Francesco batte le mani a Benedetto

Francesco loda Benedetto per l’esempio di coraggio e discernimento che ha dato con la decisione della rinuncia, e al partire dell’applauso lo incoraggia con il gesto della mano e si unisce a esso battendo le mani: “Noi abbiamo avuto un esempio meraviglioso di come è questo rapporto con Dio nella propria coscienza, un recente esempio, meraviglioso: il Papa Benedetto XVI ci ha dato questo grande esempio, quando il Signore gli ha fatto capire, nella preghiera, quale era il passo che doveva compiere. Ha seguito, con grande senso di discernimento e coraggio, la sua coscienza, cioè la volontà di Dio che parlava al suo cuore. E questo esempio del nostro padre ci fa tanto bene a tutti noi, come un esempio da seguire“. Nei primi commenti un monito e un richiamo di Papa Bergoglio: ai cristiani “egoisti” e ai “telecomandati”, a Gesù che “non impone mai”.

105 Comments

  1. Luigi Accattoli

    No ai cristiani telecomandati. Gesù, a noi cristiani, ci vuole liberi, come Lui. Con quella libertà che viene dal dialogo con il Padre, da questo dialogo con Dio. Non vuole, Gesù, né cristiani egoisti che seguono il proprio Io e non parlano con Dio, né cristiani deboli, cristiani che non hanno volontà, cristiani telecomandati, incapaci di creatività, che cercano sempre di collegarsi alla volontà di un altro, e non sono liberi. Gesù ci vuole liberi e questa libertà, dove si fa? Si fa nel dialogo con Dio nella propria coscienza. Se un cristiano non sa parlare con Dio, non sa sentire Dio nella propria coscienza, non è libero: non è libero.

    30 Giugno, 2013 - 12:51
  2. Luigi Accattoli

    Gesù non impone mai. Gesù dice ai suoi discepoli, incaricati di precederlo sulla via verso Gerusalemme per annunciare il suo passaggio, di non imporre nulla: se non troveranno disponibilità ad accoglierlo, si proceda oltre, si vada avanti. Gesù non impone mai, Gesù è umile, Gesù invita. Se tu vuoi, vieni. L’umiltà di Gesù è così: Lui invita sempre, non impone.

    30 Giugno, 2013 - 13:19
  3. discepolo

    Sì adesso si batte le mani a Benedetto , peccato che quando era Papa , il “Pastore tedesco” il Panzer Kardinal , il nazista , quello che Hans Kung ha definito ” una tragedia per la Chiesa “, ben pochi battevano le mani per <benedetto , soprattutto su questo blog! O avete dimenticato tutto???
    Bene , Francesco ha detto battiamo le mani a Benedetto! Bontà sua!
    Se domani Francesco dicesse sputiamo in faccia a Benedetto sono sicura che tantissimi in questo blog sarebbero d'accordo e anzi ci sarebbero tanti entusiasti spuratori !
    Quando si parla di cristiani telecomandati…. !
    Il problema non è che i cristiani sono telecomandati , il problema è, almeno per me, che la maggior parte dei cristiani sono degli ipocriti!
    Oggi dicono il contrario di quello che dicevano ieri1

    30 Giugno, 2013 - 15:31
  4. lorenzo

    Si moltiplicano le occasioni in cui si vede , con tutta chiarezza, come la Chiesa sia bella e viva e davvero per tutti segno e presenza di Gesù del mondo. Assai piu’ bella e viva e Presenza di quanto noi, singoli componenti, facciamo credere.
    Oggi arrivano, pacate e chiare, queste parole di Francesco.
    Parole importanti, da tenere presenti operativamente.
    Quando ci capita di metterci a vagheggiare una chiesa di potenza, un formidabile monoblocco senza crepe, un panzer schiacciasassi che fa muro contro muro al mondo; quando ci capitasse di sognare un popolo di cristiani assai simili ai cittadini di Metropolis agli ordini della gerarchia, un popolo di obbedienti combattenti senza dubbio e senza sosta; quando cercassimo di nascondere le paure di irrilevanza rifugiandoci nel sogno- anticristico- di un cristianesimo in guerra totale e permanente contro il mondo.
    Francesco è molto chiaro.
    I cristiani non sono telecomandati, e non devono esserlo; non sono privi di creatività, e non devono esserlo; non si collegano sempre alla volontà di un altro, e non devono farlo.
    Io credo che I cristiani sono stati liberati da Gesù Cristo, non certo per farne un popolo di yesmen senza coscienza.Nel Vangelo Gesù Cristo offre e propone, invita al dialogo e chiama, sceglie ed invia: ma sempre nel massimo della libertà e della autonomia dell’uomo.Indicando con chiarezza la strada della libertà e della salvezza: è la strada dell’abbraccio della croce, che ci libera e ci salva da noi stessi.Se questa liberazione da noi stessi non si verifica, il cristiano diventa il cultore del suo ombelico, ripiegato su di sé , tutto preso dal suo ego, pieno delle sue idee, schiavo delle sue convinzioni, incarcerato nell’individualismo, garanzia di frustrazione e insoddisfazioni a vita.
    E che bello l’applauso di Francesco a Benedetto, il suo caso portato come esempio emblematico di cristiano che, nella preghiera, nella parola e nel discernimento, scruta e interroga liberamente la propria coscienza alla ricerca della voce e della volontà di Dio su di lui. Per me, suggella e rafforza questa bellissima giornata che è di festa , di consolazione e di verità sulle cose i.

    30 Giugno, 2013 - 16:08
  5. elsa.F

    E’ un bel segnale di unità e di continuità, su cui dovrebbero riflettere tutti i detrattori e i tifosi dell’uno e dell’altro.
    L’unità e Gesù presente fra di noi in assoluto ciò vale di più, di più, di più, di più.
    Chissà che un giorno anche in questo blog si percepisca e si condivida questo, al di là delle libere convinzioni di ognuno.

    30 Giugno, 2013 - 17:22
  6. claudia74

    iscepolo scrive,

    30 giugno 2013 @ 15:31

    Sì adesso si batte le mani a Benedetto ……

    Il suo discorso lo si può anche ribaltare a certe vedove che da 3 mesi sputano veleno, sentenze ed insulti verso Francesco reo di non venerare Benedetto come si deve e di decidere con la sua testa ( oggi una si è permessa di scrivere “finalmente il papa comincia a ragionare”), quando è stato chiaro fin dalla sera dell’elezione che Francesco ha profondo affetto per il papa emerito. Fossi in loro un pò di vergogna la proverei….

    30 Giugno, 2013 - 20:25
  7. Luigi Accattoli

    Il richiamo del Papa alla responsabile autonomia dei cristiani, che non devono “sempre collegarsi alla volontà di un altro”, credo che abbia una matrice ignaziana. Una delle sollecitazioni avanzate dal cardinale Martini nel volume “Conversazioni notturne a Gerusalemme. Sul rischio della fede” (Mondadori 2008) mirava a “rendere indipendenti i cristiani” (p. 66), istruendoli a “vivere con la Bibbia” in modo di “trovare risposte personali a domande fondamentali” senza dipendere costantemente dall’autorità: “La parrocchia e la Grande Chiesa diventerebbero un contesto che procura stimoli e supporto, non necessariamente un magistero da cui il cristiano dovrebbe dipendere e che spesso prende a pretesto per allontanarsi” (p. 66). Questo ideale del cristiano “indipendente” o “autonomo”, che è “in grado di testimoniare in maniera convincente la sua fede anche davanti ad altri e saperne rispondere” (ivi), torna più avanti nel volume, con esplicito riferimento a Ignazio di Loyola: “Mediante gli Esercizi, ha mostrato ai cristiani un modo per poter diventare persone autonome e capaci di giudicare in diretto rapporto con Dio” (p. 82).

    30 Giugno, 2013 - 20:37
  8. Vero Luigi.
    Ma la base di tutto è sempre la “volontà”.
    La volontà di capire, di aprirsi, di comprendere, di accettare, di cambiare senza cambiare, di rinnovarsi.
    Finchè rimarremo ingessati nella convinzione che ciò che sappiamo è Verità assoluta, non ci sarà mai una maturazione della persona cristiana e quindi una sua autonomia.
    Secondo me,sparare giudizi su chi non la pensa come noi, bollare di ipocrisia chi ci sta intorno la dice lunga sulla rigidità mentale che Martini prima e papa Francesco ora hanno cercato di contrastare, – non a colpi di clava ma – con quella Parola di cui costoro si credono portatori ed annunciatori ma che in realtà sembrano non aver mai compreso nella Sua bellezza e semplicità.

