“Il grande senso di abbandono e di solitudine , di non appartenenza neanche a se stessi che spesso emerge da questa situazione [dovuto al cambiamento d’epoca], è troppo doloroso per essere messo a tacere. C’è bisogno di uno sfogo e allora resta la via del lamento: come mai siamo arrivati a questo punto? Ma anche il lamento diventa a sua volta come un boomerang che torna indietro e finisce per aumentare l’infelicità. Poca gente è ancora capace di ascoltare il dolore; bisogna almeno anestetizzarlo”: così il Papa ieri ai vescovi del Brasile. È stato forse il discorso più impegnativo che Francesco abbia tenuto fino a oggi. Lo intitolo sul lamento che scelgo come motto interpretativo dell’insieme, da cui prendo i passi più vivi che riporto nei primi commenti. E ricordo che sempre Bergoglio parla contro la tentazione dello scoramento. Il 6 luglio aveva scongiurato i giovani in cammino vocazionale a non praticare “lo sport del lamento” e il 17 giugno aveva detto al convegno della diocesi di Roma che “ci sono cristiani che tutti i giorni si lamentano, su come va il mondo” tant’è che “non si sa se credono in Dio o nella Dea Lamentela”.
Francesco contro il boomerang del lamento
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Nelle acque profonde di Dio. Francesco ieri ai vescovi del Brasile. “Senza la semplicità del loro atteggiamento [dei pescatori di Aparecida], la nostra missione è destinata al fallimento (…). La barca della Chiesa non ha la potenza dei grandi transatlantici che varcano gli oceani. E tuttavia Dio vuole manifestarsi proprio attraverso i nostri mezzi, mezzi poveri, perché è sempre Lui che agisce. Cari Fratelli, il risultato del lavoro pastorale non si appoggia sulla ricchezza delle risorse, ma sulla creatività dell’amore. Servono certamente la tenacia, la fatica, il lavoro, la programmazione, l’organizzazione, ma prima di tutto bisogna sapere che la forza della Chiesa non abita in se stessa, bensì si nasconde nelle acque profonde di Dio, nelle quali essa è chiamata a gettare le reti“.
Torniamo alla grammatica della semplicità. Francesco ieri ai vescovi del Brasile: “Un’altra lezione che la Chiesa deve ricordare sempre è che non può allontanarsi dalla semplicità, altrimenti disimpara il linguaggio del Mistero e non solo resta fuori dalla porta del Mistero, ma non riesce neppure ad entrare in coloro che dalla Chiesa pretendono quello che non possono darsi da sé, cioè Dio stesso. A volte, perdiamo coloro che non ci capiscono perché abbiamo disimparato la semplicità, importando dal di fuori anche una razionalità aliena alla nostra gente. Senza la grammatica della semplicità, la Chiesa si priva delle condizioni che rendono possibile “pescare” Dio nelle acque profonde del suo Mistero“.
Prigionieri dei nostri rigidi linguaggi. Francesco ieri ai vescovi del Brasile: “Forse la Chiesa è apparsa [a chi ci mette di fronte al “mistero difficile” della gente che ci abbandona] troppo debole, forse troppo lontana dai loro bisogni, forse troppo povera per rispondere alle loro inquietudini, forse troppo fredda nei loro confronti, forse troppo autoreferenziale, forse prigioniera dei propri rigidi linguaggi, forse il mondo sembra aver reso la Chiesa un relitto del passato, insufficiente per le nuove domande; forse la Chiesa aveva risposte per l’infanzia dell’uomo ma non per la sua età adulta“.
Uscire nella loro notte. Francesco ieri ai vescovi del Brasile: “Serve una Chiesa che non abbia paura di uscire nella loro notte. Serve una Chiesa capace di intercettare la loro strada. Serve una Chiesa in grado di inserirsi nella loro conversazione. Serve una Chiesa che sappia dialogare con quei discepoli, i quali, scappando da Gerusalemme, vagano senza meta, da soli, con il proprio disincanto, con la delusione di un Cristianesimo ritenuto ormai terreno sterile, infecondo, incapace di generare senso“.
Capace di decifrare la notte. Francesco ieri ai vescovi del Brasile: “Oggi, serve una Chiesa in grado di far compagnia, di andare al di là del semplice ascolto; una Chiesa che accompagna il cammino mettendosi in cammino con la gente; una Chiesa capace di decifrare la notte contenuta nella fuga di tanti fratelli e sorelle da Gerusalemme; una Chiesa che si renda conto di come le ragioni per le quali c’è chi si allontana contengono già in se stesse anche le ragioni per un possibile ritorno, ma è necessario saper leggere il tutto con coraggio“.
Una Chiesa capace di riscaldare il cuore. Francesco ieri ai vescovi del Brasile: “Vorrei che ci domandassimo tutti, oggi: siamo ancora una Chiesa capace di riscaldare il cuore? Una Chiesa capace di ricondurre a Gerusalemme? Di riaccompagnare a casa? In Gerusalemme abitano le nostre sorgenti: Scrittura, Catechesi, Sacramenti, Comunità, amicizia del Signore, Maria e gli Apostoli… Siamo ancora in grado di raccontare queste fonti così da risvegliare l’incanto per la loro bellezza?“
Senza la misericordia c’è poco da fare oggi. Francesco ieri ai vescovi del Brasile: “Sulla conversione pastorale vorrei ricordare che “pastorale” non è altra cosa che l’esercizio della maternità della Chiesa. Essa genera, allatta, fa crescere, corregge, alimenta, conduce per mano … Serve, allora, una Chiesa capace di riscoprire le viscere materne della misericordia. Senza la misericordia c’è poco da fare oggi per inserirsi in un mondo di “feriti”, che hanno bisogno di comprensione, di perdono, di amore“.
Dal Libro del Profeta Geremia
“sui Monti innalzerò gemiti e lamenti
un canto di lutto, sui pascoli della Steppa.
perchè sono desolati, nessuno più vi passa,
ne’ di ode più il grido degli animali…
Chi è così saggio da capirlo?
perchè la Terra è devastata,
desolata come un deserto senza passanti?
Così dice il Signore:
attenti, chiamate le Lamentatrici, che vengano!
fate venire le più brave!
facciano presto!
Per intonare su NOI un lamento.
Sgorghino lacrime dai nostri occhi
le nostre palpebre stillino acqua!
Udire o donne la parole del Signore!
Insegnate alle vostre figlie il lamento,
l’una insegni all’altra il canto del Lutto!
Poichè la Morte è entrate dalle nostre finestre,
si è introdotta nei nostri Palazzi…..”
“la Terra devastata” (The WASTe LAND)
è il titolo che millenni dopo il Profeta Geremia un poeta cattolico
T.S. Eliot ( premio Nobel per la Letteratura) dette al suo poema.
Geremia , TS Eliot, e tanti altri : davvero il Lamento è un boomerang?
Oppure è solo la prova che la religione non è solo l’OPPIO dei popoli?
