Ero in viaggio quando è stata pubblicata, venerdì 13, l’intervista del Papa e Televisa. La recupero ora ma non per le battute sulla Curia come ultima corte d’Europa, sul Sinodo e le aspettative esagerate, sulla sensazione che il suo pontificato sarà breve: di questo tutti hanno parlato. Leggendo la fluviale intervista mi hanno colpito quattro pagliuzze trascurate dalle cronache del giorno e riguardanti l’idea di canonizzare i grandi evangelizzatori, il criterio di scelta di uno degli ultimi cardinali, la coltivazione di cattive amicizie, il suo parlare da parroco. A queste pagliuzze dedico alcuni commenti.
Francesco che canonizza i grandi evangelizzatori
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Evangelizzatore della California. “Per me Lei [la Vergine di Guadalupe] è Madre. È Madre meticcia e, oso dirlo, anche altro. È il principio di una cosa di cui non parliamo molto in America: è l’abbondanza della santità. Ossia nella colonizzazione americana ci sono stati peccati a non finire. Ma ci furono anche molti santi: santa Rosa da Lima, il negrito Martín de Porres, quando andrò negli Stati Uniti canonizzerò un uomo santo che evangelizzò la California, Junípero Serra, il quale, prima di recarsi nella missione in California, andò proprio da Lei a chiedere la benedizione. Cioè in qualche modo fu Lei ad aprire la porta a quella corrente di santità. I santi messicani, i santi americani sono molti. Ossia, per me Lei è tutto ciò che ho detto: è Madre, fonte di unità culturale, porta verso la santità, in mezzo a tanto peccato e a tanta ingiustizia, a tanto sfruttamento e a tanta morte”.
Grandi evangelizzatori. Per intendere le parole del commento precedente sull’evangelizzatore della California sono utili altre parole dette dal Papa a proposito di Giuseppe Vaz evangelizzatore dello Sri Lanka, durante il volo da Colombo a Manila, lo scorso 15 gennaio: “Ho scelto la via della canonizzazione equipollente [‘si usa quando da tanto tempo un uomo o una donna è beato, beata, e ha la venerazione del popolo di Dio, e non si fa il processo del miracolo’] per persone che sono state grandi evangelizzatori. Per primo Pietro Favre, che è stato un evangelizzatore dell’Europa: è morto si può dire per la strada, mentre viaggiava evangelizzando a quarant’anni. E poi gli altri, gli evangelizzatori del Canada, Francesco de Laval e Maria dell’Incarnazione: questi due sono stati praticamente i fondatori della Chiesa nel Canada, lui come vescovo e lei come suora, con tutto l’apostolato che facevano lì. Poi l’altro è Giuseppe de Anchieta, del Brasile, il fondatore di San Paolo, che da tempo era beato, ed ora è santo. Giuseppe Vaz, qui, come evangelizzatore dello Sri Lanka. E adesso, a settembre, Deo mediante, farò la canonizzazione di Junipero Serra, negli Stati Uniti, perché è stato l’evangelizzatore dell’ovest degli Stati Uniti. Sono figure che hanno fatto una forte evangelizzazione e sono in sintonia con la spiritualità e la teologia della ‘Evangelii gaudium’. E per questo ho scelto queste figure”. Te capio?
I santi dell’uscita. Trovo preziose le parole del papa che ho riportato nel commento precedente: la santità è sempre il più importante. I fatti di Vangelo, nel mio piccolo. In un Papa il più importante è quello che fa con i santi. Il Papa dell’uscita cerca i santi che sono usciti a seminare.
Perché ho fatto quel cardinale. “Morelia [Messico centrale], tutta quell’area, è una zona di grande sofferenza dove anche le organizzazioni di narcotrafficanti non scherzano, ossia sanno fare il loro lavoro di morte. E quarantatré studenti in qualche modo stanno chiedendo non dico vendetta, ma giustizia, di venir ricordati. Per questo rispondo forse a una curiosità: ho voluto fare cardinale l’arcivescovo di Morelia perché sta in un punto rovente. È un uomo che sta in una zona molto calda, è una testimonianza di uomo cristiano, di grande sacerdote”. Una scelta simile a quella del nostro Montenegro, arcivescovo di Agrigento che ha Lampedusa tra le sue “parrocchie”.