    Questo tuo richiamo a Martini delle 20.37, Luigi, è semplicemente meraviglioso e di grande conforto agli erranti come me.

    30 Giugno, 2013 - 21:31
  9. Marilisa

    “Se un cristiano non sa parlare con Dio, non sa sentire Dio nella propria coscienza, non è libero: non è libero.”

    Queste parole meritano una standing ovation.

    30 Giugno, 2013 - 21:34
  10. mattlar

    Io, Luigi, mi trovo d’accordo sulle parole di Papa Francesco. Basti pensare che difficilmente si trovano parrocchie in cui i cristiani siano in grado o trovino il conforto dello spirito necessario per poter fare delle preghiere spontanee a braccio, senza dover per forza necessariamente ricorrere ai soliti, convenzionali foglietti…
    Tuttavia, devo anche dire che i cd cristiani pensanti – così si definiscono a volte – nella maggior parte dei casi sono persone intellettualmente formate che applicano alle categorie dello spirito le stesse categorie cartesiane, spesso dogmatiche, talvolta anche politiche, che purtroppo stravolgono anche le scritture. Per esempio, per tornare all’esempio di cui sopra, questi tendono a sostituire le preghiere con dei sermoni pesantissimi e del tutto inutili…
    Inoltre, chi parla – sulla scia di Martini – di chiesa pensante è spesso chi si vuole contrapporre ad altra chiesa, con un effetto (purtroppo) molto divisivo (Marilisa mi perdoni il neologismo) e anche un po’ narcisistico e con la puzza sotto al naso.

    30 Giugno, 2013 - 21:40
  11. Sara1

    Il problema di avere una Chiesa pensante è accettare che il pensiero va un po’ dove vuole e anche dove non vorrebbe chi apprezza la Chiesa pensante.
    In questo anche le vedove sono pensanti autonomamente. Soprattutto oggi.

    30 Giugno, 2013 - 21:47
  12. Mabuhay

    Caro/a il mio discepolo: ma come fa a convertire in tale melodramma patataio molti dei suoi interventi? Mi perdoni, ma a volte sembra che il suo essere patetico/a stia raggiungendo livelli paranoici…
    Comunque, contento/a lei…

    30 Giugno, 2013 - 21:52
  13. mattlar

    Purtroppo, cara Sara1, il problema della chiesa pensante è quello di riprodurre una elite intellettuale che potrebbe fare anche molto molto male… proprio in forza del suo punto di forza.
    Meglio la chiesa pensante che la chiesa devozionistica, però ho visto certe aberrazioni nell’uno e nell’altro caso e quanto disprezzo con commiserazione per i fratelli ho visto nella chiesa pensante. Una gran tristezza…

    30 Giugno, 2013 - 21:54
  14. mattlar

    Mabuhay… si narra che Discepolo abbia preso a morsi l’ostetrica appena nato…

    30 Giugno, 2013 - 21:56
  15. Sara1

    Quello che voglio dire è che elite intellettuale non è solo in un senso, si da per scontato che pensante voglia dire Matteo e invece pare che oggi voglia dire anche Discepolo.
    Perchè Discepolo mi pare tutto meno che devozionalistica no? non è d’accordo su nulla nemmeno per sbaglio.

    30 Giugno, 2013 - 21:58
  16. Sara1

    Nata in ogni caso.
    🙂

    30 Giugno, 2013 - 21:59
  17. Più passa il tempo e più amo la Chiesa dei semplici.

    30 Giugno, 2013 - 22:05
  18. Sara1

    Un po’ è vero Discepolo, conosco persone semplici semplici che ammiro tantissimo e stimo molto più di me stessa.
    Quella semplicità è un dono del cielo magari averla.

    🙂

    30 Giugno, 2013 - 22:08
  19. Tre anni fa mi sono messa in fila per onorare sant’Antonio nell’ostensione pubblica in basilica.

    Non riferisco alcuni commenti sentiti da parte di cristiani ‘pensanti’, per carità cristiana.
    Certo, c’è il rischio del devozionismo, del pensiero magico, della rigidità cultuale, ma non so se tutti insieme possano tener testa al rischio della superbia.

    30 Giugno, 2013 - 22:09
  20. Sara1

    Nico non Discepolo, portate pazienza sono più rimbambita del solito sbaglio pure il mio nome.

    🙁

    30 Giugno, 2013 - 22:10
  21. lycopodium

    Nico, w i semplici, non i semplicisti e i semplificatori.
    Per parte mia, ci sarà pure un santo protettore dei complicati.

    30 Giugno, 2013 - 22:15
  22. Sara1

    Vero Lyco anche dei tormentati e degli incasinati cronici come me.

    30 Giugno, 2013 - 22:18
  23. Marilisa

    Sai, mattlar, io ho sempre ammirato molto il card. Martini proprio per la libertà di pensiero sempre espressa.
    Papa Francesco mi piace ma, per adesso, un po’ meno, e forse un giorno dirò il perché.
    Quei concetti riportati da Luigi sono del tutto consoni al mio pensiero, che è quello di una persona comunissima, che riflette molto.
    Ne conosco tante altre–compresi parecchi ecclesiastici–che aderiscono in pieno alla mia idea di fede e di Chiesa, che è poi quella voluta dal Vaticano II.
    Io mi sono espressa — nel blog e altrove– in quei termini attirandomi, solo qui, come tu sai, le critiche violente di chi la pensa diversamente.
    Quando qualcuno si sente fortemente irritato da chi ha idee diverse sulla fede e sulla Chiesa, e affibbia a costoro risibili patenti di “narcisismo”,”presunzione”, “orgoglio” e via dicendo, significa solo che c’è un problema, grande come una casa, di marcato senso di inferiorità. Altrimenti si accetterebbero senza scandalizzarsi le opinioni altrui.
    Invece succede che quando non riescono a spiazzarti come vorrebbero con le argomentazioni variamente motivate, ricorrono agli insulti.
    Certo che a quel punto si creano divisioni che si amplificano a vista d’occhio.
    “La puzza sotto al naso” la vedono solo quelli che vogliono vederla anche quando non c’è.
    Magari perché loro la libertà di pensiero non riescono proprio a concepirla. Ma il problema è tutto loro, non di chi ce l’ha, quella sacrosanta libertà.

    Quanto alla semplicità cui ha accennato Nico, mi viene da chiedere:
    ma chi l’ha detto che chi ha libertà di pensiero, non sia semplice?
    Non ho mai visto persone più semplici del card. Martini e di questo Papa. Anche qui si vuol vedere la “puzza sotto al naso”?
    E tuttavia Dio solo sa quante critiche si sono attirati anche loro, e proprio per la loro semplicità ( soprattutto papa Francesco).
    La vera divisione è fra chi rigidamente non vuole cambiamenti e chi, invece, sente il bisogno di aria nuova.
    Mai sentito dire che la Chiesa è ferma a due secoli fa?

    30 Giugno, 2013 - 22:51
  24. Essere semplice è un traguardo, non uno status originario.
    Gesù lo dice chiaro: se non DIVENTERETE come bambini… significa essere passati attraverso l’adultità (capacità di camminare da soli, di pensare e decidere, di valutare) per poi saper giungere alla semplicità (affidamento, all’Unico Necessario). Spesso questa cosa, come ricordava Sara, si trova nelle persone che hanno molto vissuto, e sono state semplificate dalle esperienze quotidiane, imparando ad andare al cuore delle cose.

    Che Lyco, Sara, tutti gli altri del pianerottolo, o Francesco, Martini, Benedetto… siano persone semplici, non ho motivi di dubitarlo.

    30 Giugno, 2013 - 23:11
  25. Silvia Bottini

    La semplicictà, nico, senilità e saggezza mi fanno dire, e qui non credo di sbagliare, è un attributo di Dio, non degli uomini, della divinità, non della materia che dice grande imperfezione vedi la malattia, la marciscenza,la morte.. Ha ragione Lycopodium quando distingue il semplicismo dalla semplicità. Solo Dio possiede questo attributo: una sola essenza, sostanza,o natura assolutamente semplice.I padri, l’aquinate, ma molti filosofi antichi e moderni sono concordi e molti adottarono questa tesi per contestare i panteisti, gli adoratori di idoli, gli immanenisti. Mentalità ancora vive e vegete anche tra i cristiani, e i cattolici.