( Ma , forse, la religione è solo l’oppio dei popoli, in tal caso , certo,
il lamento è bandito…)
Allora, se le cose stanno come dice papa Francesco, ergo, che fin ad oggi i pontefici si sono girati i pollici, che tutti gli insegnamenti posti in essere dalla Dottrina sociale della Chiesa a partire da Leone XIII [ da rammentare la commissione politico-ecclesiastica”del 1870che già da allora si prefiggeva ” di sovvenire alla miseria materiale e spirituale degli operai e dei poveri. La “Decretum de pauperum operariorumque miseria sublevanda” straordinario decreto che ambiva a ” sollevare la miseria dei poveri e degli operai] per passare a PioXII e poi ai papi del Post Concilio fino al Terzo rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo del 2011-recentissimo- Tutte queste egregie iniziative poste in essere dalla S.Chiesa hanno mancato il bersaglio. In una parola : hanno fallito!?
Potremmo obiettare dicendo che è cambiato il sistema geo politico e che ciò che andava bene ab illo tempore ora.. che la globalizzazione ha creato quel flusso migratorio con conseguente impoverimento-arricchimento di stati un tempo poveri e ora ricchi ecc ecc…
E’ un’alibi! Lo sfacello sociale di oggi non è meno tragico di quello economico, politico , morale del secolo appena trascorso, il 900, con due guerre terrificanti, 25 milioni di morti la prima e 50 milioni la seconda, città distrutte, gente scheletrica e una ricostruzione a dir poco tragica…
E se la Chiesa ha fallito, secondo Francesco, oggi più che ieri, malgrado l’antropocentrismo della Gaudium et Spes e tutti i movimento ecclesiali, e tutti quei satelliti piccoli e grandi e associazioni laicali così tanto auspicati, robabilmente , qualche domandina dobbiamo farcela!
E se è vero, come è vero che i problemi sono nelle viscere della Chiesa, chi deve fare il “mea culpa”? Il Popolo di Dio o i pastori, che hanno deviato il percorso delle pecore portandole allo scapicollo…?…
.
Mi può indicare esattamente dove papa Francesco accusa i precedenti pontefici di essersi girati i pollici? Io anche l’altra sera ho solo sentito parole affettuosissime verso Benedetto e anche GP II. Questo astio sta diventando grottesco.
“Alla luce di quanto ho detto, vorrei sottolineare alcune sfide dell’amata Chiesa che è in Brasile”
“La priorità della formazione: Vescovi, sacerdoti, religiosi, laici
Cari Fratelli, se non formeremo ministri capaci di riscaldare il cuore alla gente, di camminare nella notte con loro, di dialogare con le loro illusioni e delusioni, di ricomporre le loro disintegrazioni, che cosa potremo sperare per il cammino presente e futuro? Non è vero che Dio sia oscurato in loro. Impariamo a guardare più in profondità: manca chi riscaldi loro il cuore, come con i discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,32).
Per questo è importante promuovere e curare una formazione qualificata che crei persone capaci di scendere nella notte senza essere invase dal buio e perdersi; di ascoltare l’illusione di tanti, senza lasciarsi sedurre; di accogliere le delusioni, senza disperarsi e precipitare nell’amarezza; di toccare la disintegrazione altrui, senza lasciarsi sciogliere e scomporsi nella propria identità.
Serve una solidità umana, culturale, affettiva, spirituale, dottrinale.[6] Cari Fratelli nell’Episcopato, bisogna avere il coraggio di una revisione a fondo delle strutture di formazione e di preparazione del clero e del laicato della Chiesa che è in Brasile. Non è sufficiente una vaga priorità della formazione, né di documenti o di convegni. Serve la saggezza pratica di mettere in piedi strutture durevoli di preparazione in ambito locale, regionale, nazionale e che siano il vero cuore per l’Episcopato, senza risparmiare forze, attenzione e accompagnamento. La situazione attuale esige una formazione qualificata a tutti i livelli. I Vescovi non possono delegare tale compito. Voi non potete delegare tale compito, ma assumerlo come qualcosa di fondamentale per il cammino delle vostre Chiese.”
Se il cervello non mi difetta vor dì: hai vogli a ffa, ma senza preti ben vocati e preparati e veramente fedeli al mandato e alla “dottrina” s iva da nessuna parte (o almeno, si va verso il baratro).
Idem per i laici, nell’ordine delle proprie competenze.
P.s. per qualche eventuale “genio” che si affretti ad incasellare come “lagna il mio commento: badi bene che la “lamentela” l’ha fatta Papa Francesco, io mi sono limitato a leggeree tradurre in parole povere il “suo” pensiero…
P.S.2 Che poi a voler esser “pignoli” e a interpretare letteralmente, che il Papa dica “manca chi riscaldi loro il cuore, come con i discepoli di Emmaus”.
Potrebbe voler dire che manca chi infiamma il loro cuore con le Scritture, parlando di Gesù, e manca chi “Spezza il pane per loro”.
Cià cumpà
“Voletevi bene, torno dal Padre mio”
Le ultime parole del Card. Ersilio Tonini.
Un uomo di Dio semplice e buono che ricordo con affetto.
No! Davvero è morto Ersilio Tonini !?…
Straordinario, un sacerdote pieno di saggezza, un pastore di quelli come ce ne sono pochi…
Dio abbia in gloria don Ersilio.
Grazie allla dolce mitezza delle sue parole mi convinsi pienamente e disertai il referendum sulla fecondazione assistita.
Sì, Clo. Qualche domandina dobbiamo proprio farcela.
E,se per caso scopriamo che la Chiesa ha fallito, non c’è niente di male ad ammetterlo e cercare nuove strade.Questo non significa che quanto fatto finora da altri pontefici ,o da tutti quanti impegnati nella Chiesa, sia da buttar via: significa solo che i passi intrapresi non hanno condotto alle mète auspicate.
Le colpe? … e a che serve trovare le colpe? …a che serve guardare sempre indietro per puntare il dito?… Forse, sarebbe meglio guardare avanti, prendendo dal passato il meglio e trasmettendolo al presente- con la solidarietà e l’amore a cui siamo chiamati nei confronti degli altri esseri umani:se non sbaglio, il cuore del messaggio cristiano è tutto qui…
Come ha sempre pensato ed espresso il carissimo don Ersilio Tonini, le cui ultime parole sembra siano state :”Vogliatevi bene,io torno al Padre mio”.
Concordo sul fatto che serve, comunque,un grande sforzo di “educazione” (nel senso di educare).A cominciare dalle famiglie, da casa, dalle scuole, …dai blog!……………l’amore deve riprendere il suo posto nella vita della gente!
Purtroppo, malgrado i ben 17 documenti che dal lontano 1891 [Rerum Novarum Leone XII] fino al 2009 [Caritas in Veritatei Benedetto XVI] non fan che ripetere le stesse esortazioni,le stesse linee orientative suggerite oggi da Francesco, sensibilizzato gli spiriti ai bisogni impellenti di un’umanità sempre più disgregata e alla deriva, a me , sembra che di passi se ne siano fatti molto pochi. Allora, qui, il problema -e mi sembra che l’unico ad averlo azzeccato sia stato Benedetto XVI- risiede in una defaiance, in una smagliatura creatasi dentro la struttura stessa della Chiesa ad intra e ad extra. La principale “smagliatura” avviene ad extra, nella società cosidetta “civile”, dove una cultura laicista, capestro e violenta, ha fatto tabula rasa di ogni valore etico e morale. La secolarizzazione selvaggia il cui ventre molle è quel pensiero unico, debole del “così fan tutti” e allora..”perché non io!?”ha spalancato la porta al libertinaggio individuale: relazioni ambigue, ambigua visione della procreazione fino alla clonazione di esseri umani, allo scannamento degli stessi per i trapianti d’irgano e ogni sorta di orrore ed altri orrori più o meno divulgati. I grandi interessi economici ,di cui i cristiani non si interessano, che danno alle imprese la gestione del lavoro, che invola verso l’estero lasciando sacche di disoccupazione povertà, sofferenza .