Amicizie pericolose. “Lei ha inviato un messaggio privato a un amico argentino esprimendogli la sua preoccupazione riguardo alla crescente diffusione del narcotraffico nel suo Paese. Ha utilizzato l’espressione: «Cerchiamo di evitare la messicanizzazione». – “Quel ragazzo è un dirigente, un uomo che ha lavorato per la giustizia sociale e lavora molto, un mio amico. Viene dalla sinistra, dal trotzkismo, viene da lì. È un uomo che ha trovato Gesù. Mi raccontava come erano riusciti a scoprire alcune reti di narcotraffico, che stavano lottando e che avevano anche chiuso una catena di postriboli. Lui lavora molto nel campo della schiavizzazione delle persone e in quello della prostituzione e della tossicodipendenza. Mi ha detto: vogliamo evitare di arrivare alla messicanizzazione dell’Argentina. Così mi ha detto […]. So che molte persone, la maggior parte senza volerlo, alcuni di proposito, usano il loro venire qui o una mia lettera o una chiamata. Ci sono persone che chiamo e che non raccontano niente. Io ho chiamato e non l’hanno mai detto. Malati ai quali ho inviato una lettera e non l’hanno mai pubblicata. Altri sì. Ma se sento che devo fare una cosa, la faccio e corro il rischio”.
Non mi trattengo nel parlare. Lei vuol essere la voce di tutti quei milioni di persone che si vedono nella situazione di dover uscire dal proprio Paese? “Sì. Essere la voce, ma non in modo programmatico. Mi viene spontaneo. Mi viene per la nostra stessa esperienza latinoamericana e anche per il mio sangue di migrante […]. Inoltre in Argentina ho visto situazioni difficili. Di povertà e di emarginazione, persino di tossicodipendenza. E sono queste cose a muovermi. Mi viene naturale. Non ideologicamente. Per questo a volte sono un po’ spregiudicato e non mi trattengo nel parlare, ma non importa”.
Parlo come parlo. “Cerco di essere come piace a me, e a volte esagero con qualcosa che può offendere qualcuno. Devo stare attento”. – “Che a qualcuno questo possa apparire esagerato dipende forse dai miei peccati, dal fatto che io usi parole forti e non sia abbastanza buono e pastore da raggiungere il cuore di questa gente. Però sono figli di Dio. Semplicemente dovrei chiedergli di convertirsi, però chiederglielo con cuore di padre e non colpendoli. È vero”. – “Continuerò a fare lo stesso. E parlerò come parlo io, come un parroco, perché mi piace parlare così. Ho sempre parlato così, sempre. Non so se sia un difetto però credo che la gente mi capisca”.
Un bacio a Valentina. L’intervista era raccolta dalla collega messicana Valentina Alazraki che conosco dal 1979 e alla quale voglio bene.
Un’altra cosa passata inosservata tra un’intervista e un’altra è questa:
http://www.huffingtonpost.it/openetwork/papa-riscopre-primato-politica_b_6862116.html
Sono contenta lo abbia detto lui perchè anche io sono contraria all’abolizione del finanziamento ai partiti.
infatti è meglio che le cose siano fatte dal pubblico in modo trasparente piuttosto che tramiti sotterfugi, espedienti, tangenti.
Lupi, prima Formigoni, in certi ambiti cattolici il più pulito c’ha la rogna
Oddio su Lupi, bho a pelle mi è sempre sembrato meno peggio di tanti.
Non è che sto seguendo molto ma mi spiace che sia coinvolto proprio lui.
Non è questione di laici o cattolici, di certi cattolici e certi altri.
Lusi, per dire, veniva dall’Agesci.
E molti “poco puliti” non sono cattolici nemmeno in apparenza.
Avete già dimenticato lo scandalo che coinvolse Mastrapasqua solo pochi mesi fa?
Che sia questione di soldi o di famiglia sempre più i v
Cattolici non fanno la differenza.
Lasciamo perdere Lupi.
Per il resto, tutto questo putridume che sta emergendo da ogni parte, fa venire il voltastomaco. Ma davvero! Viene voglia di non ascoltare più i notiziari.
il livello della corruzione in Italia è altissimo, siamo ormai a livello di paesi africani. Corruzione non solo politica, ma a tutti i livelli.
Naturalmente non ha influito per nulla che in questi ultimi decenni qualcuno abbia governato facendo credere a tutti che quello che importa nella vita sono i soldi, il potere e il sesso. Trattasi solo di una coincidenza.
Luigi, che papa Francesco parli come un parroco per me è una cosa molto bella.
La spontaneità e la semplicità indicano una schiettezza fuori dell’ ordinario. Anche per questo ha avuto largo consenso. La gente capisce che quel che dice, lo sente nel cuore e lo esprime senza prendere vie traverse. E i suoi messaggi arrivano diretti agli ascoltatori senza che abbiano bisogno di interpretazioni , tanto sono chiari. Solo quelli che vorrebbero incastrarlo, non capiscono o fanno finta. Ma la malafede è evidente.