    1 Luglio, 2013 - 6:08
  26. Silvia Bottini

    Se poi parliamo di stili di vita, anche anche qui c’è da fare un distinguo: non è sciatteria, né semplice sobrietà, pure una mia amica veste con grande semplicità a suon di banconote, a volte è “sintomo di una interna avarizia”. Mentre credo sia conditio sine qua non senza la quale non esiste bellezza morale, proprio perché e li, nella smeplicità d’animo che si nasconde il divino.
    Lo stesso concetto vale per la libertà, di cui con tanto amore parò Papa Francesco. Ma non è libertà “di” [di fare ciò che ci piace] ma libertà “da” [dal peccato, dalla cattiveria e dal male]. Sento tanto enfatizzare questo concetto dalla sign.ra Marilisa che non ho ancora capito dove vuole farlo arrivare e a che cosa lo applica. Come se un cristiano, un cattolico, non fosse vincolato dalla Parola di Dio, e dal Magistero o un laico da costituzioni , norme e leggi giuridiche e civili. Quante sciocchezze!
    “Non c’è vera libertà se non al servizio del bene e della giustizia. La scelta della disobbedienza e del male è un abuso della libertà e conduce alla schiavitù del peccato”.

    1 Luglio, 2013 - 6:59
  27. Silvia Bottini

    Non è la Chiesa (comunità di uomini e donne che vivono in attesa del Risorto) ad essere ferma a duemila anni. E’ una sciocchezza questa, senza senso.
    La Chiesa è attraversata dalle epoche, non è ferma. Chi dice che è ferma (?) fermo, semmai -e guai se non lo fosse- deve restare il patrimonio trasmesso, i valori, le norme trasmesse, che sono immutabili. Non stiamo parlando di “consegna” -come si consegna un biglietto di auguri- ma di trasmessione di riti, norme , precetti di straordinaria rilevanza per la coscienza. Quando si interrompe questo “dialogo” questa Trasmissione avviene il corto circuito: si taglia il filo d’oro che unisce questo “dialogo di coscienze”, ed ecco la crisi dei valori, con l’orrore -anche nella Chiesa- che ne consegue…Inutile per quanto superficiale citare questo o quel cardinale. Anche un “cardine” può perdere olio cigolare,e anche uscire dai gangheri talvolta. Non per questo è meno importante nella grande struttura: è solo una questione di olio.

    1 Luglio, 2013 - 7:27
  28. Silvia Bottini

    Brutta cosa un cardine senza olio, ma di gran lunga peggiore la manina che lo agita e se le manine sono tante, lo stridore produce, è assordante…
    Lasciate alla requie eterna il Cardinale Martini che Dio lo abbia in gloria. Quel “relativismo cristiano della libertà che decide” ha già prodotto molti danni, e irreversibili, purtroppo…

    1 Luglio, 2013 - 7:50
  29. Nino

    Luigi Accattoli scrive,
    30 giugno 2013 @ 20:37
    ——–
    OTTIMO.
    Pregevole sinossi, direi ignaziana.
    Caffè pagato dove vuoi.

    1 Luglio, 2013 - 7:50
  30. Mabuhay

    Nico: “Più passa il tempo e più amo la Chiesa dei semplici….
    Essere semplice è un traguardo (ndr. anche per noi complicati), non uno status originario. Gesù lo dice chiaro: se non DIVENTERETE come bambini… ”
    Ti dico Amen.

    Nino: ma solo un caffe’ al signore del pianerottolo…? Penso meriti qualcosa di piu’ sostanzioso… 🙂
    Buona giornata a tutti.

    1 Luglio, 2013 - 8:10
  31. Silvia Bottini

    Papa benedetto che “Ha seguito, con grande senso di discernimento e coraggio, la sua coscienza, cioè la volontà di Dio che parlava al suo cuore”, lo ha fatto in linea con quella Trasmissione di Valori. Non ha cercato la sua “libertà”, ma il bene della Chiesa: è uscito dal mondo per entrare nella storia…

    1 Luglio, 2013 - 8:15
  32. Luigi Accattoli

    Cara Silvia se il Papa invita alla libertà del cristiano che decide – e lo fa nel giorno in cui l’apostolo Paolo proclama “Voi siete stati chiamati a libertà” (seconda lettura della messa di ieri) – e se lo stesso invito l’aveva fatto poco prima un altro – converrà riflettere, non crede? Poi uno dirà che non gli garba, ma prima sarà bene che comprenda quello che ascolta: questa almeno è la mia regola di vita. Ho poi una curiosità: le parole “relativismo cristiano della libertà che decide”, che lei mette tra parentesi, dove le ha prese? Come avrà capito per me è importante conoscere la nascita di un’affermazione, soprattutto se ha il tono di un serio richiamo, come nel suo caso. Grazie anticipato.

    1 Luglio, 2013 - 8:19
  33. Silvia Bottini

    E come si fa a diventare come i bambini Mabuay ? Hai detto “Amen”all’affermazione di nico, quindi suppongo tu lo sappia come si fa “divenire” che ha la stessa radice di “diventare”un bambino.. Come fa un adulto a “scendere” retrocedere fino a diventare bambino? Come fa, dimmi, a farsi diverso da ciò che è…?

    1 Luglio, 2013 - 8:25
  34. Nino

    Mabuhay scrive,
    1 luglio 2013 @ 8:10
    —-
    L’espressione è romana e il “caffè” può includere quant’altro di gradimento dell’ospite.
    A quest’ora forse Luigi potrebbe gradire un cappuccino accompagnato da un maritozzo con panna.

    A proposito, se e quando capiterai a Roma, fatti vivo.
    Prenderei volentieri un “caffè” in tua compagnia.

    1 Luglio, 2013 - 8:26
  35. Silvia Bottini

    Oh, dott. Luigi, non badi alle virgolette poste a sigillo della frase -non era in riferimento a quanto detto dal papa, che anzi condivido- è una semplice citazione desunta da spigolature cui di tanto in tanto si attinge, ma che offrono lo spunto alla riflessione. Il tema della libertà è molto complesso, e può essere -e qui ne abbiamo un esempio- frainteso con il ben diverso “lberismo” o libertinaggio. E’ una parola che contiene in sé molte implicazioni e, anche in se buona fede, si potrebbe [condizionale] veicolare un messaggio sbagliato: ai lattanti non si può dare la bistecca, diceva il mio povero marito che sui lattanti la saleva lunga.
    In merito ai cardini che cigolano [metafora] che dire, mi sembra che papa BenedettoXVI e Francesco, ora, ne abbiano individuati parecchi. Sul Cardinale Martini, ho una mia visione personale. Lo stimo molto come teologo ma un po’ meno come divulgatore.

    1 Luglio, 2013 - 8:40
  36. Silvia Bottini

    Per il cristiano non c’è una libertà slegata da Cristo. La cosa è più profonda di quanto sembra e postula un cammino interiore grande, che va dalla coscienza di sé, alla espansione di sé, alla capacità di dare un nome alle cose, alle azioni che si compiono e leggitimarle dinnanzi a Dio. Per il cattolico le cose si fanno ancora più complesse perché oltre a seguireCristo, somma e unica fonte di Verità vi è il Magistero.
    Per un laico, o uno stato di diritto, vale lo stesso identico principio: il rispetto dell’altro non può essere inteso come limitazione della libertà. Se non si comprende questo è la fine. Lo penso sul serio. Sommessamente.