Eppoi ci sono i problemi della Chiesa ad Intra, altrettanto urgenti: dalla disattenzione nei confronti del magistero del Papa, oscena che non permette, nella prassi , l’applicazione della Dottrina sociale della Chiesa. Di fatto c’è sempre una cesura tra il prima [concilio] e il dopo [concilio] , un discrimine per cui si è sempre con il piede in due staffe: due Chiese distinte e separate. Questa è una aberrazione: non ci sono due dottrine sociali ma una sola. I problemi , povertà, indigenza, peccati , sono sempre gli stessi. Io credo che se non si arriva ad una sintesi dell’intera Dottrina inserita nella tradizione cui attingere non si uscirà da questo problema; Ecco la vera debolezza:l’ estemporaneità con cui ci si dedica al tema che affligge il nostro tempo, qusi che la Dottrina della Chiesa fosse una “cosuccia di poco conto” una morale umana, una sapienza di questo mondo, mentre la sua vera ragion d’essere che è la gloria di Dio!…purtroppo, quando non c’è più spazio per il sacro, c’è la barbarie. Altro che amore: barbarie, sotto gli occhi di tutti…
…e io che ho detto?!?……(certamente in parole molto più povere)….
corrige@ Leone XIII
abbiamo detto le stesse cose, infatti! Ma perché è una comunanza di riflessioni per cui la verità difficilmente sfugge. Gira gira i pensieri collimano…
ciao Pri…[ho sentito di una sparatoria, l’ennesima, proprio in Florida]
leggo tutto….
mah!!!!!!
Grazie Principessa della consolazione
«C’ era una volta un Vaticano – Perché la Chiesa sta perdendo peso in Occidente» di Massimo Franco. Del quale condivido in toto l’analisi, e, in un certo senso, riassume i problemi e le difficoltà di «un» cattolicesimo: quello che,” almeno in Occidente, era maggioritario per antonomasia, viveva in una sfera di superiorità morale e di autoreferenzialità indiscusse, ed era in grado non solo di mantenere i propri segreti, ma di distillarli come pillole di una sapienza bi-millenaria. Quanto è accaduto negli ultimi anni sembra dire che il meccanismo si è inceppato, e forse rotto. E la coincidenza temporale con la crisi geopolitica degli Stati Uniti non può non portare a ipotizzare uno scoppio della «bolla etica» vaticana, parallela a quella finanziaria e militare dell’ Occidente. Su tale sfondo, gli errori di comunicazione, gli scandali sulla pedofilia, le guerre fra cardinali, sono sintomi, più che cause, di questa crisi. Ma contribuiscono a colpire la credibilità del Vaticano, e a sagomarne in modo imprevisto l’ influenza internazionale. Di queste difficoltà il pontificato di Benedetto XVI appare quasi il capro espiatorio. La crisi, infatti, nasce da prima: forse dalla fine della Guerra Fredda, che lascia tutti più soli con le proprie contraddizioni, Vaticano compreso. E si rivela nella stessa Italia, dove l’ influenza dei vescovi e del papa sull’ elettorato è fortemente diminuita, e il cattolicesimo politico si è ridotto a una realtà quasi residuale”.
Clodine, ho molto apprezzato il tuo commento, e – se vogliamo – non comprendo i dubbi e le titubanze in risposta all’invito del Papa a smettere di lamentarsi e darsi invece da fare.
La fotografia della situazione è abbastanza chiara: i cattolici son sempre meno, e quindi sempre meno anche i sacerdoti eccetera.
Sempre meno cattolici significa poi governi con un’etica sempre più discosta dalla nostra, e quindi la regola d’oro di amare il prossimo è andata a farsi benedire, portandoci alla situazione odierna, che non serve commentare.
E’ chiaro che la Ciesa, compresi tutti noi che ne facciamo parte, ne ha una certa responsabilità, anche quella, evidente anche da certa stampa cattolica, di perdersi in vittimismi invece di andare al sodo, (la regole d’oro), cosa che sta facendo papa Francesco, soprattutto con messaggi comprensibili da tutti, semplici e chiari, ricavati dalle chiarissime frasi del Vangelo.
Ma non starei ad indagare su queste responsabilità, che poi magari ci viene la tristezza.
Personalmente, vivendo a Roma, ho seguito i documenti prodotti per il recente convegno pastorale, Papa Francesco, come ricorda Luigi, nella sua omelia è andato al sodo nella sua solita maniera semplice e chiara, mi meraviglio ancora che non sia sempre capita.
Mons. Brambilla, vescovo di Novara, ha prodotta un’altra relazione, totalmente in linea con Papa Francesco, introducendo un tema sinora poco trattato:
“Signore, salvaci dall’errore di volerti ammirare o adorare nell’ammirazione invece di seguirti ed assomigliare a Te”,
e rendendo le parole del Papa po’ più in linea con il vecchio linguaggio ecclesiastico.
La relazione finale del Car. Vallini, che ovviamente dava anche indicazioni operative per la pastorale della Diocesi, ignorava sia il “non stiamo a pettinare le pecorelle del nostro ovile”, ed il ricordo alle 99 che sono fuori, tanto per parlare semplice semplice, che è il parlare compreso dal 90 % dei potenziali fedeli ed elettori, quelli che scelgono i governi.
Il culmine è ovviamente l’invito del papa a smettere di lamentarsi, e di non avere paura, non avere paura.
Cosa aspettiamo?
Sai, marcello, cosa penso? Penso che quando si è da troppo tempo seduti, alla fine, si perde l’uso della gambe…non si è più capaci di camminare speditamente come si faceva in tempi in cui bisognava camminare, anzi correre, per non essere risucchiati dalle sabbie mobili dello sfacello sociale e morale. La Chiesa dava degli imput straordinari. Imparare il passo quando il cervello ha disinnescato il meccanismo è più arduo di quanto s’immagini….ecco perché si affonda. Siamo con l’acqua alla gola, caro marcello, la Chiesa è con l’acqua alla gola, l’umanità annaspa disperata…
Claudia, no si puó negare che per una parte dei cattolici questa situazione é un tormento.
Il rifiuto della dignitá del papato,il rifiuto dei paramenti liturgigi, la dimora, molte omelie di doppia interpretazione a volte io non capisco il senso, collegialitá tanto acclamata ma decide in maniera arbitraria.
Questi suoi silenzi scioccanti su alcune veritá assolute , vedi aborto , eutanasia, matrimoni homo ma l`eucarestia per me comunque resta il il dramma nel dramma,come esempio del Sommo Sacerdote e come rappresntante piú autorevole della chiesa romana cattolica . .La genuflessione nei confronti dell’Altissimo non esiste.