«per me», «ho scelto», «ho voluto fare», «se sento che devo fare una cosa, la faccio», «mi viene … mi viene … mi viene», «non mi trattengo», «cerco di essere come piace a me», «parlerò come parlo io … perché mi piace parlare così» …
Che sia un po’ autoreferenziale?
Luigi, sicuro di non sentire qualche nostalgia per quei papi di una volta, così poco narcisisti che il pronome io non lo adoperavano neanche, e se proprio dovevano nominarsi dicevano “noi” per vera umiltà?
(Plurale maiestatis lo chiamava chi non sapeva quel che diceva: maestà sì, ma solo quella di Dio, in nome del quale parlavano i papi).
Sara e Picchio a me non sembra che il Papa abbia suggerito il finanziamento pubblico dei partiti, ma solo la necessità che il finanziamento dei privati sia dichiarato pubblicamente. Si tratta dell’intervista a “La Carcova News” ripresa da “Terre d’America” il 10 marzo. Questa la domanda: “C’è qualcosa che vuol suggerire ai governanti argentini in un anno di elezioni?”
Il Papa dava una risposta in tre punti: “Primo, che propongano una piattaforma elettorale chiara […]. Secondo, onestà nella presentazione della propria posizione”. Il terzo punto riguardava il finanziamento e la risposta la riporto per intero al commento seguente.
Il Papa per un finanziamento trasparente delle campagne elettorali. “Terzo – è una delle cose che dobbiamo raggiungere, speriamo che ci si riesca – una campagna elettorale di tipo gratuito, non finanziata. Perché nel finanziamento della campagna elettorale entrano in gioco molti interessi che poi ti chiedono il conto. Quindi essere indipendenti da chiunque mi possa finanziare la campagna elettorale. Evidentemente è un ideale, perché sempre c’è bisogno di soldi per i manifesti, per la televisione… In ogni caso che il finanziamento sia pubblico. Io, come cittadino, so che finanzio questo candidato con questa precisa somma di denaro. Che tutto sia trasparente e pulito”.
Le parole “che il finanziamento sia pubblico” io le interpreto: “che il finanziamento sia dichiarato pubblicamente, in modo che i cittadini sappiano chi finanzia chi, e con quale somma di denaro”.
Grazie per le precisazioni Luigi. Il terzo punto non è stato realizzato da nessun paese al mondo perché come dice il Papa è un ideale. Per quanto riguarda la trasparenza mi sembra che questa esista negli usa, ma la trasparenza non ha impedito loro di diventare una plutocrazia di stampo dinastico, se come sembra si fronteggeranno la Clinton e jebb Bush.
Nel nostro piccolo un finanziamento da parte del settore pubblico lo ritengo il minore dei mali
Secondo me è anche così:
“Alcune recenti evidenze dagli Stati Uniti (dove pure l’obbligo di pubblicità esiste e le organizzazioni della società civile sono molto attive nel monitorare i comportamenti dei parlamentari) dimostrano che il predominio del finanziamento privato produce effetti indesiderati. In un recente lavoro pubblicato su una delle maggiori riviste scientifiche di economia (il Journal of Economic Perspectives) nel 2013 Adam Bonica Nolan McCarty, Keit. Poole e Howard Rosenthal si pongono una domanda molto interessante: perché la democrazia non ha rallentato il crescere delle diseguaglianze? («why democracy hasn’t slowed rising inequality?»).
La sostanza della loro rigorosa analisi empirica è sintetizzata in un dato. Il 40% dei contributi elettorali nelle elezioni federali americane proveniva nel 2012 da un’esigua minoranza (l’uno per diecimila dei più ricchi) con effetti e influenze sull’attività politica degli eletti che possiamo immaginare. Nel 1980 la stessa quota era inferiore al 10%. L’enorme e crescente concentrazione del finanziamento dei politici nelle mani di una ristretta élite dei più ricchi di fatto altera la regola democratica (una persona/un voto) orientando il sistema elettorale verso la regola delle società per azioni dove i voti si pesano in base alla ricchezza posseduta e riportandoci di fatto verso un modello di voto di censo. E allo stesso tempo è possibile ritenere che la stessa capacità di influenzare l’agone politico si sia riversata sul fronte culturale favorendo la diffusione di ideologie come quelle per cui «la diseguaglianza favorisce la crescita» e della «ricaduta benevolente» sulla quale anche l’Evangelii Gaudium di Papa Francesco interviene in modo piuttosto critico.
http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/DEMOCRAZIA%20DEI%20DISEGUALI%20%20.aspx
Anche se il papa non è del mio parere 🙂
Papa Francesco: un narcisista, anzi un Narciso.