    1 Luglio, 2013 - 9:02
  37. lorenzo

    Sì, ma si potrebbe dire che , per il cristiano, non c’è Cristo senza libertà.
    Gesù propone se stesso: si dice via, verità e vita. Decidere di seguirlo è, per forza di cose, una scelta concretissima e radicale.In qualunque “stato” io la compia. Perché coinvolge tutti i giorni della mia esistenza , in tutti i loro aspetti, e coinvolge la mia esistenza tutta intera: non a spizzichi e bocconi.
    Non è possibile compiere una scelta di questo tipo se non in una libertà piena e consapevole: e la stessa libertà va mantenuta per confermare la stessa scelta in tutte le diverse situazioni quotidiane in cui vado a sbattere naso e faccia. Le piu’ diverse tra di loro.
    Se , alla base, non c’è una decisione completamente libera, la cosa non funziona.
    E’ pensabile operare una scelta di questo tipo per ” dovere”, per ” appartenenza”, per “obbedienza” , per ” legge” ?
    Apparentemente sì, ma la cosa non funziona e non puo’ funzionare.
    Si determina la situazione astiosa e ringhiosa del fratello maggiore della parabola: Una scelta operata per senso del dovere che spalanca la porta a tutta una serie di maldipancia, recriminazioni, rimpinati sottaciuti, voglie represse, musi lunghi ecc ecc.
    Uno dei motivi per cui le chiese abbondano di musoni è probabilmente questa. Uno dei motivi per cui si è così ferocemente incazzosi con i lontani, anche.
    Se io non uso fino in fondo la mia libertà per scegliere Gesù, non lo scelgo per davvero.Anche perché sceglierlo consiste nel rinunciare a me stesso, e nel fare quel che segue…La vera libertà che offre il Vangelo, è questa. Liberarmi da me stesso. Che è ben di piu’ che liberarmi dal peccato ( liberazione sempre provvisoria e che richiede una cocciuta operazione quotididiana di bonifica continua ) e liberarmi dal male ( che , in certa misura, resta presente in me e fuori di me,e richiede l’impegno in una lotta senza sosta).
    Con buona pace di quelli che non amano parlarne tanto, ma la libertà del Cristiano viene dal prendere su di sé le croci che incontra e , con quelle sulle spalle, seguire pervicacemente Gesù Cristo.

    1 Luglio, 2013 - 11:12
  38. Sara1

    Non è che non amo parlarne, è proprio che ci sono cresciuta con il cristianesimo della croce, del dolore della sofferenza, e ho fatto fatica a “liberarmene”.
    Perchè schiaccia eccome se schiaccia invece di liberare.

    Non c’entra però è interessante.
    http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/Ignazio-moderno-Pascal.aspx

    1 Luglio, 2013 - 11:24
  39. lorenzo

    Ma veramente non mi riferivo a te, Sarina.
    Anch’io vengo da una famiglia dove, sotto il tallone di ferro della Nonna ( quella delle fave) che aveva una religiosità fortissima, ma tutta dolorismo, sacrifici, sofferenza e croci, ho avuto una fortissima reazione di rigetto: naturale e , dico oggi, provvidenziale. Durata peraltro alcune decadi.
    Ma quello, il dolorismo e la opprimente retorica della croce- esaltata in sé, che idiozia- è pervertimento del Vangelo.Va combattuto in ogni modo e in ogni forma perché fa male.
    Altro che se schiaccia.

    1 Luglio, 2013 - 11:32
  40. Sara1

    Ok Lorenzo, dopo alcune disavventure devo dire che proprio negli ultimi anni sono nella fase di rigetto.
    Uno per carità quel che Dio vuole, però una fatica accettare il dolore.

    1 Luglio, 2013 - 11:35
  41. lorenzo

    Una fatica che non ne conosco altre di così grandi. E io mi limito a viverlo. Il problema della accettazione o no, lo lascio a spiriti piu’ speculativi.
    Ma mi sono convinto che ” non è quello che Dio vuole “, il dolore.

    1 Luglio, 2013 - 11:44
  42. “Si, ma”
    oramai è diventato addirittura un incipit.
    (vi prego di perdonarmi, io sono un inguaribile “scassapalle”. Che però vorrebbe suscitare qualcosa di buono negli altri…)

    1 Luglio, 2013 - 11:55
  43. FABRICIANUS

    O.T. ma neanche tanto:

    Venerdì la prima Enciclica di papa Francesco: lumen fidei

    Letto ora dalle news.

    Buona giornata a tutti.

    1 Luglio, 2013 - 11:56
  44. mattlar

    Bella notizia!
    Grazie fabricianus!!!

    1 Luglio, 2013 - 12:05
  45. Invece, sul tema: ciò che si raggiunge nel combattimento (spirituale) e nella meditazione, sono frutti che son fatti per essere condivisi e non egoisticamente contemplati. E cosi fa Papa Francesco, giustamente “condivide”.
    Solo che come facevasi notare precedentemente, ad esempio non si può condividere la “bistecca” con un “lattante”. Non avrebbe denti per masticarla, non saprebbe deglutirla e via dicendo. Non voglio dire che dia le “perle ai porci”, per carità! Voglio dire che trovo sempre un elevato pericolo di fraintendimento nelle parole del pontefice.
    Non è una critica, è solo un sommesso ed obbediente “notare”…

    1 Luglio, 2013 - 12:05
  46. FABRICIANUS

    Ciao mattlar

    1 Luglio, 2013 - 12:16
  47. Mi chiedo e chiedo:
    quanti hanno notato un’analogia con l’invito che rivolgeva Santa Caterina da Siena a prender “coscienza” del fatto che il prossimo più prossimo di ognuno di noi è “noi stessi”? E che quindi per amare davvero gli altri bisogna saper amare noi stessi, e per amare davvero noi stessi dobbiamo avere e acquistare la Virtù” in “noi stessi”…

    1 Luglio, 2013 - 13:14
  48. mattlar

    Io non l’ho notata questa analogia, ma dove avrei dovuta notare, signor Ubi?

    1 Luglio, 2013 - 13:51
  49. Sara1

    Davvero Venerdì?? Così presto?

    1 Luglio, 2013 - 14:09
  50. lorenzo

    Leggo solo adesso, Sara, il link che hai postato.
    Trovo molto bella la sottolineatura della soggettività della persona che cerca di aprirsi alla volontà di Dio nella sua vita. Non è vero che non c’entra con quanto si diceva sopra, perché la libertà coinvolge ed è imprescindibile dalla soggettività stessa.Come le scelte. “Io”rispondo- e se lo faccio davvero, non posso che farlo liberamente- all’invito di Gesù Cristo: ma non sono un “io” astratto( “il fedele”, “il credente “, “il laico” , “il prete”).Sono un io concretissimo, fatto non solo di carne, ma di una ben specifica carne, diversa da quella degli altri: mie inclinazioni,miei desideri, mie pulsioni,mie attrazioni e repulsioni,miei sentimenti, mio vissuto, miei condizionamenti, mie idee. Quando, attraverso ai fatti della mia vita, io entro in contatto e ricevo la proposta e l’invito di Gesù Cristo, è solo a partire da quel mio personale mix e guazzabuglio che posso liberamente ascoltarla, liberamente prenderla in considerazione, liberamente vagliarla nella mia coscienza ( alla luce della fede e della Parola e dell’insegnamento ) e liberamente decidere di accettarla e di scoprirne il modo: nella concretezza e nella particolarità della mia storia.
    Se si nega questo, si procede per teoremi e per assiomi universalmente validi.
    Che rimangono sul piano della teoria pura.
    Mentre l’incontro con Gesù, se c’è, essendo vita quotidiana, è assoluta pratica.
    E il rapporto con Dio, se c’è per davvero, è per forza familiarità e consuetudine personali: nei due sensi.Il mio rapporto con Dio non è ” il rapporto Creatore/ Creatura”. E’ la relazione che c’è tra il Dio incarnato in Gesù Cristo e me, con il mio nome e il mio cognome.

    1 Luglio, 2013 - 14:12
  51. Mabuhay

    Gentile signora Silvia,
    io son piu’ bravo a far domande che a dar risposte…
    “Se non diventerete come bambini…”: ho detto “Amen” a chi ha detto quelle parole a Nico…non tanto o solo a lei.

    Nino: grazie del caffe’…come se l’avessi gia’ preso! Chissa’ che non ci sia occasione di “farlo succedere” per davvero.

    Grazie anche a Lyco per la parabola dell’orefice, orafo e oro.
    .

    1 Luglio, 2013 - 14:25
  52. FABRICIANUS

    Humilitas lei non ci crederà, (perchè io non ho fatto il militare), ma io l’analogia l’ho intuita subito. 🙂

    1 Luglio, 2013 - 14:54
  53. Nino

    Che succede!
    Abbiamo in corso una sessione di lectio divina?

    Luigi, grande questo blog.