Ripeto se ha problemi di salute almeno durante la consacrazione puo´fare l’inchino, come atto di riverenza e di rispetto nei confronti di Gesú
Il sedersi durante la comunione come dopo un pasto é sconcertante. Egli minaccia costantemente le sue forze dell’ordine per fermarsi a stringere la mano a baciare o dare un colpetto sulla spalla.Volendo cosi esprimere la sua´” vicinza alla gente”
La Chiesa universale Corpo Mistico di Gesú Cristo si é adeguata alle esigenze di papa Bergoglio.ed al giubilo del “mondo”.
Un gesto vale piú di mille parole.Il disagio cresce e cresce.
Qui vorrei lasciare un link che ho aperto 1 volta ma úna seconda volta non ci riesco.
http://www.lifesitenews.com/news/photo-late-term-aborted-baby-lies-in-open-casket-at-city-hall-funeral
E qui un interessante articolo su fatima e l’infallibilita del dogma.E’ per questo motivo che il Signore ci ha dato i dogmi per mezzo dell’infallibile Magistero della Chiesa, affinché, in tempi di crisi, saremo sempre in grado di trovare la verità. La verità, quindi, non è legata a numeri o al rango, bensì a ciò che Nostro Signore e Gesù Cristo hanno rivelato nelle Sacre Scritture e nella Tradizione, e a ciò che è stato definito solennemente dalla chiesa Cattolica, e che la Chiesa Cattolica ha sempre insegnato.
http://www.fatima.it/index.php?option=com_content&view=article&id=156&Itemid=209
Quel tema è di Brambilla tramite Kierkegaard.
Proviene da “Esercizio del cristianesimo”.
Dato l’Autore, è impossibile aspettarsi che la via estetica (nel linguaggio d’oggi = estetizzante) sia superiore alla via etica.
Considerata la chiesa (luterana) che lui aveva di fronte, così al passo con i tempi e compromessa con i gusti e i pregiudizi dei tempi da dimenticare proprio la sequela, chi potrebbe dargli torto?
Ma il cattolicesimo non è mai dicotomico.
OT
Ah, ecco una notizia che, se non farà contenti tutti, farà contenti tanti.
I nodi vengono al pettine e il pettine li strappa…
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350567
Ho letto l’artico di chiesa espresso, che dire?Poco a poco papa Bergoglio mostra il suo vero volto.Si é indebolito una comunitá e padre Manelli che ha fondato un ordine religioso nella radicalitá evangelica di San Francesco d’Asssisi.
Non é propio il papa che predica l’ideale di povertá e perció non si dovrebbe tutelare o promuovere questa comunitá?
Certo che Francesco non ha remore o scrupoli di nessun tipo a bastonare il suo predecessore, il quale peraltro ci è ormai abituato.
La norma che vieta ai Francescani dell’Immacolata di celebrare col rito antico nelle messe “sine populo” appare incomprensibile (e perciò francamente vessatoria), se non come deliberato sfregio alla Summorum Pontificum, e quindi al suo autore.
Come volevasi dimostrare….
C’era già stato un visitatore apostolico sotto Benedetto XVI, a causa di dissidi interni sul rito e non solo…
Non credo che il decreto denoti avversione di Francesco al Motu proprio Summorum Pontificum, semmai al cattivo uso.
Io sarei un po’ pià cauto sui motivi per cui viene vietato ai Francescani dell’Immacolata di celebrare VO.
Potrebbe esserci dell’altro. Direi sia il caso di aspettare.
(E intanto io insisto sul fatto che alla Messa in occasione del Pellegrinaggio “Populus Summorum Pontificum” potrebbe farsi vedere Papa Francesco o qualcuno a lui mooolto vicino…)
http://unacumpapanostro.com/category/italiano/
Avete letto l’intervista a Bergoglio sul corrire?con Benedetto si potrebbe enunciare le beatitudine evangeliche come consolazione Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli..
ed nel mi caso chi mi conforta?
Sì, ho letto il resoconto delle domande dei giornalisti al papa sul volo di rientro da Rio.
Quale sarebbe il problema, Intruso?
Lorenzo,
leggere i commenti qui, dal 28 al 34…
Invece trovo bella l’intervista rilasciata da Papa Francesco.
Letta bene dice quello che si è sempre detto (una cosa è il peccato, un’altra il peccatore).
Già letti.
Cosa c’entrano con il resoconto delle domande poste dai giornalisti?
Lorenzo,forse é il momento che mantenga le distanze da questi eventi del vescovo di roma,quando si esprime per es.per la canonizzazione dei papi parla sempre in prima persona “io volevo”, nei confronti di Benedetto, é come avere un nonno..il caso ricca , ma credo i miei commenti precedenti rivelano questo mio malessere molto piú esplicitamente.
Il commento n. 28 inizia con OT.
Commento di M.I.
[«« Avviso ai naviganti che volessero strumentalizzare le parole del Papa sui gay durante una conversazione con i giornalisti in aereo. Ha detto: « “Il problema è fare lobby di qualsiasi tendenza: lobby politica, lobby massonica, e anche lobby gay. Le lobby tutte non sono buone. Mentre se uno è gay e cerca il Signore [e ha retta intenzione], chi sono io per giudicarlo? Non si devono discriminare o emarginare queste persone, lo dice anche il Catechismo. Il problema per la Chiesa non è la tendenza. Sono fratelli. Quando uno si trova perso così va aiutato, e si deve distinguere se è una persona per bene».
Fermo restando che il genere «intervista in aereo» non ha mai dato buoni frutti e andrebbe forse ripensato o abolito, dall’intervista si ricava:
a) c’è una «lobby massonica» (non lo si diceva più da più o meno trent’anni);
b) la «tendenza» gay non dev’essere ragione di giudizio o discriminazione: precisamente «lo dice il Catechismo», distinguendo la tendenza dal comportamento. «Il problema per la Chiesa non è la tendenza», dunque sono i comportamenti, posto che un «problema» esiste.;
c) il gay è uno che «si trova perso così» e «va aiutato» perché potrebbe anche essere – ma non è garantito che lo sia – «una persona per bene». Non mi sembra un inno ai gay, anzi ce n’è da essere incriminati in base alla legge sull’omofobia.»»]
Lodevole, ma un po’ tirato per i capelli.
E comunque non è quello che arriva al 99,99% degli sventurati lettori/ascoltatori/spettatori.
Franti, che ti devo dire?
Da un altra parte, ho linkato Crippa e non è che mi sia preso tanti applausi.
C’è una sorta di GIORNALISTA COLLETTIVO e la sua controparte è il “LETTORE (ahem…) COLLETTIVO”.
Tutto qui.
Ubi 13:33,
ci sarà pur stato qualcuno che da valle sporca l’acqua del torrente…
Franti,
piuttosto,
qui c’è qualcosa (di septiforme) che potrebbe stuzzicare la tua santa perfidia:
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/gmg-26839//pag/1/
Ah, ma Crippa come tutti gli altri di quella razza è un intoccabile (temo) e qui dentro c’è un certo numero di “cani di Pavlov” (absit iniuria, naturalmente).
Quanto al resto, mi sto facendo l’idea che le cose che Francesco dice siano tutte suscettibili di essere accolte e interpretate in bonam partem, ma non è quella, purtroppo, la vulgata. Per me e per lei, probabilmente, conta la lettura ortodossa (che un’esegesi volenterosa come la sua può far diventare addirittura “forte”), ma a quasi tutti arriva un messaggio completamente diverso.
L’avranno messo in conto, il papa e i suoi consiglieri (se ne ha)? Questo io non lo so.