Questa è l’ ultima barzelletta.
Raccontata da uno che è un po’ duro di comprendonio.
Mi scuso con l’ interessato, ma io la penso così.
Cara Marilisa nell‘intervista papa Francrsco ha detto 180 volte IO e mai Gesu‘Cristo.
Ma alla fine uno si chiede di cosa stiamo parlando? Di credere in Cristo o in Jorge Bergoglio?
Perche‘ sai Marilisa ,Jorge Bergoglio come me e te e‘polvere e polvere tornera‘.
Non va la pena idolatrarlo. Fra cent‘anni sara‘dimenticato.
Non val la pena farne un idolo.
ma certo discepolo, abbiamo un papa ateo. O magari agnostico. O chissà mussulmano sotto mentite spoglie…
A me sono piaciute un sacco le ultime interviste del Papa, le interviste mi piacciono sempre le condivido in tutto.
Con le omelie invece all’inizio fu un trauma perchè sono un po’ arcaiche nel linguaggio. (se confrontate con certa esegesi europea).
Discepolo
Questo è giustissimo, non vale la pena di farne un idolo, ma non vale neanche la pena di fare quello che fai tu: interpretare qualsiasi cosa nella peggior maniera possibile, ecc..
Tu e Marilisa su sponde opposte siete uguali.
Sarà anche a me piacciono molto le interviste, che rileggo sovente. Quello che non mi piace è la sua visione della donna, che sembra che si realizzi solo in quanto madre, una visione un po’ troppo tradizionalista.
Io trovo che questa “personalizzazione‘ dl papato sia immonda. IO non voglio vestirmi come i papi. IO non voglio stare negli Appartamenti Apostolici dove stavano i papi. IO non voglio neanchev definirmi papa ma soloo Vescovo diRoma. IO non vogliofare e dire quello che deve fare e dire un papa.. IO …IO IO…
E voi questa la chiamate umilta‘? Beati i papi tradizionali,che umilmente portavanp gli onori e gli oneri della caytedra d Pietro perche‘di essi e‘il Regno deicieli! Beati i pontefici che solitari e augusti si addormentavano negli Appartamenti Apostolici! Beati i papi che non si vergognavano ad essere papi e che preferivano la sedia gestatoria alle interviste con Scalfari!
Le interviste mettono in luce il lato gesuitico, intellettuale che forse nelle omelie viene fuori meno.
Dai Discepolo è uno tosto meglio no? e poi tutti i Papi hanno le loro novità sono accidenti non sostanza.
Poi credo che sia una sua visione personale, perché pur essendo i paesi latinoamericani molto machisti, in centroamerica ho visto che nelle facoltà cattoliche insegnano molte teologhe donne, le suore insieme a laici uomini e donne hanno ruoli molto attivi nelle comunità.
A parte questa visione un po’ stereotipata delle donne, poi però è molto aperto al femminile, ho visto che ha molte amiche. Questo è bello, vive bene i suoi voti.
A me sinceramente non è sembrato particolarmente machista, va bene che non ci bado però non mi ha dato questa impressione.
Penso che usi il termine madre come un grande complimento e lo adoperi anche in senso lato. (non solo maternità fisica ma anche spirituale e di pensiero).
Quello che voi non vedete e non capite ,e‘la semplice realta ch e un bambinoo capirebbe: questo papa non vuole essere papa (anche se ha accettato!) e sta facendo di tutto per stravolgere il papato. Cosi che ,dopo di lui nulla sara(come prima!Provate ad immaginarvi,dopo Bergoglio,un papa che non sia come lui. Magari un papa che voglia abitare negli Appartamenri Apostolici. Magari un papa che voglia. dare la benedizione e vestirsi tradizionalmente. Sara(possibile?Io non credo. Bergoglio ha devastato lq figura del papa. Dopo di lui i nulla sara come prima. Nessuno.,se non forse un santo ?,osera ripristinare la figura tradizionale del papa.
Come di Attila si potrebbe dire di Bergoglio dove e‘passato lui non cresce piu‘l‘erba.
quello che tu non vuoi capire discepolo è che il papa non vuole stravolgere il papato perchè odia il papato o non voleva essere papa ( eh chi sano di mente vorrebbe fare il papa? ), ma perchè ha una concezione del papato meno tradizionale di quella a cui eravamo abituati. Non è una tragedia cosmica.
Lui non è per nulla machista Sara, ha molte amiche donne che tratta su un piano di parità da quello che ho potuto leggere. Sono i sudamericani in genere a essere machisti. Lui quando parla della donna tira fuori sovente l’eguaglianza donna uguale madre. e’ questo a cui mi riferivo quando vede la donna in maniera tradizionale.