    1 Luglio, 2013 - 17:23
  54. Marilisa

    “Sento tanto enfatizzare questo concetto dalla sign.ra Marilisa che non ho ancora capito dove vuole farlo arrivare e a che cosa lo applica. ”

    Da quanto mi legge, signora Bottini? Da poco, da molto?
    E ancora non ha capito?
    Un cristiano, un cattolico, è vincolato, secondo il mio pensiero, unicamente dalla parola del Vangelo.
    Quel che dice il Magistero viene dopo e mi vincola nella misura in cui trovo che sia accettabile e che concordi con la mia coscienza. L’ ho detto in mille modi; e ancora lei non riesce a capire?
    Gesù “non impone mai”, il Magistero sì.
    Non ha sentito le parole del Papa?
    “Gesù ci vuole liberi e questa libertà, dove si fa? Si fa nel dialogo con Dio nella propria coscienza. ”
    Lei le interpreti come vuole, io le interpreto–se permette– in modo diverso dal suo.
    E non metta sulla stessa linea il piano religioso e quello delle istituzioni civili. Sono due sfere molto diverse.
    Sa una cosa? Glielo dico in un orecchio ( così nessuno ci sente):
    il suo modo di parlare non mi convince neanche un po’. Mi richiama alla mente quello di un’ altra persona.

    2 Luglio, 2013 - 0:45
  55. Marilisa

    “Lasciate alla requie eterna il Cardinale Martini che Dio lo abbia in gloria. Quel “relativismo cristiano della libertà che decide” ha già prodotto molti danni, e irreversibili, purtroppo…”

    Certo che lo lasciamo “alla requie eterna”. E preghiamo per lui.
    Il che non significa che lo si debba, o si possa, dimenticare, come –mi pare di capire– lei, signora Silvia, vorrebbe.
    E nessuno infatti dimenticherà i suoi insegnamenti e le parole profetiche che di certo, e a dispetto di molti, hanno arricchito la Chiesa.
    Il card. Martini non ha “perso olio”, caso mai lo ha raffinato.
    È rimasto fedele alla Tradizione, ma auspicando–con libertà di spirito– un sacrosanto rinnovamento.
    Quello richiesto dal Vaticano II e in parte bloccato proprio dalla mala genìa dei conservatori ad oltranza. Come lei, signora.
    Il ” relativismo cristiano della libertà che decide” attribuito, per sottinteso e con malignità, al grande cardinale è uno scriteriato luogo comune sempre in bocca a chi non sopporta voci nuove nella Chiesa e si fossilizza in una Istituzione immobile, che ha paura di camminare con i tempi e teme i cambiamenti che minerebbero la sua autoreferenzialità.
    Ed è l’errore più grave della Chiesa.

    2 Luglio, 2013 - 1:25
  56. Marilisa

    “Per un laico, o uno stato di diritto, vale lo stesso identico principio: il rispetto dell’altro non può essere inteso come limitazione della libertà. Se non si comprende questo è la fine. Lo penso sul serio. ”

    Ma va’!! Forse sono un po’ tarda, ma sinceramente il collegamento fra questo concetto e quello della “libertà slegata da Cristo” mi sembra– lo dico con un eufemismo– una forzatura.

    2 Luglio, 2013 - 1:38
  57. Silvia Bottini

    Quante sciocchezze!

    2 Luglio, 2013 - 6:20
  58. Silvia Bottini

    Lei parla troppo, e per bene che si parli, quando si parla troppo, si finisce sempre per dire delle bestialità.

    2 Luglio, 2013 - 6:23
  59. Silvia Bottini

    Lubrifichi la sua testolina arruginita, e faccia scorrere le rotelle dell’intelligenza. Lei dice che Cristo ci rende liberi e poi, le sembra forzature quando dico che la libertà è Cristo stesso e slegata da lui è ha senso nulla, neppure la libertà, per un cristiano!? Guardi, evvero, glielo dico con tutta franchezza: lasci stare, ragionare sulle cose di Dio non fa proprio per lei. Negare che siamo liberi, che la libertà è dono inalinabile come l’aria che respiriamo sarebbe come dire che l’acqua non disseta eppure: dai la libertà all’uomo debole, ed egli stesso te la riporterà. Se così non fosse, non avremmo avuto il nazifascismo con folle oceaniche plaudenti, e per converso gli eroi della liberazione. Anche il cuore, come la Volontà e la coscienza dovrà essere padrone di sé sino a dare la vita per gli altri. Sono i grandi ideali: la Patria, la famiglia, lo stato -e per i cattolici eminentemente la Parola di Dio- che innalzano la bandierà della liberatà liberata.
    Altrettanto ingenuo pensare che esista un libero arbitrio, che si possa fare ciò che è contrario alla Parola di Dio e cavarsela con uno sbuffetto sulla guancia. Che Dio la perdoni per la superficialità,poi, che dimostra quando parla della coscienza come fosse un molok: se non è rettamente formata è una clava brandita per picchiare gli altri e mai sé stessi. Lei ora dirà di averla pulita,la sua, e s’inquieterà, e risponderà con l’arroganza che la distingue . Ma le rispondo che è pulita perché probabilmente non l’ha mai usata, almeno in questo stazio virtuale.
    Questo dicono i miei ragionamenti, semplici e, credo, di buon senso.

    Buona giornata
    Bottini Silvia

    .

    2 Luglio, 2013 - 7:14
  60. Silvia Bottini

    Vada a dire ad un povero che sta muorendo di fame, o all’indigente che ha un bambino malato bisognoso di cure se preferisce la libertà o il pane! Una siffatta libertà è disonorata, umiliata, incatenata..
    “Il cammino verso la liberà non è facile in nessun luogo”.

    Nelson Mandela
    Colgo l’occasione per ricordare questo uomo meraviglioso che ha tanto sofferto, e sta facendo ritorno nella patria celeste.

    2 Luglio, 2013 - 7:45
  61. Silvia Bottini

    Lo stesso vale per la libertà dell’anima, scevra da Cristo, incline ai vizi, tarlata, erosa dal peccato. Anche questa è libertà disonorata, umiliata, incatenata…e per giunta, destinata alla morte eterna.

    2 Luglio, 2013 - 7:57
  62. Luigi Accattoli

    A Silvia e a Marilisa. Si può dissentire senza offendere. Io dissento da tanti e lo chiarisco, ma non dico mai “testa di rapa”, dici sciocchezze, spacci luoghi comuni scriteriati. Imparate da me.

    2 Luglio, 2013 - 11:48
  63. Luigi Accattoli

    Silvia Bottini lei rimprovera Marilisa di parlare troppo, ma anche lei non scherza. Se conto bene, solo a commento di questo post lei è intervenuta dodici volte contro le sei di Marilisa. Dunque se Marilisa corre sei rischi di dire bestialità, lei ne corre dodici. Lei ama il rischio.

    2 Luglio, 2013 - 11:50
  64. lorenzo

    Cara Silvia, scevra o no da Cristo, la nostra anima resta comunque, per usare il suo linguaggio un po’ cupo, incline ai vizi, tarlate ed erosa dal peccato.
    Semplicemente, siamo tutti malati: con una parte di noi che ci spinge alle piu’ svariate forme di male ed egosimo. La libera scelta per Cristo, magari ci esimesse e ci vaccinasse da questa ” malattia” congenita ed incurabile! Non lo fa per nulla. Solo, cosa essenziale, ci permette di restare attaccati a Lui con tigna e cocciutaggine, e di ripartire tutte le volte, tutte le sante ( e tante, continue volte) in cui sbattiamo il grugno contro la presenza indistruttibile in noi di quello zoccolo ineliminabile di male. E ci permette anche di fare un buon bagno di umiltà e di realismo, che solo la sederata nel fango del peccato ci permette di fare. Sai che insopportabile boria & sicumera metteremmo su se, una volta scelto Cristo, non peccassimo piu? Saremmo dannati irreparabilmente sul serio, devastati dalla superbia….
    Quindi, la libertà nostra, io non la definirei mai ” disonorata”.
    E’ la cosa piu’ preziosa che abbiamo,anche quella che ci fa piu’ simili a Dio. Ce l’ha messa dentro Lui, e Lui ne dimostra un rispetto puntiglioso e assoluto. Anche nel caso ci portasse a scelte pessime, di male assoluto, di male cercato, desiderato, perseguito, progettato, questa libertà è sempre la nostra unica e fondamentale risorsa. Perché, per quanto le nostre azioni e le loro conseguenze ci possano aver condizionato e incatenato, non esiste catena e lucchetto che possa resistere a questo colpo di reni della nostra libertà: quello del figlio prodigo stremato: alzarsi, andare dal Padre, dirgli: Padre, ho peccato.
    Lei ha ragione: per la libertà, e con la libertà, possiamo deciderci per una eternità schifosa di lontananza da Dio – se decideremo di ignorare gli altri e campare per noi stessi. Ma sarà solo con la libertà che potremo, al contrario, decidere per una eternità di gloria, cavolo.
    Morale: teniamola ben ben preziosa, la nostra libertà.