Condivido la perplessità di Franti circa la “vulgata” di papa Francesco.
Ringrazio Lycopodium dei suoi interventi, sempre stimolanti, e soprattutto per quello delle 15.04.
Fede, ho solo citato M.I., per puro dovere di cronaca.
Franti, non ho fatto alcuna esegesi volenterosa (citavo e impaginavo) e dopo ho pure omesso un apostrofo.
Potessi avere la grazia di fare esegesi volenterose e letture da pensiero forte.
Mi alambicco con fatica a distinguere, invece, lo Spirito dallo Zeitgeist…
Certo è che questo Papa fa venire il mal di pancia a molti frequentatori del blog.
Non a me. Non ai tanti cattolici che pregano per un rinnovamento della Chiesa.
Le sue parole sono musica per le mie orecchie.
Le condivido una per una e ringrazio Dio per avermi dato la possibilità di ascoltarle.
Oggi lo Spirito Santo ha preso voce in papa Francesco.
Il papa non c’entra, legga bene.
Mah
Ci sarà anche una sorta di GIORNALISTA COLLETTIVO e una sorta di LETTORE COLLETTIVO, come dice Lycopodium. Qui, al contrario, vedo tutto un agitarsi di interpreti, rettificatori, riposizionatori rigorosamente individuali…
A questo punto, dopo una settimana di pressoché indifferente silenzio alle legnatine e legnatone che F. ci menava da Rio , sospetto che esista anche un ASCOLTATORE CATTOLICO COLLETTIVO che mette in pratica un ascolto selettivo in automatico.
Nessuno se la prenda, ma in quella parodia di compassione per il 99,99 % degli sventurati lettori/ ascolatori/ spettatori di cui parla Franti, cosi’ come nel ping pong di rimandi di citazioni e linkature dei visitatori piu’ che dotti, c’è una buona dose di snobberia intellettuale.
Resta il fatto che , invece di preoccuparci – ad esempio- di essere dei cristiani e non dei lamentiani, e di come industriarci a realizzare finalmente in noi quella rivoluzione copernicana a cui il papa ci ha chiamato con placida durezza, un bell’OT o due , e voilà, eccoci a parlare, come sempre, di gay e di Summorum Pontificum.
@Lycopodium,
anche la scelta di pubblicare un intervento di Introvigne, anche solo per dovere di cronaca, può essere stimolo di riflessione. Per questo trovo giusto ringraziarti.
@Lorenzo,
conosci il detto “la lingua batte dove il dente duole”?
Evidentemente esistono questioni “irrisolte” che, per chiarezza, il Papa dovrebbe avere la misericordia di affrontare prima o poi.
“Il papa non c’entra, legga bene.”
Io parlo per me, senza agganciarmi ai vostri discorsi.
E ripeto che sento in papa Francesco la voce dello Spirito. Una voce nuova.
In tutto quello che dice.
Sì, Fede, ma queste, piu’ che denti che dolgono, mi sembrano delle autentiche ossessioni….
Non si tratta di ossessioni, ma di questioni di stretta attualità che attendono prese di posizione chiare e inequivocabili. Tutto qui.
Possono interessare o non interessare, ma finchè non si affrontano in modo adeguato continueranno ad essere “denti che dolgono”…
Paradossalmente, son d’accordo con Lorenzo.
Sarebbe bello prescindere dal contesto ed essere cristiani in tal modo prescindendo.
Non possumus, sicuramente per difetto intrinseco.
A chi ha “una marcia in più”, chiedo umilmente venia se talvolta mi ricordo che ci sono questioni bio-politiche e bio-giuridiche e dottrinal-rituali
pesantemente sul (o sotto il) tappeto.
“sento in papa Francesco la voce dello Spirito. Una voce nuova”
Ma allora ha ragione Clodine di dire che sembra che tutti i predecessori di questo Papa si siano girati i pollici.
se davvero Marilisa senta una “voce nuova” vuol dire che la Chiesa cattolica in duemila anni non ha mai beneficiato dello Spirito santo.
Ne beneficia all’improvviso, e non si sa per quale ragione razionale, solo questo papa. Lo spirito santo che , secondo Marilisa non ha ispirato ne’ bendetto, ne’ Giovanni Paolo II , ne’ paolo Vi, ne’ PioXII, ne’ andando indietro nel tempo alcun altro papa, adesso all’improvviso ha iniziato ad ispirare e a parlare.. una voce “nuova” , una Chiesa “nuova” , il “nuovo ordine mondiale”!!
Tutto NUOVO , bello , splendente e luccicante!.
Come succede che tutto questo “nuovo” questa voce “nuova” , questo luccicore a me sa invece di deja-vu?
a me sa di vecchio anzi di vecchissimo, facendomi pensare alla prima “novità” della storia , non quella del peccato originale , ma quella ancora più antica di Lucifero, il principe degli angeli..
Sarà , ma a me questo “nuovo”,tutto questo splendore, tutta questa popolarità, tutto questo show, tutto questo invece che allo Spirito fa tanto pensare al vecchio, ammuffito e logoro Lucifero….
L’unica vera novità della Storia è CRISTO. Lui è l’Alfa e l’Omega. Lui che si è incarnato è morto ed è risorto.
Tutto il resto è vanità delle vanità.
E a chi crede tanto nelle” novità” dedico la famosa frase di Verdi:
Torniamo all’antico e sarà un progresso!
( Lui l’aveva detta per la musica , ma vale anche per la religione, tornare all’antico , vuol dire tornare alle RADICI, del rapporto con Dio, tornare all’antico vuol dire risalire la corrente del fiume della storia, veramente “controcorrente” come i salmoni, tornare all’antico vuol dire pensare che la Verità non si conquista nel futura , grazie agli sforzi dell’intelligenza umana, ma la Verità è stata RIVELATA una volta per tutte con l’Incarnazione, Morte e ressurrezione di Gesù.
La voce “nuova” la voce che tenta alle novità, non può essere che la voce del
Serpente , quello che ha tentato alla “novità” Adamo ed Eva:
!mangiate la mela e conoscerete il bene e il male e sarete simili a DIo!!
La voce che tenta a nuovi esperimenti, nuovi modi di essere ( non più maschio e femmina come creati da Dio, ma sessi artificiali creati in laboratorio o in sala anatomia) nuova umanità ( non più un padre o una madre e i figli, ma nuove combinazioni, interessanti..) nuovo sesso ( non più il sesso normale, noiso , ma il sesso estremo, bondage, ecc. )
La voce che tenta alla “novità” è la voce del Serpente.
chi ci casca è perduto.
lo sanno bene i monaci del Monte Athos, nel quale ogni novità è bandita e si vive oggi come mille anni fa, l’orologio non esiste, il Tempo è quello Liturgico, e l’inizio e la fine del Tempo è ancora Cristo, il Sempre Presente.
Caro Lycopodium,
normalmente preferisco una processione a una marcia (e dovrebbe esserci differenza), ma i tempi sono quelli che sono e certe omissioni finiscono per diventare peccati gravi.
Ma nessuno contesta, Lycopodium, che ci siano tutte le questioni del mondo: bio-politiche, bio-giuridiche e dottrinal-culturali .
E che molte di esse siano, come dice Fede, questioni irrisolte ( perché molte lo sono per davvero, letteralmente).