A Discepolo che dice: “Nell‘intervista papa Francesco ha detto 180 volte IO e mai Gesù Cristo”. Queste frasi sono nell’intervista:
Una Madre che ci porta Gesù
La salvezza che è Cristo viene da una donna
È un uomo che ha trovato Gesù
Quando cioè uno si trasforma in un buon impiegato e dimentica di avere una missione di identità con Gesù Cristo, che è il primo amore
Chiediamo perdono a Gesù per quelle cose che facciamo male o perché offendiamo qualcuno o siamo ingiusti
Nel Vangelo Gesù su questo è radicale
Quando Gesù si presenta fa sue le parole di Isaia
il contributo di Gesù Cristo all’uomo di oggi
mettiamo il contributo di Gesù Cristo all’uomo e alla famiglia di oggi
del contributo di Gesù Cristo alla famiglia
il prete ha l’obbligo di far crescere questo bambino o questa bambina nella santità, nell’incontro con Gesù. E quello che fa è distruggere l’incontro con Gesù
Figli di colei che portò il Salvatore, che distrusse il demonioFigli di colei che portò il Salvatore
Vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica
Lo ha voluto il Signore
Alla fine mi sono reso conto che è stato il Signore che ha voluto questo
credo che il Signore voglia che noi affrontiamo questo
Credo che il diavolo non perdoni al Messico il fatto che la Vergine abbia mostrato lì suo Figlio
Un bel saluto a Discepolo con la simpatia di sempre.
Su Repubblica di domenica scorsa l’immarcescibile sedicente confidente del Papa attribuisce nuovamente a Papa Francesco dei pensieri assolutamente eretici;
” Se l’egoismo soverchia e soffoca l’amore per gli altri, offusca la scintilla divina che è dentro di lui e si autocondanna.
Che cosa accade a quell’anima spenta? Sarà punita? E come?
La riposta di Francesco è netta e chiara: non c’è punizione ma l’annullamento di quell’anima. Tutte le altre partecipano alla beatitudine di vivere in presenza del Padre. Le anime annullate non fanno parte di quel convito, con la morte del corpo il loro percorso è finito…”
Mi sorprende che tanti esimi vaticanisti che ogni due per tre raccolgono le confidenze di prelati e cardinali non abbiano chiesto loro (e neanche a P. Lombardi…) se non sarebbe il caso di dire due parole circa queste fregnacce che scandalizzano i “piccoli” e più e più prosaicamente fanno girare i c……. a molti.
E’ sinceramente inquietante poi la chiusa dell’articolo “Viva molti anni papa Francesco.” Detto da un nemico del cattolicesimo e della Chiesa ……
Tutto questo non fa che ravvivare il mio pallino, che cioè le parole del Papa siano travisate e che servano oggettivamente per un attacco alla Chiesa. Mai fidarsi degli amici interessati. E ci risiamo con la pessima comunicazione da parte della Chiesa di Roma. Dive si dice tutto e il contrario di tutto, così parlano Burke e Tangle, Muller e Kasper, Cordileone e Cupich, Forte e Sarah…. Sembra una partita di ping pong…Mai nessuno che dia un orientamento secondo la Parola di Dio…
Lombardi lo ha già smentito più volte non è che gli può fare da balia, ormai lo avranno messo nella stessa fila di Socci e buona notte.
Sara ha pienamente ragione, Gianrinaldo. Scalfari e Socci passano entrambi il tempo a scrivere fregnacce sul papa, e il Vaticano dovrebbe passare il suo tempo a rettificare, smentire? hanno cose più importanti da fare.
Scusate, ma c’è una sostanziale differenza tra Scalfari e Socci (senza entrare nel merito delle idee ecc.). Scalfari scrive: “il Papa “ha detto….”, a mia domanda, “il Papa ha risposto…..” ingenerando la CONVINZIONE, in assenza di smentite o rettifiche di sorta, che quello che lui scrive, Papa Francesco LO ABBIA DETTO E LO CREDA. Il povero Socci si limita a sottolineare (ed è uno dei pochi, bisogna dargliene atto, anche chi non la pensa come lui) che SE E’ VERO, è molto grave. Se Scalfari racconta balle, qualcuno di autorevole deve smentirlo, se no non si fa che dar voce ai famosi oppositori di Papa Francesco che lo tacciano a ogni piè sospinto di eresia.
Quoto Gianrinaldo che ha evidenziato una differenza rilevante.
Il Papa avrà cercato di spiegargli che se si chiude all’amore l’anima “muore” e questa morte dell’anima, che la separa per sempre dalla visione di Dio, è quello che chiamiamo inferno.