    2 Luglio, 2013 - 12:39
  65. Qualcuno deve aver versato lacrimucce e Luigi -da cui c’è da imparare- che è “mite ed umile di cuore” giustamente corre a tergerle…

    2 Luglio, 2013 - 12:41
  66. Silvia Bottini

    Ho sbagliato ad indugiare, ha ragione.
    Ma, mi scusi dott. Accattoli, con tutto il rispetto. Ma, lei davvero vorrebbe che io , a ottanta anni mi debba sentir dire che sono la “mala genìa dei conservatori ad oltranza”- la malagenia, si rende conto, cosa mi son sentita dire? mala genia. Secondo lei essere definita “mala genia” ha la stessa valenza del “testolina arrugginita”? O, puramente, quando si attribuisce al mio pensiero “malignità” in riferimento a persone o cose, non dovrei osare dire che quanto odo è una”sciocchezza”!?
    Le suggerisco, dott. Accattoli, di badate al senso, e vedrà che le parole andranno a posto per conto proprio. Alla mia età le offese pesano il doppio.

    2 Luglio, 2013 - 12:41
  67. (abbiate pazienza, è che a volte certa ironia sembra che me la si tiri fuori dalla tastiera) 🙂

    2 Luglio, 2013 - 12:43
  68. mattlar

    Silvia Bottini, davvero Lei ha ottanta anni?!?!?!
    Congratulazioni!!!! Se li porta bene, a giudicare dalla tastiera.

    2 Luglio, 2013 - 12:48
  69. Oppure e qui chiedo al “cattivo” Luigi Franti: Franti lei pensa che Luigi sia intervenuto perchè qualcuno ha versato qualche lacrimuccia, o peggio per fazioso “spirito di squadra”?

    2 Luglio, 2013 - 12:49
  70. lorenzo

    @Silvia
    A una età che un tempo si sarebbe detto veneranda- ma adesso quel traguardo è spostato indefinitamente in là- è vero, le offese pesano il doppio.
    Nei due sensi, però: se non altro data l’autorevolezza conferita dal “senato”….
    🙂

    @ Mattlar
    Gli ottantenni di oggi ? I nuovi ggiovani. Mia suocera ne ha 88 e spipola sulla tastiera e fa crociere in internet quasi come i nipoti. Ha un’antipatia viscerale per Fb…ma non escluderei che un giorno o l’altro ci faccia qualche sorpresa anche lì.

    2 Luglio, 2013 - 13:05
  71. Silvia Bottini

    Anche la testa funziona ancora, maltlar, riguardo alla tastiera, evvero, fatico un bel po’. No, Lorenzo, la vecchiaia, quando è degna di questo nome, dovrebbe portare il meglio, ma la saggezza, e una delle cose più difficili da comunicare, come pure la tenerezza: più ci si invecchia più si diventa teneri. Come i fagiani…e tanto più si è teneri, quanto più feribili.

    arrivederci.

    2 Luglio, 2013 - 13:20
  72. lorenzo

    Il CArdinal Martini, questo evergreen…
    Lasciamolo alla requie eterna: d’accordo. Smettiamolo di tiralo per il pastorale, o in un senso o nell’altro.
    Preghiamo per lui: d’accordo, questo non fa mai male.
    Nel frattempo, preghiamolo anche.
    Adesso è in piena luce: che ci ottenga qualche bagliore per le nostre craperape
    in continua ebollizione e fermento. Che poi fumano, e il fumo fa nebbia.

    2 Luglio, 2013 - 13:21
  73. Federico Benedetti

    Condivido assolutamente i “ragionamenti semplici e di buon senso” della signora Bottini, che ringrazio.
    Aggiungo i complimenti per una giovinezza e una freschezza spirituale veramente invidiabili.

    Buona giornata

    2 Luglio, 2013 - 13:27
  74. manuel76

    A me han colpito le parole di Francesco:

    “Per questo dobbiamo imparare ad ascoltare di più la nostra coscienza. Ma attenzione! Questo non significa seguire il proprio io, fare quello che mi interessa, che mi conviene, che mi piace… Non è questo! La coscienza è lo spazio interiore dell’ascolto della verità, del bene, dell’ascolto di Dio; è il luogo interiore della mia relazione con Lui, che parla al mio cuore e mi aiuta a discernere, a comprendere la strada che devo percorrere, e una volta presa la decisione, ad andare avanti, a rimanere fedele.”

    Non è che questa visione è comune sia a Marilisa che a Silvia Bottini?!?

    (agli uomini del blog: perchè le donne quando litigano devono dirsi cose terribili ?!? )

    2 Luglio, 2013 - 14:19
  75. lorenzo

    @ manuel 76

    Mio nonno Mario- marito della nonna “delle fave” – sentenziava con aria grave e esperta , in piemontese:

    ” Le fumne, quand c’a rusu, a sun ‘dle bes-ce fole sensa cua: tle ciapi pi nen ”

    (Le donne, quando litigano, sono come bestie impazzite senza coda: non le acchiappi piu’ )

    Gentili signore del blog, è solo una battuta innocua. Non sparatemi addosso.
    🙂

    2 Luglio, 2013 - 15:06
  76. manuel76

    ahahah

    Io ho assistito ad una scena tra colleghe che litigavano…mai sentite così grandi cattiverie!!

    2 Luglio, 2013 - 15:20
  77. Ehhh sì,
    siamo più brave di voi anche a litigare!
    😉

    2 Luglio, 2013 - 15:28
  78. Silvia Bottini

    Carissma nico; così gentile di modi e affabile. Credo lo scopo di una discussione o di un dibattito non debba mai essere la vittoria, ma il miglioramento dei nostri pensieri. Ma, quando il dibattito si accende, esperienza insegna che occorre sbarrarlo, proprio come si fa con una diga.A volte lo si argina per tempo, in altre ci si lascia prendere da passione. Passione non è “spirito di litigio”, mi spiace sinceramente l’ aver veicolato una impressione falsata.
    Un saluto cordiale, e mi scuso per il disagio che ho arrecato.

    2 Luglio, 2013 - 18:21
  79. Silvia Bottini

    E tutta questa ironia, lo dico col cuore, mi rattrista profondamente.

    2 Luglio, 2013 - 18:22
  80. Ma era solo una battuta per rispondere scherzosamente a Lorenzo e Manuel, non se la prenda, la prego, non era rivolta a lei!

    2 Luglio, 2013 - 18:44
  81. lorenzo

    ma quale rattristarsi, via….per due battute che non entrano nemmeno nel merito della questione…non ne vale la pena di sicuro.