Ma non si puo’, io credo, far consistere l’essere di Cristo, che è una roba che coinvolge da capo a piedi la mia vita tutta intera così come è, con un complesso di questioni complessissime etico-giuridiche-dottrinali-culturali.
Per quanto importanti siano.
Se ne occupi la Chiesa con gli organismi che ha, e sotto la direzione dei Papi che liberamente si dà : e noi contribuiamo come possiamo, come crediamo giusto, al dibattito e al “lavoro”.
Quello che è chiaro è che nessuna di queste questioni specifiche dipende da ME.
Mentre invece dare la mia vita a Cristo, che conta su di me 24/24 , sì.
Come si puo’, a uno che viene a dirmi: Cristo conta su di te, dirgli, come gli ateniesi nell’Areopago a Paolo, su questo ti ascolterò un’ altra volta…, adesso dimmi bene: che si fa con la liturgia in latino, o con i gay?
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/gmg-26831/
ogni commento è superfluo!
Cara discepolo, ma non si riesce proprio a schiodarsi da quella dannata e consunta poltroncina di quart’ultima fila da cui assistiamo come spettatori inferociti e incarogniti allo spettacolo ” Papa- Chiesa-Cristo- Dio” ?
Davvero: ad ascoltare noi sembra di ascoltare i commenti degli incontentabili e maniacali loggionisti dell’opera, tutti un confronto, uno spezzarsi in fazioni, un tifare da stadio, un seguire il proprio chiodo fisso.
Ma cosa deve ancora fare Gesù Cristo perché ci schiodiamo di lì, e ce ne andiamo sulla scena della Chiesa, che poi è la Sua? Ma che mai Gli frega- e a chi mai fregherà, se noi a noi stessi- che su tutto quello che accade siamo lì’ noi a dare pagelline e a far raffronti?
Crediamo in Cristo? E diamogli sta vita! Cosa conta se il Papa ce gusta o non ce gusta?
Al di là del collettivo mediatico e dei lamenti, vista l’innegabile carica innovativa destinata a incidere su una Chiesa che da mezzo secolo non fa che passi indietro (almeno in Occidente), è lecito cercare di capire le direzioni che si prendono.
Personalmente sono convinto che nulla di ciò che Benedetto XVI ha costruito, anche pagando prezzi altissimi, andrà perduto, e penso che questo trovi conferma anche nella conferenza stampa di oggi. Francesco aggiunge, non toglie nulla.
Qualcuno può confermare se nel Canone delle Messe del Papa a Rio il “pro multis” è stato tradotto correttamente?
“per molti”, ” per tanti”, “per tutti”,
qualunque sia stata la traduzione andava bene.
Non mi piace essere polemica nè criticare chi ne sa – certamente – più di me, ma penso che “perdersi” in dettagli come le traduzioni o le tradizioni, significa perdere di vista l’urgenza di evangelizzazione e solidarietà che dal messaggio papale può giungere,( un po’ come chi mostra la luna e ci sono alcuni che si fermano a guardare il dito).
Concordo che papa Francesco aggiunge senza nulla togliere ai predecessori o alla Chiesa. Con buona pace di chi si arrampica sugli ori e sulle tante sovrastrutture che oscurano Gesù e il suo semplice messaggio d’amore.
Perdoni, lorenzo, ma a proposito di opera lei mi ricorda un po’ il coro lirico in certe caricature, sa quello che ripete per mezzora “partiam, partiam!” e sta sempre lì?
(Nel suo caso, gorgheggerebbe: “Convertiamci, convertiamci!”)
perdòno, Franti, perdòno.
Specie quando l’annotazione è azzeccata!.
ciao principessa, sono d’accordone…..
ciao lorenzo, leggere le risposte a quell’intervista in aereo di papa Francesco è stato come salire su una montagna e respirare a pieni polmoni. La chiarezza e l’amore, la mancanza di giudizio e la solidarietà, il perdono e la voglia di fare bene. Tutti elementi di un cuore grande che nella sua dolcezza sa essere molto forte e determinato.
Mi ha colpito molto un commento sul sito della BBC di una signora che ha detto:”Papa Francesco ha il volto e le parole di Gesù Cristo se mai Egli decidesse di ritornare tra noi”.
E’ esattamente quello che sento.
Quando Tonini venne a Torino, sarà una data variabile tra i quindici e i vent’anni fa credo, a celebrare una Messa per la festa liturgica di Piergiorgio Frassati, il duomo era pieno di” ggiovani”, scout etc etc. e lui con la sua faccia già incartapecorita da ottuagenario pelle e ossa spiccava per contrasto come Matusalemme a una sfilata di Miss Italia.
Ma all’omelia: cavoli. Il piu’ giovane( e senza doppie!) fresco, originale e innovativo dell’intera cattedrale.Con un linguaggio senza giovanilismi, ma spiccicato e perfetto per i ventenni, che se lo bevevano tutto: prima sorpresi e poi affascinati. E quel modo di parlare, un pò nasale, prima scandito, poi precipitoso, ma con un tono squillante e energico che scoppiava nel microfono.
Feci la mia brava fila per andare a salutarlo alla fine, e fu interminabile, perché folta era la schiera di signore- fan delle sue presenze televisive-…mi abbracciò di furia ( e non erano ancora tempi sospetti di bergoglismo!:)) e mi spaventai quasi per la secchezza, piu’ che magrezza, di quel toracino …
Alla faccia del toracino.
Una roccia, in tutti i sensi.
ooops, vedi che ad essere grafomani, sbagli anche i post che vuoi commentare, razza di somaro che sono….
Francesco nell’omelia di ieri a Rio. “Dove ci invia Gesù? Non ci sono confini, non ci sono limiti: ci invia a tutti. Il Vangelo è per tutti e non per alcuni. Non è solo per quelli che ci sembrano più vicini, più ricettivi, più accoglienti. E’ per tutti. Non abbiate paura di andare e portare Cristo in ogni ambiente, fino alle periferie esistenziali, anche a chi sembra più lontano, più indifferente. Il Signore cerca tutti, vuole che tutti sentano il calore della sua misericordia e del suo amore”.
Francesco al Comitato di coordinamento del Celam ieri a Rio. Superiamo la tentazione di prestare attenzione in maniera reattiva ai complessi problemi che sorgono? Creiamo una consuetudine pro-attiva? Promuoviamo spazi e occasioni per manifestare la misericordia di Dio? Siamo consapevoli della responsabilità di riconsiderare le attività pastorali e il funzionamento delle strutture ecclesiali, cercando il bene dei fedeli e della società?
Francesco al Comitato del Celam ieri a Rio 2. Noi Pastori, Vescovi e Presbiteri, abbiamo consapevolezza e convinzione della missione dei fedeli e diamo loro la libertà perché vadano discernendo, conformemente al loro cammino di discepoli, la missione che il Signore affida loro?
Francesco al Comitato del Celam ieri a Rio 3. Aparecida vuole una Chiesa Sposa, Madre, Serva, facilitatrice della fede e non controllore della fede.
