che ce ne siano tanti.