    2 Luglio, 2013 - 19:04
  82. Marilisa

    Signora “Bottini Silvia”, replico in ritardo, lo so, ma mi sento in dovere, e in diritto, di farlo quando mi rendo conto che le persone che interloquiscono con me lo fanno con l’ unico scopo di darmi colpi per la diversità di idee in materia di religione e di fede. E forse anche per qualche altro motivo che non sto a precisare.
    Lei si trova sulla identica linea della sua “amica”.
    Provo a ricordarle che dal primo momento che è entrata nel blog mi è venuta contro per difendere una signora che poco prima si era allontanata, offesissima e con una scarica di parole volgarissime nei confronti miei ( che–faccio notare– non ho replicato) e di colui che ci ospita nel suo blog .
    Tutto ciò, se permette, ha dell’ assurdo. Direi che uno psicanalista a questo punto potrebbe spiegare la faccenda.
    Lei, così “fragile” con i suoi ottant’anni, non lo sembra affatto quando parla. La sua prima replica ai miei post di ieri trasuda bile da ogni parola. Quella stessa che distingueva la sua “amica”.
    Avete forse studiato presso la stessa scuola?
    Lei ha tutto il diritto di essere una cristiana dei tempi che furono, ma si tolga dalla mente di “catechizzare” chi ha idee diverse dalle sue.
    È un’ impresa disperata per quanto mi riguarda. E soprattutto non si reputi migliore di me. Non lo è affatto nonostante le apparenze umili, che solo i babbioni possono ritenere autentiche.
    Si risparmi, per quanto le è possibile, giudizi malevoli nei miei confronti. Lo ha fatto già diverse volte, e la cosa non mi piace per niente.
    Io ho tutto il diritto di pensare, e di dire, che chi vuole bloccare la Chiesa nel suo cammino fa male alla Chiesa stessa. Anzi, a mio parere è colpevole.
    E come può, lei, ergersi a giudice e dire: “lasci stare, ragionare sulle cose di Dio non fa proprio per lei” ? Questa, sì, è una “bestialità” degna di chi presume di poter essere, lei, la persona più adatta per “ragionar delle cose di Dio”.
    Infine: signora “Bottini Silvia”, legga meglio prima di lanciarsi in un appassionato assolo in difesa di certe sue idee.
    Tanto per chiarire: nel suo discorso sulla libertà che non può essera avulsa dal Cristo, non ho affatto contestato questo concetto, ma il paragone inusitato e non pertinente ( almeno secondo me) che lei ha fatto con “un laico, o uno stato di diritto” e con “il rispetto dell’altro che non può essere inteso come limitazione della libertà.”
    Prendendo spunto da queste sue parole, la invito ad avere rispetto per chi ha idee diverse dalle sue, e a non avere la pretesa di limitarne la libertà di pensiero, per quanto colpevole e degna dell’ inferno a lei possa sembrare.

    3 Luglio, 2013 - 1:58
  83. Silvia Bottini

    È bene parlare solo quando si deve dire qualcosa che valga più del silenzio-
    Un silenzio che non è silenzio. Si può raggiungere lo stesso risultato tagliandosi la lingua, ma nemmeno quello sarebbe silenzio.
    È silenzioso colui che, potendo parlare, non proferisce alcuna parola inutile…

    3 Luglio, 2013 - 5:04
  84. Silvia Bottini

    Sarebbe già un merito, quando si scrive o si parla inutilmente, farlo , almeno, brevemente!

    3 Luglio, 2013 - 5:34
  85. Silvia Bottini

    Sigg.ra Marilisa, lei si erge a suffagetta del rispetto, sarebbe il caso tolga le virgolette al mio nome, che non è “babbiona” ma Bottini Silvia.

    Per il resto non ho giudizi su di lei, né benevoli, né malevoli semplicemente perchè non la stimo. E con questo chiudo, sperando che il messaggio le sia arrivato forte e chiaro.

    Al dott. Accattoli un augurio di salomonica saggezza altrimenti: Bon-a-part Bon-à-rien.

    3 Luglio, 2013 - 7:13
  86. Marilisa

    Il suo vaniloquio tutto potrebbe essere tranne che un messaggio.
    Non mi interessa affatto avere la sua stima.
    Se ne stia in pace e lasci in pace me.
    Credo che tutti abbiano capito chi è lei veramente. Tutti, tranne i babbioni.

    3 Luglio, 2013 - 13:44
  87. Silvia Bottini

    Mi spiace darle questa grande delusione. Io mi firmo nome e cognome, cosa che lei non fa. Non ritengo di grande interesse la mia biografia. E non vedo cosa vuole da me.
    Ecco: “se ne stia in pace e lasci in pace me”, è l’unica frase sensata che abbia detto in tutta la sua lunghissima filippica!

    3 Luglio, 2013 - 14:25
  88. manuel76

    Signora Silvia,
    ho trovato volgare il suo invito a “lasciare alle requie” il Cardinale Martini, attribuendogli un relativismo frutto dell’estrapolazione di un suo emistichio dal contesto. La logica che sta alla base di ogni ragionamento di un gesuita, che sia Martini o Bergoglio, è la stessa che utilizza Ratzinger.
    La struttura è sempre che data una verità, se si verificano certe determinate ipotesi, si deduce una conseguenza.

    Non è possibile zittire un profeta nemmeno dopo morte.

    Non riconoscere lo spirito profetico di Martini, vuol dire non capire quello che Ratzinger ha fatto, nè quello che Francesco sta facendo.

    3 Luglio, 2013 - 16:35
  89. Silvia Bottini

    Mi scuso per averla offesa, signor manuel76, ma il suo esordio non è meno volgare, glielo assicuro. L’epiteto volgare lo attribuisca a chi desidera, non a me. Per il resto, senza nulla togliere né al cardinale Martini né ad altri cardinali deceduti, che Dio li abbia in gloria,Martini dista da Bergoglio come la Luna dall’alfa Centauri, si documenti…se non su tutti i fronti, sulla maggior parte.
    Comunque, la questione non è di mio interesse

    buona giornata

    3 Luglio, 2013 - 17:09
  90. Caro Manuel,
    leggo ed ho ascoltato Martini dagli anni ’70,
    alla base della sua vita,
    c’è la sua profonda conoscenza della Bibbia,
    in uno studio,
    che trova suoi pari
    solo nei grandi biblisti della storia.

    Obbedire al Papa Woytjla nel 1979,
    che lo ha voluto vescovo di Milano,
    lo ha sottratto al suo lavoro di ricerca.

    Era stato ordinario alla cattedra del Pontificio Istituto Biblico del
    quale ne diviene Rettore,
    Ha fatto parte della Pontificia commissione biblica internazionale.
    E’ divenuto Rettore Magnifico della Pontificia Università Gregoriana.

    Martini ha tutto interpretato a partire dalla Parola nei libri Biblici,
    le relazioni,
    il rapporto con il mondo,
    il suo essere uomo,
    il suo essere prete,
    il suo essere vescovo.

    Martini,
    ha letto la vita e il mondo
    con l’unica griglia
    datagli dai libri biblici.

    Il mezzo di lavoro,
    è stata la spiritualità ignaziana,
    con gli straordinari Esercizi Spirituali,
    con i quali,
    s. Ignazio, si dimostra l’antesignano della capacità di lettura analitica,
    che nei tempi moderni,
    verrà approfondita da Freud, Jung e altri grandi studiosi.

    3 Luglio, 2013 - 20:50
  91. manuel76

    Gent.ma Silvia,
    avvicinare a Martini l’immagine (le rendo atto molto suggestiva) del cardine che, consumato, non manutenuto, non oliato, cigola e fa accapponare la pelle, sinceramente mi sembra troppo.

    Lei dice: “Credo lo scopo di una discussione o di un dibattito non debba mai essere la vittoria, ma il miglioramento dei nostri pensieri” e io sottoscrivo le sue parole.
    Quando mi permetto di dire qualcosa sulle idee che altri esprimono, non è certo per offendere la persona che le ha scritte, ma è riferita a quello che si scrive!
    In questa ottica lasciare alla pace eterna Martini suonava fortemente come dire è morto e sepolto e lasciatelo dove è!

    Ma per potere misurare la distanza tra Martini e Bergoglio dovrei avere fatto studi almeno pari a quelli di Clodine, ma ho studiato altro.
    Non vedo certo la differenza tra il biblista teologo e il divulgatore, visto che i libri che girano di Martini son per la maggior parte letture della Bibbia.
    Il lembo del mantello, forse più divulgativo, è un’opera geniale.

    “la saggezza, e una delle cose più difficili da comunicare, come pure la tenerezza: più ci si invecchia più si diventa teneri.”
    Sono belle queste parole, mi ritrovo nel dialogo che avevo con i miei nonni.

    4 Luglio, 2013 - 8:49
  92. manuel76

    Matteo,
    io Martini l’ho visto dal vivo a fianco di frère Roger a Milano alla fine del 1998.
    Due giganti vicini.
    Il rispetto e l’appoggio che ha dato a Ratzinger durante il suo papato sono stati totali.

    4 Luglio, 2013 - 9:01
  93. più ci si invecchia più si diventa teneri.”
    ————-

    Manuel,
    questa, non fa parte della famosissima Legge Naturale.