E lui avrà capito male.
Ma se Scalfari “ha capito male” allora qualcuno DEVE correggerlo, per non ingenerare confusione nei cattolici e fomentare polemiche tradizionalisti/progressisti, che spesso si fondano su FALSE INTERPRETAZIONI. Repubblica non è mica il giornalino rionale, è il quotidiano più letto e considerato tra i più autorevoli.
Ma Scalfari è tanto potente e rispettato che tra i grandi o piccoli vaticanisti di cui pullulano il blog e i giornali, NESSUNO (a parte il povero Socci….) prenda in mano la penna o la tastiera e scriva che le sue SONO FANDONIE e FALSITÀ, per di più scritte probabilmente in malafede ??? Ma hanno tutti paura di Repubblica?
Gianrinaldo
non mi riferivo a Socci in questo specifico caso, ma alle fregnacce che scrive quotidianamente.
“se no non si fa che dar voce ai famosi oppositori di Papa Francesco che lo tacciano a ogni piè sospinto di eresia.”
se i famosi oppositori non fossero oppositori a prescindere valuterebbero le parole del papa come ha fatto Sara e non darebbero all’intervista nessun peso.
Più dell’intervista di Scalfari da da pensare tutto questo tuo strepitare Gianrinaldo. Questo stato di guerra permanente.Questo ritenere che in fondo in fondo sto papa sia eretico e che si abbia bisogno di smentite per non crederlo tale.
Ho già detto precedentemente che NON ritengo assolutamente Papa Francesco “eretico”, ma solo che la sua “comunicazione” danneggia gravemente i cattolici ingenerando confusione, dando libero sfogo nella Chiesa agli “opposti estremismi”, cioè di chi non vede l’ora di chiamarlo eretico e chi invece lo lauda solo perché (apparentemente) fa i loro interessi, siano di distruggere la Chiesa o riformarla in senso progressista spinto (che poi è distruggerla).
Su questo mi trovo in sintonia con Magister, vedi: http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351008
che non fa che confermare quello che vado dicendo, e che cioè tutto quello che dice il Papa è girato, decontestualizzato, tradotto, sparato a titoloni oppure omesso, a seconda degli interessi in campo. Il che, ripeto, fa solo male alla Chiesa e ai cattolici.
Per esperienza diretta, vivendo in un contesto di Parrocchia, catechesi, movimenti, anche diversi, percepisco che questo disagio è reale e se non viene manifestato apertamente è per amore al Papa e alla Chiesa.
“Io trovo che questa “personalizzazione‘ dl papato sia immonda.”
Io invece trovo che discepolo ha un ben strano concetto di umiltà. Secondo lei l’essere umili consiste nel mettere la fronte sulla terra,stare sempre in ginocchio, mettere la manina sul petto e dire per tutta la giornata: Gesù,Gesù…
Mi aspetterei che lei facesse così per dimostrare a tutto tondo la sua “umiltà”.
Ma credo che in realtà lei sia ben lontana da un simile atteggiamento. Però lo pretende dal Papa.
Faccio presente a discepolo che la sua idea di umiltà è del tutto erronea. E le faccio presente un’altra cosa: in quella intervista, sulla quale discepolo trova l’ennesimo pretesto per attaccarlo, percorrendo facilmente la strada aperta da un altro bel tipo che qui ha rilevato il presunto narcisismo del Papa, questi rispondeva ad una giornalista che, a due anni dal pontificato, gli faceva domande sulla sua persona e sulla sua esperienza fino ad ora vissuta come papa a differenza di quando viveva da cardinale in Argentina.
Non gli poneva, cioè, domande di carattere teologale, non voleva che lui parlasse di Gesù e di Dio. Insomma, non era il contesto giusto per atteggiarsi come discepolo avrebbe voluto.
Questo lo dico non perché io vada idolatrando il Papa, come ogni tanto ripete discepolo. Lo dico solo per precisare come stanno le cose esattamente,ovvero per puntualizzare. A me non piacciono le strumentalizzazioni, soprattutto se vengono fatte a vanvera.
Ed ancora mi piace dire che io non ho mai idolatrato nessuno. Per me il Papa è un uomo come gli altri chiamato dallo Spirito a guidare la Chiesa cattolica.
Non lo venero come fosse Gesù Cristo né come un santo, ma certamente mi piace il modo in cui la sta guidando.
Ps
Picchio, non puoi sapere quanto mi faccia piacere che tu mi abbia accostato a discepolo anche se per il verso opposto.
Sinceramente spero tanto di non arrivare mai ad essere né ridicola né blasfema.
