Ieri Vatican News ha ripreso, tradotta in italiano, un’intervista del Papa alla rivista America dei gesuiti statunitensi: ne riprendo un passaggio nel primo commento. Poche parole con le quali confida di sentirsi felice, nonostante le “cose brutte” che gli succedono e i peccati che deve confessare “ogni quindici giorni”, perchè avverte di non camminare “da solo” e che il Signore gli è “accanto”. L’intervista è lunga e piena di questioni gravi, sulla guerra, sulle polarizzazioni nella Chiesa, sulle donne che chiedono il sacerdozio, ma le poche parole che riporto meritano di non essere tralasciate.
Francesco alla rivista America: “E’ Dio che mi rende felice”
5 Comments
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Santo Padre, cos’è che la rende così gioioso e sereno nel suo ministero?
Quando sono con le persone sono felice, sempre. Una delle cose che più mi costa come Papa è non camminare per strada, con la gente, perché qui non si può uscire, è impossibile camminare per strada. Ma non voglio dire che sono felice perché sono in buona salute, o perché mangio bene, o perché dormo bene, o perché prego molto. Sono felice perché io mi sento felice, è Dio che mi rende felice. Non ho nulla da rimproverare al Signore, anche quando mi succedono cose brutte. Nel corso della mia vita mi ha sempre guidato sul suo cammino, a volte in momenti difficili, ma c’è sempre la certezza di non camminare da soli. Io ho questa certezza. Non cammino da solo, Lui è accanto a me. Si hanno i propri difetti, anche i propri peccati: io mi confesso ogni 15 giorni.
https://gpcentofanti.altervista.org/la-via-del-reale-assorbimento-del-vaticano-ii/
Gravissime e imprudenti le parole del papa che definiscono una classifica di crudelta’ per cui i soldati buriati e ceceni sono i piu’ crudeli
Nessuno dovrebbe dare un giudizio basandosi sul “sentito dire” ( mi dicono che i ceceni sono crudeli…)e siccome il papa non e’ li sul campo ma giudica dalla comoda poltrona di Santa Marta e inoltre vorrebbe fare il mediatore fra Ucraina e Russia, forse questa gaffe fondata su stereotipi potrebbe risparmiarsela. La diplomazia si fa con altre doti di saggezza e di equilibrio,non con le frasi dal sen fuggite.
Che poi lui sia del tutto soddisfatto e pieno di se stesso lo sappiamo bene : l’ autocritica non e’ il suo forte. Felice e contento di se stesso ,beato lui.
Rif. 30 novembre – 6.57 – Essere felici non è antievangelico
“Nulla da rimproverare al Signore”. Questa sì è autocritica.