    Tante persone con l’invecchiare,
    divengono terribilmente str******
    🙂

    4 Luglio, 2013 - 13:13
  94. Marilisa

    “Non vedo certo la differenza tra il biblista teologo e il divulgatore” (Manuel76)

    E infatti si divulga quel che si apprende con gli studi, che si tratti di Bibbia o di altro.
    Ma Martini ha fatto molto di più: ha trasmesso quel che ha appreso dalla conoscenza diretta delle varie esperienze di vita della contemporaneità.
    Direi che ha oltrepassato la Bibbia, meditando sugli insegnamenti che provengono, giorno per giorno, dall’ uomo dei nostri tempi, diverso per molti aspetti da quello dell’antichità.
    I profeti–veri profeti– c’erano una volta, ci sono oggi e ci saranno domani. Disprezzare o ignorare quelli di oggi nella convinzione che solo quelli antichi vadano ascoltati, è, a mio parere, un grave errore di prospettiva.

    4 Luglio, 2013 - 20:08
  95. manuel76

    Marilisa,
    detto così “ha oltrepassato la Bibbia” fa molto hereical-newage!

    😉

    Forse invece ha cercato di capire bene cosa la Bibbia dicesse all’uomo!

    E’ bella la tua chiusa “errore di prospettiva”.
    La prospettiva nella storia dell’arte cambia, nonostante il mondo tridimensionale rimanga sempre lo stesso.

    Quello che cambia è il modo di descrivere, di rappresentare graficamente un oggetto, un uomo, una persona, riuscendo a rappresentarlo in due dimensioni, su un foglio, una tela, una pezzo di intonaco, rendendo quella terza dimensione, la profondità, che non si ha a disposizione su un piano a due dimensioni.

    Mi piace questa cosa…che sia così per analogia anche per le scritture?

    Hai a disposizione due sole dimensioni e devi inventare un modo per descrivere la terza…e questo modo cambia con il passare degli anni…ma il mondo che rappresenti rimane tal quale.

    5 Luglio, 2013 - 8:53
  96. Clodine

    Veramente l’educazione visiva insegna che la dimensione di un’oera d’arte è una, quella della tela o del foglio, come le icone: immobili, ieratiche.
    Tutto il resto: prospettiva, assonometria, e quant’altro è un gioco illusorio inventato dalla mente dell’artista per meglio rappresentare la realtà.ILLUSORIO, non reale.
    Solo con Giotto si introduce il gioco delle lontananza, un gioco che troverà il suo compimento nel 400 con Leon Battista Alberti. Un gioco il quale sfocerà, verso la fine del 600, in quei “fuochi pirotecnici” del Pozzi ed altri “illusionisti”.
    Came vedi caro Manuel, non bisogna mai calcare la mano, la storia insegna come tutto , se sospinto alle estreme conseguenze sfocia in aberrazione e distorsione dal pensiero iniziale.
    Lo capì bene Matisse, il timido Matisse, che al termine di una lunga ricerca sul colore detto a “campiture”, comprende il senso della realtà…”fai un “girotondo” con lui ti accorgerai…

    5 Luglio, 2013 - 11:15
  97. Clodine

    ..che l’unica realtà entro cui ti viene dato di esprimere in libertà il movimento , e l’ esistenza, è quella dello spazio che possiedi confinato dentro un limite circoscritto. Quando ti sarai fatto persuaso che tutto il resto è pura illusione, allora danzerai, nudo , proprio come un piccolo bambino contento.

    5 Luglio, 2013 - 11:54
  98. manuel76

    Clodine, partendo dai riferimenti cartesiani, comuni alla fisica, le due dimensioni son quelle che descrivono un foglio o una parete, in cui ci si muove su e giu o a destra e sinistra.
    Intendevo dire che reale è il mondo da rappresentare, limitata la possibilità di rappresentazione di questo su un foglio.
    Ergo l’ingegno trova il trucco per cercare di mostrare e spiegare ad altri quello che lui vede.
    Nei secoli cambia l’idea di prospettiva. Ma l’albero è sempre un albero, la torre, la piazza…

    Ora per noi son tutte codificate, con precise regole, assonometrie, prospettive, grandangoli o geometrie proiettive.

    Ma l’idea che ciascuno, nella sua finitezza, possa cogliere qualcosa del Vero e lo possa tradurre in una descrizione che è in partenza zoppa, ma coglie un aspetto del Vero e non rinuncia a delineare ciò che vede, mi piace.

    5 Luglio, 2013 - 11:56
  99. manuel76

    Clodine è nudista!

    5 Luglio, 2013 - 11:58
  100. Clodine

    ; )

    5 Luglio, 2013 - 12:05
  101. Clodine

    le cose sono molto meno complesse, assai più semplici di quanto appaiono!
    Un caro abbraccio.

    5 Luglio, 2013 - 12:07
  102. Marilisa

    Manuel76, tutti noi credenti sappiamo che l’ uomo è la creatura pensante e spirituale che ne fa il capolavoro del Creatore. Ma in tutti i tempi egli è stato attratto oltre che dal bene, anche, e in misura maggiore, dal male.
    L’ AT ha chiaramente come visuale un ambiente circoscritto al mondo mediorientale dove in primo piano c’ è l’ uomo che vi era inserito. L’uomo, appunto, di quei tempi.
    Non c’è dubbio, tuttavia, che gli antichi profeti, che–si dice– parlavano ( molto spesso per simbologia) ispirati da Dio ( pro significa, come sai, “al posto di” ) avevano una sublime spiritualità e mentre parlavano per quegli uomini, andavano al tempo stesso al cuore dell’ Uomo Universale– e senza tempo–proponendo la volontà e gli insegnamenti di Dio, che trovano un riscontro preciso nel profondo della coscienza dell’ uomo. Ponevano, con la loro sapienza, l’ uomo di fronte a Dio.
    Per tale ragione la Bibbia è un’ opera di una grandiosità unica dove i protagonisti assoluti sono Dio e la sua creatura prediletta. E leggerla e studiarla arricchisce chi vi si dedica. E sempre rimarrà fondamentale nella storia dell’ Umanità.
    Detto questo, non si può non riconoscere, come non pochi biblisti fanno, che le parole dell’ AT sono indirizzate precipuamente agli uomini di altre epoche, in un ambiente geografico circoscritto, e con una storia ben precisa, diversa dalla nostra.
    Quando dico che Martini “ha oltrepassato la Bibbia”, altro non voglio dire se non che, amandola e facendone il punto di partenza per i suoi insegnamenti, ha però fatto dei passi avanti prendendo in considerazione l’uomo dei nostri tempi, con cui ha avuto contatti stretti essendone contemporaneo, e dei quali ha riconosciuto una storia nuova rispetto a millenni fa. E ha capito che a volte è necessaria una nuova chiave di interpretazione.
    Avviene lo stesso nei comuni mortali.
    Spesso, da adulti– giovani o anziani–, si devono cambiare, alla luce di esperienze nuove inequivocabili, quei convincimenti che avevano accompagnato convintamente l’ adolescenza e la giovinezza.
    Pur tenendo presenti i dettami della coscienza.
    La vita di un essere umano non può essere vanificata dall’ immobilismo mentale.
    Solo una ostinazione ottusa impedisce di farlo.
    Non si può prescindere dai cambiamenti che la Vita nel suo divenire porta con sé. Perché Dio è presente nell’ oggi come lo era nella Storia di ieri.
    Lo Spirito, che il cardinale richiamava sempre come il grande ispiratore e sempre presente nella Storia, illumina oggi come faceva ieri e come farà in futuro.
    E le menti illuminate da Lui devono esprimere, a costo di deludere qualcuno (o molti), i pensieri dettati dalla riflessione attenta sui problemi sempre nuovi che la vita presenta.
    E questo è un cammino lento ma incontrovertibile verso il Regno di Dio. Molti non riescono a capirlo.

    5 Luglio, 2013 - 22:40
  103. manuel76

    Grazie,Marilisa, avevo inteso e condivido il senso.

    Forse a Martini piaceva anche osare nella riflessione, ma di certo sapeva mettersi in discussione quasi a dire che non era lui e non era la sua una parola eterna, ma lui era lo strumento finito, imperfetto, non esaustivo per diffondere una Parola in cui credeva con tutto se stesso.

    Amavo in lui il senso della ricerca. Espressa anche con in dubbi di un uomo.

    Una continua rilettura della scrittura, per cercare quanto di autentico vibra tra le pagine.

    Penso che la ricerca del Vero, sia comune a Ratzinger. Forse quest’ultimo tira più le somme, specula,ma chiude sempre il cerchio del ragionamento, confeziona meglio.
    Martini risolve, ma inquieta.

    8 Luglio, 2013 - 14:36

Lascia un commento