Francesco al Comitato del Celam ieri a Rio 4. Esistono in America Latina e nei Caraibi pastorali “lontane”, pastorali disciplinari che privilegiano i principi, le condotte, i procedimenti organizzativi… ovviamente senza vicinanza, senza tenerezza, senza carezza. Si ignora la “rivoluzione della tenerezza” che provocò l’incarnazione del Verbo. Vi sono pastorali impostate con una tale dose di distanza che sono incapaci di raggiungere l’incontro: incontro con Gesù Cristo, incontro con i fratelli. Da questo tipo di pastorali ci si può attendere al massimo una dimensione di proselitismo, ma mai portano a raggiungere né l’inserimento ecclesiale, né l’appartenenza ecclesiale. La vicinanza crea comunione e appartenenza, rende possibile l’incontro. La vicinanza acquisisce forma di dialogo e crea una cultura dell’incontro.
Francesco al Comitato del Celam ieri a Rio 5. I Vescovi devono essere Pastori, vicini alla gente, padri e fratelli, con molta mansuetudine; pazienti e misericordiosi. Uomini che amano la povertà, tanto la povertà interiore come libertà davanti al Signore, quanto la povertà esteriore come semplicità e austerità di vita. Uomini che non abbiano “psicologia da príncipi”. Uomini che non siano ambiziosi e che siano sposi di una Chiesa senza stare in attesa di un’altra. Uomini capaci di vegliare sul gregge che è stato loro affidato e di avere cura di tutto ciò che lo tiene unito: vigilare sul loro popolo con attenzione sugli eventuali pericoli che lo minacciano ma soprattutto per accrescere la speranza: che abbiano sole e luce nei cuori.
Se qualcuno chiedesse perchè riporto ora testi pronunciati ieri dal Papa, rispondo che cerco di mettere nel blog tutti i testi papali che reputo utili al mio lavoro, come a costituire una specie di zibaldone di pronto uso. I testi qui sopra erano importanti, ma ieri non avevo potuto riportarli perchè impegnato a scrivere per il Corsera.
giuseppe2 chiede: “qualcuno può confermare se nel Canone delle Messe del Papa a Rio il ‘pro multis’ è stato tradotto correttamente?”
Nel volume delle CELEBRACOES LITURGICAS questa era la formula secondo il messale della Conferenza episcopale brasiliana:
Tomai, todos, e bebei:
este è o calice do meu Sangue,
o Sangue da nova e eterna aliança,
que serà derramado por vos
e por todos
para remissao dos pecados.
Fazei isto em memoria de mim.
Noi abbiamo perso un po’ il senso dell’adorazione.
«Le Chiese ortodosse hanno conservato la liturgia che è tanto bella. Noi abbiamo perso un po’ il senso dell’adorazione. Loro adorano Dio e lo cantano, non contano il tempo. Una volta parlando dell’Europa occidentale e della sua Chiesa mi hanno detto che “ex Oriente lux”, “ex Occidente luxus”, cioè dall’Oriente la luce, dall’Occidente il consumismo e il benessere che hanno fatto tanto male. Invece gli ortodossi conservano questa bellezza di Dio al centro. Quando si legge Dostoevsky si percepisce qual è l’anima russa e orientale. Abbiamo tanto bisogno di questa aria fresca dell’Oriente, di questa luce».
Qui
Qui Kierkegaard resta un po’ indietro…
Riconosco nel Papa un forte volontà di voler sfondare un muro: quello dell’immobilismo in cui, secondo la Sua visione,sono caduti la Chiesa e i suoi pastori che han finito con il sedersi, o peggio, rinchiudersi dentro la “torretta d’avorio”, “distaccati” e “freddi” incuranti delle urgenze della gente incapaci di trasmettere il messaggio. Ma come, mi ri-domando, tutto quelllo “sciamare” attorno all’uomo e alle grandi aperture auspicate dal CVII non sono state applicate? Ci si è gingillati attorno a temi enormi come il dialogo interreligioso con l’islam gli ebrei ecc, eppoi, si è trascura di guardare in casa? Mah! Qualcosa non torna!
In realtà i tentativi di Francesco di virare la barra nel disperato tentativo di “cangiare” rotta rischia di far schiantare la barca come il Titanic contro un iceberg. Comprendo l’esigenza di strappare l’umanità dall’abisso di miseria in cui è caduta, e che sia necessario un ritorno “carnale”, d’impatto, quasi fisico “con la gente” . Ma la storia insegna, e il passaggio dalla civiltà romana a Costantino, come pure S.Paolo e il curato d’Ars rammenta, che nel momento in cui si applica la prassi senza la “sostanza”:preghiera, fedeltà alla Parola specie dentro la sacralità del Rito Eucaristico [e non è affatto vero che non ha importanza dire“molti” o “tutti” e che usare la birra anziché il vino e la patata piuttosto che il pane è lo stesso perché è l’amore che conta:visione fuorviante e deleteria] si nota una recrudescenza del male, inteso come “maligno” che ruggisce con ‘incredibile virulenza.La Chiesa ha il dovere di curare i corpi e l’obbligo di salvare le anima, le due cose non possono essere separate.
Conoscete la tentazione di S. Antonio? La tentazione di S. Antonio è uno degli episodi pili drammatici della storia del cristianesimo. Rappresenta il supremo sforzo di strappare il mondo a quella potenza che voleva trattenerlo; e la vera battaglia si combatte più nel deserto che a Nicea, dove Costantino aveva l’aria di cristianizzare il mondo. In realtà era Antonio che lo cristianizzava. Il grande combattimento si sostiene nel deserto, nella solitudine, prima di portarlo sulle strade col ministero di Papa, Vescovo, o Sacerdote. E’ qui che si combatte la battaglia. Il resto è affare di Cristo che invia i suoi operai quando e dove vuole. Sulla terra ci sarà sempre una mistica guerra assai più sanguinosa della miseria esteriore: è quella del mondo interiore e nessun prete, nessun uomo ci può liberare dal quel “malessere”: solo Cristo.
P.S
[il riferimento implicito a persone non è puramente casuale, il mio pensiero va a Benedetto XVI che porto nel cuore]
Grazie a L. Accattoli della risposta.
In effetti da quanto ho potuto ricercare la C.E. brasiliana non ha ancora recepito la nuova traduzione chiesta da Benedetto XVI, mentre lo hanno fatto, tra le chiese latinoamericane, Cile, Argentina, Paraguay, Uruguay, Bolivia. L’Argentina l’ha fatto nella Queresima 2010.
L’Italia… esita. Alla fine dipende dalla Congregazione per il culto e dal Papa.
La fonte delle informazioni che ho trovato:
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/consacrazione-consacration-consacracion-pro-multus-vaticano-vatican-14729/
Ho riportato solo il punto 4 e la parte finale
Lettera di Giovanni Paolo II
ai Sacerdoti
PER IL GIOVEDÌ SANTO 2005
4. « Hoc est enim corpus meum quod pro vobis tradetur ». Il corpo e il sangue di Cristo sono dati
per la salvezza dell’uomo, di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. E’ una salvezza integrale e al tempo
stesso universale, perché non c’è uomo che, a meno di un libero atto di rifiuto, sia escluso dalla
potenza salvifica del sangue di Cristo: « qui pro vobis et pro multis effundetur ». Si tratta di un
sacrificio offerto per « molti », come recita il testo biblico (Mc 14,24; Mt 26,28; cfr Is 53, 11-12)
con una tipica espressione semitica che, mentre indica la moltitudine raggiunta dalla salvezza
operata dall’unico Cristo, implica al tempo stesso la totalità degli esseri umani ai quali essa è
offerta: è sangue « versato per voi e per tutti », come in alcune traduzioni legittimamente si
esplicita. La carne di Cristo è infatti data « per la vita del mondo » (Gv 6,51; cfr 1 Gv 2,2).