Buon proposito, ma tardivo…
“…la sua “comunicazione” danneggia gravemente i cattolici ingenerando confusione,…”
Questa è la sua opinione, Gianrinaldo;cioè l’opinione dei clericali più retrivi.
Io credo invece che la comunicazione di questo Papa stia arrivando nel modo più giusto per la gente, perché quando si fa appello al Vangelo e non agli indottrinamenti di vario genere, si va al cuore del messaggio di Gesù. E la gente non aspettava altro. Per questo motivo papa Francesco riscuote tanto consenso.
Per cui nessun danno, mi creda, solo giovamento per i cattolici, soprattutto per quelli che si erano intiepiditi di fronte ad una Chiesa che parlava ex cathedra, senza scendere fra la gente.
PS
Ed ora vorrei vedere che qualcuno ( per es.la solita discepolo) dicesse che sto idolatrando il Papa.
Grazie, Spiletti. Lei, come al solito, ha capito tutto del mio parlare.
La linea comunicativa e’ più o meno la stessa di papa Ratzinger essendo Lombardi lo stesso portavoce.
Si interviene per precisare solo quando lo si ritiene strettamente (ma strettamente) necessario.
Anche con Benedetto alcuni avrebbero voluto un Lombardi iperattivo e anche allora si scelse una linea molto più sobria.
Detto ciò sul sito del Vaticano sono presenti tutti gli interventi del Papa.
Gianrinaldo la mia esperienza diretta è completamente opposts alla tua. Anche io vivo in un contesto parrocchiale, ho vari amici catechisti, facevo parte del movimento dei focolari con cui ho mantenuto rapporti e questo disagio non esiste, anzi c’è “euforia”peril nuovo clima ecclesiale. PProbabilmente viviamo i realtà diverse.
Mi ha colpito in questi giorni un sondaggio americano: tutti sappiamo che alcuni bloggers conservatori cattolici usa sono a disagio come scrivi tu con questo papa , ma i cattolici medi, direbbe Messori, che vanno a messa ogni domenica e identificano se stessi come conservatori danno un gradimento al papa che sfiora il 97 per cento in piena controtendenza con i molto più vocali bloggers. Tutto questo disagio è più apparente che reale.
Evidentemente si può essere ridicoli e blasfemi a propria insaputa.
editoriale della Civiltà cattolica sull’Anno della Misericordia:
http://www.laciviltacattolica.it/it/
Noto con piacere che le esternazioni ed i comportamenti di Papa Francesco fanno discutere ma radicalizzano le rispettive posizioni.
Trovo alcune affermazioni critiche francamente fondate sul nulla ed ai limiti del surreale. Invito a non addentrarci in questioni psicoanalitiche , ad attenerci ai fatti e a non giudicare per pregiudizi.
Per quanto riguarda Scalfari può darsi che si sia “allargato” un po’addentrandosi in temi teologici ma non credo che possa definirsi nemico della Chiesa. Forse critico su come il cattolicesimo si è atteggiato storicamente. Ma certo è sensibile (Scalfari) ai valori evangelici ed alla figura di Cristo.
Personalmente quando vedo in persone che si dichiarano non credenti un sincero sforzo di approfondire e/o condividere valori e ricerca di senso sono molto contento per cui trovo gretti e presuntuosi ( oltre che contrari al Vangelo) atteggiamenti e giudizi acidi e prevenuti.
Condivido in larga misura le valutazioni di Marilisa
Pasquale 🙂
Scalfari sarà interessato per carità però se nemmeno il Papa riesce a spiegargli i novissimi forse la teologia non fa per lui. ( E il fatto che dal Vaticano non si prendano nemmeno più la briga di smentire la dice lunga)
Leggo Scalfari da anni, è molto legato ai valori evangelici ed alla figura di Cristo come dice Pasquale, ma più che negato per la teologia, anche perchè per un non credente è difficile dedicarsi a certe tematiche, il suo ego smisurato poi fa si che nonostante tutto continui ad insistere ad abbordare certi soggetti. Non credo neanch’io che sia un nemico della Chiesa. Credo che al papa faccia tenerezza.
“Nel momento in cui l’uomo entra nel presente eterno, è la sua stessa autocoscienza che lo giudica, allontanandolo spontaneamente dalla luce se è stato lontano da essa, e attirandolo spontaneamente alla luce se ad essa si è avvicinato.
La descrizione del giudizio, che ora leggeremo, è come un sigillo posto su tutta la discussione precedente. La tesi dell’autore è chiara: la morte non è altro che la conclusione ideale di tutta la vita e l’apertura ideale all’oltrevita. ma l’itinerario è unico, prima e dopo, verso Dio o lontano da Dio.