Insistendo, in questi anni, specie nella Novo millennio ineunte (cfr nn. 23 ss.) e nella Rosarium
Virginis Mariae (cfr nn. 9 ss.), sulla contemplazione del volto di Cristo, ho additato Maria come la
grande maestra. Nell’Enciclica sull’Eucaristia l’ho poi presentata come « Donna eucaristica » (cfr n.
53). Chi più di Maria può farci gustare la grandezza del mistero eucaristico? Nessuno come Lei può
insegnarci con quale fervore si debbano celebrare i santi Misteri e ci si debba intrattenere in
compagnia del suo Figlio nascosto sotto i veli eucaristici. La imploro, dunque, per tutti voi, Le
affido specialmente i più anziani, gli ammalati, quanti si trovano in difficoltà. In questa Pasqua
dell’Anno dell’Eucaristia mi piace riecheggiare per ciascuno di voi la dolce e rassicurante parola di
Gesù: « Ecco tua Madre » (Gv 19,27).
Con questi sentimenti, di cuore tutti vi benedico, augurandovi un’intensa gioia pasquale.
Dal Policlinico Gemelli in Roma, 13 marzo, quinta domenica di Quaresima, dell’anno 2005,
ventisettesimo di Pontificato
http://www.cantualeantonianum.com/
Oggi su http://www.cantualeantonianum.com/ ci sono splendidi video di Benedetto XVI e l’intervista di Papa Francesco di ieri.
Mentre questo l’ho ritrovato scovando su cantuale
http://www.cantualeantonianum.com/2013_03_01_archive.html
Non so ma io avevo inserito il link di cantule per i video di Bendetto Xvi splendidi e per l’intervista di papa Francesco di ieri
Mentre questo l’ho ritrovato scovando su cantuale
http://www.cantualeantonianum.com/2013/03/un-vecchio-prete-ammalato-ma.html
Grazie intruso, bellissimo il video …e anche il commento che sottolinea l’importanza della Celebrazione Eucaristica vissuta con fede, nella fede …
Tarda replica a Discepolo e contrappunto alle parole dei nostalgici conservatori della Chiesa autoreferenziale di un passato abbastanza recente.
Dice la signora discepolo: “Lo spirito santo che , secondo Marilisa non ha ispirato ne’ bendetto, ne’ Giovanni Paolo II , ne’ paolo Vi, ne’ PioXII, ne’ andando indietro nel tempo alcun altro papa, adesso all’improvviso ha iniziato ad ispirare e a parlare.. una voce “nuova” , una Chiesa “nuova” , il “nuovo ordine mondiale”!! ”
Senza voler sottolineare il disappunto evidente in queste parole come anche in quelle di altri signori che fanno di tutto per nasconderlo ( senza peraltro riuscirci), sottolineo invece che Discepolo ha VOLUTO–almeno lo credo– capire male.
La signora dice ancora: “L’unica vera novità della Storia è CRISTO.”
Ma ha capito davvero la novità del Cristo? Non si direbbe.
Signora, la prego di documentarsi, di studiare, di indagare sulla enorme novità di Gesù Cristo. Lo faccia senza acquisire concetti appresi a memoria, senza capire.
Ritengo che lo Spirito Santo sia sempre all’opera–l’ho detto molte altre volte ben sapendo che chi non vuole ascoltare, avrà le orecchie ostinatamente chiuse–, ma ritengo anche che Dio ha bisogno della disponibilità degli uomini–qualsiasi uomo (papa compreso)– a recepirne le istanze. E credo inoltre che qualsiasi fedele sentirà del discorso di ogni papa quel che gli aggrada di sentire, e conformerà alla propria forma mentis le parole di un pontefice o quelle contenute in un qualsiasi documento ecclesiale. Ignorando bellamente quel che non gli piace di sentire.
Ciò detto, va rilevato quel che quasi tutti hanno avuto modo di vedere e di sentire di questo Papa.
E tutti, meno i detrattori, lo stanno confermando con esplicita ammirazione.
La sua è una voce del tutto nuova, più vicina( molto di più) alla sensibilità degli uomini di oggi, in grado di farsi capire da tutti i poveri cristi.
Parla, anche con i gesti, alle persone semplici.
Esattamente come faceva Gesù. Vicino a tutti e non solo a coloro che amano l’elitarismo esclusivo ed escludente.
Per questo motivo riesce a catturare l’ attenzione di tutti, atei e agnostici compresi.
Che tali probabilmente rimarranno, ma almeno potranno rilevare una chiara coerenza con i messaggi evangelici.
Oggi lo Spirito Santo ha trovato in papa Francesco una sorta di megafono, che vuol far sentire la vicinanza di Dio e di Gesù Cristo soprattutto agli ultimi.
Non per nulla ancora oggi si può dire con i discepoli di Emmaus: ” non ci ardeva forse il cuore…”?
Con buona pace di tutti quelli che ancora sperano e desiderano che l’ Eucaristia sia stata istituita da Gesù “pro multis” e non per tutti.
Disquisizioni linguistiche che lasciano il tempo che trovano ( lo lasciano ai “dottissimi” anche di questo blog) e che non riescono a capacitarsi del fatto che la misericordia di Dio è ben più grande degli intelletti più raffinati ( si fa per dire) che si beano di puntualizzazioni che mai verranno comprese dagli umili ricercatori di Dio.
Credo che “Maestra” più che un aggettivo sia un sostantivo.
Mi piace immaginare la Chiesa una Vela Maestra issata sull’albero principale di un grande Veliero . Una Vela che ha saputo gestire, e saprà gestire, un gioco forze impressionanti e permesso al Veliero di attraversare per duemila anni il grande mare della storia, affrontare tempeste perfette e ogni sorta di vento reale e apparente…
Sorry , ho sbagliato post !
Nessuna o nessuno ha il monopolio dell’umile ricerca di Dio.
Gli umili ricercatori di Dio consumano gli scalini dei saggi, assorbono come spugne gli insegnamenti dei Dottori della Chiesa, dei grandi Santi, filosofi e studiosi di ogni tempo. Diceva Socrate che “siamo ciò che sappiamo” e che “l’umiltà consiste nel sapere di non sapere” tanto è vasto e immenso lo scibile umano! Quanto poi alla Misericordia di Dio posso dire con l’Ecclesiate: «Ho applicato il mio cuore a cercare e a investigare con sapienza tutto ciò che si fa sotto il cielo» (Eccl.1:13). Senza la Grazia, diceva S.Agostino seguiremmo non Dio, ma “ciò che il cuore umano pensa” e il cuore umano spesso s’inganna. Per discernere la Parola, cosa Egli ci chiede, occorre la Grazia, che muove il cuore alla Sapienza.Nella Scrittura infatti si trova di tutto: parole di santi, di empi, di angeli, di spiriti maligni, di Satana stesso, e di Dio in persona. Senza gli Apostoli, i profeti , i Dottori e i Maestri non avremmo distinto il vero dal falso e il cristianesimo sarebbe morto prima ancora di nascere!