Nella prima parte del c. 5 l’autore tratteggia la storia dell’allontanamento, la storia degli empi. E’ una di grande bellezza, in cui una cascata di nove similitudini descrive il vuoto che si sperimenta fin da questa vita: chi ha scelto la violenza e l’ingiustizia è già mortale, è già cancellato dall’immortalità beata”..
http://www.lafeltrinelli.it/libri/gianfranco-ravasi/libro-sapienza/9788810709030
Lo lessi che avevo 16 anni ho ricopiato il testo dal libro tutto ingiallito.
Cacciari tra gli atei è uno che la teologia la pratica bene, ha un taglio molto molto esistenziale ma non scriverebbe mai un articolo come quello di Scalfari.
Un articolo come quello di Scalfari lo scrive solo scalfari 😉
“Nel momento in cui l’uomo entra nel presente eterno, è la sua stessa autocoscienza che lo giudica, allontanandolo spontaneamente dalla luce se è stato lontano da essa, e attirandolo spontaneamente alla luce se ad essa si è avvicinato.”…..
di questi tempi, leggendo una cosa così, quelli che fanno le pulci al papa, tuonerebbero: Ravasi è un eretico e pure new age 😉
Se dici a Socci che lo ha scritto il papa ci costruisce su l’articolo ( so che è un overstatement definire articoli quelli di Socci ) di domani 😉
Visto che hanno tirato in ballo il purgatorio ecco come ne parla Benedetto nella spe salvi:
“48. Un motivo ancora deve essere qui menzionato, perché è importante per la prassi della speranza cristiana. Nell’antico giudaismo esiste pure il pensiero che si possa venire in aiuto ai defunti nella loro condizione intermedia per mezzo della preghiera (cfr per esempio 2 Mac 12,38-45: I secolo a.C.). La prassi corrispondente è stata adottata dai cristiani con molta naturalezza ed è comune alla Chiesa orientale ed occidentale. L’Oriente non conosce una sofferenza purificatrice ed espiatrice delle anime nell’« aldilà », ma conosce, sì, diversi gradi di beatitudine o anche di sofferenza nella condizione intermedia. Alle anime dei defunti, tuttavia, può essere dato « ristoro e refrigerio » mediante l’Eucaristia, la preghiera e l’elemosina. Che l’amore possa giungere fin nell’aldilà, che sia possibile un vicendevole dare e ricevere, nel quale rimaniamo legati gli uni agli altri con vincoli di affetto oltre il confine della morte – questa è stata una convinzione fondamentale della cristianità attraverso tutti i secoli e resta anche oggi una confortante esperienza. Chi non proverebbe il bisogno di far giungere ai propri cari già partiti per l’aldilà un segno di bontà, di gratitudine o anche di richiesta di perdono? Ora ci si potrebbe domandare ulteriormente: se il « purgatorio » è semplicemente l’essere purificati mediante il fuoco nell’incontro con il Signore, Giudice e Salvatore, come può allora intervenire una terza persona, anche se particolarmente vicina all’altra? Quando poniamo una simile domanda, dovremmo renderci conto che nessun uomo è una monade chiusa in se stessa. Le nostre esistenze sono in profonda comunione tra loro, mediante molteplici interazioni sono concatenate una con l’altra. Nessuno vive da solo. Nessuno pecca da solo. Nessuno viene salvato da solo. Continuamente entra nella mia vita quella degli altri: in ciò che penso, dico, faccio, opero. E viceversa, la mia vita entra in quella degli altri: nel male come nel bene. Così la mia intercessione per l’altro non è affatto una cosa a lui estranea, una cosa esterna, neppure dopo la morte. Nell’intreccio dell’essere, il mio ringraziamento a lui, la mia preghiera per lui può significare una piccola tappa della sua purificazione. E con ciò non c’è bisogno di convertire il tempo terreno nel tempo di Dio: nella comunione delle anime viene superato il semplice tempo terreno. Non è mai troppo tardi per toccare il cuore dell’altro né è mai inutile. Così si chiarisce ulteriormente un elemento importante del concetto cristiano di speranza. La nostra speranza è sempre essenzialmente anche speranza per gli altri; solo così essa è veramente speranza anche per me [40]. Da cristiani non dovremmo mai domandarci solamente: come posso salvare me stesso? Dovremmo domandarci anche: che cosa posso fare perché altri vengano salvati e sorga anche per altri la stella della speranza? Allora avrò fatto il massimo anche per la mia salvezza personale.”
“Nessuno vive da solo. Nessuno pecca da solo. Nessuno viene salvato da solo.”
E’ molto bello.
Buona notte.
🙂
vero 🙂
buona notte 🙂